SS 1c5 - Le principali religioni non cristiane (dell’antichità e di oggi)
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La vita e le sue domande Lo studio dei popoli antichi, ma anche la presenza sempre più numerosa oggi in Italia di credenti in religioni diverse da quella cristiana e culturalmente lontane da essa, interpella la fede dei credenti in Gesù. Che valore hanno le religioni non cristiane? Quali atteggiamenti può assumere la Chiesa nei loro confronti? Come un credente in Cristo può vivere e dialogare con coloro che credono in religioni diverse dalla sua? |
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Riferimenti ad altri ambiti e discipline La religiosità umana si esprime in molte forme. Tra esse le innumerevoli proposte che contemplano il culto a divinità diverse. Lo studio della storia, della letteratura antica, della geografia, permettono l’incontro con diverse proposte religiose non cristiane. Con attenzione interdisciplinare è possibile approfondirne una in modo particolare, a titolo esemplificativo. Non si tralasci una proporzionata presentazione delle religioni non cristiane di antica tradizione, oggi sempre più presenti anche in Europa (ad es. Induismo e Buddhismo).
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Contenuti specifici Lo studio delle diverse religioni offre l’opportunità di presentare il dialogo interreligioso, sviluppatosi in modo ufficiale e allargato, in ambito cattolico, a partire dal Vaticano II. Si consideri il documento del Vaticano II Nostra aetate, nelle parti che esprimono la posizione della Chiesa nei confronti delle religioni non cristiane trattate (Nostra aetate 1 e 2). Si può documentare lo sviluppo del dialogo dal Concilio ad oggi attraverso il riferimento agli eventi più significativi. (Ad es.: la costituzione del "Segretariato per i non cristiani" nel 1964; il primo incontro tra i rappresentanti di tutte le religioni ad Assisi il 27 ottobre 1986). |
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Sintesi fondamentale La Chiesa riconosce nelle diverse religioni una sincera ricerca di Dio, nella quale "non raramente" è presente "un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini". Per questo, mentre non cessa di annunciare Cristo "via, verità e vita", la Chiesa "esorta i suoi figli affinché con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e la collaborazione con i seguaci delle altre religioni, rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i beni spirituali e morali e i valori socio-culturali che si trovano in essi" (Nostra aetate 2). |
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