SUSANNA
NON DI PANNA.
(Un’elegantissima
guerriera: Susan George).
Di: Maria de falco Marotta& E. Marotta.
Nelle
varie sezioni di Fondamenta-
Venezia Citt di Lettori, un laboratorio permanente
sulla lettura, promosso dall’Assessorato alla Cultura e
Spettacolo e ideato con molto anticipo sui temi “caldi”
che poi divengono tormentoni comuni, dallo scrittore Daniele
Del Giudice, sostenuto da un pregevole comitato scientifico,
dal 1999, ogni anno( a giugno) nell’accogliente Campo s.
Angelo, personalit di rilievo internazionale si confrontano
sui nuovi modi d’analisi interdisciplinare(scientifica,
teologica, letteraria, economica.)dei velocissimi cambiamenti
d’oggi, dalle forme dell’immaginare e dell’agire, delle
ininterrotte emergenze sociali, politiche e geopolitiche.
Ed oggi quali sono le emergenze che ci
affliggono?
La globalizzazione, la guerra, la presenza
di religioni che, difficilmente, riescono a capirsi, la
moralit degli scienziati, il pensiero unico, gli aggiustamenti
strutturali, il debito dei paesi poveri, il volontariato,
come forma di nuova idiozia, alla maniera di Dostojeskj.
A Fondamenta, nella serie Nel conflitto, si sono alternati uomini e donne che hanno spiattellato
in faccia i pericoli che incombono sull’umanit, in modo
che nessuno possa dire che il potere(
economico, politico, religioso.) ci sta conducendo come
pecore al macello o all’apocalisse finale.
Tra questi, una che le canta senza peli
sulla lingua Susan George, una nostra “vecchia” amica.
Magari, proprio per dirla fuori dai denti, per vendere pi
libri che tradotti in 12 lingue vanno a ruba, specie tra
i pi giovani, essendo da sempre considerata una portabandiera
dell’antiglobalizzazione( e guai a dirle di no- global,
lo prende come un’offesa). Ma seriamente.
Studiosa di fama internazionale, nata
negli Stati Uniti e dal 1970 vive in Francia. Ha studiato
presso lo Smith College (Mass.), la Sorbona e la Scuola
di Alti Studi di Scienze Sociali dell’Universit di Parigi.
Attualmente Direttore associato del Transnational Institute
di Amsterdam e Presidente dell’Osservatorio sulla
Globalizzazione di Parigi.
E’ anche membro di direzione del Cercle Condorcet, di Les
Amis du Monde Diplomatique e del Centre International Pierre
Mendes France, della North-South Round table della Societ
per lo Sviluppo Internazionale e attiva nel Forum Internazionale
sulla Globalizzazione.
Ha collaborato anche con numerose Agenzie delle Nazioni
Unite e Federazioni Sindacali Internazionali, cos come,
in molti paesi, con diverse Organizzazioni Non Governative
ambientaliste e di sviluppo.
E’ un vero ciclone quando parla, ti travolge
e l’impressione che ti fa quella di vederla a mo’ di Giovanna
d’Arco con la spada in pugno per difendere il popolo dagli
imbrogli dell’economia.
DOMANDA:
perch ce l’hai a morte con il Wto?
RISPOSTA:
L’organizzazione mondiale del commercio l’unica istituzione
transnazionale a essere dotata di un potere coercitivo,
grazie al suo Organo di regolazione delle controversie.
Per il Wto il commercio un valore supremo, pi importante
di qualsiasi altra considerazione politica, culturale, sanitaria
o ecologica. una delle istituzioni che dettano legge nel
mondo, insieme al Fondo monetario internazionale e alla
Banca mondiale. La sconfitta di Seattle ha solo rallentato
le sue ambizioni di trasformare l’intero pianeta in una
merce.
DOMANDA:
spesso dici che il Wto un pericolo per la democrazia:
in che senso?
