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  • La risposta di Curzio Maltese e la replica di Orazio Ruscica

    La risposta di Curzio Maltese e la replica di Orazio Ruscica


     


    UNA POLEMICA VESTITA DA INCHIESTA


     


    Risposta di Curzio Maltese


     


    Mi rendo conto che per lei è normale che gli insegnanti di una materia facoltativa, scelti dai vescovi, rimangano a carico di uno stato laico per tutta la vita. Cm


     


     



    Replica di Orazio Ruscica


     


    Egr. Dott. Maltese,


    capisco che la sua personale idea di “laico” assomiglia molto a quella di “laicista anticlericale”.


    Ritengo però che la questione del nostro dibattito abbia bisogno di spazi adeguati e non di poche battute o di “ampi spazi unilaterali”. Pertanto, qualora lei sia disponibile ad un vero confronto, rimango a sua disposizione per affrontare con serenità e maggiore completezza il tema da lei sollevato.


     


    Cordiali saluti


    Orazio Ruscica


    Segretario Nazionale Snadir


     


    Snadir – venerdì 26 ottobre 2007

  • UNA POLEMICA VESTITA DA INCHIESTA

    UNA POLEMICA VESTITA DA INCHIESTA


       Il giornale “la Repubblica” di mercoledì 24 ottobre ci ha riproposto l’ennesima polemica sull’ora di religione.
    Con l’altisonante definizione di “inchiesta” sono stati forniti pochi dati, in genere sbagliati, ma soprattutto si è contestato il fatto che lo Stato italiano dia tanto spazio e rilevanza nella scuola ad un insegnamento “facoltativo”.  Ci saremmo aspettati da un giornalista di grandi qualità come Curzio Maltese una presentazione oggettiva di quelli che sono i limiti e le potenzialità dell’insegnamento religioso in Italia, magari aprendo la strada ad un dibattito sereno su questo tema.  Al contrario ci ritroviamo ancora dinanzi alla confusione tra “insegnamento facoltativo”  e  “scelta facoltativa” o addirittura alla contestazione per aver tolto una parte degli insegnanti di religione dallo stato di precarietà.
       Gli insegnanti di religione secondo quanto si legge sono entrati in ruolo “grazie a una rapida e un po’ farsesca serie di concorsi di massa“.  Il concorso degli insegnanti di religione è risultato tanto “rapido” da giungere dopo quasi venti anni dalla revisione concordataria (legge 121/1985) ma evidentemente ha ugualmente infastidito chi ritiene che tutti debbano essere tratti dalla condizione di precariato purché non insegnino religione.
       Quanto alla “farsesca serie di concorsi di massa” è appena il caso di ricordare che di concorso ordinario se ne è svolto uno solo ed ha previsto l’ammissione solo di coloro che potevano vantare una serie di requisiti di servizio.  Forse per “farsesca serie di concorsi di massa” ci si voleva riferire ai corsi abilitanti riservati per altri insegnamenti, ma da quelli gli insegnanti di religione sono stati esclusi; altri ne hanno usufruito.
       L’insegnamento di religione non è uno “strano ibrido di animazione sociale e vaghi concetti etici“, al contrario i contenuti che propone sono indicati in maniera molto rigorosa nei programmi ministeriali (sin dal 1987), i quali in modo chiaro propongono obiettivi distinti dalla catechesi: offrire agli studenti una “conoscenza oggettiva, sistematica e critica dei contenuti essenziali del cristianesimo e delle espressioni più significative della sua vita, in dialogo con le altre confessioni cristiane e le altre religioni” secondo le finalità della scuola.
       Probabilmente nell’esperienza scolastica di ognuno di noi non tutti gli insegnanti hanno lasciato lo stesso segno e non tutti sono risultati bravi e coinvolgenti nella stessa misura, ma ciò avviene in tutte le professioni: medici, amministratori, giornalisti. Non per questo, tuttavia, dobbiamo chiudere le scuole, gli ospedali, gli uffici e le redazioni dei giornali.
       L’insegnamento della religione non va annientato ma, al contrario, va meglio ripensato nella sua collocazione, specificato nei suoi obiettivi e arricchito nei contenuti, compresa una maggiore attenzione per la lettura della Bibbia. E’ da auspicare che la scuola e tutti coloro che operano nel campo della formazione e dell’informazione facciano del proprio meglio per fornire ai giovani gli strumenti di lettura di una realtà sociale sempre più difficile da decodificare.
       Ora, soltanto durante l’ora di religione gli studenti hanno l’opportunità di “incontrare culturalmente testi, documenti, tradizioni, testimonianze e contenuti che costituiscono l’universo religioso”.
       Senza la frequenza dell’insegnamento della religione, gli studenti si priverebbero di una alfabetizzazione religiosa culturalmente qualificata.
       Se abbiamo a cuore la formazione alla pace e al dialogo dei nostri studenti, non possiamo abbandonarli all’ignoranza religiosa; perché nella società italiana di domani, sempre più multietnica e multireligiosa, la conoscenza della cultura religiosa permetterà alle donne e agli uomini di praticare la stima e il rispetto  reciproci e di costruire le premesse per un dialogo che sappia svolgersi nel rispetto e nella valorizzazione delle differenti opzioni di vita.


