StatoGiuridico/889_resoconto.asp

SENATO DELLA REPUBBLICA

—— XIII LEGISLATURA ——



889a
SEDUTA PUBBLICA


RESOCONTO


SOMMARIO E STENOGRAFICO


MERCOLED 19 LUGLIO 2000


(Antimeridiana)


_________________


Presidenza della vice presidente SALVATO,


indi del presidente MANCINO


RESOCONTO SOMMARIO


Omissis


Seguito della discussione dei disegni
di legge:


(662)
SPECCHIA ed altri. – Norme in materia di stato
giuridico degli insegnanti della religione cattolica


(703)
MONTICONE e CASTELLANI Pierluigi. – Norme in
materia di stato giuridico degli insegnanti della religione
cattolica


(1411)
MINARDO ed altri. – Nuova disciplina sullo stato
giuridico e sul reclutamento dei docenti di religione cattolica


(1376)
FUMAGALLI CARULLI ed altri. – Norme sullo stato
giuridico e sul reclutamento dei docenti di religione cattolica


(2965)
COSTA. – Norme in materia di stato giuridico
degli insegnanti di religione


e della petizione n. 447


 


PRESIDENTE. Ricorda
che nella
seduta pomeridiana
di ieri
ha avuto
inizio la
discussione generale.


 


MASULLO
(DS). Posto che
la difesa
dei diritti
degli insegnanti
di religione
non pu essere
invocata dagli esponenti della destra,
che in
materia di
lavoro abitualmente
esalta il principio
del precariato
generalizzato,
il problema dello
status di
questi docenti
assume particolare
rilevanza in
quanto
oggetto degli
accordi tra
due entit
statuali, una
delle quali,
per, lo
Stato italiano,
finisce per attribuirsi
unilateralmente oneri
e limitazioni
di poteri che
vanno ben
oltre quanto
stipulato in
sede diplomatica.
Peraltro, appare
chiaro come
attraverso la
regolamentazione dello
stato giuridico
dei docenti
il valore
dell’insegnamento della
religione cattolica
ne esca obiettivamente
rafforzato, nonostante
sia squisitamente
dottrinario-dogmatico e come
tale non
compatibile con
l
e funzioni di
istruzione e soprattutto di formazione che
uno
Stato moderno,
democratico e
liberale attribuisce
alla scuola.
Esprime pertanto
personali perplessit
sul disegno
di legge,
che costituisce
un grave
rischio per
la laicit dell’insegnamento e
per la
stessa spiritualit
religiosa, che
trova la sua
pi compiuta espressione
a livello
individuale e
non
nelle forme istituzionali.
(Applausi dai Gruppi DS, Misto-Com e Misto-DU e dei senatori
Monticone e Russo Spena. Molte congratulazioni
).


GUBERT
(Misto-Centro). Nonostante che
la
concezione laica
dello Stato,
inteso come istituzione
sussidiaria degli
interessi diffusi
della collettivit,
renda facoltativo l’insegnamento
della religione
cattolica, la
maggioranza degli
italiani continua
a riconoscerne
l’importanza culturale
e quindi
la piena
legittimit ai
fini
educativi; tale insegnamento andrebbe semmai
valorizzato, non
in funzione di
proselitismo, ma
come strumento
capace di
fornire gli
elementi essenziali
per comprendere
i fondamenti
della civilt
occidentale. Il
disegno di
legge rende
giustizia a
questa categoria
di educatori,
le cui
capacit di
rappresentare correttamente
i contenuti
dell’insegnamento religioso
non possono
che essere
verificate dall’autorit
religiosa. L‘ordine
del giorno
n. 100, infine,
riguarda lo speciale
stato giuridico
degli insegnanti
di religione
delle zone
di confine.


CAMBER
(FI). I toni
anticlericali, riecheggiati
anche nella discussione in Assemblea,
non giustificano
la possibilit
di non
rispettare i
patti stipulati
dallo Stato
italiano. Il
provvedimento prevede
norme di
giusta protezione giuridica verso
gli insegnanti
di religione e di tutela dei diritti
della stragrande
maggioranza
delle famiglie
italiane che
ha optato
per l’insegnamento
della religione
cattolica. I
titoli di
studio in
possesso degli
attuali insegnanti
sono del tutto
idonei, mentre
l’istituto della revoca
da parte della
competente autorit
ecclesiastica risponde
al principio di laicit
dello Stato,
che deve giustamente rimanere
estraneo
a qualunque
valutazione in
materia. (Applausi dal Gruppo
FI e del senatore Gubert
).


LORENZI
(Misto-APE). Va riconosciuto
il carattere
culturale e
non dogmatico,
nonch il valore educativo dell’insegnamento
della religione
cattolica, peraltro
recentemente offesa
dallo svolgimento
a Roma
della manifestazione
denominata "Gay
Pride". Analogamente, deve
essere riconosciuta la professionalit di tali insegnanti,
mentre il
principio della
sospensione abilitativa
potrebbe essere
esteso anche
ad altre
discipline di
insegnamento.


PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione
generale.


 


BRIGNONE
, relatore . Rifacendosi in premessa ai contenuti
della relazione predisposta sull’affare assegnato in materia
di insegnamento della religione cattolica alla 7 Commissione
permanente, fa presente che l’insegnamento della
religione, nella
propria caratteristica
educativa e
pluridisciplinare
, rientra
tra le
finalit educative
della scuola,
anche se finora esso
non ha potuto
sviluppare appieno le
proprie potenzialit
sotto il profilo culturale.


Presidenza del presidente MANCINO


(Segue BRIGNONE). Il
provvedimento non
mette in
discussione il
principio della
laicit dello
Stato. D’altronde,
su tale
tema, la Corte
costituzionale ha
emesso sentenze di divergente orientamento;
in realt,
le obiezioni
avanzate da
alcuni esponenti
della sinistra
risentono di alcune convinzioni
pregiudiziali, laddove in
molti Paesi,
ora anche dell’Europa orientale,
garantito
uno spazio
all’insegnamento religioso.
Circa le
obiezioni sui
costi del provvedimento,
la relativa
copertura
definibile con
precisione sulla
base
dei dati
forniti dal
Ministero della
pubblica istruzione;
peraltro,
anche vero
che nel
mondo della
scuola l’immissione
in ruolo
del personale docente non
ha sempre
seguito percorsi
cristallini, ma ora, secondo
lo schema
proposto, lo
Stato ha
la possibilit
di essere
coinvolto nelle
fasi di
accertamento della
qualificazione professionale
e del
reclutamento. Il tema all’ordine
del giorno
non riguarda
tanto una
scelta di
coscienza, ma
la necessit
di corrispondere
ad una finalit
della scuola,
garantita anche
dalla previsione
di una
procedura concorsuale
a regime; appare
invece infondata
la paura
circa una
diminutio delle
prerogative dello
Stato. Nella
prossima definizione
dei curricula scolastici
andr affrontato
sicuramente il
problema dello
spazio da
assegnare all’insegnamento
religioso, cos come sar forse
opportuno approfondire le modalit di organizzazione dell’ora
alternativa a
tale insegnamento. (Applausi
dai Gruppi LFNP, PPI, FI, UDEUR, CCD e AN e dei senatori
Lorenzi, Gubert, Ossicini e Crescenzio. Congratulazioni
).


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Esprime apprezzamento per la
prossima conclusione dell’esame del provvedimento; il confronto
di posizioni culturali diverse ha consentito ugualmente
di predisporre un impianto volto a superare la situazione
di precariato degli insegnanti
di religione cattolica, secondo il dettato dell’Intesa del
1985.


PRESIDENTE
. D lettura dei pareri espressi dalla 5a Commissione permanente
sul testo del disegno di legge in esame e sugli emendamenti
ad esso riferiti. (v. Resoconto stenografico).


Passa quindi all’esame dell’articolo 1,
nel testo unificato proposto dalla Commissione, e degli
emendamenti ad esso riferiti, ricordando che
sugli emendamenti 1.2,
1.6, 1.7 e 1.8
la 5a Commissione
permanente ha
espresso parere
contrario ai
sensi
dell’articolo 81
della Costituzione.


BISCARDI (DS). Ritira l’1.3.


PRESIDENTE. I rimanenti emendamenti si
intendono illustrati.


BRIGNONE, relatore. Esprime parere
favorevole sull’1.1000 e parere contrario su tutti gli altri
emendamenti.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Concorda con il parere espresso
dal relatore.


Con distinte votazioni, il Senato respinge
l’1.1, l’1.1000/1 e l’1.1000/2.


MARRI (AN). Il Gruppo AN voter
contro l’1.1000, in quanto non compare il riferimento alle
norme pattizie, e chiede la votazione nominale elettronica.


ASCIUTTI (FI). Poich non chiaro
il motivo per cui non si richiamano le norme del Concordato
e dell’Intesa, dichiara il voto contrario sull’emendamento.


DANZI (CCD). I senatori del suo
Gruppo voteranno contro l’emendamento, essendo favorevoli
al disegno di legge nel testo elaborato dalla Commissione.


PAGANO (DS).
L’
1.1000 riformula il
testo dell’
1.3, che stato appunto
ritirato
, alla luce della
recente riforma dei
cicli scolastici. Inoltre,
si ritenuto superfluo il richiamo
alle
norme concordatarie
considerato che il disegno
di legge
nel suo insieme tende alla loro
applicazione.


BERGONZI (Misto-Com). Dichiara il
voto favorevole dei senatori Comunisti
sull’1.1000
, pur ribadendo
la contrariet
al disegno di legge.


BRIGNONE, relatore. Poich
l’1.1000
teso ad armonizzare l’istituzione dei
ruoli provinciali
con la riforma dei cicli scolastici,
non ritiene necessario il riferimento alle norme pattizie.


MONTICONE (PPI).
Dichiara
il voto favorevole
all’1.1000, considerando
positivamente il riferimento
alla costituenda
scuola di
base per l’immissione in ruolo
degli insegnanti di religione
della scuola
media.


Con
votazione nominale
elettronica, il
Senato approva
l’emendamento 1.1000,
interamente sostitutivo dell’articolo 1. Risultano
pertanto preclusi
i restanti
emendamenti.


Saluto ad
una delegazione della
Camera dei
consiglieri del
Regno del Marocco


PRESIDENTE. Rivolge
il saluto del Senato alla delegazione
della Camera dei consiglieri del Regno
del Marocco,
presente in tribuna.
(Generali applausi).


Ripresa della
discussione dei
disegni


di legge nn.
662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della
petizione n. 447


PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo
2 e degli emendamenti ad esso riferiti, ricordando
che
sugli emendamenti
2.1, 2.2, 2.3, 2.1000/1, 2.1000/2, 2.4, 2.6, 2.7, 2.8, 2.10,
2.11, 2.12, 2.13 e 2.14
la 5a Commissione
permanente ha espresso parere contrario
ai sensi dell’articolo 81
della Costituzione.


BISCARDI (DS). Sottoscrive
e illustra
il 2.1000, soffermandosi
sulla previsione della dotazione organica nella misura del
60 per cento.


PRESIDENTE. I rimanenti emendamenti si
intendono illustrati.


BRIGNONE, relatore. Propone ai presentatori
del 2.1000
di fare riferimento alla misura
dei due
terzi anzich del 60 per cento.


PAGANO (DS). Non accoglie la modifica.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Esprime
parere favorevole
sul 2.1000 e parere contrario
sui rimanenti.


PRESIDENTE. Gli emendamenti 2.1, 2.2, 2.3,
2.1000/1 e 2.1000/2 sono improcedibili.


Il Senato,
con votazione
nominale elettronica,
chiesta dal
senatore ASCIUTTI
(FI), respinge l’emendamento 2.1000/3.


BRIGNONE, relatore.
Poich la
proposta di
modifica non
stata accolta,
esprime parere
contrario sul
2.1000.


MARRI (AN). Dichiara
il voto
contrario.


BERGONZI (Misto-Com).
I senatori
comunisti voteranno
a favore.


DANZI (CCD). Dichiara
il voto
contrario.


Con votazione nominale
elettronica, chiesta
dalla senatore
ASCIUTTI (FI),
il Senato approva
l’emendamento 2.1000, interamente sostitutivo
dell’articolo 2.
Risultano pertanto
preclusi i
restanti emendamenti.


PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo
3 e degli emendamenti ad esso riferiti.


BISCARDI (DS).
Ritira il
3
.5 e il
3
.8.


MONTICONE (PPI). Ritira
il 3.6, il 3.10 e il 3.12.


PRESIDENTE. I rimanenti emendamenti si
intendono illustrati.


BRIGNONE, relatore.
Esprime parere
contrario sugli
emendamenti 3.1, 3.2, 3.3, 3.4,
3.1000/1, 3.1000/2, 3.1000/3 e 3.1000/4. Si
rimette al
Governo sull’emendamento
3.1000.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. E’
favorevole al
3.1000 e contrario agli altri emendamenti.


Il Senato
respinge l’emendamento 3.1, quindi
gli identici 3.2 e 3.3. Sono respinti
anche gli emendamenti
3.4, 3.1000/1,
3.1000/2 e
3.1000/3.


BERGONZI (Misto-Com). Dichiara
voto favorevole
all’emendamento 3.1000/4,
tendente a
sopprimere il
comma 3,
che introduce
una forzatura
rispetto agli
accordi con
la
Santa Sede
in materia
di riconoscimento
dell’idoneit.


Il Senato
respinge l’emendamento
3.1000/4. Con
votazione
nominale elettronica,
chiesta dal
senatore ASCIUTTI
(FI), il Senato
approva l’emendamento
3.1000, interamente
sostitutivo dell’articolo 3.
Risultano
pertanto preclusi
i restanti emendamenti.


PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo
4 e degli emendamenti ad esso riferiti, ricordando che sul
4.10 e sul 4.11 la 5a Commissione permanente ha espresso
parere contrario ex articolo 81 della Costituzione.


ASCIUTTI (FI). Illustra
l’emendamento 4.1000/4.


BISCARDI (DS). Ritira
gli emendamenti
4.6 e
4.8.


MONTICONE (PPI). Ritira
l’emendamento 4.9.


PRESIDENTE. I
restanti emendamenti
si intendono
illustrati.


BRIGNONE, relatore. Propone
una modifica
dell’emendamento 4.1000
(Testo corretto),
tendente
a portare
a quattro
gli anni di effettivo
insegnamento dall’assunzione in
ruolo necessari per
l’applicazione della mobilit
professionale verso
altro insegnamento,
ritenendo la
previsione di
cinque anni
troppo penalizzante
e quella
di due
anni, contemplata
in altri emendamenti,
tale da
non garantire
sufficiente continuit
didattica. Qualora i
proponenti non accogliessero questa
proposta pi equilibrata, il parere sarebbe contrario.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Esprime parere favorevole al
4.1000 (Testo corretto) e
contrario a tutti gli altri.


Il Senato respinge
gli identici
4.1 e
4.2 e
successivamente gli emendamenti
4.4, 4.3
e 4.5.
Vengono quindi
respinti gli
emendamenti 4.1000/1
e 4.1000/2,
tra loro identici,
nonch il
4.1000/3 ed
il 4.1000/4, anch’essi identici.


PAGANO (DS). Non accoglie la proposta
di modifica avanzata dal relatore.


TABLADINI (LFNP). Chiede
la votazione
nominale elettronica
dell’emendamento interamente sostitutivo
dell’articolo.


ASCIUTTI (FI). Dichiara
il voto
contrario del
Gruppo al
4.1000 (Testo
corretto).
Dopo aver contrastato
il disegno di
legge in
Commissione, la
sinistra ha
proposto in
Aula emendamenti
peggiorativi,
accolti dai
Gruppi PPI e UDEUR per
salvare la
maggioranza, ed
ora non
accetta neppure
la ragionevole
proposta del
relatore.


CASTELLANI Pierluigi (PPI). Dichiara
il voto favorevole dei Popolari
all’emendamento, che contiene una
condivisibile previsione di continuit
didattica. (Applausi dal Gruppo
PPI
).


PIREDDA (CCD). Dichiara
il voto
contrario del
CCD. (Applausi dal Gruppo CCD).


PERUZZOTTI (LFNP). Il
centro-sinistra sta
tentando di
affossare il
provvedimento, facendogli
fare
la stessa fine
ingloriosa del
disegno di
legge sulla
procreazione medicalmente
assistita. (Applausi dai Gruppi
LFNP, FI e CCD. Congratulazioni
).


NAPOLI Roberto (UDEUR). Dichiara
voto favorevole
sul nuovo testo
dell’articolo 4.
Dopo 16
anni di
rinvii, finalmente
l’attuale maggioranza
si ritrovata
unita su un testo di
grande equilibrio,
che tiene
conto delle
diverse posizioni.
(Applausi dai Gruppi UDEUR, PPI e DS. Congratulazioni.
Commenti dai Gruppi LFNP, FI, CCD e AN
).


MARRI (AN). A danno degli insegnanti
di religione, il testo approvato
in Commissione
viene stravolto
dalla sinistra
con la complicit dei Popolari
e dell’UDEUR,
unicamente allo
scopo
di ricompattare
una maggioranza
sgretolata. (Applausi dai Gruppi
AN e FI
).


Con votazione
nominale elettronica,
il Senato
approva l’emendamento
4.1000 (Testo
corretto), interamente sostitutivo
dell’articolo 4. Risultano pertanto
preclusi i
restanti emendamenti.


PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo
5 e degli emendamenti ad esso riferiti, che si intendono
illustrati, ricordando che sugli emendamenti 5.4, 5.5, 5.15
(Testo corretto), 5.16 (Testo corretto), 5.17, 5.0.1 e 5.0.1000
la 5a Commissione permanente ha espresso parere contrario
ex articolo 81 della Costituzione.


BRIGNONE, relatore. L’articolo 5
reca norme transitorie di particolare
delicatezza e l’emendamento
5.1000 contiene riferimenti normativi
che debbono essere approfonditi,
in particolare
per evitare
la penalizzazione degli
insegnanti di
scuola media
superiore. Per
tale motivo
chiede una
breve sospensione
dei lavori.
(Applausi dai Gruppi LFNP e FI).


PAGANO (DS). Si
dichiara disponibile ad una riformulazione
che eviti quanto paventato dal
relatore.


CASTELLI (LFNP). Dalle parole
del relatore
si desume
che egli
non ha avuto
sufficiente tempo
per approfondire il
contenuto degli
emendamenti. La
Presidenza, che in diverse occasioni non ha consentito
la
presentazione in
Aula di emendamenti
del Gruppo LFNP per scadenza dei
termini, ha evidentemente usato un diverso metro di giudizio
rispetto agli emendamenti della maggioranza.


PRESIDENTE. Gli
emendamenti in questione sono stati
ammessi alle 18,30
di ieri ed a partire da
quell‘ora sono
stati
fissati i
termini per
la presentazione
di eventuali
subemendamenti.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Il
Governo favorevole all’emendamento
5.1000, ma
condivide la necessit di esplicitare
il riferimento all’articolo 53
della legge
n. 312
del 1980.


ASCIUTTI (FI). Si
dichiara favorevole
alla proposta
di sospensione,
se porta a modificare l’emendamento
5.1000 nel
senso indicato
dal relatore.


SPECCHIA (AN). La
questione sollevata
dal senatore
Castelli
molto delicata
poich la
Presidenza ha
ritenuto di
ammettere emendamenti
della maggioranza
nonostante fossero
scaduti i
termini di
presentazione. La Presidenza
dovr assicurare
questa facolt
a tutti
i senatori,
per garantire
pari opportunit
nell’esercizio del
mandato parlamentare.
(Applausi dal Gruppo AN).


PRESIDENTE. Nel
corso della
legislatura la Presidenza
ha sempre consentito
la presentazione
di emendamenti
fuori termine quando,
come nel
caso in
questione, erano
finalizzati ad
una
migliore comprensione
del testo
o all’acquisizione
di pi
larghi consensi.
(Applausi dai Gruppi PPI, DS, UDEUR e del senatore Vertone
Grimaldi
). Accogliendo la proposta
del senatore Brignone, sospende
brevemente la seduta.


La seduta, sospesa alle ore 12,25,
ripresa alle ore
12,36.


PRESIDENTE. Riprende i lavori.


BRIGNONE, relatore. Propone una
modifica dell’emendamento 5.1000 (v. Allegato A),
chiedendone la votazione per parti
separate.


