Categoria: Sezione Fittizia

  • 430_resoconto.htm


    ISTRUZIONE (7a)




    GIOVEDI’
    22 GIUGNO 2000




    430a
    Seduta




    Presidenza del Vice Presidente

    ASCIUTTI

    indi
    del Presidente


    OSSICINI




    Intervengono
    i sottosegretari di Stato per i beni e le attivit culturali
    Carli e D’Andrea
    .




    La
    seduta inizia alle ore 15,10.




    IN SEDE REFERENTE



    (4047) BRUNO GANERI ed altri:
    Istituzione della cattedra di docente di repertorio vocale
    nei conservatori musicali


    (4110) BRUNO GANERI: Istituzione
    della cattedra di maestro collaboratore al pianoforte per
    le classi di strumento nei corsi superiori dei conservatori


    (Esame
    del disegno di legge n. 4047, congiunzione con il seguito
    dell’esame del disegno di legge n. 4110 e rinvio. Seguito
    dell’esame del disegno di legge n. 4110, congiunzione con
    l’esame del disegno di legge n. 4047 e rinvio)


    Omissis






    La
    seduta, sospesa alle ore 15,25, ripresa alle ore 15,30.




    SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE



    Il
    senatore BRIGNONE, relatore all’Aula sui disegni di legge
    n. 662 e abbinati, recanti norme sullo stato giuridico degli
    insegnanti di religione cattolica, con riferimento alla
    richiesta di audizione recentemente pervenuta in materia
    da parte della CGIL-Scuola, manifesta la propria contrariet
    a darvi corso per diversi ordini di motivi: non solo tale
    organizzazione sindacale stata infatti gi audita (peraltro
    in data precedente alla presentazione del testo unificato
    poi trasmesso all’Assemblea e quindi, sotto tale profilo,
    sarebbe possibile una nuova audizione), ma il provvedimento
    calendarizzato in Assemblea per la settimana prossima
    e ci non rende possibile l’apertura di un nuovo ciclo di
    audizioni. Inoltre, scaduto il termine per la presentazione
    di emendamenti all’Aula e quindi l’eventuale contributo
    offerto nel corso di nuove audizioni non potrebbe tradursi
    nella presentazione di corrispondenti proposte emendative.
    D’altra parte, ricorda, la CGIL-Scuola ha trasmesso un analitico
    documento da cui agevole desumere l’orientamento della
    medesima con riferimento al provvedimento in questione.
    Quanto al prossimo esame in Aula del disegno di legge, egli
    sottolinea di aver presentato un emendamento di copertura
    (che peraltro prevede un onere finanziario forse addirittura
    superiore alle effettive necessit, alla luce dell’ormai
    prossimo riordino dei cicli scolastici), che ha registrato
    il parere favorevole della Commissione bilancio: si augura
    pertanto che nel corso dell’esame in Assemblea non saranno
    sollevate pregiudiziali di carattere economico-finanziario.




    IN
    SEDE REFERENTE




    (4482) FLORINO ed altri: Inquadramento
    del personale laico gi in servizio precario presso le biblioteche
    pubbliche statali annesse ai monumenti nazionali ed aumento
    del contributo annuo previsto a carico dello Stato per la
    copertura della spesa


    (Seguito
    dell’esame e rinvio)


    Omissis








    (4324)
    Disposizioni in materia di promozione della cultura architettonica
    ed urbanistica


    (2704) BESSO CORDERO ed altri:
    Norme per la realizzazione ed acquisizione di opere d’arte
    negli edifici pubblici


    (2897) BONATESTA ed altri: Modifiche
    e integrazioni alla legge 29 luglio 1949, n. 717. Norme
    per il recupero e la manutenzione dei beni culturali e architettonici
    e dei centri storici di particolare interesse ambientale
    e artistico distrutti a seguito di calamit naturali e/o
    eventi dolosi, nonch per l’acquisizione di nuove opere
    d’arte


    (Seguito
    dell’esame congiunto e rinvio).


    Omissis




    La
    seduta termina alle ore 16,40.


  • 436resoconto.htm


    ISTRUZIONE
    (7
    a)




    MERCOLEDI’ 5 LUGLIO 2000



    436a
    Seduta




    Presidenza del Presidente

    OSSICINI

    indi del Vice Presidente

    BISCARDI





    Interviene
    il sottosegretario di Stato per i beni e le attivit culturali
    D’Andrea.




    La
    seduta inizia alle ore 15,10.






    SUI
    LAVORI DELLA COMMISSIONE




    Il presidente
    OSSICINI comunica che il Governo ha chiesto una proroga del
    termine per la presentazione di emendamenti al testo unificato
    del relatore per i disegni di legge nn. 4047 e 4110, relativi
    agli accompagnatori al pianoforte. Propone pertanto di prorogare
    detto termine, in scadenza oggi alle ore 19, a mercoled prossimo,
    12 luglio, sempre alle ore 19.




    Conviene
    la Commissione.




    Il senatore
    MARRI propone l’inversione dell’ordine del giorno, nel senso
    di trattare con priorit l’affare assegnato relativo all’insegnamento
    della religione cattolica e posponendo il seguito dell’esame
    – in sede consultiva su atti del Governo – dello schema di
    regolamento sull’organizzazione del Ministero per i beni e
    le attivit culturali.




    Il senatore
    BISCARDI sottolinea l’inopportunit di alcuni irrigidimenti
    procedurali, ricordando che il disegno di legge sullo stato
    giuridico degli insegnanti di religione cattolica (ora A.S.
    n. 662-A), nonostante talune inutili forzature operate a suo
    tempo in Commissione, ora all’esame dell’Assemblea, che
    ha dimostrato piena disponibilit ad esaminare gli emendamenti
    presentati. Per quanto riguarda in particolare la trattazione
    dell’affare assegnato, egli osserva che, di fatto, solo ieri
    ha avuto modo di conoscere la bozza di risoluzione presentata
    dal relatore, sulla quale ritiene indispensabile un serio
    approfondimento onde valutare l’opportunit di chiedere al
    relatore di apportarvi modifiche, ovvero di presentare una
    proposta alternativa.




    Il presidente
    OSSICINI rimarca che l’affare assegnato all’esame della
    Commissione ormai da molti mesi e su di esso si svolto un
    dibattito assai approfondito. Propone pertanto, qualora si
    proceda all’inversione dell’ordine del giorno, di svolgere
    nella seduta odierna la replica del relatore Brignone agli
    intervenuti nel dibattito, rinviando ad altra seduta la votazione
    sulla bozza di risoluzione da lui presentata, onde consentire
    la presentazione di eventuali proposte alternative.




    Il senatore
    BEVILACQUA si dichiara stupefatto delle dichiarazioni del
    senatore Biscardi, tanto pi che il relatore Brignone ha consegnato
    la sua proposta di risoluzione gioved scorso, 29 giugno,
    ed essa stata prontamente trasmessa a tutti i componenti
    della Commissione. N va dimenticato che ragioni di urgenza
    sono state pi volte addotte dal Governo e dalla sua maggioranza
    per imporre al Senato l’approvazione di provvedimenti di forte
    impatto politico ed ordinamentale. Chiede pertanto formalmente
    che la richiesta di inversione dell’ordine del giorno sia
    sottoposta al voto della Commissione.




    Si associa
    il senatore ASCIUTTI, il quale paventa che l’atteggiamento
    dilatorio della maggioranza nasconda l’intento di non portare
    a termine la procedura. Conviene pertanto con la proposta
    del Presidente di svolgere oggi la replica, rinviando la votazione
    della risoluzione ad un’altra seduta, da tenersi comunque
    in tempi solleciti.




    Anche
    il senatore RESCAGLIO concorda con la proposta del Presidente,
    ricordando a sua volta che il relatore Brignone ha consegnato
    la sua proposta di risoluzione gi gioved scorso ed osservando
    che appare pertanto doveroso consentirgli oggi di svolgere
    quanto meno la sua replica.




    All’esito
    di tale dibattito, la Commissione accoglie l’inversione dell’ordine
    del giorno proposta dal senatore Marri.




    Il senatore
    BISCARDI tiene a precisare di non avere nulla in contrario
    allo svolgimento della replica in data odierna: motivo della
    sua preoccupazione era infatti l’eventualit di procedere
    oggi anche alla votazione della bozza di risoluzione, che
    a suo giudizio invece ancora prematura.






    AFFARE
    ASSEGNATO




    La
    politica del Governo in ordine all’insegnamento della religione
    cattolica previsto dal Concordato tra l’Italia e la Santa
    Sede


    (Seguito
    dell’esame, ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento
    e rinvio)






    Riprende
    l’esame, sospeso nella seduta del 21 giugno scorso, nel corso
    della quale – ricorda il presidente OSSICINI – si era conclusa
    la discussione generale.




    Ha quindi
    la parola per la replica il relatore

    BRIGNONE,
    il quale ringrazia anzitutto i numerosi intervenuti nel dibattito,
    i quali hanno offerto contributi assai diversificati, ma comunque
    prevalentemente concordi (pur nella diversit di accenti)
    nella convinzione che l’insegnamento della religione cattolica
    debba essere rivisitato alla luce della recente riforma dei
    cicli scolastici.


    Egli
    ribadisce poi che l’argomento in discussione riguarda esclusivamente
    l’insegnamento della religione cattolica, mentre le questioni
    attinenti allo stato giuridico degli insegnanti di tale disciplina
    afferiscono ad uno specifico disegno di legge (A.S. n. 662-A),
    su cui egli stesso ha svolto ieri la relazione introduttiva
    all’Assemblea. Rinvia pertanto a quella sede la discussione
    di merito sui profili specifici dell’inquadramento in ruolo
    dei docenti di religione, ricordando che non a caso egli aveva
    dedicato solo un paragrafo marginale a tale argomento nella
    sua pur ampia esposizione introduttiva dell’affare assegnato,
    correttamente orientata sugli aspetti storici, procedurali
    e giurisprudenziali di quell’insegnamento. Ribadisce altres
    che dal Concordato del 1929 ad oggi i contenuti dell’insegnamento
    religioso si sono profondamente modificati, abbandonando definitivamente
    (soprattutto dopo l’Accordo tra Stato e Chiesa del 1984) ogni
    concezione catechistica e dogmatica, anche in connessione
    con il carattere ormai prevalentemente laico del personale
    docente. Ci non toglie, prosegue, che occorre garantire la
    massima tutela anche agli studenti che non intendano avvalersi
    di tale insegnamento.




    In una
    breve interruzione, la senatrice PAGANO stigmatizza che, nella
    bozza di risoluzione presentata dal relatore, manchi qualunque
    riferimento alla tutela dei non avvalentisi.




    Il relatore
    BRIGNONE, riprendendo la propria replica, manifesta piena
    disponibilit ai suggerimenti dei commissari. Ricorda tuttavia
    che, allo stato, la percentuale degli studenti che si avvalgono
    dell’insegnamento religioso assolutamente preponderante,
    mentre la scelta di non avvalersene equivale spesso ad un
    sostanziale disimpegno. Ci corrisponde forse, prosegue, alla
    mancanza di alternative concrete. Non va tuttavia dimenticato
    che l’insegnamento della religione cattolica non deve intendersi
    diretto solo ai credenti e, in tal senso, esso non va n impoverito
    n marginalizzato. Appare infatti contraddittorio richiedere
    una maggiore criticit e problematicit dell’ora di religione
    senza assicurarle parallelamente una dignit analoga a quella
    delle altre discipline, a partire dal monte orario a disposizione.


    Il relatore
    passa poi a rispondere analiticamente ai senatori intervenuti
    nel dibattito.


    Ringrazia
    anzitutto il senatore Biscardi per l’integrazione da lui fatta
    ai profili storici dell’esposizione introduttiva, rammentando
    che il suo
    excursus
    era mirato prevalentemente al processo di maturazione verificatosi
    fra i Patti lateranensi (1929) e l’Accordo del 1984, a seguito
    del quale la Chiesa ha sostanzialmente modificato il proprio
    approccio nei confronti dell’impianto curricolare dell’ora
    di religione. Quanto ai contenuti dei programmi, per i quali
    il senatore Biscardi ha chiesto un pi marcato orientamento
    verso la valutazione comparativa dei fenomeni religiosi, il
    relatore informa che la Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
    ha gi predisposto una proposta di riforma (che sottoporr
    a breve al Ministero della pubblica istruzione), alla luce
    del riordino dei cicli scolastici, caratterizzata da una sostanziosa
    apertura al nuovo modello di societ che si va affermando
    nel nostro Paese. Gi nel 1984, del resto, l’insegnamento
    religioso non era pi inteso come catechesi n permanevano
    pi dubbi sulla distinzione fra educazione ed istruzione religiosa.
    Nel ribadire poi al senatore Biscardi che le questioni attinenti
    alla nomina dei docenti afferiscono al disegno di legge sullo
    stato giuridico, ormai affidato all’esame dell’Assemblea,
    il relatore prefigura il rischio che, con la rimessione all’autonomia
    scolastica della collocazione oraria dell’insegnamento religioso,
    possa derivarne una sostanziale marginalizzazione per evitare
    la quale egli ha appositamente inserito un richiamo nella
    bozza di risoluzione presentata.


    Egli
    esprime poi compiacimento per l’approccio alla questione manifestato
    dai senatori Rescaglio e Nava, convenendo che i docenti di
    religione (cos come quelli di italiano) sono evidentemente
    considerati insegnanti dotati di possibilit educative maggiori
    rispetto ad altri, atteso che su di essi si scaricano spesso
    molte delle innovazioni dell’ordinamento scolastico.


    Conviene
    altres con il senatore Folloni, che ha giudicato il nuovo
    Concordato quale termine di riferimento essenziale del dibattito.
    Non va tuttavia sottaciuto, prosegue, che i principi concordatari
    non hanno sempre offerto risposte soddisfacenti, in particolare
    per quanto riguarda la collocazione curricolare della materia,
    a testimonianza dell’incompleta maturazione del rapporto fra
    Stato e insegnamento della religione cattolica. In molti interventi
    egli ha infatti rinvenuto un immotivato timore di lesione
    della sovranit statale connesso all’insegnamento religioso,
    tale da determinare l’incompiuta integrazione nei curricoli.


    Quanto
    alle osservazioni della senatrice Bruno Ganeri sulla colpevole,
    diffusa incomprensione dell’insegnamento religioso, egli si
    associa alla deprecazione che il dibattito in corso abbia
    luogo proprio a ridosso della riforma dei cicli scolastici
    e della connessa esigenza di riformare i curricoli. Assai
    pi proficuo sarebbe stato invece affrontare la questione
    in anticipo, ponendo particolare attenzione a fugare preventivamente
    ogni possibile dubbio. Allo stato, il legislatore si trova
    invece a doversi confrontare con un innegabile stato di sofferenza
    degli insegnanti di religione cattolica, nonch degli stessi
    studenti, pienamente consapevoli delle condizioni di diversit
    dell’insegnamento religioso rispetto alle altre discipline.


    Egli
    si dichiara poi d’accordo con l’impostazione del senatore
    Lorenzi, secondo cui il legislatore non deve soffermarsi sui
    contenuti disciplinari, ma regolare la scelta degli studenti
    di avvalersi o meno dei contenuti medesimi. Preferisce invece
    non replicare all’osservazione, dello stesso senatore Lorenzi,
    secondo cui ai massicci flussi migratori provenienti da paesi
    che si caratterizzano per culture molto diverse dalla nostra
    occorrerebbe contrapporre con decisione i valori della tradizione
    giudaico-cristiana. Dissente infine con decisione dall’affermazione
    secondo cui non solo gli insegnanti di religione cattolica
    ma in generale tutti i docenti debbano essere assunti con
    contratti di lavoro di tipo privatistico, a tempo determinato,
    superando l’attuale inquadramento in ruolo.


    Egli
    richiama successivamente le osservazioni del senatore Asciutti,
    convenendo con la prospettiva di una revisione curricolare
    della materia sulla base del riordino dei cicli scolastici:
    l’accorpamento della scuola elementare e di quella media non
    chiarisce infatti il monte ore che verr assegnato all’insegnamento
    religioso nel settennio di base ed impone una approfondita
    riflessione.


    Al senatore
    Nava, che ha paventato il rischio di una scristianizzazione
    della societ a favore di una devastante impostazione laicistica,
    mondana e temporale, ricorda che la religione – correttamente
    intesa quale risposta alle questioni ultime dell’individuo
    – deve comunque essere integrata in un sistema educativo statale.


    Il senatore
    Masullo, prosegue ancora l’oratore, ha poi offerto un contributo
    di grande lucidit richiamando la dimensione religiosa sotto
    tre profili (storico-filologico, dottrinale-dogmatico, esistenziale-affettivo)
    ed invocando una accentuazione del carattere critico dell’insegnamento
    religioso, al di fuori di qualunque schermaglia giuridica
    o scontro ideologico.


    Il senatore
    Monticone ha invece contribuito ad approfondire il profilo
    storico della vicenda, richiamando le pattuizioni occulte
    fra cattolici e liberali che indussero la Chiesa, nel timore
    dell’avvento del comunismo, ad accettare che il fascismo si
    ergesse a tutela della religione cattolica. Egli ha tuttavia
    ricordato anche come l’insegnamento della religione cattolica
    abbia recato un significativo contributo alla formazione delle
    basi dello spirito democratico italiano e ha auspicato interventi
    che non marginalizzino la scelta degli studenti di avvalersene.


    Il relatore
    ringrazia poi il senatore Toniolli per lo stimolo a concludere
    la procedura che, ricorda, finalizzata ad esprimere al Governo
    l’orientamento politico parlamentare attraverso l’approvazione
    di una risoluzione. Manifesta peraltro soddisfazione per il
    coinvolgimento dimostrato da tutte le forze politiche su una
    tematica cos a lungo elusa.


    Quanto
    alle osservazioni del senatore Marri in ordine al sostanziale
    disimpegno di coloro che optano di non avvalersi dell’insegnamento
    religioso, correttamente valutato in contrasto con le finalit
    educative della scuola, egli auspica che i commissari vogliano
    offrire il loro contributo per riempire di contenuti l’ora
    alternativa all’insegnamento religioso. Osserva invece che
    la procedura in corso non pu far riferimento anche alla tutela
    di altri insegnamenti religiosi, essendo chiaramente delimitata
    – nel suo titolo – all’insegnamento della religione cattolica.
    Al riguardo, osserva peraltro che lo Stato ha sottoscritto
    una decina di intese con altre religioni, tutte relative alla
    tutela degli studenti non avvalentisi dell’insegnamento di
    religione cattolica. Solo nelle pi recenti fra tali intese
    sono infatti contenuti richiami all’esigenza di insegnamenti
    religiosi alternativi.


