Il 23 aprile scorso è stata raggiunta un’intesa tra il Governo e le organizzazioni sindacali del comparto “Istruzione e ricerca” con la quale sono state poste in evidenza le questioni urgenti per le quali si vuole, a breve, trovare una soluzione.
Circa il precariato, premesso l’impegno del Governo ad una regolare indizione dei concorsi per il personale docente, è stato comunque ribadito che saranno individuate adeguate e semplificate modalità per agevolare l’immissione in ruolo del personale docente che abbia maturato almeno 36 mesi di servizio.
Tali modalità, tuttavia, non escludono “percorsi selettivi” che lo Snadir/FGU ritiene penalizzanti per gli insegnanti di religione che hanno già superato un pubblico concorso e per coloro che hanno 36 mesi di servizio.
Risulta evidente che per la condizione precaria degli insegnanti di religione è indispensabile uno stralcio normativo che, come nel caso di altre recenti procedure concorsuali, tenga conto che da quindici anni non viene bandito un nuovo concorso e che, riconosciuta la situazione “straordinaria”, si operi con interventi di reclutamento altrettanto straordinari.
Nel corso dell’incontro svoltosi presso il Miur oggi (6 maggio 2019) è stata ribadita la volontà di cercare anche per gli insegnanti di religione una soluzione al grave problema del precariato: alla presenza del Dr. Chinè, lo Snadir/FGU ha evidenziato la necessità di trovare una soluzione adeguata e percorribile che tenga presente il fatto che gli idr sono in possesso dell’abilitazione all’insegnamento (Parere Consiglio di Stato).
Fgu/Snadir – Professione i.r. – 6 magigo 2019, h.20,55
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