Autore: maurizio

  • Dopo quelle dei Cobas e della Flc ecco le bugie di Boselli

         Dopo quelle dei Cobas  e della Flc ecco le bugie di Boselli


        


         L’intervento di Enrico Boselli dello SDI alla trasmissione televisiva “Ballarò” del 28 febbraio scorso (*) è l’ennesima prova dei tempi che si prospettano per l’insegnamento della religione cattolica in Italia e per i docenti che vi sono impegnati.


         Se si scorrono le pagine del sito internet di questo partito è evidente l’identità anticlericale e anticattolica che ne costituisce le fondamenta, e lo stesso intervento televisivo sul ruolo dei docenti di religione è stato un susseguirsi di affermazioni del tutto infondate che, volutamente, hanno  ignorato i profondi cambiamenti relativi all’irc che si sono verificati nella scuola italiana dal 1984 (anno del rinnovo concordatario approvato da una maggioranza che comprendeva i socialisti !)  e in particolare negli ultimi tre anni.


         L’immissione in ruolo è costata agli insegnanti di religione un gravoso impegno di studio, accettato con umiltà, nonostante la loro pluridecennale carriera scolastica che ben avrebbe consentito una assunzione attraverso un corso abilitante riservato.


         Boselli sostiene che gli idr sono nella scuola per volontà dei vescovi: evidentemente non è a conoscenza che a seguito della legge 186/2003 l’immissione in ruolo avviene a seguito della partecipazione ad un concorso pubblico bandito dal Ministero dell’Istruzione. 


         Ma è evidente che questo non interessa né a Boselli né ad altri esponenti di partito, secondo i quali gli insegnanti di religione semplicemente non hanno diritto di esistere.  Il fatto che più del 90% degli studenti italiani abbia scelto l’insegnamento della religione è un fatto da ignorare o, peggio, da calpestare. 


         Come è strano il concetto di democrazia di cui si rivestono certi partiti!


         Oggi parlare e contestare l’insegnamento della religione nella scuola è diventato un modo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai veri problemi della scuola italiana.  Allora ribadiamoli i veri problemi: il persistere del precariato, la mancanza di una effettiva valorizzazione professionale del corpo docente, le questioni poste dall’attuazione della riforma e tanti altri.  


         Cosa ne pensa Boselli dei “veri” problemi della scuola?


         Lui si è guardato bene dal parlarne: forse non era nemmeno in grado di farlo.


        


    La Segreteria Nazionale SNADIR


    (*) Il file è visionabile al seguente link PROMESSE ELETTORALI – 28/02 ; dopo ore 1 e minuti 12 di trasmissione potete ascoltare le bugie di Boselli.


     Articoli correlati


  • Libri di testo: emanata la Circolare per l’a.s. 2006/2007

    LIBRI DI TESTO: EMANATA LA CIRCOLARE PER L’ANNO SCOLASTICO 2006/2007


     


       Uno degli adempimenti ,di fine anno scolastico, cui tutti i docenti devono assolvere è quello della scelta dei libri di testo.


       Con un po’ di anticipo, rispetto al solito. il MIUR ha emanato la circolare  N. 15 del 20 febbraio 2006 prot. N. 1609   concernente l’adozione dei libri di testo per l’anno scolastico 2006/2007.


       Nel ribadire che l’adozione dei libri di testo è l’espressione dell’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche, la circolare non si discosta molto dalle indicazioni date per il precedente anno scolastico (C.M. N.46 DEL 22 APRILE 2005).


       Vediamo di seguito le principali indicazioni .


       Per la scuola primaria i docenti delle classi terminali proporranno al Collegio docenti i testi per le classi I, II  e III, mentre i docenti delle III classi proporranno i testi per le IV e le V.


       Per quanto riguarda  i libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica nella primaria i testi saranno così suddivisi:




    • volume I – per la classe prima e per il primo biennio (classi II e III),   composto di 80   pagine;


    • volume II – per il secondo biennio (classi IV e V), composto di 80 pagine.

       tenendo conto delle adozioni effettuate nel corrente a.s. 2005/06, per il prossimo anno scolastico le adozioni dei nuovi testi scolastici IRC riguarderanno le classi I (per il primo volume) e le classi III (per il secondo volume), nelle quali sarà quindi adottato il testo predisposto per il secondo biennio (classi IV e V).


