SS 5c1 - Genesi e sviluppo della coscienza morale e della religiosità dall’età infantile a quella adulta
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La vita e le sue domande Il giovane può avvertire viva la voce della propria coscienza di fronte a certe esigenze etiche della religione, e a volte ciò costituisce per lui un problema. Da qui l’interesse di capire: da dove scaturisce questo rapporto tra religiosità e morale? Come evolve con l’età? È giusto che ci sia o va superato? |
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Riferimenti ad altri ambiti e discipline Alcune categorie, di facile uso in ambito soprattutto pedagogico, possono aiutare a capire le dinamiche evolutive della persona dal punto di vista della educazione etica (ad es.: anomia, eteronomia, autonomia,...). La nostra cultura tende a separare sempre più l’etica dalla religione, e dunque a considerare lo sviluppo della coscienza individuale come una questione della libera autodeterminazione soggettiva. Alcuni qualificati esponenti del pensiero scientifico hanno affrontato il problema del rapporto tra la religiosità umana, la sua natura, la sua evoluzione, e il suo rapporto con lo sviluppo della coscienza etica. Alcuni esempi tra i più opportuni per i diversi indirizzi scolastici sono: - per l’ambito filosofico (ad es. Kant,...) - per quello sociologico (ad es. Durkheim,...) - per quello psicologico (ad es. Freud,...) - per quello pedagogico (ad es. Agazzi, Montessori,…). In alcune religioni non cristiane, oggi sempre più diffuse, il rapporto tra fede e coscienza etica è inteso in modi diversi. |
Contenuti specifici La fede cristiana comporta sempre una coerenza di vita (Cfr. ad es. Gc 2,18: rapporto tra la fede e le opere). Ciò richiede una coscienza morale formata, retta e veritiera, che ogni persona ha la responsabilità di educare alla luce della parola di Dio. Il credente forma la propria coscienza attraverso le varie forme della vita ecclesiale, che lo aiutano a sviluppare le virtù, cioè gli atteggiamenti che lo portano a fare il bene, esprimendo il meglio di sé. Alla tradizione cristiana sono particolarmente care: - le virtù dette "cardinali" (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza), che sono disposizioni stabili dell’intelligenza e della volontà, capaci di orientare gli atti della persona in conformità con la ragione e la fede. Queste virtù maturano attraverso la docilità allo Spirito, in itinerari educativi vissuti in ambienti di vita favorevoli (la famiglia cristiana, il gruppo di amici seriamente impegnato, la comunità credente). |
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Sintesi fondamentale La coscienza del credente cresce e si sviluppa sempre insieme alla sua fede. Egli la educa nell’esperienza della vita ecclesiale, in docilità allo Spirito. Per questo non ci può essere separazione tra ciò che uno crede per fede e le sue scelte di vita morale. Altrimenti c’è incoerenza o addirittura peccato. |
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