modica,
08 luglio 2000
egr.
dott. riccardo barenghi
direttore
"il manifesto"
via
tomacelli, 146
00186
roma
egregio
direttore,
alcune
espressioni apparse sull’articolo "ora di religione
al senato" (6 luglio) del dott. cosimo rossi, richiedono
da parte di questo sindacato nazionale autonomo degli insegnanti
di religione (= snadir) il dovere verso i lettori di alcune
precisazioni. dopo le quali il lettore potr valutare le
due informazioni e farsi liberamente una opinione riguardo
all’attuale situazione degli insegnanti di religione (=
idr) nella scuola italiana. per brevit verso il lettore
le espongo in modo referenziale e schematico citando in
virgolette le ‘espressioni’ dell’articolo:
l’insegnamento
della religione cattolica (= irc) non un "rango"
della formazione scolastica ma un insegnamento che
ne costituisce per legge dello stato e per le finalit
dichiarate e pubblicate della scuola "parte
integrante";con
il riconoscimento dello stato giuridico l’irc non
intende "raddoppiare l’orario": cfr. relazione
dell’on. brignone (e non "bringone");
gli
idr non sono un "personale selezionato a discrezione
delle diocesi": ma, secondo il concordato e
l’intesa, l’ordinario diocesano (= il vescovo) concede
l’idoneit secondo regole di moralit, di testimonianza
e di professionalit che garantiscono la qualit
professionale dell’idr.non
"con l’analoga discrezionalit", ma secondo
regole dichiarate e appellabili il vescovo pu revocare
l’idoneit.si
fa confusione tra "revoca dell’idoneit"
e "licenziamento in tronco" dell’insegnante
e per giunta "a prescindere dalle leggi dello
stato". la revoca dell’idoneit viene a configurarsi
come ovvia applicazione a tutela della qualit dell’insegnamento
soprattutto nei confronti degli studenti.al
docente ‘revocato’ saranno riconosciuti i "benefici
di legge in materia di mobilit del pubblico impiego"
non perch "personale non selezionato dallo
stato" ma in quanto lavoratore della scuola
inoltre
i casi di revoca in questi 15 anni sono stati dell’ordine
dello 0,05%. potrebbero aumentare, certo. ma si
pu bloccare una legge che dopo anni intende riconoscere
il diritto dello stato giuridico ai 21.000 idr solo
per un possibile problema come quello della revoca?
una sana volont legislativa risolve il problema
e non priva i lavoratori di un loro diritto.e’
in nome della "costituzione e dello statuto
dei lavoratori" che gli idr richiedono il riconoscimento
del loro stato giuridico e non in nome del concordato
sul quale si possono constatare e magari condividere
opinioni, ma non potranno essere gli idr a sopportarne
le incongruenze e le conseguenze della diversit
di tali opinioni..e
poi, opinioni diverse sul concordato risolvono il
problema degli idr? l’analisi reale del problema
induce a cercare una soluzione reale all’attuale
situazione di 21.000 professionisti che lavorano
nella scuola a pieno titolo gi da 15-20 anni, dopo
la legge dello stato (quella volta non "clerico"
n di "santa alleanza") che ratificava
il concordato con la santa sede. vogliamo rifiutare
un giusto e legittimo stato giuridico a 21.000 lavoratori
(di cui l’80% laici) in nome di un’opinione ma contro
qualunque norma di sana costituzionalit e normativa
dei diritti dei lavoratori?
le
allego due
cartelle che documentano le precedenti informazioni
e fanno gli opportuni riferimenti a leggi dello stato che
legittimano la natura dell’irc e valorizzano la professionalit
dell’idr. il lettore potr avvalersene rilevandole sul nostro
sito: www.snadir.it ).
sono
certo che ci riconoscer il diritto di precisazione nelle
stesse modalit con le quali sono state date le informazioni
e le opinioni dall’articolista: perci ne attendiamo una
pubblicazione.
la
ringrazio
il
segretario nazionale
prof.
orazio ruscica
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