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  • JEREMY MILGROM, IL SANSONE DEI DIRITTI UMANI IN ISRAELE

    JEREMY MILGROM, IL SANSONE DEI DIRITTI UMANI IN ISRAELE


     


    Alla 58.ma Mostra di Venezia, due film – Eden di A. Gitai e L’Invincibile di W. Herzog- hanno reso palpabile le speranze, la nostalgia, le lotte e la tragedia ( e tale tuttora) del popolo ebraico nel passato, con una tenerezza e un rigore commoventi. Amos Gitai ha raccontato in modo non semplicistico le origini della identit israeliana, dichiarando che “La sensazione che ci si stia avvicinando giorno dopo giorno al momento dello scontro finale, che si vada incontro a una escalation che arriver a un termine violento; ma dopo questo termine tutto ricomincer da capo, perch non esiste una soluzione diversa da quella della convivenza tra due popoli” (settembre 2001). Invece W. Herzog nel suo L’Invincibile ( che a noi piaciuto parecchio, sebbene certe ripetizioni e lungaggini) presenta il mito del Golem, dell’uomo enorme, dalla spropositata forza fisica, che si sacrifica nel tentativo inutile di salvare la propria gente da una sciagura di cui si sente presago (l’avvento del nazismo). Qualche tempo dopo, scoppiato il patatrac in Palestina: non solo sparita quella parvenza di pace tra i due popoli (ebrei -palestinesi), ma si passati a vie di fatto, con morti ed attentati sanguinosi ad ogni ora del giorno. Si poi cominciato a leggere sui quotidiani ( dal 1 febbraio 2002), la notizia che parecchi ufficiali e soldati israeliani si sono rifiutati di prestare servizio nei Territori in operazioni antiterrorismo in difesa delle colonie, riscontrando un consenso crescente tra la popolazione e gli intellettuali pacifisti che, raccolti nell’organizzazione internazionale ICCI MEMBERS, assembla numerosissimi gruppi facilmente rintracciabili in Internet, assolutamente contrari all’escalation delle violenze, tese a distruggere per sempre la loro straordinaria terra, “memoria” delle tre religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo, islamismo). E si rester maggiormente stupiti quando, leggendo i loro intenti ed azioni, ti accorgi che la maggior parte degli associati, sono rabbini ortodossi che ritengono che gli abusi dei diritti dell’uomo non sono compatibili con la tradizione ebraica antichissima della comprensione e della responsabilit morale o della preoccupazione biblica per ” lo sconosciuto nel vostro cuore”, anche di fronte al pericolo di un sovvertimento dell’ordine pubblico e della sicurezza che la rivolta palestinese rappresenta. Tra di loro, vi sono quanti appartengono a Rabbis for Human Rights e Clergy for Peace, fondato da Jeremy Milgrom, con l’intento di dare voce al ricordo ebraico dei diritti dell’uomo, ricevendo un prestigioso premio dalla Knesset per la qualit di vita migliorata nei campi profughi nel rispetto dei valori democratici, della protezione e dei consigli alla tolleranza e stima reciproca.
    In un certo senso, RHR (Rabbis for Human Rights) la voce rabbinica della coscienza in Israele. Edificato nel 1988, in risposta agli abusi seri dei diritti dell’uomo da parte delle autorit militari israeliane nella soppressione dell’Intifada, e all’indifferenza enorme dei vertici religiosi, piuttosto impassibili di fronte alla sofferenza della gente palestinese non colpevole, vista come il nemico, ha promosso e promuove molte iniziative per il dialogo ecumenico, per le attivit educative, le violazioni dei diritti dell’uomo dei palestinesi ad West Bank, per gli operai stranieri, per il sistema sanitario israeliano, per la condizione delle donne, per gli ebrei etiopici … Uno di quelli che non riposa sugli allori per la terribile situazione in Israele, proprio Jeremy Milgrom che richiama, al meglio, molti personaggi biblici e talmudici (David, il Golem…). A vederlo, per la sua prestanza fisica, l’arruffata chioma che porta a coda, l’irruenza del suo linguaggio, la sua numerosa progenie (sette figli), l’impegno a favore degli emarginati nella sua “Terra promessa” ( un ortodosso, tout court), ti rievoca quel certo Sansone su cui tanto si favoleggiato per la sua forza, soprattutto fisica, visto che pi di una volta rimasto abbagliato dalla bellezza femminile, rimanendone intrappolato ( la storia cominci con Eva…). La somiglianza puramente casuale, poich Jeremy un uomo che si muove agilmente nel mondo, passando dall’America all’Italia, da Israele ad ogni Paese dove corre ad illustrare l’operato di Clergy for Peace di cui si dichiara orgoglioso iniziatore per cancellare( probabilmente) gli antipatici stereotipi sugli ebrei che da quando si sono piazzati in Palestina, sono diventati peggio dei vari oppressori di cui sono stati oggetti nel tempo. Forse- ed un peccato- nessuno di loro ha ancora visto i due film della Mostra di Venezia 2001, per Jeremy Milgrom- neanche lui li ha visti- nel suo agire, sembra che sia idealmente, fedelmente collegato a quelle storie che narrano il travaglio del suo popolo per tornare nella sognata Terra Promessa. Leggete cosa ci dice.
    Jeremy da quando sei in Israele e perch?
    Sono emigrato dall’America dove sono nato, all’et di 14 anni, per inseguire il sogno della Terra Promessa, secondo gli insegnamenti dei nostri padri. Ora vivo a Baka, nelle vicinanze di Gerusalemme. Questo posto anche conosciuto come “il villaggio.” E’ off. Gli ebrei, in genere, abitano in zone migliori dove c’ pi sicurezza per la propria famiglia.
    Ma gli ebrei non vogliono la pace?
    A livello dichiarativo, gli israeliani desiderano la pace; all’attivo, a livello cosciente, amano la loro propria sicurezza. Quando si guarda l’immagine completa, di che cosa realmente stia accadendo, ci troviamo di fronte ad un colonialismo del 20 secolo, in cui, una societ israeliano- ebrea, si sovrapposta su una societ palestinese natale, impadronendosi della maggior parte della terra e dell’acqua e prevedendo la pace e la sicurezza in cambio di alcune briciole per gli altri. Per una societ coloniale, l’isolamento una parte integrante della relativa ideologia, la relativa auto- immagine, le relative razionalizzazioni – persino la relativa alimentazione rimanente – richiede la filtrazione verso l’esterno. IL Trattato di OSLO era chiaro, circa il ritiro israeliano dal territorio occupato e per l’auto- governo palestinese. Sono per dubbioso, perch la condizione palestinese rimarr sottomessa, essendo l’economia israeliana ben pi forte – 25 volte pi forte – e continuer a sfruttare le ultime risorse naturali dei palestinesi: la loro mano d’opera. La soluzione degli attuali presupposti, non fornisce una risposta sufficiente alle ingiustizie del colonialismo. Durante i primi dieci anni della mia vita in Israele, ero inebriato dal sionismo; negli anni successivi, ho intrapreso un’azione sociale e ho partecipato alle attivit tese all’erosione morale dell’esercito israeliano. Inoltre, i miei bambini hanno legato con i figli di un cardiologo palestinese ed io stesso ho stretto un profondo legame di amicizia col mio insegnante d’arabo che abitava in un accampamento ora distrutto. Ho superato la mia ansia di frequentare dei rifugiati e, allo stesso tempo, ho scoperto una ricchezza di vita in mezzo a loro. Ho aperto gli occhi e ho imparato a conoscere una societ completamente differente dalla mia, con una cultura molto preziosa.
    C’ differenza tra un colono che proviene dall’America da quello di un altro paese?
    Sicuramente e non solo per l’accento. In contrasto con la maggior parte degli immigrati (ebrei) che sono fuggiti dall’oppressione e dalla povert, gli ebrei dell’ovest sono venuti per motivi idealistici e solitamente non limitano la loro partecipazione democratica al tempo delle elezioni. E qui, naturalmente, avviene la divergenza critica: fra quelli di cui le preoccupazioni sono limitate alla gente ebrea e coloro che aspirano a rendere Israele una societ vera che comprende anche il popolo palestinese. Coscientemente, man mano che gli anni passano, ho trasmesso il mio amore per il baseball ai miei figli, cos come uso il Simpsons come punto di riferimento (se non il modello) in molti dei nostri propri argomenti in famiglia. Molti dei miei amici ebreo- israeliani religiosi della High School sono coloni nel West Bank e ritengo che oggi ho ben poca cosa in comune con loro. Certamente, vi una spiritualit collettiva: mentre le nostre politiche sono ampiamente divergenti, tutti consumiamo Bob Dylan, Shlomo Carlebach (il canto Rabbi) , candele e il desiderio di riflettere pi spesso. La violenza del vigilante del colono a West Bank , con un accento di Brooklyn, ha radici americane profonde, nel passato cos come nel presente, anche se i teppisti ebrei israeliano- americani sono, probabilmente, la prima generazione nelle loro famiglie a toccare un’arma. 
    Lei avversa la violenza e lotta per i Diritti umani. Allora, non sarebbe stato meglio che fosse rimasto in America?
    Nel giudaismo la componente spirituale lotta costantemente con il relativo lato etnico, che si abiti in Italia, in America, in Francia…La consapevolezza universale del giudaismo e la preoccupazione per i diritti di tutti gli esseri umani deve oltrepassare l’etnocentrismo e l’assillo del benessere della gente ebrea. L’ispirazione e l’azionamento di base per i diritti dell’uomo nel giudaismo un umanismo religioso ed derivato dalla storia biblica della creazione in cui Adam, il primo umano ed i suoi discendenti sono visti generati da Elohim(Dio) e a sua immagine. Come pinnacolo della creazione e allineati appena sotto gli angeli, gli esseri umani possono mirare alla piet e sono soci con Dio nella consumazione e nella manutenzione del mondo. Ogni ferita ad un umano, concepita come causa di dolore a Dio. Gli attributi divini che informano il comportamento umano sono la ricerca della giustizia e la pratica della piet e benevolenza; quindi, i bisogni materiali degli individui pi deboli quali la vedova, l’orfano, lo sconosciuto, devono occupare pi della caccia al potere e alla prosperit. Da una prospettiva moderna, si pu obiettare che la Bibbia usi altri codici di categoria per la gente, particolarmente per le donne e gli schiavi, in svantaggio generale. Gli sviluppi della letteratura post- biblica, tuttavia, hanno migliorato questi limiti in grande misura. 
    Leggendo la Bibbia, non si ha proprio la sensazione che vi sia un riguardo particolare per gli altri popoli. O no?