PAGANO (DS). Accoglie
la riformulazione
dell’emendamento proposta
dal
relatore.


Il Senato
respinge gli
identici 5.1,
5.2 e
5.3, nonch
il 5.1000/1,
il 5.1000/2
ed il 5.1000/3.


ASCIUTTI (FI). Dichiara
voto favorevole
sugli identici
5.1000/4 e
5.1000/5, chiedendone
la votazione
nominale elettronica.


Con votazione
nominale elettronica,
il Senato
respinge gli
identici 5.1000/4
e 5.1000/5.
Sono quindi respinti il 5.1000/6, gli identici 5.1000/7
e 5.1000/8 e il 5.1000/9
.


PRESIDENTE. Poich
non si fanno
osservazioni, si
proceder alla votazione
per commi
del 5.1000.
Passa alla
votazione del
comma 1,
nel nuovo
testo
.


ASCIUTTI (FI).
Forza Italia
voter a
favore.


Il Senato approva il comma 1, nel nuovo
testo, del 5.1000
.


PRESIDENTE. Passa
alla votazione
del comma
2.


BRIGNONE, relatore.
contrario.


ASCIUTTI (FI).
Dichiara il
voto contrario e
chiede la
votazione mediante
procedimento elettronico.


CASTELLI (LFNP).
La maggioranza
avrebbe dovuto
decidere preventivamente
la propria
linea politica,
mentre ora
si rischia
di stravolgere
il lavoro
svolto in Commissione.
(Applausi dal Gruppo LFNP).


BOSI (CCD).
Le forzature
che si
stanno operando
sul testo
rendono difficile
persino il ruolo
del relatore.
Il CCD
voter contro.


BRIGNONE, relatore.
Il tema
del diploma di laurea presenta
aspetti complessi,
in quanto
occorrer operare
una verifica
sul numero
di laureati
presenti fra
gli insegnanti
attuali, tenendo
anche conto
della necessit
primaria di
dare dignit
alla professione
e di tutelare
le posizioni
esistenti. Si rimette pertanto
all’Assemblea.


GAMBALE, sottosegretario
di Stato per la pubblica istruzione
.
Conferma
il parere
favorevole del
Governo sull’intero emendamento,
assicurando comunque
che non si
prevede alcuna
perdita di
posti di
lavoro. Il
diploma di
laurea serve
a garantire
pari dignit
agli insegnanti
di religione.


Il Senato, con votazione nominale elettronica,
approva il comma 2 dell’emendamento 5.1000.
Sono poi
separatamente approvati
i commi
3 e 4
.


PRESIDENTE. Passa
alla votazione
del 5.1000
(Nuovo testo) nel suo complesso.


NOVI (FI). Chiede la verifica del
numero legale.


PRESIDENTE. Invita
il senatore
Novi a
limitare tali
richieste a
situazioni che
realmente le
rendono opportune.
(Applausi dai Gruppi PPI, DS,
Misto-Com e UDEUR.
Commenti del senatore Novi. Scambi
di battute in Aula
). Dispone comunque
la verifica e avverte che il Senato in numero legale.


Il Senato approva il
5.1000 (Nuovo testo), interamente sostitutivo dell’articolo

5; di
conseguenza risultano
preclusi i
rimanenti emendamenti
.


GAMBALE, sottosegretario
di Stato per la pubblica istruzione
.
Segnala una
correzione da
apportare al
comma 3.
(v. Resoconto stenografico).


PRESIDENTE. Passa
all’esame dell’ordine
del giorno
n. 100 (Testo corretto).


BRIGNONE, relatore.
Ritenendo forse
pi opportuno
fare riferimento
alle "province"
piuttosto che
alle "regioni
di confine", favorevole
all’ordine del
giorno.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Il
Governo lo accoglie.


ANDREOLLI (PPI).
Lo sottoscrive.


ASCIUTTI (FI).
Aggiunge la
propria firma.


BOSI (CCD). Anch’egli
sottoscrive l’ordine
del giorno.


PRESIDENTE. L’ordine del giorno n. 100
(Testo corretto),
accolto dal Governo, non viene posto in votazione.


PRESIDENTE. Passa
all’esame degli
emendamenti volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo
l’articolo 5.


PAGANO (DS). Ritira il 5.0.1000.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Il
Governo favorevole
al 5.0.1 (Nuovo
testo).


ASCIUTTI (FI).
Chiede la
verifica del numero legale.


PRESIDENTE. Dispone la verifica. Avverte
quindi che il Senato non in numero legale e, apprezzate
le circostanze, rinvia il seguito della discussione ad altra
seduta.


 


Per lo svolgimento di un’interrogazione


Omissis


PRESIDENTE. Toglie la seduta.


 


La seduta termina alle ore 13,07.


 


 



RESOCONTO STENOGRAFICO


 



Presidenza della vice presidente SALVATO


PRESIDENTE
. La seduta aperta (ore 9,31).


Si dia lettura del processo verbale.


SCOPELLITI, segretario, d lettura del
processo verbale della seduta antimeridiana del giorno precedente.


Sul processo verbale


ROTELLI
. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


*ROTELLI. Signora Presidente, interverr
brevemente. So di essere fuori tempo perch avrei dovuto
fare la mia osservazione nella seduta di ieri sera. Tuttavia
il fatto mi pare di una certa importanza. Per questo motivo,
ringraziandola, faccio ora la mia osservazione.


Mi riferisco alla circostanza che chi dei
senatori o dei cittadini italiani venerd mattina avesse
voluto prendere visione del resoconto del dibattito sul
Consiglio europeo (dibattito che si era svolto il pomeriggio
precedente) non avrebbe potuto farlo perch sul sito Internet
del Senato era scomparso. N era stato distribuito ai senatori
che il resoconto lo ricevono, com’ noto, il giorno successivo.


successo – ritengo nella mattinata di
venerd scorso – che il senatore Scalfaro abbia voluto correggere
il suo intervento e a tal fine abbia chiesto (oppure ottenuto
senza chiedere) la sospensione della distribuzione del testo
e del servizio su Internet. Tanto che io, come altri,
sono in possesso di due copie del resoconto dell’885a
seduta: la prima puramente e semplicemente com’era
in origine, la seconda – 885a seduta sottolineata
– nella quale l’intervento del senatore Scalfaro corredato
del consueto asterisco che viene apposto quando l’autore,
ossia il senatore, effettua la correzione del suo intervento.


La questione non marginale, primo perch
i cittadini, tanto pi su un argomento di tale importanza,
venerd mattina avevano il diritto di sapere e leggere quale
era stato il dibattito; in secondo luogo, per una domanda
che, signora Presidente, non rivolgo a lei, ma comunque
pongo ai colleghi e alla pubblica opinione: quanto costato
al Senato ristampare il testo del resoconto della seduta
di gioved pomeriggio? Infatti, ci avvenuto: stato
ritirato, successivamente ristampato, quindi posto in distribuzione.


Se un senatore qualsiasi, come il sottoscritto,
avesse chiesto la stessa cosa, non gli sarebbe stata concessa.
Pur riconoscendo che il Servizio dei Resoconti dell’Assemblea,
per quanto mi riguarda, eccellente, se mi presento presso
i suoi uffici due ore dopo il mio intervento, mi viene fatto
osservare che non sono pi in tempo per apportare correzioni.


Quindi invoco anche una parit di trattamento
tra tutti i senatori. Proporrei di evitare che vi fossero
dei senatori pi "uguali" degli altri, i quali
abbiano dei diritti che ad altri non siano consentiti.


La ringrazio molto, signora Presidente,
per avermi consentito di fare questo intervento.


PRESIDENTE
. Senatore Rotelli, in realt il suo intervento non era
sul processo verbale. Quindi, non essendovi osservazioni
in merito, il processo verbale approvato.


Senatore Rotelli, con il suo intervento
lei ha sollevato una questione che anch’io giudico importante.
Chieder agli uffici di fare un accertamento per capire
come si svolta la vicenda. Vorrei soltanto ricordare a
me stessa e a tutti quanti noi che il rispetto delle regole
la misura che deve essere messa in atto sempre e comunque
per chiunque.


Congedi e missioni


PRESIDENTE
. Sono in congedo i senatori: Agnelli, Barbieri, Bertoni,
Bo, Bobbio, Boco, Borroni, Cecchi Gori, Cossiga, De Martino
Francesco, De Martino Guido, Fumagalli Carulli, Fusillo,
Lauria Michele, Lavagnini, Leone, Manconi, Passigli, Pieroni,
Piloni, Rocchi, Semenzato, Staniscia, Taviani.


Sono assenti per incarico avuto dal Senato
i senatori: Diana Lino e Turini, per attivit dell’Assemblea
dell’Unione dell’Europa Occidentale (UEO); Manzella, per
partecipare alla riunione della Convenzione incaricata di
elaborare un progetto di Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione europea; Di Orio e Monteleone, per attivit
della Commissione d’inchiesta sul sistema sanitario; Calvi,
Diana Lorenzo, Figurelli e Russo Spena, per partecipare
alla commemorazione del magistrato Borsellino e degli uomini
della sua scorta; Greco, Lombardi Satriani, Marini e Mungari,
per attivit della Commissione d’inchiesta sul fenomeno
della mafia e delle altre associazioni criminali similari.


Omissis


Seguito della discussione dei disegni
di legge:


(662)
SPECCHIA ed altri. – Norme in materia di stato
giuridico degli insegnanti della religione cattolica


(703)
MONTICONE e CASTELLANI Pierluigi. – Norme in
materia di stato giuridico degli insegnanti della religione
cattolica


(1411)
MINARDO ed altri. – Nuova disciplina sullo stato
giuridico e sul reclutamento dei docenti di religione cattolica


(1376)
FUMAGALLI CARULLI ed altri. – Norme sullo stato
giuridico e sul reclutamento dei docenti di religione cattolica


(2965)
COSTA. – Norme in materia di stato giuridico
degli insegnanti di religione

e della petizione n. 447


PRESIDENTE
. L’ordine del giorno reca il seguito della discussione
dei disegni di legge nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della
petizione n. 447.


Ricordo che nel corso della seduta pomeridiana
di ieri ha avuto inizio la discussione generale.


ora iscritto a parlare il senatore Masullo.
Ne ha facolt.


* MASULLO
. Signora Presidente, onorevoli colleghi, nota a tutti
la favola di Fedro "il lupo e l’agnello". Credo
che mai sia stata formulata una migliore definizione paradigmatica
del dialogo, bench espressa in forma negativa. Nella favola,
come si sa, il lupo esercita l’arroganza ricorrendo alla
menzogna e parlando ad alta voce, pi che all’agnello agli
eventuali spettatori. Quindi, l’arroganza esige la menzogna
e la propaganda. Non questo il dialogo, che precisamente
la negazione di tutto ci: il dialogo avviene tra soggetti
pari, che siano tali intenzionalmente.


Desidero esercitare la funzione del dialogo,
poich molti di coloro ai quali mi rivolgo in termini oppositivi
sono miei amici e credo che il fondamento della democrazia
sia nel fatto che discutere non vuol dire guerreggiare tra
nemici, ma piuttosto cercare, tra amici, di mettere meglio
in chiaro le proprie posizioni, dire la verit.


Se mi permesso, tra questi amici di cui
ho stima altissima vorrei annoverare il senatore Monticone,
di cui ho ascoltato ieri sera un intervento molto pregevole.
Infine, vorrei osservare che il dialogo non mai tra istituzioni,
partiti e soggetti collettivi, ma si svolge sempre tra persone
e soltanto le persone sono in grado di assumersene la responsabilit.


Quanto al problema dello status
degli insegnanti di religione, oggetto del disegno di legge
di cui oggi stiamo discutendo, l’unica contestazione che
muovo ai colleghi del centro-destra, e in generale ai portatori
di ideali di destra, che la difesa dei lavoratori non
pu essere invocata da quella parte, considerato che, soprattutto
oggi, l’ideologia imperversante – purtroppo non solo nella
destra ufficiale o nel centro-destra.


PONTONE. Anche nella sinistra!


MASULLO. .ma qualche volta anche tra di
noi – l’ideologia dell’economia di mercato, della flessibilit,
della licenziabilit, del lavoro a tempo determinato. Viviamo
insomma in un’epoca in cui viene esaltato il principio del
precariato generalizzato, e dico questo soltanto per sottolineare
il fatto che il problema di fronte al quale ci troviamo
questione della cui cura nessuno pu vantarsi di essere
il sostenitore esclusivo o coerente.


Ci che mi preoccupa – ed questo l’aspetto
su cui vorrei intessere il dialogo con gli amici avversari
(nel senso che sostengono una posizione avversa alla mia)
– non tanto la questione costituzionale, che pure stata
ventilata ieri in quest’Aula, o meglio, non tanto la questione
costituzionale nell’accezione giuridico-formale, ma piuttosto
la questione costituzionale in un’accezione storico-sostanziale.


In fondo, la modernit nella quale, nonostante
tutto, ci troviamo rispetto a ci che l’ha preceduta nacque
con l’emancipazione dello Stato che, non per nulla, assume
il nome "Stato", abbreviativo di status civitatis,
designando lo stato della cittadinanza contrapposto alla
condizione selvaggia.


La modernit nasce con l’emancipazione
dello Stato da ogni autorit, principio o forza che non
siano umani; alla fine, l’umanit dello Stato, da Hobbes
a Rousseau, con un percorso rapido ma assai intenso, giunge
a maturare come democrazia, la quale democrazia significa
sostanzialmente, tralasciando tutte le forme e le versioni
particolari, che il popolo come collettivit autonomo,
d legge a s medesimo, la legge, la rispetta esso per
primo, e dunque sovrano.


Ora, uno Stato popolare e sovrano pu liberamente
impegnarsi con altri soggetti, ma non pu dipendere da altri,
pena la lesione della sua sovranit.


Nel caso di cui stiamo discutendo, pur
essendo io preoccupato del destino di questi lavoratori,
gli insegnanti di religione, alcuni dei quali sono anche
miei amici (e di questo – non essendo certamente io anticlericale
– ho discusso perfino con qualche vescovo), vi un punto
che tormenta molti di noi: la preoccupazione che in questo
caso lo Stato finisca unilateralmente per accollarsi oneri
e rinunce a poteri, ben oltre il patto stabilito con l’altro
contraente che, nel caso, la Chiesa cattolica.


La domanda che ci si pone se lo Stato,
come espressione dell’autonomia del popolo, che si d le
regole, e che rispetta le regole esso per primo, possa contravvenire
a questo principio fondamentale della sua coerenza con la
volont popolare che lo costituisce autonomo e quindi sovrano.


Il senatore Monticone – che come ho detto
prima il mio interlocutore privilegiato in questo dialogo
ideale – diceva, nel suo pregevole intervento, che stiamo
trattando non dell’insegnamento della religione ma dello
status degli insegnanti di religione. Questo, alla
lettera, vero; per neanche si pu negare che, discutendosi
dello status degli insegnanti di religione, venga
in gioco e sia oggetto delle nostre decisioni anche il valore
dell’insegnamento della religione. Tale valore senza dubbio,
da questo provvedimento non pu che uscire rinforzato.
questa la riflessione di fondo che io, dal mio punto di
vista, non posso non fare.


Certamente l’insegnamento della religione
cattolica non , nella sua origine, legato alla vita istituzionale
della religione, bens alla vita spirituale di essa. Insegnare,
da un punto di vista spirituale, significa comunicare ad
altri con rispetto e con sollecitudine le proprie ansie,
i propri punti di vista, le proprie speranze, i propri traguardi.


Invece qui ci troviamo di fronte al problema
dell’insegnamento della religione cattolica considerato
da un punto di vista istituzionale, tant’ vero che esso
scaturisce da un patto giuridico tra soggetti sovrani. L’insegnamento
della religione cattolica, come ogni insegnamento di grandi
pratiche spirituali, pu essere caratterizzato sostanzialmente
da tre livelli. Il primo quello storico-filologico: la
scrittura, la parola, l’interpretazione della scrittura,
l’interpretazione della parola, l’esegesi, l’ermeneutica.
Su questo punto, come sappiamo, si sempre acceso il dibattito
fra il Cristianesimo protestante e il Cristianesimo cattolico.


Vi poi un secondo livello, quello etico-esistenziale,
e debbo osservare che singolarmente interessante il fatto
che la Chiesa cattolica, oggi, nel suo rapporto con il mondo
e con gli uomini sia soprattutto interessata a sollecitare
questo aspetto dell’insegnamento, cio il domandarsi e il
rispondersi sui grandi problemi che attengono al senso della
vita, alla presenza del male nel mondo, a come l’uomo possa
affrontare il suo destino di morte: problemi sacrosanti
dell’esistenza.


Ma c’ un terzo livello, quello dottrinario-dogmatico.
L’insegnamento della religione cattolica, alla luce della
legislazione vigente e delle scritture pattizie, essenzialmente,
fondamentalmente e giuridicamente un insegnamento di carattere
dottrinario-dogmatico. Certo, poi i tempi maturano, le situazioni
portano dentro di s una ricchezza che le formule istituzionali
non hanno. Ma da un punto di vista strettamente giuridico
si tratta di un insegnamento dottrinario e dogmatico.


La domanda la seguente: pu uno Stato
moderno, democratico e liberale (sottolineo l’ordine in
cui ho pronunciato gli ultimi due aggettivi, visto che in
genere si dice "liberal-democratico"; io dico
"democratico e liberale", perch il liberalismo
non sarebbe potuto nascere se non sulla radice del principio
democratico, quindi: democratico e liberale) farsi promotore
nella sua scuola, nella scuola pubblica, di un insegnamento
che non scientifico, quale potrebbe essere anche quello
dell’esegesi scritturale, e neanche di carattere etico-esistenziale,
che essenzialmente problematico, come ogni vero insegnamento?
L’insegnante non colui che trasmette qualche nozione,
ma colui che muove alla ricerca e cerca insieme con i suoi
allievi, perch la ricerca si muove all’interno di una materia
discutibile, dimostrabile e falsificabile. Questo l’ambito
della scienza e in questo ambito si muove chi insegna. Ma
in questo ambito non si muove l’insegnamento della religione,
cos come oggi giuridicamente definito, bens in termini
di carattere strettamente dottrinario.


C’ nella proposta di legge che ci troviamo
dinanzi, soprattutto negli ultimi emendamenti, lo sforzo
– e non posso che dare atto ai colleghi del centro-sinistra
dello sforzo che essi fanno per risolvere un cos arduo
problema – di garantire dalla disoccupazione degli insegnanti
di religione cattolica a cui venisse revocata l’idoneit
da parte dell’ordinario diocesano, il tentativo di assicurare
a costoro la non disoccupazione in quanto, per lo meno a
regime, si dice che questo personale, nel momento in cui
viene assunto per insegnare religione, deve anche essere
dotato di una laurea in una materia che gli consenta poi
di essere utilizzato nella scuola per esercitare un’altra
disciplina.


Per, un dubbio – me lo si consenta – mi
assale: sar diabolico, ma qualche volta io dialogo anche
con il diavolo e non sempre me ne viene male: qualche buon
suggerimento pure da lui mi viene. Il dubbio che insorge
in me il seguente: noi utilizziamo personale insegnante
di formazione fondamentalmente cattolico-dogmatica, il quale,
dopo avere esercitato nella scuola per lungo tempo questo
insegnamento dogmatico, viene utilizzato nell’insegnamento
di un’altra materia, il che formalmente legittimo. Ma
mi domando anche: come insegner l’italiano, il latino,
il greco e la filosofia costui, se non attraverso una certa
forma mentis (ripeto perfettamente legittima, ma
qui stiamo cercando di capire la realt che ci aspetta)?
Porter evidentemente un’impronta di carattere dommatico?


Ecco perch prima parlavo dell’obiettivo
rafforzamento dell’insegnamento religioso dogmatico, sia
pure attraverso queste vie non tutte immediatamente visibili.
Questo un grave rischio non solo per la cultura laica,
ma per la stessa spiritualit religiosa. Certo, la societ
contemporanea, cos dispersa, atomizzata e disorientata,
ha bisogno di valori e questa anche la ragione per cui
una societ come la nostra, che la stessa Chiesa dichiara,
suo malgrado, essere fortemente scristianizzata, tuttavia
poi si volge con sorprendente aspettativa alle parole della
Chiesa stessa. Questo avviene perch ci si trova in una
situazione esistenziale e culturale di grande e profonda
crisi. Di conseguenza, si cercano la forza e il sostegno
dove si pu, dove questi sono offerti.


