Stipendi più leggeri nel 2025: perché il netto in busta paga è diminuito (per approfondire)

 Le novità fiscali introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 stanno penalizzando molti lavoratori, in particolare i dipendenti pubblici e tra questi il personale scolastico

 
Dal mese di febbraio 2025, una diffusa e crescente preoccupazione si è diffusa tra lavoratori dipendenti, in particolare tra il personale della scuola e i dipendenti pubblici. Il motivo? L’importo netto degli stipendi, rispetto allo scorso anno, ha subito una contrazione generalizzata. A confermarlo sono i primi cedolini del mese in corso elaborati da NoiPA e le segnalazioni dei tanti iscritti al nostro Sindacato.
La causa principale di questa riduzione è riconducibile agli effetti della Legge n. 207/2024, ovvero la Legge di Bilancio per l’anno 2025, approvata lo scorso dicembre. Il provvedimento ha introdotto un nuovo assetto di misure fiscali e contributive, con l’obiettivo dichiarato di sostenere i redditi medio-bassi e ridurre il cuneo fiscale. Tuttavia, le modalità di applicazione di queste misure hanno generato effetti contrari alle attese per una larga platea di lavoratori.
 
Le nuove misure: Somma Integrativa e Ulteriore Detrazione
 
La Legge di Bilancio 2025 ha previsto due nuovi strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti:
 
1. Somma Integrativa
 
Si tratta di un importo accessorio che, pur non concorrendo alla formazione del reddito imponibile, viene riconosciuto in percentuale al reddito annuo presunto per il 2025. Questa premessa permette di capire quanto arduo sia ipotizzare per un docente che oggi lavora con contratto a tempo determinato (con termine al 30 giugno o al 31 agosto) quante ore potrà ricevere e il tipo di contratto che verrà a stipulare all’inizio del prossimo anno scolastico 2025-2026. Tale importo accessorio viene erogato sulla base di fasce di reddito presunte per l’anno fiscale in corso:
 
Reddito Complessivo Annuo
Percentuale Somma Integrativa
fino a 8.500 €
7,1%
da 8.500 € a 15.000 €
5,3%
a 15.000 € a 20.000 €
4,8%
 
Oltre i 20.000 € annui, la somma integrativa non viene riconosciuta. Questo limite ha di fatto escluso la maggioranza dei docenti con orario cattedra, anche quelli privi dei benefici stipendiali incrementati dalla progressione di carriera o dagli scatti biennali.
 
2. Ulteriore Detrazione Fiscale
 
L’altra forma di sostegno al reddito è una detrazione fiscale, riservata ai redditi compresi tra 20.000 € e 40.000 € annui lordi e consiste in:
 
  • 1.000 € di detrazione fiscale piena per redditi tra 20.000 € e 32.000 €.
  • Una detrazione decrescente fino ad azzerarsi per redditi compresi tra 32.000 € e 40.000 €.
 
Questi strumenti, in teoria pensati per alleggerire la pressione fiscale, hanno mostrato però effetti controproducenti nella pratica con la quale vengono de facto calcolati gli stipendi dei lavoratori dipendenti.
Perché gli stipendi sono diminuiti?
 
La diminuzione degli stipendi è legata a due fattori tecnici principali:
 
1. Applicazione automatica prudenziale
 
Il sistema NoiPA applica automaticamente le somme integrative e le detrazioni in acconto mensilmente, sulla base di un reddito annuo stimato. Non conoscendo con certezza il reddito definitivo del docente a fine anno, il MEF adotta un criterio prudenziale, trattenendo importi maggiori per evitare conguagli negativi in fase di saldo. Questo ha comportato una riduzione del netto in busta paga nei mesi di febbraio, marzo e, con tutta probabilità, anche aprile.
 
2. Fine dell’esonero contributivo 2023
 
L’altro motivo per cui gli stipendi netti diminuiscono è da imputare ad un’altra voce stipendiale messa a riposo a fine 2024. Dal 2023 era in vigore un esonero contributivo che riduceva la quota di contributi INPS a carico del lavoratore fino al 7% per redditi bassi e medi (fino a 35.000 € annui). Tale misura non è stata prorogata nel 2025, malgrado le reiterate promesse di sapore elettorale, causando un ulteriore aggravio contributivo e una conseguente riduzione del netto percepito.
 
Quanto si è perso in busta paga?
 
Secondo una stima diffusa da NoiPA il 7 aprile 2025, il mancato beneficio derivante dalla revisione del cuneo fiscale ha comportato per i dipendenti pubblici una perdita media di circa 333,32 € da inizio anno, pari a 88,33 € medi al mese, ma gli stipendi a fine carriera lamentano diminuzioni che sfiorano anche i 150 € mensili netti.
 
Quali prospettive per i prossimi mesi?
 
Il Ministero dell’Economia ha comunicato che gli adeguamenti dei sistemi informatici di NoiPA sono in corso, ma i tempi di applicazione dei nuovi benefici fiscali restano incerti. Le procedure devono infatti rispettare gli aggiornamenti richiesti dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
Nel frattempo, i dipendenti pubblici vedranno nelle prossime buste paga l’accredito dell’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC), prevista per il triennio 2025-2027, in attesa del rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Gli importi sono stati determinati come segue:
 
  • Aumento dello 0,6% dal 1° aprile al 30 giugno 2025
  • Aumento dell’1% dal 1° luglio 2025
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quali opzioni per i lavoratori?
 
Per i lavoratori privati esistono alcune possibilità di gestione delle nuove misure fiscali:
 
  • Richiedere l’applicazione dei benefici solo in sede di conguaglio finale.
  • Comunicare al datore di lavoro un reddito annuo presunto realistico.
  • Rinunciare volontariamente ai benefici per evitare problematiche legate a più rapporti di lavoro
Quindi trovarsi in fase dichiarativa a dover restituire quanto percepito indebitamente da due o più sostituti d’imposta.
 
Per i dipendenti pubblici del comparto scuola, invece, non è attualmente disponibile alcuna funzione su NoiPA per esercitare queste opzioni.
La Legge di Bilancio 2025, nata con l’intento di sostenere i redditi medio-bassi e ridurre il cuneo fiscale, sta di fatto generando un effetto opposto per gran parte dei dipendenti pubblici. La contrazione del netto mensile — seppur parzialmente mitigata da IVC e arretrati — è destinata a protrarsi fino a quando i sistemi gestionali non saranno adeguati e i conguagli fiscali non saranno effettuati. Per molti lavoratori della scuola, l’attesa per recuperare quanto perso potrebbe protrarsi fino a fine anno o oltre.
Snadir ha fatto sentire la sua voce nelle sedi competenti ed è in attesa di ricevere riscontro quanto prima per poter continuare a sostenere con i fatti il lavoro degli insegnanti di religione, già impegnati in questi mesi dalle procedure concorsuali straordinarie per le immissioni in ruolo.
 
 
Snadir – Professione i.r. – 11 aprile 2025 – h.17,30

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