Il Miur presenta il piano
per la formazione dei docenti
Breve sintesi del Piano per la formazione dei docenti (2016-2019)
Il Piano ribadisce quanto già affermato nella legge 107, ossia che la formazione in servizio è strutturale e obbligatoria, in quanto parte integrante della funzione docente. Essa è “fondamentale per lo sviluppo professionale e il miglioramento delle istituzioni scolastiche”. L’intento del Piano di formazione è rendere strutturale la formazione allo sviluppo professionale del docente (Continuing Professional Development), conformemente agli artt.26 e 29 del CCNl 2006-09 e in sintonia con gli obiettivi europei della strategia di Lisbona 2020.
A tal fine, nel testo del Miur si annuncia che a breve sarà disponibile un sistema on-line nel quale ogni docente potrà documentare la propria storia formativa e professionale, costruendo il proprio Portfolio professionale, il quale – a sua volta – diventerà parte integrante del fascicolo digitale del docente.
Per quanto riguarda il Piano di sviluppo personale, il Miur indica alcune aree:
1) Area delle competenze relative all’insegnamento (didattica): a. Progettare e organizzare le situazioni di apprendimento con attenzione alla relazione tra strategie didattiche e contenuti disciplinari; b. Utilizzare strategie appropriate per personalizzare i percorsi di apprendimento e coinvolgere tutti gli studenti, saper sviluppare percorsi e ambienti educativi attenti alla personalizzazione e all’inclusione; c. Osservare e valutare gli allievi; d. Valutare l’efficacia del proprio insegnamento.
2) Area delle competenze relative alla partecipazione scolastica (organizzazione): e. Lavorare in gruppo tra pari e favorirne la costituzione sia all’interno della scuola che tra scuole; f. Partecipare alla gestione della scuola, lavorando in collaborazione con il dirigente e il resto del personale scolastico; g. Informare e coinvolgere i genitori; h. Contribuire al benessere degli studenti.
3) Area delle competenze relative alla propria formazione (professionalità):i. Approfondire i doveri e i problemi etici della professione; j. Curare la propria formazione continua; k. Partecipare e favorire percorsi di ricerca per innovazione, anche curando la documentazione e il proprio portfolio.
Il Piano, che prevede il coinvolgimento di circa 750 mila docenti di ruolo nell’arco di un triennio, definisce le priorità e le risorse finanziarie per il triennio 2016-2019. Le priorità nazionali individuate dal Piano, che coinvolgono anche le altre professionalità della scuola (dirigenti, figure di sistema, personale amministrativo), sono relative ad alcuni obiettivi fondamentali che il Miur intende perseguire nel triennio in questione: a) l’innovazione metodologica in tutte le sue forme e connessa ai nuovi ambienti per l’apprendimento e all’utilizzo delle tecnologie nella didattica; b) le lingue straniere, con la finalità di innalzare il livello delle competenze linguistico-comunicative degli allievi, con particolare attenzione alla metodologia CLIL; c) le opportunità dell’autonomia curricolare, organizzativa e didattica; d) l’accoglienza, finalizzata all’inclusione, come modalità “quotidiana” di gestione delle classi; e) la cultura della valutazione e del miglioramento; f) l’alternanza scuola-lavoro; g) il rapporto tra scuola e mondo esterno.
Gli obiettivi sono poi esplicitati nelle seguenti aree tematiche:
1) Competenze di sistema: a. Autonomia organizzativa e didattica; b. Didattica per competenze e innovazione metodologica; c. Valutazione e miglioramento;
2) Competenze per il 21° secolo: a. Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento; b. Competenze di lingua straniera; c. Scuola e Lavoro;
3) Competenze per una scuola inclusiva: a. Inclusione e disabilità; b. Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile; c. Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale. Tali priorità “saranno considerate e contestualizzate dai dirigenti scolastici attraverso gli indirizzi forniti al collegio dei docenti per l’elaborazione, la realizzazione e la verifica del Piano inserito nel Piano triennale dell’Offerta Formativa”, in coerenza in coerenza con il proprio rapporto di autovalutazione ed in funzione del Piano di miglioramento d’istituto.
La formazione è organizzata per differenti livelli di governarce. Il Miur, a livello centrale, funge da “cabina di regia”, definendo ogni tre anni “le priorità strategiche del sistema di formazione e le regole per il suo funzionamento, in sinergia con le altre politiche, in particolare con il Sistema Nazionale di Valutazione”; assegna le risorse per la formazione, sia attraverso erogazione diretta alle scuole tramite le reti; monitora e valorizza i risultati delle attività di formazione. A livello territoriale, gli Uffici scolastici regionali fungono da supporto operativo alle reti di scuole svolgono anch’esse una funzione di monitoraggio del sistema. Per quanto riguarda il ruolo delle scuole, sono previste delle unità formative, all’interno di ogni rete di ambito, che – sua volta – individuerà una scuola–polo per la formazione, anche non coincidente con la scuola capo-fila della rete stessa. La scuola-polo sarà la destinataria delle risorse finanziarie. La formazione sarà costruita in collaborazione con le principali agenzie pubbliche di ricerca, INDIRE e INVALSI, e con gli Enti di formazione professionale. Per questi ultimi è stato previsto un nuovo sistema di accreditamento con la Direttiva 170/2016.
Infine, nel Piano, al punto 5.6, viene menzionata la Carta elettronica del docente, “misura strutturale con carattere di continuità” che permette ai soli docenti di ruolo di avere a disposizione 500 euro annui per l’aggiornamento professionale. Circa quest’ultimo punto, il Miur intende sottoscrivere delle convenzioni con enti pubblici e privati allo scopo di ottimizzare meglio l’uso della carta stessa.
Considerazioni finali
Esclusione dei docenti a tempo determinato dal Piano e dai fondi della carta elettronica.
Il Piano conferma che i destinatari della formazione sono i soli docenti con contratto a tempo indeterminato. I docenti precari non sono affatto presi in considerazione, in quanto ritiene che con il Piano straordinario delle assunzioni siano stati immessi in ruolo nella quasi totalità. Purtroppo, tale piano assunzionale, come ben sappiamo, ha del tutto escluso gli insegnanti di religione. Contro questa ingiusta esclusione, lo scorso anno lo Snadir ha promosso un ricorso al TAR del Lazio (attualmente in attesa di decisione) e incalzato il MIUR, affinché quest’ultimo attivasse una procedura assunzionale.
Per quanto riguarda, invece, l’erogazione del bonus per l’aggiornamento, lo stesso TAR del Lazio non ha accolto il ricorso degli insegnanti precari di religione, finalizzato ad una parità di trattamento tra docenti di ruolo e docenti incaricati in tema di formazione. Contro tale pronunciamento lo Snadir è orientato a proseguire tale iniziativa giudiziaria, con un ricorso in appello al Consiglio di Stato.
Lo Snadir – è doveroso ricordarlo – non si stanca ad essere in prima linea quando si tratta di portare avanti le battaglie sindacali a tutela del principio della pari dignità lavorativa tra docenti, tutti allo stesso modo impegnati per il successo scolastico degli alunni.
Professione i.r. – 7 ottobre 2016, h. 13.00
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