Rispetto l’insegnamento della religione,
ma non questa la ragione per la quale noi dobbiamo, puramente
e semplicemente, aggiustarci alla situazione, perch la
promozione di valori nuovi, la promozione di una civilt
pi alta responsabilit di tutti, non soltanto di coloro
che sono portatori di un principio religioso. Anzi, perch
un sistema di valori sia veramente capace di guidare, di
affascinare, di spingere e di sostenere, i valori devono
essere quotidianamente inventati nel conflitto con la realt.
L’uomo l’unico animale che riesce a dominare la realt,
entro certi limiti, dominando innanzitutto se stesso ed
educandosi.


Allora, la scuola deve essere non soltanto
istruzione, ma anche educazione. Per molti decenni, lo abbiamo
dimenticato. Abbiamo detto che la scuola doveva essere solo
istruzione, e dimenticavamo l’educazione, perch avevamo
paura che la formazione educativa fosse di impronta statalista.
Invece va ripresa la coscienza che in una vera democrazia
la scuola non la sede dello Stato come potere, ma del
dibattito, della discussione, della ricerca e dell’insegnamento
critico. Proprio perci la prima sede dell’invenzione
dei valori.


Questo il punto, su cui la dilatazione
e il rafforzamento dell’insegnamento della religione qualche
preoccupazione la suscitano. D’altra parte, agli amici religiosi
o di spirito autenticamente religioso, che io apprezzo moltissimo,
dico che la stessa religiosit ha bisogno di libert, al
di fuori di ogni istituzionalizzazione giuridica e politica.
Lo insegnano i grandi cattolici della nostra tradizione,
da Rosmini a Manzoni a De Gasperi. Noi abbiamo molti esempi
di spiriti altamente religiosi, custodi fortissimi della
laicit, perch la religione, se veramente vissuta come
tale, vincolo a qualche cosa che non passa e non pu essere
distrutto dalle contingenze. Sostenuti da questo eterno,
bisogna lottare nel tempo della storia.


Signora Presidente, vorrei chiudere con
il ricordo di una pagina che certamente nota a tutti voi.
Max Weber, nel 1918, proprio nel momento della grande crisi
della societ e della cultura tedesca, nel momento della
cosiddetta Erneuerung, del rinnovamento – bisogna
cambiare, bisogna rinnovare -, scriveva: " il destino
dell’epoca nostra, con la sua caratteristica razionalizzazione,
intellettualizzazione, e soprattutto col suo disincantamento
del mondo, che proprio i valori supremi e sublimi siano
divenuti estranei al gran pubblico…" – la religione,
almeno cos penso io, come l’amore, non si espone in piazza,
si coltiva nel silenzio della propria coscienza, della propria
solitudine – "Non a caso che la nostra arte migliore
sia intima e non monumentale," – la religione non deve
essere monumentale, deve essere qualcosa di profondamente
colloquiante con noi stessi – "e che oggi soltanto,
in seno alle pi ristrette comunit," – Platone diceva
che le piccole comunit sono odiate dai tiranni, perch
sono portatrici di quella continua invenzione di valori
che mette a rischio la pigrizia e l’inerzia del potere –
"nel rapporto da uomo a uomo, nel pianissimo,"
– in corsivo perch la formula musicale – "palpiti
quell’indefinibile che un tempo pervadeva e rinsaldava come
un soffio profetico e una fiamma impetuosa le grandi comunit".


In una societ cos complessa, con tante
religioni e con tanti sistemi di valori, le piccole societ,
siano esse cattoliche o di altra religione e cultura, persino
una comunit di atei se veramente credesse nel proprio ateismo,
non potrebbero che essere comunit di ricerca, comunit
di riflessione, comunit di meditazione e, come tali, capaci
di offrire agli altri, a coloro che sono di altra religione
e di altra posizione ideale, ricchezze di valori che questi
non sono stati in grado di scoprire.


Ecco perch, signora Presidente e onorevoli
colleghi, testimonio questa mia personale perplessit. Il
Parlamento deve sapere che talvolta anche piccoli e limitati
provvedimenti, o che appaiono tali, sono destinati a incidere
profondamente nella storia della cultura, nello sviluppo
della nostra civilt, e ognuno di noi deve assumere la propria
responsabilit. Questa s l’assumiamo in piazza, pubblicamente,
davanti a tutti. Per il resto, rimango attento al pianissimo
che dentro di me qualche volta pure sono in grado di sentire.
(Applausi dai Gruppi DS, Misto-Com e Misto-DU e dei senatori
Monticone e Russo Spena. Molte congratulazioni).


PRESIDENTE. iscritto a parlare il senatore
Gubert, il quale nel corso del suo intervento illustrer
anche l’ordine del giorno n. 100. Ne ha facolt.


GUBERT
. Signora Presidente, credo che una concezione laica dello
Stato per sua natura si ponga al servizio della societ,
non concepisca lo Stato come centro che definisce gli interessi
della societ, ma come entit sussidiaria a ci che la societ
ritiene essere i propri interessi diffusi, i propri interessi
collettivi.


Un’interpretazione per me non del tutto
soddisfacente di questo principio, per comprensibile in
base all’evoluzione della nostra societ e della nostra
cultura, ha mutato lo stato dell’insegnamento della religione
nel nostro Paese, lo ha reso opzionale, lo ha sottoposto
ad una sorta di giudizio anno per anno da parte degli studenti
e delle famiglie.


Il risultato stato che la quasi totalit
del popolo italiano ha ritenuto importante conoscere i fondamenti
della propria civilt e la religione cattolica come cultura.
Quindi, credo che tale conoscenza possa rientrare, a pieno
titolo, tra gli obiettivi dell’attivit educativa che lo
Stato garantisce e sostiene a vantaggio dei propri cittadini.


Collega Masullo, in base al nuovo Concordato
quello della religione cattolica non un insegnamento dogmatico,
orientato al proselitismo e alla trasmissione di comandamenti
etici. In qualche caso ci pu anche verificarsi, ma non
certo questo lo status dell’insegnamento della
religione cattolica, che di natura culturale e aiuta a
comprendere i fondamenti della nostra civilt.


I miei bambini hanno frequentato scuole
pubbliche materne nelle quali si insegnava che la Pasqua
era la festa della primavera o che il Natale era la festa
di Babbo Natale; ebbene, non credo che quegli insegnanti
abbiano reso un buon servizio educativo ai miei figli.


Per comprendere la societ in cui oggi
viviamo non possiamo dimenticare i fondamenti ebraico-cristiani
da cui la nostra civilt deriva. Non possiamo muoverci nelle
nostre citt e visitare chiese senza capire nulla della
nostra storia; tutti questi messaggi simbolici non possono
restare opachi.


Non si pu leggere la storia del Medio
Evo o quella dell’epoca moderna senza comprendere le ragioni
degli scontri tra Papato e Impero, dei conflitti che hanno
caratterizzato la Riforma. Insomma, nessuno ha mai fatto
chiarezza su questi accadimenti nel timore da parte di una
piccola minoranza di una contaminazione con la cultura cattolica.


Non so se anche per voi si verifica un’analoga
situazione, ma i miei figli – nonostante l’insegnamento
della religione nelle scuole, la frequenza delle parrocchie
e, quindi, della catechesi parrocchiale – non conoscono
la storia dell’ebraismo e del cristianesimo e non dispongono,
pertanto, di quegli elementi che consentono di capire la
nostra civilt.


A mio giudizio, l’attuale insegnamento
di religione non solo insufficiente ma deve essere valorizzato
in funzione non di un proselitismo di parte ma della comprensione
di ci che siamo.


Lo Stato non si esime dal dire che per
la formazione culturale dei cittadini necessario che si
conoscano determinati elementi della storia, della filosofia,
della letteratura, eccetera. Come Dante, Manzoni, i poeti
moderni, i filosofi, Aristotele e tanti altri personaggi,
anche coloro che hanno diffuso la cultura ebraico-cristiana
nella nostra civilt hanno un’importanza rilevante.


Lo Stato non si esime dal verificare che
gli insegnanti di queste materie posseggano veramente i
requisiti per farlo, abbiano seguto determinati percorsi
formativi, si sottopongano a verifiche e solo dopo il loro
superamento costoro vengono abilitati ad insegnare la letteratura,
la storia e la filosofia che ho prima richiamato.


Se riteniamo che l’insegnamento della religione
cattolica come cultura, in tutti i suoi aspetti, risponda
ad un diffuso bisogno non credo che dobbiamo assegnare allo
Stato la verifica della capacit di interpretare correttamente
ci che la religione cattolica.


Quindi, proprio perch la competenza in
materia non appartiene allo Stato, rimane definito chiaramente
l’intervento dell’autorit religiosa, la quale riconosce
l’idoneit o meno a rappresentare correttamente agli alunni,
ai giovani che lo hanno scelto, il contenuto di tale cultura
ebraico-cristiana che a fondamento della nostra civilt.


Se riconosciamo che i contenuti sono importanti
e che importante che la verifica sia effettuata da un’autorit
competente, non possiamo poi penalizzare gli insegnanti
che hanno dimostrato tale competenza e che propongono tali
contenuti.


Il disegno di legge in esame consente finalmente
di dare un po’ di giustizia a questa categoria di insegnanti
che sono sempre stati esclusi anche dai provvedimenti di
consolidamento del precariato. Sono tra i proponenti di
uno dei provvedimenti presentati in materia e mi auguro
che il Senato e poi la Camera approvino il provvedimento
nel testo proposto dalla Commissione.


Da ultimo, intendo illustrare l’ordine
del giorno n. 100 e segnalare un refuso tipografico, poich
nel dispositivo mancano le parole "il Senato impegna
il Governo".


Vorrei rilevare che, in base al Concordato
e all’Accordo addizionale, nelle regioni di confine, tra
le quali rientra certamente il Trentino-Alto Adige, che
avevano consolidate tradizioni di insegnamento della religione
cattolica, tali tradizioni sono state mantenute anche in
vigenza del nuovo Concordato; quindi, il regime vigente
non veniva pregiudicato da alcuni cambiamenti apportati
dall’Accordo addizionale.


La tutela delle particolari condizioni
di insegnamento della religione cattolica era stata mantenuta
fin dal 1919 con il Trattato di Saint Germain con il quale
stata riconosciuta l’annessione del Trentino-Alto Adige
all’Italia.


In sede applicativa, probabilmente per
riserve ideologiche non espresse ma comunque concrete, manifestate
in maniera laterale, uno degli aspetti, quale appunto il
riconoscimento della piena natura curriculare dell’insegnamento
religioso e quindi il suo pieno inserimento nella programmazione
didattica della scuola salvo rinuncia, stato messo da
parte per il solo Trentino, prima con circolari contraddittorie
e poi con silenzi nelle norme di attuazione, mentre rimane
elemento di questa consolidata tradizione per la provincia
di Bolzano.


Con l’ordine del giorno n. 100 si chiede
che il Governo si adoperi a dare piena attuazione alle norme
concordatarie che sono di rango superiore a tutte le successive
disposizioni emanate dallo Stato e dal momento che ormai
la competenza entro certi limiti propria della provincia
autonoma di Trento, qualora questa assuma decisioni per
dare completamento all’applicazione delle norme concordatarie,
si invita il Governo a considerare positivamente tali iniziative
della provincia.


PRESIDENTE. iscritto a parlare il senatore
Camber. Ne ha facolt.


CAMBER
. Signora Presidente, abbiamo sentito in apertura di seduta
una sorta di sermone anticlericale, dai toni suadenti, improntato
ad una serie di argomentazioni e di stereotipi particolarmente
vecchi e superati; sembrava quasi di essere in questo Parlamento,
ma nell’Ottocento.


Sono stati invocati i princpi della sovranit
e della modernit dello Stato; sono stati messi in discussione
la natura, i dogmatismi e i dettami della Chiesa cattolica;
si asserito che in questo provvedimento sono insiti gravi
rischi per la spiritualit religiosa; si anche voluto
indicare come va vissuta la religione, non in piazza ma
nel silenzio della propria coscienza.


Sono tutte situazioni, frasi fatte, concetti
esposti e riesposti, triti e ritriti, che dimenticano forse
alcuni elementi maggiormente significativi che possono attenere
al vecchio andante pacta sunt servanda.


Vanno osservati i patti, da parte di tutti,
e in particolare da parte di uno Stato sovrano. Vanno osservati
gli accordi statuiti in sede di revisione del Concordato
quindici anni fa; vanno rispettate le intese tra il Ministero
della pubblica istruzione e la Conferenza episcopale italiana,
assunte oltre quindici anni fa; va rispettato il dettato
della Costituzione italiana, un atto fondante di oltre cinquant’anni
fa; va data applicazione alle plurime statuizioni della
Corte costituzionale che si sono succedute, tra le altre,
nel 1989, nel 1991 e nel 1992.


Ma soprattutto, al di l di questi aspetti,
va considerato un fatto secondo me importante che si verificato
nella seduta di ieri, quando abbiamo avuto modo di constatare
in quale misura – parlo di misura numerica in senso stretto,
ma anche in senso lato – le forze politiche, le pi diverse,
hanno concorso a respingere in quest’Aula le pretestuose
richieste di chi chiedeva di rinviare ancora una volta in
Commissione, previa approvazione della sospensiva, l’esame
di questo provvedimento legislativo, cos confortando la
tesi per cui, sia sotto il profilo strettamente numerico,
sia sotto quello di un certo afflato che si potuto constatare
tra le forze politiche, le pi diverse, si pu giungere
finalmente – se si vuole – all’approvazione di una norma
che innanzitutto norma di giustizia.


Giustizia per oltre 20.000 precari, letteralmente
ghettizzati e privi di protezione giuridica a distanza di
oltre quindici anni dall’assunzione di precisi e vincolanti
Accordi tra entit sovrane su questo tema. Giustizia per
questi oltre 20.000 insegnanti, considerati e trattati,
sotto ogni profilo, come insegnanti non di serie B, ma di
serie C, nonostante le ripetute ed inequivoche pronunce
della Corte costituzionale su questo argomento.


Norma di giustizia, infine, per quel 90
per cento e oltre delle famiglie italiane che hanno chiesto
di poter fruire dell’insegnamento della religione. Sottolineo,
lo hanno chiesto, perch non va dimenticato che stata
introdotta da tempo una fondamentale innovazione: laddove
nella normativa precedentemente vigente in materia religiosa
si doveva chiedere espressamente l’esonero dalle lezioni
di religione, adesso invece si pu richiedere espressamente
di poter frequentare tali lezioni. A fronte di ci, abbiamo
assistito ad una corale adesione delle famiglie italiane,
e se in democrazia una richiesta di oltre il 90 per cento
delle famiglie italiane vuol dire qualcosa, ebbene, ognuno
tragga le proprie conclusioni; ed retorico dire quali
siano.


A coronamento di una battaglia di retroguardia
sotto ogni profilo, assistiamo infine all’arroccamento su
due questioni di quanti non vogliono l’emanazione di questa
provvedimento o cercano, con molta fantasia, di ritardare
in ogni modo e in ogni sede l’applicazione di quanto dovuto:
i titoli in capo agli insegnanti delle materie di cui si
occupa il disegno di legge e la possibilit di revoca degli
insegnanti, che compete agli ordinari diocesani. Due questioni
che sono entrambe altisonanti, propagandisticamente ficcanti,
ma che peraltro sono contestabilissime in base a delle constatazioni
assolutamente semplici.


Per quanto riguarda i titoli di studio,
sappiamo che coloro che insegnano la religione – che per
oltre il 70 per cento sono dei laici – hanno titoli di studio
di livello universitario. Infatti, per poter accedere al
corso di magistero in scienze religiose, che un corso
quinquennale con tesi finale, necessario il diploma di
scuola secondaria superiore; titoli che l’INPS stesso riconosce
come universitari e ammessi al riscatto. Pertanto, la richiesta
di aggiungere al titolo universitario un’altra laurea per
poter insegnare religione da respingere con assoluta fermezza
in base a constatazioni e a considerazioni che non il
caso di ripetere per l’ennesima volta, ma che sono assolutamente
ovvie.


Per quanto riguarda l’istituto della revoca,
esso – come ha avuto modo di ricordare ripetutamente il
delegato della presidenza della Conferenza episcopale italiana,
monsignor Nicora – assolutamente lineare e logico, perch
– come testualmente affermava monsignor Nicora – sarebbe
improvvido che uno Stato che giustamente e naturalmente
si configura per il proprio carattere laico immaginasse
di aver titolo per valutare nel merito la coerenza, soprattutto
dottrinale, dell’insegnamento con i presupposti della fede.
La revoca un istituto posto a garanzia degli stessi alunni
e delle stesse famiglie in una materia – ricordiamolo –
particolarissima. Di fronte alla rimozione, che resta un
fatto eccezionale (cos come resta un fatto eccezionale,
nell’ambito dell’insegnamento statale, l’assunzione di provvedimenti
di pari gravit), vi sono per l’interessato comunque tutte
le sedi di ricorso, le pi ampie.


Per concludere il mio brevissimo intervento,
per non ripetere cose gi dette e per essere chiaro, se
dopo aver atteso 15 anni l’applicazione di una legge dovuta
e sostanzialmente richiesta da oltre il 90 per cento delle
famiglie italiane (parliamo di 15 anni per sorvolare sui
decenni precedenti al 1985; quindi, considerando soltanto
questi 15 anni di precariato ingiusto, sotto qualsiasi profilo
lo si voglia guardare) non si riuscir, per qualche furbata
o per qualche non volont politica, a trovare una soluzione
in questa legislatura (laddove ci sono tutti gli strumenti
sia temporali che materiali non soltanto per cercare – posto
che gi stata trovata – ma per attuare questa soluzione
legislativa), sar una scelta di volont politica assolutamente
inequivoca; una volont politica, tra l’altro, di particolare
vilt, poich colpisce la categoria meno protetta tra quanti
operano nel mondo dell’insegnamento.


Se ci si verificasse, si consumerebbe
la pi ignobile prevaricazione verso una categoria che non
ha armi di difesa e tantomeno di offesa; una prevaricazione
nei confronti di oltre 20.000 insegnanti, legati ai princpi
morali e di vita cui hanno voluto e saputo dedicare e dedicano
la propria esistenza, al servizio del prossimo, della Chiesa
e dello Stato nazionale italiano. (Applausi dal Gruppo
FI e del senatore Gubert)
.


PRESIDENTE. iscritto a parlare il senatore
Lorenzi. Ne ha facolt.


LORENZI
. Signora Presidente, sono lieto di poter intervenire, perch
ci mi permette di replicare alle considerazioni svolte
dal senatore Masullo. Mi ha colpito molto il fatto che,
nel sottolineare i valori dell’insegnamento della religione
cattolica, il collega, professore emerito, abbia voluto
sottolineare il carattere dogmatico e dottrinale dell’insegnamento
della stessa.


Credo che tutti abbiano, invece, la chiara
percezione del carattere culturale ed educativo dell’insegnamento
della religione cattolica e di come esso si inserisca in
un percorso ben noto, che in qualche modo ci riconduce ad
un passato di importanti autori di riferimento.


Il senatore Masullo ha citato Manzoni,
ma io vorrei ricordare prima il percorso di Alfieri, Foscolo
e Leopardi; certamente Manzoni, ma anche Marx e ci che
ha significato il marxismo nei riguardi della religiosit.
Ricordo la definizione tanto nota di religione come "oppio
dei popoli", con la quale si voluto definire un atteggiamento
culturale tradizionale dell’uomo e colpire probabilmente
la nostra matrice cattolico-cristiana.


Signora Presidente, personalmente ritengo
di potermi sentire orgoglioso di essere cristiano, senza
con questo voler assolutamente offendere altre religioni,
e credo che il relativismo religioso sia importante per
tutti; per, ci troviamo anche in una citt che oltre ad
essere la capitale di uno Stato, si d il caso sia anche
la capitale della cristianit. Su questo non vi ombra
di dubbio: lo dimostra, ad esempio, il fatto che questa
citt, nell’anno giubilare, sia stata colpita da un vero
affronto, quello del Gay Pride. E’ inutile tentare
di nascondersi di fronte ai valori educativi dell’insegnamento
religioso: ve ne sono altri che non sono ritenuti tali e
infatti vi si contrappongono e vengono portati alla ribalta
in termini di scandalo, di affronto e di provocazione.


