IN 400 A NAPOLI IN CONVEGNO
Oggi si è svolto a Napoli il Convir 2005, promosso dall’ADR in collaborazione con lo SNADIR, sul tema “La nuova collocazione giuridica dei docenti di religione” alla presenza di più di 400 docenti giunti da tutte le province della Regione per accogliere l’invito a questo importante appuntamento di studio.
Significativa anche la rappresentanza di altre Regioni: Sicilia, Sardegna e Toscana, a testimonianza del forte senso di partecipazione e condivisione della categoria.
Dopo il saluto del Prof. Francesco Cacciapuoti, segretario provinciale di Napoli, si è entrati subito nel vivo delle tematiche indicate dal programma.
L’on. Gioacchino Alfano (FI), impegnato in giornata in Commissione Bilancio, non ha voluto far mancare il suo saluto e si è intrattenuto alcuni minuti con i responsabili della Segreteria nazionale prima di proseguire per Roma.
I lavori sono stati introdotti dal Prof. Ernesto Soccavo, della Segreteria nazionale, il quale ha rilevato che sono maturi i tempi per un primo bilancio della legge 186/2003. Si tratta di un momento di verifica che intende anche guardare oltre il triennio di riferimento della graduatoria, affinché sia possibile offrire una prospettiva a tutti i docenti di religione che hanno partecipato al concorso con esito positivo senza però collocarsi in posizione utile per poter ottenere l’assunzione con contratto a tempo indeterminato.
La legge sullo Statuto giuridico degli Idr è arrivata a quasi venti anni dal Concordato, ma a distanza di appena quattro mesi dalla legge-delega con la quale veniva affidato al Governo il compito di riformare la scuola italiana (Legge n.53/2003). La legge n. 186 si colloca, quindi, in un periodo di profonde trasformazioni e tali trasformazioni hanno determinato, probabilmente, un suo precoce invecchiamento.
La prima relazione è stata tenuta dal Prof. Domenico Buccheri sul tema “Gli O.S.A. dell’Irc nel quadro della Riforma Moratti”. E’ stato tracciato un percorso attraverso il quale è stato possibile riconoscere tanta parte dell’esperienza didattica già maturata dagli Idr, che possono, pertanto, ritenersi dei precursori di quanto la Riforma ha successivamente codificato. E’ evidente, tuttavia, che la specifica previsione di O.S.A. per l’Irc rappresenta, nell’attuale contesto, un’ulteriore conferma del ruolo formativo che il docente di religione è chiamato a svolgere nella scuola italiana.
E’ una questione di non poco conto se si pensa che da diverse parti politiche si vorrebbe una revisione del Concordato, con ovvie ed inevitabili gravi ricadute anche sull’Irc. Anche il dibattito che è immediatamente seguito ha sottolineato questi aspetti e, comunque, la necessità di inquadrare l’Irc nelle finalità generali della scuola che è e rimane una istituzione laica, non confessionale.
La seconda relazione è stata svolta dal Segretario nazionale dello Snadir Prof. Orazio Ruscica, sul tema “Le problematiche rimaste aperte circa l’identità professionale degli Idr”.
La relazione ha affrontato una serie di questioni particolarmente delicate: a partire dai dati relativi all’alta percentuale dei non ammessi alle prove orali in alcune regioni d’Italia fino ad arrivare alla necessità di offrire concrete prospettive di assunzione ai docenti rimasti sulle cattedre del 30%.
Indubbiamente lo stato giuridico degli insegnanti di religione ha spalancato una porta, riconoscendo finalmente una serie di diritti, ma ha anche evidenziato i limiti di un intervento normativo che non ha potuto affrontare le situazioni estremamente diversificate delle varie diocesi d’Italia.