       Per continuare a valorizzare i testi scolastici già in uso e il graduale allineamento dei nuovi testi, l’adozione dei testi IRC sarà effettuata come segue:




    • gli alunni della I classe avranno in adozione il volume I, valido per le classi I, II e III;


    • gli alunni della III classe avranno in adozione il volume II, previsto per le classi IV e V;


    • gli alunni della classe V continueranno ad utilizzare il libro di testo di cui sono già in possesso.

       Per quanto riguarda i testi da adottare nella scuola secondaria di primo grado non essendoci    indicazioni è ipotizzabile il rimando alle norme previste per il corrente anno scolastico 2005/06.


       Mentre nulla cambia per le adozioni dei testi nella secondaria di secondo grado.  


       Le adozioni dei testi scolastici devono essere deliberate dai Collegi dei Docenti nella seconda decade del mese di maggio per la scuola secondaria superiore e nella terza decade del medesimo  mese per la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo grado.


     


    Antonino Abbate

  • Segnali inquietanti dalla FLC-Cgil e dai Cobas

    Segnali inquietanti


    dalla FLC-Cgil e dai Cobas


       Segnali inquietanti si presentano all’orizzonte dei docenti di religione: attacco allo stato giuridico e collocazione dell’insegnamento della religione cattolica  forzatamente fuori dal portfolio delle competenze.
       I Cobas gridano vittoria, la FlC-Cgil esprime con soddisfazione “noi li avevamo avvisati”. Ma quale soddisfazione e quale vittoria?
       Se andiamo a leggere le tanto sbandierate ordinanze del Tar Lazio nn.741 e 742 del 1 febbraio 2006 troviamo che il giudice ha accolto la sola richiesta di sospensiva, intravedendo, ad una prima sommaria analisi, che il ricorso non è “manifestamente infondato”: in pratica, su sei motivi presentati dai Cobas nel loro ricorso per bloccare la riforma, soltanto per i due sopra indicati il Tar ha ritenuto opportuno sospendere l’efficacia dei provvedimenti di attuazione della riforma Moratti.
       Ma è tutta qui l’opposizione alla riforma Moratti?
       Non erano altre le questioni importanti su cui i sindacati avrebbero dovuto lottare insieme per il bene degli alunni, dei genitori e degli insegnanti?
       Il vero grande problema non era forse quello di evitare una scuola con due diverse velocità? Una scuola di serie A e un’altra di serie B?   Il punto essenziale della questione non era forse quello della separazione dei due percorsi, di quello dei licei e di quello dell’istruzione e formazione professionale?   Non era forse quello di stabilire con precisione il ruolo delle Regioni circa le nuove competenze in materia scolastica?
       Ci si è mobilitati con azioni di sciopero per boicottare la riforma Moratti per poi scoprire che in fondo l’unica cosa che non va è che bisogna predisporre un regolamento per trattare i dati sulla privacy.
       Ed ancora, è giustificata questa opposizione all’immissione in ruolo dei docenti di religione – ed oggi proporre la loro cacciata dalla scuola – proprio nel momento in cui anche loro accedono al ruolo a seguito di un concorso pubblico?   
       E’ evidente da tempo che per alcuni sindacati ci sono lavoratori da difendere e altri da schiacciare.
       Per le altre discipline si avrà presto l’immissione in ruolo di 55.000 insegnanti: sarebbe più utile che i sindacati perseguissero tutti  il medesimo obiettivo di un ulteriore ampliamento del numero delle cattedre da assegnare a ruolo al fine di tutelare il lavoro dei precari e rispondere alle legittime aspettative di studenti e famiglie.
       Ma questa è un’altra storia, che non appartiene più da diverso tempo – forse da mai –  a certi sindacati che, con  vago sapore squadristico, si dedicano più a decidere cosa si debba o non si debba fare a scuola, che debba entrare e chi no, piuttosto che occuparsi di una vera politica del lavoro (leggi: preoccuparsi di fare trovare lavoro in tempi brevi).
       Noi che, partendo dalla difficile esperienza di insegnanti, abbiamo scelto di occuparci di politica del lavoro per salvaguardare la nostra dignità professionale, abbiamo da sempre interpretato questo ruolo nel pieno rispetto di tutti i lavoratori della scuola, senza alcun pregiudizio, né politico, né ideologico. 
       Non è così per gli altri sindacati nei nostri confronti.
       Per tali motivi, oggi più che mai, è importante essere uniti nel sindacato e sostenere con  la nostra adesione l’impegno dello Snadir a difesa della categoria.   Ognuno di noi deve sollecitare i colleghi scettici e indifferenti su questo aspetto: divisi rischiamo di essere emarginati, uniti invece potremo far sentire la nostra voce nel rispetto delle idee di ognuno e aperti al confronto con chi vorrà essere nostro interlocutore.
       Il nostro agire sarà deciso, a tutela di tutti i docenti di religione, immessi in ruolo e non. Lo Snadir si opporrà (costituendosi “in opponendum” alla ordinanza del Tar Lazio) a chi vuole estrometterci dalla scuola e a chi vuole – contro la sentenza della Corte costituzionale – sminuire il valore culturale dell’insegnamento della religione ed agirà con determinazione contro chi raccoglie firme per cacciarci dalla scuola italiana.


