Deve essere possibile!
“Una gestione avveduta e lungimirante delle finanze pubbliche – ha affermato il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan – è una condizione necessaria per sostenere il percorso delle riforme e ne rende possibile l’attuazione": 52000 docenti in ruolo dal primo settembre!
Con quest’ultima affermazione del comunicato stampa pubblicato sul sito del MIUR, continua la volontà del Governo di stabilizzare con contratti a tempo indeterminato il personale docente.
Lo stesso comunicato parla di cifre in modo generale, non specificando – anche perché non ancora del tutto chiaro – quali docenti della scuola, cioè a dire quali classi di concorso e quali segmenti dell’istruzione saranno maggiormente interessati. Di certo tra i posti liberi e disponibili nell’organico di diritto ci sono circa 11 mila posti dei docenti di religione cattolica, corrispondente al 30% previsto dall’art. 2 della Legge 186/2003 (circa 6000 posti) e dei posti residuali ai fini del raggiungimento del 70% (circa 5000 posti).
Nell’editoriale dell’ultimo numero della nostra rivista “Professione ir” (n.4) sottolineavamo la miopia del Governo relativamente alle risorse economiche e vogliamo sperare che non si tratti piuttosto di una vera e propria cecità!
“La gestione avveduta e lungimirante” di cui parla Padoan, dovrebbe guardare a quelle risorse economiche che sono già presenti in bilancio e che non comportano costi per lo stato, come l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione. Questa difatti, come già spiegato, comporterebbe costo ZERO per lo Stato e il Governo ne uscirebbe di certo a testa alta, certo di aver adempiuto finalmente quanto previsto dalla Legge.
Obiettivo del MIUR, con l’accordo raggiunto con il MEF, è quello di garantire agli studenti tutti i docenti in cattedra fin dal 1° settembre. I docenti di religione cattolica appartengono all’organico di diritto della scuola; la stessa ex ministra Giannini nell’autunno del 2016, rispondendo a un question time, ribadì che gli insegnanti di religione appartengono all’organico dell’autonomia e come tali devono essere trattati. Questi stessi docenti nel 95% dei casi sono su posti liberi e vacanti dal 1° settembre di ogni anno e terminano il loro contratto il 31 agosto; alcuni sono precari da oltre un decennio e molti altri, soprattutto nelle regioni del centro-sud, anche da venti e più anni. Non è più tollerabile la discriminante condizione di incertezza contrattuale dell’incaricato annuale, soggetto a un rinnovo annuo che lo lascia in una condizione permanente di incertezza circa il suo futuro lavorativo.
L’assunzione di 52.000 docenti “è una condizione necessaria per sostenere il percorso delle riforme”, ma diciamo con forza e determinazione che è altrettanto necessario sostenere il percorso professionale e sociale di 11mila docenti precari di religione cattolica. Allora perché non procedere immediatamente, al 1° settembre, con l’assunzione del 2.400 docenti già idonei al primo ed unico concorso del 2004 che insegnano sulle loro cattedre da diversi anni?
Perché non prevedere immediatamente procedure assunzionali anche per i docenti di religione con almeno 36 mesi di servizio, attraverso l’espletamento di un concorso semplificato, tenendo conto di quel parere del Consiglio di Stato, mai sconfessato (CdS parere 04/03/1958), che equipara l’Idoneità dell’Ordinario Diocesano all’Abilitazione in possesso dei docenti di altre discipline?
Se un ulteriore piano di assunzioni è possibile per gli altri, può essere possibile anche per tutti noi insegnanti di religione. Deve essere possibile.
I docenti di religione lottano per realizzare un futuro lavorativo certo per se stessi e per le proprie famiglie, e la politica non può rimanere sorda a tale legittima aspirazione. Di questo è bene prendere consapevolezza, come cittadini e come elettori. Il sindacato è portavoce delle istanze dei lavoratori ma è la politica che deve dare risposte sul piano normativo e amministrativo.
Fino a quando tali risposte saranno negate lo Snadir non smetterà di avviare tutte le iniziative di lotta sindacale capaci di dare prospettive ai colleghi Idr, confermando il suo impegno per la tutela dei diritti di tutti i docenti di religione.
Orazio Ruscica
Snadir – Professione i.r. – 15 maggio 2017
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