Russia
Il governo vuole introdurre l’insegnamento della religione a scuola. La proposta è di creare dei corsi di ‘cultura ortodossa’ che vertano sulle religioni tradizionali (cristianesimo ortodosso, giudaismo, islamismo, buddismo) e di invitare i preti a insegnare a scuola. ‘Bisogna consolidare le basi spirituali della società facendo appello alle tradizioni russe. L’economia e l’ordine non bastano per costruire uno Stato di diritto. Le ragioni della crisi demografica non sono economiche ma morali’, ha detto Georgij Poltavtcenko, rappresentante del presidente per la Russia centrale. Dopo le proteste della comunità musulmana, le autorità hanno promesso che incoraggeranno lo studio di tutte le religioni tradizionali, senza fare discriminazioni. Vremia Novostei, 11 ottobre 2002
Come ‘leggere’ questa notizia? pubblicata su Vremia Novostei (che nel sito è definito: one of the newest popular political newspapers published daily in Moscow. Founded in 2000
E’ la domanda che bisogna porsi davanti ad ogni persona (perchè dietro una notizia ci sono le persone) che ci comunica una informazione.
Intanto bisognerebbe leggere l’articolo completo e non solo l’abstract (ma grazie a www.iteronline.it possiamo almeno avere la notizia).
- La dizione “cultura ortodossa” equivale a “cultura cristiana di confessione ortodossa”, così come “cultura cristian di confessione cattolica”?
- nelle religioni qui chiamate ‘tradizionali’ non appare il cristianesimo di confessione cattolica, protestante…
- Perchè solo i preti? Forse la realtà ecclesiale locale non è ancora preparata con i laici o forse i laici nella realtà ortodossa russa non sono previsit come docenti e con questa responsabilità educativa?
- Le intenzioni (consolidare le basi spirituali) e la costatazione (l’economia e l’ordine non sono sufficienti, la crisi demografica) del governo come vanno lette: sono finalizzate solo alla costruzione di uno “Stato di diritto” (che non sarebbe poco) e a quale moralità. La religio come ultima ratio di instrumentum regni lì dove l’economia e l’ordine non sono sufficienti? Un altro modo di vedere dell’oppio nella religio? O forse vanno lette come buone intenzioni (che in certi contesti sono sempre quelle più soggette al dubbio, allo scetticismo e al sospetto)? Ma nel dialogo l’amore precede il sospetto, pur chairendoci il dubbio e lo scetticismo. .
- Le comunità musulmane protestano: il governo promette che non ci saranno discriminazioni. Come conciliare la ‘cultura ortodossa’ con la cultura musulmana ed ebraica e buddista e… cattolica?).
- La tradizione culturale ortodossa russa (soprattutto quella del XX secolo, pre-post bolscevica e contemporanea) a quali esperienze culturali potrà attingere?
- In un insegnamento della religione in Russia, ovviamente qui la confessionalità è quella ortodossa. Una conferma di quello che avviene in Italia? Belk senco che allora la confessionalità è l’espressione di una identità (espressione non esclusiva certo).
- Se la notizia viene ripresa, il dibattito sarà interessante. E soprattutto coinvolgendo competenti di realtà ortodosse russe ecclesiali e civili. Apriamo un forum.
In prospettiva: per il Forum europeo di Palermo (che lo Snadir organizzerà) inviteremo anche qualche insegnante di religione russo. E così la casa comune europea avrà più fratelli. E se (consapevoli che i problemi non sono questi, ma teologici, giuridici, di potere), in nome di questa cultura scolastica del cristianesmimo, in qualche modo, riuscissimo a contribuire all’ecumenismo?
Ormai quattordici anni fa, in occassione del millessimo del battesimo di Kiev, portai per due anni di seguito i miei studenti liceali in scambio culturale con la Russia. Esperienze memorabili che gli studenti ricordano ancora e ringraziano. E se oggi potessimo riprendere quelle ‘profetiche’ anticipazioni ed organizzare scambi culturali? Nuove prospettive e nuovi sogni da condividere. Non è anche questa la bellezza della scuola. E dell’irc?
Pasquale Troìa
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