Continua ad essere ben radicato il divario scolastico tra Nord e Sud: è quanto emerge dal Rapporto Nazionale 2019 Invalsi presentato questa mattina alla Camera.
L’esito delle prove Invalsi non lascia spazio all’immaginazione: già a partire dalle elementari, con numeri che diventano rilevanti alla fine dei primi cinque anni di scuola obbligatoria, emergono profonde differenze di apprendimento tra gli studenti della penisola che riguardano soprattutto materie come l’italiano e la matematica. Ancora una volta, la situazione della scuola italiana non accenna a mostrare segni di miglioramento. Il quadro è davvero poco confortante: l’Istruzione del Sud Italia rimane un’emergenza.
“Stando a questi numeri, appare quanto mai irragionevole – dichiara il prof. Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir – che si possa immaginare un sistema educativo fondato sulla disponibilità economica delle singole regioni, come prospettato dalle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Un tale passo non farebbe altro che rinsaldare il divario scolastico già presente tra le regioni del Nord e quelle del Sud Italia e investirebbe non solo l’intero tessuto culturale del nostro Paese, ma anche la vita economica e sociale, la salvaguarda dell’eredità del passato e ogni prospettiva di futuro sviluppo”.
Emerge una visione catastrofica che va a tutti costi scongiurata a favore di un’apertura più ampia a progetti di rinnovamento e potenziamento dell’istruzione e della ricerca che implementino la collaborazione e la coesione sociale, anche in vista del confronto internazionale.
“Il Ministro Bussetti – afferma ancora il prof. Ruscica – se fosse rimasto ad ascoltare la presentazione dei dati Invalsi 2019, avrebbe certamente avuto motivi validi e robusti per abbandonare definitivamente il modello di regionalizzazione a cui dice di ispirarsi”.
Snadir – Professione i.r. – 10 luglio 2019, h.19,20
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