    Egli
    conviene infine con il senatore Lombardi Satriani, che ha
    richiesto una trasmissione critica e non dottrinale dell’insegnamento
    religioso, ricordando gli obiettivi disciplinari dell’ora
    di religione.


    Avviandosi
    alla conclusione, egli sottolinea le grandi potenzialit educative
    dell’ora di religione, anche con il limitato monte orario
    a disposizione (20-25 ore all’anno), peraltro spesso sacrificato
    a favore di altre discipline. Egli sottolinea altres la straordinaria
    qualificazione richiesta dal combinato disposto dell’ordinamento
    canonico e del disegno di legge n. 662-A agli insegnanti di
    religione (possesso del diploma di laurea, specializzazione
    quadriennale, nonch quadriennio continuativo di insegnamento
    gi svolto) per l’inquadramento in ruolo, in rapporto ai requisiti
    richiesti agli altri insegnanti precari dalla legge n. 124
    del 1999. Illustra infine la seguente proposta di risoluzione,
    gi fatta pervenire a tutti i membri della Commissione:


    "La
    7
    a
    Commissione permanente del Senato,


    premesso
    che:


    – l’insegnamento
    della religione cattolica trova la sua definizione nell’Accordo
    fra la Repubblica Italiana e la Chiesa cattolica e nell’Intesa
    tra il Ministero della pubblica istruzione e la Conferenza
    Episcopale Italiana;


    – la
    Repubblica italiana riconosce il valore della cultura religiosa
    e che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio
    storico del popolo italiano;


    – il
    Governo si impegnato a rispettare tale principio nelle norme
    attuative della legge di riordino dei cicli scolastici, accogliendo
    in Senato l’ordine del giorno n. 9.4216.1;


    considerato
    che:


    – l’insegnamento
    della religione cattolica assicurato dalla legge nell’ambito
    delle finalit della scuola pubblica non universitaria di
    ogni ordine e grado, entro la quale si collocano i curricoli
    e i programmi in via di formulazione;


    – esso
    compreso a pieno titolo nelle discipline scolastiche, con
    pari dignit culturale, formativa ed educativa e concorre
    quindi alla crescita e alla valorizzazione della persona umana;


    – gli
    insegnanti di religione cattolica fanno parte della componente
    docente negli organi scolastici con gli stessi diritti e doveri
    degli altri insegnanti;


    – l’esplicazione
    di tale ruolo deve essere resa concretamente possibile attraverso
    la titolarit di un numero di classi e di ore settimanali
    di lezione che consenta uno svolgimento di programma adeguato
    e un’effettiva partecipazione dell’insegnante ai consigli
    di classe per l’espletamento di ogni attivit connessa;


    rilevato
    che:


    – gli
    obiettivi dell’insegnamento della religione cattolica rivestono
    un’alta valenza formativa ed educativa in una prospettiva
    interdisciplinare;


    – l’insegnamento
    della religione cattolica presenta una dimensione culturale
    non identificabile con la pratica religiosa e, avvalendosi
    di contenuti innovativi strettamente connessi alla realt
    sociale, risulta parte integrante della complessiva formazione
    scolastica recando un significativo arricchimento per tutti
    gli allievi che se ne avvalgono, indipendentemente dalla loro
    fede religiosa;


    impegna
    il Governo:


    – a garantire
    la specificit dell’insegnamento nel pieno rispetto della
    normativa vigente,


    – ad
    assicurare all’insegnamento della religione cattolica una
    collocazione oraria che, pur nel rispetto dell’esercizio dell’autonomia
    delle singole istituzioni scolastiche, non risulti penalizzante
    per la disciplina;


    – a conservare
    le sessanta ore complessive annue, gi previste nella scuola
    materna, anche nella scuola dell’infanzia, col vincolo di
    non determinare forme di discriminazione;


    – ad
    assegnare due ore settimanali all’insegnamento della religione
    cattolica nel settennio della scuola di base;


    – a far
    s che, nella definizione dello stato giuridico dei docenti
    di religione cattolica, le cattedre di insegnamento siano
    costituite da non pi di 9 classi nella scuola di base e non
    pi di 14 classi nella scuola secondaria, con completamento
    d’orario mediante ore a disposizione per le attivit connesse
    con l’autonomia e il piano dell’offerta formativa".


    In particolare,
    sottolinea che tale proposta di risoluzione si propone il
    duplice scopo di tutelare i posti di lavoro degli insegnanti
    di religione, nonch la dignit della disciplina da essi impartita.
    Manifesta peraltro piena disponibilit ad integrarla al fine
    di assicurare analoga dignit anche all’ora alternativa all’insegnamento
    religioso, tematica da lui non affrontata stante la delimitazione
    dell’affare assegnato al solo insegnamento della religione
    cattolica.




    Il seguito
    dell’esame quindi rinviato.

  • 438_resoconto.htm


    ISTRUZIONE
    (7
    a)




    MARTEDI’ 11 LUGLIO 2000



    438a
    Seduta




    Presidenza del Presidente

    OSSICINI

    indi del Vice Presidente

    BISCARDI





    Intervengono il ministro della pubblica
    istruzione De Mauro e il sottosegretario di Stato per lo
    stesso Dicastero Manzini.




    La seduta inizia alle ore 15,40.





    SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE



    Il senatore BEVILACQUA chiede chiarimenti
    in ordine al prosieguo dell’esame dell’affare assegnato
    relativo all’insegnamento della religione cattolica, che
    non compare all’ordine del giorno della Commissione per
    la settimana in corso. Ricordando che la maggioranza aveva
    chiesto, all’atto della replica conclusiva del relatore
    sull’affare, senatore Brignone, un congruo termine per valutare
    se presentare o meno uno schema alternativo alla bozza di
    risoluzione da questi presentata, sollecita la fissazione
    di un termine preciso per la presentazione di ulteriori
    proposte, nonch una inequivoca calendarizzazione dell’affare.




    Il PRESIDENTE rammenta che il termine per
    la presentazione di schemi alternativi alla proposta di
    risoluzione presentata dal relatore Brignone gi stato
    fissato a gioved prossimo, 13 luglio, alle ore 19. Conseguentemente,
    l’affare assegnato sar iscritto nuovamente all’ordine del
    giorno della Commissione per la settimana successiva.




    PROCEDURE INFORMATIVE



    Seguito del dibattito sulle comunicazioni
    rese, nella seduta del 25 maggio 2000, dal Ministro della
    pubblica istruzione sugli indirizzi generali della politica
    del suo Dicastero




    Riprende il dibattito sulle comunicazioni
    del Ministro della pubblica istruzione, sospeso nella seduta
    del 4 luglio scorso, nel corso della quale – ricorda il
    PRESIDENTE – si era conclusa la discussione generale.




    Omissis

    Per
    quanto riguarda il disegno di legge relativo allo stato
    giuridico degli insegnanti di religione cattolica, su cui
    pure stato sollecitato un pronunciamento, egli osserva
    che si tratta di un provvedimento di cui l’Assemblea del
    Senato ha gi iniziato l’esame e che il Governo seguir
    non tanto sotto il profilo sostanziale quanto sotto quello
    costituzionale, ritenendo pienamente legittimo che il Parlamento
    intenda eliminare la condizione di precariato in cui si
    trovano i docenti di religione, a condizione che siano rispettate
    le norme concordatarie e pattizie e sia assicurato un elevato
    livello formativo degli insegnanti.



    Omissis




    Il seguito dell’esame quindi rinviato.



    La seduta termina alle ore 16,30.









  • 889_resoconto.htm

    SENATO DELLA REPUBBLICA

    —— XIII LEGISLATURA ——



    889a
    SEDUTA PUBBLICA


    RESOCONTO


    SOMMARIO E STENOGRAFICO


    MERCOLED 19 LUGLIO 2000


    (Antimeridiana)


    _________________


    Presidenza della vice presidente SALVATO,


    indi del presidente MANCINO


    RESOCONTO SOMMARIO


    Omissis


    Seguito della discussione dei disegni
    di legge:


    (662)
    SPECCHIA ed altri. – Norme in materia di stato
    giuridico degli insegnanti della religione cattolica


    (703)
    MONTICONE e CASTELLANI Pierluigi. – Norme in
    materia di stato giuridico degli insegnanti della religione
    cattolica


    (1411)
    MINARDO ed altri. – Nuova disciplina sullo stato
    giuridico e sul reclutamento dei docenti di religione cattolica


    (1376)
    FUMAGALLI CARULLI ed altri. – Norme sullo stato
    giuridico e sul reclutamento dei docenti di religione cattolica


    (2965)
    COSTA. – Norme in materia di stato giuridico
    degli insegnanti di religione


    e della petizione n. 447


     


    PRESIDENTE. Ricorda
    che nella
    seduta pomeridiana
    di ieri
    ha avuto
    inizio la
    discussione generale.


     


    MASULLO
    (DS). Posto che
    la difesa
    dei diritti
    degli insegnanti
    di religione
    non pu essere
    invocata dagli esponenti della destra,
    che in
    materia di
    lavoro abitualmente
    esalta il principio
    del precariato
    generalizzato,
    il problema dello
    status di
    questi docenti
    assume particolare
    rilevanza in
    quanto
    oggetto degli
    accordi tra
    due entit
    statuali, una
    delle quali,
    per, lo
    Stato italiano,
    finisce per attribuirsi
    unilateralmente oneri
    e limitazioni
    di poteri che
    vanno ben
    oltre quanto
    stipulato in
    sede diplomatica.
    Peraltro, appare
    chiaro come
    attraverso la
    regolamentazione dello
    stato giuridico
    dei docenti
    il valore
    dell’insegnamento della
    religione cattolica
    ne esca obiettivamente
    rafforzato, nonostante
    sia squisitamente
    dottrinario-dogmatico e come
    tale non
    compatibile con
    l
    e funzioni di
    istruzione e soprattutto di formazione che
    uno
    Stato moderno,
    democratico e
    liberale attribuisce
    alla scuola.
    Esprime pertanto
    personali perplessit
    sul disegno
    di legge,
    che costituisce
    un grave
    rischio per
    la laicit dell’insegnamento e
    per la
    stessa spiritualit
    religiosa, che
    trova la sua
    pi compiuta espressione
    a livello
    individuale e
    non
    nelle forme istituzionali.
    (Applausi dai Gruppi DS, Misto-Com e Misto-DU e dei senatori
    Monticone e Russo Spena. Molte congratulazioni
    ).


    GUBERT
    (Misto-Centro). Nonostante che
    la
    concezione laica
    dello Stato,
    inteso come istituzione
    sussidiaria degli
    interessi diffusi
    della collettivit,
    renda facoltativo l’insegnamento
    della religione
    cattolica, la
    maggioranza degli
    italiani continua
    a riconoscerne
    l’importanza culturale
    e quindi
    la piena
    legittimit ai
    fini
    educativi; tale insegnamento andrebbe semmai
    valorizzato, non
    in funzione di
    proselitismo, ma
    come strumento
    capace di
    fornire gli
    elementi essenziali
    per comprendere
    i fondamenti
    della civilt
    occidentale. Il
    disegno di
    legge rende
    giustizia a
    questa categoria
    di educatori,
    le cui
    capacit di
    rappresentare correttamente
    i contenuti
    dell’insegnamento religioso
    non possono
    che essere
    verificate dall’autorit
    religiosa. L‘ordine
    del giorno
    n. 100, infine,
    riguarda lo speciale
    stato giuridico
    degli insegnanti
    di religione
    delle zone
    di confine.


    CAMBER
    (FI). I toni
    anticlericali, riecheggiati
    anche nella discussione in Assemblea,
    non giustificano
    la possibilit
    di non
    rispettare i
    patti stipulati
    dallo Stato
    italiano. Il
    provvedimento prevede
    norme di
    giusta protezione giuridica verso
    gli insegnanti
    di religione e di tutela dei diritti
    della stragrande
    maggioranza
    delle famiglie
    italiane che
    ha optato
    per l’insegnamento
    della religione
    cattolica. I
    titoli di
    studio in
    possesso degli
    attuali insegnanti
    sono del tutto
    idonei, mentre
    l’istituto della revoca
    da parte della
    competente autorit
    ecclesiastica risponde
    al principio di laicit
    dello Stato,
    che deve giustamente rimanere
    estraneo
    a qualunque
    valutazione in
    materia. (Applausi dal Gruppo
    FI e del senatore Gubert
    ).


    LORENZI
    (Misto-APE). Va riconosciuto
    il carattere
    culturale e
    non dogmatico,
    nonch il valore educativo dell’insegnamento
    della religione
    cattolica, peraltro
    recentemente offesa
    dallo svolgimento
    a Roma
    della manifestazione
    denominata "Gay
    Pride". Analogamente, deve
    essere riconosciuta la professionalit di tali insegnanti,
    mentre il
    principio della
    sospensione abilitativa
    potrebbe essere
    esteso anche
    ad altre
    discipline di
    insegnamento.


    PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione
    generale.


     


    BRIGNONE
    , relatore . Rifacendosi in premessa ai contenuti
    della relazione predisposta sull’affare assegnato in materia
    di insegnamento della religione cattolica alla 7 Commissione
    permanente, fa presente che l’insegnamento della
    religione, nella
    propria caratteristica
    educativa e
    pluridisciplinare
    , rientra
    tra le
    finalit educative
    della scuola,
    anche se finora esso
    non ha potuto
    sviluppare appieno le
    proprie potenzialit
    sotto il profilo culturale.


    Presidenza del presidente MANCINO


    (Segue BRIGNONE). Il
    provvedimento non
    mette in
    discussione il
    principio della
    laicit dello
    Stato. D’altronde,
    su tale
    tema, la Corte
    costituzionale ha
    emesso sentenze di divergente orientamento;
    in realt,
    le obiezioni
    avanzate da
    alcuni esponenti
    della sinistra
    risentono di alcune convinzioni
    pregiudiziali, laddove in
    molti Paesi,
    ora anche dell’Europa orientale,
    garantito
    uno spazio
    all’insegnamento religioso.
    Circa le
    obiezioni sui
    costi del provvedimento,
    la relativa
    copertura
    definibile con
    precisione sulla
    base
    dei dati
    forniti dal
    Ministero della
    pubblica istruzione;
    peraltro,
    anche vero
    che nel
    mondo della
    scuola l’immissione
    in ruolo
    del personale docente non
    ha sempre
    seguito percorsi
    cristallini, ma ora, secondo
    lo schema
    proposto, lo
    Stato ha
    la possibilit
    di essere
    coinvolto nelle
    fasi di
    accertamento della
    qualificazione professionale
    e del
    reclutamento. Il tema all’ordine
    del giorno
    non riguarda
    tanto una
    scelta di
    coscienza, ma
    la necessit
    di corrispondere
    ad una finalit
    della scuola,
    garantita anche
    dalla previsione
    di una
    procedura concorsuale
    a regime; appare
    invece infondata
    la paura
    circa una
    diminutio delle
    prerogative dello
    Stato. Nella
    prossima definizione
    dei curricula scolastici
    andr affrontato
    sicuramente il
    problema dello
    spazio da
    assegnare all’insegnamento
    religioso, cos come sar forse
    opportuno approfondire le modalit di organizzazione dell’ora
    alternativa a
    tale insegnamento. (Applausi
    dai Gruppi LFNP, PPI, FI, UDEUR, CCD e AN e dei senatori
    Lorenzi, Gubert, Ossicini e Crescenzio. Congratulazioni
    ).


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Esprime apprezzamento per la
    prossima conclusione dell’esame del provvedimento; il confronto
    di posizioni culturali diverse ha consentito ugualmente
    di predisporre un impianto volto a superare la situazione
    di precariato degli insegnanti
    di religione cattolica, secondo il dettato dell’Intesa del
    1985.


    PRESIDENTE
    . D lettura dei pareri espressi dalla 5a Commissione permanente
    sul testo del disegno di legge in esame e sugli emendamenti
    ad esso riferiti. (v. Resoconto stenografico).


    Passa quindi all’esame dell’articolo 1,
    nel testo unificato proposto dalla Commissione, e degli
    emendamenti ad esso riferiti, ricordando che
    sugli emendamenti 1.2,
    1.6, 1.7 e 1.8
    la 5a Commissione
    permanente ha
    espresso parere
    contrario ai
    sensi
    dell’articolo 81
    della Costituzione.


    BISCARDI (DS). Ritira l’1.3.


    PRESIDENTE. I rimanenti emendamenti si
    intendono illustrati.


    BRIGNONE, relatore. Esprime parere
    favorevole sull’1.1000 e parere contrario su tutti gli altri
    emendamenti.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Concorda con il parere espresso
    dal relatore.


    Con distinte votazioni, il Senato respinge
    l’1.1, l’1.1000/1 e l’1.1000/2.


    MARRI (AN). Il Gruppo AN voter
    contro l’1.1000, in quanto non compare il riferimento alle
    norme pattizie, e chiede la votazione nominale elettronica.


    ASCIUTTI (FI). Poich non chiaro
    il motivo per cui non si richiamano le norme del Concordato
    e dell’Intesa, dichiara il voto contrario sull’emendamento.


    DANZI (CCD). I senatori del suo
    Gruppo voteranno contro l’emendamento, essendo favorevoli
    al disegno di legge nel testo elaborato dalla Commissione.


    PAGANO (DS).
    L’
    1.1000 riformula il
    testo dell’
    1.3, che stato appunto
    ritirato
    , alla luce della
    recente riforma dei
    cicli scolastici. Inoltre,
    si ritenuto superfluo il richiamo
    alle
    norme concordatarie
    considerato che il disegno
    di legge
    nel suo insieme tende alla loro
    applicazione.


    BERGONZI (Misto-Com). Dichiara il
    voto favorevole dei senatori Comunisti
    sull’1.1000
    , pur ribadendo
    la contrariet
    al disegno di legge.


    BRIGNONE, relatore. Poich
    l’1.1000
    teso ad armonizzare l’istituzione dei
    ruoli provinciali
    con la riforma dei cicli scolastici,
    non ritiene necessario il riferimento alle norme pattizie.


    MONTICONE (PPI).
    Dichiara
    il voto favorevole
    all’1.1000, considerando
    positivamente il riferimento
    alla costituenda
    scuola di
    base per l’immissione in ruolo
    degli insegnanti di religione
    della scuola
    media.


