Prima parziale sentenza sul ricorso dei docenti di religione incaricati annuali: la condizione di precarietà va superata o risarcita

Prima parziale sentenza sul ricorso dei docenti di religione incaricati annuali: la condizione di precarietà va superata o risarcita.
 
 
Lo scorso 31 gennaio una Sentenza del tribunale di Trento ha segnato il primo passo avanti sulla questione dei ricorsi dei docenti di religione precari per la stabilizzazione dei contratti e la loro trasformazione a tempo indeterminato. Tale sentenza fa riferimento a ricorsi promossi dallo Snadir e presentati, nel 2011, da 15 docenti di religione precari.
In una precedente udienza il Giudice del lavoro aveva ritenuto “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale” delle norme nazionali (art.4 legge n. 124/1999) e della provincia autonoma di Trento, che, in violazione delle sentenze della Corte di giustizia europea, consentono all’Amministrazione di procedere all’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato per la copertura di cattedre/posti vacanti e disponibili per tutta la durata dell’anno scolastico.
La relativa successiva pronuncia da parte della Corte Costituzionale potrebbe aprire ulteriormente la strada ad un generalizzato positivo orientamento sulla materia della stabilizzazione dei contratti.
A fine gennaio 2012 il Giudice del lavoro, nelle more della valutazione di legittimità costituzionale, ha riconosciuto che i docenti di religione, tenuti in condizioni di precarietà, subiscono un danno che contrasta con il principio di non discriminazione stabilito dalla Direttiva europea 1999/70/CE.
Una sentenza, quindi, certamente positiva in quanto ha confermato che la condizione di persistente precariato toglie dignità al lavoratore e va pertanto superata o risarcita.
 
Orazio Ruscica
 

Snadir – Professione i.r. – 22 febbraio 2012

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