Il Governo, il Miur e i Parlamentari devono dare a tutti gli IdR risposte certe

Il Governo, il Miur e i Parlamentari devono dare a tutti gli IdR risposte certe

Il concorso riservato per gli insegnanti di religione cattolica si è concluso e presto inizierà la fase delle immissioni in ruolo.
La correzione della prova scritta è terminata in tutte le Regioni entro luglio 2004; ciò ha determinato la possibilità di conoscere i dati percentuali relativi al numero dei docenti ammessi alla prova orale: il 93% nella scuola primaria e infanzia e il 97% nella scuola secondaria di 1° e 2° grado.
I dati per Regione, purtroppo, hanno fatto emergere alcune aree geografiche dove oggettivamente eccessivo è risultato il numero dei non ammessi: Primaria/Infanzia: Emilia Romagna 24,74%, Lombardia 22,60%, Molise 12,96%, Umbria 7,50%, Veneto 22,22%; Scuola secondaria: Emilia Romagna 17,59%, Sardegna 8,28%, Umbria 9,21%, Veneto 11,24%.
Per questi docenti lo SNADIR si è immediatamente mobilitato per garantire loro la possibilità di assistenza legale per la presentazione dei ricorsi e per far sentire il suo disappunto nelle sedi competenti, in quanto se è da ritenersi "fisiologico" di ogni concorso un certo numero di non ammessi agli orali è altrettanto vero che la natura di concorso riservato avrebbe consentito una valutazione fondata anche sul dato "professionale" più (e prima ancora) che su quello meramente nozionistico.
E se anche altri si fossero convertiti alla legittima richiesta dello Snadir del corso di preparazione al concorso, cioè un corso-concorso, oggi certamente non avremmo assistito, in alcune regioni, alla rude selezione che si è verificata.  Un corso di preparazione al concorso svolto dagli stessi commissari avrebbe dato l’opportunità a tutti i candidati al concorso riservato di prepararsi in modo più conveniente alle prove di esame.
E’ anche vero che l’originario disegno di legge Moratti sullo stato giuridico dei docenti di religione prevedeva l’immissione in ruolo previo superamento di un concorso ordinario e che soltanto il forte impegno dello Snadir ha permesso di farlo assomigliare decisamente ad un corso-concorso: ad esempio la valutazione del servizio appartiene soltanto ai corsi abilitanti riservati; senza tale valutazione l’approvazione del testo originario della Moratti avrebbe comportato un azzeramento delle posizioni lavorative di tutti i candidati al concorso.
Ciò detto bisogna sottolineare che, sul piano nazionale, il meccanismo concorsuale  ha fatto emergere, soprattutto nella fase dei colloqui, il valore professionale dei docenti di religione.  Non pochi commissari d’esame sono rimasti positivamente impressionati nello scoprire gli incarichi scolastici ricoperti dagli Idr: vicari e collaboratori dei Dirigenti scolastici, responsabili di funzioni strumentali, responsabili di progetti, docenti nelle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione).
Alcune questioni aperte.
Circa gli organici sembra oramai certa una prima immissione in ruolo, secondo la normativa vigente, dei docenti di religione per una quota pari al 60,18 % del 70% (= 9.229). 
Nelle regioni dove sono state concluse le procedure concorsuali (poche) con la pubblicazione delle graduatorie definitive entro il 31 agosto 2004, sarà disposta l’assunzione con decorrenza giuridica dal 1° settembre 2004 ed economica dal 1° settembre 2005.
Nelle regioni dove le procedure concorsuali sono state concluse dopo il 31 agosto 2004, le assunzioni saranno disposte con decorrenza giuridica ed economica dal 1° settembre 2005.
Nel successivo anno scolastico 2005/2006, si avrà l’immissione in ruolo di un ulteriore 20,06 % circa e allo stesso modo avverrà nell’ultimo anno di vigenza della graduatoria di concorso (2006/2007), arrivando così all’intero 70% fissato dalla legge. Tuttavia bisogna specificare che al momento l’autorizzazione delle assunzioni in ruolo riguarda soltanto il contingente per l’a.s. 2004/2005 (cioè i 9.229 stabiliti con D.I. n.70/2004).