Si tratta di un argomento di cui discuto
con piacere in questa sede, perch credo che il 2000 sia
un anno importante e si debba prendere atto, in qualche
modo, della celebrazione in corso. Si pu benissimo non
essere credenti, ma condividere quanto stato detto dal
Santo Padre quando ad una festa solenne, di celebrazione
di 2.000 anni di cristianit, stato arrecato un affronto
cercando di portare alla ribalta atteggiamenti che sono
sempre stati considerati non pertinenti ad un buon comportamento
cristiano. Ritengo che non servano altre parole nei riguardi
di quanto accaduto nei giorni scorsi.


Desidero soltanto aggiungere che la definizione
ripetuta di "lavoratori" riferita agli insegnanti
di religione non – ahim! – assolutamente pertinente:
si continuano a considerare professionisti, ad esempio,
medici e avvocati, mentre soggetti che sono in realt insegnanti,
professori, professionisti dell’insegnamento vengono chiamati
lavoratori e non professionisti. Questo la dice lunga sulla
considerazione che si ha e si continua ad avere per tutto
il mondo della scuola e sulla fatica che si deve compiere
per garantire dignit ad esso.


Per concludere sul fenomeno del precariato
che intendiamo colpire, rilevo che, con l’approvazione del
provvedimento in esame e con l’accettazione della sospensione
abilitativa per gli insegnanti di religione, sar inserito
nell’ordinamento statuale un precedente per cui dovr essere
finalmente presa in considerazione la sospensione abilitativa
anche nei riguardi di insegnanti di altre discipline, allorch
le caratteristiche qualificanti dell’insegnamento dovessero
venire meno. Ci riguarda, infatti, non soltanto gli insegnanti
di religione cattolica, ma anche gli insegnanti di tutte
le materie.


PRESIDENTE
. Dichiaro chiusa la discussione generale.


Ha facolt di parlare il relatore.


BRIGNONE
, relatore . Signora Presidente,
avrei voluto replicare puntualmente a tutti gli interventi,
perch riconosco ai colleghi di aver profuso grande impegno
e di aver partecipato vivamente all’approfondimento di un
argomento che viene discusso per la prima volta nelle Aule
parlamentari. Purtroppo, soltanto ieri sera alle ore 18
sono stati presentati alcuni emendamenti che modificano
alcuni punti essenziali di tutti e cinque gli articoli del
testo unificato proposto dalla Commissione. Poich il termine
di scadenza per la presentazione dei sub emendamenti era
stato fissato alle ore 19,30, dovendo, in qualit di relatore,
seguire gli interventi degli onorevoli colleghi in Assemblea
e predisporre contemporaneamente i necessari subemendamenti,
ho dovuto sacrificare in parte entrambi gli impegni.


Nel corso della tarda serata e della notte
ho poi verificato l’esistenza in tali emendamenti interamente
sostitutivi di alcune imprecisioni, anche di natura formale,
che dovevano essere corrette. Soltanto questa mattina
stata predisposta la bozza di stampa n. 4, cio il fascicolo
degli emendamenti, sulla quale ho dovuto lavorare finora,
perdendo cos alcuni passi, anche significativi, degli interventi
dei colleghi, con i quali mi scuso per eventuali omissioni
in replica.


Rinvio per ad una replica piuttosto ampia
che ho effettuato alcuni giorni fa, nell’ambito della discussione
generale dell’affare che stato assegnato alla 7a
Commissione, ai sensi del articolo 50, comma 2, del Regolamento,
in merito all’insegnamento della religione cattolica nella
scuola di Stato secondo le norme concordatarie.


Infatti, devo sottolineare che, cos come
nell’affare assegnato alla Commissione si riaffacciava costantemente
la questione ancora irrisolta dello stato giuridico degli
insegnanti di religione cattolica, parimenti nel dibattito
di ieri e di oggi si riaffaccia costantemente la questione
della peculiarit e della necessit di una maggiore pregnanza
e dignit di questa disciplina, la quale compresa, come
tutti sappiamo, nelle finalit educative della scuola, ma
di fatto pu risultare marginalizzata dall’effettivo stato
di precariet in cui versano a tutt’oggi gli insegnanti
di religione cattolica.


Devo sottolineare altres che dal 1985
si dibattuto ripetutamente della questione della tutela
dei non avvalentisi dell’insegnamento della religione cattolica
e sulla questione dell’ora alternativa. Era stata invece
trascurata la questione dello stato giuridico degli insegnanti
di religione cattolica, sebbene fosse stata formulata una
formale promessa da parte dello Stato di addivenire ad una
soluzione del problema.


Ormai pressoch risolta, anche nell’ambito
dell’autonomia scolastica e delle riforme in atto nel campo
della scuola, la questione della tutela dei cosiddetti non
avvalentisi, l’attenzione del Parlamento si finalmente
appuntata, specie nel corso dell’attuale legislatura, sulla
necessit di definire lo stato giuridico degli insegnanti
di religione cattolica.


Il numero degli interventi, lo spazio dedicato,
stanno a significare anche un’acquisita consapevolezza della
dimensione del problema. Questo un fatto assolutamente
positivo, perch significa che finalmente ci si accorti
che una disciplina deve concorrere in modo interdisciplinare
con tutte le altre materie alle finalit educative; per,
l’insegnante che concorre al lavoro degli organi collegiali
per le stesse finalit deve avere la stessa dignit e gli
stessi diritti e doveri dei colleghi.


La questione, come potevamo attenderci,
proprio per la sua natura di res mixta non poteva
non dare luogo a delle riflessioni, a delle letture, a delle
interpretazioni anche di carattere ideologico. Questo d’altronde
stato da me sottolineato nelle trenta e pi cartelle di
relazione sull’affare assegnato, laddove ho compiuto un
excursus storico dell’insegnamento religioso dagli
anni dell’unit italiana fino agli anni della revisione
del Concordato e dell’Intesa.


Indubbiamente, le scelte che sono state
operate si sono accompagnate alle tendenze politiche. Vorrei
per sottolineare ancora una volta a quest’Aula che dalle
norme del 1929 all’Accordo del 1984 e all’Intesa del 1985
sono passati anni significativi che hanno determinato una
progressiva e importante maturazione nella considerazione
dell’insegnamento religioso. Si tratta di un insegnamento
che ora non ha pi un carattere confessionale-catechistico
– anche per il fatto che ormai la stragrande maggioranza
dei docenti laica – e che ha finalit ben precise, comprese
in quelle educative della scuola.


Mi parso di cogliere con rammarico che,
purtroppo, alcuni colleghi non hanno una precisa e approfondita
conoscenza dei programmi scolastici di religione cattolica
e delle finalit dell’insegnamento. Tra l’altro questi programmi,
alla luce del riordino dei cicli e della revisione dei curricula
e dei programmi scolastici, sono in fase di revisione, credo
ormai completata, da parte della Conferenza episcopale italiana
e quindi vengono aggiornati.


Presidenza
del presidente MANCINO


(Segue BRIGNONE, relatore).
Sottolineo quindi questa dimensione diversa che ha assunto
l’insegnamento religioso in seguito al Concordato e all’Intesa,
superando totalmente il carattere confessionale della disciplina.


Forse non sono state colte pienamente le
differenze e vi sono ancora barriere e steccati fra questa
e le altre discipline di insegnamento; il fatto stesso che
il giudizio su questa materia venga espresso su una scheda
a parte significa per l’allievo una diversit della disciplina,
forse una collocazione subordinata di essa rispetto alle
altre.


Pertanto, un dibattito sullo stato giuridico
degli insegnanti di religione non pu non allargarsi a temi
di grande respiro concernenti la laicit dello Stato, la
libert religiosa, la responsabilit educativa dei genitori
nella scelta se avvalersi oppure no, la collocazione curriculare
della disciplina nell’ambito del riordino dei cicli scolastici.
A tal proposito, il Governo ha sei mesi per attuare la delega
per varare le norme attuative: sappiamo che questi mesi
sono pressoch trascorsi.


Si tratta di questioni sulle quali, forse,
non occorre dissertare ulteriormente in sede di replica.
Rinvio dunque su questi temi all’ampia relazione, al dibattito
e alla mia replica in merito all’affare assegnato in 7a
Commissione, i cui atti sono a disposizione.


Vorrei sottolineare che in tutti gli interventi,
anche di forte opposizione, ho colto degli aspetti positivi,
perch mi hanno permesso di considerare la questione attraverso
molteplici sfaccettature, come giusto che sia nell’ambito
di un confronto democratico su una questione che investe
tutta la cittadinanza.


Certo, i senatori Co’ e Bergonzi, nella
richiesta di rinvio, hanno addotto argomentazioni e riferimenti
relativi alla giurisprudenza finora intervenuta sulla materia,
pi che sulla questione dello stato giuridico. E’ innegabile
che l’insegnamento della religione cattolica stato oggetto
di contenziosi anche a causa di soluzioni concordatarie
(non lo nego) che a taluni sono parse non del tutto adeguate,
anche se in realt, per, non sono state offerte finora
ipotesi di regolamentazione alternativa veramente organiche.


Alla luce dell’esperienza giurisprudenziale,
la tesi della tutela della libert costituzionale appare
priva di sostegno e l’assetto scolastico dell’insegnamento
di religione cattolica risulta conforme al principio di
laicit dello Stato, come viene ribadito costantemente.
Le disposizioni concordatarie, infatti, hanno resistito
alla sfida del dubbio di legittimit costituzionale, che
stato dissipato in modo inequivoco a pi riprese.


L’intervento del senatore Biscardi mi ha
trovato ovviamente molto attento, perch egli, con la consueta
onest intellettuale che tutti gli riconosciamo e che apprezziamo,
ha richiamato posizioni che ha assunto anche in merito alle
questioni relative al precariato scolastico. Desidero per
puntualizzare alcune cose riguardo alle argomentazioni addotte,
anche se pregevoli e dotate di equilibrio di giudizio.


Probabilmente i docenti di religione cattolica
non ameranno molto il senatore Biscardi, ma sento il dovere
di ringraziarlo, perch mi ha dato un contributo di opposizione
veramente significativo e approfondito; ho notato che ha
letto con molta attenzione la mia relazione: quindi, la
mia fatica non si svolta invano.


Il senatore Biscardi ha richiamato la nota
sentenza n. 203 del 1989 della Corte costituzionale, in
cui viene chiarito il principio di laicit dello Stato,
che non implica indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni,
ma anzi garanzia di salvaguardia di libert religiosa in
un regime di pluralismo confessionale e culturale. Certo,
la letteratura giurisprudenziale annovera una quantit di
sentenze e di pronunce; ne ho fatta una rassegna, sia pure
sommaria, nella mia relazione sull’affare assegnato. Vorrei,
per, ricordargli che in tale rassegna sono presenti anche
sentenze e pareri favorevoli alla partecipazione alle abilitazioni
riservate per i docenti di religione cattolica: quindi,
vi sono sentenze che si sono espresse in un modo e nell’altro.


Il collega ribadisce i quattro princpi
fondamentali a tutela dell’insegnamento, da me sottolineati
nella relazione (ne sono lieto): il riconoscimento del valore
della cultura religiosa; il riconoscimento che i princpi
del cattolicesimo sono parte del patrimonio storico del
popolo italiano; l’assicurazione di continuit dell’insegnamento;
l’inserimento, soprattutto, dell’insegnamento di religione
cattolica nel quadro delle finalit educative.


Ovviamente, l’attivit didattica integrativa,
determinata dalle istituzioni scolastiche nell’esercizio
dell’autonomia, potr essere perfezionata nell’ambito del
riordino dei cicli. Non per nulla mi sono posto la questione,
additando una possibilit di soluzione nella risoluzione
che oggi all’attenzione della 7a Commissione.
Riprender comunque questo argomento significativo, ribadendo
le opinioni espresse da altri colleghi.


Il senatore Mele mi ha dato una soddisfazione:
mi ha detto che leggendo la mia relazione si convinto
del contrario. Io non ambivo a dare delle convinzioni, ma
ci sono riuscito, perch una convinzione anche se contraria,
rimane pur sempre tale. Temo per di non essere riuscito
a tanto: temo di non averlo convinto, temo di averlo semplicemente
portato a constatare una sua pregiudiziale convinzione,
che cosa diversa. Il senatore Mele adduce un riferimento
alla situazione francese, Paese in cui l’insegnamento religioso
viene attuato il mercoled, giorno di chiusura delle scuole.
Se vogliamo scendere in questi dettagli, gli posso significare
che, per esempio, in Alsazia e in Moselle, in virt di un
sistema che risale al Concordato napoleonico, vige un insegnamento
della religione su iscrizione nelle scuole secondarie e
un’impostazione confessionale di tutto l’insegnamento nelle
primarie. Lascio peraltro alla sua volont di approfondimento
verificare la situazione in Inghilterra, in Norvegia, in
Danimarca e in Svezia, dove tra l’altro il sistema scolastico
finanziato dallo Stato largamente affidato all’iniziativa
privata di impronta confessionale.


In buona parte del sistema educativo pubblico
europeo innegabile che viene previsto comunque all’interno
della scuola uno spazio per l’insegnamento della religione;
non lo era nei Paesi a regime comunista. Non ne far l’elenco,
per debbo ricordare che dopo i rivolgimenti politico-istituzionali
stato abbastanza diffusamente riproposto anche in quei
Paesi l’insegnamento religioso, la cui esclusione era stata
una delle bandiere degli Stati socialisti. E’ errato per
affermare che noi, con questo provvedimento, intendiamo
rendere obbligatorio l’insegnamento di dottrina. Non obbligatorio
e non di dottrina; questo va ribadito.


Il senatore Rescaglio, da uomo di scuola,
molto addentro ai problemi del personale scolastico, ma
anche degli allievi, ha sottolineato la figura e il ruolo
del docente di religione cattolica, seppur in uno stato
di precariato, e il contributo che d negli organi collegiali.
Le stesse innovazioni scolastiche oggi in atto vedono protagonisti
gli insegnanti di religione cattolica. Quindi, il contributo
che essi apportano non si realizza soltanto negli organi
collegiali e in tutte le attivit para ed extra scolastiche,
ma soprattutto in quelle necessit educative della scuola
rivolte a fronteggiare il disagio giovanile in cui la peculiarit
dell’insegnante di religione cattolica pu maggiormente
esprimersi, nel dialogo con gli studenti, nel rapporto forse
diverso con gli stessi, nel giudizio che egli pu esprimere
ad integrazione delle risultanze delle singole discipline.
Tutto questo sta a sottolineare la forte valenza di un insegnante
di cui difficile, nell’attuale contesto educativo della
scuola, fare a meno.


D’altronde, la percentuale cos massiccia
degli avvalentisi nel nostro Paese sta a testimoniare che
una scelta, un riconoscimento delle famiglie nei confronti
della valenza formativa ed educativa della religione.


Il senatore Bosi ha sottolineato soprattutto
due temi: lo stato di precariet e i riflessi negativi che
ne derivano. Certo, forse la materia – talvolta anche
giusto dirlo – non viene espressa ad un livello corrispondente
alle potenzialit intrinseche, ma questo dovuto a fattori
esterni, allo stato di marginalizzazione in cui messa
di fatto talvolta la disciplina, allo stato di precariet
e al disagio che ne consegue in cui versano i suoi insegnanti.


Inoltre, sempre lo stesso senatore Bosi
– concordo con lui – sottolinea che non sono state assimilate
sufficientemente le norme concordatarie, perch viene ancora
ritenuta catechesi un’ora che a tutti gli effetti curriculare
e espressa da docenti laici.


Il senatore Marri ha sottolineato – come
gi a proposito dell’affare assegnato – soprattutto la povert
dell’attivit alternativa. Si potrebbe obiettare – ed
stato obiettato – che "l’ora del nulla", come
l’ha chiamata il senatore Marri, probabilmente tale anche
per le colpe della scuola. Sono d’accordo che si pu ridiscutere
come impiegare in modo proficuo quest’ora alternativa. Sappiamo
che le sentenze spesso ne hanno affidato la gestione all’esercizio
dell’autonomia scolastica, tanto pi adesso che l’autonomia
accentuata ed sancita dalla legge.


I richiami all’affare assegnato non possono
essere accantonati, ovviamente. Il senatore Marri ha riferito
le norme precise del Protocollo addizionale e dell’Intesa
e l’impegno diretto dello Stato anche nel processo di maturazione
intervenuto dal 1929 al 1984. Quanto sia stata laboriosa
la redazione del Concordato l’ho gi espresso nella mia
relazione e nella replica: 6 sono state le bozze successive,
a testimonianza di quale opera di affinamento e di approfondimento
stata condotta.


Il senatore Danzi ha sottolineato che solo
lo 0,4 per cento degli insegnanti di religione viene investito
dalla questione della revoca; per, giusto osservare che
anche se fosse soltanto lo 0,1 per cento si dovrebbe comunque
affrontare il problema. Ha rimarcato che questa proposta
di legge prevede una sorta di forzatura, perch richiede
un titolo di studio che sostanzialmente le norme pattizie
non prevedevano; di questo semmai parleremo quando passeremo
ad esaminare gli emendamenti presentati.


Inoltre, il collega Danzi ha sottolineato
anche l’istanza diffusa di etica nella societ italiana,
testimoniata dall’alta percentuale degli avvalentisi.


Il senatore Asciutti – lo ringrazio – ha
espresso apprezzamenti per la mia relazione al testo unificato.
Anch’egli ha distinto la catechesi dall’insegnamento di
religione cattolica, sottolineando anche le finalit e i
programmi, nonch il quadro di riferimento europeo per questa
disciplina. Ha ribadito che la facoltativit non significa
precariet.


Ecco, l’argomentazione sollevata da pi
parti che una disciplina non obbligatoria non pu dar luogo
ad una stabilit ovviamente si scontra con il fatto che
nella riforma in atto nella scuola e soprattutto con l’autonomia
scolastica si potranno verificare delle opzioni di scelte
curriculari. Da ci discende che alcune materie potranno
diventare opzionali: non soltanto la religione cattolica
ma, per esempio, le lingue straniere, che potranno essere
optate in una rosa di offerte formative.


Ebbene, un insegnante di una disciplina
non opzionata o opzionata in misura inferiore in un anno
scolastico non deve, da quel momento, essere collocato fuori
ruolo: sarebbe assurdo!


Il collega ha anche sottolineato un’altra
questione. Il senatore Biscardi ha rilevato che l’immissione
in ruolo di nuovi dipendenti statali contrasta alquanto
con il principio della riduzione derivante dalla razionalizzazione
del numero di questi dipendenti.


pur vero per quanto richiamato dal senatore
Asciutti e cio che, proprio in questi giorni, abbiamo affrontato
in 7a Commissione le problematiche attinenti
al personale ATA, trasferito dagli enti locali allo Stato,
che fortemente deficitario negli organici e che, quindi,
deve essere massicciamente integrato. Pertanto, la paventata
immissione in ruolo di questi insegnanti, ovviamente, deve
tener conto anche di altre situazioni, magari pi cospicue.


L’iter tormentato e rallentato del
provvedimento non sta a significare che esso zoppicante
ma – come ha sottolineato ieri il senatore Andreotti – che
non era ancora stata espressa coralmente la volont di portarlo
avanti trovando le opportune intese, dal momento che esistevano
ancora pregiudiziali che ne rallentavano l’esame. Il senatore
Asciutti ha espresso anche alcune critiche sugli emendamenti
interamente sostitutivi dei cinque articoli del testo proposto
dalla Commissione, sulle quali torner nell’espressione
del relativo parere.


Il senatore Nava ha sottolineato l’attuale
marginalit dell’insegnamento e la sofferenza dei docenti
di questa materia, intesa come materia che riconosce e valorizza
anche le differenze; si poi soffermato sulla questione
del laicismo quale strategia anticlericale volta a non considerare
i valori del Cattolicesimo nella storia, nella cultura e
nella tradizione del nostro Paese (tematiche queste riprese
successivamente dal senatore Gubert) e ha quindi sottolineato
il valore educativo dell’insegnamento di religione cattolica.
Aggiungerei il carattere di interdisciplinariet e pluridisciplinariet
insito in questa disciplina forse ancor pi che in altre:
come si pu insegnare la religione cattolica senza riferimenti
alla letteratura, alla musica, all’arte, alla filosofia
e alle espressioni del pensiero e della civilt umana?


