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  • Firmata l’intesa tra Cei e Ministero dell’istruzione per il bando di concorso. Snadir: “L’unico concorso possibile è quello per titoli e servizi”

    Prendiamo atto del comunicato dell’ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana che ha presentato una sintesi del testo dell’Intesa prevista dall’art.1bis, comma 1 della legge 159/2019 tra il Presidente della CEI e la Ministra dell’istruzione.
     
    Il testo sembrerebbe contenere la cornice generale entro la quale collocare il bando di concorso, cioè l’idoneità concorsuale per i candidati, i titoli di studio previsti per partecipare al concorso, i posti da mettere al concorso nella misura del 50%  per coloro che hanno 36 mesi di servizio, la composizione della commissione di esame. Rinvia al bando di concorso “l’articolazione, il punteggio e i criteri delle prove concorsuali e della valutazione dei titoli”.
     
    Nell’attesa che venga reso pubblico il documento completo, possiamo affermare che le notizie sull’intesa  firmata oggi andrebbero lette e valutate alla luce delle norme vigenti in materia di concorsi.
     
    Infatti il recente DPCM del 3 dicembre 2020 specifica che è sospeso lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica.
     
    Lo Snadir ritiene , quindi, in questo momento, che siano consentiti soltanto i concorsi per soli titoli, trattandosi di una procedura da svolgersi in modalità esclusivamente telematica.
     
    Questa modalità di assunzione per soli titoli e servizi è l’unico valido canale di immissione in ruolo dei docenti di religione con 36 mesi di servizio.
     
    Altra modalità non sussiste!
     
    Orazio Ruscica, Segretario nazionale
     


    Snadir – Professione i.r. – 14 dicembre 2020 – h.21,30
  • Snadir: per gli insegnanti di religione un trattamento non diverso dai colleghi delle altre discipline. Una nuova prospettiva per l’annosa questione dei precari di religione

    Lo scorso anno l’approvazione dell’art.1 della legge 159/2019 stabiliva che entro il 2019 doveva essere bandito un concorso straordinario per titoli ed esami per i docenti della scuola secondaria di I e II grado, posto comune.
     
    La legge 159/2019 fu approvata il 28 dicembre 2019 e chiaramente non ci fu tempo per predisporre il bando. La scadenza del 2019, non essendo un termine perentorio, fu prorogata al 30 aprile 2020 con l’art.7, comma 10-quaterdecies della legge n.8 del 28 febbraio 2020.
     
    Successivamente con decreto dipartimentale n.519 del 23 aprile 2020 fu bandito il concorso straordinario.
     
    Intervenne poi la legge n.41 del 6 giugno 2020 che stabilì la diversa tipologia di prova scritta (da quiz a quesiti con risposta aperta) e dispose una ulteriore proroga fissando lo svolgimento delle prove durante l’anno scolastico 2020/2021.
     
    Nel periodo dal 22 ottobre e fino al 16 novembre avrebbero dovuto svolgersi le prove scritte.
     
    I sindacati avevano evidenziato al Ministero dell’istruzione che avviare lo svolgimento delle prove del concorso straordinario in un contesto di emergenza igienico sanitaria era rischioso e non avrebbe prodotto alcun effetto immediato in termini di assunzioni.
     
    Come tutti ricorderanno, il DPCM del 3 novembre scorso ha sospeso le prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private. Quindi il concorso scuola, che si è mostrato paradossale sin dalla nascita, è stato sospeso.
     
    Queste semplici annotazioni, se lette in riferimento alla scadenza prevista per il 2020 del bando del concorso per gli insegnanti di religione, ci fanno capire che – data la straordinarietà della situazione emergenziale – il termine citato è da intendersi ordinatorio e non perentorio. Quindi la data del 31 dicembre 2020 potrà essere prorogata nella legge di bilancio attualmente in discussione alla Camera oppure nel prossimo dispositivo di legge “Milleproroghe”.
     
    A questo punto, se non si interviene immediatamente con un dispositivo di legge che specifichi in maniera chiara che il concorso di cui all’art.1bis della legge 159/2019 deve essere “straordinario”, difficilmente il successivo bando potrà recepire una modalità diversa dal concorso ordinario.
     
    Il recente dpcm del 3 dicembre 2020 specifica che è sospeso lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica. Si potrebbero ritenere, quindi, in questo momento, consentiti i concorsi per soli titoli, trattandosi di una procedura da svolgersi in modalità esclusivamente telematica. Ciò potrebbe rappresentare un valido canale di immissione in ruolo dei docenti con un rilevante numero di anni già prestati in condizione di precariato.
     
    Dunque ben venga la posizione espressa dai Direttori diocesani, settore scuola, della Lombardia che – considerate alcune richieste dello Snadir già rese note – chiedono una procedura straordinaria uguale a quella attuata per i docenti di altre discipline, che salvaguardi e valorizzi il servizio di coloro che hanno svolto almeno 36 mesi di insegnamento della religione cattolica.
     
    Ma occorre chiaramente andare oltre le dichiarazioni e sostenere con forza quanto lo Snadir ha chiesto nel corso di incontri con numerosi parlamentari.
     
    Adesso finalmente a tutti è chiaro quanto ha affermato il Comitato europeo dei diritti sociali riguardo al servizio svolto dai docenti non inseriti nelle GAE: “l’esperienza acquisita con contratti successivi, anche con interruzioni, deve essere presa in considerazione in particolare come valido criterio di reclutamento mediante concorso pubblico”.
     
    Ultima riflessione doverosa. La legge 186/2003 stabilisce nella misura del 70% la quota dei posti da destinare al ruolo, lasciando così al 30% la condizione di precarietà.
     
