SS 1c9 - L’architettura religiosa dei popoli antichi: dal paganesimo al cristianesimo.

La vita e le sue domande

Le antiche civiltà umane sentivano l’esigenza di erigere baluardi architettonici - punti fissi nello spazio e nel tempo - dove entrare in contatto con la divinità, appagando così il bisogno innato di trascendenza.

Riferimenti ad altri ambiti e discipline

L’evoluzione dell’architettura religiosa dalle semplici are erette sulle alture, ai templi egizi e greco-romani.

I popoli antichi esprimevano l’ansia di assoluto in un’architettura templare caratterizzata:

- dall’armonia delle proporzioni (specchio della perfezione della divinità e figura della complessità armonica del cosmo);

- da una decorazione che illustrava l’origine, le grandi imprese e l’azione degli dèi nei confronti degli uomini.

I pagani pensavano che la divinità abitasse veramente nel tempio e che la sua attenzione andasse catturata con riti propiziatori (Cfr. ad es. certe pratiche religiose egizie, indù).

Attraverso tali riti (abluzioni, preghiere, canti, processioni, sacrifici animali), compiuti sotto la guida di sacerdoti, gli uomini antichi erano convinti di ottenere protezione e fortuna dagli dei.

Tra tutti i popoli dell’antichità gli Ebrei prima e i cristiani poi si distinguono nel modo di concepire il tempio, che concepiscono in rapporto al loro peculiare e diverso modo di intendere la divinità, la sua presenza nella storia e il suo rapporto con gli uomini.

Contenuti specifici

Nella concezione cristiana il vero tempio di Dio non è tanto un edificio quanto la comunità (Cfr. ad es. 1Cor 3,16).

I cristiani si radunano nel tempio (= chiesa-edificio) soprattutto per partecipare al memoriale del sacrificio eucaristico. In esso Cristo si offre al Padre e dona alla comunità la salvezza, attraverso la grazia dei sacramenti.

La struttura complessiva del tempio cristiano è mutuata dalla basilica romana, ma arricchita di una fitta simbologia: lo sviluppo a croce (in memoria del sacrificio di Cristo), l’elevazione del tiburio al di sopra della mensa (simbolo della redenzione che ha riconciliato la terra col cielo), l’ambone (il luogo da cui si proclama la Parola divina), il tabernacolo (in cui si custodisce l’eucaristia).

Il complesso iconografico - illustrazione della Storia della Salvezza - si snoda nelle navate (con episodi illustranti l’Antico Testamento e la vita di Cristo) prosegue nell’arco trionfale (su cui abitualmente campeggia l’Annunciazione: l’evento sacro che è punto di passaggio tra l’Antico e il Nuovo Testamento) e culmina nel catino dell’abside col Cristo Pantocratore, che è anche il Salvatore, Colui che con la sua morte sacrificale ha rivelato l’amore del Padre e portato la salvezza a tutti gli uomini.

Sintesi fondamentale

I templi cristiani esprimono in modo diverso da quelli degli altri popoli l’anelito umano alla  trascendenza. L’edificio di culto è il luogo dove si raduna la comunità dei credenti, vero tempio di Dio sulla terra, e dove vive i misteri della salvezza, che comprende attraverso la Parola, e l’iconografia sacra.

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