DPR 24/6/1986, n. 539 – Specifiche e autonome attività educative per l’Irc nella scuola materna




DPR 24/6/1986, n. 539


Specifiche e autonome attivit educative per l’Irc nella scuola materna.


1. Gli indirizzi per le specifiche e autonome attivit educative in ordine all’insegnamento della religione cattolica nella scuola materna:


– si collocano nel quadro delle finalit di detta scuola, che “si propone fini di educazione, di sviluppo della personalit infantile, di assistenza e di preparazione alla frequenza della scuola dell’obbligo, integrando l’opera della famiglia” (L. 18/311968, n. 444, art. 1);


– assumono, in aderenza agli “Orientamenti dell’attivit educativa nelle scuole materne statali” (DPR 10/9/1969, n.647), gli aspetti universali della religiosit e insieme quelli specifici dei valori cattolici, che fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano;


– sono offerti alle educatrici e agli educatori, e con essi ai genitori, perch possano presentare con libert e responsabilit nella comunit scolastica il messaggio evangelico dell’amore, della fratellanza, della pace, come risposta religiosa al bisogno di significato dei bambini, nel rispetto delle loro esperienze personali, delle responsabilit educative delle famiglie e della pedagogia della scuola materna.


2. Le scelte delle attivit educative suggerite con questi indirizzi assumono come base di partenza le esigenze e gli interessi dei bambini e le esperienze che essi vivono in famiglia, nella scuola, nell’ambiente sociale e in riferimento alla comunit cristiana.


In armonia con le finalit generali della scuola materna, queste attivit concorrono ad aiutare i bambini nella reciproca accoglienza, nel superamento fiducioso delle difficolt, nell’educazione all’esprimersi e al comunicare con le parole e i gesti.


Specificamente, esse tendono ad educare i bambini a cogliere i segni del la vita cristiana, a intuirne i significati, ad esprimere con le parole e i segni la loro incipiente esperienza religiosa.


3. Come contenuti di queste attivit educative, si propongono le seguenti indicazioni:


– i segni e le esperienze della presenza di Dio nella creazione, nella natura e nelle sue stagioni, nella vita e nelle opere degli uomini;


– i significati cristiani degli avvenimenti fondamentali dell’esistenza umana, quali i bambini possono vivere in famiglia, nell’ambiente e attraverso le immagini della comunicazione sociale;


– la paternit e la provvidenza di Dio, che pi forte del male e rende gli uomini fratelli e solidali, apre da sempre nuove speranze;


– l’accostamento graduale a passi della Bibbia, scegliendo tra gli episodi, i personaggi e i brani sapienziali che maggiormente rivelano la paternit di Dio e la fraternit universale degli uomini;


– in particolare, pagine scelte dei Vangeli che raccontano la vita, l’insegnamento, le opere, le preghiere, la Pasqua e la presenza viva di Ges, e insieme la vita di Maria, sua Madre;


– la domenica, le feste, le preghiere, i canti, i tempi e i luoghi, gli elementi simbolici, gestuali e figurativi della vita dei cristiani, cosi come i bambini possono gradualmente percepire;


– episodi della vita di santi, persone e figure significative del messaggio dell’amore nel nostro tempo;


– la regola dell’amore di Dio e del prossimo, con i primi comportamenti di accoglienza e donazione, di riconciliazione, sincerit e fiducia;


– le manifestazioni della religiosit popolare, nel loro corretto significato culturale e spirituale;


– le espressioni della poesia e dell’arte cristiana pi adeguate alla sensibilit dei bambini.


4. Spetta alle educatrici e agli educatori, insieme con le famiglie e sempre in dialogo con i bambini, provvedere, nel quadro del progetto educativo, a organizzare con opportune scelte queste attivit, con particolare attenzione ai seguenti criteri:


– si favoriscano l’ascolto e la parola, l’espressione di sentimenti di gratitudine, di gioia, di dialogo e di preghiera;


– si cerchi di coltivare la spontaneit espressiva dei bambini contemperandola opportunamente con l’uso delle parole offerte dalla tradizione cattolica;


– si valorizzino sempre, senza alcuna discriminazione, le diverse esperienze dei bambini, nel rispetto di tutte le famiglie;


– si abbia particolare predilezione per i bambini portatori di handicap presenti nella scuola, aiutandoli perch siano soggetti, con i coetanei, di queste attivit;


– si curi la necessaria e corretta relazione con tutte le attivit educative della scuola materna, anche quando l’insegnante impegnato nelle attivit educative di religione cattolica non il titolare della sezione.


5. Per quanto riguarda la scelta delle attivit, tenuto conto che l’acquisizione dei valori religiosi viene favorita dalle capacit che il bambino matura attraverso le varie esperienze e dimensioni educative, si offrono come concrete indicazioni, da applicare gradualmente nelle diverse sezioni in cui si articola la scuola materna, quelle che riguardano: la comunicazione orale (racconti, lettura da parte dell’insegnante di brevi testi religiosi); la musica e il canto (ascolto, esecuzione di canti religiosi tratti anche dalla tradizione popolare); l’uso dell’audiovisivo; il gioco; la drammatizzazione; l’attivit grafico – pittorico – plastica; l’esplorazione dell’ambiente alla ricerca dei segni della comunit cristiana.


6. L’insegnante abbia cura di far comprendere ai bambini che le specifiche ed autonome attivit educative di religione cattolica concorrono a maturare il rispetto delle diverse posizioni che le persone variamente adottano in ordine alla realt religiosa, cos da porre anche le premesse di una vera convivenza umana.


Questi indirizzi di attivit educativa in ordine all’insegnamento della religione cattolica richiedono in ogni modo, da parte di tutti, una mentalit aperta, capace di grande comprensione per le prospettive riguardanti l’unit tra tutti i cristiani, le buone relazioni tra la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane, il dialogo corretto e fecondo con tutti, la promozione dell’uomo e il bene del paese.



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