    Orazio Ruscica


    Segretario Nazionale Snadir


     


    Snadir – giovedì 25 ottobre 2007

  • Il nuovo contratto per il comparto scuola: un accordo raggiunto sulla base del “dateci gli arretrati e poi ne parliamo”

    Il nuovo contratto per il comparto scuola: un accordo raggiunto sulla base del “dateci gli arretrati e poi ne parliamo”



       Il 7 ottobre 2007, dopo circa 650 giorni di vacanza contrattuale (il precedente contratto economico è scaduto il 31 dicembre 2005), è stato siglato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (C.C.N.L.) per il comparto scuola per il quadriennio giuridico 2006/2009 e – per la sola parte economica – per il biennio 2006/2007.
       Quindi la sigla del nuovo contratto si colloca a ridosso della scadenza contrattuale  biennale del 31 dicembre 2007; cioè chiuso questo contratto ci dovrebbero già essere a disposizione nuove economie per l’accordo del prossimo biennio economico 2008/2009. Ma a quanto pare il Governo sembra restio a tirar fuori nuove risorse da mettere a disposizione per il prossimo contratto, tant’è vero che nella Finanziaria 2008 neppure un euro è stato stanziato per il prossimo biennio economico 2008/2009. Ed è qui il senso della sigla al contratto e della proclamazione dello sciopero per la fine del mese di ottobre.
    Torniamo però al contratto siglato il 7 ottobre scorso.
    Dopo mesi di stagnazione la contrattazione tra l’Aran e le Organizzazioni sindacali riprende a metà settembre e si trascina con fatica fino alla fine dello stesso mese. I
    l 4 ottobre scorso viene avviata una trattativa no-stop sul contratto scuola che viene chiuso il 7 ottobre. Cosa è successo? Qual è stata la molla che ha di fatto accelerato la sigla del contratto?
       I Ministri Padoa Schioppa e Fioroni fanno inserire all’art.15 del decreto legge n.159 collegato alla Finanziaria una spesa ulteriore di un miliardo di euro per i contratti pubblici oltre a quella già prevista dalla Finanziaria dello scorso anno.
       In sostanza i due Ministri buttano sul piatto del contratto scuola la retrodatazione al 1° febbraio 2007 degli aumenti previsti al 31 dicembre 2007; cioè oltre ad avere al 1° febbraio 2007 l’aumento medio mensile di 42,97 euro lordi per i docenti di scuola dell’infanzia/primaria e di 48,18 euro lordi mensili per docenti di scuola secondaria superiore, i due Ministri aggiungono rispettivamente altri 49,00 euro lordi mensili e  56,61 euro lordi mensili.
       Ma la decisione deve essere presa in tempi ristretti; infatti, la clausola del collegato alla Finanziaria prevede che il miliardo di euro potrà essere a disposizione soltanto per i contratti firmati definitivamente entro il 1° dicembre 2007. Poiché la verifica delle Ipotesi di Contratto deve essere effettuata entro 55 giorni dalla sigla del contratto, le Organizzazioni sindacali sono costrette a sottoscrivere l’ipotesi di contratto entro il 6/ 7 ottobre per non perdere  questi ulteriori risicati aumenti.
       Tutto questo ha costretto le Organizzazioni sindacali a rinviare ad altre sequenze contrattuali importanti norme che avrebbero richiesto ponderate riflessioni e  significative decisioni condivise, come ad esempio l’equiparazione tra insegnanti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Un impegno che noi abbiamo diverse volte fortemente proposto; nell’ultimo congresso affermai infatti  che l’estensione della progressione economica di carriera era una necessità per poter fornire al momento della pensione una media contributiva adeguata.
       L’impegno dello Snadir ha consentito che nel contratto venisse garantito il diritto dei docenti di religione all’inquadramento stipendiale, alla ricostruzione di carriera ed alla equiparazione ai docenti a tempo indeterminato per tutto quanto riguarda le assenze ed i permessi.
       E’ un contratto, però, che rivela una logica di mercato: il Governo ha presentato l’offerta, le Organizzazioni sindacali dovevano prendere o lasciare. E’ un contratto con risorse striminzite che non consentono un reale avvicinamento alle retribuzioni europee dei docenti. E’ un contratto che scippa l’indennità di vacanza contrattuale, rinviando la stessa alla contrattazione. E’ un contratto che riscrive ciò che già è stato precisato precedentemente negli accordi di interpretazione autentica.
       E’ un contratto che certamente rivaluta i compensi per le ore aggiuntive; riteniamo davvero importante aver definito il compenso per le ore aggiuntive dei corsi di recupero nella misura di 50 euro lorde. Ed è altrettanto importante aver stabilito che l’orario di insegnamento obbligatorio (25 per l’infanzia; 22+2 per la primaria; 18 per la secondaria) potrà essere preteso dal Dirigente scolastico soltanto entro il calendario delle lezioni stabilito da ciascuna Regione (data inizio e fine delle lezioni), cosicché ogni ulteriore attività deliberata dovrà essere liquidata con una retribuzione aggiuntiva.
       Ma è comunque un  contratto del “dateci gli arretrati e poi ne parliamo”. Tutto ciò non fa bene ad una scuola che aspira a riconoscere e a valorizzare il lavoro dei docenti, che  sono “gli attori chiave in tutte le strategie volte a stimolare lo sviluppo della società e dell’economia”. Ma di questo forse si comincerà a discutere, se i  Ministri Padoa-Schioppa e Fioroni vorranno, da gennaio 2008.


