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  • Lo Snadir incontra la responsabile nazionale scuola del PD: immaginiamo una soluzione al precariato di religione nel decreto Sostegni bis

    Si è svolto ieri pomeriggio in modalità videoconferenza l’incontro tra la responsabile nazionale scuola del PD, Manuela Ghizzoni, e lo Snadir, rappresentato da Orazio Ruscica e da Domenico Zambito.

    L’incontro ha dato la possibilità ai presenti di discutere dell’ingiusta condizione lavorativa in cui versano da anni i docenti di religione precari. Condizione rimasta irrisolta anche a seguito dell’emanazione dell’art.1bis della legge 159/2019 che, introducendo una procedura ordinaria per l’immissione in ruolo dei docenti di religione, rappresenta una misura normativa inadatta a risolvere in maniera strutturale e definitiva il problema del precariato degli insegnanti di religione.
     
    L’art.1bis, nella formulazione attuale, risulta essere fortemente lesivo dei diritti dei precari che insegnano religione da oltre 36 mesi indebitamente destinatari di un trattamento diverso – e dunque discriminatorio – rispetto ai colleghi precari di scuola secondaria abilitati e ai diplomati magistrali con almeno 2 anni di servizio per i quali è invece stata predisposta una procedura straordinaria con la sola prova orale non selettiva.
     
    Lo Snadir a questo proposito ha evidenziato l’urgenza di riscrivere l’art. 1-bis, in modo che i meccanismi di assunzione in ruolo previsti per i docenti di religione rispecchino quelli già adottati per tutto il personale precario abilitato della scuola, senza distinzioni e discriminazioni. Inoltre, ha evidenziato come il Procuratore generale della CEDU, Eugeni Tanchev, si sia espresso chiaramente a favore del superamento del precariato dei docenti di religione con oltre 36 mesi di servizio e che non sussistono “ragioni obiettive” che possano giustificare la situazione discriminatoria in cui versano tali lavoratori della scuola.
     
    È stato anche precisato che è compito esclusivo dello Stato decidere le modalità contrattuali di assunzione degli insegnanti di religione e che tale modalità non ha alcun legame con gli accordi concordatari. Insomma, come riferisce anche il Procuratore generale della CEDU, la tipologia contrattuale del rapporto di lavoro dei docenti di religione non riguarda le relazioni tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica.
    Pertanto, occorre intervenire per i docenti precari di religione con oltre 36 mesi di servizio con una procedura straordinaria simile a quella proposta per i precari abilitati di posti comuni.
     
    La responsabile Scuola del Pd, Manuela Ghizzoni, ha preso atto della condizione lavorativa dei docenti di religione precari ed ha auspicato che essa possa trovare una soluzione, al pari di quella degli altri docenti che vivono la stessa condizione di storica incertezza professionale: il decreto legge Sostegni bis, di imminente emanazione, potrebbe costituire la sede per affrontare la questione.
     


    Snadir – Professione i.r. – 21 maggio 2021 – h.10,40
  • Il risarcimento del “danno” non è soggetto alla tassazione IRPEF. L’Amministrazione risarcirà 2 milioni di euro ai docenti di religione precari

    Arriva una nuova determinante vittoria in favore dei docenti di religione precari. Il Consiglio di Stato, riformando la decisione del Tar di Bari, in data 13 maggio 2021, ha accolto alcuni ricorsi (promossi dallo Snadir) di insegnanti di religione cattolica che hanno contestato l’illegittima trattenuta del 27% sul risarcimento del danno riconosciuto per illegittima reiterazione di contratti a termine per superamento del termine di 36 mesi. Un recupero che comporterà per l’Amministrazione il pagamento ai ricorrenti di circa 2 milioni di euro.
     
    Nello specifico, nel pubblico impiego privatizzato, il danno risarcibile da ingiusta precarizzazione è configurabile come perdita di chance di un’occupazione migliore, ovvero del risarcimento del danno cd. comunitario, estraneo al rapporto di lavoro, attesa l’impossibilità di conversione dello stesso rapporto di lavoro e quindi non assoggettabile alla tassazione dei redditi da lavoro di cui al d.p.r. n.917/1986.
     
    In caso di ulteriore inadempimento dell’Ufficio scolastico di Bari, il Consiglio di Stato ha conferito incarico al Prefetto di Bari per la nomina di un Commissario ad acta per dare integrale esecuzione alla menzionata decisione.
     