    L’atteggiamento verso il non-israelita problematico. La descrizione biblica limita l’attenzione umana, nel suo insieme, alla storia dei discendenti di Jacob, che formano la gente ebrea convenuta in Israele. Tuttavia, la Bibbia ricorda costantemente ad Israele che il proprio Dio ha a cuore il benessere del resto del mondo. Di fatto, nella letteratura post- biblica , si persegue l’equilibrio fra l’universalismo ed il particolarismo. Successivamente, nell’era moderna, in seguito agli sviluppi politici ed ideologici quali l’illuminismo, il nazionalismo europeo, il marxismo e il sionismo, si polarizzato lo studio nell’incontro fra gli ebrei ed i non ebrei, nel voler superare gli ostacoli per costituire la famiglia umana, seppure ciascuno con un compito diverso. Oggi, con il ripristino della sovranit politica della gente ebrea in Israele, “la condizione ebrea” ha trasformato la discussione sul riconoscimento nel giudaismo dei diritti dell’uomo del non ebreo da un’esercitazione scolastica, esoterica, teorica, ad un dibattito intenso che infuria in arene internazionali per fare opinione. Internamente, ha disposto l’immissione dei diritti dell’uomo nel centro dell’autoconsapevolezza ebraica e della politica pubblica ebraica. 
    Che cosa rappresenta per lei Gerusalemme?
    Quando come un rabbi israeliano con la cittadinanza americana sono andato a richiedere i passaporti degli STATI UNITI per i miei bambini, il funzionario consolare mi ha chiesto se sceglievo di registrare il loro luogo di nascita come “Gerusalemme” o “Israele”. Il dilemma che ho dovuto affrontare, la stessa domanda su come lo spirituale e le dimensioni politiche dell’importanza di Gerusalemme coesistono nella mente di un ebreo. La risposta ambivalente. Le fonti religiose rabbiniche e moderne ci mostrano come Gerusalemme stata ispirazione/realismo, sentimentalismo/praticabilit, devozione/alienazione, sottomissione/responsabilit, speranza/disperazione nel pensiero ebraico. Gerusalemme ha un senso importante in entrambi. Essa conosciuta nelle fonti ebraiche come citt di pace e di giustizia (in numerose citazioni bibliche) e come citt di Dio. Tale condizione esige alte aspettative morali e un sistema elaborato delle delimitazioni simboliche, ci che separa dal profano e dal mondano. Il mondo di Dio grande e santo. Pi santa fra tutte le terre la terra di Israele e pi santa fra le relative citt Gerusalemme; la parte pi santa di Gerusalemme il muro del tempio, e il punto pi santo il Santo dei Santi. Quindi, Gerusalemme per me come per ogni ebreo ortodosso, la citt di Dio, cui converranno da tutto il mondo tutte le genti per adorarlo.
    Quando si parla dell’ebreo ortodosso, un po’ come dire integralista…
    Credo che le tradizioni religiose possono e devono essere soci nello sforzo di volere e cercare la pace. Secondo il giudaismo, l’operazione religiosa di base la personale e collettiva aspirazione alla santit, come un mezzo di emulazione del divino. La santit l’obiettivo in entrambi i mondi dell’attivit religiosa: il piano orizzontale dell’essere umano in interazione ed il piano verticale con la partecipazione di umano/divino.
    Naturalmente il sabato per lei veramente un giorno sacro, sebbene quello che c’ in Israele non induca tanto alle celebrazioni e alla preghiera….
    Tutti i giorni dell’anno sono solenni per amare il Signore. Pi santi delle feste sono i Sabbaths. Pi santo del Sabbaths il giorno dell’Espiazione, Yom Kippur, che conosciuto come il Sabbath dei Sabbaths. Fra i popoli del mondo, pi santo fra questi, Yisrael e fra le sue relative trib, pi santa la trib di Levi. Il pi santo fra i Leviti sono i sacerdoti , i discendenti di Aaron e pi santo fra loro, il Sommo Sacerdote. Pi santa delle molte lingue del mondo il Lashon Hakodesh, ebreo, nella cui lingua il libro pi santo la Bibbia. Il passaggio pi santo nella Bibbia sono i dieci ordini (i comandamenti) e la parola pi santa nei dieci ordini il nome di Dio. Una volta all’anno (Yom Kippur) , le quattro sfere della santit si intersecano quando l’alto sacerdote chiede perdono a nome di tutti. L Gerusalemme. Se in quel momento di santit grande, il Sommo Sacerdote fosse stato distratto da un pensiero esterno, l’intero mondo potrebbe essere distrutto.
    Cos, carissimo Jeremy, con la pretesa degli ebrei a tutta la santit, continueranno le guerre…
    Ciascuno di noi un Sommo Sacerdote e ogni posto da cui alziamo i nostri occhi al cielo il Santo dei Santi; ogni momento il giorno dell’Espiazione ed ogni parola pronunciata con sincerit, il nome di Dio. In questo modo, si fonde il sistema gerarchico classico della santit con un moderno, universalista, egualitario credo, quasi una prospettiva secolarista. Ci indica chiaramente, la capacit del giudaismo di andare oltre l’oggetto limitato e concreto, rilasciando tale dichiarazione di importanza universale. Una dei prodigi della storia ebraica, il fatto che il giudaismo sopravvissuto alla distruzione del tempio e, malgrado la perdita del relativo “centro di comando”, essa nella vita rituale, vicina spiritualmente ed universalmente, conservata con il ricordo delle leggi sacre. 
    Anche nella ritualit giornaliera c’ sempre questo richiamo a Gerusalemme?
    La sua memoria custodita in altre funzioni di vita ebraica quotidiana, con il giuramento del salmista: “Se dimentico te, Gerusalemme,/ si paralizzi la mia mano;/ la mia lingua si incolli al palato/se non sei il mio continuo pensiero,/il colmo della mia gioia, Gerusalemme” (Cfr. Salmo 137, 5- 6) e durante il matrimonio, quando lo sposo frantuma un bicchiere nel punto culminante della sua cerimonia di nozze. Secondo gli insegnamenti rabbinici, un uomo pu imbiancare la sua casa, ma dovrebbe lasciare una piccola zona non finita, in ricordo di Gerusalemme. Un uomo pu preparare un pasto con molte portate, ma dovrebbe omettere un elemento del menu in ricordo di Gerusalemme. Una donna pu mettersi tutti gli ornamenti tranne uno o due, per ricordare Gerusalemme. (Talmud Bavli, Babza Batra 60b). Inoltre, il libro di preghiera richiede all’ebreo di pregare costantemente per la ricostruzione di Gerusalemme. Ci ha permesso loro per 3000 anni, di avere Gerusalemme sulla punta della loro lingua, dappertutto le loro vite si realizzassero e, in attesa del Messia, la dispersione della gente ebrea era accettata come divinamente ordinata, bench fosse razionalizzata per i guasti morali di Israele. Cos, anche il raduno dai relativi esili, era assicurato, poich discendeva dall’impegno di Dio con il suo patto con Israele. Dovrebbe essere chiaro ormai che “Gerusalemme” nel pensiero ebreo corrisponde a molto pi che a una citt; “Zion” diventa sinonimo della terra d’Israele.
    La condizione politica di Gerusalemme interagisce con il senso spirituale e metafisico di tutti gli ebrei. Come si risolver questo problema, visto che Essa un centro spirituale di importanza capitale anche per i cristiani e gli islamici?
    Gerusalemme stato il centro fisico del mondo ebreo dal re David, che l’ha resa una citt reale e capitale del suo regno ed diventato centro religioso permanente d’Israele da Salomone, suo figlio che ha costruito il tempio a Gerusalemme. questo intreccio di politico e spirituale registrato in primo luogo nella Bibbia, che rimesso in vigore oggi e che concentra la nostra attenzione. Il profeta Isaia sviluppa il concetto di Gerusalemme come la citt del Signore dell’Israele, in risposta all’affronto internazionale di situazioni sgradevoli per il regno di Giudea. Non pi tardi, prima che questa idea si potenziasse nella nozione di quasi- immunit; Geremia ha indicato chiaramente in Dio, la protezione di Gerusalemme che per sarebbe dipesa dalla moralit dei suoi abitanti, dalla loro rettitudine e onest e non certo dal loro savoir-faire politico. Oggi c’ da temere per il destino di Gerusalemme se il benessere politico non accompagnato dalla giustizia. C’ il pericolo della punizione severa, quando le promesse non sono mantenute. Un autore del 19.mo secolo, Y.L.Peretz, in un’allegoria Yiddish mette in guardia sulla precariet e sull’incertezza di camminare sulla corda dei simboli salvatori. Bisognerebbe ricordare anche la storia famosa dei “tre regali”, che sintetizzo Un ebreo ricco minacciato dai ladri, gira a loro tutto il ‘suo oro, argento e gioielli, dicendo con calma filosofica: “Ho ricevuto tutto dal Signore ed il Signore mi ha tolto. Sia benedetto il nome del Signore”. Inebriati dal suo fascino, fisico e spirituale, noi abbiamo perso di vista gli imperativi morali che discendono dalla richiesta di giustizia. La mancanza d’interesse di alcuni ebrei di dividere Gerusalemme con i non- ebrei, l’intolleranza fuorviata da altre religioni, o a causa della minaccia che i palestinesi rappresentino alla sovranit ebrea, deve essere considerata una piaga divina che potrebbe squalificare bene la nostra propria richiesta su Gerusalemme. L’adempimento del futuro universale di Gerusalemme, come profetizzato da Zaccaria, Isaia e Michea, non indica solo la tolleranza e l’unione tra ebrei e non- ebrei in un umanistico ideale, ma un imperativo religioso. Non c’ uno spiraglio che le forze del nazionalismo ed il fervore religioso siano a lavoro in tandem a Gerusalemme; si sta creando un’atmosfera politica irrazionale, sorretta dalla spiritualit dell’estremismo. Il sogno messianico per ora, relegato a chiss quando dalle agende politiche e spirituali. Atti terroristi sono stati progettati in un tentativo per demolire i luoghi santi musulmani e con ci accelerare la ricostruzione del Tempio. La speranza ” nostalgica” di ripristinare i nostri giorni come nell’antichit, suona come un malaugurio. Il fallimento della lotta di disgiungere la religione dalla politica stato considerato erroneamente una battaglia di eretici contro credenti, una minaccia di creare la pi grande bestemmia, una specie di Armaggedon. La quarta benedizione del sabato e il servizio della sera di Festa, risveglia in me il commento seguente di un rabbino famoso: Noi preghiamo quel Dio che pu diffondere la sua tenda della pace su noi, sull’Israele e su Gerusalemme. Per indicare che la nostra aspirazione pi alta portare la pace a Gerusalemme. 
    Gerusalemme sta in piedi non solo come una citt: “la pace di Gerusalemme ” intende la pace del mondo. Solamente quando c’ pace a Gerusalemme noi, le nostre comunit e tutto Israele godono della vera pace. Quella pace per tutti, comincer a Gerusalemme.
    E allora…


