lo stregone del ghana,
kofi annan, nobel per la pace 2001
negli ambienti dell’onu, con sarcasmo qualche anno fa kofi annan veniva chiamato “l’africano di servizio”, oppure “lo stregone del ghana”, essendo nato, come ormai tutti sanno, a kumasi, una citt del ghana, impazzita per l’orgoglio di vantare un figlio, il cui ritratto venduto per le strade come il pane e di cui si parla al mercato, nelle stazioni di servizio, negli uffici, per aver portato sul palcoscenico mondiale il piccolo paese africano, piuttosto ignoto ai pi che fanno una tremenda confusione tra gli stati di quel continente.
forse, per diventare cos celebre e, cosa assai rara, non avere nemici, sebbene gli si rinfacciano i drammi della bosnia e del ruanda, dove la sua diplomazia fallita, per gli efferati eccidi di cui siamo stati tutti testimoni, grazie alla tv, ha del “miracoloso” o dello stregonesco(per non far torto alla sua cultura etnica).
invece crediamo che le sue maniere cortesi, la sua voce di velluto, il saper riconoscere pubblicamente i suoi errori per gli insuccessi vergognosi(bosnia e ruanda) dell’onu, il sostenere decisamente davanti alla maggioranza dei capi di stato nel settembre 2000, che l’intervento umanitario un dovere internazionale, un imperativo morale e che considera la societ civile un partner necessario dell’onu(cfr.le monde.fr,13 ottobre 2001), sono stati elementi valutati positivamente dal comitato del nobel di oslo per l’assegnazione di tale prestigioso premio a lui e, congiuntemente, all’onu, per il lavoro svolto in favore della pace nel mondo.
aveva ben intuito le sue capacit madeleine albright(l’ex segretario di stato americano)nel ’94, quando risolutamente si adoper per privare l’egiziano boutros ghali di un ennesimo mandato per le sue manie faraoniche e punt energicamente sull’ africano nero, meno generale e pi segretario(cfr. le monde, o.c.), cio su kofi annan che, allora, tutti consideravano “non nato per essere un capo di stati”(onu). non era abbastanza famoso, n aveva, solamente all’apparenza, la tendenza al comando.
dal gennaio ’96, ricevuta la missione da washington di riformare l’onu, si avvia in quest’impresa e uno dei primi provvedimenti che adotta di far pagare proprio agli americani la loro quota, non versata per il violento dissenso con boutros ghali, accusato di avere le mani bucate.
piano piano ha gettato dalla finestra la sua proverbiale timidezza ( ecco spiegato il perch parla con un tono di voce che se non amplificato con mille watt, non la senti neanche se sei a qualche centimetro da lui) e, oltre a correre in lungo e in largo per il mondo, per sedare gli animi, “far dare cibo in cambio del petrolio in iraq”, mediare tra paesi litigiosi o in guerra, riesce ad organizzare pranzi o cene, con la gente dei media, di cui ha compreso perfettamente la loro insostituibile presenza nel campo culturale. infatti, ted turner che apertamente un suo seguace, ha donato un miliardo di dollari alle nazioni unite e la superba eroina di lara croft, angiolina jolie, come michael douglas, harrison ford, luciano pavarotti e tantissime altre stars, non disdegnano di considerarsi suoi ammiratori.
come, sinceramente, lo siamo diventati noi, quando abbiamo avuto la fortuna di intervistarlo a venezia, durante la mostra del cinema, tempo fa.
le nazioni unite intendono dunque assumere un ruolo pi attivo nella storia dei nostri anni?
da parte mia quello che cercher di fare. desidero che si considerino le nazioni unite come un organismo vivo per il mantenimento della pace, la protezione dell’ambiente e dei minori. nel 1998 si celebrato il 50esimo anniversario della convenzione dei diritti umani. ci non deve costituire solamente una data storica ma l’impegno di ognuno di noi perch ciascuno pu essere vittima dell’intolleranza, pu soffrire per la soppressione dei diritti umani. e’ necessario promuovere il concetto della santit della vita umana, in base al quale tutti gli uomini sono uguali. se qualche voce contraria, noi tutti insieme dobbiamo difendere il suo diritto.
gi, ma come?
con la democrazia. la fiducia in essa, resta molto forte,perch garantisce i diritti e le libert individuali. in una societ multiculturale come oggi la nostra, il riconoscimento del diritto all’uguaglianza, per esempio, un efficace principio unificante che aiuta a superare le differenze individuali che possono derivare dall’appartenenza a gruppi religiosi o sociali diversi e costruire una mentalit democratica condivisa.
signor segretario, non le pare che attualmente il consenso democratico verso le istituzioni sia diminuito? quali le cause?
e’ un fatto generale. i cittadini non sembrano nutrire eccessiva fiducia nei loro leader politici, nei partiti, nei parlamenti. le cause sono molteplici: la diversit culturale e religiosa, la mancanza di una vera passione per la politica che discussione, incontro, dialogo, dialettica, la imperante mentalit consumistica.