In ogni caso ogni Regione avrà nel triennio la nomina in ruolo sul 70% dell’organico, così come previsto dalla legge n.186/2003; ogni Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale distribuirà questi posti (del 70%) in modo proporzionale in ogni Diocesi e per ciascuno dei due ruoli (scuola primaria e infanzia; scuola secondaria di 1° e 2° grado).
Si apre quindi oggi, nella scuola italiana, un capitolo nuovo che vede gli insegnanti di religione inseriti a pieno titolo negli organici delle scuole statali in quanto vincitori di un concorso pubblico.   Ma è altrettanto vero che da oggi i 23.000 docenti di religione si dividono in insegnanti che rientreranno nella quota del 70% (ruolo) e quelli nella quota del 30% (incaricati annuali).
Ad entrambi occorre dare risposte certe, soprattutto tenuto conto che proprio in queste ultime settimane MIUR e parlamentari, nell’ambito delle rispettive competenze, stanno ricercando e proponendo soluzioni incisive per rimediare al grave e cronico problema del precariato della scuola italiana (vedi Corsi abilitanti riservati e proposta Valditara).
Ai vincitori di concorso che rientrano nella quota del 70% occorre assicurare l’assunzione in ruolo in questo triennio all’inizio di ogni anno scolastico; non è condivisibile far slittare l’assunzione all’anno scolastico successivo rispetto a quello spettante.
Ai vincitori di concorso che non avranno l’opportunità di essere immessi in ruolo in questo triennio e cioè che rientreranno nella quota del 30% è necessario tutelare il superamento di questo concorso riservato offrendo loro la possibilità di spendere questo titolo in una graduatoria permanente.
Ai docenti di religione che non hanno superato le prove di esame o non avevano i requisiti per  partecipare al concorso è importante offrire l’opportunità di partecipare ad un corso abilitante riservato al fine di essere inseriti nella graduatoria permanente di cui lo Snadir chiede con tenacia l’istituzione. 
Questi obiettivi oggi intendiamo sollecitare attraverso la petizione già avviata, che deve vedere l’impegno di tutti gli Idr, perché la tutela del lavoro di tutti si persegue restando uniti così come lo siamo stati in questi dieci anni per ottenere lo statuto giuridico.
In questa stessa prospettiva di tutela degli insegnanti era formulato l’ordine del giorno del Sen. Brignone accolto dal Governo il 2 aprile 2003 che impegnava lo stesso ad attivarsi per "assicurare, una maggiore stabilità e garanzia di occupazione a coloro che, inclusi negli elenchi, non abbiano conseguito l’assunzione a tempo indeterminato o determinato"
Lo SNADIR propone, pertanto:

  • L’istituzione della graduatoria permanente suddivisa in due fasce:
  • la prima, costituita dai docenti di religione vincitori di concorso riservato (legge 186/2003)
  • la seconda, costituita dagli altri docenti di religione.
  • L’istituzione di corsi abilitanti riservati, che rappresentino, anche per gli insegnanti di religione, un superamento nel meccanismo concorsuale, non più vigente per il personale della scuola.
  • L’attribuzione all’insegnamento della religione cattolica di un codice di classe di concorso, tenuto conto che oggi l’accesso in ruolo avviene per concorso pubblico.

Sarebbe una risposta definitiva da parte del Governo alle legittime aspettative dei 23.000 docenti di religione ed una effettiva e definitiva omologazione dei meccanismi di reclutamento di tutto il personale docente.
E’ questo ciò che chiedono i docenti di religione, che con consapevolezza offrono un insegnamento non catechistico, rispettoso della laicità dello Stato, integrato con i percorsi formativi delle altre discipline e pienamente inserito nel processo di riforma della scuola italiana.
Restiamo comunque in attesa di conoscere l’esito della ripartizione sul territorio di competenze diocesana degli organici già assegnati a livello regionale.

Orazio Ruscica

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