    Orazio Ruscica



    Snadir – mercoledì 24 ottobre 2007

  • Al Ministero della Pubblica Istruzione incontro tra il Dr. Sanzo e lo Snadir

    Al Ministero della Pubblica Istruzione incontro tra il Dr. Sanzo e lo Snadir


     


      


      


       Oggi 11 ottobre 2007 si è tenuto presso il Ministero della Pubblica Istruzione l’incontro tra la delegazione Snadir, formata dal Prof. Orazio Ruscica e dal Prof. Ernesto Soccavo, ed il Dr. Raffaele Sanzo, Capo Segreteria del Ministro Fioroni.


       L’incontro ho avuto lo scopo di approfondire il confronto su alcune tematiche tra le quali la partecipazione alle commissioni per l’esame di Stato in qualità di membro esterno da parte degli Idr che risultano in possesso di abilitazione per altro insegnamento.


       Il punto più delicato, tuttavia, rimane quello relativo alla nostra proposta di trasformare l’attuale graduatoria di merito del concorso degli Idr in una graduatoria ad esaurimento attraverso la quale garantire in tempi brevi l’immissione in ruolo dei circa 3000 Idr che hanno superato il concorso ma si trovano in servizio sulle cattedre della quota del 30%.  A giudizio dello Snadir la proroga della validità della graduatoria di concorso anche solo per un ulteriore triennio garantirebbe l’immissione in ruolo di tutti gli Idr che hanno partecipato al concorso.


       E’ evidente che se tutto ciò non sarà ritenuto possibile l’alternativa rimarrà il nuovo concorso che, tuttavia, lo Snadir ritiene debba essere svolto con modalità da concordare con le OO.SS. esclusivamente in quelle Regioni dove le graduatorie risultano esaurite o dove non sia stata coperta con personale di ruolo la quota del 70% prevista dalla legge 186/2003


       In chiusura della mattinata la delegazione Snadir ha incontrato anche il Dr. Luciano Chiappetta alla cui attenzione è stata portata, ancora una volta, la questione dei contratti di numerosi Idr in ruolo sulla scuola dell’infanzia che risultano in servizio per un orario settimanale eccedente (25 ore e mezza) rispetto a  quello contrattualmente previsto (24+1=25); lo Snadir ha sollecitato al Ministero una Nota di chiarimento sulla questione.


     


    La Redazione


     


    Snadir – giovedì 11 ottobre 2007


     

  • Education at a Glance 2007: OECD Indicators. Uno Sguardo sull’Educazione 2007: Indicatori OCSE

    Education at a Glance 2007: OECD Indicators


    Uno Sguardo sull’Educazione 2007: Indicatori OCSE


    In Italia sono moltissimi gli studenti che non terminano le scuole superiori


     


     