    Diana Barrow – Maria De Falco


    Professione i.r. 2/2002 – tutti i diritti riservati

  • INTERVISTA A SAMI ALDEEB ABU SAHLIEH,PROF. DI DIRITTO ISLAMICO, ISTITUTO SVIZZERO DI DIRITTO COMPARA


    INTERVISTA A SAMI ALDEEB ABU SAHLIEH,PROF. DI DIRITTO ISLAMICO, ISTITUTO SVIZZERO DI DIRITTO COMPARATO, LOSANNA.


    Di: Maria De Falco Marotta


     


    Prof. Sami Aldeeb,  lei si occupa da vent’anni di matrimoni misti, specie con musulmani, quali sono gli errori pi comuni che si commettono e che a volte, come si legge spesso sui giornali, sfociano in drammi?


    Il matrimonio, al di l del suo significato religioso che pu avere o non avere per i contraenti, non solo un contratto di diritto privato, ma un’istituzione giuridica che con la dichiarazione degli sposi davanti all’ufficiale di stato civile, si sottrae alla loro libera disposizione.


    Ogni matrimonio comporta un numero di problemi, indipendentemente dalla nazionalit e dalla religione dei partners. Per evitare, per quanto possibile, le difficolt, indispensabile che i due futuri congiunti, siano ben informati sui loro diritti/doveri e accettino di assumerli con cognizione di causa.


    Tale dovere diviene ancora pi importante, qualora gli sposi appartengano a due culture diverse, e sono innamorati.


    Spesso, proprio l’amore che gioca brutti scherzi .


    In che senso, scusi?


    A seguito delle continue immigrazioni di musulmani in cerca di lavoro( arabi, marocchini, senegalesi, tunisini, pakistani, algerini.) in Europa, capita spesso che una ragazza si sposi con uno di essi.E’ bello che l’amore non conosca barriere e che non si pensi che ad essere felici. In realt lei si sente sicura, perch, in caso di dissidi, le comuni norme stabilite dal Codice civile  regoleranno equamente la loro situazione patrimoniale e, in caso  vi siano figli, l’affidamento degli stessi, non solo secondo il Codice del proprio Paese, ma anche basandosi sul diritto internazionale privato del 18 dicembre 1987, in cui vi sono regole precise per regolamentare i conflitti tra i coniugi di culture diverse.