il dio denaro pare avere di gran lunga il primo posto anche tra i giovani. cosa si pu fare?
non c’ dubbio che il ruolo preminente che ha assunto il denaro nella nostra societ, ponga in pericolo l’impegno civile.la prevalenza della sua ricerca, ad ogni costo, pone in crisi l’idea dell’uguaglianza politica dei cittadini.tra i giovani non mancano coloro che mirano pi in alto, che sono solidali con gli uomini e le donne della terra che hanno meno. a questi bisogna dare tutto il sostegno educativo, affinch sulla terra ci sia ancora la speranza di costruire un mondo migliore.
di fronte ai massacri compiuti in nazioni dimenticate dal potere, gli organismi internazionali mostrano una certa indifferenza. lei ha gi deplorato questo fatto, ma sufficiente?
quanto sta succedendo in alcune zone del mondo, motivo per me di grande preoccupazione. la violenza ha avuto un’escalation dai livelli orribili. dobbiamo operare perch il dialogo e la tolleranza prevalgano sulla forza della violenza, in modo che i popoli possano riuscire a superare le difficolt notevoli per costruire una societ democratica che rispetti i diritti umani e le libert fondamentali.
in casi come questi, come possono intervenire le nazioni unite?
queste situazioni sono state considerate per molto tempo come “affari interni”. e’ molto difficile per noi tutti far finta che questo non stia succedendo, fingere di non rendercene conto. e’ problematico per noi lasciare questi popoli semplicemente al loro destino e conservare il senso della civilt. vogliamo che essi sappiano che siamo interessati al loro destino. sono certo che riusciremo a trovare dei mezzi per incoraggiare le forze in causa a cessare la violenza, in ogni zona del mondo dove vengono violati i diritti umani.
vediamo con piacere che lei indossa una cravatta dell’unicef. che cosa sta proponendo in modo pratico, attivo, immediato agli stati per migliorare la formazione e l’educazione dei giovani in un mondo dove la comunicazione diventata globale?
l’educazione fondamentale. l’istruzione e l’educazione sono elementi chiave nella costruzione di una societ sana e dinamica. dobbiamo cercare di dare ai giovani valori che rendano la vita pi significativa. l’istruzione, l’educazione, la sanit sono punti irrinunciabili ed essenziali del nostro progetto con i governi. vogliamo garantire che i minori non vengano sfruttati ma protetti. ho nominato un rappresentante speciale la cui responsabilit quella di proteggere i bambini in zone di guerra. bambini che vengono inviati sul fronte invece che a scuola. bambini violati nel loro diritto a crescere e che non avranno assolutamente idea di ci che giusto e ci che sbagliato. per fortuna, molti stati hanno aderito al nostro progetto e controlleremo che non rimangano solamente documenti firmati.
nel cinema e alla tv vi spesso violenza, conflitti, guerra.
non dobbiamo sottovalutare l’impatto, l’influenza che lo schermo ha nei confronti dell’educazione. abbiamo visto quello che ha fatto la tv, creando, a volte, situazioni di crisi nei salotti delle famiglie. i film possono aiutare a crescere, e non solo espressamente le giovani generazioni, ma la popolazione nel loro complesso. perch restiamo inerti? perch non ci sentiamo toccati da questo problema? quando si parla di interventi, si pensa spesso a quello militare che spetta alle nazioni unite, importante anche la presa di posizione di un singolo, di un giornale che denuncia apertamente le violazioni dei diritti dell’uomo. questo ugualmente apprezzabile.
a proposito di intervento militare, quale altra mansione ha l’onu nelle zone di guerra?
dopo il ritiro delle forze armate dalle zone di guerra, rimane una forza di stabilizzazione, tale da garantire una certa sicurezza all’ambiente. ci sono duemila poliziotti disarmati delle nazioni unite che svolgono un’opera veramente difficile e coraggiosa. desidero ringraziare di cuore questi uomini e queste donne che vivono lontani da casa, senza armi e rischiando la loro stessa vita per migliorare la situazione in cui noi tutti viviamo. il campo di lavoro pericoloso per tutti: per le forze di pace dell’onu, per i volontari, per la croce rossa, per l’unicef, per la caritas e qualsiasi altro organismo o persona che vuol difendere i diritti dei pi vulnerabili, dei deboli che non possono fare le valigie e scappare, come non possono fermare i conflitti. a tutti costoro, che si impegnano senza cercare pubblicit, lontani dai riflettori delle tv, va la mia pi totale riconoscenza. invito le giovani generazioni a non guardarsi vivere, ma a partecipare con la loro creativit, la loro curiosit intellettuale, la forza e l’entusiasmo della loro giovinezza, le loro buone qualit a una costruzione pi armoniosa del mondo.
maria de falco marotta & elisa marotta
snadir 2002
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