LA POLITICA AL SERVIZIO DELLA DIGNITA’ UMANA
SOLO IL WELFARE PUO’ SALVARE IL CAPITALISMO DAL FALLIMENTO
Il capitalismo selvaggio, condannato a più riprese nelle encicliche sociali [1] , con le sue strategie speculative sta mettendo in ginocchio i Paesi dell’eurozona. L’ultimo declassamento da parte dell’agenzia di rating “Standard and poor’s” dell’Italia e della Francia fanno capire che nessuna Nazione – neppure la Germania – può ritenersi al sicuro.
Il sistema capitalistico di impronta americana che si fonda sulla Borsa, sulle Banche, sui derivati e sul trading (= acquisto e vendita di azioni, obbligazioni, future, titoli di stato), in realtà si traduce nel “depredare” le aziende, in quanto “ogni impresa costituisce un business che si acquista e si vende molto liberamente” [2]. Questo sistema è quello che ha costretto milioni di consumatori a indebitarsi con i mutui subprime, le ipoteche sulla casa, le carte di credito revolving, aggiungendo debito su debito fino a spendere mensilmente più di quanto si riuscisse a guadagnare: un sistema che incentiva a consumare ed a indebitarsi. Ma è chiaro che questo sistema distribuisce non la ricchezza, ma la povertà. E’ un sistema che rende i pochi ricchi sempre più ricchi e amplia in modo esponenziale il numero dei poveri, rendendoli sempre più poveri.
E’ necessario dare ordine a questo caos, bisogna reintrodurre un modello “economico che riconosce il ruolo fondamentale e positivo dell’impresa, del mercato, della proprietà privata e della conseguente responsabilità per i mezzi di produzione, della libera creatività umana nel settore dell’economia”[3]. Un sistema economico dove l’impresa sia praticata come una comunità, dove si realizzi l’interazione virtuosa fra mercato e welfare, dove il sistema industriale non licenzi nessuno.
Occorre, quindi, proteggere la produzione reale con regole democratiche che favoriscano l’impresa e la libertà di iniziativa economica; come recita la Costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”[4].
Bisogna che la politica regoli il mercato, intervenga per mettere al bando i sistemi speculativi che creano soltanto miseria, che renda ogni uomo cittadino e non suddito dell’economia. Occorre raggiungere un nuovo mercato economico, un capitalismo ben regolato, un’ economia temperata dal welfare. In questo giocherà un ruolo fondamentale lo Stato sovrano, che senza cedere nulla ai grandi sistemi bancari ed economici, non sia “soltanto un guardiano notturno, bensì un interventore attento a che non si formino monopoli e posizioni di rendita, e che i diritti individuali non vengano presi d’assalto dalla rapacità del sistema”[5]
Orazio Ruscica
[1] “si può forse dire che, dopo il fallimento del comunismo, il sistema sociale vincente sia il capitalismo…? (…) Se con «capitalismo»si intende un sistema in cui la libertà nel settore dell’economia non è inquadrata in un solido contesto giuridico che la metta al servizio della libertà umana integrale e la consideri come una particolare dimensione di questa libertà, il cui centro è etico e religioso, allora la risposta è decisamente negativa” (Centesimus annus)
[2] Citazione di Michel Albert tratta da “E. Berselli, L’economia giusta, Giulio Einaudi Editore, 2010, p.53
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