Il senatore Bergonzi – devo riconoscere
– sta portando avanti la sua battaglia in coerenza con i
suoi princpi e con le sue convinzioni; egli ha richiamato
questioni di costituzionalit. Ebbene, senatore Bergonzi,
la 1a Commissione non ha espresso il proprio
parere; abbiamo atteso i giorni necessari, come previsto
dal Regolamento, quindi abbiamo proseguito i nostri lavori.
In quest’Aula sono presenti molti colleghi componenti della
Commissione affari costituzionali e, evidentemente, hanno
piena libert di esprimersi in tema di costituzionalit.


D’altronde, subito all’indomani dell’Accordo
e dell’Intesa, alcune pronunce e sentenze si sono interessate
anche di aspetti giuridici e costituzionali in essi contenuti;
staremo a vedere quanto accadr in futuro. Devo sottolineare
per che le stime che il senatore adduce circa gli insegnanti
che potrebbero essere messi in ruolo (da 10.000 a 20.000)
non sono cos approssimate; l’ufficio tecnico del Ministero,
infatti, ha fornito alla 5a Commissione dati
estremamente precisi per consentirle di eseguire i calcoli,
secondo un metodo induttivo, dei costi di copertura del
provvedimento.


Quindi, addirittura sono stati definiti
all’unit e non alla decina di migliaia, per ogni ordine
di scuola.


inteso che ogni anno possono verificarsi
delle variazioni data la possibilit di avvalersi o meno
dell’insegnamento, ma noi sappiamo anche che la proposta
legislativa riporta una percentuale del 70 per cento dei
posti messi a disposizione per l’immissione in ruolo, la
quale percentuale garantisce ampiamente lo stato attuale
e anche le previsioni nel futuro, neanche tanto immediato,
di quelle che potranno essere le opzioni di scelta.


stata poi richiamata anche l’opinione
degli altri insegnanti che hanno raggiunto il ruolo con
concorsi. Senatore Bergonzi, lei ed io conosciamo parimenti
il mondo della scuola. Lei sa che dai lontani "diciassettisti"
in poi molti insegnanti hanno raggiunto la stabilit nel
mondo della scuola attraverso procedure non esattamente
concorsuali. Sa bene che molti docenti hanno ottenuto il
ruolo di settimo livello pur senza essere in possesso della
laurea e sa anche che nel mondo della scuola esistono tuttora
molti insegnanti non laureati, ad esempio professori di
educazione tecnica, di educazione artistica o di educazione
fisica. Pertanto, non pu paventare una sollevazione di
80.000 docenti contro gli insegnanti precari di religione
cattolica, che tutti conoscono perch sono gli unici a gestire
18 classi nelle scuole medie e in quelle superiori. Si tratta
di insegnanti che si trovano di fronte ad una grande mole
di lavoro e, se non altro, dimostrano una partecipazione
agli organi collegiali della scuola assolutamente non comparabile
con nessun’altra situazione di docenti. Ad alcuni professori
sono assegnate cattedre che comportano 13 o 14 ore di insegnamento
in una o due classi, mentre gli insegnanti di religione
lavorano con 18 classi e con centinaia di alunni. Ritengo
quindi che la rivoluzione da lei paventata, senatore Bergonzi,
non possa avvenire.


Il senatore Monticone ha giustamente rilevato
che l’oggetto in questione non l’insegnamento ma lo stato
giuridico, anche se la peculiarit dell’insegnamento comporta
evidentemente riflessi sullo stato giuridico. un tema
sul quale stiamo discutendo da molti mesi.


Il senatore Monticone, inoltre, ha sottolineato
anche l’evoluzione che c’ stata nella scuola e i nuovi
profili professionali che si impongono agli insegnanti,
compresi quelli di religione cattolica. Pertanto, introdurre
un rigoroso sistema concorsuale a regime non una questione
di scelta di coscienza – e convengo fermamente con il senatore
Monticone ringraziandolo per averla sollevata – ma di finalit
della scuola. Questa convinzione maturata, credo, in tutti
o quasi tutti. comunque una questione della scuola prima
che politica.


Mi rivolgo poi al senatore Masullo. Non
ce l’abbia con me se purtroppo ho perso parte del suo intervento,
dal momento che mi correva l’obbligo di verificare negli
emendamenti sostitutivi degli articoli del disegno di legge
alcune disposizioni – che illustrer successivamente – che
dovevano essere urgentemente affinate o corrette, altrimenti
avrebbero potuto provocare conseguenze veramente pesanti.


Conosciamo tutti la lucidit mentale, la
preparazione e la capacit di indagine e critica del senatore
Masullo il quale ha addotto argomenti come sempre pregevoli
anche sul piano filosofico, che richiamano, peraltro, temi
da lui affrontati in discussione generale sull’affare assegnato.


Mi ripropongo di leggere con molta attenzione
nel resoconto di Assemblea quanto detto dal senatore Masullo
e di rispondergli in modo conveniente a quanto richiede
lo spessore del suo intervento.


Il senatore Gubert ha ribadito non solo
infondato il timore di diminutio delle prerogative
dello Stato, ma ha sottolineato anche la tradizione ebraico-cristiana
che ha fortemente connotato la nostra cultura, dandole pregnanza
di contenuti, come peraltro sottolineato dalle disposizioni.
Di fronte a ci, l’ora settimanale appare inadeguata.


Auspicherebbe inoltre, nel riordino dei
cicli, uno spazio diverso: effettivamente questo un problema
importante nel momento in cui si stanno definendo i curricula
scolastici. Noi sappiamo che l’ora di religione una nella
scuola media e nella scuola media superiore, mentre sono
due nelle elementari: non sappiamo quale sar la sorte dell’ora
di religione nel settennio di base. Ho presentato una proposta
di risoluzione nell’affare assegnato perch questo un
argomento importante sul quale l’Assemblea deve dare precise
indicazioni al Governo. Certamente, dare dignit alla disciplina
significa anche dare dignit ai docenti.


Per quanto concerne l’ordine del giorno
da lui presentato, che richiama un argomento da me trattato
nella relazione sull’affare assegnato, cio l’insegnamento
della religione cattolica nelle cosiddette regioni di confine
– questione giuridicamente molto sottile – mi esprimer
successivamente. Frattanto, lo ringrazio di aver riproposto
all’attenzione generale un argomento importantissimo e fortemente
negletto per un lungo corso di anni.


Il senatore Camber sottolinea le argomentazioni
vetero-pregiudiziali emerse. Posso anche convenire; per,
devo fargli notare che, a mio modo di vedere, esse non sono
state cos diffuse e prevalenti; anzi, anche negli interventi
critici e contrari credo di aver colto significativi contributi.
Come stato affermato dal senatore Monticone, la questione
molto pi scolastica e meno politica di quanto possa sembrare.
Per, e in questo convengo con il senatore Camber, la massiccia
scelta tuttora in atto di avvalersene da parte delle famiglie
e degli allievi ci d un quadro preciso del riconoscimento
che i cittadini attribuiscono all’ora di religione nella
sua valenza formativa, pur in presenza di opzioni alternative.
Se essa viene scelta, pur in presenza di un’alternativa,
evidentemente un significato in tutto questo c’.


Infine, il senatore Lorenzi. Ho perso parte
del suo discorso, proprio per affinare alcune questioni
di carattere normativo, ma ricordo il suo intervento sull’affare
assegnato in cui individuava un rapporto – allora, la necessit
di un rapporto – quasi di privatizzazione nei confronti
del corpo docente. Certo, in questo momento noi stiamo affrontando
un’armonizzazione di stato giuridico dei docenti e non un’opzione
totalmente alternativa che si configurerebbe di un diverso
rapporto.


In conclusione di tutto ci, penso di poter
affermare che non esiste veramente un vuoto legislativo
sull’istruzione religiosa, come si vorrebbe dimostrare,
perch gli interessi ivi connessi sono in effetti garantiti
giuridicamente dal complesso equilibrio degli Accordi, che
determinano sia forme di controllo, sia autonomia confessionale
nella gestione dei contenuti.


Per quanto concerne specificamente lo stato
giuridico, al di l delle evidenti difficolt di ricercare
equilibri normativi, l’intento dello Stato di dare una nuova
disciplina dello stato giuridico dei docenti di religione
cattolica, dichiarato quindici anni fa nell’Intesa fra Ministero
della pubblica istruzione e Conferenza episcopale italiana,
forse non un impegno nel senso letterale di immissione
in ruolo, ma quella dell’immissione in ruolo evidentemente
e coerentemente l’ipotesi pi ovvia con cui pu essere definita
la nuova disciplina giuridica dei docenti di religione cattolica.


Sottolineo che, precedentemente all’Accordo,
la qualificazione professionale era rimessa discrezionalmente
all’autorit ecclesiastica. Con l’Accordo lo Stato conviene
con un sistema di qualificazione professionale, mentre con
il disegno di legge in esame disciplina anche il reclutamento.
Le numerose proposte di legge da cui scaturito il testo
unificato concordano, d’altronde, sulla parificazione dello
stato giuridico e sull’immissione in ruolo, ottenibile transitoriamente
a determinate condizioni, per esempio con l’anzianit maturata.


In conclusione, con questa proposta lo
Stato viene coinvolto e si crea in tal modo, consequenzialmente,
la premessa per l’inserimento nel ruolo dello Stato dei
docenti di religione cattolica. Il problema della dipendenza
dall’autorit ecclesiastica non messa in discussione da
nessuna delle proposte di legge da cui il testo unificato
discende. innegabile che la componente pi significativa
della nuova identit degli insegnanti di religione cattolica
l’inserimento nei ruoli, ma anche l’inserimento nelle
finalit scolastiche, corrispondentemente, della disciplina
da essi insegnata. (Applausi dai Gruppi LFNP,
FI, UDEUR, PPI, CCD e AN e dei senatori Lorenzi, Gubert,
Ossicini e Crescenzio. Congratulazioni)
.


PRESIDENTE. Ha facolt di parlare il rappresentante
del Governo.


GAMBALE , sottosegretario
di Stato per la pubblica istruzione
. Signor Presidente,
il Governo esprime apprezzamento e approvazione per il fatto
che dopo molti anni, com’ stato anche sottolineato nella
discussione di questi giorni, si arrivati finalmente a
discutere nel merito un provvedimento legislativo che risponde
anche ai dettati dell’Intesa del 1985 tra Conferenza episcopale
italiana e Stato italiano. Come Governo, abbiamo seguto
con attenzione e rispetto il dibattito che si svolto prima
in Commissione e poi in Aula, tenendo conto che il disegno
di legge e resta d’iniziativa parlamentare.


Nel corso della discussione sono emerse
posizioni culturali e politiche molto diverse, che si sono
confrontate in un dialogo, credo, fecondo. Infatti, chi
ha seguto come me e come tanti di voi la discussione dall’inizio
non pu non rendersi conto dello sforzo che stato compiuto
da tanti senatori, che voglio ringraziare pubblicamente,
insieme anche all’iniziale relatore Occhipinti e all’attuale
relatore Brignone, anche per l’affare assegnato alla 7a
Commissione permanente, che ha fornito un importante contributo
alla discussione nel merito.


Si tratta di un confronto che ha dato la
possibilit di superare posizioni precostituite e di giungere
ad una mediazione che ritengo alta, perch nei binari definiti
dalla Costituzione, dal Concordato e dall’Intesa e nel rispetto
delle norme che sono state approvate in tema di riforma
della scuola, di riordino dei cicli e di nuove norme concorsuali,
danno luogo ad un impianto legislativo che ci consente di
porre fine – speriamo – ad un’ulteriore fetta di precariato
presente nella scuola, riconoscendo piena dignit, ruolo
e certezza giuridica agli insegnanti di religione cattolica.


PRESIDENTE
. Do lettura dei pareri espressi dalla 5a Commissione
permanente sul disegno di legge in esame.


"La Commissione programmazione economica,
bilancio, per quanto di propria competenza, esprime parere
di nulla osta".


"La Commissione programmazione economica,
bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, per quanto
di competenza, esprime parere di nulla osta, a condizione,
ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, che sia inserita
una clausola di copertura che quantifichi l’onere in lire
510 milioni per il 2000 e in lire 47 miliardi a decorrere
dal 2002. Esprime quindi parere di nulla osta sugli emendamenti
trasmessi, ad eccezione che sugli emendamenti 1.2, 1.6,
1.7, 1.8, 2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 2.6, 2.7, 2.8, 2.10, 2.11,
5.4, 5.5, 5.6, 5.15, 5.16, 5.17, 2.12, 2.13, 2.14, 4.10,
4.11 e 5.01, per i quali il parere contrario ai sensi
dell’articolo 81 della Costituzione".


"La Commissione programmazione economica,
bilancio, per quanto di propria competenza, esprime parere
di nulla osta sugli ulteriori emendamenti trasmessi, ad
eccezione che sugli emendamenti 2.1000/1, 2.1000/2 e 5.0.1000,
per i quali il parere contrario ai sensi dell’articolo
81 della Costituzione".


Procediamo all’esame degli articoli, nel
testo unificato proposto dalla Commissione.


Passiamo all’esame dell’articolo 1, sul
quale sono stati presentati emendamenti, che si intendono
tutti illustrati.


Invito pertanto il relatore ed il rappresentante
del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.


BRIGNONE
, relatore . Signor Presidente, non nascondo di aver
incontrato alcune difficolt nello svolgimento del mio lavoro,
perch l’ultima bozza di stampa degli emendamenti stata
fornita – per ovvi motivi – soltanto questa mattina e quindi
il testo degli emendamenti che era disponibile ieri sera
alle ore 18 (con il termine di scadenza per la presentazione
dei subemendamenti fissato alle ore 19,30) risultava, in
alcune parti, leggermente diverso da quello attualmente
in esame. Sono stato pertanto costretto ad un lavoro di
affinamento, reso superfluo dall’analogo sforzo compiuto
dagli uffici tecnici che, come me, nel corso della notte
hanno riscontrato alcune imperfezioni e le hanno corrette.


Mi limito ad un esempio: nella redazione
originaria dell’emendamento 1.3, presentato dal senatore
Biscardi e da altri senatori, non compariva un riferimento
alle norme pattizie.


BISCARDI. Signor Presidente, intendo ritirare
l’emendamento 1.3.


BRIGNONE, relatore. Il mio parere
dunque contrario a tutti gli emendamenti presentati all’articolo
1, escluso l’emendamento 1.1000 (in merito al quale registro
una singolare inversione fra i commi rispetto al testo originario)
sul quale esprimo parere favorevole.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Signor Presidente, il Governo
esprime parere favorevole all’emendamento 1.1000 e contrario
a tutti gli altri.


PRESIDENTE
. Metto ai voti l’emendamento 1.1, presentato dal senatore
Russo Spena e da altri senatori.


Non approvato.


Ricordo che l’emendamento 1.3 stato test
ritirato.


Metto ai voti l’emendamento 1.1000/1, presentato
dai senatori Bergonzi e Cortiana.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 1.1000/2, presentato
dai senatori Bergonzi e Cortiana.


Non approvato.


Passiamo alla votazione dell’emendamento
1.1000.


MARRI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


MARRI. Signor Presidente, dichiaro il voto
contrario di Alleanza Nazionale all’emendamento 1.1000,
perch elimina tutta la parte del testo dell’articolo 1
che richiama l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica
italiana. Ci rappresenta per noi uno stravolgimento dell’articolo
1, per cui chiediamo che si proceda con la votazione nominale
con scrutinio simultaneo.


ASCIUTTI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


ASCIUTTI. Signor Presidente, l’emendamento
1.1000 sembra apparentemente analogo al testo proposto dalla
Commissione. In realt, e neppure in maniera velata, si
elimina tutta la parte del comma 1 dell’articolo 1 concernente
il Concordato tra la Repubblica italiana e la Santa Sede.


Non comprendo il motivo della presentazione
dell’emendamento; se un testo vale l’altro, opportuno
che resti invariata la formulazione proposta dalla Commissione.
Per questo motivo voteremo contro tale emendamento.


DANZI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


DANZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi,
non comprendo per quale ragione l’emendamento 1.1000 non
stato illustrato. Il Gruppo del CCD favorevole all’approvazione
del disegno di legge nel testo proposto dalla Commissione,
che equilibrato, fa salve le peculiarit concordatarie
e tutela una categoria di lavoratori che oggi precaria
ed emarginata. Non comprendiamo perch gli emendamenti siano
sostenuti con tanta determinazione e voteremo contro le
proposte di modifica.


PAGANO
. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


PAGANO. Signor Presidente, desidero chiarire
ai colleghi che la presentazione dell’emendamento 1.1000
non stata un capriccio.


Il testo proposto dalla Commissione, che
ha unificato diverse proposte legislative, stato redatto
quando non era ancora entrata in vigore la legge sulla riforma
dei cicli scolastici. L’emendamento 1.1000 modifica il testo
dell’articolo 1 in ragione della riforma intervenuta; inoltre,
il richiamo alle norme concordatarie ci sembra pleonastico,
trattandosi di norme vigenti. L’espunzione di questo riferimento
quindi di natura formale e non contiene alcuna ambiguit.


Ripeto che le modifiche del testo sono
connesse alla riforma dei cicli; invito i colleghi a leggere
il testo proposto dalla Commissione per verificare che esso
non contempla alcune novit della riforma. (Commenti
del senatore Asciutti)
.


BERGONZI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


BERGONZI. Signor Presidente, annuncio il
voto favorevole dei Comunisti Italiani all’emendamento 1.1000.


Essendo contrari all’istituzione del ruolo
degli insegnanti di religione, per le ragioni che spiegher
in sede di dichiarazione di voto finale, voteremo contro
il disegno di legge al nostro esame.


Voteremo invece a favore dell’emendamento
1.1000 per evitare che sia approvata la parte peggiore dell’articolo
1. Con la reiezione di tale proposta modificativa il testo
dell’articolo 1 risulterebbe definito in modo peggiorativo;
il nostro voto favorevole alla proposta di modifica tende
dunque ad evitare il male peggiore.


BRIGNONE
, relatore . Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
vorrei sottoporre ai colleghi una considerazione. L’emendamento
1.1000 stato firmato da un ampio schieramento di colleghi,
non appartenenti certamente ad una sola forza politica.


La senatrice Pagano ha illustrato poc’anzi
le motivazioni dell’alternanza dei commi e del riferimento
preciso alla costituenda scuola di base e quindi al riordino
dei cicli.


Certamente, come molti colleghi, mi sono
posto anch’io la questione della necessit o meno di un
riferimento esplicito alle norme pattizie, ma poich la
norma volta all’istituzione dei ruoli, posso anche considerare,
nella fattispecie, superflua la destinazione dell’insegnamento,
perch l’argomento in oggetto l’istituzione del ruolo
dell’insegnamento di una disciplina. chiaro poi che questa
disciplina sar impartita nel quadro delle finalit contemplate
dalle norme pattizie, le quali, in ogni caso, non vengono
sottaciute ma richiamate successivamente, laddove effettivamente
necessario.


Ritengo quindi che una motivazione che
richieda fermamente un riferimento a norme pattizie pu
essere opportuna o meno, ma una questione che riguarda espressamente
non le finalit dell’insegnamento ma l’istituzione delle
classi di ruolo non deve essere considerata comunque sotto
un profilo politico.


MONTICONE
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


MONTICONE. Signor Presidente, concordo
con quanto hanno detto il relatore e la senatrice Pagano,
e vorrei specificare che la formulazione proposta dall’emendamento
1.1000 molto importante per gli insegnanti di religione
cattolica, perch sono istituiti, a differenza di quanto
recitava il testo originario, i due ruoli, uno dei quali
comprende tutta la costituenda scuola di base, e quindi
le elementari ma anche le attuali scuole medie inferiori.


Pertanto, la norma importante perch
– come del resto, con altri emendamenti, firmati anche da
me – si elimina per questi insegnanti l’obbligo di presentare
la laurea nella fase transitoria; quindi, in tal modo, questa
possibilit verr estesa agli insegnanti dell’attuale scuola
media.


PRESIDENTE
. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata
dal senatore Marri, risulta appoggiata dal prescritto numero
di senatori, mediante procedimento elettronico.


(La richiesta risulta appoggiata).


Votazione nominale con scrutinio simultaneo


PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
dell’emendamento 1.1000, presentato dalla senatrice Pagano
e da altri senatori, sostitutivo dell’intero articolo.