    Ancora una volta, la scelta di mantenere per anni i docenti in una condizione lavorativa ingiusta e discriminatoria è stata severamente sanzionata dai Giudici (la predetta sentenza si pone in linea con quanto già deciso da altre sentenze della Commissione tributaria, della Cassazione e del Tar Calabria). Considerato che il risarcimento riconosciuto ai precari è la conseguenza della mancata conversione dei loro contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, occorre rimuovere  al più presto tale situazione riconoscendo agli insegnanti precari di religione, con un servizio scolastico superiore ai 36 mesi, il diritto alla conversione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. E’ un diritto la cui attuazione converrebbe in termini economici soprattutto all’amministrazione scolastica, dal momento che l’assunzione in ruolo di tali docenti, essendo costoro già in possesso della progressione economica di carriera, avrebbe un costo irrisorio rispetto a quello che comporterà adesso il risarcimento del danno.




    Snadir – Professione i.r. – 20 maggio 2021 
  • Granato, adesso ti spieghiamo cos’è l’irc

    Leggiamo con profondo disappunto lo sterile (e maldestro, verrebbe da dire) attacco da parte della senatrice Bianca Laura Granato di L’Alternativa C’è, nei confronti delle nostre dichiarazioni in merito alla sua posizione sull’emendamento al decreto legge n. 44/2021, a firma del senatore Andrea Rampi (Pd), attraverso il quale il possesso del titolo di laurea magistrale in scienza delle religioni (acquisita nelle Facoltà di Lettere, Storia e Filosofia) viene considerata equivalente alla laurea magistrale in scienze storiche, scienze filosofiche e in antropologia culturale ed etnologia.
     
    La senatrice si è scagliata nuovamente contro il provvedimento in un articolo di Tecnica della scuola ribadendo che l’emendamento sarebbe “un ponte che si sta costruendo in sordina tra ordinamento universitario statale e quello ecclesiastico” e lanciando un’accusa anche allo Snadir, reo di aver sottolineato l’urgenza del provvedimento e soprattutto l’auspicio di poter vedere riconosciuta equipollente ad una laurea anche la tanto discussa laurea magistrale in scienze religiose.
     
    In risposta a tali insinuazioni, iniziamo col ricordare a chi ancora una volta affronta la questione dell’Irc in maniera superficiale e stereotipata (al punto di non cogliere nemmeno la differenza tra Laurea in Scienze delle religioni-LM64 e Laurea Magistrale in Scienze Religiose) che, se è vero che il laureato in scienze delle religioni (titolo inserito in alcune facoltà di lettere-storia e filosofia di università statali italiane) è uno specialista dotato di appropriati strumenti necessari ad analizzare e comprendere il fenomeno religioso nella complessità dei suoi aspetti, nonché a coglierne le continue interazioni con le dinamiche sociali e politiche, la laurea magistrale in scienze religiose (titolo pontificio), articolata in un triennio e un successivo biennio di specializzazione (conforme agli standard indicati dal “Processo di Bologna”), si propone di sviluppare lo studio delle scienze religiose e degli elementi principali della teologia in prospettiva interculturale e interreligiosa e in dialogo con la filosofia e le scienze umane.
     
    Si tratta quindi di un solido percorso di studi, utile ad acquisire competenze e abilità molto specifiche e in grado di formare insegnanti preparati e attenti, attaccati a un’idea di scuola basata sulla centralità della conoscenza e del sapere costruiti a partire dalle pratiche di collaborazione, corresponsabilità, dialogo e rispetto reciproco. 
     
    È con queste premesse che auspichiamo che in futuro tale percorso di studi non subisca ulteriori discriminazioni e vengano invece garantite la riconoscibilità e la spendibilità reciproca dei titoli pontifici anche per coloro che hanno scelto di svolgere il proprio percorso di studi all’interno di Istituzioni accademiche della Santa Sede che si trovano sul territorio nazionale italiano.
     
    Nello stesso intervento, la senatrice allarga poi l’intero discorso agli accordi Stato-Chiesa del 1984, arrivando a proporre l’abolizione dell’ora di religione in favore di insegnamenti “laici” al fine di conferire “più qualità e spessore ai piani di studio delle scuole”.
     
    Inutile sottolineare che enorme sciocchezza sia questa. A costo di ripeterci: l’insegnamento scolastico della religione trova spazio nella scuola italiana per via di un riconoscimento oggettivo da parte dello Stato, che lo considera portatore di grande forza educativa, nonché di contenuti culturali e formativi della persona, al pari delle altre discipline. Non si mette in alcun modo in discussione la laicità dello Stato, ma si tratta di offrire agli studenti gli strumenti culturali sufficienti per comprendere la realtà che li circonda, fornendo loro strumenti e contenuti e educandoli “all’esercizio della libertà in una prospettiva di giustizia e di pace”.
     
    Che si smetta di equiparare l’ora di religione a un’ora di catechesi, invece di considerarla per quello che è, ossia un’ora di formazione culturale indispensabile per cogliere aspetti fondamentali della vita, dell’arte, delle tradizioni del nostro Paese, di quell’insieme di regole, precetti e valori che appartengono alla nostra coscienza collettiva anche per poter meglio confrontarci con altre religioni e altri sistemi di significato, così da avere una visione sistematica della complessità dell’esistenza umana.