    Con
    votazione nominale
    elettronica, il
    Senato approva
    l’emendamento 1.1000,
    interamente sostitutivo dell’articolo 1. Risultano
    pertanto preclusi
    i restanti
    emendamenti.


    Saluto ad
    una delegazione della
    Camera dei
    consiglieri del
    Regno del Marocco


    PRESIDENTE. Rivolge
    il saluto del Senato alla delegazione
    della Camera dei consiglieri del Regno
    del Marocco,
    presente in tribuna.
    (Generali applausi).


    Ripresa della
    discussione dei
    disegni


    di legge nn.
    662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della
    petizione n. 447


    PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo
    2 e degli emendamenti ad esso riferiti, ricordando
    che
    sugli emendamenti
    2.1, 2.2, 2.3, 2.1000/1, 2.1000/2, 2.4, 2.6, 2.7, 2.8, 2.10,
    2.11, 2.12, 2.13 e 2.14
    la 5a Commissione
    permanente ha espresso parere contrario
    ai sensi dell’articolo 81
    della Costituzione.


    BISCARDI (DS). Sottoscrive
    e illustra
    il 2.1000, soffermandosi
    sulla previsione della dotazione organica nella misura del
    60 per cento.


    PRESIDENTE. I rimanenti emendamenti si
    intendono illustrati.


    BRIGNONE, relatore. Propone ai presentatori
    del 2.1000
    di fare riferimento alla misura
    dei due
    terzi anzich del 60 per cento.


    PAGANO (DS). Non accoglie la modifica.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Esprime
    parere favorevole
    sul 2.1000 e parere contrario
    sui rimanenti.


    PRESIDENTE. Gli emendamenti 2.1, 2.2, 2.3,
    2.1000/1 e 2.1000/2 sono improcedibili.


    Il Senato,
    con votazione
    nominale elettronica,
    chiesta dal
    senatore ASCIUTTI
    (FI), respinge l’emendamento 2.1000/3.


    BRIGNONE, relatore.
    Poich la
    proposta di
    modifica non
    stata accolta,
    esprime parere
    contrario sul
    2.1000.


    MARRI (AN). Dichiara
    il voto
    contrario.


    BERGONZI (Misto-Com).
    I senatori
    comunisti voteranno
    a favore.


    DANZI (CCD). Dichiara
    il voto
    contrario.


    Con votazione nominale
    elettronica, chiesta
    dalla senatore
    ASCIUTTI (FI),
    il Senato approva
    l’emendamento 2.1000, interamente sostitutivo
    dell’articolo 2.
    Risultano pertanto
    preclusi i
    restanti emendamenti.


    PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo
    3 e degli emendamenti ad esso riferiti.


    BISCARDI (DS).
    Ritira il
    3
    .5 e il
    3
    .8.


    MONTICONE (PPI). Ritira
    il 3.6, il 3.10 e il 3.12.


    PRESIDENTE. I rimanenti emendamenti si
    intendono illustrati.


    BRIGNONE, relatore.
    Esprime parere
    contrario sugli
    emendamenti 3.1, 3.2, 3.3, 3.4,
    3.1000/1, 3.1000/2, 3.1000/3 e 3.1000/4. Si
    rimette al
    Governo sull’emendamento
    3.1000.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . E’
    favorevole al
    3.1000 e contrario agli altri emendamenti.


    Il Senato
    respinge l’emendamento 3.1, quindi
    gli identici 3.2 e 3.3. Sono respinti
    anche gli emendamenti
    3.4, 3.1000/1,
    3.1000/2 e
    3.1000/3.


    BERGONZI (Misto-Com). Dichiara
    voto favorevole
    all’emendamento 3.1000/4,
    tendente a
    sopprimere il
    comma 3,
    che introduce
    una forzatura
    rispetto agli
    accordi con
    la
    Santa Sede
    in materia
    di riconoscimento
    dell’idoneit.


    Il Senato
    respinge l’emendamento
    3.1000/4. Con
    votazione
    nominale elettronica,
    chiesta dal
    senatore ASCIUTTI
    (FI), il Senato
    approva l’emendamento
    3.1000, interamente
    sostitutivo dell’articolo 3.
    Risultano
    pertanto preclusi
    i restanti emendamenti.


    PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo
    4 e degli emendamenti ad esso riferiti, ricordando che sul
    4.10 e sul 4.11 la 5a Commissione permanente ha espresso
    parere contrario ex articolo 81 della Costituzione.


    ASCIUTTI (FI). Illustra
    l’emendamento 4.1000/4.


    BISCARDI (DS). Ritira
    gli emendamenti
    4.6 e
    4.8.


    MONTICONE (PPI). Ritira
    l’emendamento 4.9.


    PRESIDENTE. I
    restanti emendamenti
    si intendono
    illustrati.


    BRIGNONE, relatore. Propone
    una modifica
    dell’emendamento 4.1000
    (Testo corretto),
    tendente
    a portare
    a quattro
    gli anni di effettivo
    insegnamento dall’assunzione in
    ruolo necessari per
    l’applicazione della mobilit
    professionale verso
    altro insegnamento,
    ritenendo la
    previsione di
    cinque anni
    troppo penalizzante
    e quella
    di due
    anni, contemplata
    in altri emendamenti,
    tale da
    non garantire
    sufficiente continuit
    didattica. Qualora i
    proponenti non accogliessero questa
    proposta pi equilibrata, il parere sarebbe contrario.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Esprime parere favorevole al
    4.1000 (Testo corretto) e
    contrario a tutti gli altri.


    Il Senato respinge
    gli identici
    4.1 e
    4.2 e
    successivamente gli emendamenti
    4.4, 4.3
    e 4.5.
    Vengono quindi
    respinti gli
    emendamenti 4.1000/1
    e 4.1000/2,
    tra loro identici,
    nonch il
    4.1000/3 ed
    il 4.1000/4, anch’essi identici.


    PAGANO (DS). Non accoglie la proposta
    di modifica avanzata dal relatore.


    TABLADINI (LFNP). Chiede
    la votazione
    nominale elettronica
    dell’emendamento interamente sostitutivo
    dell’articolo.


    ASCIUTTI (FI). Dichiara
    il voto
    contrario del
    Gruppo al
    4.1000 (Testo
    corretto).
    Dopo aver contrastato
    il disegno di
    legge in
    Commissione, la
    sinistra ha
    proposto in
    Aula emendamenti
    peggiorativi,
    accolti dai
    Gruppi PPI e UDEUR per
    salvare la
    maggioranza, ed
    ora non
    accetta neppure
    la ragionevole
    proposta del
    relatore.


    CASTELLANI Pierluigi (PPI). Dichiara
    il voto favorevole dei Popolari
    all’emendamento, che contiene una
    condivisibile previsione di continuit
    didattica. (Applausi dal Gruppo
    PPI
    ).


    PIREDDA (CCD). Dichiara
    il voto
    contrario del
    CCD. (Applausi dal Gruppo CCD).


    PERUZZOTTI (LFNP). Il
    centro-sinistra sta
    tentando di
    affossare il
    provvedimento, facendogli
    fare
    la stessa fine
    ingloriosa del
    disegno di
    legge sulla
    procreazione medicalmente
    assistita. (Applausi dai Gruppi
    LFNP, FI e CCD. Congratulazioni
    ).


    NAPOLI Roberto (UDEUR). Dichiara
    voto favorevole
    sul nuovo testo
    dell’articolo 4.
    Dopo 16
    anni di
    rinvii, finalmente
    l’attuale maggioranza
    si ritrovata
    unita su un testo di
    grande equilibrio,
    che tiene
    conto delle
    diverse posizioni.
    (Applausi dai Gruppi UDEUR, PPI e DS. Congratulazioni.
    Commenti dai Gruppi LFNP, FI, CCD e AN
    ).


    MARRI (AN). A danno degli insegnanti
    di religione, il testo approvato
    in Commissione
    viene stravolto
    dalla sinistra
    con la complicit dei Popolari
    e dell’UDEUR,
    unicamente allo
    scopo
    di ricompattare
    una maggioranza
    sgretolata. (Applausi dai Gruppi
    AN e FI
    ).


    Con votazione
    nominale elettronica,
    il Senato
    approva l’emendamento
    4.1000 (Testo
    corretto), interamente sostitutivo
    dell’articolo 4. Risultano pertanto
    preclusi i
    restanti emendamenti.


    PRESIDENTE. Passa all’esame dell’articolo
    5 e degli emendamenti ad esso riferiti, che si intendono
    illustrati, ricordando che sugli emendamenti 5.4, 5.5, 5.15
    (Testo corretto), 5.16 (Testo corretto), 5.17, 5.0.1 e 5.0.1000
    la 5a Commissione permanente ha espresso parere contrario
    ex articolo 81 della Costituzione.


    BRIGNONE, relatore. L’articolo 5
    reca norme transitorie di particolare
    delicatezza e l’emendamento
    5.1000 contiene riferimenti normativi
    che debbono essere approfonditi,
    in particolare
    per evitare
    la penalizzazione degli
    insegnanti di
    scuola media
    superiore. Per
    tale motivo
    chiede una
    breve sospensione
    dei lavori.
    (Applausi dai Gruppi LFNP e FI).


    PAGANO (DS). Si
    dichiara disponibile ad una riformulazione
    che eviti quanto paventato dal
    relatore.


    CASTELLI (LFNP). Dalle parole
    del relatore
    si desume
    che egli
    non ha avuto
    sufficiente tempo
    per approfondire il
    contenuto degli
    emendamenti. La
    Presidenza, che in diverse occasioni non ha consentito
    la
    presentazione in
    Aula di emendamenti
    del Gruppo LFNP per scadenza dei
    termini, ha evidentemente usato un diverso metro di giudizio
    rispetto agli emendamenti della maggioranza.


    PRESIDENTE. Gli
    emendamenti in questione sono stati
    ammessi alle 18,30
    di ieri ed a partire da
    quell‘ora sono
    stati
    fissati i
    termini per
    la presentazione
    di eventuali
    subemendamenti.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Il
    Governo favorevole all’emendamento
    5.1000, ma
    condivide la necessit di esplicitare
    il riferimento all’articolo 53
    della legge
    n. 312
    del 1980.


    ASCIUTTI (FI). Si
    dichiara favorevole
    alla proposta
    di sospensione,
    se porta a modificare l’emendamento
    5.1000 nel
    senso indicato
    dal relatore.


    SPECCHIA (AN). La
    questione sollevata
    dal senatore
    Castelli
    molto delicata
    poich la
    Presidenza ha
    ritenuto di
    ammettere emendamenti
    della maggioranza
    nonostante fossero
    scaduti i
    termini di
    presentazione. La Presidenza
    dovr assicurare
    questa facolt
    a tutti
    i senatori,
    per garantire
    pari opportunit
    nell’esercizio del
    mandato parlamentare.
    (Applausi dal Gruppo AN).


    PRESIDENTE. Nel
    corso della
    legislatura la Presidenza
    ha sempre consentito
    la presentazione
    di emendamenti
    fuori termine quando,
    come nel
    caso in
    questione, erano
    finalizzati ad
    una
    migliore comprensione
    del testo
    o all’acquisizione
    di pi
    larghi consensi.
    (Applausi dai Gruppi PPI, DS, UDEUR e del senatore Vertone
    Grimaldi
    ). Accogliendo la proposta
    del senatore Brignone, sospende
    brevemente la seduta.


    La seduta, sospesa alle ore 12,25,
    ripresa alle ore
    12,36.


    PRESIDENTE. Riprende i lavori.


    BRIGNONE, relatore. Propone una
    modifica dell’emendamento 5.1000 (v. Allegato A),
    chiedendone la votazione per parti
    separate.


    PAGANO (DS). Accoglie
    la riformulazione
    dell’emendamento proposta
    dal
    relatore.


    Il Senato
    respinge gli
    identici 5.1,
    5.2 e
    5.3, nonch
    il 5.1000/1,
    il 5.1000/2
    ed il 5.1000/3.


    ASCIUTTI (FI). Dichiara
    voto favorevole
    sugli identici
    5.1000/4 e
    5.1000/5, chiedendone
    la votazione
    nominale elettronica.


    Con votazione
    nominale elettronica,
    il Senato
    respinge gli
    identici 5.1000/4
    e 5.1000/5.
    Sono quindi respinti il 5.1000/6, gli identici 5.1000/7
    e 5.1000/8 e il 5.1000/9
    .


    PRESIDENTE. Poich
    non si fanno
    osservazioni, si
    proceder alla votazione
    per commi
    del 5.1000.
    Passa alla
    votazione del
    comma 1,
    nel nuovo
    testo
    .


    ASCIUTTI (FI).
    Forza Italia
    voter a
    favore.


    Il Senato approva il comma 1, nel nuovo
    testo, del 5.1000
    .


    PRESIDENTE. Passa
    alla votazione
    del comma
    2.


    BRIGNONE, relatore.
    contrario.


    ASCIUTTI (FI).
    Dichiara il
    voto contrario e
    chiede la
    votazione mediante
    procedimento elettronico.


    CASTELLI (LFNP).
    La maggioranza
    avrebbe dovuto
    decidere preventivamente
    la propria
    linea politica,
    mentre ora
    si rischia
    di stravolgere
    il lavoro
    svolto in Commissione.
    (Applausi dal Gruppo LFNP).


    BOSI (CCD).
    Le forzature
    che si
    stanno operando
    sul testo
    rendono difficile
    persino il ruolo
    del relatore.
    Il CCD
    voter contro.


    BRIGNONE, relatore.
    Il tema
    del diploma di laurea presenta
    aspetti complessi,
    in quanto
    occorrer operare
    una verifica
    sul numero
    di laureati
    presenti fra
    gli insegnanti
    attuali, tenendo
    anche conto
    della necessit
    primaria di
    dare dignit
    alla professione
    e di tutelare
    le posizioni
    esistenti. Si rimette pertanto
    all’Assemblea.


    GAMBALE, sottosegretario
    di Stato per la pubblica istruzione
    .
    Conferma
    il parere
    favorevole del
    Governo sull’intero emendamento,
    assicurando comunque
    che non si
    prevede alcuna
    perdita di
    posti di
    lavoro. Il
    diploma di
    laurea serve
    a garantire
    pari dignit
    agli insegnanti
    di religione.


    Il Senato, con votazione nominale elettronica,
    approva il comma 2 dell’emendamento 5.1000.
    Sono poi
    separatamente approvati
    i commi
    3 e 4
    .


    PRESIDENTE. Passa
    alla votazione
    del 5.1000
    (Nuovo testo) nel suo complesso.


    NOVI (FI). Chiede la verifica del
    numero legale.


    PRESIDENTE. Invita
    il senatore
    Novi a
    limitare tali
    richieste a
    situazioni che
    realmente le
    rendono opportune.
    (Applausi dai Gruppi PPI, DS,
    Misto-Com e UDEUR.
    Commenti del senatore Novi. Scambi
    di battute in Aula
    ). Dispone comunque
    la verifica e avverte che il Senato in numero legale.


    Il Senato approva il
    5.1000 (Nuovo testo), interamente sostitutivo dell’articolo

    5; di
    conseguenza risultano
    preclusi i
    rimanenti emendamenti
    .


    GAMBALE, sottosegretario
    di Stato per la pubblica istruzione
    .
    Segnala una
    correzione da
    apportare al
    comma 3.
    (v. Resoconto stenografico).


    PRESIDENTE. Passa
    all’esame dell’ordine
    del giorno
    n. 100 (Testo corretto).


    BRIGNONE, relatore.
    Ritenendo forse
    pi opportuno
    fare riferimento
    alle "province"
    piuttosto che
    alle "regioni
    di confine", favorevole
    all’ordine del
    giorno.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Il
    Governo lo accoglie.


    ANDREOLLI (PPI).
    Lo sottoscrive.


    ASCIUTTI (FI).
    Aggiunge la
    propria firma.


    BOSI (CCD). Anch’egli
    sottoscrive l’ordine
    del giorno.


    PRESIDENTE. L’ordine del giorno n. 100
    (Testo corretto),
    accolto dal Governo, non viene posto in votazione.


    PRESIDENTE. Passa
    all’esame degli
    emendamenti volti ad inserire articoli aggiuntivi dopo
    l’articolo 5.


    PAGANO (DS). Ritira il 5.0.1000.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Il
    Governo favorevole
    al 5.0.1 (Nuovo
    testo).


    ASCIUTTI (FI).
    Chiede la
    verifica del numero legale.


    PRESIDENTE. Dispone la verifica. Avverte
    quindi che il Senato non in numero legale e, apprezzate
    le circostanze, rinvia il seguito della discussione ad altra
    seduta.


     


    Per lo svolgimento di un’interrogazione


    Omissis


    PRESIDENTE. Toglie la seduta.


     


    La seduta termina alle ore 13,07.


     


     



    RESOCONTO STENOGRAFICO


     



    Presidenza della vice presidente SALVATO


    PRESIDENTE
    . La seduta aperta (ore 9,31).


    Si dia lettura del processo verbale.


    SCOPELLITI, segretario, d lettura del
    processo verbale della seduta antimeridiana del giorno precedente.


    Sul processo verbale


    ROTELLI
    . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    *ROTELLI. Signora Presidente, interverr
    brevemente. So di essere fuori tempo perch avrei dovuto
    fare la mia osservazione nella seduta di ieri sera. Tuttavia
    il fatto mi pare di una certa importanza. Per questo motivo,
    ringraziandola, faccio ora la mia osservazione.


    Mi riferisco alla circostanza che chi dei
    senatori o dei cittadini italiani venerd mattina avesse
    voluto prendere visione del resoconto del dibattito sul
    Consiglio europeo (dibattito che si era svolto il pomeriggio
    precedente) non avrebbe potuto farlo perch sul sito Internet
    del Senato era scomparso. N era stato distribuito ai senatori
    che il resoconto lo ricevono, com’ noto, il giorno successivo.


    successo – ritengo nella mattinata di
    venerd scorso – che il senatore Scalfaro abbia voluto correggere
    il suo intervento e a tal fine abbia chiesto (oppure ottenuto
    senza chiedere) la sospensione della distribuzione del testo
    e del servizio su Internet. Tanto che io, come altri,
    sono in possesso di due copie del resoconto dell’885a
    seduta: la prima puramente e semplicemente com’era
    in origine, la seconda – 885a seduta sottolineata
    – nella quale l’intervento del senatore Scalfaro corredato
    del consueto asterisco che viene apposto quando l’autore,
    ossia il senatore, effettua la correzione del suo intervento.