Indco pertanto la votazione nominale con
scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
si esprimeranno di conseguenza.


Dichiaro aperta la votazione.


(Segue la votazione).


Il Senato approva. (v. Allegato
B
).


A seguito della precedente votazione,
sono pertanto preclusi tutti i restanti emendamenti presentati
all’articolo 1.


Saluto ad una delegazione della Camera
dei consiglieri del Regno del Marocco


PRESIDENTE
. E’ presente in tribuna una delegazione della Camera dei
consiglieri del Regno del Marocco, guidata da due questori
di quell’Assemblea parlamentare.


Alla delegazione rivolgo il saluto dell’Assemblea
del Senato della Repubblica e il mio personale. (Generali
applausi
).


Ripresa della discussione dei disegni
di legge

nn.
662
,
703
,
1411
,
1376
e
2965
e della petizione n. 447


PRESIDENTE
. Passiamo all’esame dell’articolo 2, sul quale sono stati
presentati emendamenti, che invito i presentatori ad illustrare.


RUSSO SPENA. Signor Presidente, do per
illustrato l’emendamento 2.1.


BERGONZI. Signor Presidente, do anch’io
per illustrato l’emendamento 2.2.


BESOSTRI. Signor Presidente, do per illustrato
l’emendamento 2.3.


MARRI. Signor Presidente, do per illustrato
il subemendamento 2.1000/1.


ASCIUTTI
. Signor Presidente, preciso brevemente che il motivo per
cui il subemendamento 2.1000/2 propone di "sostituire
le parole:
"60 per cento" con le altre:
"70 per cento"" quello di mantenere il
testo approvato dalla Commissione, votato peraltro non solo
da noi di Forza Italia e del Polo, ma anche dal Partito
Popolare Italiano (che, rilevo, sta avendo dei ripensamenti
su diversi punti gi votati in Commissione).


Il motivo che ci induce a proporre di prevedere
il 70 per cento molto semplice. Ci potrebbero essere delle
province in cui alcuni insegnanti, per mancanza di posti
in quelle realt, potrebbero essere esclusi; quindi, per
non escluderli, sarebbe auspicabile mantenere il testo della
Commissione, prevedendo quindi il 70 per cento.


Do per illustrato il subemendamento 2.1000/3
e i restanti emendamenti presentati all’articolo 2.


BISCARDI
. Signor Presidente, aggiungo la mia firma all’emendamento
2.1000 e procedo alla sua illustrazione, anche se tale proposta
emendativa si illustrerebbe da s.


Voglio soltanto osservare che nel testo
approvato dalla Commissione era previsto il 70 per cento
dei posti da coprire con insegnanti a tempo indeterminato,
che proponiamo invece di ridurre al 60 per cento per un
motivo molto semplice: una rispondenza alla realt, anche
perch, nella composizione del corpo docente della materia,
noi abbiamo una gran parte di laici, ma anche una parte
di religiosi. Ebbene, in questa fase, che naturalmente
di transizione, come sempre deve avvenire quando instauriamo
un nuovo regime, dobbiamo farci carico di ci nel modo pi
sereno possibile e pi rispondente alla realt. Questo
l’intento dell’emendamento.


Debbo anche esprimere il compiacimento
per l’accordo raggiunto tra una vasta platea di quest’Assemblea.


Do, inoltre, per illustrati i restanti
emendamenti che ho presentato all’articolo 2.


PRESIDENTE
. Gli emendamenti presentati dal senatore Monticone sarebbero
sostanzialmente superati dall’emendamento 2.1000.


BEVILACQUA. Signor Presidente, do per illustrati
gli emendamenti presentati all’articolo 2.


PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante
del Governo a pronunciarsi sugli emendamenti in esame.


BRIGNONE
, relatore . Signor Presidente, chiaro che la questione
importante quella relativa alla pi volte citata percentuale.
Era stata individuata la misura del 70 per cento perch
sembrava rispondere in modo equilibrato alle effettive necessit
e anche alle statistiche dei non avvalentisi, considerate
pure in proiezione.


Devo riconoscere che mi meraviglia non
tanto la richiesta di innalzamento all’80 per cento pervenuta
da un’ala del Parlamento, ma la richiesta di riduzione,
perch evidentemente essa lascia maggiore spazio alla componente
di religione cattolica nell’insegnamento della materia,
la quale potrebbe (uso il condizionale) anche dare una coloritura
di pi accentuata confessionalit all’insegnamento; per,
ritengo che questo sia uno scopo non certamente perseguito
dai presentatori dell’opzione di riduzione di tale percentuale.


Sulla base di queste considerazioni, non
certamente da questo momento, ma avendo gi meditato in
merito nei giorni scorsi ed essendomi anche consultato in
sedi opportune, chiedo ai presentatori se non ritenga che
una percentuale di due terzi corrisponda in modo equilibrato
sia all’opzione prevista nel testo del 70 per cento sia
a quella dell’80 per cento contenuta in alcune proposte
emendative, sia a quella del 50 per cento prevista da altre.
Non sto facendo una media aritmetica, ma solo una media
di buon senso, due su tre. Mi sembra la proposta pi equilibrata
e chiedo alla senatrice Pagano se pu venire incontro a
questa mia richiesta.


PRESIDENTE. Senatrice Pagano, accoglie
l’invito del relatore?


PAGANO. No, signor Presidente.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Signor Presidente, il Governo
esprime parere favorevole all’emendamento 2.1000 e contrario
a tutti gli altri emendamenti.


PRESIDENTE
. Passiamo agli emendamenti 2.1, 2.2 e 2.3, tra loro identici,
su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario,
per cui sarebbero improcedibili, a meno che 15 senatori
non ne chiedano la votazione.


Invito il senatore segretario a verificare
se vi l’appoggio del prescritto numero di senatori alla
votazione, mediante procedimento elettronico.


(La richiesta non risulta appoggiata).


Poich non vi l’appoggio alla richiesta
di votazione, gli emendamenti 2.1, 2.2 e 2.3 sono improcedibili.


Passiamo all’emendamento 2.1000/1, su cui
la 5a Commissione ha espresso parere contrario.


MARRI. Ne chiediamo la votazione.


PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal
senatore Marri, risulta appoggiata dal prescritto numero
di senatori, mediante procedimento elettronico.


(La richiesta non risulta appoggiata).


L’emendamento 2.1000/1 pertanto improcedibile.


Passiamo all’emendamento 2.1000/2, su cui
la 5a Commissione ha espresso parere contrario,
per cui sarebbe improcedibile, a meno che il prescritto
numero di senatori non ne chieda la votazione.


Invito il senatore segretario a verificare
l’appoggio del prescritto numero di senatori alla votazione,
mediante procedimento elettronico.


(La richiesta non risulta appoggiata).


L’emendamento 2.1000/2 pertanto improcedibile.


Passiamo alla votazione dell’emendamento
2.1000/3


ASCIUTTI. Chiediamo la votazione nominale
con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio
simultaneo, avanzata dal senatore Asciutti, risulta appoggiata
dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento
elettronico.


(La richiesta risulta appoggiata).


Votazione nominale con scrutinio simultaneo


PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
dell’emendamento 2.1000/3, presentato dal senatore Asciutti
e da altri senatori.


Indco pertanto la votazione nominale con
scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
si esprimeranno di conseguenza.


Dichiaro aperta la votazione.


(Segue la votazione).


Il Senato non approva. (v. Allegato
B
).


 


Ripresa della discussione dei disegni
di legge

nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento
2.1000, interamente sostitutivo dell’articolo 2.


Senatore Brignone, stante la contrariet
della senatrice Pagano ad accogliere la sua proposta di
modifica, vuole chiarire il suo parere sull’emendamento
in questione?


BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
avevo subordinato il mio parere favorevole al fatto che
fosse modificata la percentuale prevista dall’emendamento.
Visto che la senatrice Pagano non ha accolto la mia proposta
di modifica, il mio parere non favorevole.


ASCIUTTI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


ASCIUTTI. Signor Presidente, dal momento
che l’emendamento 2.1000, rispetto al testo originario dell’articolo
2, modifica solo la percentuale, mi aspettavo che il relatore
esprimesse un parere favorevole, come ha fatto in Commissione.


Inoltre, chiedo la votazione mediante procedimento
elettronico.


MARRI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


MARRI. Signor Presidente, dichiaro il nostro
voto contrario su questo emendamento.


In Commissione avevamo deciso, insieme
alle forze politiche della sinistra, che la percentuale
arrivasse al 70 per cento. Per noi tale percentuale era
gi bassa e volevamo – come abbiamo proposto con l’emendamento
2.6 – portarla all’80 per cento, ma speravamo che per lo
meno quello che si era deciso fosse mantenuto anche da quelle
parti – mi riferisco al Partito Popolare Italiano e agli
altri partiti cattolici – che avevano difeso in Commissione
questo provvedimento legislativo.


Credo che la percentuale del 70 per cento
dovrebbe rimanere ma poich la senatrice Pagano si dichiarata
contraria, voteremo contro l’emendamento 2.1000.


BERGONZI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


BERGONZI. Signor Presidente, dichiaro il
mio voto favorevole all’emendamento 2.1000.


DANZI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


DANZI. Signor Presidente, non riusciamo
a comprendere in alcun modo tanta cattiveria nei confronti
di questi lavoratori precari, per cui voteremo contro questo
emendamento. Rimaniamo assolutamente stupiti dal mutamento
di opinione da parte dei Gruppi cattolici che si verificato
nel passaggio dell’esame del provvedimento dalla Commissione
all’Assemblea.


PRESIDENTE
. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata in precedenza
dal senatore Asciutti, risulta appoggiata dal prescritto
numero di senatori, mediante procedimento elettronico.


(La richiesta risulta appoggiata).


Votazione nominale con scrutinio simultaneo


PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
dell’emendamento 2.1000, interamente sostitutivo dell’articolo
2, presentato dalla senatrice Pagano e da altri senatori.


Indco pertanto la votazione nominale con
scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
si esprimeranno di conseguenza.


Dichiaro aperta la votazione.


(Segue la votazione).


Il Senato approva. (v. Allegato
B
).



Ripresa della discussione dei disegni
di legge

nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


PRESIDENTE. Restano pertanto preclusi tutti
gli altri emendamenti all’articolo 2.


Passiamo all’esame dell’articolo 3, sul
quale sono stati presentati alcuni emendamenti che invito
i presentatori ad illustrare.


RUSSO SPENA. Signor Presidente, gli emendamenti
3.1, 3.4, 3.7, 3.9, 3.11 e 3.13 si illustrano da s.


BESOSTRI. Signor Presidente, l’emendamento
3.2 si illustra da s.


BERGONZI. Signor Presidente, gli emendamenti
3.3, 3.1000/2 e 3.1000/4 si illustrano da s.


ASCIUTTI. Signor Presidente, l’emendamento
3.1000/1 si illustra da s.


MARRI. Signor Presidente, anche l’emendamento
3.1000/3 si illustra da s.


PAGANO. Signor Presidente, l’emendamento
3.1000 si illustra da s.


BISCARDI. Signor Presidente, ritiro gli
emendamenti 3.5 e 3.8.


MONTICONE. Signor Presidente, ritiro gli
emendamenti 3.6, 3.10 e 3.12.


PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante
del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.


BRIGNONE
, relatore . Signor Presidente, esprimo parere contrario
sugli emendamenti 3.1, 3.2, 3.3, 3.4, 3.1000/1 (perch
chiaro che debbono essere compatibili con questa legge;
viene appunto introdotto il criterio di compatibilit),
3.1000/2, 3.1000/3 e 3.1000/4.


Mi rimetto al Governo e all’Assemblea sull’emendamento
3.1000, interamente sostitutivo dell’articolo 3, concernente
il reclutamento.


GAMBALE , sottosegretario
di Stato per la pubblica istruzione
. Signor Presidente,
il Governo esprime parere favorevole sull’emendamento 3.1000
e parere contrario su tutti gli altri emendamenti.


PRESIDENTE
. Metto ai voti l’emendamento 3.1, presentato dal senatore
Russo Spena e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 3.2, presentato
dal senatore Besostri, identico all’emendamento 3.3, presentato
dal senatore Bergonzi e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 3.4, presentato
dal senatore Russo Spena e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 3.1000/1, presentato
dal senatore Asciutti e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 3.1000/2, presentato
dai senatori Bergonzi e Cortiana.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 3.1000/3, presentato
dal senatore Marri e da altri senatori.


Non approvato.


Passiamo alla votazione dell’emendamento
3.1000/4.


BERGONZI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


BERGONZI. Signor Presidente, dichiaro,
ovviamente, il voto favorevole all’emendamento 3.1000/4
indicandone la ragione.


Con i commi 2 e 3, di cui ho proposto la
soppressione, si opera una forzatura rispetto al testo concordatario
stipulato tra lo Stato italiano e la Santa Sede nella parte
concernente l’insegnamento della religione. Si prevede,
infatti, la preclusione – se cos si pu definire – del
riconoscimento dell’idoneit non tanto per l’insegnamento
della religione ma per l’ammissione alla partecipazione
ad un concorso per l’accesso ad un ruolo dello Stato.


Dal punto di vista giuridico, istituzionale
e anche costituzionale, condizioni normative come quelle
proposte rappresentano, a mio giudizio, una forzatura molto
forte rispetto al Concordato e al modo in cui lo stesso
attualmente applicato. Per essere chiaro fino in fondo,
oggi l’autorit ecclesiastica riconosce l’idoneit all’insegnamento
della religione, e non a partecipare a concorsi per insegnare
tale materia.


PRESIDENTE
. Metto ai voti l’emendamento 3.1000/4, presentato dai senatori
Bergonzi e Cortiana.


Non approvato.


Passiamo alla votazione dell’emendamento
3.1000, sostitutivo dell’intero articolo.


ASCIUTTI. Chiediamo la votazione nominale
con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio
simultaneo, avanzata dal senatore Asciutti, risulta appoggiata
dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento
elettronico.


(La richiesta risulta appoggiata).


Votazione nominale con scrutinio simultaneo


PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
dell’emendamento 3.1000, presentato dalla senatrice Pagano
e da altri senatori, sostitutivo dell’intero articolo.


Indco pertanto la votazione nominale con
scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
si esprimeranno di conseguenza.


Dichiaro aperta la votazione.


(Segue la votazione).


Il Senato approva. (v. Allegato
B
).


 


Ripresa della discussione dei disegni
di legge

nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


PRESIDENTE. A seguito di tale votazione,
risultano preclusi tutti i restanti emendamenti presentati
sull’articolo 3.


Passiamo all’esame dell’articolo 4, sul
quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori
ad illustrare.


BERGONZI. Signor Presidente, do per illustrati
gli emendamenti 4.1 e 4.5.


RUSSO SPENA. Signor Presidente, do per
illustrati gli emendamenti 4.2, 4.4 e 4.7.


BESOSTRI. Signor Presidente, anch’io do
per illustrato l’emendamento 4.3.


MARRI. Signor Presidente, do per illustrati
gli emendamenti 4.1000/1 e 4.1000/3.


ASCIUTTI
. Signor Presidente, do per illustrato l’emendamento 4.1000/2.


Con l’emendamento 4.1000/4 si propone di
sostituire la previsione di un quinquennio con quella di
un biennio, in quanto, a mio avviso, due anni sono pi che
sufficienti per congelare i posti rimasti vacanti a seguito
di revoca dell’idoneit; prevedere cinque anni mi sembra
veramente eccessivo.


Do infine per illustrato l’emendamento
4.11.


PAGANO. Signor Presidente, do per illustrato
l’emendamento 4.1000 (Testo corretto).


BISCARDI. Signor Presidente, ritiro gli
emendamenti 4.6 e 4.8.


MONTICONE. Anch’io, signor Presidente,
ritiro l’emendamento 4.9.


MARRI. Signor Presidente, l’emendamento
4.10 si illustra da s.


PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante
del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.


BRIGNONE
, relatore . Signor Presidente, certamente la questione
della mobilit dopo un certo numero di anni comporta valutazioni
che possono anche essere dicotomiche tra loro, perch siamo
di fronte a proposte emendative che spaziano da due fino
a cinque anni. Forse il termine di due anni non garantisce
una stabilit che andrebbe a vantaggio della disciplina,
perch la stabilit dell’insegnante garantisce anche una
maggiore pregnanza e la possibilit di esplicare un’azione
didattica pi significativa, perch continuata nel tempo.


anche vero per che quanto proposto dalla
senatrice Pagano e da altri senatori con l’emendamento 4.1000,
fissando il termine di cinque anni, pu risultare effettivamente
alquanto penalizzante.


Chiedo, quindi, alla senatrice Pagano se
disposta a ridurre il termine di cinque anni a quattro
anni di effettivo insegnamento dall’assunzione in ruolo,
proposta che mi sembra equilibrata.


In caso contrario, mi rimetto all’Aula.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione.
Signor Presidente, esprimo parere
favorevole sull’emendamento 4.1000, mentre il parere su
tutti gli altri emendamenti contrario.


PRESIDENTE
. Metto ai voti l’emendamento 4.1, presentato dal senatore
Bergonzi e da altri senatori, identico all’emendamento 4.2,
presentato dal senatore Russo Spena e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 4.4, presentato
dal senatore Russo Spena e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 4.3, presentato
dal senatore Besostri.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 4.5, presentato
dal senatore Bergonzi e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 4.1000/1, presentato
dal senatore Marri e da altri senatori, identico all’emendamento
4.1000/2, presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 4.1000/3, presentato
dal senatore Marri e da altri senatori, identico all’emendamento
4.1000/4, presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


Non approvato.


Senatrice Pagano, il relatore Brignone
ha chiesto di apportare una modifica all’emendamento 4.1000
(Testo corretto). E’ d’accordo?


PAGANO. Signor Presidente, non accolgo
la richiesta.


PRESIDENTE. Senatore Brignone, in questo
caso il suo parere diventa contrario?


BRIGNONE, relatore. S, signor Presidente,
il mio parere in tal caso contrario.


PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento
4.1000 (Testo corretto).


TABLADINI. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


TABLADINI. Signor Presidente, richiedo
fin da ora la votazione nominale con scrutinio simultaneo
sull’emendamento in esame.


PRESIDENTE. Ne prendo atto.


ASCIUTTI
. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Su cosa, senatore Asciutti?.


ASCIUTTI. Per dichiarazione di voto, signor
Presidente. Non l’abbiamo molto tediata oggi.


PRESIDENTE. La dichiarazione di voto
una facolt del senatore e non una mia concessione.


ASCIUTTI. La ringrazio.


Non riesco a comprendere il motivo per
cui i colleghi del Gruppo Democratici di Sinistra vogliono
essere cos restrittivi su una questione cos semplice e
chiara.


Ho chiesto che il termine di cinque anni
fosse ridotto a due, perch un periodo di cinque anni
eccessivo. Il relatore aveva proposto semplicemente di ridurre
tale termine a quattro anni, che non sono poca cosa; chi
vive il mondo scolastico sa benissimo che si tratta di un
lungo lasso di tempo. Malgrado ci, da parte di questa maggioranza
non c’ la minima volont di accettare nemmeno quello che
sembrerebbe molto semplice per tutti.


Per questo motivo, voteremo contro l’emendamento
4.1000 e la ragione di fondo – possiamo anche dirlo – di
tutti questi emendamenti sostitutivi degli articoli, della
nuova riscrittura del disegno di legge, consiste in un meccanismo
che non riesco a comprendere.


Infatti, questi emendamenti si potevano
benissimo presentare e discutere in Commissione, ma in quella
sede c’ stata chiusura netta. Qui in Aula i DS, o parte
dei DS, si sono ravveduti per mettere i Popolari in condizione
di seguirli in questo cambiamento. I Popolari erano con
noi sul disegno di legge originale, quello licenziato dalla
Commissione, cos come l’UDEUR; ci hanno ripensato e hanno
accettato questi cambiamenti che sono indubbiamente peggiorativi
del testo; non mi vengano infatti a dire che sono migliorativi,
per cui questo nuovo aggiustamento li ha convinti a cambiare
idea! No: si sono convinti esclusivamente per non rompere
la maggioranza; esclusivamente per questo.


Questa denuncia io la faccio in quest’Aula,
alla Nazione tutta, perch lo si sappia. Non c’ altro dietro
questi emendamenti. Per tale ragione, signor Presidente,
noi del Gruppo Forza Italia voteremo contro l’emendamento
4.1000.