    Orazio Ruscica

  • Piano nazionale di formazione degli insegnanti sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione “ForTIC2”

    Piano nazionale di formazione degli insegnanti sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione “ForTIC2”


       Con la circolare prot.137 del 17 gennaio 2006, il MIUR ha avviato la nuova edizione del “Piano nazionale di formazione degli insegnanti sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, che costituisce la naturale prosecuzione di quanto già realizzato con il piano “ForTIC” .
       L’avvio della riforma prevede che l’informatica e le TIC siano parte integrante dei curricula scolastici fin dai primi anni della scuola primaria, e intende quindi dare continuità all’azione formativa in modo da fornire un adeguato supporto agli insegnanti per garantire alle giovani generazioni l’acquisizione di un adeguato bagaglio di conoscenze e competenze in un’area ormai centrale della cultura.
       Il piano di formazione ForTIC2 propone percorsi formativi flessibili, tesi a integrare e valorizzare l’intreccio tra didattica e tecnologie e in grado di rispondere alle diverse esigenze e competenze dei docenti.  Si articola in due macroaree: didattico-pedagogica (che riassume i percorsi A e B della precedente edizione, ma con un taglio fortemente ispirato al precedente percorso B), e tecnica (percorso C, articolato in C1 e C2, come nella precedente edizione).
       Il sistema di iscrizione è già disponibile a partire dal 1 febbraio 2006, mentre la piattaforma di e-learning assieme ai materiali didattici e relativi servizi in rete sono disponibili a partire dal 1 marzo 2006.
       Ogni istituzione scolastica, o la capofila nel caso di reti di scuole, collegandosi all’indirizzo http://puntoedu.indire.it   e   scegliendo la formazione “fortic”, può registrare il corso, i corsisti, il tutor e il direttore dei corsi: basterà selezionare  “vai alle iscrizioni” e utilizzare per il login il codice meccanografico e la password “puntoedu”.
       Coloro che sono interessati possono chiedere l’iscrizione a Indire presso la segreteria della propria scuola.  All’atto dell’iscrizione conviene comunicare un indirizzo di posta elettronica personale, meglio se sul dominio di istruzione.it (cioè nome.cognome@istruzione.it ).   E’ possibile effettuare la registrazione sul sito http://www.istruzione.it.  L’attribuzione di tale casella di posta è impedita solo se come docenti non si è aggregati all’istituzione scolastica di servizio. Di tale associazione si occupa sempre la segreteria della scuola.
       E’ opportuno ricordare che il MIUR – Ufficio VI – con comunicazione Prot. n. 6178 del 3 dicembre 2002, ha specificato a suo tempo che “gli insegnanti di religione cattolica vanno compresi tra i docenti destinatari degli interventi formativi in questione”.


    Ciro La Mura
    Antonella Muto


    Documenti