SS 4c6 - Il linguaggio della testimonianza: i santi ed il loro contributo allo sviluppo della cultura

La vita e le sue domande

I giovani, anche in diversi ambiti culturali, spesso si imbattono in figure di santi, ai quali non di rado vengono attribuiti poteri taumaturgici e straordinari. Non in tutte le religioni la santità è intesa allo stesso modo.

Riferimenti ad altri ambiti e discipline

Oggi, l’interesse per i santi, che spesso sconfina nella curiosità per i miracoli fine a se stessi, per il paranormale e l’esoterico, trascura di considerare la loro incidenza nella storia. Occorre precisione bene i confini della trattazione.

La santità è un’esperienza comune nelle religioni. Il modo di intenderla in alcune di esse deve poter condurre a sceglierne le più opportune.

La storia della santità cristiana può essere trattata in due prospettive distinte e complementari:

- storia della spiritualità, che studia l’esperienza religiosa cristiana, nelle sue componenti mistiche e ascetiche;

- storia dei santi, cioè di coloro che hanno vissuto le diverse forme di spiritualità cristiana, e che sono oggetto di venerazione e di culto. Nel trattare qualche figura di santo si documenti il legame profondo tra la loro esperienza di fede e di testimonianza e le realizzazioni culturali, assistenziali, sociali alle quali hanno dato vita. Si darà preferenza a quelle figure legate al proprio territorio di appartenenza.

Contenuti specifici

Nella religione ebraico-cristiana Dio è "il santo". Diventano santi i luoghi e sante le persone che vivono con lui un rapporto particolare (Cfr. ad es. Sal 29; il roveto ardente, Es 3,25).

Il popolo di Israele è popolo "santo", in quanto eletto da Dio per l’alleanza: in esso Dio manifesta la sua gloria (Cfr. ad es. Dt 7,1-9; Ez 28,25-26).

Nel Nuovo Testamento Dio, il Santo, si fa uomo in Gesù di Nazaret (Cfr. ad es. l’annuncio dell’angelo a Maria (Lc 1,26-38). Così anche i cristiani, che partecipano alla vita di Cristo, in virtù della fede e del battesimo sono "santi" (Cfr. il modo con cui Paolo si rivolge ai discepoli in Rm 1,7; 1Cor 1,2; 2Cor 1,1; Ef 1,1; Fil 1,1).

La santità di Cristo rifulge nella vita di tutti i suoi discepoli (Cfr. Lumen gentium 9: tutta la Chiesa è santa); e in particolare nella testimonianza di coloro che in modo esemplare manifestano la fede in Cristo, vivendo la carità e la speranza.

I santi sono ricordati come modelli e venerati come intercessori presso Dio da tutta la Chiesa; le loro opere sono patrimonio di tutta l’umanità (Cfr. ad es. il significato storico, culturale, religioso e artistico di S. Ambrogio, S. Agostino, S. Benedetto, S. Francesco, S. Filippo Neri, S. Giovanni Bosco, ecc…).

Sintesi fondamentale

Nella concezione cristiana la santità è una caratteristica di Dio, comunicata a chi, attraverso la fede la speranza e la carità, partecipa alla vita rinnovata di Cristo risorto nella Chiesa. I santi elevati agli onori degli altari sono persone che si sono distinte nella testimonianza della vita cristiana, fino a diventare modelli da imitare e sicuri intercessori presso Dio; la loro esistenza non ha significato solo per la vita dei credenti, ma è patrimonio dell’intera umanità.

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