CASTELLANI
Pierluigi
. Domando di parlare per dichiarazione
di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


CASTELLANI Pierluigi. Signor Presidente,
intervengo per annunciare il voto favorevole del Gruppo
del Partito Popolare Italiano all’emendamento 4.1000, ricordandone
le motivazioni, che in parte sono quelle che ha espresso
il relatore nel manifestare la propria contrariet agli
altri emendamenti.


Innanzitutto, bisogna offrire stabilit
all’insegnante, alla classe, agli alunni, e quindi i cinque
anni rappresentano proprio il termine ragionevole che anche
in altra ipotesi l’ordinamento scolastico prevede: ad esempio,
per gli insegnanti di sostegno, per il passaggio da un insegnamento
all’altro.


Questo quindi il primo motivo: siamo
nell’ordinamento scolastico, siamo in linea con altre previsioni
e siamo d’accordo sul fatto che occorre dare stabilit e
continuit didattica a questo insegnamento.


L’altra ragione che l’abbassamento eccessivo
di questo termine farebbe pensare che l’insegnamento della
religione uno strumento per impartire altri insegnamenti
e vogliamo evitare che vi sia questa nube che inficia in
qualche modo tutto il disegno di legge.


Per questi motivi, i Popolari votano convintamente
a favore dell’emendamento 4.1000. (Applausi dal Gruppo
PPI).


PIREDDA
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


PIREDDA. Signor Presidente, onorevoli colleghi,
il Gruppo del CCD vota contro l’emendamento in esame, perch
stranamente quest’ultimo rappresenta un restringimento delle
varie fattispecie che erano state approvate in Commissione
con il voto della maggioranza. Non si comprende la ragione
del peggioramento della norma; di certo, ad esempio, l’introduzione
del limite dei cinque anni non compariva nel testo approvato
in Commissione.


Francamente, ci meravigliamo del fatto
che per questo tipo di lavoratori, cio gli insegnanti di
religione cattolica, venga previsto un lasso di tempo cos
elevato mentre per tante altre categorie di lavoratori soprattutto
la sinistra non ha mai chiesto un tempo cos lungo di esercizio
delle funzioni.


Rileviamo inoltre che per esempio stata
cassata l’ipotesi, assai pi ampia, contenuta nel comma
3 del testo della Commissione, secondo cui chi non fruisce
della mobilit professionale nel comparto del personale
della scuola "ha titolo a partecipare alle procedure
di diversa utilizzazione e di mobilit collettiva previste…"
e via dicendo. Probabilmente ci avvenuto per recuperare
il consenso di quella parte dell’estrema sinistra che aveva
dichiarato di essere assolutamente contraria a questo disegno
di legge. Ci meravigliamo infatti di come, a fronte di tutti
gli emendamenti totalmente soppressivi dei vari articoli
presentati dal Gruppo di Rifondazione Comunista, vi sia
adesso invece il voto favorevole di Rifondazione Comunista
ad un testo che lontanissimo dalle sue proposte emendative.


Ribadisco, in conclusione, il nostro voto
contrario.


PERUZZOTTI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


PERUZZOTTI. Signor Presidente, a pensare
male si fa peccato, visto che si sta parlando degli insegnanti
cattolici, per qualche volta ci si azzecca.


Io ho la netta impressione, signor Presidente,
che questo provvedimento debba fare la fine ingloriosa di
quello sulla procreazione medicalmente assistita: una guerra
tra bande all’interno della maggioranza lo ha affossato.
Adesso sta avvenendo la stessa cosa, signor Presidente.


Noi voteremo contro l’emendamento 4.1000
e denunciamo pubblicamente, in quest’Aula, che da parte
del centro-sinistra in atto il tentativo di affossare
il provvedimento in esame. (Applausi dai Gruppi LFNP,
FI e CCD. Congratulazioni)
.


NAPOLI
Roberto
. Domando di parlare per dichiarazione
di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


NAPOLI Roberto. Signor Presidente, esprimendo
il voto favorevole a nome del Gruppo UDEUR sull’emendamento
4.1000, vorrei fare una prima riflessione.


Non mi pare proprio che il provvedimento
in esame possa avere lo stesso iter di quello sulla
fecondazione assistita, a proposito del quale proprio io
chiesi la sospensione dell’esame. Mi pare che la preoccupazione
pi forte del Polo e della Lega sia vedere la maggioranza
oggi unita su un testo di grande equilibrio, che tiene conto
delle diverse componenti. (Applausi dai Gruppi UDEUR
e PPI. Commenti dai Gruppi LFNP e FI)
.


Capisco che l’obiettivo dell’opposizione
quello di dividere, ma questa volta non ci siete riusciti
e di ci, come Capigruppo, noi siamo assolutamente contenti.
(Commenti dai Gruppi LFNP e FI).


Per quanto riguarda il merito dell’emendamento
4.1000, dopo l’approvazione degli altri due emendamenti
da noi sottoscritti come maggioranza, anche le parti pi
direttamente interessate ( ovvio che mi riferisco a tutto
il mondo che si muove nell’area cattolica e non agli insegnanti
di religione) stanno comprendendo che questo provvedimento,
dopo 16 anni, fornisce finalmente una risposta ad un problema
sul quale Governi e Parlamenti precedenti avevano scelto
la via del rinvio.


Noi, come Senato, stiamo portando a termine
l’iter di un disegno di legge che fornisce una risposta
ai problemi che erano sul tappeto, anche con grande coraggio
rispetto a chi aveva preferito il rinvio. Abbiamo rifiutato
qualsiasi logica di tipo trasversale per l’approvazione
del provvedimento, perch quando alcuni colleghi del Polo
chiedono il bipolarismo, devo sottolineare che noi in questo
bipolarismo crediamo anche sui provvedimenti. Probabilmente
avrebbe fatto comodo che questo disegno di legge. (Vivaci
commenti dai Gruppi LFNP, FI e AN)
.


PRESIDENTE. Per favore, senatore Napoli,
usi argomenti didattici non di schieramento. (Vivaci
commenti dai Gruppi LFNP, FI, CCD e AN).


Senatore Asciutti, consenta al senatore
Napoli di portare a compimento la sua riflessione.


PERUZZOTTI. Vergogna!


NAPOLI Roberto. Signor Presidente, lei
sa benissimo, dopo sette anni, che possono dire quello che
vogliono, ma io non mi turbo per alcun motivo. Lo sanno
benissimo anche loro. (Commenti dai Gruppi LFNP, FI,
CCD e AN)
.


PERUZZOTTI. Vergogna!


NAPOLI Roberto. Volevo terminare il mio
intervento esprimendo, a nome del mio Gruppo, il voto favorevole
sullo specifico tema proposto dall’emendamento 4.1000 che
noi abbiamo sottoposto all’esame dell’Assemblea, invitando
anche il collega del CCD che adesso ha parlato a rileggere
con attenzione il testo di tale emendamento. Cos facendo,
egli per primo si renderebbe conto che abbiamo dato una
risposta seria ad un problema che esisteva.


Per questo motivo, il Gruppo UEDUR voter
a favore dell’emendamento 4.1000. (Applausi dai Gruppi
UDEUR, PPI e DS. Congratulazioni).


MARRI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


MARRI. Signor Presidente, dopo le dichiarazioni
del senatore Napoli, ci accorgiamo che questo un patto
fatto all’interno di una maggioranza che si stava sgretolando
e che adesso riuscita – come sostiene il senatore Napoli
– a ricompattarsi nel bipolarismo, anche se tutto quanto
stato detto e fatto in Commissione non conta pi, perch
qui sono stati raggiunti nuovi accordi e nuovi patti. Ci
penalizza notevolmente questi lavoratori, questi insegnanti
tanto difesi dalla sinistra, ma oggi lasciati da una parte,
lasciati perdere perch alla sinistra fa comodo ricompattarsi
ancora una volta.


Ebbene, siamo abituati ormai a tutto ci:
ascoltiamo persone che ieri sostenevano una cosa e oggi
ne affermano un’altra e vediamo personaggi eletti da una
parte politica passare ad un’altra (Applausi dai Gruppi
AN e FI)
.


Non ci stupiamo pi di niente, neppure
che gli insegnanti di religione siano penalizzati dallo
stravolgimento del testo in esame, operato mediante i nuovi
emendamenti ad esso presentati, con la complicit del Partito
Popolare e dell’UDEUR. (Applausi dai Gruppi AN e FI).


PRESIDENTE
. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata
dal senatore Tabladini, risulta appoggiata dal prescritto
numero di senatori, mediante procedimento elettronico.


(La richiesta risulta appoggiata).


Votazione nominale con scrutinio simultaneo


PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
dell’emendamento 4.1000 (Testo corretto), presentato dalla
senatrice Pagano e da altri senatori, sostitutivo dell’intero
articolo.


Indco pertanto la votazione nominale con
scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
si esprimeranno di conseguenza.


Dichiaro aperta la votazione.


(Segue la votazione).


Il Senato approva. (v. Allegato
B
).



Ripresa della discussione dei disegni
di legge

nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi
tutti i restanti emendamenti presentati all’articolo 4.


Passiamo all’esame dell’articolo 5, sul
quale sono stati presentati emendamenti, che invito i presentatori
ad illustrare.


BRIGNONE
, relatore . Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
l’articolo 5 reca norme transitorie e finali abbastanza
delicate, che devono essere affrontate con assoluta serenit
e oggettivit. Inoltre, gli emendamenti pi significativi
fra quelli presentati mi hanno imposto una ricognizione
notturna di alcune disposizioni legislative vigenti che,
se applicate come configurato nel dettato emendativo, potrebbero
pregiudicare la partecipazione al concorso dei docenti di
scuola media superiore, i quali sembrerebbero esclusi anche
da quanto previsto negli emendamenti che ho potuto esaminare
soltanto in mattinata.


Desidero infine confrontarmi con i presentatori
dell’emendamento 5.1000 in merito alle prove concorsuali
perch, per come sono configurate, sembrerebbero abbastanza
penalizzanti. Si prevede, infatti, che docenti diplomati,
magari in possesso di diploma tecnico, siano sottoposti
ad un accertamento della cultura posseduta "nel campo
delle scienze sociali, filosofiche e storiche", il
cui studio, sinceramente, non viene contemplato da nessuna
norma pattizia.


Ho intenzione di avanzare delle proposte,
che chiedo fermamente siano accolte, perch ritengo che
per gli insegnanti di religione sia necessario verificare
– come stato previsto per tutto il personale precario
della scuola – esclusivamente le esperienze acquisite, le
competenze didattiche e pedagogiche in possesso degli aspiranti
all’immissione in ruolo e la conoscenza delle riforme in
atto nel mondo della scuola (vale a dire l’autonomia scolastica,
i nuovi organi collegiali e le possibilit di interdisciplinariet
della propria materia in rapporto alle altre), in modo che
l’insegnante dimostri di essere veramente preparato per
concorrere alle finalit educative, per quanto di sua competenza,
in collaborazione con i docenti delle altre discipline.


Non condivido, invece, la proposta di chiedere
ad un perito, o ad un geometra, in possesso del previsto
titolo conseguito negli istituti superiori di scienze religiose,
che gli fornisce una competenza specifica per l’insegnamento,
di provare le sue conoscenze nel campo delle scienze filosofiche,
storiche e sociali, che sono di competenza esclusiva di
chi laureato in scienze umane e storia.


Signor Presidente, per tutte le ragioni
esposte, chiedo una sospensione dei nostri lavori al fine
di verificare le richieste avanzate e di trovare un accordo.
(Applausi dai Gruppi LFNP e FI).


PRESIDENTE. Invito la senatrice Pagano
a pronunciarsi sulla proposta del relatore.


PAGANO
. Signor Presidente, concordo con la proposta di esplicitare
il richiamo alle disposizioni dell’articolo 53 della legge
n. 312 del 1980, e successive modificazioni, per evitare
i pericoli paventati dal relatore.


Per quanto riguarda l’accertamento della
cultura posseduta dal candidato nel campo delle scienze
sociali, filosofiche e storiche, lo stesso relatore ha riconosciuto
che le scienze religiose ricomprendono tali discipline.


CASTELLI
. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


CASTELLI. Signor Presidente, il senatore
Brignone, se ho ben capito, si sta lamentando di aver potuto
prendere visione di una nuova bozza del fascicolo degli
emendamenti soltanto ieri sera. Ci mi stupisce perch esiste
una prassi (almeno cos sempre stato per gli emendamenti
che noi volevamo presentare in corso d’opera) nel senso
che il termine di scadenza fissato con congruo anticipo
rispetto all’esame dell’Assemblea. In questo caso assistiamo
invece alla presentazione di emendamenti all’ultimo momento
non da parte del relatore n del Governo, e il relatore
incontra difficolt nell’esaminarli.


Vedo che il dottor Nocilla sta diligentemente
consultando il Regolamento. E’ vero che ai sensi dell’articolo
100, comma 4, del Regolamento gli emendamenti, se firmati
da otto senatori, possono essere presentati anche il giorno
stesso della discussione, purch la presentazione avvenga
almeno un’ora prima dell’inizio della seduta. Voglio per
ricordare che in questa legislatura ci non mai accaduto,
mentre accaduto spesso che la nostra richiesta di presentare
emendamenti nel corso della seduta sia stata respinta.


Vorrei capire esattamente che cosa accaduto
in questo caso.


PRESIDENTE
. Senatore Castelli, alle ore 18,30 di ieri sono stati presentati
alcuni emendamenti e sono stati fissati i termini per la
presentazione di subemendamenti. La questione in esame
la proposta avanzata dal relatore, che la prima presentatrice
dell’emendamento 5.1000 si dichiarata disponibile ad accogliere.


Dobbiamo pertanto procedere, invitando
il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull’emendamento
in questione e sulla proposta avanzata dal relatore.


GAMBALE , sottosegretario
di Stato per la pubblica istruzione
. Signor Presidente,
il Governo favorevole all’emendamento 5.1000 e alle proposte
di esplicitazione dell’articolo 53 della legge n. 312 del
1980, e successive modificazioni, perch l’attuale dizione
potrebbe effettivamente dar luogo ad interpretazioni diverse.


Sulla sospensione non mi pronuncio, rimettendomi
ad una decisione dell’Assemblea.


ASCIUTTI
. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


ASCIUTTI. Signor Presidente, apprezzo la
correttezza e la seriet del relatore Brignone, il quale
ha pi di una ragione per dichiarare le sue perplessit.


In primo luogo, non affatto vero che
negli istituti superiori di scienze religiose si studino
scienze sociali, filosofiche e storiche. In secondo luogo,
il personale che insegna religione cattolica nelle scuole
in molti casi non proviene dagli istituti superiori di scienze
religiose, ma di ci l’emendamento 5.1000 non tiene conto.


Concordo sulla breve sospensione, ma soltanto
se essa comporter una modifica dell’emendamento 5.1000;
altrimenti, sarebbe soltanto una perdita di tempo.


SPECCHIA
. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


SPECCHIA. Signor Presidente, per quanto
riguarda la delicata questione sollevata dal senatore Castelli,
anche a me e ad altri colleghi del mio Gruppo capitato
di sentirci dire dalla Presidenza e dai collaboratori di
essa che non potevamo presentare emendamenti una volta scaduto
il termine stabilito ab initio. Noi, disciplinatamente
e responsabilmente, ci siamo sempre attenuti a quanto ci
stato detto e io sono certamente uno dei senatori presente
da pi tempo in quest’Aula.


Prendo atto che lei, signor Presidente,
avvalendosi di un potere discrezionale, ha ritenuto di ammettere
dopo il termine stabilito la presentazione di alcuni emendamenti
da parte della maggioranza. Vorrei allora sapere, dal momento
che siamo tutti senatori e dobbiamo godere di una condizione
di parit per poter esercitare il nostro mandato, se da
oggi in poi lei accetter anche gli emendamenti presentati
dopo il termine, sia pure con otto o pi firme, da parte
di tutti i Gruppi e di tutti i senatori.


Se cos non dovesse accadere, mi permetterei
di non essere assolutamente d’accordo, perch strappi al
Regolamento non possono essere fatti nemmeno da parte dell’autorevole
Presidenza. Dobbiamo lavorare con tranquillit, sapendo
che le regole del gioco valgono per tutti e sono sempre
quelle che abbiamo scritto o concordato nei fatti. (Applausi
dal Gruppo AN).


PRESIDENTE
. Vorrei fare presente ai colleghi che hanno sollevato riserve
circa i tempi di presentazione degli emendamenti che personalmente
– per quanto riguarda la legislatura in corso -, quando
colleghi appartenenti a pi Gruppi mi hanno chiesto di presentare
emendamenti anche fuori termine, apprezzate le circostanze,
ho sempre dato parere favorevole.


In secondo luogo, nel caso specifico, ci
troviamo ad esaminare un disegno di legge presentato all’Aula
per l’approvazione; quindi, ammettere emendamenti, sia pure
tardivi, finalizzati ad una migliore comprensione del testo
o all’acquisizione di maggiori convergenze, rientra nei
poteri discrezionali del Presidente del Senato (Commenti
dai Gruppi LFNP e AN)
ed io mi sono avvalso di questo
potere discrezionale. (Applausi dai Gruppi DS, PPI e
UDEUR e del senatore Vertone Grimaldi).


Per quanto riguarda, infine, la richiesta
avanzata dal relatore, senatore Brignone, constatato che
sono le ore 12,25, consento una breve sospensione, come
da lui richiesto.


Pertanto, sospendo la seduta per dieci
minuti.


(La seduta, sospesa alle ore 12,25,
ripresa alle ore 12,36)
.


PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.


BRIGNONE
, relatore . Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
l’emendamento 5.1000 necessitava di un approfondimento,
che stato compiuto, in quanto conteneva un riferimento
all’articolo 3, commi 6 e 7, del decreto del Presidente
della Repubblica n. 399 del 1988, il quale sostanzialmente
contempla le norme necessarie per la progressione economica
dei docenti e contempla altres una distinzione tra i docenti
di scuola materna, elementare e media e i docenti di scuola
media superiore.


Infatti, mentre gli insegnanti di scuola
materna ed elementare devono avere quattro anni di anzianit
di servizio e un monte orario settimanale non inferiore
a dodici ore, per quanto concerne le scuole secondarie questo
riferimento non viene citato. Allora, si desumerebbe che
potrebbero essere considerati solo gli insegnanti che abbiano
le diciotto ore di insegnamento, a meno che la riduzione
non sia imposta da ragioni strutturali. In altre parole,
ci significa che in una scuola vi pu essere disponibilit
di sedici o diciassette ore ma non di diciotto, e allora
viene comunque considerato trattamento di cattedra per non
costringere l’insegnante ad insegnare anche in un’altra
scuola per un’ora di completamento.


Per, chiaro che una situazione estremamente
differente rispetto alle dodici ore considerate negli altri
ordini e gradi di scuole.


Da una norma di questo genere, risulterebbero
fortemente penalizzati gli insegnanti di scuola media superiore,
perch se nelle grandi citt probabilmente hanno cattedre
di diciotto ore, nei piccoli e medi centri, generalmente
non riescono a disporre dell’orario di cattedra. Conseguentemente,
sarebbero esclusi dalle prove concorsuali.


In considerazione di ci, ho chiesto ai
proponenti di sopprimere le parole: "ai quali si applicano
le disposizioni di cui all’articolo 53, ultimo comma, della
legge n. 312 del 1980, nonch di cui all’articolo 3, commi
6 e 7, del decreto del Presidente della Repubblica n. 399
del 1988" sostituendole con le seguenti: "che
abbiano prestato servizio nell’insegnamento della religione
cattolica per almeno 4 anni e per un orario settimanale
non inferiore a 12 ore esplicato anche in ordini e gradi
scolastici diversi". Tengo a precisare che questo suggerimento
ricalca in gran parte un emendamento presentato in precedenza
dal senatore Biscardi.


Sulla questione delle norme concorsuali,
chiaramente occorrer confrontarsi in Aula, per cui ritengo
opportuno chiedere la votazione per parti separate dell’emendamento
5.1000.


PRESIDENTE
. Chiedo alla senatrice Pagano se accetta la riformulazione
proposta dal relatore.


PAGANO. S, signor Presidente.


PRESIDENTE. Per quanto riguarda la richiesta
di votazione per parti separate dell’emendamento 5.1000,
nel testo riformulato, se non si fanno osservazioni cos
rimane stabilito.


