Categoria: Personale della scuola

  • Graduatorie Permanenti 2003/2004: scadenza 17 maggio p.v.

    Nota
    redazionale per la presentazione delle domande per le
    graduatorie permanenti:nuovi inserimenti o aggiornamenti


    Scadenza 17 maggio 2003

    • Devono
      presentare domanda di aggiornamento o trasferimento (Mod.
      1):


      1) Coloro che sono già inseriti nella graduatoria
      permanente, per chiedere l’aggiornamento del punteggio
      (al punteggio già posseduto di aggiunge quello
      relativo ai servizi o/e ai nuovi titoli rispettivamente
      maturati o conseguiti successivamente al 21 marzo 2002
      ed entro il 17 maggio 2003).
      2) Coloro che intendono chiedere il trasferimento in altra
      provincia. In tal caso l’inserimento nella provincia di
      nuova iscrizione avverrà nella medesima fascia
      e con il medesimo punteggio attribuito nella graduatoria
      di provenienza. A parità di punteggio il candidato
      che chiede il trasferimento sarà inserito di seguito
      a coloro che sono già inseriti nella graduatoria
      della nuova provincia ma prima di coloro che chiedono
      il nuovo inserimento. Il trasferimento da una provincia
      all’altra automaticamente avverrà per tutte le
      graduatorie in cui il candidato è iscritto.
      3) Coloro che intendono modificare le opzioni delle scuole
      prescelte per le supplenze temporanee (in tal caso bisogna
      presentare Mod. 3).
      4) Coloro che NON hanno nuovi titoli da fare valere
      e che NON intendano chiedere trasferimento, DEVONO
      COMUNQUE
      presentare domanda di aggiornamento per
      mantenere l’eventuale diritto ad usufruire della riserva
      dei posti e/o preferenze soggette a scadenza
      ( lettere
      M,N,O,R e S del riquadro F del Modello 1).
    • Possono
      presentare domanda di nuovo inserimento per l’inserimento
      nella III fascia (Mod. 2):
      1) Coloro che
      siano in possesso di abilitazione o di idoneità
      all’insegnamento entro la data di scadenza della presentazione
      delle domande (17 maggio 2003);
      a) I Candidati devono chiedere l’inserimento per gli incarichi
      a tempo determinato nella stessa provincia di inclusione
      delle graduatorie permanenti.
      b) L’inclusione nelle graduatorie di circolo o di istituto
      per il conferimento di supplenze brevi può essere
      chiesta per una provincia diversa da quella delle graduatorie
      permanenti; la preferenza non può superare le 30
      istituzioni scolastiche se si tratta di scuole secondarie
      e 20 istituti comprensivi e 10 circoli didattici se si
      tratta di scuola primaria.

      Limitatamente ai candidati che chiedono l’aggiornamento
      o il trasferimento della propria posizione, è data
      la possibilità di comunicare i dati richiesti nel
      Modello di domanda direttamente al sistema informativo
      del M.I.U.R, tramite apposita funzione che è resa
      disponibile sul sito internet www.istruzione.it alla sezione
      "graduatorie permanenti on line".
      Coloro che si avvarranno di tale modalità di trasmissione,
      DOVRANNO COMUNQUE , come indispensabile convalida
      dell’operazione, inviare per Racc.A.R. entro la data di
      scadenza (17 maggio 2003),
      il modulo stampato e sottoscritto che attesti l’utilizzo
      delle modalità di trasmissione on line, o consegnarlo
      a mano al competente Csa.

      Le domande vanno presentate entro il 17
      maggio 2003
      per Racc. AR o presentate a mano
      al Centro per i servizi amministrativi del capoluogo di
      provincia. E’ buona regola conservare sempre una copia
      della domanda comprensiva degli allegati presentati.

      Al seguente indirizzo http://www.istruzione.it/normativa/2003/dm170403.shtml
      trovate il Decreto Dirigenziale del 17 aprile 2003 e
      gli Allegati

      Elvira
      Abbate

  • 1° Convir 2003 – Venezia 7 marzo 2003 – Percorere un sogno


    IL 1° CONVIR 2003 VENEZIA – Sala
    San Giovanni Evangelista

    PERCORRERE UN SOGNO

    "Percorrere un sogno". Con queste parole iniziava
    il 1° Convir 2003 nella splendida Venezia che vedeva
    la presenza corposa degli insegnanti di religione provenienti
    da ogni regione, circa trecentocinquanta. "Percorrere
    un sogno": sono queste le parole d’apertura con le
    quali la professoressa Marisa Scivoletto dava il via al
    Convegno Nazionale e con le quali indicava il cammino fatto
    dallo SNADIR. In questi nove anni e mezzo sono state promosse
    lotte sindacali a favore degli insegnanti di religione,
    per risolvere i gravi problemi e far riconoscere diritti
    elementari di ogni lavoratore, che ad essi però non
    venivano riconosciuti e di fronte ai quali non si sapeva
    mai a chi rivolgersi per un consiglio o un aiuto. Sembrano
    lontani quei tempi (personalmente ne conto venti di servizio)
    ma, ora, finalmente, ci siamo: non più nell’anonimato,
    nell’incertezza, in balia di prepotenze altrui o di poca
    informazione di chi, invece, doveva curarsene. Ci siamo!
    Venezia, con il suo CONVIR, ne è una conferma. Le
    presenze autorevoli e prestigiose al Convegno lo dimostrano.
    Era rappresentato il mondo politico: l’On. Valentina Aprea,
    sottosegretario al M.I.U.R., l’On. Cesare Campa, componente
    XI commissione lavoro alla Camera, il Senatore On. Gian
    Pietro Favaro, componente VII commissione istruzione al
    Senato, e il prof. Luigino Bussato, presidente della Provincia
    di Venezia. Non mancava il mondo ecclesiale impersonato
    da don Giosuè Tosoni, responsabile del Servizio Nazionale
    IRC, e don Valter Perini, responsabile Ufficio IRC di Venezia.
    Il prof. Pasquale Troìa, Direttore del Centro Studi
    Snadir, e la dott.ssa Geneviève Locqueville rappresentavano
    il mondo culturale, mentre quello sindacale vedeva la presenza
    del nostro Segretario Nazionale, il prof. Orazio Ruscica.