    La questione non marginale, primo perch
    i cittadini, tanto pi su un argomento di tale importanza,
    venerd mattina avevano il diritto di sapere e leggere quale
    era stato il dibattito; in secondo luogo, per una domanda
    che, signora Presidente, non rivolgo a lei, ma comunque
    pongo ai colleghi e alla pubblica opinione: quanto costato
    al Senato ristampare il testo del resoconto della seduta
    di gioved pomeriggio? Infatti, ci avvenuto: stato
    ritirato, successivamente ristampato, quindi posto in distribuzione.


    Se un senatore qualsiasi, come il sottoscritto,
    avesse chiesto la stessa cosa, non gli sarebbe stata concessa.
    Pur riconoscendo che il Servizio dei Resoconti dell’Assemblea,
    per quanto mi riguarda, eccellente, se mi presento presso
    i suoi uffici due ore dopo il mio intervento, mi viene fatto
    osservare che non sono pi in tempo per apportare correzioni.


    Quindi invoco anche una parit di trattamento
    tra tutti i senatori. Proporrei di evitare che vi fossero
    dei senatori pi "uguali" degli altri, i quali
    abbiano dei diritti che ad altri non siano consentiti.


    La ringrazio molto, signora Presidente,
    per avermi consentito di fare questo intervento.


    PRESIDENTE
    . Senatore Rotelli, in realt il suo intervento non era
    sul processo verbale. Quindi, non essendovi osservazioni
    in merito, il processo verbale approvato.


    Senatore Rotelli, con il suo intervento
    lei ha sollevato una questione che anch’io giudico importante.
    Chieder agli uffici di fare un accertamento per capire
    come si svolta la vicenda. Vorrei soltanto ricordare a
    me stessa e a tutti quanti noi che il rispetto delle regole
    la misura che deve essere messa in atto sempre e comunque
    per chiunque.


    Congedi e missioni


    PRESIDENTE
    . Sono in congedo i senatori: Agnelli, Barbieri, Bertoni,
    Bo, Bobbio, Boco, Borroni, Cecchi Gori, Cossiga, De Martino
    Francesco, De Martino Guido, Fumagalli Carulli, Fusillo,
    Lauria Michele, Lavagnini, Leone, Manconi, Passigli, Pieroni,
    Piloni, Rocchi, Semenzato, Staniscia, Taviani.


    Sono assenti per incarico avuto dal Senato
    i senatori: Diana Lino e Turini, per attivit dell’Assemblea
    dell’Unione dell’Europa Occidentale (UEO); Manzella, per
    partecipare alla riunione della Convenzione incaricata di
    elaborare un progetto di Carta dei diritti fondamentali
    dell’Unione europea; Di Orio e Monteleone, per attivit
    della Commissione d’inchiesta sul sistema sanitario; Calvi,
    Diana Lorenzo, Figurelli e Russo Spena, per partecipare
    alla commemorazione del magistrato Borsellino e degli uomini
    della sua scorta; Greco, Lombardi Satriani, Marini e Mungari,
    per attivit della Commissione d’inchiesta sul fenomeno
    della mafia e delle altre associazioni criminali similari.


    Omissis


    Seguito della discussione dei disegni
    di legge:


    (662)
    SPECCHIA ed altri. – Norme in materia di stato
    giuridico degli insegnanti della religione cattolica


    (703)
    MONTICONE e CASTELLANI Pierluigi. – Norme in
    materia di stato giuridico degli insegnanti della religione
    cattolica


    (1411)
    MINARDO ed altri. – Nuova disciplina sullo stato
    giuridico e sul reclutamento dei docenti di religione cattolica


    (1376)
    FUMAGALLI CARULLI ed altri. – Norme sullo stato
    giuridico e sul reclutamento dei docenti di religione cattolica


    (2965)
    COSTA. – Norme in materia di stato giuridico
    degli insegnanti di religione

    e della petizione n. 447


    PRESIDENTE
    . L’ordine del giorno reca il seguito della discussione
    dei disegni di legge nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della
    petizione n. 447.


    Ricordo che nel corso della seduta pomeridiana
    di ieri ha avuto inizio la discussione generale.


    ora iscritto a parlare il senatore Masullo.
    Ne ha facolt.


    * MASULLO
    . Signora Presidente, onorevoli colleghi, nota a tutti
    la favola di Fedro "il lupo e l’agnello". Credo
    che mai sia stata formulata una migliore definizione paradigmatica
    del dialogo, bench espressa in forma negativa. Nella favola,
    come si sa, il lupo esercita l’arroganza ricorrendo alla
    menzogna e parlando ad alta voce, pi che all’agnello agli
    eventuali spettatori. Quindi, l’arroganza esige la menzogna
    e la propaganda. Non questo il dialogo, che precisamente
    la negazione di tutto ci: il dialogo avviene tra soggetti
    pari, che siano tali intenzionalmente.


    Desidero esercitare la funzione del dialogo,
    poich molti di coloro ai quali mi rivolgo in termini oppositivi
    sono miei amici e credo che il fondamento della democrazia
    sia nel fatto che discutere non vuol dire guerreggiare tra
    nemici, ma piuttosto cercare, tra amici, di mettere meglio
    in chiaro le proprie posizioni, dire la verit.


    Se mi permesso, tra questi amici di cui
    ho stima altissima vorrei annoverare il senatore Monticone,
    di cui ho ascoltato ieri sera un intervento molto pregevole.
    Infine, vorrei osservare che il dialogo non mai tra istituzioni,
    partiti e soggetti collettivi, ma si svolge sempre tra persone
    e soltanto le persone sono in grado di assumersene la responsabilit.


    Quanto al problema dello status
    degli insegnanti di religione, oggetto del disegno di legge
    di cui oggi stiamo discutendo, l’unica contestazione che
    muovo ai colleghi del centro-destra, e in generale ai portatori
    di ideali di destra, che la difesa dei lavoratori non
    pu essere invocata da quella parte, considerato che, soprattutto
    oggi, l’ideologia imperversante – purtroppo non solo nella
    destra ufficiale o nel centro-destra.


    PONTONE. Anche nella sinistra!


    MASULLO. .ma qualche volta anche tra di
    noi – l’ideologia dell’economia di mercato, della flessibilit,
    della licenziabilit, del lavoro a tempo determinato. Viviamo
    insomma in un’epoca in cui viene esaltato il principio del
    precariato generalizzato, e dico questo soltanto per sottolineare
    il fatto che il problema di fronte al quale ci troviamo
    questione della cui cura nessuno pu vantarsi di essere
    il sostenitore esclusivo o coerente.


    Ci che mi preoccupa – ed questo l’aspetto
    su cui vorrei intessere il dialogo con gli amici avversari
    (nel senso che sostengono una posizione avversa alla mia)
    – non tanto la questione costituzionale, che pure stata
    ventilata ieri in quest’Aula, o meglio, non tanto la questione
    costituzionale nell’accezione giuridico-formale, ma piuttosto
    la questione costituzionale in un’accezione storico-sostanziale.


    In fondo, la modernit nella quale, nonostante
    tutto, ci troviamo rispetto a ci che l’ha preceduta nacque
    con l’emancipazione dello Stato che, non per nulla, assume
    il nome "Stato", abbreviativo di status civitatis,
    designando lo stato della cittadinanza contrapposto alla
    condizione selvaggia.


    La modernit nasce con l’emancipazione
    dello Stato da ogni autorit, principio o forza che non
    siano umani; alla fine, l’umanit dello Stato, da Hobbes
    a Rousseau, con un percorso rapido ma assai intenso, giunge
    a maturare come democrazia, la quale democrazia significa
    sostanzialmente, tralasciando tutte le forme e le versioni
    particolari, che il popolo come collettivit autonomo,
    d legge a s medesimo, la legge, la rispetta esso per
    primo, e dunque sovrano.


    Ora, uno Stato popolare e sovrano pu liberamente
    impegnarsi con altri soggetti, ma non pu dipendere da altri,
    pena la lesione della sua sovranit.


    Nel caso di cui stiamo discutendo, pur
    essendo io preoccupato del destino di questi lavoratori,
    gli insegnanti di religione, alcuni dei quali sono anche
    miei amici (e di questo – non essendo certamente io anticlericale
    – ho discusso perfino con qualche vescovo), vi un punto
    che tormenta molti di noi: la preoccupazione che in questo
    caso lo Stato finisca unilateralmente per accollarsi oneri
    e rinunce a poteri, ben oltre il patto stabilito con l’altro
    contraente che, nel caso, la Chiesa cattolica.


    La domanda che ci si pone se lo Stato,
    come espressione dell’autonomia del popolo, che si d le
    regole, e che rispetta le regole esso per primo, possa contravvenire
    a questo principio fondamentale della sua coerenza con la
    volont popolare che lo costituisce autonomo e quindi sovrano.


    Il senatore Monticone – che come ho detto
    prima il mio interlocutore privilegiato in questo dialogo
    ideale – diceva, nel suo pregevole intervento, che stiamo
    trattando non dell’insegnamento della religione ma dello
    status degli insegnanti di religione. Questo, alla
    lettera, vero; per neanche si pu negare che, discutendosi
    dello status degli insegnanti di religione, venga
    in gioco e sia oggetto delle nostre decisioni anche il valore
    dell’insegnamento della religione. Tale valore senza dubbio,
    da questo provvedimento non pu che uscire rinforzato.
    questa la riflessione di fondo che io, dal mio punto di
    vista, non posso non fare.


    Certamente l’insegnamento della religione
    cattolica non , nella sua origine, legato alla vita istituzionale
    della religione, bens alla vita spirituale di essa. Insegnare,
    da un punto di vista spirituale, significa comunicare ad
    altri con rispetto e con sollecitudine le proprie ansie,
    i propri punti di vista, le proprie speranze, i propri traguardi.


    Invece qui ci troviamo di fronte al problema
    dell’insegnamento della religione cattolica considerato
    da un punto di vista istituzionale, tant’ vero che esso
    scaturisce da un patto giuridico tra soggetti sovrani. L’insegnamento
    della religione cattolica, come ogni insegnamento di grandi
    pratiche spirituali, pu essere caratterizzato sostanzialmente
    da tre livelli. Il primo quello storico-filologico: la
    scrittura, la parola, l’interpretazione della scrittura,
    l’interpretazione della parola, l’esegesi, l’ermeneutica.
    Su questo punto, come sappiamo, si sempre acceso il dibattito
    fra il Cristianesimo protestante e il Cristianesimo cattolico.


    Vi poi un secondo livello, quello etico-esistenziale,
    e debbo osservare che singolarmente interessante il fatto
    che la Chiesa cattolica, oggi, nel suo rapporto con il mondo
    e con gli uomini sia soprattutto interessata a sollecitare
    questo aspetto dell’insegnamento, cio il domandarsi e il
    rispondersi sui grandi problemi che attengono al senso della
    vita, alla presenza del male nel mondo, a come l’uomo possa
    affrontare il suo destino di morte: problemi sacrosanti
    dell’esistenza.


    Ma c’ un terzo livello, quello dottrinario-dogmatico.
    L’insegnamento della religione cattolica, alla luce della
    legislazione vigente e delle scritture pattizie, essenzialmente,
    fondamentalmente e giuridicamente un insegnamento di carattere
    dottrinario-dogmatico. Certo, poi i tempi maturano, le situazioni
    portano dentro di s una ricchezza che le formule istituzionali
    non hanno. Ma da un punto di vista strettamente giuridico
    si tratta di un insegnamento dottrinario e dogmatico.


    La domanda la seguente: pu uno Stato
    moderno, democratico e liberale (sottolineo l’ordine in
    cui ho pronunciato gli ultimi due aggettivi, visto che in
    genere si dice "liberal-democratico"; io dico
    "democratico e liberale", perch il liberalismo
    non sarebbe potuto nascere se non sulla radice del principio
    democratico, quindi: democratico e liberale) farsi promotore
    nella sua scuola, nella scuola pubblica, di un insegnamento
    che non scientifico, quale potrebbe essere anche quello
    dell’esegesi scritturale, e neanche di carattere etico-esistenziale,
    che essenzialmente problematico, come ogni vero insegnamento?
    L’insegnante non colui che trasmette qualche nozione,
    ma colui che muove alla ricerca e cerca insieme con i suoi
    allievi, perch la ricerca si muove all’interno di una materia
    discutibile, dimostrabile e falsificabile. Questo l’ambito
    della scienza e in questo ambito si muove chi insegna. Ma
    in questo ambito non si muove l’insegnamento della religione,
    cos come oggi giuridicamente definito, bens in termini
    di carattere strettamente dottrinario.


    C’ nella proposta di legge che ci troviamo
    dinanzi, soprattutto negli ultimi emendamenti, lo sforzo
    – e non posso che dare atto ai colleghi del centro-sinistra
    dello sforzo che essi fanno per risolvere un cos arduo
    problema – di garantire dalla disoccupazione degli insegnanti
    di religione cattolica a cui venisse revocata l’idoneit
    da parte dell’ordinario diocesano, il tentativo di assicurare
    a costoro la non disoccupazione in quanto, per lo meno a
    regime, si dice che questo personale, nel momento in cui
    viene assunto per insegnare religione, deve anche essere
    dotato di una laurea in una materia che gli consenta poi
    di essere utilizzato nella scuola per esercitare un’altra
    disciplina.


    Per, un dubbio – me lo si consenta – mi
    assale: sar diabolico, ma qualche volta io dialogo anche
    con il diavolo e non sempre me ne viene male: qualche buon
    suggerimento pure da lui mi viene. Il dubbio che insorge
    in me il seguente: noi utilizziamo personale insegnante
    di formazione fondamentalmente cattolico-dogmatica, il quale,
    dopo avere esercitato nella scuola per lungo tempo questo
    insegnamento dogmatico, viene utilizzato nell’insegnamento
    di un’altra materia, il che formalmente legittimo. Ma
    mi domando anche: come insegner l’italiano, il latino,
    il greco e la filosofia costui, se non attraverso una certa
    forma mentis (ripeto perfettamente legittima, ma
    qui stiamo cercando di capire la realt che ci aspetta)?
    Porter evidentemente un’impronta di carattere dommatico?


    Ecco perch prima parlavo dell’obiettivo
    rafforzamento dell’insegnamento religioso dogmatico, sia
    pure attraverso queste vie non tutte immediatamente visibili.
    Questo un grave rischio non solo per la cultura laica,
    ma per la stessa spiritualit religiosa. Certo, la societ
    contemporanea, cos dispersa, atomizzata e disorientata,
    ha bisogno di valori e questa anche la ragione per cui
    una societ come la nostra, che la stessa Chiesa dichiara,
    suo malgrado, essere fortemente scristianizzata, tuttavia
    poi si volge con sorprendente aspettativa alle parole della
    Chiesa stessa. Questo avviene perch ci si trova in una
    situazione esistenziale e culturale di grande e profonda
    crisi. Di conseguenza, si cercano la forza e il sostegno
    dove si pu, dove questi sono offerti.


    Rispetto l’insegnamento della religione,
    ma non questa la ragione per la quale noi dobbiamo, puramente
    e semplicemente, aggiustarci alla situazione, perch la
    promozione di valori nuovi, la promozione di una civilt
    pi alta responsabilit di tutti, non soltanto di coloro
    che sono portatori di un principio religioso. Anzi, perch
    un sistema di valori sia veramente capace di guidare, di
    affascinare, di spingere e di sostenere, i valori devono
    essere quotidianamente inventati nel conflitto con la realt.
    L’uomo l’unico animale che riesce a dominare la realt,
    entro certi limiti, dominando innanzitutto se stesso ed
    educandosi.


    Allora, la scuola deve essere non soltanto
    istruzione, ma anche educazione. Per molti decenni, lo abbiamo
    dimenticato. Abbiamo detto che la scuola doveva essere solo
    istruzione, e dimenticavamo l’educazione, perch avevamo
    paura che la formazione educativa fosse di impronta statalista.
    Invece va ripresa la coscienza che in una vera democrazia
    la scuola non la sede dello Stato come potere, ma del
    dibattito, della discussione, della ricerca e dell’insegnamento
    critico. Proprio perci la prima sede dell’invenzione
    dei valori.


    Questo il punto, su cui la dilatazione
    e il rafforzamento dell’insegnamento della religione qualche
    preoccupazione la suscitano. D’altra parte, agli amici religiosi
    o di spirito autenticamente religioso, che io apprezzo moltissimo,
    dico che la stessa religiosit ha bisogno di libert, al
    di fuori di ogni istituzionalizzazione giuridica e politica.
    Lo insegnano i grandi cattolici della nostra tradizione,
    da Rosmini a Manzoni a De Gasperi. Noi abbiamo molti esempi
    di spiriti altamente religiosi, custodi fortissimi della
    laicit, perch la religione, se veramente vissuta come
    tale, vincolo a qualche cosa che non passa e non pu essere
    distrutto dalle contingenze. Sostenuti da questo eterno,
    bisogna lottare nel tempo della storia.


    Signora Presidente, vorrei chiudere con
    il ricordo di una pagina che certamente nota a tutti voi.
    Max Weber, nel 1918, proprio nel momento della grande crisi
    della societ e della cultura tedesca, nel momento della
    cosiddetta Erneuerung, del rinnovamento – bisogna
    cambiare, bisogna rinnovare -, scriveva: " il destino
    dell’epoca nostra, con la sua caratteristica razionalizzazione,
    intellettualizzazione, e soprattutto col suo disincantamento
    del mondo, che proprio i valori supremi e sublimi siano
    divenuti estranei al gran pubblico…" – la religione,
    almeno cos penso io, come l’amore, non si espone in piazza,
    si coltiva nel silenzio della propria coscienza, della propria
    solitudine – "Non a caso che la nostra arte migliore
    sia intima e non monumentale," – la religione non deve
    essere monumentale, deve essere qualcosa di profondamente
    colloquiante con noi stessi – "e che oggi soltanto,
    in seno alle pi ristrette comunit," – Platone diceva
    che le piccole comunit sono odiate dai tiranni, perch
    sono portatrici di quella continua invenzione di valori
    che mette a rischio la pigrizia e l’inerzia del potere –
    "nel rapporto da uomo a uomo, nel pianissimo,"
    – in corsivo perch la formula musicale – "palpiti
    quell’indefinibile che un tempo pervadeva e rinsaldava come
    un soffio profetico e una fiamma impetuosa le grandi comunit".


