Musei e scuola: il passato è già futuro

musei e scuola: il passato è già futuro


dipende come si insegna. dipende cosa si intende per museo. se si insegna male e se per museo si intende il cimitero del passato, senza alcuna difficoltà, la scuola è un pezzo da museo (nel senso più esclamativo). ma se la scuola e il museo custodiscono il passato perché si faccia memoria per il presente e per il futuro, museo e scuola non potranno che complementarsi.
alla luce di queste premesse (ovvie per tutti, impraticate da molti) potrebbero insorgere delle opportunità. i musei esistono. molti musei in italia. in questi ultimi anni molte diocesi – finalmente – hanno attivato con molta fatica un inventario dei beni religiosi. alcune di queste diocesi – con ancora molta fatica e soprattutto con grande convinzione da parte di pochi – hanno addirittura creato un museo diocesano. ne esistono già alcuni. e’ nata una associazione musei ecclesiastici italiani (http://www.amei.info/amei%20web/index.html).
in questa operazione di inventario (e non solo), un ruolo determinante è stato svolto dall’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e in particolare dal suo direttore mons. giancarlo santi, e dai suoi collaboratori. “gli inventari informatizzati dei beni culturali realizzati dalle diocesi italiane a partire dal 1997 d’intesa con il ministero per i beni e le attività culturali (i.c.c.d.) sono oggi disponibili nella banca dati centrale curata dall’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e dal servizio informatico della conferenza episcopale italiana che viene presentata in rete in forma ancora sperimentale. le immagini e le informazioni in rete sono solo un limitatissimo campione delle schede di cui dispongono le singole diocesi. il sito attualmente contiene 42971 schede di beni ecclesiastici che appartengono a 83 diocesi.”
come si vede, si è cominciato a valorizzare un patrimonio di memorie e di testimonianze da parte di quelle comunità ecclesiali all’interno delle quali e per le quali questi beni religiosi sono stati creati.
e’ un primo passo per salvaguardare. poi per valorizzare questo patrimonio sono necessari i musei. ma chi potrà andare a visitare un museo se qualcuno non educa i giovani di oggi (gli studenti) a conoscerli già durante la loro formazione culturale a scuola?
ecco la complementarietà tra scuola e musei.
i programmi di irc continuamente invitano ad insegnare a saper leggere i segni della memoria cristiana presenti sul territorio. saper vedere equivale spesso a saper valorizzare perché si sa comprendere.
provate a visitare il sito dell’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici http://www2.chiesacattolica.it/beweb_new/. sarà per voi una vera rivelazione. la sua fruibilità è molteplice (cfr. box). le note di decodifica delle immagini sono eccellenti. peccato che le immagini sono ancora protette. la loro utilizzazione ne permetterebbe subito una fruibilità didattica.
ma oltre a queste indicazioni immediatamente sperimentabili e apprezzabili, è necessario pensare ad un progetto di cooperazione tra questi musei ecclesiastici (e non solo) e le esigenze didattiche primarie dei docenti.
il centro studi dello snadir intende promuovere collaborazioni, convenzioni, cooperazioni tra queste istituzioni che custodiscono beni culturali e le scuole e i docenti di religione (e non solo). per creare strumenti didattici e formazione professionale. progetti e attività che non possono insorgere che dai docenti e da organizzazioni professionali. con la collaborazione di istituzioni ed enti da coinvolgere. alcune iniziative sono già in cantiere, altre proposte si attendono dai colleghi. convinti che se non ti dai da fare, non insegni, se non insegni ti chiedi chi sei e che cosa fai a scuola. anche questa è professionalità. inventata, creata, progettata e gestita.


pasquale troìa
responsabile centro studi snadir

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