    "Il futuro dei docenti di religione: per la scuola,
    con professionalità e con un’identità giuridica":
    questo il tema e a questo si è cercato di dare una
    risposta attraverso gli articolati interventi.
    Il prof. Luigino Bussato ha dato il via al Convegno affermando
    che "la richiesta dello stato giuridico è un
    giusto diritto professionale, doverosa e legittima. Un percorso
    legislativo che si protrae ormai da troppi anni. IRC è
    un elemento esigito del nostro patrimonio culturale e storico:
    si tratta allora di vedere superati steccati di stampo laicista
    e anticlericali e di giungere ad un’intesa che faccia bene
    alla scuola. . Riconoscere lo stato giuridico degli Ir è
    un vantaggio per l’intera scuola, per gli allievi, docenti
    e genitori, che hanno largamente espresso la loro scelta
    favorevole. Oggi c’è il desiderio della pace e la
    scuola è il luogo dove crescono i cittadini di domani.
    Non ci può essere pace se non c’è dialogo,
    capacità di accogliere il diverso: aiutare i ragazzi
    a coltivare i valori insiti in ogni religione è la
    missione a cui oggi sono chiamati gli IR. Soltanto così
    sarà possibile costruire una scuola meno tecnica
    e più umana. Il ruolo dell’ insegnamento religioso
    deve essere garanzia di valori supremi e ideali elevatissimi
    per creare un clima di fiducia e di forza personale capace
    di costruire una comunità, una patria, capace di
    creare un mondo dove l’uomo sia più buono".
    Don Valter Perini augura che lo stato giuridico arrivi presto
    per porre fine ad uno stato d’ingiustizia.
    Sarebbe stato giusto, ha affermato don Valter, che le "forze
    politiche salvaguardassero maggiormente la dignità
    di questa disciplina. Anche se arriverà lo stato
    giuridico, le due sentenze della corte costituzionale pesano
    come macigni sul futuro di questa disciplina. Occorrerebbe
    vedere se l’ora del nulla, ovvero la possibilità
    di uscire dalla scuola, era nelle intenzioni delle parti
    contraenti l’accordo concordatario e nella filosofia di
    chi ha voluto e firmato l’intesa. Don Valter ha poi presentato
    due proposte:
    1. Occorre che gli IR e tutti i cristiani presenti nella
    scuola sappiano riconoscersi in un vincolo di comunione
    che diventi aiuto reciproco, capace di conoscersi e di riconoscersi
    perché un gruppo che ha una sua dignità è
    in grado di dialogare con tutti.
    2. IRC è l’ora di una disciplina capace di coniugare
    meravigliosamente l’aspetto culturale e l’aspetto educativo.
    Noi IR dobbiamo inquietare i nostri ragazzi, far porre loro
    delle domande più che dare delle risposte e risalire
    così alla domanda che pone le condizioni per le vera
    risposta.
    Il prof. Pasquale Troìa ha affermato con vigore che
    il nostro sindacato si deve qualificare non soltanto nell’istanza
    di un riconoscimento dello stato giuridico ma nell’affermare
    anche un’identità professionale autonoma e autorevole.
    Oggi l’insegnante deve assolutamente sapersi assumere delle
    responsabilità non soltanto per i contenuti del suo
    sapere, ma una responsabilità civile ed ecclesiale.
    L’evento insegnare è un evento di interazione tra
    storie culturali e storie personali. Insegnare significa
    condividere la storia personale e culturale con la persona
    con la quale sto interagendo. La nostra è una professione
    complessa, proprio perché il partner di questa comunicazione
    professionale è sempre diverso. Le generazioni cambiano
    di anno in anno e se qualcuno pretende di insegnare oggi
    come quando insegnava ieri, probabilmente sta parlando a
    persone che non esistono. I nostri studenti vanno conosciuti
    per sapere loro insegnare bene. Insegnare è capacità
    di verificarsi. . Il rischio dell’insegnamento è
    il suo invecchiamento, soprattutto nelle motivazioni che
    spingono l’insegnante. Chiunque insegna deve avere un credere
    su quel sapere che sta proponendo, altrimenti si crea una
    separazione tra quello che lui è e quello che propone.
    Il professore non può non credere ciò che
    insegna. I ragazzi infatti chiamano i loro insegnanti come
    prof. di filosofia, di religione ecc.
    L’IRC deve essere attento alla scuola e alle altre discipline
    per interagire veramente a livello interdisciplinare che
    non si riduca a puro fenomeno sequenziale di argomenti.
    Il docente, e l’IRC in particolare, ha un ruolo importante
    nella formazione dell’identità culturale Europea
    e mondiale. Insegnare è un arte che richiede laboratori
    di lavoro dove esercitarsi. L’IRC deve acquisire una dignità
    professionale e quindi la deve promuovere costantemente.
    Per l’On. Cesare Campa l’approvazione del disegno di legge
    è un grande atto che questa maggioranza ha fatto
    e che va a sanare una situazione che da troppi anni si trascinava.
    È un atto di giustizia lo stato giuridico verso insegnanti
    che devono rispondere con stessi doveri degli altri insegnanti,
    ma non con gli stessi diritti. L’IRC è di grande
    importanza per il nostro paese e la nostra società:
    essere ancorati su principi e valori, sul nostro passato
    pieno di senso religioso è fondamentale per il destino
    dell’uomo.
    Secondo don Giosuè Tosoni gli IR hanno imparato a
    crescere nelle difficoltà che però non hanno
    mai fiaccato le loro capacità e speranze, anzi le
    hanno rafforzate in una crescita sempre più culturale
    e professionale. Ha offerto poi alla platea tre spunti di
    riflessione.