    Per capita che queste siano contraddittorie tra loro. Quindi, buona regola che gli sposi fissino per iscritto, davanti ad un notaio e, possibilmente, prima del matrimonio, il loro accordo biculturale. Nei paesi musulmani, il matrimonio deve essere pattuito con un atto scritto davanti ad un’autorit pubblica. In esso vengono sanciti i diritti e i doveri secondo quanto consiglia il Corano(cf: Corano 2: 282 nella traduzione di Denis Masson, Essai d’interpretation du Coran inimitable, Sobhi El- Saleh, Beyrouth & Le Caire, 1980), per il partner non musulmano, deve essere cosciente che qualsiasi contratto pur firmato davanti ad un pubblico ufficiale occidentale, ha ben poche possibilit di essere riconosciuto in un paese musulmano, soprattutto per quanto concerne le clausole relative all’affidamento dei figli e alla loro religione.


    In Europa vi libert religiosa, perci gli sposi, pi che a leggi religiose, sono sottoposti allo stesso codice di famiglia. Non cos anche nei paesi islamici?


    Nei paesi islamici, che il musulmano sia credente  o no, praticante o meno, considerato prima di tutto come un musulmano e quindi gli si applica il regime giuridico corrispondente. In certi paesi come la Giordania, la Siria, il Libano, l’Iraq, ogni comunit religiosa ha il suo proprio diritto in materia di famiglia e i propri tribunali religiosi che risolvono i litigi tra i loro membri. Altri paesi come l’Egitto, hanno soppresso i tribunali religiosi ed hanno demandato i loro compiti ai tribunali statali competenti per tutti, ma che osservano le leggi delle diverse comunit. Altri paesi ancora(Algeria, Tunisia, Turchia)hanno unificato le leggi, pur mantenendo delle norme speciali da applicare ai non musulmani. Per tutti questi paesi, riconoscono norme discriminatorie in materia di Diritto di famiglia nei confronti dei non musulmani e nei confronti delle donne. Certamente, vi sono delle differenze tra i paesi musulmani. Vi sono quelli che hanno leggi pi liberali e progressiste( in Tunisia ed in Turchia sono proibiti il ripudio e la poligamia) ed altri meno. Per se un tunisino va in Egitto, gli verr applicata la legge musulmana, cos come in vigore l. Malgrado la proibizione della sua legge nazionale, potr contrarre un matrimonio poligamo e ripudiare la moglie con lo stesso diritto di un musulmano egiziano. Sarebbe lo stesso per qualsiasi occidentale che si convertisse all’islam ed andasse a vivere in quel luogo. L’appartenenza religiosa viene prima dell’appartenenza nazionale. Naturalmente, bisogna dire che vi sono pi modi di praticare l’islam, si pu essere pi liberali e tolleranti, per quando sopravvengono dei conflitti tra i due coniugi, ognuno tende a farsi forte del diritto a lui favorevole. Dunque, meglio essere al corrente della diversit delle norme e delle usanze del proprio Paese, rispetto a quelle musulmane.


    Un proverbio arabo dice:” Un soldo di precauzioni, meglio di una tonnellata di medicinali”


    Lei vuol dire che il musulmano condiziona tutta la sua vita al Corano? In pratica, non esiste neanche libert religiosa?


    Nei paesi occidentali c’ libert di aderire ad una religione, di abbandonarla per un’altra o di essere atei. Anche i musulmani affermano che questa riconosciuta e citano tre passaggi del Corano: 10: 99- 100; 18:29; 2:256- 257( i passi sono, come gli altri che citer, sempre tratti dal Corano di Masson), per tacendo ogni menzione o castigo per i non credenti e per coloro che abbandonano l’islam: Per diventare musulmani basta recitare davanti ad un testimone la formula: “Testimonio che non c’ altra divinit oltre Allah e che Maometto il messaggero di Allah” Se un uomo, anche se vecchio dovrebbe farsi circoncidere ed adottare un nome musulmano( la stella del pop inglese Cat Stevens, si fa chiamare Yusuf Islam e il pugile americano Cassius Clay, Muhammad Ali).


    La facilit con cui si diventa musulmano contrasta fortemente con quella di abbandonare l’islam. Per costoro si prevede la pena di morte e se si tratta di una donna, l’ergastolo.


     L’apostasia condannata, basandosi sul versetto coranico 9:74 e sulla parola di Maometto: “Uccidete colui che cambia religione”!.


    Questa proibizione di abbandonare l’islam, alla base della controversia suscitata dalla discussione sulla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, l’art. 19 che riconosce a qualsiasi individuo la libert di pensiero, di coscienza e di religione e che ormai, viene osservato nella maggioranza delle nazioni. Naturalmente la Siria, l’Arabia Saudita, l’Egitto, l’ Iraq lo contestano e nel Codice penale arabo del Sudan e della Mauritania, prevista la pena di morte per l’apostata.

    In Marocco, in Tunisia, in Algeria, in Egitto- per non citarne che alcuni- la legge non prevede alcuna sanzione penale contro l’apostasia, per chi la compie, subisce discriminazioni : gli proibito sposarsi e se gi sposato, viene separato dal partner e dai figli: In materia di successione, viene considerato morto e viene messa in atto la sua successione. Non pu ereditare da nessun altro, perde l’impiego e pu essere incarcerato senza alcuna base  legale formale, vive costantemente con la paura di essere ucciso anche da un familiare e anche se risiede all’estero. Una donna non musulmana, pu conservare la sua religione, ma i suoi figli, anche se non fosse d’accordo, sono musulmani e non hanno diritto, in nessun momento di cambiare religione, perch la societ islamica non ammette errori in questa materia.

    Se esistono tanti divieti, che mi sembrano altamente terrorizzanti per i musulmani, perch poi si sposano con tanta facilit con donne di altre religioni e di altri paesi?


    Nel diritto musulmano riconosciuta una forma di matrimonio, il “matrimonio di piacere”, detto anche “matrimonio temporaneo” che pu durare un’ora, quanto anni.


    Questo previsto nel codice civile iraniano che consente di sposare, oltre alle quattro mogli regolari, altre donne. Esso vietato nel diritto musulmano sunnita, per le autorit religiose sunnite autorizzano i loro fedeli che si trovano in occidente per studi o per lavoro, a sposare donne monoteiste ( nel Corano sono citate le “religioni del Libro”, cio la Bibbia ebraica e il Vangelo), con la segreta intenzione di separarvenese, alla fine del loro soggiorno, perch severamente escluso dal diritto musulmano, avere rapporti sessuali fuori dal matrimonio.


    In pi occasioni, ho conosciuto delle donne musulmane(Fazeeth Ashemi che in Iran potentissima e ultimamente, le figlie del regista M.Makmabalf che fanno cinema; Assia Djabar .) che stanno lottando nei loro Paesi per raggiungere l’uguaglianza con l’uomo, quindi presumibile che anche le norme giuridiche rispetto al matrimonio, saranno aggiornate. Cosa ne pensa?