    Orazio Ruscica, segretario nazionale


     
    Snadir – Professione i.r. – 19 maggio 2021
  • Laurea statale in Scienze delle religioni (LM64). La Granato, ossessionata dagli IdR, sbaglia bersaglio

    Un emendamento PD consentirà ai laureati in Scienze delle religioni (codice LM64) di accedere ad una più ampia serie di insegnamenti.
     
    Con questo emendamento i laureati in scienze delle religioni potranno partecipare alle procedure concorsuali per accedere alle amministrazioni pubbliche, tra le quali anche la scuola.
     
    Potranno pertanto insegnare, oltre Filosofia e Scienze umane (A-18) e Filosofia e storia (A-19), come già previsto dalla norma vigente (DM 259/2017), anche italiano, storia e geografia nella scuola media (A-22), e anche italiano e storia negli istituti di istruzione secondaria (A-12), con integrazione di crediti.
     
    Il provvedimento, che tende ad una valorizzazione delle lauree magistrali, ha ottenuto 144 voti favorevoli in Senato, ora si attende l’approvazione da parte della Camera dei Deputati che dovrà avvenire entro il 1° giugno 2021.
     
    Secondo la senatrice Granato è stata creata “… un’equipollenza per usare la scuola come ufficio di collocamento dei raccomandati della curia. Questo è l’ennesimo intervento a gamba tesa del Partito Democratico” (..…) “Questo fa capire che i tentacoli della CEI arrivano praticamente ovunque”.
     
    Ci risulta difficile comprendere l’intervento della senatrice Granato di “L’Alternativa C’è”. Cosa c’entra la CEI con un titolo culturale (Laurea in Scienze delle religioni – LM 64) che si consegue nelle Università statali italiane e non in quelle pontificie?
     
    Forse la senatrice Granato confonde i titoli ecclesiastici, che danno accesso all’insegnamento della religione nella scuola statale italiana, con i titoli rilasciati dalle Università italiane.  L’emendamento 10.27 a firma del Sen. Rampi del PD riguarda esclusivamente questi ultimi.
     
    L’intervento della senatrice Granato è servito solo ad evidenziare – ancora una volta – la sua inutile ostilità nei confronti del mondo cattolico. Il suo impegno, negli ultimi mesi, si è concentrato nel passaggio da un gruppo politico all’altro (dal sito “Io rendiconto – M5S” risulta che sin da novembre 2020 non era in regola con le restituzioni economiche), evidentemente non è riuscita a trovare tempo per affrontare in maniera costruttiva le problematiche della scuola e quelle dei precari in particolare.
     
    Ci auguriamo che presto la laurea magistrale in scienze religiose, che permette di insegnare religione nelle scuole, possa essere riconosciuta pienamente equipollente ad una laurea come quella in “scienze delle religioni” (LM 64), così da ottenere la totale parità di riconoscimento con i titoli statali.


     
    Snadir – Professione i.r. – 15 maggio 2021
  • L’ASSEGNO UNICO UNIVERSALE PER I FIGLI A REGIME DA GENNAIO 2022

    La Ministra per le Pari opportunità e per la famiglia Bonetti ha precisato che l’Assegno Unico Universale per i figli, già approvato dal disegno di legge delega n. 1892 lo scorso 30 marzo, sarà portato a regime a partire dal I° gennaio 2022. Pertanto dal I° luglio 2021, data inizialmente prevista per l’avvio del conferimento dell’Assegno Unico, sarà comunque garantita l’erogazione di tutte le forme di ristoro per le famiglie con figli, dal bonus alla nascita di 800 euro, al bonus bebè, agli assegni familiari, alle detrazioni per i figli a carico e quelle per gli asili nido.

     
    La Ministra della Famiglia Bonetti riferisce agli organi di stampa che dal I° luglio 2021 sarà istituito un “Assegno ponte” per garantire nei 6 mesi successivi la copertura dei sostegni economici già in essere e consentire entro fine anno la pubblicazione dei necessari decreti attuativi per l’Assegno Unico a partire da gennaio 2022.
     
    Mercoledì 19 maggio alle 18 nella rubrica “ApprofondiMenti” di SnadirTV un consulente fiscale in convenzione con Snadir fornirà chiarimenti sul tema dell’«Assegno ponte».


     
     
    Snadir – Professione i.r. – 14 maggio 2021
  • Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD): le misure essenziali

    Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) è il documento di indirizzo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale.
     
    Il Ministero dell’istruzione con la Nota prot.722 del 12 maggio 2021 ha presentato le misure più rilevanti relative al PNSD per il 2021, anno in cui il piano apre ai nuovi scenari derivanti dall’accelerazione dei processi di innovazione di insegnamento e apprendimento.
     