    Ora, essendo a tutti chiaro che l’incarico di insegnante religione cattolica nelle scuole pubbliche non è un «officium ecclesiasticum», come potrebbe una ragazza o un ragazzo intraprendere lo studio robusto di teologia (titoli universitari: Laure Magistrale, Baccalaureato, Licenza e titoli accademici post lauream: Master, Dottorato) con la prospettiva che solo una parte dei posti saranno a tempo indeterminato e l’altra parte a tempo determinato?
     
    E inoltre, sapendo che il ritardo cronico dell’indizione dei concorsi (come è avvenuto fino ad oggi) porta ad una disponibilità di posti solo a tempo determinato, costringendoli così a una condizione di precarietà, che Papa Francesco per primo definisce “immorale”, potrebbero desistere dall’intraprendere una professione a tal punto incerta.
     
    È tempo quindi di superare limiti vecchi e inadeguati e lavorare intensamente per collocare con forza i docenti di religione cattolica dentro una condizione lavorativa stabile, capace di assicurare a se stessi e alla propria famiglia una retribuzione adeguata e un futuro lavorativo certo.


    Orazio Ruscica, Segretario Nazionale


    Snadir – Professione i.r. – 10 dicembre 2020 – h.12,30
  • Valutazione scuola primaria, il Ministero dell’istruzione trasmette l’Ordinanza e Linee guida

    Il Ministero dell’istruzione – dopo il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione – ha trasmesso le Linee Guida e l’Ordinanza Ministeriale riguardanti la valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria
     

     

    Snadir  – Profesisone i.r. –  4 dicembre 2020

  • Concorso di religione: rinviare la pubblicazione del bando per lavorare al testo di un concorso straordinario

    Le legittime aspettative dei docenti precari di religione, supportate costantemente dallo SNADIR, sono sempre state quelle di un concorso “straordinario”, per coloro che avessero maturato almeno 36 mesi di insegnamento con incarico su cattedra vacante, e uno scorrimento della graduatoria dell’unico concorso bandito nel lontano 2004 fino ad esaurimento.
     
    Tali aspettative sono state totalmente disattese dalla legge n. 159/2019.
     
    Difatti, a fronte di concorsi già svolti con procedure straordinarie per i precari con 36 mesi di servizio delle diverse discipline, la legge n. 159/2019 all’art.1bis prevede solo per i docenti di religione precari una procedura ordinaria da bandire, previa intesa con la Cei, entro il corrente anno 2020.  Un trattamento diverso che si traduce in una palese discriminazione nei confronti dei precari di religione cattolica.
     
    Prima che finisca il 2020 il Ministero dell’istruzione potrebbe presentare alla Cei e alle organizzazioni sindacali rappresentative un testo definitivo di bando di concorso, così come previsto dall’art.1bis legge 159/2019, senza dare l’opportunità di migliorarlo.
     
    Per questo motivo abbiamo chiesto al Governo di rinviare la pubblicazione del bando di concorso di cui all’art.1bis della legge 159/2019 per l’assunzione in ruolo di circa 6.600 docenti.
     
    Non si tratta di un semplice rinvio. Il testo di legge deve essere emendato non solo con la proroga, ma con la predisposizione di una procedura straordinaria per l’assunzione del personale docente di religione con oltre 36 mesi di servizio e con la necessaria revisione del vincolo normativo del 70% delle cattedre da assegnare a ruolo.
     
    La ratio dovrebbe essere quella di garantire la stabilizzazione completa di coloro che insegnano religione cattolica da oltre un triennio e di risolvere definitivamente anche la questione degli idonei del primo concorso che per anni hanno atteso di essere stabilizzati.
     
    La richiesta dunque è quella di bandire per tali docenti un concorso straordinario preferibilmente per soli titoli, culturali e di servizio, sul modello della provincia autonoma di Trento, o in alternativa con sola prova orale non selettiva sul modello previsto per gli abilitati della scuola secondaria e dei diplomati magistrali”.
     
    In sintesi lo SNADIR chiede al Ministero dell’istruzione di introdurre con la massima urgenza in un prossimo dispositivo di legge:
    • la scadenza stabilita dall’art.1bis della legge 159/2019 di bandire il concorso entro il 2020 – data l’emergenza epidemiologica da rinviare in un periodo presumibilmente meno soggetto alle restrizioni derivanti dalla predetta emergenza, diciamo circa i mesi di giugno/luglio 2021;
    • l’assunzione del personale docente di religione con oltre 36 mesi di servizio tramite una procedura straordinaria;
    • la rideterminazione in un triennio della percentuale dell’organico nella misura del 90%.
    A sostegno di quanto su esposto, lo SNADIR ha chiesto alle forze politiche – in particolare alla Vice Ministra all’Istruzione On. Anna Ascani, alla responsabile scuola del PD Camilla Sgambato, al Presidente della 7° Commissione Istruzione al Senato, Sen. Riccardo Nencini e alla Presidente della 7° Commissione Istruzione alla Camera, On. Vittoria Casa – la presentazione e il sostegno di un emendamento alla Legge di Bilancio 2021 “Incremento posti di ruolo, procedura straordinaria assunzione e proroga data indizione bando di concorso docenti di religione”.
     
    Lo SNADIR confida  nella possibilità di un ulteriore confronto con il mondo politico, affinché le problematiche dei docenti di religione precari possano trovare definitiva soluzione secondo le legittime aspettative degli stessi.
     
    Orazio Ruscica,
    segretario nazionale Snadir


     
    Snadir – Profesisone i.r. – 27 novembre 2020 – h.20,30