    In occidente e anche in altri paesi, compresi alcuni musulmani, la donna ha lottato e lotta per avere gli stessi diritti dell’uomo. In altri come il Kuwait ,l’Afghanistan, ne viene privata nel nome delle norme religiose islamiche. Nel Corano che il libro sacro ed inviolabile dell’intera Umma( cio di tutti i musulmani del mondo, circa un miliardo e mezzo di persone), perch Parola increata di Dio, assolutamente immodificabile, istituita l’autorit dell’uomo sulla donna: “Gli uomini hanno autorit sulle donne , in virt della preferenza che Dio ha accordato loro e a causa delle spese sostenute per assicurarsene la compagnia”(Corano 4:34). Cos da figlia la donna sottomessa all’autorit del padre che pu darla in matrimonio senza il suo consenso, mentre per sposarsi il consenso paterno o del tutore maschio, necessario. Da sposata, sottomessa all’autorit del marito che pu impedirle di uscire di casa, lavorare e obbligarla a portare il velo, essendo considerata oggetto di tentazione suprema( pare che Maometto abbia detto: Non ho lasciato dopo di me una tentazione pi nociva per gli uomini delle donne”. Infatti, ne spos una decina).Il padre, o il marito o un tutore maschio, pu vietarle di andare a cinema, a ballare, sulla spiaggia e di praticare attivit sportive. Pu opporsi al fatto che i figli seguano certi corsi(es: educazione sessuale, anatomia.) e frequentino classi miste, pu iscriverli a scuole adeguate alla sua religione, senza che la moglie possa consigliare diversamente.. Spesso, nelle case musulmane, la moglie e le figlie, non mangiano, n parlano con ospiti stranieri( e questo succede anche a Milano, secondo la testimonianza di un illustre studioso come Paolo Branca) e per andare all’estero, hanno bisogno dell’assenso legale del marito o del padre.


    Una donna occidentale, non corre questi rischi, perch tutelata dalla Costituzione del suo paese e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che sancisce:” A partire dalla maggiore et, l’uomo e la donna hanno il diritto di sposarsi e fondare una famiglia senza nessuna  restrizione che riguardi la razza, la nazionalit o la religione”, per poi succedono casi come Erica, la ragazzina rinchiusa nell’ambasciata italiana del Kuwait da mesi perch non vuole tornare col padre musulmano egiziano e ne nato un caso internazionale. Ci indichi alcune regole pratiche per evitare drammi ai futuri sposi biculturali.


    Nel contratto di matrimonio che, per esempio in Svizzera obbligatorio firmare davanti ad un ufficiale di stato civile(neanche i diplomatici delle varie ambasciate possono celebrarlo, pena sanzioni pesanti) si deve dichiarare per iscritto che si intende conservare la propria nazionalit, il proprio lavoro, l’applicazione delle norme del diritto di famiglia, di iscrivere i figli nel proprio passaporto, di scegliere, in caso di divorzio, sempre il regime legale. Solo dopo il matrimonio civile, si pu richiedere la benedizione religiosa. Giuridicamente, questa cerimonia una formalit facoltativa senza alcun valore legale: per esempio, se  i due si sposano davanti all’imam, seguendo l’usanza musulmana, senza prima celebrare il matrimonio civile, costui si espone a sanzioni penali e pu essere privato del permesso di soggiorno. Poich per sposare un musulmano, alla donna viene generalmente proposto la conversione all’islam che obbligatoria per un non musulmano che intenda sposarsi con una musulmana, meglio esigere che venga trascritto chiaramente nell’atto stabilito  dopo la cerimonia religiosa, che non intende abbandonare la sua religione. E’ necessario anche che si informi sulla situazione concreta nel paese del marito, nel caso in cui dovesse andarci. Di fatto, in Arabia Saudita, severamente proibito ai non musulmani praticare la loro religione: nessun luogo di culto non musulmano, ammesso in questo paese. La donna monoteista( ovviamente, una buddhista o un’induista deve per forza convertirsi all’islam prima del matrimonio) pu conservare la sua religione, ma su di lei o direttamente o indirettamente, vengono esercitate pressioni tali che, per amore dei figli, le converr convertirsi. Il matrimonio con una non musulmana biasimevole, specie se straniera. Nelle scuole egiziane circola un’opera che mette esplicitamente in guardia i giovani musulmani da un simile matrimonio. Lo sceicco egiziano Al Ghazali critica i cristiani  e gli ebrei europei e americani che, secondo lui, non possono qualificarsi come persone del Libro, in quanto la Bibbia e il Vangelo non hanno pi nessun potere su di lui. Per questi, la religione non altro che una vacanza dal lavoro, una festa di Natale, collera ed insulti contro Maometto. In queste societ, sempre secondo lo sceicco, il vino scorre a fiumi e il sesso sfrenato.


    Una cristiana che si converte all’islam, non ha pi il diritto di ritornare sulla sua decisione. Se lo fa, considerata apostata: il matrimonio sciolto e le sono sottratti i figli.


    Per l’uomo non musulmano che voglia sposare una musulmana, le norme del diritto islamico in vigore in tutti i paesi islamici, lo obbligano a convertirsi assolutamente prima del matrimonio(un caso famoso: il filosofo Roger Garoudy, ateo, cattolico e poi musulmano per poter sposare una musulmana). Il divieto per una musulmana di sposare un uomo non musulmano, sebbene nei codici dei paesi occidentali e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, viene riconosciuta la libert di contrarre matrimonio alla maggiore et, con chiunque, indipendentemente dalle sue convinzioni religiose, e politiche, si basa su due versetti del Corano(2:221 e 60:10), applicati scrupolosamente nei paesi islamici. Nel codice ufficiale adottato in Egitto, l’articolo 122 dichiara: “La donna musulmana si unisce solo con un musulmano. Non pu unirsi n con un idolatra, n con un cristiano, n con un ebreo. L’atto che avesse contratto con modi loro , sarebbe rotto da un radicale annullamento”. Badran, professore di diritto all’universit di Alessandria e  a quella araba di Beyrouth, proclama la pena di morte contro il non musulmano che sposa una musulmana, perch il mezzo pi efficace “affinch il miscredente non abbia nemmeno il barlume di una tale idea e di fare perci un atto che attenti all’onore dell’islam e dei musulmani”. Anche in  Europa, un maschio musulmano(padre, fratello, tutore)difficilmente consentir a far sposare una sua congiunta ad un uomo non musulmano se prima questo non abiuri la sua religione per l’islam.


    Prof., in Italia alcune comunit islamiche, protette dalla potente lega araba, stanno tentando di firmare con lo stato italiano un’intesa che, oltre al riconoscimento del loro culto, permetta anche l’applicazione delle loro leggi per il diritto di famiglia. Cosa ne pensa?


    E’ un’enormit, un disastro e i politici italiani farebbero bene a stare attenti a non cascare nella rete. Immaginate la confusione che si creerebbe a livello sociale, permettendo il matrimonio musulmano che prevede la poligamia! Nei paesi occidentali, la poligamia un reato. In Svizzera l’articolo 215 del codice penale la vieta assolutamente. In caso che un musulmano si sposi con un’altra donna nel suo paese d’origine e la consorte svizzera lo viene a sapere, pu chiedere subito l’annullamento del matrimonio. Anzi, in questo contratto , prevista anche la clausola del matrimonio monogamico.


    Naturalmente, se si spostano in un paese musulmano, questa non ha pi alcun valore.


    Nella maggior parte di essi, il marito addirittura la pu ripudiare a suo piacimento, perch anche il ripudio previsto nel Corano e mai nessun giudice punirebbe qualcuno che se ne avvalesse. In Svizzera, come nei paesi occidentali, in genere, si riconosce solo il divorzio che deve essere di esclusiva competenza dei tribunali civili, qualunque sia la nazionalit e la religione dei richiedenti.


    Prof., oggi nei paesi occidentali si molto liberi sessualmente. Nessuno pi si scandalizza se una ragazza nubile ha un figlio. E’ cos anche nei paesi islamici?


    Niente affatto! Una ragazza deve arrivare vergine al matrimonio, pena l’annullamento immediato dello stesso. In certi casi, le ragazze fanno in modo che la data delle nozze coincida con le mestruazioni, cos l’onore salvo. Guai, poi per una ragazza a restare incinta! La legge musulmana mantiene il silenzio sui figli illegittimi. Io consiglio ad una occidentale che si sposa con un musulmano di passare sempre la prima notte di nozze ben lontana dalla societ del marito musulmano.


    La famiglia musulmana appare molto unita, per cosa succede dei figli se il matrimonio tra la ragazza europea e il ragazzo musulmano si sfascia?


