Orientamenti per la scuola materna statale.
Omissis
1. Educazione religiosa. – L’esperienza religiosa, esperienza tipicamente umana, risponde, nel bambino di questa et, a complesse esigenze affettive ed intellettuali. Le pi evidenti sono il desiderio di attingere un sentimento di legame universale con le cose e le persone tutte; il bisogno di affidamento della propria persona a una forza e ad una volont capaci di sorreggerla e di aiutarla nella conquista dell’autonomia; la richiesta di certezza e di stabilit nel fluire dell’esistenza; infine, l’esigenza di compensare frustrazioni e delusioni derivate dal rapporto con l’ambiente e di sottrarsi a sensi di insicurezza e di angoscia che non possibile vincere con le proprie forze e che limitano le capacit di operare positivamente nel mondo.
L’educazione religiosa, proprio in quanto soddisfa questi bisogni, ed offre i fondamenti per una concezione spirituale, serena e unitaria del mondo e della vita, costituisce un aspetto irrinunciabile dell’educazione del bambino. Essa consente il pieno ed armonico sviluppo della sua personalit, l’affinamento del suo senso morale e dei valori, e radica in lui sentimenti di autentica socialit, animati, cio, dal rispetto e dall’amore per il prossimo, e dall’ideale della pace tra gli uomini.
Tale educazione deve evitare atteggiamenti e metodi che possono condurre, e talvolta hanno condotto, negli ambienti familiari meno preparati, a superstizioni, a pregiudizi, a formalismi che incidono negativamente sulla personalit infantile e compromettono la formazione morale e sociale; anzich costituire fonte di equilibrio, di serenit, di dinamico e creativo ottimismo nell’impegno di trasformazione umana del mondo e di disponibilit verso gli altri.
Nella scuola materna, il grado di maturit raggiunto dalla personalit infantile non permette di sviluppare pienamente l’esperienza religiosa, i cui livelli pi alti coincidono con le scelte intellettualmente e moralmente autonome, possibili solo nell’ulteriore sviluppo della personalit. L’educazione religiosa pu compiersi tuttavia efficacemente muovendo dal complesso delle esperienze infantili e pu anche contribuire indirettamente all’affinamento del comportamento religioso delle stesse famiglie credenti e costituire per le altre un invito a una pi ricca educazione spirituale dei figli.
La bellezza e l’armonia della natura, ogni volta che siano ravvisabili, e la presenza in essa di innumerevoli forme di vita, possono costituire motivo per sviluppare sentimenti di rispetto e di amore per tutte le creature e di riconoscimento di Dio Creatore.
Il rapporto del bambino con i coetanei, non ancora concretato in forme e strutture sociali sufficientemente stabili e conosciute in forma riflessa, trova nei sentimenti di bont e di amore una prima possibile espressione emotiva. Tali sentimenti possono essere guidati a farsi vincolo di fraternit attraverso l’evocazione della presenza provvida ed amorosa di un Padre comune che trascende i singoli modelli paterni. Il senso di questa Presenza gi costituisce un essenziale progresso della coscienza infantile verso la conquista dei valori morali, sociali e religiosi.
L’educazione religiosa nella scuola materna presenta, pertanto, alcuni caratteri fondamentali. Anzitutto essa dovrebbe muovere sempre da esperienze tipicamente infantili, o, comunque, immediatamente attingibili da tutti i bambini della comunit scolastica, e svolgersi ed attuarsi in forme e attraverso attivit appropriate all’et.
Cos invece di ricorrere a schematizzazioni ed insistere sulla astratta formulazione di precetti, sar opportuno, attraverso la presentazione di racconti e di esempi concreti di valore religioso e morale, portare il bambino ad una prima apertura verso Dio e ad una vissuta esperienza di fraternit, di amore, e di non violenza. Occorrer pure, attraverso adatte narrazioni ed eventuali drammatizzazioni, chiarire ogni volta ai bambini il valore e il significato della religione sul piano della vita personale e comunitaria o familiare. Sar anche opportuno utilizzare ampiamente semplici canti, scelti tra quelli offerti dalla tradizione religiosa. I momenti di preghiera siano affidati alla spontanea espressione e formulazione dei sentimenti presenti nell’animo infantile.
L’educazione religiosa dovr ispirarsi in ogni caso a serenit e a misura. Sar a tal fine opportuno favorire nei bambini un atteggiamento di ascolto interiore, mediante momenti di raccoglimento. Si dovr evitare la formazione o favorire il superamento di atteggiamenti religiosi ispirati pi a timore che ad amore, ingeneranti insicurezza, ansiet, immotivati sensi di colpa, sentimenti di discriminazione e forme di pregiudizio, di intolleranza e di fanatismo. Si dovr per contro promuovere sensi di fiducia secondo una religione dell’amore e della giustizia che faccia coincidere la legge divina con la legge di una interiore coscienza certa e serena. L’educazione religiosa dovr sottolineare gli aspetti universali della religiosit e insieme quelli specifici delle varie forme religiose.
In particolare, indispensabile che l’educatrice sia sempre guidata dalla piena consapevolezza della possibile presenza in classe di bambini che provengono da famiglie con diverse concezioni religiose o con orientamento non religioso e della necessit del rispetto pieno di tali concezioni od orientamenti diversi, evitando che quei bambini possano sentirsi in qualche modo esclusi dalla comunit infantile.
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