    1. Chi dobbiamo ringraziare per lo stato giuridico che
    va in porto.
    Senz’altro dobbiamo ringraziare le forze politiche e sociali
    che portano a termine un impegno preso 18 anni fa. Senz’altro
    dobbiamo ringraziare l’operato della CEI, ma soprattutto
    dobbiamo ringraziare gli IR: E’ sul campo che è nata
    questa esigenza.
    2. Che valore ha il certificato d’idoneità per la
    nostra professionalità.
    L’idoneità va interpretata non come un controllo
    e neppure come una garanzia, ma come un riconoscimento di
    un servizio nella Chiesa. La missione della Chiesa è
    frutto di una convergenza comunionale. L’IR ricevendo l’idoneità
    non riceve un permesso per insegnare, ma un impegno ad essere
    parte attiva nella chiesa sviluppando il sensus ecclesiae
    nel lavoro che si va a fare.

    3. Come valutare e valorizzare la confessionalità.
    Il caso Italiano è un caso tipico ove gli IR sono
    chiamati nella scuola, nell’autonomia e libertà della
    professionalità, per comunicare dei valori , nella
    prospettiva di una tradizione. Il nostro insegnamento deve
    esplicitare una identità per un vero dialogo e interconfessionalità.
    Il prof. Orazio Ruscica con un intervento molto chiaro e
    senza nessuna retorica ha affermato che lo stato giuridico
    degli IR è un problema di giustizia sociale, è
    un problema della scuola e della sua capacità di
    rispondere alle esigenze della società italiana del
    nuovo millennio. Ha inoltre illustrato ampiamente la faticosa
    tessitura di relazioni fatta di contatti, incontri dei parlamentari
    con la base attraverso i diversi CONVIR che si sono attuati.
    In questi incontri, caratterizzati da una vasta presenza
    degli IR, sono stati sottolineati i veri nodi che necessitano
    una migliora riformulazione per dare una adeguato e giusto
    stato giuridico agli ultimi precari della scuola.
    Ha ricordato ulteriormente l’iter della trattativa in corso
    e ha colto l’occasione per ringraziare il min. Moratti per
    aver presentato un buon testo, l’on. Valentina Aprea perché
    si è impegnata a seguire con molto zelo l’iter parlamentare,
    l’on. Tagliatatela e l’on. Campa perché hanno lavorato
    di comune accordo per trovare soluzioni di difficile questioni
    e condurre in porto un iter non certo facile. Assieme ai
    ringraziamenti c’è l’amarezza per il comportamento
    dei DS che continuano a dire no su tutto, anche su cose
    sulle quali precedentemente avevano detto sì, dimostrando
    ancora una volta che il loro obiettivo non è quello
    di dare una collocazione ad una categoria di lavoratori,
    ma quello di continuare il loro ruolo di opposizione nel
    senso più deleterio, anche a costo di riesumare comportamenti
    e ideologie classiste che sembravano tramontate con la vecchia
    classe politica di sinistra. I DS hanno detto delle cose
    gravi in parlamento, al limite del vergognoso.
    Il tentativo demagogico della sinistra è quello di
    scatenare tra i docenti della scuola una guerra tra poveri,
    arroccandosi su presunti privilegi concessi agli IR. I parlamentari
    dei DS volevano, in sostanza, migliorare le condizioni economiche
    dei docenti di religione, ma non concedere il ruolo. A questo
    noi diciamo fermamente NO: vogliamo uno stato giuridico
    uguale a quello di tutti gli altri docenti e non certamente
    l’elemosina.
    Lo SNADIR vuole con i DS un confronto chiaro in un dialogo
    aperto nel quale si dicono le cose come realmente stanno
    senza piccinerie ideologiche.
    Sull’attuale testo di legge, che, ripete il segretario nazionale,
    è un buon testo, ci sono però due cose che
    andrebbero precisate:
    1. La questione del corso che precede il concorso.
    2. La questione dell’elenco graduato permanente ad esaurimento.

