SS 2c7 - Le feste, i riti, i luoghi di culto ebraici e cristiani

La vita e le sue domande

La nostra vita sociale è caratterizzata da consuetudini che affondano le loro radici nel culto ebraico e cristiano (ad es. la festa settimanale, le festività di Pasqua, di Pentecoste, ...). Quali sono le loro origini? Quali i significati nelle due religioni? Quali le differenze? 

Riferimenti ad altri ambiti e discipline

Tutta la vita di Israele è scandita dal suo rapporto con Dio, vissuto nella storia, al quale rimandano i suoi riti e le sue feste.

Il tempo sacro. Il tempo cosmico, misurato dal calendario, non è una cosa puramente profana. Tutte le religioni antiche gli attribuiscono carattere sacro.

Israele non rigetta la sacralità naturale dei cicli cosmici, ma

- elimina dal suo calendario religioso tutti i riferimenti ai miti politeistici,

- li sostituisce con altri della sua storia salvifica,

- concepisce la storia non più in modo esclusivamente ciclico, ma lineare o "a spirale". Cfr. ad es. tra le feste: la Pasqua dei nomadi in primavera (Es 12) e gli azzimi ricordano l’uscita dall’Egitto (Es 12,17.26ss) e l’ingresso in Canaan (Gios 5,10ss); la Pentecoste; l’alleanza del Sinai; la festa dell’autunno; il soggiorno nel deserto (Lv 24,43).

Il luogo sacro. In tutte le religioni il tempio è il luogo sacro dove si pensa che la divinità si renda presente per accogliere il culto (sacrifici) e ascoltare le preghiere.

Questo simbolismo fondamentale si ritrova anche presso gli ebrei espresso in modi diversi (Cfr. ad es. l’arca dell’alleanza); e trova la sua massima espressione nel tempio di Gerusalemme. Già i profeti, però, colgono i rischi e l’ambiguità del tempio, e annunciano il suo superamento (Cfr. ad es. Is 1,11-17; Ger 7,12-15).

Dopo la distruzione del tempio gli ebrei si trovano a pregare nella Sinagoga.

La musica. La musica cultuale della Chiesa primitiva trova le sue origini nella cantillazione ebraica; la musica rituale e liturgica affonda le proprie radici nei primi riti celebrativi.

Contenuti specifici

Tutta la vita della Chiesa è scandita dal rapporto salvifico con Dio, che trova il suo culmine nel mistero della incarnazione, passione-morte-resurrezione di Cristo.

Il tempo sacro. Movendo da questo evento centrale, fin dai primi anni della sua vita, la Chiesa ha ricompreso con nuovi significati il calendario annuale, le feste, i riti, i luoghi di culto della religione ebraica, dalla quale storicamente si è staccata.

L’Anno Liturgico trova il suo senso nel ritmo delle sue feste principali e dei riti che le caratterizzano. Tra le festività, in particolare, non si trascuri il triduo Pasquale, per la sua centralità, e la domenica, Pasqua della settimana.

Con la diffusione del cristianesimo anche il calendario civile muove dalla nascita di Gesù (Cfr. datazione di Dionigi il Piccolo e questione della data di nascita di Gesù).

Il luogo sacro. Per i luoghi di culto, si dia risalto al passaggio dall’idea di tempio, che per l’ebreo era un edificio nel quale Dio si rendeva presente ed ascoltava le preghiere del popolo, ad una concezione più spiritualizzata (Cfr. Gv 4,20-24; Mt 27,51). Il tempio di Dio è Cristo e la Chiesa, suo corpo (Cfr. ad es. 1Cor 3,16). Per questo le comunità primitive non sentono il bisogno di un edificio sacro: celebrano l’eucaristia nelle case. L’origine architettonica degli edifici di culto cristiani per lo più è profana (Cfr. le "basiliche" romane).

Sintesi fondamentale

La religione ebraica prima e quella cristiana poi vivono il loro rapporto con Dio nella storia con feste, riti e luoghi particolari, che finiscono per scandire e caratterizzare la cultura e la società in cui vivono. Anche quando questi elementi sono ripresi da altre religioni il loro significato è riletto in rapporto alla specificità del cristianesimo e dell’ebraismo.

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