       E’ cresciuto nei paesi dell’Ocse il numero degli studenti che  completano gli studi di istruzione secondaria, mentre in Italia sono tanti gli studenti che non terminano le scuole superiori. E’ questo uno dei tanti dati che  emergono dal Il Rapporto OCSE 2007, “Uno Sguardo sull’Educazione. Un rapporto che  pone l’accento su due temi importanti:  l ‘istruzione superiore e  l’efficienza nell’istruzione, vale a dire il rapporto costi-benefici. Uno dei dati più significativi evidenziati dal Rapporto è  la velocità e l’ampiezza alla quale va espandendosi l’istruzione universitaria. In media più di metà di coloro che escono dalla scuola nei paesi dell’Ocse accedono ai diversi Atenei.  Un’espansione che, secondo il Rapporto, tutt’oggi ha dei risvolti positivi, soprattutto per quanto riguarda la crescita culturale delle persone e l’economia. Un’istruzione che però non appare equa: grandi fette della popolazione, soprattutto, la più svantaggiata economicamente,  non accede infatti all’Università, con difficoltà anche occupazionali. Ecco che allora il Rapporto evidenzia che “l’istruzione non sempre soddisfa la sua vera missione: migliorare la partecipazione e sostenere la mobilità sociale“, e l’invito a cambiare questo trend. Interessante notare, e facciano sempre riferimento al documento, che i paesi dell’Ocse spendono per l’istruzione più di quanto non abbiano mai fatto, più del 40% rispetto al 1995. Peccato però che  i risultati non siano quelli attesi: l’apprendimento dovrebbe infatti aumentare del 22%.


       Vediamo ora qual è, secondo l’analisi dell’Ocse, il rapporto costi-benefici, dati che devono far riflettere. L’Italia ha costi molto al di sopra della media Ocse per l’istruzione primaria e secondaria, senza che questa maggiore spesa si traduca né in migliori risultati sull’apprendimento degli alunni né, tanto meno, in stipendi più soddisfacenti per i docenti, entrambi al di sotto della media Ocse.


       Da notare inoltre che il numero di ore di insegnamento in Italia è il più alto dei paesi Ocse. Infine il rapporto evidenzia che i costi per l’istruzione universitaria sono molto inferiori alla media. Un’ultima considerazione, che deve far riflettere la scuola italiana: è elevato il numero delle persone che  in Italia non termina la scuola secondaria superiore, con ripercussioni negative sulla transizione dalla scuola al lavoro, in termini di occupazione, e  infine  la mancata compensazione di questo dato negativo iniziale con forme di istruzione-formazione lungo l’arco della vita, un’altra delle gravi carenze del sistema formativo italiano.


       Il Rapporto OCSE 2007, “Uno Sguardo sull’Educazione, pone inoltre l’accento su molte altre questioni, uno strumento utile per gli insegnanti e per quanto hanno a cuore il futuro della scuola.


     


     


    Emanuela Benvenuti


     


     


  • Firmato stamattina il CCNL per il comparto scuola. Poche le risorse per gli stipendi, buone le novità per i corsi di recupero

    Firmato stamattina il CCNL per il comparto scuola


     


    Poche le risorse per gli stipendi, buone le novità per i corsi di recupero


     


     


       E’ stato firmato alle 7,30 di stamattina (7 ottobre 2007) il Contratto collettivo Nazionale (CCNL) per il comparto scuola per il quadriennio 2006/2009 e per la sola parte economica per il biennio 2006/2007.


       In pratica, dal 1° gennaio 2008 si va dai 91,98 euro medi mensili lordi per i docenti di scuola dell’infanzia e della primaria ai 104,79 per i docenti di scuola secondaria superiore. A questi va aggiunta una “una-tantum” di euro 51,46 derivante dalla mancata attribuzione delle funzioni tutoriali. Per tutto il 2006 aumenti medi mensili di 19,71 euro lordi per i docenti di scuola primaria/infanzia, mentre per quelli di scuola secondaria aumenti medi mensili di 20,85 euro lordi. Invece per tutto il 2007 aumenti medi mensili lordi di 99,61 per insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, mentre per quelli di scuola superiore 111,90 euro medi mensili lordi. Insomma per i due anni (2006/2007) di vacanza contrattuale i docenti di scuola dell’infanzia/primaria avranno in busta paga soltanto 1.009,79 euro e quelli della secondaria superiore 1.137,28 euro al netto delle ritenute previdenziali/assitenziali e dell’Irpef.


       “Si tratta di aumenti stipendiali striminziti; l’unica novità positiva riguarda i corsi di recupero:” – afferma il prof. Ruscica – “il compenso è definito nella misura di 50 euro per ogni ora e viene introdotto l’obbligo di retribuire le attività aggiuntive fuori dal calendario delle lezioni stabilite dalle Regioni”.


     


    La Redazione


     


     



    Snadir – domenica 7 ottobre 2007