    I  figli, spesso sono le vittime di un matrimonio fallito. Lo diventano doppiamente da un matrimonio biculturale fallito. Il padre decide il nome da imporre al figlio che se poi maschio deve essere circonciso. e la  religione in cui crescer sar esclusivamente l’islam, l’unica vera fede. In Svizzera, come altrove in Europa, gli sposi concordano il nome da imporre al bambino/a alla nascita e sull’educazione religiosa da ricevere. Un bambino che nasce da un padre musulmano, sar sempre musulmano, non avr mai il diritto di mettere in discussione la sua fede. In Svizzera, i bambini hanno il diritto di scegliere la religione, a partire dai 16 anni e possono anche decidere di non seguire alcun insegnamento religioso(art.303 del codice civile). Per tali concezioni diametralmente opposte, consigliabile che i genitori mettano per iscritto l’accordo raggiunto sull’educazione dei figli e che sappiano rispettarlo. A volte, persino le pi semplici regole alimentari( anche qui bene informarsi attentamente) praticate, diventano materia di divisione. Il capofamiglia musulmano, pu costringere la moglie e i figli ad adempiere i doveri  religiosi(la preghiera 5 volte al giorno, il Ramadan, non mangiare carne di maiale, non bere bevande fermentate.), anche se non sono dello stesso parere. Il Corano gli consente tutto questo.


    E se una coppia non ha figli?


    In caso che non nascessero figli, la sterilit solo della donna , perci il ripudio giustificato e l’uomo si prende un’altra compagna. Non consentito il controllo delle nascite, n l’adozione( permessa solo in Tunisia) e nei paesi musulmani difficilmente una coppia potr vivere in pace il suo legame se non si adegua alle regole sociali locali. Necessariamente avviene il ripudio e la donna sar segnata a vita, per non essere stata capace di avere figli.


    Prof., i figli a chi vengono affidati, in caso di divorzio?


    Naturalmente, se i genitori vivono in Europa, ci si attiene alle decisioni del giudice per la tutela dei figli.


    La situazione diversa nel diritto musulmano. Secondo questo, la donna ha la priorit nella custodia del figlio, ma l’autorit parentale resta del padre. La durata della custodia varia in relazione al sesso del bambino, quella della figlia infatti, pi lunga di quella del figlio. Se la donna non musulmana, privata del diritto di custodia del figlio o della figlia, a partire dai 5 anni di et, perch si teme che possa crescere i bambini in una religione diversa da quella del padre, cio l’islam. Raramente, il padre musulmano, anche se vive in occidente, accetter che i figli siano affidati alla madre. Spesso sono avvenuti drammatici casi di rapimento di figli che poi sono difficili da risolvere perch tutti i paesi musulmani non hanno ratificato la Convenzione dell’Aja relativa al rapimento internazionale dei figli. La moglie non musulmana, vivendo in un paese islamico, non pu sottrarsi all’applicazione delle norme musulmane. Il problema diventa ancora pi grave, nel caso che il marito muoia. I figli vengono affidati ai nonni paterni. E non parliamo poi del diritto alla successione: la donna viene sempre penalizzata.


    Il quadro che lei ha tracciato del matrimonio misto, scoraggiante..


    Il matrimonio sempre un’avventura e il suo successo dipende in primo luogo dagli sposi.


    In caso di matrimonio biculturale, buona regola informarsi sugli usi  e costumi del partner. Ci diventa ancora pi necessario, quando si pensa di contrarlo con un musulmano. La ricerca della chiarezza nelle relazioni sempre preferibile, perci ai giovani che stanno per compiere questo passo, consigliate di prendere tempo, magari di rivolgersi ai molti organismi posti per aiutare a capirsi meglio e, soprattutto, se vi disponibilit ad accettare le molte rinunce che comporta un legame con un musulmano. Non vero che per amore che molte ragazze occidentali si convertono all’islam: per qualcuna potrebbe accadere, ma in genere, le donne sono talmente terrorizzate dalle ferree norme coraniche imposte che pur di non  rinunciare ai propri bambini, subiscono il regime musulmano, vi si sottomettono per paura.


    Una ragazza mi ha chiesto consiglio sul matrimonio con un suo coetaneo musulmano. Le ho prospettato la situazione e lei mi ha detto:- Ma io lo amo!. Al che le ho risposto di riflettere e non compiere passi affrettati. Anch’io amo le mie tartarughe, ma non mi conviene sposarle.


    Prima di gettarvi in questa avventura, stabilite per iscritto il vostro accordo e firmatelo davanti ad un notaio e poi, possibilmente. non andate a vivere in un paese musulmano!


     


    Per gentile concessione del Prof. Sami Aldeeb Abu Sahlieh, si presenta il Modello del contratto matrimoniale che la coppia mista tenuta a firmare davanti al notaio.


     


     


    Modle de contrat de mariage


    A signer devant un notaire qui en garde un exemplaire


    biffez ou modifiez Ies passages qui ne conviennent pas


     


    Aprs mure rflexion, les soussigns


    M ….                                                                                n le……      


    de nationalit ………                                                 de religion…….   


     tat civil (clibataire, divorc, veuf)


     


    et


     


    Mme ………..                                                    Ne le ……..     


    de nationalit ………                                            de religion………     


    tat civil (clibataire, divorce, veuve)


          


     


     


     


     


    ont convenu de ce qui suit:


    Le mariage a lieu


    devant    1’tat    clvil


    en Suisse                                                                                           


    de……….


          


    l’tranger (nom du pays)……                                                devant…….      


     


     


     


    Le mariage civil est suivi d’une cremonie religieuse (spcifier la crrnonie) ……..


    ou 


    Le mariage civil n’est pas suivi d’une crmonie religieuse.


     


    Leur domicile commun sera (nommer le pays)…….


     


    La femme garde la nationalit sui sse.


     


    Elle garde son nom de famille, (ou) elle adopte le nom de famille de son mari.


     


     


    Libert religieuse des poux


    Chacun des poux entend garder sa religion et s’engage respecter la libert de religion et de culte de l’autre, y compris le droit de changer de religion.


    Le mari et la femme s’engagent ne pas imposer l’un I1autre leurs normes relatives


    la nourriture.


     


     


    Fide’lit et monogamie


    Le mari et la femme se doivent aide et fidlit. Ils attestent qu’ils ne sont pas maris au moment du mariage. Chacun s’engage ne pas pouser une autre personne tant que ce mariage est maintenu. En cas de fausse attestation ou de violation de l’engagement mentionne’, chacun des deux partenaires acquiert le droit de demander le divorce pour cette raison.


    Enfants


    Le mari et la femme affirment s’etre soumis des examens prnuptiaux et s’tre mis au courant des


    resultats de ces examens.


    Les enfants seront de religion……….      


    Ils seront duqus dans cette religion. lls bnficieront de la libert religieuse partir de l’age de 16 ans, y compris le droit de changer de religion, sans aucune contrainte de la part des parents ou de leurs familles respectives, conformment l’article 303 alinea’


     3 du Code civil suisse.


    Les enfants porteront des noms europens, chrtiens, musulmans, arabes, neutres. Le choix du prnom sera fait dtentente entre les deux parents (ventuellement indiquer dj les prnoms).


    Les enfants seront baptiss I’ge de……      


    lls choisiront librement de se faire circoncire ou cxci ser ds l’gc de I 8 ans s’i Is le souhai tent.


    Les enfants seront scoIariss dans des coles publiques, musulmanes, chrtiennes, juives.


    Les enfants seront inscrits sur le passeport de leur mre.


     


    Rapports conomiques


    Le mari et la femme contribuent sur une base d’galit, chacun selon ses moyens, aux dpenses du mnage et l’ed ucation des enfants. Ils dcident conjointement des affaires du couple.


    Le rgime matrimonial est soumis au droit suisse. Le mari et la femme optent pour le rgime (nommer le rgime)……..      


     


    Normes vestimentaires, travail et voyage


    Le mari et la femme s’engagent ne pas s’imposer mutuellement, ni leurs enfants, des normes vestimentaires (islamiques) ou les normes (islamiques) concernant la vie sociale et l’ducation scolaire et sportive.