    Su queste questioni lo Snadir ha proposte concrete che presenterà
    nelle sedi opportune, ma che già al CONVIR il prof.
    Ruscica ha ampiamente illustrato nei suoi dettagli. Il cammino
    verso lo stato giuridico è ancora irto di ostacoli,
    ma lo SNADIR sta lavorando per non farsi trovare impreparato
    di fronte alle possibili obiezioni e colpi di coda.
    L’On. Valentina Aprea ha affermato col suo solito entusiasmo
    che dal CONVIR parte un messaggio politico forte a tutto
    il parlamento e questo incoraggerà sicuramente tutti
    i colleghi parlamentari della maggioranza. L’On. Aprea si
    è posta come obiettivo politico l’immissione in ruolo
    degli IR, insegnanti a pieno titolo che nella scuola vivono
    da protagonisti e non come degli esperti esterni che prestano
    un servizio limitato.
    Dopo tanti tentativi falliti di iniziativa parlamentare,
    il parlamento sta discutendo su una iniziativa governativa.
    La vivacità del dibattito si è concentrato
    su tre questioni importanti.
    La questione dei titoli di studio validi per il primo concorso.
    Il governo non avrebbe potuto escludere gli IR che sono
    stati in servizio con i titoli previsti dall’intesa. Ecco
    perché si è lasciato cadere la polemica su
    tutti i titoli di studio. Il concorso riservato, anche con
    riferimento ai titoli, probabilmente sarà il primo
    e l’ultimo che riconoscerà i titoli di studio previsti
    dalla intesa.
    L’on Aprea ha poi aggiunto che, una volta che gli IR sono
    di ruolo nello stato, lo stesso non può impedire
    il passaggio in un altro ruolo, sempre con il vincolo del
    possesso dei requisiti o a mobilità all’interno del
    comparto scuola.
    Sulle modalità del concorso, che si potrà
    attuare una volta sola e proprio perché lo stato
    vuol supplire a una lunga latitanza verso l’immissione in
    ruolo degli IR, si possono fare delle aperture (accogliendo
    un ordine del giorno dei Senato), con adeguate proposte
    che il sindacato può fare. Una volta attuato il concorso,
    il 70% degli insegnanti va in ruolo immediatamente, il 30%
    rimane in elenco e vengono assunti man mano che si liberano
    i posti. Sul 30% è sempre l’ordinario diocesano che
    decide.
    Secondo la sottosegretaria la legge deve passare così
    com’ è e con urgenza entro la fine dell’anno per
    non perdere di nuovo il treno e la copertura finanziaria.
    Ha inoltre rivolto un invito a tutti gli IR. di appassionarsi
    alla lettura e allo studio della riforma Moratti nella convinzione
    che gli IR possano dare un grosso influsso, nel team dei
    docenti, nel valorizzare la formazione morale e spirituale
    che la riforma propone. La dimensione religiosa della persona
    non può non essere considerata nel cammino degli
    studenti. L’ IRC pienamente contribuisce a determinare la
    nuova scuola della riforma Moratti.
    Il Sen. Gian Pietro Favaro ha insistito su un dato: quello
    di avere una legge buona, e su una necessità: quella
    di non toccarla per non avere i tempi allungati e dare una
    sensazione di incertezza che non serve. Tutti, ha affermato
    il Senatore, "siamo convinti che non si possono tenere
    ancora dei "precari stabili". La proposta di legge
    ha la possibilità di essere approvata. Noi non stiamo
    facendo dei privilegi, né stiamo sanando una situazione
    ma stiamo riconoscendo un diritto maturato abbondantemente.
    La maggioranza su questo è compatta per un atto di
    giustizia che si sta compiendo".
    Il CONVIR si è concluso con la relazione della dott.ssa
    Geneviève Locqueville la quale ha presentato l’EFTRE,
    il Forum Europeo dei professori di istruzione religiosa,
    che ha lo scopo di costituire un’organizzazione europea
    per promuovere l’insegnamento dell’istruzione religiosa.
    I membri EFTRE da molti anni desideravano allargare il forum
    ai paesi latini ed ai cattolici del sud Europa. È
    cosa fatta, soprattutto grazie alla riunione del 24 gennaio
    in cui lo Snadir, rappresentato dai proff. Ruscica e Troìa,
    ha fatto i suoi primi passi all’interno del forum e con
    il quale si sono avute scambi di opinioni molto ricchi.
    Molto rapidamente, ha proseguito la dott.ssa Locqueville,
    "ci siamo resi conto che i nostri obiettivi erano simuli"
    e, ha concluso con l’intenzione di accogliere i rappresentanti
    dello Snadir al prossimo consiglio d’amministrazione del
    settembre 2003 a Budapest.

    Giovanni Palmese

  • E il Contratto?

    E il contratto?

