il GIORNALE
sabato
14 agosto 1999 – pag.2
- Gli
insegnanti: se la riforma tutta qui
Berlinguer
farebbe bene a dimettersi
Un
bel quattro in pagella con debito formativo in religione.
Il ministro Luigi Berlinguer bocciato senza appello anche
da Orazio Ruscica, segretario del Sindacato nazionale autonomo
degli insegnanti di rleigione (Snadir). La mezza marcia
indietro non lo convince. Anzi, la sortita contro il catechismo
in classe solo l’ultimo dei passi falsi del ministro della
Pubblica istruzione. Se i programmi di riforma di Berlinguer
si limitano all’esclusione dell’ora di religione a scuola,
noi chiediamo le sue dimissioni. E non finita. Alle parole
della senatrice Maria Grazia Pagano, di DS, che chiede di
abolire la possibilit di revoca dell’idoneit degli insegnanti
da parte del vescovo, Ruscica risponde per le rime. Se
la Pagano accetta il requisito dell’idoneit, come fa a
non riconoscere la revoca?.
Insomma,
gli insegnanti di rleigione (circa 18.000, per lottanta
per cento laici) sono sul piede di guerra, di fronte all’attacco
di mezza estate scatnato dalla sinistra governativa. Ruscica
no non crede che le parole del ministro siano improvvisate.
Secondo me una sortita studiata ad arte. Vogliono sollevare
la questione dell’insegnamento della religione in occasione
della parit. Ma cos – avverte – si fa solo confisione
e non si affronta il problema in modo serio. La parit e
l’insegnamento sono due cose diverse e non possibile mercanteggiare
l’uno con l’altra. La parit non riguarda l’insegnamento
della religione, ma la possibilit di scegliere un progetto
educativo per i propri figli. Quello che non va gi alla
categoria presa di mira da Berlinguer l’accostamento,
un p d’altri tempi, tra catechismo e il modo moderno di
fare lezione. L’insegnamento della religione cultura,
non catechesi. Un ministro della Pubblica Istruzione dovrebbe
saperlo bene. Il Concordato – ricorda Ruscica – riconosce
il valore della cultura religiosa e il fatto che i principi
del cattolicesimo son parte integrante della cultura italiana.
Se vogliamo trasmettere agli studenti gli strumenti per
orientarsi nella vita, non possiamo prescindere dalla religione.
Non dimentichiamo che la stragrande maggioranza degli
italiani cattolica. Il 93 per cento dei ragazzi sceglie
l’ora di religione – sottolinea -. Tra questi anche molti
non credenti che apprezzano l’approccio culturale.
Anche
l’attacco della Pagano viene respinto con forza. Non capisco
il problema. Anche lo Stato, dopo che ha dato l’abilitazione,
ha la possibilit di destituire un insegnante. Cos il vescovo
che ha dato l’idoneit, pu revocarla se vengono a mancare
certi requisiti. Se poi vogliamo andare a fondo al problema
– osserva Ruscica – perch non istituiamo un concorso per
insegnanti di rleigione come per tutte le altre materie?
Cos sarebbero garantiti i criteri oggettivi di scelta.
Ferma restando l’idoneit stabilita dal vescovo. Nel mirino
del leader degli insegnanti di religione c’ anche la diessina
Gloria Buffo, secondo la quale l’Italia l’unico Paese
dell’Unione europea ad avere l’ora di religione. E’ una
sciocchezza. Spagana, Portogallo, Austria, Belgio, Lussemburgo,
Germania e Ingliterra hanno l’ora di rleigione. In Germania,
Austria e Inglinterra l’insegnamento della religione obbligatorio.
Chi sostiene il contrario in malafede.
Intanto,
la rivista dei gesuiti, Civilt cattolica, mette
in guardia dall’anticlericalismo della sinistra. Mi sembra
– osserva il vicedirettore, padre Michele Simone – che il
ministro non conosca il testo del Concordato. Gli suggerisco
di attuare per prima cosa la riforma della scuola media
superiore, che gli italiani attendono da decenni. Se aggiungiamo
alle parole di Berlinguer quelle di Veltroni che, sulla
fecondazione assistita, ha parlato delle posizioni dei cattolici
come posizioni da Medio Evo, c’ da pensare al riemergere
dell’anticlericalismo. Pi cauto l’Avvenire, quotidiano
della Cei, al quale rimane il dibbio che a Berlinguer sia
sfuggito qualche retropensiero. Il ministro non del
tutto nuovo a cambi di rotta, a dichiarazioni seguite da
correzioni di tiro. La sua storia di governante – ricorda
l’Avvenire – non sempre stata un esmpio di prudenza.
Affidare al clima di Ferragosto questioni delicate come
il rapporto tra scuola e rleigione come tentare un gioco
d’azzardo. Pu capitare di farlo con leggerezza, ma a volte
– insinua Avvenire – qualcuno ci prova per vedere
l’effetto che fa
Giuseppe
Leboffe
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