    La femme decide elle-mme de son travail. Elle n’a pas besoin de l’autorisation du mari pour ses voyages et l’obtention des titres de voyages et d’identit pour elle-meme et pour ses enfants.


     


    Dissolution du mariage par le divorce ou le dcs


    Le mari et la femme s’engagent rgler leurs conflits l’amiable. Au cas o I ‘un des deux souhaiterait mettre fin au mariage, il s’engage le faire devant le juge et ne pas faire usage de la repudiation.


    Si le mari ou les deux conjoints rsident dans un pays qui permet au mari de rpudier sa femme, le mari reconnait de ce fait sa femme le droit de le rpudier aux memes conditions que lui.


    En cas de divorce, l’attribution des enfants se fera selon la loi suisse et sur dcision du juge suisse. Si Ies enfants sont attribus la mre, le pre s’engage respecter cette dcision et   ne pas les lui retirer pour des raisons religieuses, quel que soit leur lieu de rsidence. En cas de dcs d’un conjoint, les enfants seront allribus au conjoint survivant.


    Le partage des biens et les obligations alimentaires entre les poux seront rgls selon le droit suisse, meme si le mari ou les deux poux rsident dans un pays musulman.


    En tout tat de cause, es biens acquis pendant le mariage par l’un ou l’autre conjoint sont considrs comme proprit commune des deux et seront partages galit.


     


     


    Successions


    Le mari et la femme soumettent leurs successions au droit suisse. lls rejettent toute restriction au droit d’hriter basee sur la religion ou le sexe. Au cas o la succession est ouverte l’tranger, partiellement ou totalement, et que le juge tranger refuse d’appliquer le droit suisse, chaque conjoint reconnait d’avance au conjoint survivant le droit au tiers de son hritage net aprs liquidation du rgime matrimonial.


     


    Deces et funrailles


    (mentionner ici l’accord auquel sont arrivs les deux conjoints concernant les funrailles: enterrement dans un cimetire laic, cnterrement dans un cimetire religieux, transfert du corps dans le pays d’origine, incinration, etc.).


     


    Modification du prsent contrst


    Le mari et la femme s’engagent respecter les clauses de ce contrat de bonne foi. Le prsent contrat ne peut etre modifi qu’avec le consentement libre des deux conjoints devant un notaire.


     


    Nom du mari


    Sa signature                   lieu et date…….       


    Nom de sa femme


    Sa signature                   lieu et date…….       


     


    Nom du l er tmoin et son adresse


    Sa signature                   lieu et date……..       


    Nom du 2me tmoin et son adresse


    Sa signature                   lieu et date …..      


    Nom du notaire et son adresse


    Sa signature                   lieu et date……….       


     


    P.S.: Au cas o les poux dcident de proceder une crmonie religieuse musulmane en Suisse aprs le mariage civil ou de conclure un mariage religieux ou consulaire l’tranger, il est indispensable de mentionner expressment dans le document tabli la suite de la crmonie ou du mariage:


     


    -que le contrat de mariage sign devant notai re par les deux conjoints en fait partie intgrante et


    qu1en cas de contradiction entre les deux, le prsent contrat l’emporte sur le document tabli par l’autorit religieuse ou consulaire.


     


    N.B.


    Il Prof. Sami invitato a tutti i convegni internazionali interreligiosi e spesso anche nei paesi islamici, dove espone la sua tesi sull’abolizione della circoncisione maschile ( su cui ho una lunga intervista) come attentato all’integrit fisica della persona, garantita da leggi dell’ONU. Provoca discussioni a non finire, ma con la sua preparazione ( studia e pubblica su tale argomento libri ed articoli) “atterra” gli avversari.


    Gli ho chiesto come mai ancora vivo e mi ha risposto:- Sono troppo basso, i proiettili mi passano sulla testa”.


    Maria De Falco Marotta

  • PROGETTO: Sussidio per docenti in previsione della Giornata della Memoria (27 gennaio)

    PROGETTO: 

    Sussidio per docenti in previsione della Giornata della Memoria (27 gennaio)


    Nell’ambito delle iniziative dedicate alla Giornata della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (27 gennaio, data della liberazione di Auschwitz) – istituita dal Governo italiano il 20 luglio 2000, Legge n. 211 – l’Associazione Italia Israele Roma (AIIR) – con sede legale in Roma, Viale Trastevere 60 – presenta il seguente progetto:
    Sussidio per docenti in previsione della Giornata della Memoria (27gennaio)

    Destinatari
    – Gli insegnanti delle scuole, di ogni ordine e grado, di storia o di altre materie, interessati a svolgere un lavoro con gli studenti in occasione della Giornata della Memoria.
    – Gli studenti delle scuole soprattutto in vista dei lavori con crediti per gli esami di maturit.

    Obiettivi educativi-didattici
    Il Giorno della Memoria stato istituito “al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonch coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” (Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000).A tal fine l’AIIR si impegna a fornire agli insegnanti strumenti adeguati per l’insegnamento della Shoah nel suo contesto storico con riferimenti alla situazione attuale, ed offrire supporti tecnici ed occasioni d’incontro per la realizzazione dei progetti da svolgere nelle classi in occasione della Giornata della Memoria.

    Modalit di realizzazione
    1) Incontri con gli insegnanti su:
    I. 
    Elementi introduttivi allo studio ed all’insegnamento della Shoah
    Inquadramento storico e correlazioni attuali 
    Nascita ed espansione del nazismo 
    I lager
    La resistenza ebraica
    Le leggi razziali italiane
    Il ritorno dai lager
    Gli effetti della Shoah sulla societ moderna
    II. 
    Didattica 
    Linee guida
    Proposte di lavoro 
    2) Possibilit eventuale di incontri con gli studenti su temi concordati con gli insegnanti riguardanti la Shoah, e/o l’ebraismo, e/o Israele
    3) Organizzazione di un progetto per la Giornata della Memoria:
    – Incontro con un ex deportato e/o
    – Mostra di disegni dal Ghetto di Lods e/o
    – Visione di film da concordare con l’insegnante

    Modalit di lavoro
    1) Almeno due incontri con gli insegnanti di circa 3 ore ciascuno (o pi, a seconda della disponibilit degli insegnanti) per introdurre l’argomento e fornire gli strumenti base necessari.
    2) Possibilit di uno o pi incontri – una o due ore ciascuno – con gli studenti su temi concordati con gli insegnanti.
    3) Coinvolgimento di una o pi classi per la Giornata della Memoria (da un minimo di 2 ore, a tutta la mattinata) per la realizzazione del programma stabilito.

    Strumenti
    – Un Sussidio per gli insegnanti che potranno eventualmente fotocopiarlo in parte o integralmente per gli studenti.
    – Materiale per la Mostra di disegni dal Ghetto di Lodi
    – Videocassetta e scheda del film eventualmente scelto.

    Tempi di attuazione
    1) Gli incontri con gli insegnanti sono previsti verso la fine di novembre,cos da lasciar loro tempo per elaborare eventuali lavori con gli studenti.
    2) Gli incontri con i ragazzi si potranno tenere in qualsiasi momento, a discrezione dell’insegnante e secondo le possibilit degli operatori.
    3) Realizzazione dei progetti durante la Giornata della Memoria, e nei empi immediatamente successivi e precedenti, cos come programmato.

    Prodotto
    L’AIIR fornir il Sussidio per gli insegnanti ed il materiale necessario alla realizzazione dei progetti. Alla discrezione dell’insegnante lasciata la possibilit di far realizzare ai ragazzi eventuali lavori.

    Previsione della spesa 
    Tutti questi servizi vengono offerti gratuitamente.

