Il
MANIFESTO
6
luglio 2000 – pag.1
Ora
di religione al senato
La
santa alleanza tra cattolici, leghisti e Polo sostiene in
senato la legge per immettere in ruolo i docenti di religione.
Le diocesi li faranno assumere e licenziare a piacimento.
di Cosimo
Rossi
E’ una offensiva
in piena regola, quella del fronte clerico-polista sull’ora
di religione. Al progetto di legge per l’immissione in ruolo
degli insegnanti di religione si aggiunta ieri una bozza
di risoluzione parlamentare per riportare l’insegnamento
della religione al rango di parte integrante della formazione
scolastica, raddoppiandone anche l’orario.
Sta accadendo
al senato, dov’ iniziato marted l’esame del progetto di
legge per l’immissione in ruolo dei circa 25 mila docenti
di religione. Un iter non affrettato, visto che l’esame
del testo stato accantonato subito dopo la relazione introduttiva,
ma sostenuto con forza dalla maggioranza clerico-polista.
La sinistra
questa volta stata infatti unita nel respingere il progetto
di legge, che per ha ottenuto il via libera a maggioranza
dalla commissione cultura, grazie alla santa alleanza tra
cattolici, leghisti e polisti. La legge (relatore il leghista
Guido Bringone) stabilisce in cinque articoli che lo stato
dovr immettere del personale selezionato a discrezione
delle diocesi, le quali potranno con analoga discrezionalit
revocare l’idoneit all’insegnamento (che costituisce motivo
di risoluzione del rapporto di lavoro) lasciando in carico
allo stato gli ex docenti. tradotto in pratica, sar immesso
in ruolo personale non selezionato dallo stato, che potr
essere licenziato in tronco a prescindere dalle leggi dello
stato, ma che acceder ai benefici di legge in materia di
mobilit del pubblico impiego. Cio: il Concordato varrebbe
di pi della Costituzione e dello Statuto dei lavoratori.
Ma siccome i
cattolici stanno stretti anche nel Concordato, il relatore
Bringone ha pensato di accompagnare il progetto di legge
con una bella risoluzione parlamentare in cui va oltre.
La bozza proposta ieri nella commissione cultura, e respinta
dalla sinistra, afferma infatti che l’insegnamento della
religione cattolica (…) risulta parte integrante della
complessiva formazione scolastica, recando un significativo
arricchimento per tutti gli allievi che se ne avvalgano,
indipendentemente dalla loro fede religiosa. Di qui al
ripristino dell’obbligo il passo breve, se si pensa che
l’ora di religione gi costituisce credito didattico per
i maturandi.
Del resto, il
nemico da combattere la scristianizzazione, come dicevano
ieri i senatori in commissione. Dove fuori dal coro si sono
infuriati solo pochi parlamentari di sinistra. Sarebbe
un arretramento grave dello spirito pubblico del paese e
rispetto allo stesso Concordato, attaccava il diessino
Giorgio Mele promettendo la controffensiva del suo gruppo.
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