    MISURE ESSENZIALI:
    1. Spazi laboratoriali e strumenti digitali per le STEM investimento complessivo di 51,7 milioni di euro per la realizzazione di spazi laboratoriali e l’acquisto di strumenti digitali per l’insegnamento delle STEM (Scienze, Tecnologie, Ingegneria, Matematica)
    2. Potenziamento competenze digitali STEAM dispone di una dotazione finanziaria specifica di 4,1 milioni, è complementare alla precedente e concerne progetti nazionali, promossi anche da reti di scuole, sulle metodologie digitali innovative nella didattica delle STEAM (Scienze, Tecnologie, Ingegneria, Arti, Matematica), indirizzate all’apprendimento partecipato e cooperativo.
    3. Azione #28 del Piano nazionale scuola digitale. Si prevede l’assegnazione di 1.000,00 euro a favore di ciascuna istituzione scolastica statale, da utilizzare nell’anno scolastico 2021-2022, con il supporto dell’animatore digitale, per la realizzazione di attività di formazione e l’adozione di soluzioni digitali innovative
    4. Premio scuola digitale per l’anno scolastico 2021-2022. Il Premio Scuola Digitale 2021 intende valorizzare progetti e iniziative delle scuole, che propongano modelli innovativi e buone pratiche di didattica digitale integrata, svolti negli anni scolastici 2019-2020 e 2020-2021.
    5. Percorsi formativi per il personale scolastico. 
      • È prevista la realizzazione di percorsi formativi per docenti sull’insegnamento delle STEM con le nuove tecnologie, il cui avviso sarà pubblicato nei prossimi giorni.
      • Sul Programma operativo nazionale (PON) “Per la Scuola” 2014-2020 saranno inoltre organizzate attività formative prevalentemente rivolte agli animatori digitali e ai docenti del team per l’innovazione sulle tematiche dell’inclusione digitale, della cybersicurezza e della media education.

     

     

    Snadir – Professione i.r. – 12 maggio 2021 – h.18,30

  • Lo Snadir incontra il Presidente Nencini sulla questione precari di religione

    Si e` svolto nella giornata di ieri in modalita` videoconferenza l’incontro tra il Sen. Nencini, Presidente della VII Commissione istruzione al Senato, la Prof.ssa Rita Cinti Luciani, Capo segreteria Presidente Nencini, e lo Snadir, rappresentato dal prof. Orazio Ruscica e dal prof. Domenico Zambito.
     
    Durante l’incontro, lo Snadir ha ringraziato il Presidente Nencini per aver presentato nel decreto sostegni gli emendamenti relativi alla procedura straordinaria di assunzione dei docenti di religione precari con oltre 36 mesi di servizio e l’aumento della quota dei posti dall’attuale 70% al 90%.
     
    Inoltre, ha ricordato che il Procuratore generale della CEDU, Eugeni Tanchev, ha recentemente dichiarato che gli insegnanti di religione sono discriminati e che la procedura della loro immissione in ruolo non riguarda i rapporti tra Stato italiano e la Cei, ma il superamento della condizione di precarietà lavorativa di coloro che insegnano religione da molti anni.
     
    Si e` discusso quindi dell’evidenza della necessita` di aumentare la quota di posti dal 70% al 90% nell’organico di diritto per risolvere la palese discriminazione operata nei confronti dei docenti di religione ed e` stato ribadito che l’immissione in ruolo dei docenti di religione precari con oltre 36 mesi di servizio, essendo costoro già in possesso della progressione economica di carriera, potrebbe avvenire a costo zero, cioé pari alla spesa prevista per lo stesso personale incaricato annuale.
     
    Il Presidente Nencini si e` mostrato deciso a voler dare risposte positive e adeguate al problema degli insegnanti di religione precari e, nonostante i due emendamenti proposti non abbiano purtroppo avuto esito positivo, ha assicurato di aver già avviato un’interlocuzione sul tema con il Ministro Bianchi e auspica che presto il Ministero possa offrire una proposta unica per la soluzione del precariato dei docenti.
     
    Lo Snadir ringrazia la Presidente il Presidente Nencini per la disponibilità e l’impegno di farsi portavoce delle nostre richieste nelle sedi opportune, e rinnova ancora una volta il suo impegno a favore di tutti gli insegnanti di religione anche attraverso l’attivazione di grosse reti di condivisione (l’incontro segue gli altri già svolti in questi mesi con il Presidente della VII Commissione alla Camera, l’On. Vittoria Casa e il Sottosegretario On. Rossano Sasso) e la ricerca di nuovi alleati politici che possano dare maggiore risolutezza alle nostre battaglie sindacali.


     
     
    Snadir – Professione i.r. – 12 maggio 2021 – h.13,00