La Cassazione legittima l’abuso dei contratti a termine soltanto nella scuola. Lo Snadir ricorre alla Corte europea di Strasburgo per la tutela dei diritti dei precari

La Cassazione legittima l’abuso dei contratti a termine soltanto nella scuola
Lo Snadir ricorre alla Corte europea di Strasburgo per la tutela dei diritti dei precari
 
Il 20 giugno scorso la Corte di Cassazione, con una propria sentenza, ha ritenuto legittimo l’abuso continuato del ricorso ai contratti a tempo determinato da parte dell’Amministrazione statale. Una brusca frenata, quindi, per tutti i precari della scuola. Ma diverse questioni rimangono aperte.
Ricordiamo tutti che diverse volte le sentenze della Cassazione sono state a dir poco bizzarre: la sentenza n. 1636 della Cassazione del 1999 esprimeva  che una ragazza –  se indossa dei jeans – non è vittima di stupro bensì consenziente; successivamente però la Cassazione –  con la sentenza n. 14611/2011 – cambiò  idea, affermando che le vittime del reato di stupro hanno diritto al riconoscimento (e al risarcimento) dei danni morali; altre sentenze hanno annullato processi a componenti di mafia e ‘ndrangheta oppure hanno affermato  che il concorso esterno in associazione mafiosa – concepito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – è un reato a cui nessuno crede.
Tornando alla nostra questione è bene precisare che tale sentenza riguarda il ricorso di precari – non di religione – i quali possono vantare soltanto supplenze annuali. Ma in ogni caso è chiaro che i ricorsi dei precari non contestano l’uso dello strumento del contratto a tempo determinato, quanto l’abuso di tali contratti: è questo che, secondo le norme europee, va risarcito. E’ evidente che la situazione di precariato oltre i trentasei mesi di sevizio non è un normale uso dello strumento contrattuale ma un abuso; e gli abusi sono una violenza nei confronti dei lavoratori che uno Stato democratico non può tollerare.
Inoltre detto abuso è posto in violazione della Carta di Nizza, della Direttiva 1999/0/CE, del principio di uguaglianza e di non discriminazione del diritto dell’Unione europea e del D.L.vo n.368/2011 in tema di tutele dei diritti dei lavoratori in ambito europeo.
Diritti e tutele che la citata sentenza della Cassazione nega gravemente ai soli precari della scuola.
Ecco perché, in maniera previdente, già da alcuni mesi, lo Snadir ha avviato una iniziativa per sollecitare i precari di religione ad aderire al procedimento di infrazione contro lo Stato italiano dinanzi alla Commissione europea per manifesta violazione della direttiva comunitaria in tema di tutela dei docenti precari ed al ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo sarà possibile per violazione della Carta Ue dei diritti dell’uomo, anche per coloro che non hanno avuto sentenze di giudizio definitive. Soltanto la Commissione europea e la Corte di giustizia europea potranno indurre i giudici nazionali a recepire e ad applicare in maniera vincolante le direttive della UE 1999/70/CE per la tutela dei diritti dei precari lavoratori della scuola pubblica italiana.
 
Orazio Ruscica
 

 

Snadir – Professione i.r. – 29 giugno 2012

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