    Il Contratto è scaduto il 31/12/2001 e ci sono già
    le piattaforme per il quadriennio 2002/2005. Se noi consideriamo
    le scansioni contrattuali stabilite dai "grandi Sindacati"
    e dall’Aran, non possiamo che notare una sovrapposizione.
    La solita sovrapposizione per cui una parte del biennio
    economico del contratto precedente rientra nel Contratto
    successivo e i miglioramenti devono dividersi con grande
    confusione tra 2 Contratti.
    La prima domanda:" Questa sovrapposizione è
    un anticipo e quindi un vantaggio contrattuale o un ritardo
    e , quindi, uno svantaggio?"
    Nello specifico il 2002 deve concludere il Contratto 99/2002
    oppure aprire il Contratto 02/05?
    Le risorse a disposizione provenienti dai risparmi del 2002
    dove vanno conteggiate?
    Non è solo una domanda retorica o una polemica gratuita,
    perché i soldi, in ogni bilancio, si contano una
    volta sola.
    A tutti interessa sapere quali saranno i miglioramenti stipendiali
    e noi da anni abbiamo indicato nella struttura stessa del
    nostro Contratto la trappola insuperabile per ottenere reali
    miglioramenti stipendiali.
    La preintesa tra ARAN e grandi Sindacati del 4/2/2002 aveva
    accettato un aumento stipendiale per il pubblico impiego
    di circa € 103,00 lordo medio a regime, con la possibilità
    di recuperare ulteriori risorse per la scuola dai risparmi
    che si possono ottenere dai tagli sulla scuola stessa, il
    che significa aumenti in cambio di risparmi.
    E’ questo criterio che noi da sempre contestiamo e che la
    stessa Corte dei Conti ha messo in discussione.
    Ora noi ci chiediamo:" Come si fa ad accettare miglioramenti
    contrattuali sui risparmi di spesa e poi gridare allo scandalo
    per i tagli sui precari, gli organici,sul personale ATA,
    sul sostegno?
    Il 19/12/2002, dopo un incontro tra Governo e grandi Sindacati,
    la CGIL ha parlato di aumenti non disprezzabili pari al
    5,5% ( forse il 6%) per il recupero dell’inflazione, cioè
    un aumento mensile di un centinaio di € lordi per ciascun
    dipendente, inoltre, sono disponibili per il primo biennio
    economico del Contratto 2002/2005, circa ( ma non certi)
    1.100 milioni di €, praticamente 1.000 € lordi
    annui pro capite( L. 2.000.000 p.c. annui lordi) che mensilmente
    fanno € 83,33 ( L.166.000 ); sempre lordi e a regime
    e sempre su previsione dei soliti risparmi sui Precari,
    sul Sostegno, sugli Organici, sul personale ATA.
    Tuttavia il nostro timore è che, ancora una volta,
    tutti parlino di stipendi europei, ma siano tutti disposti
    a trattare su aumenti ben più modesti, perché
    sono in gioco questioni di altro genere che coinvolgono
    il potere della burocrazia e delle grandi centrali sindacali
    che non saranno disposte a rivedere la struttura del nostro
    Contratto perché vogliono mantenere la prerogativa
    di contrattualizzare ogni aspetto della vita scolastica
    anche al di fuori della specifica materia sindacale.
    Sulla questione dello stato giuridico dei docenti, lo scontro
    si preannuncia durissimo e non è escluso che le centrali
    sindacali siano disposte a cedere sui futuri aumenti stipendiali
    pur di mantenere la completa gestione della scuola.
    In parole povere il personale della scuola pagherebbe ancora
    una volta con i propri risparmi e con i propri sacrifici
    il mantenimento del potere sindacale che si porrebbe come
    l’unico garante della "PAX scolastica".
    Da una lato il Governo ha in mente di rivedere integralmente
    l’attuale impianto normativo che risale in sostanza al D.P.R.
    417/94 ( uno dei Decreti Delegati), dall’altra i Sindacati
    rivendicano, invece, il carattere pienamente ed esclusivamente
    contrattuale dell’intera materia, arrivando a chiedere la
    contrattualizzazione anche di molti altri aspetti del funzionamento
    dell’istituzione scolastica, come per esempio l’impiego
    delle risorse finanziarie.
    La pretesa dei Sindacati si basa sull’attuale stato giuridico
    , nato con la Bassanini e con i Contratti del ’95 e del
    ’99.
    In proposito la piattaforma Confederale non lascia spazio
    ad equivoci: "….A tutela dei diritti dei lavoratori,
    il Contratto deve diventare l’unico riferimento per la disciplina
    del rapporto di lavoro.Tutte le disposizioni riferite alla
    parte contrattualizzata del rapporto di lavoro regolate
    con provvedimenti legislativi od amministrativi ancora in
    vigore, vanno disapplicate."
    Nelle trattative e negli incontri tra Sindacati e Governo
    l’argomento – dell’Area separata dei docenti – è
    rimasta praticamente in ombra e sembra ormai tramontata
    la possibilità di avere Contratti separati per Dirigenti,
    Docenti, ATA.
    Non è un mistero che il Contratto separato poteva
    essere un espediente utile per un effettivo riconoscimento
    dell’area docente e il conseguente rilancio della professionalità
    con adeguato riconoscimento economico, ma questa proposta
    avrebbe penalizzato i grossi Sindacati ed è stato
    eclissato proprio per favorire la solita gestione sindacale
    della scuola.
    Si torna a parlare delle figure di sistema per le quali
    i Confederali chiedono a gran voce , come si legge nella
    piattaforma contrattuale "…. Uno specifico intervento
    legislativo che dovrà prevedere la loro istituzione,
    le modalità di selezione, il reclutamento e la dotazione
    organica".
    Ma non è la stessa richiesta che fa l’ANP, Sindacato
    dei Dirigenti, che punta sulle figure di sistema intese
    come figure di " alta professionalità"?
    Non c’è contraddizione tra i Sindacati che vogliono
    contrattualizzare tutto e respingono l’intenzione del Governo
    di intervenire sullo Stato Giuridico e poi chiedono un intervento
    legislativo per costituire le loro figure di sistema?
    Chi stabilirà le modalità di selezione, il
    reclutamento e la dotazione organica di queste figure di
    sistema?
    Forse le grandi centrali Sindacali con l’aiuto del Sindacato
    dei Dirigenti?
    Noi cosa chiediamo:
    – aumenti reali che premino la professionalità del
    personale. Aumenti non basati su risparmi derivati da tagli,
    ma da un incremento degli investimenti ( la spesa per la
    scuola in Italia in rapporto al PIL è 0,7 % mentre
    la media degli altri paesi europei è di 1,2% )
    – L’istituzione di un’area di contrattazione separata per
    il personale Docente che riconosca e valorizzi la Dimensione
    intellettuale della Docenza e la conseguente necessità
    di Riconoscimento del Tempo Professionale.
    – Ridistribuzione sullo stipendio base delle risorse che
    oggi vengono distribuite e sperperate con il Fondo d’Istituto.
    – Conferma dell’orario in 18 ore per la Secondaria e progressiva
    uniformità a 18 ore per gli altri ordini di scuola.
    – Trasformazione della Retribuzione Professionale Docente
    in indennità di funzione docente pensionabile.
    – Superamento dell’Istituto contrattuale delle figure obiettivo.
    – Raggiungimento del massimo della carriera retributiva
    in un arco di anni più breve ( da 35 a 25).
    – Rivalutazione e unificazione dei compensi per tutti i
    tipi di ore di insegnamento: ore eccedenti l’orario cattedra,
    corsi di recupero e potenziamento, corsi specifici previsti
    dal POF.
    – Riconoscimento e valorizzazione anche sul piano economico
    del maturato di esperienza dei singoli docenti ( titoli
    di studio e aggiornamento professionale).
    – Creazione di istituti che rendano effettivamente possibile
    lo scambio fra scuola, Associazioni Professionali Università,fra
    scuola e Formazione Tecnica Superiore ( I.F.T.S.) anche
    per quanto riguarda l’aggiornamento e la Formazione.
    – Ripristino di corretti meccanismi di reclutamento, condicio
    sine qua non per la riqualificazione della funzione docente
    e della scuola.
    – Ricondurre la professione docente alla sua finalità
    primaria: l’insegnamento, la ricerca, l’aggiornamento.
    – Anno sabbatico.
    – Codice deontologico.
    -Ordine professionale.