Metto ai voti l’emendamento 5.1, presentato
dal senatore Bergonzi e da altri senatori, identico agli
emendamenti 5.2, presentato dal senatore Russo Spena e da
altri senatori, e all’emendamento 5.3, presentato dal senatore
Besostri.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 5.1000/1, presentato
dal senatore Marri e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 5.1000/2, presentato
dal senatore Marri e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 5.1000/3, presentato
dai senatori Bergonzi e Cortiana.


Non approvato.


Passiamo alla votazione dell’emendamento
5.1000/4, identico all’emendamento 5.1000/5.


ASCIUTTI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


ASCIUTTI. Signor Presidente, la richiesta
di sopprimere all’emendamento 5.1000 le parole: "nella
scuola dell’infanzia e nella costituenda scuola di base"
significa nient’altro che ripristinare ci che dal 1985
l’Accordo aveva posto.


Vorrei ricordare – e con questo rispondo
anche a quanto detto precedentemente – che per l’insegnamento
della religione cattolica l’articolo 4 del decreto del Presidente
della Repubblica n. 751 del 1985 richiede il possesso di
uno dei seguenti titoli di qualificazione professionale:
titolo accademico in teologia o nelle altre discipline ecclesiastiche;
attestato di compimento del regolare corso di studi teologici
in un seminario maggiore; diploma accademico di magistero
in scienze religiose; diploma di laurea valido nell’ordinamento
italiano. Quindi, il diploma di laurea fino ad ora era una
delle casistiche per l’accesso a questo insegnamento.


Adesso, di colpo, per rimanere nei ruoli
di insegnamento nella scuola superiore un docente deve essere
laureato mentre, con l’artifizio che il circolo elementare-medio
oggi unico, siccome ci sono anche i diplomati, l va bene,
laddove per il ciclo di studi superiore no. Qualcuno poi
dimentica che, di fatto, oggi per tutti gli insegnanti
richiesta la laurea.


Ora, per questa fattispecie l’Accordo non
prevedeva esclusivamente la laurea, che era solo una delle
casistiche. Questi insegnanti hanno dei titoli, anche se
diversi (sono titoli della Santa Sede), e oggi non li si
vuole pi riconoscere.


La soppressione che chiedo significa trattare
alla stessa stregua gli insegnanti delle medie, delle elementari
e delle superiori; non lasciare che se, per un colpo di
fortuna, l’anno scorso un insegnante stato assegnato alla
scuola media inferiore entri nei ruoli anche se non laureato,
mentre se ha avuto la sfortuna di essere assegnato alla
scuola superiore resti al passo.


E’ una sperequazione che non comprendo
e che un Governo, una maggioranza, un Parlamento non dovrebbero
mai accettare. Per questo motivo, chiediamo la votazione
nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento
elettronico degli emendamenti in esame.


PRESIDENTE
. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore
Asciutti, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori,
mediante procedimento elettronico.


(La richiesta risulta appoggiata).


Votazione nominale con scrutinio simultaneo


PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
dell’emendamento 5.1000/4, presentato dal senatore Marri
e da altri senatori, identico all’emendamento 5.1000/5,
presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


Indco pertanto la votazione nominale con
scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
si esprimeranno di conseguenza.


Dichiaro aperta la votazione.


(Segue la votazione).


Il Senato non approva. (v. Allegato
B
).



Ripresa della discussione dei disegni
di legge

nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


PRESIDENTE. Metto ai voti l’emendamento
5.1000/6, presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 5.1000/7, presentato
dal senatore Marri e da altri senatori, identico all’emendamento
5.1000/8, presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


Non approvato.


Metto ai voti l’emendamento 5.1000/9, presentato
dal senatore Asciutti e da altri senatori.


Non approvato.


Passiamo alla votazione del comma 1 dell’emendamento
5.1000 (Nuovo testo).


ASCIUTTI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


ASCIUTTI. Signor Presidente, dichiaro il
voto favorevole del mio Gruppo e ringrazio, nel contempo,
il relatore per l’opera di mediazione svolta.


PRESIDENTE
. Metto ai voti il comma 1 dell’emendamento 5.1000 (Nuovo
testo), presentato dalla senatrice Pagano e da altri senatori.


approvato.


Passiamo alla votazione del comma 2.


BRIGNONE
, relatore . Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
non essendomi pronunziato sul comma 2, vorrei esprimere
il mio parere negativo, pur comprendendo le motivazioni,
anche serie, che sono alla base della richiesta del requisito
del possesso del diploma di laurea per l’insegnamento nella
scuola media superiore. Evidentemente, si ritiene che la
laurea possa consentire al docente di religione di confrontarsi
con pari dignit rispetto ai colleghi.


Ai senatori presentatori dell’emendamento
devo per sottolineare che la norma in esame, non essendo
assolutamente prevista dal Concordato e dall’Intesa, rappresenta
una forzatura che si introduce in questa sede.


Per questo motivo, pur rimettendomi all’Assemblea
per il giudizio definitivo, essendo molto perplesso mi dichiaro
contrario sul comma 2 dell’emendamento in discussione.


ASCIUTTI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


ASCIUTTI. Signor Presidente, mi auguro
che il Governo esprima il suo pensiero sul comma 2, che
fondamentale, per vedere se veramente gli italiani sono
uguali o, viceversa, diversi di fronte alla legge e a questo
Parlamento. Non aggiungo altro, perch quanto ho precedentemente
espresso sull’emendamento 5.1000/5, tendente proprio alla
modifica di tale comma, vale anche in questo caso.


Pertanto, voteremo contro il comma 2, che
chiediamo sia posto in votazione mediante procedimento elettronico.


CASTELLI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


CASTELLI. Signor Presidente, colleghi,
approfitto di questa dichiarazione di voto per fare la seguente
osservazione. Mi sembra che questa mattina in Aula si stia
svolgendo una discussione che, sebbene sia del tutto corretta
dal punto di vista formale, quanto meno irrituale.


Ancorch in 7a Commissione si
sia svolto un lavoro molto approfondito, ci si trova oggi
a discutere su emendamenti presentati all’ultimo momento
dalla maggioranza, in riferimento ai quali lo stesso relatore
ha pi volte espresso la propria difficolt, avendone affrontato
il merito addirittura questa notte.


Anche dalle proposte e dalle controproposte
che vengono avanzate, mi sembra che in questa sede stia
operando una sorta di megacomitato ristretto che, francamente,
non riesco a capire n a seguire.


La maggioranza dovrebbe assumersi le proprie
responsabilit: se il testo licenziato dalla Commissione
non era adeguato, visto che ne ha tutto il diritto e la
facolt doveva cambiarlo allora e non all’ultimo momento,
in questo modo, che per certi versi mi sembra assolutamente
surrettizio.


Vorrei cogliere il dato politico della
presenza in quest’Aula di alcune forze politiche, come i
Popolari o l’UDEUR, che si dicono cattoliche e portatrici
di valori relativi alla religione cattolica ma che in realt
poi sono sempre al seguito e dietro il carro della sinistra,
che anche oggi sta denunciando chiaramente quali sono le
sue vere inclinazioni.


Credo che questo sia il dato politico che
deve scaturire dalla discussione di stamattina e invito
il relatore a prenderne atto e a dirci se gli emendamenti
che si stanno approvando e che stanno cambiando radicalmente
il testo del provvedimento in esame sono tali da salvare
la sostanza o da stravolgerla. In questo secondo caso, infatti,
ritengo che passeremmo da un dato tecnico ad uno prettamente
politico e tutti quanti dovremmo quantomeno trarne le dovute
conclusioni.


BOSI
. Domando di parlare per dichiarazione di voto.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


BOSI. Signor Presidente, l’intervento del
senatore Castelli pone un problema serio e reale, anche
nei confronti del ruolo del relatore.


Capisco che l’organicit di un testo che
viene sostenuto e illustrato dal relatore al termine di
un percorso di lavoro e di approfondimento lungo, come quello
che stato svolto in Commissione, oggi rischia di saltare
interamente con la presentazione di emendamenti – in merito
ai quali, peraltro, vi poco spazio, tempo e modo di approfondimento
– che rischiano di cambiare l’intero volto del disegno di
legge.


Allora, questa forzatura – cos l’ha definita
il relatore – in merito alla questione della laurea davvero
rappresenta un passaggio critico, delicato e di grande importanza.


Non dimentichiamo che questo al nostro
esame un provvedimento che mira principalmente a sanare
una situazione che si perpetua da anni e che richiede comunque,
per un atto di realismo, la ricerca di una composizione
ragionevole e seria.


Siamo radicalmente contrari all’emendamento
in esame e sottolineiamo l’esigenza di un ulteriore pronunciamento
e di una nuova riflessione, altrimenti il senso complessivo
del provvedimento destinato a cambiare gravemente.


Per questo, ripeto, dichiaro il voto contrario
del mio Gruppo, sollevando una questione di coerenza fra
il testo licenziato dalla Commissione e illustrato in Aula
e quello che poi, infine, noi rischiamo di votare determinando
gravi ripercussioni.


BRIGNONE
, relatore . Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
la questione presenta degli aspetti tecnici molto pi approfonditi
di quanto forse alcuni colleghi dell’Aula hanno colto.


Si tratta di verificare quanti sono i docenti
di religione cattolica laureati che attualmente operano
nelle scuole superiori, quanti sono i laureati negli altri
ordini di scuola e, alla luce di quell’emendamento che abbiamo
approvato in ordine al 60 per cento dei posti disponibili
da mettere a disposizione per l’immissione in ruolo, verificare
se questi posti possono essere effettivamente ricoperti
dal personale in possesso del diploma di laurea. Questa
la prima questione.


Da una mia sommaria e notturna ricognizione,
parrebbe che non ci arriviamo esattamente. Occorre per
anche dire che questo non significa il licenziamento degli
insegnanti che non sono in possesso di diploma di laurea,
ma la loro collocazione in altri gradi inferiori di scuola,
oppure la possibilit di optare per il mantenimento di una
posizione non di ruolo, comunque compresa nella progressione
stipendiale.


Questi sono i termini esatti del problema.
Mi sono espresso in senso contrario, perch effettivamente
si tratta di una norma che stata introdotta improvvisamente
e non era contemplata in alcuna delle proposte di legge
dalle quali poi scaturito questo testo unificato. In secondo
luogo, essa non prevista esplicitamente dalle norme pattizie.


Riconosco per che vi sono istanze non
di coloritura politica, ma di dignit della professione
e di collocazione di insegnanti che abbiano un titolo, che
comunque a regime dovranno possedere, in un ordine di scuola
che ovviamente si trova collocato molto in alto e d luogo
anche al passaggio agli studi universitari. Credo che queste
siano giuste preoccupazioni e che il problema vada considerato
alla luce oggettiva di tali riflessioni.


Per questo motivo, ovvio che l’Aula si
dovr esprimere lasciando da parte ogni altra pregiudiziale.


PRESIDENTE. Sul comma 2 il Governo d’accordo?


GAMBALE , sottosegretario
di Stato per la pubblica istruzione
. Signor Presidente,
ho gi espresso parere favorevole sull’intero emendamento.
Tengo per a precisare che le ultime considerazioni fatte
dal relatore confermano il parere favorevole e vanno anzi
giustificate, per quello che mi riguarda.


Infatti, dai conti che faceva il senatore
Brignone, che sono gli stessi che abbiamo fatto anche noi,
risulta che questi insegnanti – vorrei tranquillizzare l’Assemblea,
anche perch ho capito che c’ un po’ di fibrillazione su
questo punto da parte di chi non ha seguto tecnicamente
tutto il provvedimento – certamente non perdono il posto,
possono andare nei ruoli di altri ordini di scuole e non
solo, ma possono optare anche per il tempo determinato.


In relazione anche a quanto ha affermato
il senatore Asciutti, tengo a precisare che, proprio per
una questione di pari dignit e di pari diritti per tutti
i docenti, non solo per quelli di religione ma per tutti,
il requisito della laurea per l’insegnamento nelle scuole
superiori ci sembra una questione di eguaglianza, in un
momento in cui andiamo verso il riordino dei cicli scolastici
e anche di tutta la materia concorsuale che non pu non
riguardare anche questa problematica.


Confermo quindi il mio parere favorevole
e mi auguro che l’emendamento possa essere approvato.


PRESIDENTE
. Quindi, il relatore si rimesso all’Aula, anche se la
remissione dovuta pi ad una contrariet rispetto al testo
che non ad una predisposizione a favore, mentre il rappresentante
del Governo favorevole.


Procediamo dunque alla votazione del comma.


ASCIUTTI. Ribadiamo la richiesta di votazione
nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento
elettronico.


PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio
simultaneo, avanzata dal senatore Asciutti, risulta appoggiata
dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento
elettronico. (Commenti).


Guardate che comunque, per quanto si possa
tentare, arriver fino alla conclusione dell’esame dell’articolato,
poi sospenderemo i lavori per le dichiarazioni di voto e
la votazione finale. (Commenti del senatore Lauro).
Dopo le parole del senatore Peruzzotti, come Presidente,
nella mia imparzialit, non posso che convenire con le sue
osservazioni.


(La richiesta risulta appoggiata).


 Votazione nominale con scrutinio
simultaneo


PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
del comma 2 dell’emendamento 5.1000 (Nuovo testo), presentato
dalla senatrice Pagano e da altri senatori.


Indco pertanto la votazione nominale con
scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
si esprimeranno di conseguenza.


Dichiaro aperta la votazione.


(Segue la votazione).


Il Senato approva. (v. Allegato
B
).



Ripresa della discussione dei disegni
di legge

nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


PRESIDENTE. Metto ai voti il comma 3 dell’emendamento
5.1000 (Nuovo testo), presentato dalla senatrice Pagano
e da altri senatori.


approvato.


Metto ai voti il comma 4 dell’emendamento
5.1000 (Nuovo testo), presentato dalla senatrice Pagano
e da altri senatori.


approvato.


Passiamo alla votazione dell’emendamento
5.1000 (Nuovo testo), nel suo complesso.


NOVI
. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Senatore Novi, siamo nel corso
di una votazione, mi faccia la cortesia.


NOVI. Signor Presidente, i funzionari possono
confermare che avevo alzato la mano in tempo per chiedere
la verifica del numero legale.


PRESIDENTE. Ma quale numero legale, senatore
Novi! Abbia la cortesia.


NOVI. Presidente, me lo conceda.


PRESIDENTE. Si comporti da maggiorenne
qualche volta! (Applausi dai Gruppi PPI, DS, UDEUR e
Misto-Com)
.


NOVI. Presidente, sono maggiorenne da tanto
tempo. Lei sa che per difendere la democrazia siamo costretti
anche a ricorrere a queste verifiche. mio dovere farlo,
Presidente, lei lo sa.


PRESIDENTE. Per, se lo ricordi qualche
volta. Io non posso respingere la richiesta.


NOVI. Pu darsi che fra un anno i colleghi
che ora l’hanno applaudita saranno costretti a fare il lavoro
che sto facendo io; anzi certamente lo faranno. (Applausi
dal Gruppo LFNP)
.


PRESIDENTE
. Lei se lo augura e gli altri fanno gli scongiuri! (Ilarit).


Verifica del numero legale


PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
a verificare se la richiesta, test avanzata dal senatore
Novi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori,
mediante procedimento elettronico.


(La richiesta risulta appoggiata).


Invito pertanto i senatori a far constatare
la loro presenza mediante procedimento elettronico.


(Segue la verifica del numero legale).


Il Senato in numero legale.


Ripresa della discussione dei disegni
di legge

nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


PRESIDENTE. Metto ai voti, nel suo complesso,
l’emendamento 5.1000 (Nuovo testo), presentato dalla senatrice
Pagano e da altri senatori, interamente sostitutivo dell’articolo
5.


approvato.


Risultano pertanto preclusi i restanti
emendamenti presentati all’articolo 5.


GAMBALE , sottosegretario
di Stato per la pubblica istruzione
. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Signor Presidente, ho dimenticato
di fare una precisazione nel corso del mio intervento.


A proposito dell’emendamento 5.1000 (Nuovo
testo), vi un problema di coordinamento formale che andrebbe
segnalato, affinch rimanga agli atti. Nel comma 3, la dizione
"conoscenza della legislazione e dell’ordinamento scolastico"
andrebbe intesa nel senso di "scolastici", perch
anche la legislazione riferita soltanto alla parte scolastica.


PRESIDENTE
. In effetti si tratta di una correzione lessicale.


Passiamo all’esame dell’ordine del giorno
n. 100 (Testo corretto), sul quale invito il relatore ed
il rappresentante del Governo a pronunziarsi.


BRIGNONE
, relatore . Signor Presidente, la questione dell’insegnamento
della religione cattolica nelle cosiddette "regioni
di confine" giuridicamente di estrema complessit
e ho ritenuto di illustrarla nel paragrafo conclusivo della
mia relazione sull’affare assegnato, anche perch vi potrebbero
essere. (Diffuso bruso in Aula. Molti senatori si allontanano
dall’Aula)
.


PRESIDENTE. Senatori, dobbiamo ancora esaminare
l’ordine del giorno; rimanete in Aula, per favore.


BRIGNONE, relatore. Vi potrebbero
essere dubbi interpretativi sulla dizione "regioni
di confine". Quale confine? Nell’interpretazione che
stata data soprattutto in uno dei cinque trattati successivi
alla prima guerra mondiale, ossia quello di Saint-Germain-en-Laye,
si intende la regione Trentino-Alto Adige. Per, le norme
non sono eguali nella provincia di Trento e in quella di
Bolzano.


Quindi, pi che di regioni, bisognerebbe
parlare di province di confine. I motivi per cui le norme
che sono in vigore e che privilegiano l’insegnamento e gli
insegnanti di religione cattolica nella provincia di Bolzano
non siano state estese nel tempo anche alla provincia di
Trento sono piuttosto complessi e giustamente sono stati
evidenziati dal senatore Gubert. chiaro che si tratta
di una questione che interessa specificamente chi risiede
in quelle zone; per, credo possa interessare anche altri
colleghi sapere che nel territorio italiano vi sono aree
in cui l’insegnamento costituito da due ore settimanali
invece che una e dove gli insegnanti sono gi in una posizione
di ruolo. vero che tutte le norme che emaniamo salvaguardano
le regioni a statuto speciale, anche in questo caso; per,
a questo punto, per le argomentazioni addotte dal senatore
Gubert, che ritengo fondate, esprimo parere favorevole sull’ordine
del giorno n. 100 (Testo corretto).


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Signor Presidente, il Governo
accoglie l’ordine del giorno in esame.


ANDREOLLI. Signor Presidente, vorrei aggiungere
la mia firma all’ordine del giorno n. 100 (Testo corretto),
che condivido appieno.


ASCIUTTI. Anch’io desidero aggiungere la
mia firma.


BOSI. Signor Presidente, aggiungo la mia
firma all’ordine del giorno in esame.


PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo,
l’ordine del giorno n. 100 (Testo corretto) non verr posto
in votazione.


Passiamo all’esame degli emendamenti volti
ad inserire articoli aggiuntivi dopo l’articolo 5, che si
danno per illustrati.


PAGANO
. Domando di parlare.


PRESIDENTE. Ne ha facolt.


PAGANO. Signor Presidente, ritiriamo l’emendamento
5.0.1000.


PRESIDENTE. Invito il rappresentante del
Governo a pronunziarsi sull’emendamento 5.0.1 (Nuovo testo).


GAMBALE, sottosegretario di Stato per
la pubblica istruzione
. Signor Presidente, il parere
del Governo favorevole.


PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento
5.0.1 (Nuovo testo).


Verifica del numero legale


ASCIUTTI
. Signor Presidente, in considerazione del fatto che sono
maggiorenne, chiedo la verifica del numero legale.


PRESIDENTE
. Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante
procedimento elettronico.


(La richiesta risulta appoggiata).


Invito pertanto i senatori a far constatare
la loro presenza mediante procedimento elettronico.


(Segue la verifica del numero legale).


Il Senato non in numero legale.


Onorevoli colleghi, in questo modo, per,
si fanno solo bei regali!


Data l’ora, rinvio il seguito della discussione
dei disegni di legge e della petizione in titolo ad altra
seduta.


Per lo svolgimento di un’interrogazione


Omissis


La seduta tolta (ore 13,07)

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *