SS 1c6 - La morte e la vita nell’aldilà: teorie, convinzioni religiose e opinioni a confronto con il cristianesimo
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La vita e le sue domande La coscienza di dover morire ha portato l’uomo di ogni epoca a riflettere sul senso della vita e sull’esistenza di un aldilà. La morte e la sofferenza, soprattutto di quella innocente, scuote in modo particolare l’adolescente, che si apre a progetti di vita per il suo futuro. Come può l’uomo vivere felicemente se la morte limita o può annullare i suoi progetti? Che senso ha la vita, se si deve morire? Che senso ha la sofferenza? E dopo la morte, che succede? C’è qualcosa? Eventualmente che cosa? |
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Riferimenti ad altri ambiti e discipline I fatti dolorosi di ogni giorno che riguardano la sofferenza e la morte, in modo particolare quando coinvolgono giovani, portano l’adolescente ad interrogarsi. Da sempre l’uomo si interroga di fronte alla morte, si ribella a essa e cerca di darsi risposte religiose o filosofiche (Cfr. ad es. documenti della preistoria; antichi miti legati alla ricerca dell’immortalità, come Ghilgamesh; lo Sheol per gli Ebrei, l’Ade per i Greci, l’Averno per i Romani, una nuova incarnazione o l’attesa della risurrezione…). La letteratura italiana presenta diversi autori che hanno riflettuto su questi temi offrendo stimoli interessanti (da "La divina commedia" di Dante, a "I promessi sposi" di Manzoni, …. alle poesie della trincea di Ungaretti…). Alcuni cenni semplici alla filosofia possono completare il quadro di un’analisi interpretativa con posizioni diverse. Ad esempio le riflessioni di Agostino nelle "Confessioni" di fronte alla morte di un amico o le riflessioni dei contemporanei come Heidegger e Sartre. L’uomo moderno, non meno di quello antico, cerca in tutti i modi di esorcizzare la morte, a volte usando tutti i mezzi delle tecnologie avanzate per prolungare la vita, a volte occultando la morte stessa. |
Contenuti specifici Nella concezione cristiana il credente, non meno di ogni uomo, di fronte alla morte e alla sofferenza prova un senso di ribellione e si interroga sul ruolo di Dio (Cfr. il Libro di Giobbe). Riflettendo sulla storia della salvezza comprende che: - Dio è buono e non può aver creato l’uomo per la sofferenza e per il fallimento della vita; - la morte e la sofferenza sono conseguenza del mistero del peccato (Cfr. Gen 2-3); - tutta la storia della salvezza documenta l’impegno di Dio alla ricerca dell’uomo e la solidarietà con lui per liberarlo dalla sofferenza e dalla morte (è vicino al popolo di Israele, sente il suo lamento, interviene in molti modi, ...). Gesù Cristo, Verbo incarnato, assume su di sé la condizione umana ed il peccato dell’umanità (Cfr. ad es. Is 52,19; 53,12, Carmi del Servo di Jahvé). Con la sua passione morte e resurrezione dona all’uomo la vita eterna, liberandolo definitivamente da ogni schiavitù (Cfr. ad es. Fil 2,5ss; Ef 1,3ss).
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Sintesi fondamentale Di fronte allo scacco della morte e della sofferenza il cristiano si interroga, invoca Dio e a lui si affida. Nella passione, morte e resurrezione di Cristo, Dio libera definitivamente l’uomo dalla sofferenza e dalla morte, donandogli la vita eterna. |
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