    Angela Loritto

  • Patrimonio religioso e culturale. Un convegno per idr a Lisbona

    Patrimonio
    religioso e culturale

    un convegno per idr a Lisbona

    Il Secretariado Diocesano do Ensino Religioso del Patriarcato
    de Lisboa e la Faculdade de Teologia dell’Universidade Católica
    portuguesa hanno organizzato dal 10 al 13 febbraio un convegno
    per docenti di religione. Molto affascinante
    il titolo: A transmissâo do Património Cultural
    e Religioso. Tanta partecipazione (circa 500 docenti). Il
    prof. Pasquale Troìa è stato invitato a tenere
    la relazione sul tema A experiência religiosa: recebida,
    vivida e transmitida, e a coordinare il laboratorio (officina
    de formaçâo) didattico: A trasmissao da Fé:
    Catequese e Ensino Religioso. E’ stata anche l’occasione
    per presentare ai partecipanti idr lo Snadir e le sue attività.

    Il Direttore del Secretariado Diocesano do Ensino Religioso,
    Robson Cruz, lavora
    da anni con molta efficacia e convinzione a trasformare
    l’attuale situazione scolastica dell’irc in Portogallo e
    la qualità professionale degli idr. Il Direttore
    Cruz e il prof. Troìa hanno discusso e previsto modalità
    di collaborazione e cooperazione tra il Segretariato e lo
    Snadir e tra gli idr portoghesi e italiani nella prospettiva
    di una comunità scolastica europea e di un idr sempre
    più europeo, interculturale ed interreligioso.

    Redazione

  • Comunicazione agli iscritti SNADIR

    COMUNICAZIONE

    AGLI ISCRITTI SNADIR

    La Segreteria Nazionale dello Snadir informa che nei prossimi
    mesi si terranno i congressi provinciali e successivamente
    quello nazionale al fine di rinnovare le cariche statutarie.

    Si comunica altresì che avrano diritto all’elettorato
    attivo e passivo gli iscritti allo Snadir alla data del
    30 aprile 2003. Entro la prima decade del mese di giugno
    2003 sarà inviata per posta ordinaria ad ogni iscritto
    una nota contenente le informazioni necessarie per lo svolgimento
    dei Congressi Provinciali (ad es. numero di delegati da
    eleggere, data di presentazione delle liste, ecc.).

  • Mobbing e la scuola

    Il Mobbing
    e la scuola

    Il termine mobbing, secondo la definizione del dott.re
    Harald Ege che ha studiato il fenomeno nei paesi Nordeuropei
    per oltre un decennio, è una forma di terrore psicologico
    che viene esercitato sul posto di lavoro attraverso attacchi
    ripetuti da parte di colleghi o del datore di lavoro.
    Sotto questa forma potremmo chiederci cosa abbia a che fare
    con la scuola, eppure questo termine, da un po’ di tempo
    è sempre più frequente nell’ambiente scolastico.
    Analizziamolo nelle sue linee generali.
    Le forme che può assumere sono molteplici: dalla
    semplice emarginazione alla diffusione di maldicenze, dalla
    continue critiche alla sistematica persecuzione, dall’assegnazione
    di compiti dequalificanti alla compromissione dell’immagine
    sociale.
    La persona del lavoratore viene continuamente umiliata,
    offesa, isolata e ridicolizzata anche per quanto riguarda
    la vita privata, il suo lavoro deprezzato, continuamente
    criticato o addirittura sabotato, il ruolo declassato e
    il suo lavoro svuotato di contenuti e privato degli strumenti,
    le capacità messe in discussione.
    Infine, sono esercitate continue azioni sanzionatorie, spesso
    pretestuose, per esempio mediante uso eccessivo di visite
    fiscali, di contestazioni disciplinari, di rifiuto di permessi
    e/o di ferie. Si distingue un mobbing strategico, o verticale,
    che si sviluppa dall’alto in basso, dal Dirigente al subordinato
    e che corrisponde ad una strategia lucida, deliberata, tesa
    ad ottenere le dimissioni spontanee della persona che ne
    viene colpita e di mobbing emozionale o trasversale quando,
    invece deriva da un’esaltazione dei comuni sentimenti di
    ciascun individuo ( rivalità, gelosia, antipatia,
    diffidenza, paura,….)
    Lo scopo del mobbing è quello di eliminare una persona
    che è, o è divenuta, in qualche modo "
    scomoda", distruggendola psicologicamente e socialmente
    in modo da provocarne il licenziamento o da indurla alle
    dimissioni.
    Il mobbing ha conseguenze di portata enorme: causa problemi
    psicologici alla vittima, che accusa disturbi psicosomatici
    e depressione, ma anche ripercussioni sul resto dell’ambiente
    di lavoro.
    Di particolare rilevanza sono le conseguenze sulla salute
    riscontrate dopo un periodo variabile di esposizione alla
    situazione di mobbing e che si manifestano principalmente
    a carico della sfera neuropsichica con importanti ricadute
    psicosomatiche e fisiche. Precoci sono i segnali di allarme
    psicosomatico ( cefalea, gastroentalgie, dolori osteoarticolari,
    mialgie, disturbi dell’equilibrio), emozionale( ansia, tensione,
    disturbi del sonno,dell’umore,) comportamentale .
    Le conseguenze sociali possono essere devastanti in quanto
    la persistenza dei disturbi psicofisici porta ad assenze
    dal lavoro sempre più prolungate, fino alle dimissioni
    o al licenziamento.
    Il mobbing ha fatto la sua entrata nella giurisprudenza
    italiana del lavoro nel 1999 con una sentenza del Tribunale
    di Torino e successivamente abbiamo avuto un’altra sentenza
    a Como e poi a Forlì nel 2001. In quest’ ultima sentenza
    viene stabilità la responsabilità contrattuale
    ed extracontrattuale del danno esistenziale patito dal lavoratore
    che risulti vittima di un comportamento persecutorio qualificato
    in termini di mobbing…..
    Bisogna però sottolineare, anche, la difficoltà
    e il limite nel recuperare ed offrire al Giudice del Lavoro
    le prove dei comportamenti costituenti il mobbing così
    come stabilisce la Cassazione Civile nel maggio 2000.
    La legislazione italiana, quindi, al momento, è ferma
    al riconoscimento del "danno biologico" derivante
    da forme persecutorie sul posto di lavoro.
    Attualmente sono 5 i progetti di Legge presenti in Parlamento
    sul tema della tutela del lavoratore da violenze morali
    e persecuzioni psicologiche nell’ambito del posto di lavoro
    e ciò fa sperare in una aumentata sensibilità
    da parte delle istituzioni per un fenomeno sempre più
    diffuso che necessita di puntuale definizione legislativa,
    di azioni di prevenzione ed informazione e di adeguate azioni
    di tutela.
    Se ad alcuni tutto ciò può sembrare fuori
    luogo nell’ambito scolastico, altri, invece, si sono perfettamente
    riconosciuti in situazioni che, se non hanno raggiunto il
    limite estremo, ci sono , però, arrivati vicino.
    Purtroppo nella scuola i fenomeni di " persecuzione"
    stanno diventando sempre più frequenti , e, non a
    caso, da quando Autonomia e Dirigenza sono entrati nella
    scuola. Non è infrequente il caso di Dirigenti che
    rendono impossibile la vita a colleghi di cui non condividono
    idee o metodologie didattiche , per cui vengono messi in
    atto forme persecutorie per indurli a chiedere il trasferimento,
    ancora più frequente quando si parla dei docenti
    di Religione verso i quali l’attacco dei Dirigenti è
    ancora più ostinato e ideologicamente predeterminato.
    Per non parlare dei rappresentanti RSU, verso i quali l’atteggiamento
    di disprezzo velato da forme di boicottaggio persistente,
    determina l’impossibilità di svolgere il proprio
    compito di rappresentanza sindacale e ha indotto molti colleghi
    a non ricandidarsi, lasciando il campo a chi si fa guidare
    più docilmente dal Dirigente.