RISPOSTA:
Il Wto un’organizzazione rivolta a una sempre maggiore
liberalizzazione di molte aree, non solo merci, ma anche
servizi, inclusi servizi pubblici cio educazione, sanit,
cultura, ambiente, acqua e altre necessit primarie. Il
suo campo d’azione comprende anche la propriet intellettuale
e la possibilit di brevettare le forme di vita. Quindi
va molto pi in l di qualunque altro organismo internazionale,
particolarmente per le nazioni al Nord del mondo. Noi per
non siamo mai stati soggetti della Banca Mondiale e del
Fondo monetario internazionale come lo sono stati per anni
al Sud del mondo. Non ci siamo abituati. Il Wto ha un meccanismo,
una sorta di corpo risolutorio delle dispute, una specie
di Corte suprema che gli permette di emanare decisioni vincolanti
e poi di farle rispettare. Questo organismo non democratico.
Le decisioni vengono prese tramite il consenso, ma sono
normalmente Stati Uniti, Canada, Europa e Giappone che si
accordano mentre gli altri si devono adeguare. I cittadini
e i loro rappresentanti non possono pronunciarsi sugli accordi
che vengono assunti dai rappresentanti del mercato. Potrei
andare avanti a lungo, ma queste sono le cose per cui molti
pensano che il Wto sia molto pericoloso e da tenere d’occhio.
DOMANDA:
a Porte Alegre era presente la Banca Mondiale: non stato
un buon segno?
RISPOSTA:
Non c’ assolutamente nessuna relazione tra la Banca
mondiale e Porto Alegre. A Porto Alegre, c’erano dei delegati
della Banca mondiale, ma ci non significa affatto nulla
per i Social Forum. Quella della Bm gente che non ha nulla
a che fare con gli obiettivi dei Social Forum, e la loro
presenza non ha significato nulla riguardo all’approvazione
degli indirizzi della Bm da parte dei Forum. Il microcredito
stato seriamente minacciato per i fallimenti della Grameen
Bank che si dimostrato non essere un sistema utile per
la gente povera. Un apparato utile che i poveri prendano
da soli pi potere e non limitatamente che siano in grado
di mettere in piedi dei piccoli commerci. E Porto Alegre
ha avuto senso proprio nel dare il potere alla gente di
appropriarsi della propria vita, raggiungendo il potere
politico. Possono questi organismi cambiare le loro politiche
ed essere pi umanitari? Hanno avuto un sacco di tempo per
farlo. Sono almeno 25 anni che vengono rivolte loro critiche
rispetto all’aggiustamento strutturale. Se avessero voluto
cambiare penso che l’avrebbero gi fatto. Non sta accadendo,
anche se continuano a dire "Adesso cambiamo".
Sono ormai 25 anni che studio la Banca mondiale. Si modifica
sempre, ma sfortunatamente non arriva mai a un reale rispetto
dei propri indirizzi. Cos adesso coinvolgono sempre pi
Ong quando definiscono gli orientamenti, ma dietro alla
Banca vi in realt il Tesoro americano. Il potere della
Banca non muter mai. Invece il Fondo monetario internazionale
non ha neanche artefatto il cambiamento. Si
crede ancora che l’aggiustamento strutturale sia
l’unica politica percorribile. Ma questa ha distrutto l’Argentina
e se non si trovano rimedi immediati, altri paesi seguiranno.
Credo che non ci sia speranza che l’Fmi cambi la sua politica.
DOMANDA: continui
ad affermare che la globalizzazione non unisce ma divide.
Non un eccesso della tua politica?
RISPOSTA:
Globalizzazione una parola che d l’impressione che
tutti ci si tenga per mano, ma ci assolutamente errato
ed erroneo.
All’insegna della parola d’ordine: Globalizzazione!,
si sono generati conflitti insanabili che purtroppo non
sono episodi isolati o circoscritti., ma sono patrimonio
e risultato di una politica economica ben precisa, di un
progetto ben accurato di progressivo arricchimento degli
stati pi ricchi a scapito degli stati pi deboli e poveri
del sud del mondo. Poteri e politiche che seguono il denaro,
privatizzazioni, investimenti che non generano sviluppo:
sono solo alcuni dei nomi all’insegna dei quali si inneggia
alla globalizzazione. Ma quale? Questi non sono propriamente
significati che tutti condividono. Tanto perch si rifletta
su dati concreti, eccone alcuni:
– 800 milioni
di persone al mondo soffrono la fame: questo il dato confermato
dalla conferenza organizzata dalla FAO ultimamente a Roma,
dove alcuno degli Stati pi potenti era presente, n ha
esposto un qualche progetto per migliorare la situazione
sul pianeta. La Francia, ad esempio, ha scelto di non parlarne.
