No agli insegnanti di religione ‘usa e getta’
Per la seconda volta gli amici colleghi spagnoli della FERC hanno invitato lo Snadir a Barcellona. L’occasione non poteva che essere migliore. Sulla facciata monumentale di una scuola pubblica di Barcellona erano predisposti grandi striscioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema lavorativo
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degli idr e sull’importanza dell’irc. Alcuni colleghi stavano facendo lo sciopero della fame. Perché il ministro (al femminile) dell’istruzione negava un colloquio agli idr davanti ad una situazione di quasi 50 colleghi di religione che nel prossimo anno scolastico avrebbero perso il posto di lavoro. Quasi che un docente fosse un ‘uso e getta’. E che l’autonoma e nobile amministrazione catalana di Barcellona non ci tenesse ai suoi docenti. Solo perché docenti di religione. Solo perché alcuni hanno certe idee sulla religione. Solo perché la religione è ancora vista come ‘oppio di qualche ultima concezione di popolo’. E solo perché tanta storia locale influiva ancora nel considerare la religione cattolica come l’altra faccia del ‘franchismo’.
Il prof. Ruscica e il prof. Troìa, a nome dello Snadir, nei giorni 27-28 di giugno incontrano questi colleghi in mobilitazione portando ed esprimendo non solo la solidarietà dei colleghi italiani, ma anche quell’esperienza che lo Snadir ha maturato in questi anni di lotta e di comunicazione con le istituzioni e con l’opinione pubblica. Tale condivisione ha rincuorato i nostri colleghi che ci hanno espresso molta gratitudine: e l’incontro è risultato proficuo. Già subito il giorno dopo una manifestazione davanti ad un albergo dove parlava il ministro – ricordiamo bene anche noi quelle manifestazioni davanti alle sedi parlamentari ed altrove! – riscuoteva il successo di
una promessa di incontro tra gli idr e il ministro. E poi un’esperienza unica: siamo stati invitati ad un’intera ora di trasmissione alla Radio Onda catalana. Con noi c’era il collega Francesc Viger, il Dott. Francesc Solergiber e la Dott.ssa Cristina Mates. Una trasmissione condotta con professionalità dal giornalista Luis Bernabè e con un grande senso del dialogo tra i partecipanti presenti. Una trasmissione ascoltata da persone che poi hanno riferito ai nostri colleghi come interessante e soprattutto che apriva nuove prospettive che andrebbero considerate bene sul piano operativo e professionale per gli idr catalani. Quale reciproca soddisfazione!
Radio ONA Catalana. |
La grande gioia è soprattutto quella di vedere che questi nostri colleghi catalani, come gli altri europei, che ci piacerebbe conoscere ed incontrare, condividano con noi la stessa arte e professione dell’insegnare religione, e soprattutto sentano la responsabilità di mediare pedagogicamente e didatticamente la cultura religiosa a scuola per non far crescere nell’ignoranza religiosa una generazione di futuri cittadini europei.
Un prossimo impegno sarà quello di celebrare in Catalogna un convegno europeo che affronti i problemi territoriali (soprattutto catalani, ma anche italiani) alla luce degli standard educativi che l’Unione Europea richiede (Costituzione agnostica a parte) e che le famiglie dei nostri studenti devono esigere come diritto inalienabile alla libertà di educazione e formazione dei propri figli.
Auguriamo anche a loro, quanto prima, uno stato giuridico come quello che attualmente abbiamo conquistato: consapevoli che uno status simile non avrebbe mandato a casa colleghi che per anni hanno contribuito a nobilitare la Catalogna nella nobile professione del docente nelle scuole pubbliche e statali, ma anche religiose private (le scuole concertate).
Orazio Ruscica
Pasquale Troìa
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