    Angela Loritto

  • Riduzione dell’ora di lezione e obbligo del recupero

    RIDUZIONE
    DELL’ORA DI LEZIONE E OBBLIGO DEL RECUPERO

    Ogni anno scolastico, inevitabilmente, negli istituti di
    istruzione secondaria, ci si ritrova dinanzi a questo dilemma:
    quando c’è una riduzione nella durata dell’ora di
    lezione sorge un obbligo, da parte del docente, di recuperare
    tale frazione oraria?
    Numerosi sono anche i quesiti rivolti, in questi ultimi
    tre/quattro anni, al MIUR sulla questione e il Ministero
    ha offerto una serie di chiarimenti, a partire dalla C.M.
    n.225 del 5 ottobre 2000 nella quale si precisava, con un
    esplicito rinvio al Contratto della Scuola, che "le
    modalità organizzative per l’esercizio della funzione
    docente e l’articolazione dell’orario di servizio degli
    insegnanti restano disciplinate dall’art.24 citato – (CCNL-Scuola
    26 maggio 1999) – e dall’art.41 del CCNL 4 agosto 1995,
    nonché dai contratti di interpretazione autentica
    che negli anni passati sono stati sottoscritti dalle parti
    con riferimento alla richiamata disciplina contrattuale".
    Le fonti interpretative cui la C.M. n.225/2000 si riferisce
    sono:
    ü l’accordo di interpretazione autentica del 1°
    luglio 1997, che rinvia alle CC.MM. n.243 del 22 settembre
    1979 e n. 192 del 3 luglio 1980, e
    ü accordo relativo alla sequenza contrattuale art.
    24, comma 3, CCNL-Scuola 26 maggio 1999, sottoscritto il
    18 ottobre 2000, a seguito della certificazione della Corte
    dei Conti.
    Dalla correlazione delle norme indicate emerge che la riduzione
    dell’ora di lezione per causa di forza maggiore (es. orario
    dei mezzi di trasporto pubblici o effettuazione dei doppi
    turni) non fa sorgere a carico dei docenti l’obbligo di
    recuperare le frazioni di ora.
    Diverso è il caso della riduzione dell’ora di lezione
    per motivi didattici (flessibilità oraria o sperimentazioni),
    in tali casi i docenti sono obbligati a recuperare la frazione
    di ora non prestata (nel caso delle sperimentazioni con
    attività comunque a questa connesse).
    E’ evidente che la diversa motivazione addotta per operare
    la riduzione oraria della lezione è fondamentale
    per evitare al dirigente scolastico di incorrere in possibili
    ricorsi da parte di quei docenti che si vedono consegnare
    un atto formale per il recupero delle frazioni orario.
    Il compito di individuare eventuali cause di forza maggiore
    spetta allo stesso dirigente scolastico il quale sottopone
    la questione al Consiglio d’istituto; questo, se condivide
    i rilievi esposti dal dirigente scolastico, deve specificare
    i motivi della riduzione dell’ora di lezione e demandare
    il tutto al Collegio dei docenti per la relativa delibera.
    Il Collegio dei docenti, in particolare, dovrà valutare
    la compatibilità della riduzione dell’ora di lezione
    con gli obiettivi formativi del POF.
    La C.M. n.243 del 22 settembre 1979, a cui tutte le norme
    successive si richiamano, specifica che la riduzione oraria
    non è applicabile nei giorni in cui si svolgono quattro
    ore; nei giorni in cui le ore di lezione sono cinque è
    possibile una riduzione (di non oltre dieci minuti per ora)
    o alla prima o all’ultima ora di lezione, solo in casi eccezionali
    può aversi riduzione sia alla prima che all’ultima
    ora.
    Nei giorni in cui si svolgono sei ore la riduzione è
    applicabile alla prima ed all’ultima ora, eccezionalmente
    anche alla penultima ora.
    Nei giorni in cui si svolgono sette ore di lezione la riduzione
    può riferirsi alle prime due e alle ultime tre ore.
    La circolare esplicitamente dispone, in tali casi, che "non
    è configurabile alcun obbligo per i docenti di recuperare
    le frazioni orarie oggetto di riduzione".
    La stessa circolare insiste sul carattere eccezionale di
    tali disposizioni che, pertanto, possono in ogni momento
    essere revocate dal dirigente scolastico, sempre che vengano
    meno i motivi che le hanno determinate (modifica degli orari
    dei trasporti pubblici, cessazione dei doppi turni).