– 28.000 sono i dollari al minuto che l’Africa sud sahariana
paga di interesse sul debito contratto con le potenze economiche
mondiali.
– 1,5 miliardi di dollari vengono quotidianamente cambiati
nel mondo, ma nulla di tutto questo viene utilizzato per
incrementare la produttivit, quella vera, quella che crea
posti di lavoro, che fa vivere famiglie intere, garantendo
loro la speranza di un futuro. Sono, al contrario, soldi
che vengono usati soprattutto a fini di speculazione. Tra
l’altro, non un segreto che alcune fondazioni hanno speso
centinaia di milioni di dollari affinch si arrivasse a
pensare come pensiamo ora.( il famoso pensiero unico). con
la precisa volont di imporre i loro significati che, alla
fine, inevitabilmente sono diventati i nostri significati(
ma allora, quali sono i significati condivisi???).
Questo globalizzazione: la creazione di una realt di
esclusione, di una indifferenza generalizzata, di un mondo
disuguale, un’autocelebrazione delle potenze pi forti che
di globale hanno solo i loro interessi particolari.
DOMANDA:
tutti sono convinti che l’11 settembre 2002 abbia provocato
un ripensamento sulle politiche economiche. Cosa ne pensi?
RISPOSTA:
. nemmeno l’11 settembre stato uno shock sufficiente
a convincere l’Occidente a cambiare politica.
L’arricchimento, anche se ufficialmente
si afferma che l’obiettivo l’inclusione di tutti, un
fine condiviso da gran parte degli individui…
DOMANDA:
ci vuol dire che noi occidentali( in maggior parte), siamo
complici del sistema che hai delineato, perch ne godiamo
i benefici…
RISPOSTA:
Studi delle Nazioni Unite hanno dimostrato che l’85%
delle persone vivono in societ in cui crescono le disuguaglianze.
Un altro studio ha dimostrato che negli anni di Reagan,
dall’80 all’89, il 20% pi ricco della popolazione americana
ha migliorato la sua condizione economica, ma il restante
80% l’ha peggiorata. Inasprendo man mano che ci si volgeva
verso il basso in classifica.
DOMANDA:
non capisco per il
consenso quasi generale per queste politiche.
RISPOSTA:
Il fatto che in atto da decenni un’offensiva ideologica
massiccia, finanziata da Fondazioni e istituzioni private,
che passa attraverso i media, ma anche l’editoria, l’universit,
i programma pubblici, che riuscita ad imporre una particolare
visione del mondo. Nel ’50 studiosi ed esponenti politici
erano tutti keinesiani, o socialisti, o marxisti, e oggi
sono tutti liberisti. Questo non frutto del caso, stato
razionalmente costruito, producendo il pensiero
unico cui, secondo la statista Margaret Thatcher "non
vi sono alternative". Invece di alternative ce ne sono
centinaia.
DOMANDA:
qualche esempio?
RISPOSTA: si pu proporre per il Nord del mondo, l’imposizione
di tasse globali sul reddito e sulle transazioni finanziarie,
per sostenere progetti di sviluppo nel Sud. Poi ci sono spazi
crescenti per alleanze economiche in tutto il mondo – all’insegna
della democrazia e dell’autogestione – fra contadini, piccole
imprese, organizzazioni non governative, intellettuali. E
in Europa possiamo fare pressioni sui singoli stati per avviare
politiche diverse: il movimento per la globalizzazione della
solidariet si rafforzato in questi anni. Il problema
il tempo che ci vuole per tutto questo. Un tempo immenso.
Ma noi non
ci fermiamo e continueremo a lottare, in nome dell’umanit.
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