    In una societ cos complessa, con tante
    religioni e con tanti sistemi di valori, le piccole societ,
    siano esse cattoliche o di altra religione e cultura, persino
    una comunit di atei se veramente credesse nel proprio ateismo,
    non potrebbero che essere comunit di ricerca, comunit
    di riflessione, comunit di meditazione e, come tali, capaci
    di offrire agli altri, a coloro che sono di altra religione
    e di altra posizione ideale, ricchezze di valori che questi
    non sono stati in grado di scoprire.


    Ecco perch, signora Presidente e onorevoli
    colleghi, testimonio questa mia personale perplessit. Il
    Parlamento deve sapere che talvolta anche piccoli e limitati
    provvedimenti, o che appaiono tali, sono destinati a incidere
    profondamente nella storia della cultura, nello sviluppo
    della nostra civilt, e ognuno di noi deve assumere la propria
    responsabilit. Questa s l’assumiamo in piazza, pubblicamente,
    davanti a tutti. Per il resto, rimango attento al pianissimo
    che dentro di me qualche volta pure sono in grado di sentire.
    (Applausi dai Gruppi DS, Misto-Com e Misto-DU e dei senatori
    Monticone e Russo Spena. Molte congratulazioni).


    PRESIDENTE. iscritto a parlare il senatore
    Gubert, il quale nel corso del suo intervento illustrer
    anche l’ordine del giorno n. 100. Ne ha facolt.


    GUBERT
    . Signora Presidente, credo che una concezione laica dello
    Stato per sua natura si ponga al servizio della societ,
    non concepisca lo Stato come centro che definisce gli interessi
    della societ, ma come entit sussidiaria a ci che la societ
    ritiene essere i propri interessi diffusi, i propri interessi
    collettivi.


    Un’interpretazione per me non del tutto
    soddisfacente di questo principio, per comprensibile in
    base all’evoluzione della nostra societ e della nostra
    cultura, ha mutato lo stato dell’insegnamento della religione
    nel nostro Paese, lo ha reso opzionale, lo ha sottoposto
    ad una sorta di giudizio anno per anno da parte degli studenti
    e delle famiglie.


    Il risultato stato che la quasi totalit
    del popolo italiano ha ritenuto importante conoscere i fondamenti
    della propria civilt e la religione cattolica come cultura.
    Quindi, credo che tale conoscenza possa rientrare, a pieno
    titolo, tra gli obiettivi dell’attivit educativa che lo
    Stato garantisce e sostiene a vantaggio dei propri cittadini.


    Collega Masullo, in base al nuovo Concordato
    quello della religione cattolica non un insegnamento dogmatico,
    orientato al proselitismo e alla trasmissione di comandamenti
    etici. In qualche caso ci pu anche verificarsi, ma non
    certo questo lo status dell’insegnamento della
    religione cattolica, che di natura culturale e aiuta a
    comprendere i fondamenti della nostra civilt.


    I miei bambini hanno frequentato scuole
    pubbliche materne nelle quali si insegnava che la Pasqua
    era la festa della primavera o che il Natale era la festa
    di Babbo Natale; ebbene, non credo che quegli insegnanti
    abbiano reso un buon servizio educativo ai miei figli.


    Per comprendere la societ in cui oggi
    viviamo non possiamo dimenticare i fondamenti ebraico-cristiani
    da cui la nostra civilt deriva. Non possiamo muoverci nelle
    nostre citt e visitare chiese senza capire nulla della
    nostra storia; tutti questi messaggi simbolici non possono
    restare opachi.


    Non si pu leggere la storia del Medio
    Evo o quella dell’epoca moderna senza comprendere le ragioni
    degli scontri tra Papato e Impero, dei conflitti che hanno
    caratterizzato la Riforma. Insomma, nessuno ha mai fatto
    chiarezza su questi accadimenti nel timore da parte di una
    piccola minoranza di una contaminazione con la cultura cattolica.


    Non so se anche per voi si verifica un’analoga
    situazione, ma i miei figli – nonostante l’insegnamento
    della religione nelle scuole, la frequenza delle parrocchie
    e, quindi, della catechesi parrocchiale – non conoscono
    la storia dell’ebraismo e del cristianesimo e non dispongono,
    pertanto, di quegli elementi che consentono di capire la
    nostra civilt.


    A mio giudizio, l’attuale insegnamento
    di religione non solo insufficiente ma deve essere valorizzato
    in funzione non di un proselitismo di parte ma della comprensione
    di ci che siamo.


    Lo Stato non si esime dal dire che per
    la formazione culturale dei cittadini necessario che si
    conoscano determinati elementi della storia, della filosofia,
    della letteratura, eccetera. Come Dante, Manzoni, i poeti
    moderni, i filosofi, Aristotele e tanti altri personaggi,
    anche coloro che hanno diffuso la cultura ebraico-cristiana
    nella nostra civilt hanno un’importanza rilevante.


    Lo Stato non si esime dal verificare che
    gli insegnanti di queste materie posseggano veramente i
    requisiti per farlo, abbiano seguto determinati percorsi
    formativi, si sottopongano a verifiche e solo dopo il loro
    superamento costoro vengono abilitati ad insegnare la letteratura,
    la storia e la filosofia che ho prima richiamato.


    Se riteniamo che l’insegnamento della religione
    cattolica come cultura, in tutti i suoi aspetti, risponda
    ad un diffuso bisogno non credo che dobbiamo assegnare allo
    Stato la verifica della capacit di interpretare correttamente
    ci che la religione cattolica.


    Quindi, proprio perch la competenza in
    materia non appartiene allo Stato, rimane definito chiaramente
    l’intervento dell’autorit religiosa, la quale riconosce
    l’idoneit o meno a rappresentare correttamente agli alunni,
    ai giovani che lo hanno scelto, il contenuto di tale cultura
    ebraico-cristiana che a fondamento della nostra civilt.


    Se riconosciamo che i contenuti sono importanti
    e che importante che la verifica sia effettuata da un’autorit
    competente, non possiamo poi penalizzare gli insegnanti
    che hanno dimostrato tale competenza e che propongono tali
    contenuti.


    Il disegno di legge in esame consente finalmente
    di dare un po’ di giustizia a questa categoria di insegnanti
    che sono sempre stati esclusi anche dai provvedimenti di
    consolidamento del precariato. Sono tra i proponenti di
    uno dei provvedimenti presentati in materia e mi auguro
    che il Senato e poi la Camera approvino il provvedimento
    nel testo proposto dalla Commissione.


    Da ultimo, intendo illustrare l’ordine
    del giorno n. 100 e segnalare un refuso tipografico, poich
    nel dispositivo mancano le parole "il Senato impegna
    il Governo".


    Vorrei rilevare che, in base al Concordato
    e all’Accordo addizionale, nelle regioni di confine, tra
    le quali rientra certamente il Trentino-Alto Adige, che
    avevano consolidate tradizioni di insegnamento della religione
    cattolica, tali tradizioni sono state mantenute anche in
    vigenza del nuovo Concordato; quindi, il regime vigente
    non veniva pregiudicato da alcuni cambiamenti apportati
    dall’Accordo addizionale.


    La tutela delle particolari condizioni
    di insegnamento della religione cattolica era stata mantenuta
    fin dal 1919 con il Trattato di Saint Germain con il quale
    stata riconosciuta l’annessione del Trentino-Alto Adige
    all’Italia.


    In sede applicativa, probabilmente per
    riserve ideologiche non espresse ma comunque concrete, manifestate
    in maniera laterale, uno degli aspetti, quale appunto il
    riconoscimento della piena natura curriculare dell’insegnamento
    religioso e quindi il suo pieno inserimento nella programmazione
    didattica della scuola salvo rinuncia, stato messo da
    parte per il solo Trentino, prima con circolari contraddittorie
    e poi con silenzi nelle norme di attuazione, mentre rimane
    elemento di questa consolidata tradizione per la provincia
    di Bolzano.


    Con l’ordine del giorno n. 100 si chiede
    che il Governo si adoperi a dare piena attuazione alle norme
    concordatarie che sono di rango superiore a tutte le successive
    disposizioni emanate dallo Stato e dal momento che ormai
    la competenza entro certi limiti propria della provincia
    autonoma di Trento, qualora questa assuma decisioni per
    dare completamento all’applicazione delle norme concordatarie,
    si invita il Governo a considerare positivamente tali iniziative
    della provincia.


    PRESIDENTE. iscritto a parlare il senatore
    Camber. Ne ha facolt.


    CAMBER
    . Signora Presidente, abbiamo sentito in apertura di seduta
    una sorta di sermone anticlericale, dai toni suadenti, improntato
    ad una serie di argomentazioni e di stereotipi particolarmente
    vecchi e superati; sembrava quasi di essere in questo Parlamento,
    ma nell’Ottocento.


    Sono stati invocati i princpi della sovranit
    e della modernit dello Stato; sono stati messi in discussione
    la natura, i dogmatismi e i dettami della Chiesa cattolica;
    si asserito che in questo provvedimento sono insiti gravi
    rischi per la spiritualit religiosa; si anche voluto
    indicare come va vissuta la religione, non in piazza ma
    nel silenzio della propria coscienza.


    Sono tutte situazioni, frasi fatte, concetti
    esposti e riesposti, triti e ritriti, che dimenticano forse
    alcuni elementi maggiormente significativi che possono attenere
    al vecchio andante pacta sunt servanda.


    Vanno osservati i patti, da parte di tutti,
    e in particolare da parte di uno Stato sovrano. Vanno osservati
    gli accordi statuiti in sede di revisione del Concordato
    quindici anni fa; vanno rispettate le intese tra il Ministero
    della pubblica istruzione e la Conferenza episcopale italiana,
    assunte oltre quindici anni fa; va rispettato il dettato
    della Costituzione italiana, un atto fondante di oltre cinquant’anni
    fa; va data applicazione alle plurime statuizioni della
    Corte costituzionale che si sono succedute, tra le altre,
    nel 1989, nel 1991 e nel 1992.


    Ma soprattutto, al di l di questi aspetti,
    va considerato un fatto secondo me importante che si verificato
    nella seduta di ieri, quando abbiamo avuto modo di constatare
    in quale misura – parlo di misura numerica in senso stretto,
    ma anche in senso lato – le forze politiche, le pi diverse,
    hanno concorso a respingere in quest’Aula le pretestuose
    richieste di chi chiedeva di rinviare ancora una volta in
    Commissione, previa approvazione della sospensiva, l’esame
    di questo provvedimento legislativo, cos confortando la
    tesi per cui, sia sotto il profilo strettamente numerico,
    sia sotto quello di un certo afflato che si potuto constatare
    tra le forze politiche, le pi diverse, si pu giungere
    finalmente – se si vuole – all’approvazione di una norma
    che innanzitutto norma di giustizia.


    Giustizia per oltre 20.000 precari, letteralmente
    ghettizzati e privi di protezione giuridica a distanza di
    oltre quindici anni dall’assunzione di precisi e vincolanti
    Accordi tra entit sovrane su questo tema. Giustizia per
    questi oltre 20.000 insegnanti, considerati e trattati,
    sotto ogni profilo, come insegnanti non di serie B, ma di
    serie C, nonostante le ripetute ed inequivoche pronunce
    della Corte costituzionale su questo argomento.


    Norma di giustizia, infine, per quel 90
    per cento e oltre delle famiglie italiane che hanno chiesto
    di poter fruire dell’insegnamento della religione. Sottolineo,
    lo hanno chiesto, perch non va dimenticato che stata
    introdotta da tempo una fondamentale innovazione: laddove
    nella normativa precedentemente vigente in materia religiosa
    si doveva chiedere espressamente l’esonero dalle lezioni
    di religione, adesso invece si pu richiedere espressamente
    di poter frequentare tali lezioni. A fronte di ci, abbiamo
    assistito ad una corale adesione delle famiglie italiane,
    e se in democrazia una richiesta di oltre il 90 per cento
    delle famiglie italiane vuol dire qualcosa, ebbene, ognuno
    tragga le proprie conclusioni; ed retorico dire quali
    siano.


    A coronamento di una battaglia di retroguardia
    sotto ogni profilo, assistiamo infine all’arroccamento su
    due questioni di quanti non vogliono l’emanazione di questa
    provvedimento o cercano, con molta fantasia, di ritardare
    in ogni modo e in ogni sede l’applicazione di quanto dovuto:
    i titoli in capo agli insegnanti delle materie di cui si
    occupa il disegno di legge e la possibilit di revoca degli
    insegnanti, che compete agli ordinari diocesani. Due questioni
    che sono entrambe altisonanti, propagandisticamente ficcanti,
    ma che peraltro sono contestabilissime in base a delle constatazioni
    assolutamente semplici.


    Per quanto riguarda i titoli di studio,
    sappiamo che coloro che insegnano la religione – che per
    oltre il 70 per cento sono dei laici – hanno titoli di studio
    di livello universitario. Infatti, per poter accedere al
    corso di magistero in scienze religiose, che un corso
    quinquennale con tesi finale, necessario il diploma di
    scuola secondaria superiore; titoli che l’INPS stesso riconosce
    come universitari e ammessi al riscatto. Pertanto, la richiesta
    di aggiungere al titolo universitario un’altra laurea per
    poter insegnare religione da respingere con assoluta fermezza
    in base a constatazioni e a considerazioni che non il
    caso di ripetere per l’ennesima volta, ma che sono assolutamente
    ovvie.


    Per quanto riguarda l’istituto della revoca,
    esso – come ha avuto modo di ricordare ripetutamente il
    delegato della presidenza della Conferenza episcopale italiana,
    monsignor Nicora – assolutamente lineare e logico, perch
    – come testualmente affermava monsignor Nicora – sarebbe
    improvvido che uno Stato che giustamente e naturalmente
    si configura per il proprio carattere laico immaginasse
    di aver titolo per valutare nel merito la coerenza, soprattutto
    dottrinale, dell’insegnamento con i presupposti della fede.
    La revoca un istituto posto a garanzia degli stessi alunni
    e delle stesse famiglie in una materia – ricordiamolo –
    particolarissima. Di fronte alla rimozione, che resta un
    fatto eccezionale (cos come resta un fatto eccezionale,
    nell’ambito dell’insegnamento statale, l’assunzione di provvedimenti
    di pari gravit), vi sono per l’interessato comunque tutte
    le sedi di ricorso, le pi ampie.


    Per concludere il mio brevissimo intervento,
    per non ripetere cose gi dette e per essere chiaro, se
    dopo aver atteso 15 anni l’applicazione di una legge dovuta
    e sostanzialmente richiesta da oltre il 90 per cento delle
    famiglie italiane (parliamo di 15 anni per sorvolare sui
    decenni precedenti al 1985; quindi, considerando soltanto
    questi 15 anni di precariato ingiusto, sotto qualsiasi profilo
    lo si voglia guardare) non si riuscir, per qualche furbata
    o per qualche non volont politica, a trovare una soluzione
    in questa legislatura (laddove ci sono tutti gli strumenti
    sia temporali che materiali non soltanto per cercare – posto
    che gi stata trovata – ma per attuare questa soluzione
    legislativa), sar una scelta di volont politica assolutamente
    inequivoca; una volont politica, tra l’altro, di particolare
    vilt, poich colpisce la categoria meno protetta tra quanti
    operano nel mondo dell’insegnamento.


    Se ci si verificasse, si consumerebbe
    la pi ignobile prevaricazione verso una categoria che non
    ha armi di difesa e tantomeno di offesa; una prevaricazione
    nei confronti di oltre 20.000 insegnanti, legati ai princpi
    morali e di vita cui hanno voluto e saputo dedicare e dedicano
    la propria esistenza, al servizio del prossimo, della Chiesa
    e dello Stato nazionale italiano. (Applausi dal Gruppo
    FI e del senatore Gubert)
    .


    PRESIDENTE. iscritto a parlare il senatore
    Lorenzi. Ne ha facolt.


    LORENZI
    . Signora Presidente, sono lieto di poter intervenire, perch
    ci mi permette di replicare alle considerazioni svolte
    dal senatore Masullo. Mi ha colpito molto il fatto che,
    nel sottolineare i valori dell’insegnamento della religione
    cattolica, il collega, professore emerito, abbia voluto
    sottolineare il carattere dogmatico e dottrinale dell’insegnamento
    della stessa.


    Credo che tutti abbiano, invece, la chiara
    percezione del carattere culturale ed educativo dell’insegnamento
    della religione cattolica e di come esso si inserisca in
    un percorso ben noto, che in qualche modo ci riconduce ad
    un passato di importanti autori di riferimento.


    Il senatore Masullo ha citato Manzoni,
    ma io vorrei ricordare prima il percorso di Alfieri, Foscolo
    e Leopardi; certamente Manzoni, ma anche Marx e ci che
    ha significato il marxismo nei riguardi della religiosit.
    Ricordo la definizione tanto nota di religione come "oppio
    dei popoli", con la quale si voluto definire un atteggiamento
    culturale tradizionale dell’uomo e colpire probabilmente
    la nostra matrice cattolico-cristiana.


    Signora Presidente, personalmente ritengo
    di potermi sentire orgoglioso di essere cristiano, senza
    con questo voler assolutamente offendere altre religioni,
    e credo che il relativismo religioso sia importante per
    tutti; per, ci troviamo anche in una citt che oltre ad
    essere la capitale di uno Stato, si d il caso sia anche
    la capitale della cristianit. Su questo non vi ombra
    di dubbio: lo dimostra, ad esempio, il fatto che questa
    citt, nell’anno giubilare, sia stata colpita da un vero
    affronto, quello del Gay Pride. E’ inutile tentare
    di nascondersi di fronte ai valori educativi dell’insegnamento
    religioso: ve ne sono altri che non sono ritenuti tali e
    infatti vi si contrappongono e vengono portati alla ribalta
    in termini di scandalo, di affronto e di provocazione.


    Si tratta di un argomento di cui discuto
    con piacere in questa sede, perch credo che il 2000 sia
    un anno importante e si debba prendere atto, in qualche
    modo, della celebrazione in corso. Si pu benissimo non
    essere credenti, ma condividere quanto stato detto dal
    Santo Padre quando ad una festa solenne, di celebrazione
    di 2.000 anni di cristianit, stato arrecato un affronto
    cercando di portare alla ribalta atteggiamenti che sono
    sempre stati considerati non pertinenti ad un buon comportamento
    cristiano. Ritengo che non servano altre parole nei riguardi
    di quanto accaduto nei giorni scorsi.