Su quest’ultimo aspetto lo Snadir ha presentato delle precise proposte, infatti, il Prof. Ruscica ha indicato la necessità di superare l’ostacolo di una idoneità valida esclusivamente su territorio diocesano per giungere ad una idoneità che, rilasciata da un Ordinario diocesano, abbia validità almeno sul territorio regionale, ossia su un territorio coincidente con quello cui il concorso fa riferimento. Si tratta di avviare un confronto con il Servizio nazionale per l’Irc e con le Conferenze Episcopali regionali sottolineando il grave disagio che stanno vivendo i colleghi che, a seguito del concorso e della aggregazione delle ore, si ritrovano oggi ad aver perso il posto d’insegnamento o, comunque, a vederlo dimezzato.
I successivi interventi dell’on. Marcello Taglialatela (AN) e dell’on. Giuseppe Gambale (Margherita) hanno innanzitutto riconosciuto la necessità di procedere in tempi ragionevoli al completamento delle assunzioni dei due rimanenti contingenti, hanno però anche sottolineato la necessità di affrontare le questioni normative rimaste incompiute, pur nella consapevolezza che si tratta di elaborare soluzioni non facili, proprio in considerazione del carattere “pattizio” della specifica questione dell’Irc.
L’on. Gambale ha insistito sulla necessità che siano riconosciuti agli Idr i diritti già acquisiti e la spendibilità dello specifico titolo che il superamento del concorso attribuisce loro. L’on. Taglialatela ha ricordato anche che lo statuto giuridico, così come strutturato, con le due quote del 70 e del 30% ha inteso lasciare aperta una strada per l’accesso all’insegnamento da parte dei più giovani, privi dei requisiti al tempo della emanazione del bando di concorso.
Numerosi sono stati gli interventi dei docenti presenti. Alcuni hanno posto l’accento sul Decreto che il Miur ha pubblicato circa 20 giorni fa, (Nota prot.2064 del 21/11/2005; Decreto n.85 del 18/11/2005) riguardo i corsi speciali, di durata annuale, per il conseguimento dell’abilitazione o idoneità all’insegnamento nelle varie classi di concorso. Purtroppo, la mancata previsione di un codice di classe di concorso per l’Irc discrimina i relativi insegnanti e impedisce loro l’accesso ai corsi (cfr. le specifiche notizie sul sito).
Il Prof. Ruscica ha ricordato che il 16 novembre scorso è stata presentata al Miur e in Parlamento la petizione (60.000 firme) con la quale è stata chiesta, tra l’atro, la previsione della specifica classe di concorso per l’Irc, ma che si è attualmente in attesa di conoscere gli orientamenti da parte ministeriale. L’impegno del Sindacato è rivolto oggi in particolare agli Idr precari, impegnati sulle cosiddette cattedre del 30%, per essi si debbono elaborare percorsi per giungere alle assunzioni a tempo indeterminato. Ancor prima, però, è necessario che si ribadisca la necessità per gli Uffici diocesani di attenersi alla graduatoria di merito del concorso per l’attribuzione degli incarichi annuali, altrimenti si rischia di penalizzare doppiamente questi docenti che hanno alle spalle tanti anni di servizio.
In chiusura dell’incontro, sollecitato dai docenti presenti, il Prof. Ruscica ha indicato i recenti, importanti, risultati conseguiti per conservare agli Idr immessi in ruolo la posizione stipendiale già maturata. Rimane però la definire la questione legata alle ricostruzioni di carriera che tutti dovranno nuovamente richiedere al termine del primo anno in ruolo: lo Snadir vigilerà affinché i criteri del nuovo inquadramento di stipendio non siano penalizzanti per la categoria, tenuto conto che si tratta di docenti che avevano già acquisito il relativo diritto ancor prima della legge n.186/2003.
Sono stati ricevuti e letti i saluti dell’on. Valentina Aprea, del Ministro della Funzione Pubblica on. Mario Baccini, dell’on. Rusconi (Margherita), del Dott. Cosentino del Miur.
E. Soccavo
Napoli Convir 2005 – Photogallery
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