La scuola elementare italiana al top nelle valutazioni internazionali
La secondaria di 1° grado soffre ancora
La scuola elementare italiana è ai primi posti per la qualità dell’insegnamento. A confermarlo, questa volta, è l’indagine promossa dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement). Un’indagine che ha riguardato, in particolare, l’insegnamento e l’apprendimento nella matematica e nelle scienze degli studenti del quarto anno di scuola elementare (4th grade) e del terzo anno di scuola media (8th grade). Quest’ultima sessione ha visto la partecipazione di circa 60 Paesi e i risultati sono stati comunicati durante una conferenza che si è tenuta il 9 dicembre scorso all’Università di Boston.
La scuola elementare ha confermato la positiva valutazione internazionale già espressa in passato: colloca infatti i nostri alunni nei primi posti con 507 punti nella matematica e 535 nelle scienze. Altrettanto positiva non risulta invece la valutazione della scuole media di 1° grado: i nostri quattordicenni si collocano ben al di sotto della media (500 punti) internazionale con 480 punti nella matematica e 495 nelle scienze. L’indagine della IEA conferma inoltre che il settore scolastico dove occorre intervenire maggiormente è quello della scuola secondaria.
La scuola elementare con l’architettura delle nuove discipline proposte nei programmi del 1985 e con l’affidamento delle stesse a personale specializzato (sempre più arricchito anche dalle riflessioni psico-pedagogiche-didattiche, riesce a svolgere bene il suo compito di “ascensore sociale”, offrendo a tutti gli alunni la possibilità di conseguire il successo scolastico. Una scuola, infine, che rende tutti uguali perché mette tutti gli alunni nelle condizioni di accedere alle conoscenze. “L’indagine IEA – commenta il segretario nazionale dello Snadir, Orazio Ruscica – ribadisce a mio parere la necessità di continuare e di potenziare la scuola elementare dei 3/4 insegnanti, più gli specialisti di lingua e di religione: una scelta che si è dimostrata vincente nella scuola elementare italiana. A questo proposito devo manifestare la mia moderata soddisfazione per il dietro front fatto dal ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, sulla decisione del maestro unico nella elementare”.
Il segretario nazionale Snadir, a proposito della valutazione negativa sulla scuola secondaria di 1° grado, ribadisce che “occorre riflettere seriamente. Una politica di tagli non potrà risolvere il problema. Perché così creeremo una società dove, come sostiene Barack Obama ‘solo la classe più ricca, che possiede la conoscenza sarà in grado di acquistare tutto ciò che il mercato offre (scuole private, sanità privata, sicurezza privata e jet privati), mentre un numero sempre crescente dei suoi concittadini sarà costretto a lavori sottopagati, alla mobilità, a orari di lavoro più pesanti, e dovrà affidarsi per la sanità, la pensione e l’istruzione dei figli a un settore pubblico sotto finanziato, sovraccarico e dalle prestazioni insufficienti’. Ognuno deve fare la propria parte: ministro, docenti, pedagogisti, genitori, studenti e organizzazioni sindacali. Tutti dobbiamo riflettere, discutere, progettare e realizzare una scuola secondaria dove la ‘mobilitazione intenzionale di conoscenze (Philippe Perrenoud) permetta ad ogni studente di imparare e di poter utilizzare ciò che impara ‘oggi a scuola e domani nella vita e nel lavoro’”.
Berardo Ferrini
Snadir – Professione i.r. – martedì 16 dicembre 2008
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