    Desidero soltanto aggiungere che la definizione
    ripetuta di "lavoratori" riferita agli insegnanti
    di religione non – ahim! – assolutamente pertinente:
    si continuano a considerare professionisti, ad esempio,
    medici e avvocati, mentre soggetti che sono in realt insegnanti,
    professori, professionisti dell’insegnamento vengono chiamati
    lavoratori e non professionisti. Questo la dice lunga sulla
    considerazione che si ha e si continua ad avere per tutto
    il mondo della scuola e sulla fatica che si deve compiere
    per garantire dignit ad esso.


    Per concludere sul fenomeno del precariato
    che intendiamo colpire, rilevo che, con l’approvazione del
    provvedimento in esame e con l’accettazione della sospensione
    abilitativa per gli insegnanti di religione, sar inserito
    nell’ordinamento statuale un precedente per cui dovr essere
    finalmente presa in considerazione la sospensione abilitativa
    anche nei riguardi di insegnanti di altre discipline, allorch
    le caratteristiche qualificanti dell’insegnamento dovessero
    venire meno. Ci riguarda, infatti, non soltanto gli insegnanti
    di religione cattolica, ma anche gli insegnanti di tutte
    le materie.


    PRESIDENTE
    . Dichiaro chiusa la discussione generale.


    Ha facolt di parlare il relatore.


    BRIGNONE
    , relatore . Signora Presidente,
    avrei voluto replicare puntualmente a tutti gli interventi,
    perch riconosco ai colleghi di aver profuso grande impegno
    e di aver partecipato vivamente all’approfondimento di un
    argomento che viene discusso per la prima volta nelle Aule
    parlamentari. Purtroppo, soltanto ieri sera alle ore 18
    sono stati presentati alcuni emendamenti che modificano
    alcuni punti essenziali di tutti e cinque gli articoli del
    testo unificato proposto dalla Commissione. Poich il termine
    di scadenza per la presentazione dei sub emendamenti era
    stato fissato alle ore 19,30, dovendo, in qualit di relatore,
    seguire gli interventi degli onorevoli colleghi in Assemblea
    e predisporre contemporaneamente i necessari subemendamenti,
    ho dovuto sacrificare in parte entrambi gli impegni.


    Nel corso della tarda serata e della notte
    ho poi verificato l’esistenza in tali emendamenti interamente
    sostitutivi di alcune imprecisioni, anche di natura formale,
    che dovevano essere corrette. Soltanto questa mattina
    stata predisposta la bozza di stampa n. 4, cio il fascicolo
    degli emendamenti, sulla quale ho dovuto lavorare finora,
    perdendo cos alcuni passi, anche significativi, degli interventi
    dei colleghi, con i quali mi scuso per eventuali omissioni
    in replica.


    Rinvio per ad una replica piuttosto ampia
    che ho effettuato alcuni giorni fa, nell’ambito della discussione
    generale dell’affare che stato assegnato alla 7a
    Commissione, ai sensi del articolo 50, comma 2, del Regolamento,
    in merito all’insegnamento della religione cattolica nella
    scuola di Stato secondo le norme concordatarie.


    Infatti, devo sottolineare che, cos come
    nell’affare assegnato alla Commissione si riaffacciava costantemente
    la questione ancora irrisolta dello stato giuridico degli
    insegnanti di religione cattolica, parimenti nel dibattito
    di ieri e di oggi si riaffaccia costantemente la questione
    della peculiarit e della necessit di una maggiore pregnanza
    e dignit di questa disciplina, la quale compresa, come
    tutti sappiamo, nelle finalit educative della scuola, ma
    di fatto pu risultare marginalizzata dall’effettivo stato
    di precariet in cui versano a tutt’oggi gli insegnanti
    di religione cattolica.


    Devo sottolineare altres che dal 1985
    si dibattuto ripetutamente della questione della tutela
    dei non avvalentisi dell’insegnamento della religione cattolica
    e sulla questione dell’ora alternativa. Era stata invece
    trascurata la questione dello stato giuridico degli insegnanti
    di religione cattolica, sebbene fosse stata formulata una
    formale promessa da parte dello Stato di addivenire ad una
    soluzione del problema.


    Ormai pressoch risolta, anche nell’ambito
    dell’autonomia scolastica e delle riforme in atto nel campo
    della scuola, la questione della tutela dei cosiddetti non
    avvalentisi, l’attenzione del Parlamento si finalmente
    appuntata, specie nel corso dell’attuale legislatura, sulla
    necessit di definire lo stato giuridico degli insegnanti
    di religione cattolica.


    Il numero degli interventi, lo spazio dedicato,
    stanno a significare anche un’acquisita consapevolezza della
    dimensione del problema. Questo un fatto assolutamente
    positivo, perch significa che finalmente ci si accorti
    che una disciplina deve concorrere in modo interdisciplinare
    con tutte le altre materie alle finalit educative; per,
    l’insegnante che concorre al lavoro degli organi collegiali
    per le stesse finalit deve avere la stessa dignit e gli
    stessi diritti e doveri dei colleghi.


    La questione, come potevamo attenderci,
    proprio per la sua natura di res mixta non poteva
    non dare luogo a delle riflessioni, a delle letture, a delle
    interpretazioni anche di carattere ideologico. Questo d’altronde
    stato da me sottolineato nelle trenta e pi cartelle di
    relazione sull’affare assegnato, laddove ho compiuto un
    excursus storico dell’insegnamento religioso dagli
    anni dell’unit italiana fino agli anni della revisione
    del Concordato e dell’Intesa.


    Indubbiamente, le scelte che sono state
    operate si sono accompagnate alle tendenze politiche. Vorrei
    per sottolineare ancora una volta a quest’Aula che dalle
    norme del 1929 all’Accordo del 1984 e all’Intesa del 1985
    sono passati anni significativi che hanno determinato una
    progressiva e importante maturazione nella considerazione
    dell’insegnamento religioso. Si tratta di un insegnamento
    che ora non ha pi un carattere confessionale-catechistico
    – anche per il fatto che ormai la stragrande maggioranza
    dei docenti laica – e che ha finalit ben precise, comprese
    in quelle educative della scuola.


    Mi parso di cogliere con rammarico che,
    purtroppo, alcuni colleghi non hanno una precisa e approfondita
    conoscenza dei programmi scolastici di religione cattolica
    e delle finalit dell’insegnamento. Tra l’altro questi programmi,
    alla luce del riordino dei cicli e della revisione dei curricula
    e dei programmi scolastici, sono in fase di revisione, credo
    ormai completata, da parte della Conferenza episcopale italiana
    e quindi vengono aggiornati.


    Presidenza
    del presidente MANCINO


    (Segue BRIGNONE, relatore).
    Sottolineo quindi questa dimensione diversa che ha assunto
    l’insegnamento religioso in seguito al Concordato e all’Intesa,
    superando totalmente il carattere confessionale della disciplina.


    Forse non sono state colte pienamente le
    differenze e vi sono ancora barriere e steccati fra questa
    e le altre discipline di insegnamento; il fatto stesso che
    il giudizio su questa materia venga espresso su una scheda
    a parte significa per l’allievo una diversit della disciplina,
    forse una collocazione subordinata di essa rispetto alle
    altre.


    Pertanto, un dibattito sullo stato giuridico
    degli insegnanti di religione non pu non allargarsi a temi
    di grande respiro concernenti la laicit dello Stato, la
    libert religiosa, la responsabilit educativa dei genitori
    nella scelta se avvalersi oppure no, la collocazione curriculare
    della disciplina nell’ambito del riordino dei cicli scolastici.
    A tal proposito, il Governo ha sei mesi per attuare la delega
    per varare le norme attuative: sappiamo che questi mesi
    sono pressoch trascorsi.


    Si tratta di questioni sulle quali, forse,
    non occorre dissertare ulteriormente in sede di replica.
    Rinvio dunque su questi temi all’ampia relazione, al dibattito
    e alla mia replica in merito all’affare assegnato in 7a
    Commissione, i cui atti sono a disposizione.


    Vorrei sottolineare che in tutti gli interventi,
    anche di forte opposizione, ho colto degli aspetti positivi,
    perch mi hanno permesso di considerare la questione attraverso
    molteplici sfaccettature, come giusto che sia nell’ambito
    di un confronto democratico su una questione che investe
    tutta la cittadinanza.


    Certo, i senatori Co’ e Bergonzi, nella
    richiesta di rinvio, hanno addotto argomentazioni e riferimenti
    relativi alla giurisprudenza finora intervenuta sulla materia,
    pi che sulla questione dello stato giuridico. E’ innegabile
    che l’insegnamento della religione cattolica stato oggetto
    di contenziosi anche a causa di soluzioni concordatarie
    (non lo nego) che a taluni sono parse non del tutto adeguate,
    anche se in realt, per, non sono state offerte finora
    ipotesi di regolamentazione alternativa veramente organiche.


    Alla luce dell’esperienza giurisprudenziale,
    la tesi della tutela della libert costituzionale appare
    priva di sostegno e l’assetto scolastico dell’insegnamento
    di religione cattolica risulta conforme al principio di
    laicit dello Stato, come viene ribadito costantemente.
    Le disposizioni concordatarie, infatti, hanno resistito
    alla sfida del dubbio di legittimit costituzionale, che
    stato dissipato in modo inequivoco a pi riprese.


    L’intervento del senatore Biscardi mi ha
    trovato ovviamente molto attento, perch egli, con la consueta
    onest intellettuale che tutti gli riconosciamo e che apprezziamo,
    ha richiamato posizioni che ha assunto anche in merito alle
    questioni relative al precariato scolastico. Desidero per
    puntualizzare alcune cose riguardo alle argomentazioni addotte,
    anche se pregevoli e dotate di equilibrio di giudizio.


    Probabilmente i docenti di religione cattolica
    non ameranno molto il senatore Biscardi, ma sento il dovere
    di ringraziarlo, perch mi ha dato un contributo di opposizione
    veramente significativo e approfondito; ho notato che ha
    letto con molta attenzione la mia relazione: quindi, la
    mia fatica non si svolta invano.


    Il senatore Biscardi ha richiamato la nota
    sentenza n. 203 del 1989 della Corte costituzionale, in
    cui viene chiarito il principio di laicit dello Stato,
    che non implica indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni,
    ma anzi garanzia di salvaguardia di libert religiosa in
    un regime di pluralismo confessionale e culturale. Certo,
    la letteratura giurisprudenziale annovera una quantit di
    sentenze e di pronunce; ne ho fatta una rassegna, sia pure
    sommaria, nella mia relazione sull’affare assegnato. Vorrei,
    per, ricordargli che in tale rassegna sono presenti anche
    sentenze e pareri favorevoli alla partecipazione alle abilitazioni
    riservate per i docenti di religione cattolica: quindi,
    vi sono sentenze che si sono espresse in un modo e nell’altro.


    Il collega ribadisce i quattro princpi
    fondamentali a tutela dell’insegnamento, da me sottolineati
    nella relazione (ne sono lieto): il riconoscimento del valore
    della cultura religiosa; il riconoscimento che i princpi
    del cattolicesimo sono parte del patrimonio storico del
    popolo italiano; l’assicurazione di continuit dell’insegnamento;
    l’inserimento, soprattutto, dell’insegnamento di religione
    cattolica nel quadro delle finalit educative.


    Ovviamente, l’attivit didattica integrativa,
    determinata dalle istituzioni scolastiche nell’esercizio
    dell’autonomia, potr essere perfezionata nell’ambito del
    riordino dei cicli. Non per nulla mi sono posto la questione,
    additando una possibilit di soluzione nella risoluzione
    che oggi all’attenzione della 7a Commissione.
    Riprender comunque questo argomento significativo, ribadendo
    le opinioni espresse da altri colleghi.


    Il senatore Mele mi ha dato una soddisfazione:
    mi ha detto che leggendo la mia relazione si convinto
    del contrario. Io non ambivo a dare delle convinzioni, ma
    ci sono riuscito, perch una convinzione anche se contraria,
    rimane pur sempre tale. Temo per di non essere riuscito
    a tanto: temo di non averlo convinto, temo di averlo semplicemente
    portato a constatare una sua pregiudiziale convinzione,
    che cosa diversa. Il senatore Mele adduce un riferimento
    alla situazione francese, Paese in cui l’insegnamento religioso
    viene attuato il mercoled, giorno di chiusura delle scuole.
    Se vogliamo scendere in questi dettagli, gli posso significare
    che, per esempio, in Alsazia e in Moselle, in virt di un
    sistema che risale al Concordato napoleonico, vige un insegnamento
    della religione su iscrizione nelle scuole secondarie e
    un’impostazione confessionale di tutto l’insegnamento nelle
    primarie. Lascio peraltro alla sua volont di approfondimento
    verificare la situazione in Inghilterra, in Norvegia, in
    Danimarca e in Svezia, dove tra l’altro il sistema scolastico
    finanziato dallo Stato largamente affidato all’iniziativa
    privata di impronta confessionale.


    In buona parte del sistema educativo pubblico
    europeo innegabile che viene previsto comunque all’interno
    della scuola uno spazio per l’insegnamento della religione;
    non lo era nei Paesi a regime comunista. Non ne far l’elenco,
    per debbo ricordare che dopo i rivolgimenti politico-istituzionali
    stato abbastanza diffusamente riproposto anche in quei
    Paesi l’insegnamento religioso, la cui esclusione era stata
    una delle bandiere degli Stati socialisti. E’ errato per
    affermare che noi, con questo provvedimento, intendiamo
    rendere obbligatorio l’insegnamento di dottrina. Non obbligatorio
    e non di dottrina; questo va ribadito.


    Il senatore Rescaglio, da uomo di scuola,
    molto addentro ai problemi del personale scolastico, ma
    anche degli allievi, ha sottolineato la figura e il ruolo
    del docente di religione cattolica, seppur in uno stato
    di precariato, e il contributo che d negli organi collegiali.
    Le stesse innovazioni scolastiche oggi in atto vedono protagonisti
    gli insegnanti di religione cattolica. Quindi, il contributo
    che essi apportano non si realizza soltanto negli organi
    collegiali e in tutte le attivit para ed extra scolastiche,
    ma soprattutto in quelle necessit educative della scuola
    rivolte a fronteggiare il disagio giovanile in cui la peculiarit
    dell’insegnante di religione cattolica pu maggiormente
    esprimersi, nel dialogo con gli studenti, nel rapporto forse
    diverso con gli stessi, nel giudizio che egli pu esprimere
    ad integrazione delle risultanze delle singole discipline.
    Tutto questo sta a sottolineare la forte valenza di un insegnante
    di cui difficile, nell’attuale contesto educativo della
    scuola, fare a meno.


    D’altronde, la percentuale cos massiccia
    degli avvalentisi nel nostro Paese sta a testimoniare che
    una scelta, un riconoscimento delle famiglie nei confronti
    della valenza formativa ed educativa della religione.


    Il senatore Bosi ha sottolineato soprattutto
    due temi: lo stato di precariet e i riflessi negativi che
    ne derivano. Certo, forse la materia – talvolta anche
    giusto dirlo – non viene espressa ad un livello corrispondente
    alle potenzialit intrinseche, ma questo dovuto a fattori
    esterni, allo stato di marginalizzazione in cui messa
    di fatto talvolta la disciplina, allo stato di precariet
    e al disagio che ne consegue in cui versano i suoi insegnanti.


    Inoltre, sempre lo stesso senatore Bosi
    – concordo con lui – sottolinea che non sono state assimilate
    sufficientemente le norme concordatarie, perch viene ancora
    ritenuta catechesi un’ora che a tutti gli effetti curriculare
    e espressa da docenti laici.


    Il senatore Marri ha sottolineato – come
    gi a proposito dell’affare assegnato – soprattutto la povert
    dell’attivit alternativa. Si potrebbe obiettare – ed
    stato obiettato – che "l’ora del nulla", come
    l’ha chiamata il senatore Marri, probabilmente tale anche
    per le colpe della scuola. Sono d’accordo che si pu ridiscutere
    come impiegare in modo proficuo quest’ora alternativa. Sappiamo
    che le sentenze spesso ne hanno affidato la gestione all’esercizio
    dell’autonomia scolastica, tanto pi adesso che l’autonomia
    accentuata ed sancita dalla legge.


    I richiami all’affare assegnato non possono
    essere accantonati, ovviamente. Il senatore Marri ha riferito
    le norme precise del Protocollo addizionale e dell’Intesa
    e l’impegno diretto dello Stato anche nel processo di maturazione
    intervenuto dal 1929 al 1984. Quanto sia stata laboriosa
    la redazione del Concordato l’ho gi espresso nella mia
    relazione e nella replica: 6 sono state le bozze successive,
    a testimonianza di quale opera di affinamento e di approfondimento
    stata condotta.


    Il senatore Danzi ha sottolineato che solo
    lo 0,4 per cento degli insegnanti di religione viene investito
    dalla questione della revoca; per, giusto osservare che
    anche se fosse soltanto lo 0,1 per cento si dovrebbe comunque
    affrontare il problema. Ha rimarcato che questa proposta
    di legge prevede una sorta di forzatura, perch richiede
    un titolo di studio che sostanzialmente le norme pattizie
    non prevedevano; di questo semmai parleremo quando passeremo
    ad esaminare gli emendamenti presentati.


    Inoltre, il collega Danzi ha sottolineato
    anche l’istanza diffusa di etica nella societ italiana,
    testimoniata dall’alta percentuale degli avvalentisi.


    Il senatore Asciutti – lo ringrazio – ha
    espresso apprezzamenti per la mia relazione al testo unificato.
    Anch’egli ha distinto la catechesi dall’insegnamento di
    religione cattolica, sottolineando anche le finalit e i
    programmi, nonch il quadro di riferimento europeo per questa
    disciplina. Ha ribadito che la facoltativit non significa
    precariet.


    Ecco, l’argomentazione sollevata da pi
    parti che una disciplina non obbligatoria non pu dar luogo
    ad una stabilit ovviamente si scontra con il fatto che
    nella riforma in atto nella scuola e soprattutto con l’autonomia
    scolastica si potranno verificare delle opzioni di scelte
    curriculari. Da ci discende che alcune materie potranno
    diventare opzionali: non soltanto la religione cattolica
    ma, per esempio, le lingue straniere, che potranno essere
    optate in una rosa di offerte formative.