    Responsabili del progetto 
    – Silvia Antonucci (Cell. 3494447552) (Giornalista ed archivista. Ha partecipato al Seminario per educatori organizzato dalla “Scuola Internazionale di Studi sulla Shoah” dell’Istituto Yad Vashem, Israele; stata intervistatrice della “Shoah Visual History Foundation”, Los Angeles, California; ha scritto “L’Europa dopo la Shoah: Societ e cultura dopo lo sterminio, 2 voll.”, per una borsa di studio dell’Unione delle Comunit Ebraiche Italiane).
    – Maria Brindisi (Cell. 3280719554) (Manager presso la Casa discografica BMG Ricordi. Nipote di un ex eportato a Mathausen).
    – Renza Fozzati (Cell. 3334515683) (Docente di religione. Da sempre impegnata nel dialogo interreligioso ed in particolar modo sui temi ebraici, effettua conferenze in tutta Italia).

    N.B.: Poich la giornata del 27 gennaio 2002 una domenica, se gli insegnanti vogliono far svolgere i lavori agli studenti in una giornata scolastica, si consiglia lo spostamento a luned 28, e non a sabato 26, in rispetto della festivit ebraica dello Shabbat.


    Pasquale Troa
    p.troia@snadir.it


    2002 Snadir


     


     

  • Avvenire – 01 dicembre 2001



    AVVENIRE




    01
    dicembre 2001







    Docenti
    di religione: Ora lo stato giuridico



    Milano.
    Erano pi di 800 e provenivano da tutta Italia gli insegnanti
    di religione che ieri si sono riuniti a Napoli in occasione
    del Convir 2001 (Convegno nazionale insegnanti di religione).
    Il convegno, organizzato dallo Snadir (Sindacato nazionale
    autonomo degli insegnanti di religione), stato l’occasione
    per ribadire con forza un diritto che da decenni i docenti
    di vedono negato: il riconoscimento dello stato giuridico.
    Nella relazione introduttiva il professor Pasquale Troa
    ha ricordato che il collocamento giuridico dei docenti
    di religione nella scuola la naturale evoluzione di un
    riconoscimento professionale che si sono conquistati sul
    campo, laddove sono soltanto incaricati annuali. Vane,
    infatti, sono state fino a oggi le richieste di un contratto
    a tempo indeterminato che ne consentisse l’entrata in ruolo,
    nonostante fosse gi previsto negli accordi di revisione
    del Concordato tra Stato e Chiesa del 1985. Da allora si
    sono avvicendati ben 17 disegni di legge, ai quali si
    aggiunto ultimamente quello promosso dal ministro Letizia
    Moratti. Purtroppo anch’esso – dicono i docenti – prevede,
    per insegnanti gi in servizio da tempo, un concorso ordinario
    per entrare in ruolo, il che pare assurdo: molti professionisti
    vantano gi 20/25 anni di servizio. L’alternativa sarebbe
    quella indicata dal segretario nazionale dello Snadir, Orazio
    Ruscica: Un corso abilitante riservato, uno strumento che
    dal settembre 1999 gi stato utilizzato in tre occasioni,
    proprio per risolvere il problema dei precari, ad esclusione
    di quelli di religione. All’assemblea erano presenti senatori
    della Lega Nord, del Ccd-Cdu e dell’Ulivo, oltre a monsignor
    Vittorio Bonati, responsabile del settore insegnamento della
    religione della Cei.

  • Agenzia Redattore Sociale – 29 novembre 2001



    AGENZIA
    REDATTORE SOCIALE




    29
    novembre 2001





    SCUOLA
    – ”Professionisti in attesa dello stato giuridico”. Insegnanti
    di religione dello Snadir a convegno




     
    29/11/2001 12.11.18



    NAPOLI
    – "Professionisti in attesa dello stato giuridico"
    il titolo ed il

    tema del convegno nazionale dello Snadir che si terr
    domani a Napoli

    (Teatro Politeama, ore 8.30-13.30).

    Lo Snadir il Sindacato Autonomo degli Insegnanti di
    Religione ed il tema

    del convegno nazionale rappresenta l’aspetto di pi
    impellente attualit.

    Gli insegnanti di religione sono infatti dei professionisti
    in attesa dello

    stato giuridico, dal momento che sono soltanto incaricati
    annuali.

    Da anni il sindacati chiede il riconoscimento del loro
    stato giuridico

    tramite la stipula di un contratto a tempo indeterminato
    e la conseguente

    loro entrata in ruolo. Un riconoscimento che avrebbe
    gi dovuto avvenire gi

    dal 1985, a seguito degli accordi di revisione del Concordato
    tra Stato e

    Chiesa.

    Nell’ultimo anno si assistito alla presentazione di
    ben 17 disegni di

    legge di iniziativa parlamentare ai quali si ultimamente
    aggiunto quello

    promosso dal Ministro Letizia Moratti.

    Lo Snadir, a questo proposito, afferma di trovarsi sostanzialmente
    d’accordo

    sul disegno di legge, tranne sul punto che prevede per
    gli insegnanti di

    religione attualmente in servizio un concorso ordinario
    per entrare di

    ruolo, "cosa che pare assurda se si considera che
    molti insegnanti hanno

    maturato un’esperienza di 10, 20 e anche 25 anni nella
    scuola".

    Sul tema lo Snadir ha una sua proposta, che verr ufficialmente
    presentata

    durante il Convegno di Napoli e che prevede la via del
    "corso abilitante

    riservato" e "graduatorie permanenti"
    strumenti gi utilizzato negli ultimi

    due anni per i docenti precari di altre discipline.

    Il programma del convegno prevede alle ore 9.00 la relazione
    del professor

    Pasquale Troa ("Professionalit degli Insegnanti
    di religione: identit,

    garanzie, qualificazioni per una scuola di qualit")
    e, alle 10, Tavola

    Rotonda coordinata dal Prof. Orazio Rustica, segretario
    nazionale Snadir,

    con rappresentanti delle Istituzioni sul tema: "Quattordici
    disegni di

    legge: sono sufficienti per uno stato giuridico atteso
    da anni?".



  • Asca – 29 novembre 2001



    ASCA




    29
    novembre 2001





    09:52
    SCUOLA: INSEGNANTI RELIGIONE CHIEDONO STATO GIURIDICO




    Domani Convegno Nazionale a Napoli




    (ASCA) – Roma, 29 nov – Riconoscimemnto dello statao

    giuridico gli insegnanti di religione lo chiederanno

    nuovamente domani a Napoli al convegno nazionale dello

    Snadir- Sindacato autonomo insegnanti religione, previsto
    i

    mattinata al Politeama.

    Lo Snadir e’ il Sindacato Autonomo degli Insegnanti di

    Religione ed anche il tema dato al Convegno Nazionale

    corrisponde effettivamente allo stato dei suoi aderenti.

    Gli insegnanti di religione sono infatti dei professionisti

    in attesa dello stato giuridico dal momento che sono

    soltanto incaricati annuali.

    Da anni lo Snadir chiede con forza il riconoscimento del

    loro stato giuridico tramite la stipula di un contratto
    a

    tempo indeterminato e la conseguente loro entrata in ruolo.

    Un riconoscimento che avrebbe gia’ dovuto avvenire gia’
    dal

    1985 a seguito degli Accordi di revisione del Concordato

    tra Stato e Chiesa.

    Nell’ultimo anno si e’ assistito – grazie all’opera intensa

    dello Snadir – alla presentazione di ben 17 disegni di

    legge di iniziativa parlamentare ai quali si e’ ultimamente

    aggiunto quello promosso dal Ministro Letizia Moratti.

    Su quest’ultimo lo SNADIR si trova sostanzialmente

    d’accordo tranne sul punto che prevede per gli insegnanti

    di religione attualmente in servizio un concorso ordinario

    per entrare di ruolo, cosa che pare assurda se si considera

    che molti  insegnanti hanno maturato un’esperienza
    di 10,

    20 e anche 25 anni nella scuola.

    Sul tema lo SNADIR ha una sua proposta, che verra’

    ufficialmente presentata durante il Convegno di Napoli e

    che prevede la via del ”corso abilitante riservato” e

    ”graduatorie permanenti” strumenti gia’ utilizzato negli

    ultimi due anni per i docenti precari di altre discipline.