La risposta di Augias e le precisazioni di Ruscica

La risposta di Augias e le precisazioni di Ruscica


  


Augias e gli insegnanti di religione: il ritorno


 


La risposta di Augias


 

Gentile Ruscica grazie delle precisazioni ma affrontiamo il toro per le corna: degli insegnanti di scuola pubblica che esercitano con il beneplacito del vescovo è un’assurdità degna della controriforma – suvvia un po’ di coraggio

molto cordialmente, corrado augias

 


 


Le precisazioni di Ruscica


 


Egr. Augias,


il suo ragionamento non tiene conto del fatto che l’insegnamento della religione cattolica è nella scuola perché è riconosciuto il valore della cultura religiosa e perché i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano. Come potrà notare le motivazioni sono squisitamente storiche e culturali e obbligano ad adottare, come tutti i saperi scolastici, le metodologie della programmazione didattica, dello studio, dell’interpretazione e della ricerca, tipiche della scuola. Per capirci: il lavoro che il prof. Pesce ha fatto con lei per la stesura del suo “Inchiesta su Gesù. Chi era l’uomo che ha cambiato il mondo“. Posso assicurarLe che molte questioni presenti nel suo volume vengono affrontate a scuola (ovviamente nelle scuole superiori) durante l’ora di religione; certo non per negare ma per offrire una “conoscenza oggettiva, sistematica e critica dei contenuti essenziali del cristianesimo e delle espressioni più significative della sua vita, in dialogo con le altre confessioni cristiane e le altre religioni”.


   Ora, anche lei mi sembra che sia convinto della necessità di conoscere il fatto religioso nelle sue varie espressioni storiche. Soltanto durante l’ora di religione gli studenti hanno l’opportunità di “incontrare culturalmente testi, documenti, tradizioni, testimonianze e contenuti che costituiscono l’universo religioso”. Diciamo che senza la frequenza dell’insegnamento della religione, gli studenti si priverebbero di una alfabetizzazione religiosa culturalmente qualificata. Se abbiamo, quindi,  a cuore la formazione alla pace e al dialogo dei nostri studenti, non possiamo abbandonarli all’ignoranza religiosa.


   Oggi chi sceglie l’insegnamento della religione ha la certezza che l’insegnante è qualificato, in quanto è doppiamente verificato: da parte del Vescovo e da parte dello Stato (concorso ordinario). Insomma chi sceglie religione sa che gli  sarà impartito un insegnamento rispettoso delle finalità della scuola e correttamente inserito nella tradizione cattolica.


   La questione, invece, dovrebbe essere sollevata per coloro che non si avvalgono: non possiamo abbandonarli all’ignoranza religiosa.


   Prendiamo davvero  il toro per le corna: il problema non è  se l’insegnamento della religione cattolica è impartito da personale doppiamente verificato, ma come offrire anche agli altri una alfabetizzazione religiosa impartita da personale scelto esclusivamente dallo Stato ed altrettanto qualificato.


 


   Distinti saluti


 


Prof. Orazio Ruscica


Segretario Nazionale SNADIR


 


Snadir – lunedì 5 novembre 2007

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