    Ebbene, un insegnante di una disciplina
    non opzionata o opzionata in misura inferiore in un anno
    scolastico non deve, da quel momento, essere collocato fuori
    ruolo: sarebbe assurdo!


    Il collega ha anche sottolineato un’altra
    questione. Il senatore Biscardi ha rilevato che l’immissione
    in ruolo di nuovi dipendenti statali contrasta alquanto
    con il principio della riduzione derivante dalla razionalizzazione
    del numero di questi dipendenti.


    pur vero per quanto richiamato dal senatore
    Asciutti e cio che, proprio in questi giorni, abbiamo affrontato
    in 7a Commissione le problematiche attinenti
    al personale ATA, trasferito dagli enti locali allo Stato,
    che fortemente deficitario negli organici e che, quindi,
    deve essere massicciamente integrato. Pertanto, la paventata
    immissione in ruolo di questi insegnanti, ovviamente, deve
    tener conto anche di altre situazioni, magari pi cospicue.


    L’iter tormentato e rallentato del
    provvedimento non sta a significare che esso zoppicante
    ma – come ha sottolineato ieri il senatore Andreotti – che
    non era ancora stata espressa coralmente la volont di portarlo
    avanti trovando le opportune intese, dal momento che esistevano
    ancora pregiudiziali che ne rallentavano l’esame. Il senatore
    Asciutti ha espresso anche alcune critiche sugli emendamenti
    interamente sostitutivi dei cinque articoli del testo proposto
    dalla Commissione, sulle quali torner nell’espressione
    del relativo parere.


    Il senatore Nava ha sottolineato l’attuale
    marginalit dell’insegnamento e la sofferenza dei docenti
    di questa materia, intesa come materia che riconosce e valorizza
    anche le differenze; si poi soffermato sulla questione
    del laicismo quale strategia anticlericale volta a non considerare
    i valori del Cattolicesimo nella storia, nella cultura e
    nella tradizione del nostro Paese (tematiche queste riprese
    successivamente dal senatore Gubert) e ha quindi sottolineato
    il valore educativo dell’insegnamento di religione cattolica.
    Aggiungerei il carattere di interdisciplinariet e pluridisciplinariet
    insito in questa disciplina forse ancor pi che in altre:
    come si pu insegnare la religione cattolica senza riferimenti
    alla letteratura, alla musica, all’arte, alla filosofia
    e alle espressioni del pensiero e della civilt umana?


    Il senatore Bergonzi – devo riconoscere
    – sta portando avanti la sua battaglia in coerenza con i
    suoi princpi e con le sue convinzioni; egli ha richiamato
    questioni di costituzionalit. Ebbene, senatore Bergonzi,
    la 1a Commissione non ha espresso il proprio
    parere; abbiamo atteso i giorni necessari, come previsto
    dal Regolamento, quindi abbiamo proseguito i nostri lavori.
    In quest’Aula sono presenti molti colleghi componenti della
    Commissione affari costituzionali e, evidentemente, hanno
    piena libert di esprimersi in tema di costituzionalit.


    D’altronde, subito all’indomani dell’Accordo
    e dell’Intesa, alcune pronunce e sentenze si sono interessate
    anche di aspetti giuridici e costituzionali in essi contenuti;
    staremo a vedere quanto accadr in futuro. Devo sottolineare
    per che le stime che il senatore adduce circa gli insegnanti
    che potrebbero essere messi in ruolo (da 10.000 a 20.000)
    non sono cos approssimate; l’ufficio tecnico del Ministero,
    infatti, ha fornito alla 5a Commissione dati
    estremamente precisi per consentirle di eseguire i calcoli,
    secondo un metodo induttivo, dei costi di copertura del
    provvedimento.


    Quindi, addirittura sono stati definiti
    all’unit e non alla decina di migliaia, per ogni ordine
    di scuola.


    inteso che ogni anno possono verificarsi
    delle variazioni data la possibilit di avvalersi o meno
    dell’insegnamento, ma noi sappiamo anche che la proposta
    legislativa riporta una percentuale del 70 per cento dei
    posti messi a disposizione per l’immissione in ruolo, la
    quale percentuale garantisce ampiamente lo stato attuale
    e anche le previsioni nel futuro, neanche tanto immediato,
    di quelle che potranno essere le opzioni di scelta.


    stata poi richiamata anche l’opinione
    degli altri insegnanti che hanno raggiunto il ruolo con
    concorsi. Senatore Bergonzi, lei ed io conosciamo parimenti
    il mondo della scuola. Lei sa che dai lontani "diciassettisti"
    in poi molti insegnanti hanno raggiunto la stabilit nel
    mondo della scuola attraverso procedure non esattamente
    concorsuali. Sa bene che molti docenti hanno ottenuto il
    ruolo di settimo livello pur senza essere in possesso della
    laurea e sa anche che nel mondo della scuola esistono tuttora
    molti insegnanti non laureati, ad esempio professori di
    educazione tecnica, di educazione artistica o di educazione
    fisica. Pertanto, non pu paventare una sollevazione di
    80.000 docenti contro gli insegnanti precari di religione
    cattolica, che tutti conoscono perch sono gli unici a gestire
    18 classi nelle scuole medie e in quelle superiori. Si tratta
    di insegnanti che si trovano di fronte ad una grande mole
    di lavoro e, se non altro, dimostrano una partecipazione
    agli organi collegiali della scuola assolutamente non comparabile
    con nessun’altra situazione di docenti. Ad alcuni professori
    sono assegnate cattedre che comportano 13 o 14 ore di insegnamento
    in una o due classi, mentre gli insegnanti di religione
    lavorano con 18 classi e con centinaia di alunni. Ritengo
    quindi che la rivoluzione da lei paventata, senatore Bergonzi,
    non possa avvenire.


    Il senatore Monticone ha giustamente rilevato
    che l’oggetto in questione non l’insegnamento ma lo stato
    giuridico, anche se la peculiarit dell’insegnamento comporta
    evidentemente riflessi sullo stato giuridico. un tema
    sul quale stiamo discutendo da molti mesi.


    Il senatore Monticone, inoltre, ha sottolineato
    anche l’evoluzione che c’ stata nella scuola e i nuovi
    profili professionali che si impongono agli insegnanti,
    compresi quelli di religione cattolica. Pertanto, introdurre
    un rigoroso sistema concorsuale a regime non una questione
    di scelta di coscienza – e convengo fermamente con il senatore
    Monticone ringraziandolo per averla sollevata – ma di finalit
    della scuola. Questa convinzione maturata, credo, in tutti
    o quasi tutti. comunque una questione della scuola prima
    che politica.


    Mi rivolgo poi al senatore Masullo. Non
    ce l’abbia con me se purtroppo ho perso parte del suo intervento,
    dal momento che mi correva l’obbligo di verificare negli
    emendamenti sostitutivi degli articoli del disegno di legge
    alcune disposizioni – che illustrer successivamente – che
    dovevano essere urgentemente affinate o corrette, altrimenti
    avrebbero potuto provocare conseguenze veramente pesanti.


    Conosciamo tutti la lucidit mentale, la
    preparazione e la capacit di indagine e critica del senatore
    Masullo il quale ha addotto argomenti come sempre pregevoli
    anche sul piano filosofico, che richiamano, peraltro, temi
    da lui affrontati in discussione generale sull’affare assegnato.


    Mi ripropongo di leggere con molta attenzione
    nel resoconto di Assemblea quanto detto dal senatore Masullo
    e di rispondergli in modo conveniente a quanto richiede
    lo spessore del suo intervento.


    Il senatore Gubert ha ribadito non solo
    infondato il timore di diminutio delle prerogative
    dello Stato, ma ha sottolineato anche la tradizione ebraico-cristiana
    che ha fortemente connotato la nostra cultura, dandole pregnanza
    di contenuti, come peraltro sottolineato dalle disposizioni.
    Di fronte a ci, l’ora settimanale appare inadeguata.


    Auspicherebbe inoltre, nel riordino dei
    cicli, uno spazio diverso: effettivamente questo un problema
    importante nel momento in cui si stanno definendo i curricula
    scolastici. Noi sappiamo che l’ora di religione una nella
    scuola media e nella scuola media superiore, mentre sono
    due nelle elementari: non sappiamo quale sar la sorte dell’ora
    di religione nel settennio di base. Ho presentato una proposta
    di risoluzione nell’affare assegnato perch questo un
    argomento importante sul quale l’Assemblea deve dare precise
    indicazioni al Governo. Certamente, dare dignit alla disciplina
    significa anche dare dignit ai docenti.


    Per quanto concerne l’ordine del giorno
    da lui presentato, che richiama un argomento da me trattato
    nella relazione sull’affare assegnato, cio l’insegnamento
    della religione cattolica nelle cosiddette regioni di confine
    – questione giuridicamente molto sottile – mi esprimer
    successivamente. Frattanto, lo ringrazio di aver riproposto
    all’attenzione generale un argomento importantissimo e fortemente
    negletto per un lungo corso di anni.


    Il senatore Camber sottolinea le argomentazioni
    vetero-pregiudiziali emerse. Posso anche convenire; per,
    devo fargli notare che, a mio modo di vedere, esse non sono
    state cos diffuse e prevalenti; anzi, anche negli interventi
    critici e contrari credo di aver colto significativi contributi.
    Come stato affermato dal senatore Monticone, la questione
    molto pi scolastica e meno politica di quanto possa sembrare.
    Per, e in questo convengo con il senatore Camber, la massiccia
    scelta tuttora in atto di avvalersene da parte delle famiglie
    e degli allievi ci d un quadro preciso del riconoscimento
    che i cittadini attribuiscono all’ora di religione nella
    sua valenza formativa, pur in presenza di opzioni alternative.
    Se essa viene scelta, pur in presenza di un’alternativa,
    evidentemente un significato in tutto questo c’.


    Infine, il senatore Lorenzi. Ho perso parte
    del suo discorso, proprio per affinare alcune questioni
    di carattere normativo, ma ricordo il suo intervento sull’affare
    assegnato in cui individuava un rapporto – allora, la necessit
    di un rapporto – quasi di privatizzazione nei confronti
    del corpo docente. Certo, in questo momento noi stiamo affrontando
    un’armonizzazione di stato giuridico dei docenti e non un’opzione
    totalmente alternativa che si configurerebbe di un diverso
    rapporto.


    In conclusione di tutto ci, penso di poter
    affermare che non esiste veramente un vuoto legislativo
    sull’istruzione religiosa, come si vorrebbe dimostrare,
    perch gli interessi ivi connessi sono in effetti garantiti
    giuridicamente dal complesso equilibrio degli Accordi, che
    determinano sia forme di controllo, sia autonomia confessionale
    nella gestione dei contenuti.


    Per quanto concerne specificamente lo stato
    giuridico, al di l delle evidenti difficolt di ricercare
    equilibri normativi, l’intento dello Stato di dare una nuova
    disciplina dello stato giuridico dei docenti di religione
    cattolica, dichiarato quindici anni fa nell’Intesa fra Ministero
    della pubblica istruzione e Conferenza episcopale italiana,
    forse non un impegno nel senso letterale di immissione
    in ruolo, ma quella dell’immissione in ruolo evidentemente
    e coerentemente l’ipotesi pi ovvia con cui pu essere definita
    la nuova disciplina giuridica dei docenti di religione cattolica.


    Sottolineo che, precedentemente all’Accordo,
    la qualificazione professionale era rimessa discrezionalmente
    all’autorit ecclesiastica. Con l’Accordo lo Stato conviene
    con un sistema di qualificazione professionale, mentre con
    il disegno di legge in esame disciplina anche il reclutamento.
    Le numerose proposte di legge da cui scaturito il testo
    unificato concordano, d’altronde, sulla parificazione dello
    stato giuridico e sull’immissione in ruolo, ottenibile transitoriamente
    a determinate condizioni, per esempio con l’anzianit maturata.


    In conclusione, con questa proposta lo
    Stato viene coinvolto e si crea in tal modo, consequenzialmente,
    la premessa per l’inserimento nel ruolo dello Stato dei
    docenti di religione cattolica. Il problema della dipendenza
    dall’autorit ecclesiastica non messa in discussione da
    nessuna delle proposte di legge da cui il testo unificato
    discende. innegabile che la componente pi significativa
    della nuova identit degli insegnanti di religione cattolica
    l’inserimento nei ruoli, ma anche l’inserimento nelle
    finalit scolastiche, corrispondentemente, della disciplina
    da essi insegnata. (Applausi dai Gruppi LFNP,
    FI, UDEUR, PPI, CCD e AN e dei senatori Lorenzi, Gubert,
    Ossicini e Crescenzio. Congratulazioni)
    .


    PRESIDENTE. Ha facolt di parlare il rappresentante
    del Governo.


    GAMBALE , sottosegretario
    di Stato per la pubblica istruzione
    . Signor Presidente,
    il Governo esprime apprezzamento e approvazione per il fatto
    che dopo molti anni, com’ stato anche sottolineato nella
    discussione di questi giorni, si arrivati finalmente a
    discutere nel merito un provvedimento legislativo che risponde
    anche ai dettati dell’Intesa del 1985 tra Conferenza episcopale
    italiana e Stato italiano. Come Governo, abbiamo seguto
    con attenzione e rispetto il dibattito che si svolto prima
    in Commissione e poi in Aula, tenendo conto che il disegno
    di legge e resta d’iniziativa parlamentare.


    Nel corso della discussione sono emerse
    posizioni culturali e politiche molto diverse, che si sono
    confrontate in un dialogo, credo, fecondo. Infatti, chi
    ha seguto come me e come tanti di voi la discussione dall’inizio
    non pu non rendersi conto dello sforzo che stato compiuto
    da tanti senatori, che voglio ringraziare pubblicamente,
    insieme anche all’iniziale relatore Occhipinti e all’attuale
    relatore Brignone, anche per l’affare assegnato alla 7a
    Commissione permanente, che ha fornito un importante contributo
    alla discussione nel merito.


    Si tratta di un confronto che ha dato la
    possibilit di superare posizioni precostituite e di giungere
    ad una mediazione che ritengo alta, perch nei binari definiti
    dalla Costituzione, dal Concordato e dall’Intesa e nel rispetto
    delle norme che sono state approvate in tema di riforma
    della scuola, di riordino dei cicli e di nuove norme concorsuali,
    danno luogo ad un impianto legislativo che ci consente di
    porre fine – speriamo – ad un’ulteriore fetta di precariato
    presente nella scuola, riconoscendo piena dignit, ruolo
    e certezza giuridica agli insegnanti di religione cattolica.


    PRESIDENTE
    . Do lettura dei pareri espressi dalla 5a Commissione
    permanente sul disegno di legge in esame.


    "La Commissione programmazione economica,
    bilancio, per quanto di propria competenza, esprime parere
    di nulla osta".


    "La Commissione programmazione economica,
    bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo, per quanto
    di competenza, esprime parere di nulla osta, a condizione,
    ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, che sia inserita
    una clausola di copertura che quantifichi l’onere in lire
    510 milioni per il 2000 e in lire 47 miliardi a decorrere
    dal 2002. Esprime quindi parere di nulla osta sugli emendamenti
    trasmessi, ad eccezione che sugli emendamenti 1.2, 1.6,
    1.7, 1.8, 2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 2.6, 2.7, 2.8, 2.10, 2.11,
    5.4, 5.5, 5.6, 5.15, 5.16, 5.17, 2.12, 2.13, 2.14, 4.10,
    4.11 e 5.01, per i quali il parere contrario ai sensi
    dell’articolo 81 della Costituzione".


    "La Commissione programmazione economica,
    bilancio, per quanto di propria competenza, esprime parere
    di nulla osta sugli ulteriori emendamenti trasmessi, ad
    eccezione che sugli emendamenti 2.1000/1, 2.1000/2 e 5.0.1000,
    per i quali il parere contrario ai sensi dell’articolo
    81 della Costituzione".


    Procediamo all’esame degli articoli, nel
    testo unificato proposto dalla Commissione.


    Passiamo all’esame dell’articolo 1, sul
    quale sono stati presentati emendamenti, che si intendono
    tutti illustrati.


    Invito pertanto il relatore ed il rappresentante
    del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.


    BRIGNONE
    , relatore . Signor Presidente, non nascondo di aver
    incontrato alcune difficolt nello svolgimento del mio lavoro,
    perch l’ultima bozza di stampa degli emendamenti stata
    fornita – per ovvi motivi – soltanto questa mattina e quindi
    il testo degli emendamenti che era disponibile ieri sera
    alle ore 18 (con il termine di scadenza per la presentazione
    dei subemendamenti fissato alle ore 19,30) risultava, in
    alcune parti, leggermente diverso da quello attualmente
    in esame. Sono stato pertanto costretto ad un lavoro di
    affinamento, reso superfluo dall’analogo sforzo compiuto
    dagli uffici tecnici che, come me, nel corso della notte
    hanno riscontrato alcune imperfezioni e le hanno corrette.


    Mi limito ad un esempio: nella redazione
    originaria dell’emendamento 1.3, presentato dal senatore
    Biscardi e da altri senatori, non compariva un riferimento
    alle norme pattizie.


    BISCARDI. Signor Presidente, intendo ritirare
    l’emendamento 1.3.


    BRIGNONE, relatore. Il mio parere
    dunque contrario a tutti gli emendamenti presentati all’articolo
    1, escluso l’emendamento 1.1000 (in merito al quale registro
    una singolare inversione fra i commi rispetto al testo originario)
    sul quale esprimo parere favorevole.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Signor Presidente, il Governo
    esprime parere favorevole all’emendamento 1.1000 e contrario
    a tutti gli altri.


    PRESIDENTE
    . Metto ai voti l’emendamento 1.1, presentato dal senatore
    Russo Spena e da altri senatori.


    Non approvato.


    Ricordo che l’emendamento 1.3 stato test
    ritirato.


    Metto ai voti l’emendamento 1.1000/1, presentato
    dai senatori Bergonzi e Cortiana.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 1.1000/2, presentato
    dai senatori Bergonzi e Cortiana.


    Non approvato.


    Passiamo alla votazione dell’emendamento
    1.1000.


    MARRI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    MARRI. Signor Presidente, dichiaro il voto
    contrario di Alleanza Nazionale all’emendamento 1.1000,
    perch elimina tutta la parte del testo dell’articolo 1
    che richiama l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica
    italiana. Ci rappresenta per noi uno stravolgimento dell’articolo
    1, per cui chiediamo che si proceda con la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo.