    Ernesto Soccavo

  • Domande di pensione entro il 10 gennaio 2003

    Domande di
    pensione entro il 10 gennaio

    Il Ministero dell’istruzione ha emanato il decreto annuale
    (D.M. n.127 del 2/12/02) che fissa al 10 gennaio i termini
    per la presentazione delle domande di pensione.
    Quest’anno i docenti che intendono andare in pensione (pensione
    di anzianità), da settembre 2003, dovranno avere
    i requisiti dei 56 anni di età e 35 anni di contributi.

    Coloro che hanno oggi 55 anni di età non potranno
    andare in pensione il prossimo anno, perché la legge
    449/1997 dispone per il 2004, i seguenti requisiti: 57 anni
    di età e 35 anni di anzianità contributiva.

    I docenti che hanno 37 anni di servizio, potranno invece
    andare in pensione dal 2003 senza il vincolo del requisito
    dell’età. Nel 2004 per essere collocati in pensione
    prescindendo dal vincolo dell’età anagrafica sarà
    necessario avere 38 anni di servizio.
    Il termine del 10 gennaio si riferisce anche alle domande
    di trattenimento in servizio oltre il 65° anno di età.

    Coloro che l’anno scorso hanno chiesto ed ottenuto il trattenimento
    in servizio, e che intendono rinunciare al secondo anno,
    possono presentare entro la stessa scadenza la domande di
    pensione di vecchiaia
    Entro il 10 gennaio possono infine essere revocate le domande
    presentate precedentemente.

    Redazione

  • IL 1° SETTEMBRE SCUOLE DESERTE!

    IL 1 SETTEMBRE SCUOLE
    DESERTE!

    Anche quest’anno – cos come gi nel 1991
    e nel 1996 – il primo giorno di scuola vedr le aule vuote:
    non si tratter di una diserzione in massa, ma semplicemente
    il 1 settembre cadr di domenica. Questo particolare, se
    da un lato rappresenta una piccola soddisfazione per tutti
    gli operatori della scuola, dall’altro crea negli insegnanti
    di religione non poche perplessit: infatti il personale
    assunto con decorrenza giuridica dal 1 settembre, a partire
    da quando sar remunerato se il primo giorno di scuola coincide
    con la domenica?
    A questo quesito risponde il Ministero della Pubblica Istruzione
    con la Circolare Telex – Gab./IV prot. 5452/275/MS del 19/10/91,
    facendo rilevare che la coincidenza casuale della giornata
    domenicale con la data di inizio dell’anno scolastico, costituendo
    causa di forza maggiore che impedisce la materiale assunzione
    in servizio, non pu incidere negativamente – secondo i
    principi generali dell’ordinamento giuridico – n sulle
    posizioni giuridiche soggettive, previdenziali ed assistenziali,
    n quindi sul diritto all’intera retribuzione mensile del
    personale in questione; tale personale (cio quello assunto
    in servizio di ruolo, quello incaricato annuale o supplente
    annuale, la cui nomina abbia decorrenza giuridica dall’inizio
    dell’anno scolastico) pertanto ha diritto di percepire la
    retribuzione del mese di settembre 2002 comprensiva anche
    della giornata domenicale in questione.

    Rossella Sudano

    N.B. La
    Circolare Telex – Gab./IV prot. 5452/275/MS del 19/10/91
    stata confermata dalla C.M. n.95 del 26 agosto 2002

     

    (allegato)

  • ASSEGNAZIONE AI PLESSI

    ASSEGNAZIONE AI PLESSI




    La normativa sulla mobilit del personale della scuola, destinata
    ai docenti con contratto a tempo indeterminato, affronta anche
    una questione che riguarda, di riflesso, i docenti di religione,
    quella della assegnazione ai plessi.

    La mobilit nella scuola elementare e dell’infanzia, dove
    vigente l’organico funzionale, opera fra circolo e circolo
    (anche Istituti comprensivi), ma non pi fra plesso e plesso.

    All’interno dell’istituzione scolastica l’assegnazione ai
    plessi compete al dirigente scolastico e, con il contratto
    del 1999, l’indicazione dei criteri da ricercarsi nella
    contrattazione decentrata stipulata tra il dirigente scolastico
    e le RSU. 

    E’ utile sottolineare che tra i criteri che hanno trovato
    maggiori consensi e applicazione vi quello secondo il quale
    i docenti gi titolari si muovono prima rispetto a quelli
    neo trasferiti nel circolo, inoltre si afferma che la continuit
    didattica non pu essere elemento ostativo all’assegnazione,
    su richiesta, ad altro plesso.


    Ernesto Soccavo


    Snadir 2002

    (allegato)