    ASCIUTTI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    ASCIUTTI. Signor Presidente, l’emendamento
    1.1000 sembra apparentemente analogo al testo proposto dalla
    Commissione. In realt, e neppure in maniera velata, si
    elimina tutta la parte del comma 1 dell’articolo 1 concernente
    il Concordato tra la Repubblica italiana e la Santa Sede.


    Non comprendo il motivo della presentazione
    dell’emendamento; se un testo vale l’altro, opportuno
    che resti invariata la formulazione proposta dalla Commissione.
    Per questo motivo voteremo contro tale emendamento.


    DANZI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    DANZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi,
    non comprendo per quale ragione l’emendamento 1.1000 non
    stato illustrato. Il Gruppo del CCD favorevole all’approvazione
    del disegno di legge nel testo proposto dalla Commissione,
    che equilibrato, fa salve le peculiarit concordatarie
    e tutela una categoria di lavoratori che oggi precaria
    ed emarginata. Non comprendiamo perch gli emendamenti siano
    sostenuti con tanta determinazione e voteremo contro le
    proposte di modifica.


    PAGANO
    . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    PAGANO. Signor Presidente, desidero chiarire
    ai colleghi che la presentazione dell’emendamento 1.1000
    non stata un capriccio.


    Il testo proposto dalla Commissione, che
    ha unificato diverse proposte legislative, stato redatto
    quando non era ancora entrata in vigore la legge sulla riforma
    dei cicli scolastici. L’emendamento 1.1000 modifica il testo
    dell’articolo 1 in ragione della riforma intervenuta; inoltre,
    il richiamo alle norme concordatarie ci sembra pleonastico,
    trattandosi di norme vigenti. L’espunzione di questo riferimento
    quindi di natura formale e non contiene alcuna ambiguit.


    Ripeto che le modifiche del testo sono
    connesse alla riforma dei cicli; invito i colleghi a leggere
    il testo proposto dalla Commissione per verificare che esso
    non contempla alcune novit della riforma. (Commenti
    del senatore Asciutti)
    .


    BERGONZI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    BERGONZI. Signor Presidente, annuncio il
    voto favorevole dei Comunisti Italiani all’emendamento 1.1000.


    Essendo contrari all’istituzione del ruolo
    degli insegnanti di religione, per le ragioni che spiegher
    in sede di dichiarazione di voto finale, voteremo contro
    il disegno di legge al nostro esame.


    Voteremo invece a favore dell’emendamento
    1.1000 per evitare che sia approvata la parte peggiore dell’articolo
    1. Con la reiezione di tale proposta modificativa il testo
    dell’articolo 1 risulterebbe definito in modo peggiorativo;
    il nostro voto favorevole alla proposta di modifica tende
    dunque ad evitare il male peggiore.


    BRIGNONE
    , relatore . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
    vorrei sottoporre ai colleghi una considerazione. L’emendamento
    1.1000 stato firmato da un ampio schieramento di colleghi,
    non appartenenti certamente ad una sola forza politica.


    La senatrice Pagano ha illustrato poc’anzi
    le motivazioni dell’alternanza dei commi e del riferimento
    preciso alla costituenda scuola di base e quindi al riordino
    dei cicli.


    Certamente, come molti colleghi, mi sono
    posto anch’io la questione della necessit o meno di un
    riferimento esplicito alle norme pattizie, ma poich la
    norma volta all’istituzione dei ruoli, posso anche considerare,
    nella fattispecie, superflua la destinazione dell’insegnamento,
    perch l’argomento in oggetto l’istituzione del ruolo
    dell’insegnamento di una disciplina. chiaro poi che questa
    disciplina sar impartita nel quadro delle finalit contemplate
    dalle norme pattizie, le quali, in ogni caso, non vengono
    sottaciute ma richiamate successivamente, laddove effettivamente
    necessario.


    Ritengo quindi che una motivazione che
    richieda fermamente un riferimento a norme pattizie pu
    essere opportuna o meno, ma una questione che riguarda espressamente
    non le finalit dell’insegnamento ma l’istituzione delle
    classi di ruolo non deve essere considerata comunque sotto
    un profilo politico.


    MONTICONE
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    MONTICONE. Signor Presidente, concordo
    con quanto hanno detto il relatore e la senatrice Pagano,
    e vorrei specificare che la formulazione proposta dall’emendamento
    1.1000 molto importante per gli insegnanti di religione
    cattolica, perch sono istituiti, a differenza di quanto
    recitava il testo originario, i due ruoli, uno dei quali
    comprende tutta la costituenda scuola di base, e quindi
    le elementari ma anche le attuali scuole medie inferiori.


    Pertanto, la norma importante perch
    – come del resto, con altri emendamenti, firmati anche da
    me – si elimina per questi insegnanti l’obbligo di presentare
    la laurea nella fase transitoria; quindi, in tal modo, questa
    possibilit verr estesa agli insegnanti dell’attuale scuola
    media.


    PRESIDENTE
    . Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
    di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata
    dal senatore Marri, risulta appoggiata dal prescritto numero
    di senatori, mediante procedimento elettronico.


    (La richiesta risulta appoggiata).


    Votazione nominale con scrutinio simultaneo


    PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
    numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
    dell’emendamento 1.1000, presentato dalla senatrice Pagano
    e da altri senatori, sostitutivo dell’intero articolo.


    Indco pertanto la votazione nominale con
    scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


    I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
    contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
    si esprimeranno di conseguenza.


    Dichiaro aperta la votazione.


    (Segue la votazione).


    Il Senato approva. (v. Allegato
    B
    ).


    A seguito della precedente votazione,
    sono pertanto preclusi tutti i restanti emendamenti presentati
    all’articolo 1.


    Saluto ad una delegazione della Camera
    dei consiglieri del Regno del Marocco


    PRESIDENTE
    . E’ presente in tribuna una delegazione della Camera dei
    consiglieri del Regno del Marocco, guidata da due questori
    di quell’Assemblea parlamentare.


    Alla delegazione rivolgo il saluto dell’Assemblea
    del Senato della Repubblica e il mio personale. (Generali
    applausi
    ).


    Ripresa della discussione dei disegni
    di legge

    nn.
    662
    ,
    703
    ,
    1411
    ,
    1376
    e
    2965
    e della petizione n. 447


    PRESIDENTE
    . Passiamo all’esame dell’articolo 2, sul quale sono stati
    presentati emendamenti, che invito i presentatori ad illustrare.


    RUSSO SPENA. Signor Presidente, do per
    illustrato l’emendamento 2.1.


    BERGONZI. Signor Presidente, do anch’io
    per illustrato l’emendamento 2.2.


    BESOSTRI. Signor Presidente, do per illustrato
    l’emendamento 2.3.


    MARRI. Signor Presidente, do per illustrato
    il subemendamento 2.1000/1.


    ASCIUTTI
    . Signor Presidente, preciso brevemente che il motivo per
    cui il subemendamento 2.1000/2 propone di "sostituire
    le parole:
    "60 per cento" con le altre:
    "70 per cento"" quello di mantenere il
    testo approvato dalla Commissione, votato peraltro non solo
    da noi di Forza Italia e del Polo, ma anche dal Partito
    Popolare Italiano (che, rilevo, sta avendo dei ripensamenti
    su diversi punti gi votati in Commissione).


    Il motivo che ci induce a proporre di prevedere
    il 70 per cento molto semplice. Ci potrebbero essere delle
    province in cui alcuni insegnanti, per mancanza di posti
    in quelle realt, potrebbero essere esclusi; quindi, per
    non escluderli, sarebbe auspicabile mantenere il testo della
    Commissione, prevedendo quindi il 70 per cento.


    Do per illustrato il subemendamento 2.1000/3
    e i restanti emendamenti presentati all’articolo 2.


    BISCARDI
    . Signor Presidente, aggiungo la mia firma all’emendamento
    2.1000 e procedo alla sua illustrazione, anche se tale proposta
    emendativa si illustrerebbe da s.


    Voglio soltanto osservare che nel testo
    approvato dalla Commissione era previsto il 70 per cento
    dei posti da coprire con insegnanti a tempo indeterminato,
    che proponiamo invece di ridurre al 60 per cento per un
    motivo molto semplice: una rispondenza alla realt, anche
    perch, nella composizione del corpo docente della materia,
    noi abbiamo una gran parte di laici, ma anche una parte
    di religiosi. Ebbene, in questa fase, che naturalmente
    di transizione, come sempre deve avvenire quando instauriamo
    un nuovo regime, dobbiamo farci carico di ci nel modo pi
    sereno possibile e pi rispondente alla realt. Questo
    l’intento dell’emendamento.


    Debbo anche esprimere il compiacimento
    per l’accordo raggiunto tra una vasta platea di quest’Assemblea.


    Do, inoltre, per illustrati i restanti
    emendamenti che ho presentato all’articolo 2.


    PRESIDENTE
    . Gli emendamenti presentati dal senatore Monticone sarebbero
    sostanzialmente superati dall’emendamento 2.1000.


    BEVILACQUA. Signor Presidente, do per illustrati
    gli emendamenti presentati all’articolo 2.


    PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante
    del Governo a pronunciarsi sugli emendamenti in esame.


    BRIGNONE
    , relatore . Signor Presidente, chiaro che la questione
    importante quella relativa alla pi volte citata percentuale.
    Era stata individuata la misura del 70 per cento perch
    sembrava rispondere in modo equilibrato alle effettive necessit
    e anche alle statistiche dei non avvalentisi, considerate
    pure in proiezione.


    Devo riconoscere che mi meraviglia non
    tanto la richiesta di innalzamento all’80 per cento pervenuta
    da un’ala del Parlamento, ma la richiesta di riduzione,
    perch evidentemente essa lascia maggiore spazio alla componente
    di religione cattolica nell’insegnamento della materia,
    la quale potrebbe (uso il condizionale) anche dare una coloritura
    di pi accentuata confessionalit all’insegnamento; per,
    ritengo che questo sia uno scopo non certamente perseguito
    dai presentatori dell’opzione di riduzione di tale percentuale.


    Sulla base di queste considerazioni, non
    certamente da questo momento, ma avendo gi meditato in
    merito nei giorni scorsi ed essendomi anche consultato in
    sedi opportune, chiedo ai presentatori se non ritenga che
    una percentuale di due terzi corrisponda in modo equilibrato
    sia all’opzione prevista nel testo del 70 per cento sia
    a quella dell’80 per cento contenuta in alcune proposte
    emendative, sia a quella del 50 per cento prevista da altre.
    Non sto facendo una media aritmetica, ma solo una media
    di buon senso, due su tre. Mi sembra la proposta pi equilibrata
    e chiedo alla senatrice Pagano se pu venire incontro a
    questa mia richiesta.


    PRESIDENTE. Senatrice Pagano, accoglie
    l’invito del relatore?


    PAGANO. No, signor Presidente.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Signor Presidente, il Governo
    esprime parere favorevole all’emendamento 2.1000 e contrario
    a tutti gli altri emendamenti.


    PRESIDENTE
    . Passiamo agli emendamenti 2.1, 2.2 e 2.3, tra loro identici,
    su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario,
    per cui sarebbero improcedibili, a meno che 15 senatori
    non ne chiedano la votazione.


    Invito il senatore segretario a verificare
    se vi l’appoggio del prescritto numero di senatori alla
    votazione, mediante procedimento elettronico.


    (La richiesta non risulta appoggiata).


    Poich non vi l’appoggio alla richiesta
    di votazione, gli emendamenti 2.1, 2.2 e 2.3 sono improcedibili.


    Passiamo all’emendamento 2.1000/1, su cui
    la 5a Commissione ha espresso parere contrario.


    MARRI. Ne chiediamo la votazione.


    PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
    a verificare se la richiesta di votazione, avanzata dal
    senatore Marri, risulta appoggiata dal prescritto numero
    di senatori, mediante procedimento elettronico.


    (La richiesta non risulta appoggiata).


    L’emendamento 2.1000/1 pertanto improcedibile.


    Passiamo all’emendamento 2.1000/2, su cui
    la 5a Commissione ha espresso parere contrario,
    per cui sarebbe improcedibile, a meno che il prescritto
    numero di senatori non ne chieda la votazione.


    Invito il senatore segretario a verificare
    l’appoggio del prescritto numero di senatori alla votazione,
    mediante procedimento elettronico.


    (La richiesta non risulta appoggiata).


    L’emendamento 2.1000/2 pertanto improcedibile.


    Passiamo alla votazione dell’emendamento
    2.1000/3


    ASCIUTTI. Chiediamo la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


    PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
    a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio
    simultaneo, avanzata dal senatore Asciutti, risulta appoggiata
    dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento
    elettronico.


    (La richiesta risulta appoggiata).


    Votazione nominale con scrutinio simultaneo


    PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
    numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
    dell’emendamento 2.1000/3, presentato dal senatore Asciutti
    e da altri senatori.


    Indco pertanto la votazione nominale con
    scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


    I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
    contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
    si esprimeranno di conseguenza.


    Dichiaro aperta la votazione.


    (Segue la votazione).


    Il Senato non approva. (v. Allegato
    B
    ).


     


    Ripresa della discussione dei disegni
    di legge

    nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


    PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento
    2.1000, interamente sostitutivo dell’articolo 2.


    Senatore Brignone, stante la contrariet
    della senatrice Pagano ad accogliere la sua proposta di
    modifica, vuole chiarire il suo parere sull’emendamento
    in questione?


    BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
    avevo subordinato il mio parere favorevole al fatto che
    fosse modificata la percentuale prevista dall’emendamento.
    Visto che la senatrice Pagano non ha accolto la mia proposta
    di modifica, il mio parere non favorevole.


    ASCIUTTI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    ASCIUTTI. Signor Presidente, dal momento
    che l’emendamento 2.1000, rispetto al testo originario dell’articolo
    2, modifica solo la percentuale, mi aspettavo che il relatore
    esprimesse un parere favorevole, come ha fatto in Commissione.


    Inoltre, chiedo la votazione mediante procedimento
    elettronico.


    MARRI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    MARRI. Signor Presidente, dichiaro il nostro
    voto contrario su questo emendamento.


    In Commissione avevamo deciso, insieme
    alle forze politiche della sinistra, che la percentuale
    arrivasse al 70 per cento. Per noi tale percentuale era
    gi bassa e volevamo – come abbiamo proposto con l’emendamento
    2.6 – portarla all’80 per cento, ma speravamo che per lo
    meno quello che si era deciso fosse mantenuto anche da quelle
    parti – mi riferisco al Partito Popolare Italiano e agli
    altri partiti cattolici – che avevano difeso in Commissione
    questo provvedimento legislativo.


    Credo che la percentuale del 70 per cento
    dovrebbe rimanere ma poich la senatrice Pagano si dichiarata
    contraria, voteremo contro l’emendamento 2.1000.


    BERGONZI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    BERGONZI. Signor Presidente, dichiaro il
    mio voto favorevole all’emendamento 2.1000.


    DANZI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    DANZI. Signor Presidente, non riusciamo
    a comprendere in alcun modo tanta cattiveria nei confronti
    di questi lavoratori precari, per cui voteremo contro questo
    emendamento. Rimaniamo assolutamente stupiti dal mutamento
    di opinione da parte dei Gruppi cattolici che si verificato
    nel passaggio dell’esame del provvedimento dalla Commissione
    all’Assemblea.


    PRESIDENTE
    . Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
    di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata in precedenza
    dal senatore Asciutti, risulta appoggiata dal prescritto
    numero di senatori, mediante procedimento elettronico.


    (La richiesta risulta appoggiata).


    Votazione nominale con scrutinio simultaneo


    PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
    numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
    dell’emendamento 2.1000, interamente sostitutivo dell’articolo
    2, presentato dalla senatrice Pagano e da altri senatori.


    Indco pertanto la votazione nominale con
    scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


    I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
    contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
    si esprimeranno di conseguenza.


    Dichiaro aperta la votazione.


    (Segue la votazione).


    Il Senato approva. (v. Allegato
    B
    ).



    Ripresa della discussione dei disegni
    di legge

    nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


    PRESIDENTE. Restano pertanto preclusi tutti
    gli altri emendamenti all’articolo 2.


    Passiamo all’esame dell’articolo 3, sul
    quale sono stati presentati alcuni emendamenti che invito
    i presentatori ad illustrare.


    RUSSO SPENA. Signor Presidente, gli emendamenti
    3.1, 3.4, 3.7, 3.9, 3.11 e 3.13 si illustrano da s.


    BESOSTRI. Signor Presidente, l’emendamento
    3.2 si illustra da s.


    BERGONZI. Signor Presidente, gli emendamenti
    3.3, 3.1000/2 e 3.1000/4 si illustrano da s.


    ASCIUTTI. Signor Presidente, l’emendamento
    3.1000/1 si illustra da s.


    MARRI. Signor Presidente, anche l’emendamento
    3.1000/3 si illustra da s.


    PAGANO. Signor Presidente, l’emendamento
    3.1000 si illustra da s.


    BISCARDI. Signor Presidente, ritiro gli
    emendamenti 3.5 e 3.8.


    MONTICONE. Signor Presidente, ritiro gli
    emendamenti 3.6, 3.10 e 3.12.


    PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante
    del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.


    BRIGNONE
    , relatore . Signor Presidente, esprimo parere contrario
    sugli emendamenti 3.1, 3.2, 3.3, 3.4, 3.1000/1 (perch
    chiaro che debbono essere compatibili con questa legge;
    viene appunto introdotto il criterio di compatibilit),
    3.1000/2, 3.1000/3 e 3.1000/4.


    Mi rimetto al Governo e all’Assemblea sull’emendamento
    3.1000, interamente sostitutivo dell’articolo 3, concernente
    il reclutamento.


    GAMBALE , sottosegretario
    di Stato per la pubblica istruzione
    . Signor Presidente,
    il Governo esprime parere favorevole sull’emendamento 3.1000
    e parere contrario su tutti gli altri emendamenti.


    PRESIDENTE
    . Metto ai voti l’emendamento 3.1, presentato dal senatore
    Russo Spena e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 3.2, presentato
    dal senatore Besostri, identico all’emendamento 3.3, presentato
    dal senatore Bergonzi e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 3.4, presentato
    dal senatore Russo Spena e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 3.1000/1, presentato
    dal senatore Asciutti e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 3.1000/2, presentato
    dai senatori Bergonzi e Cortiana.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 3.1000/3, presentato
    dal senatore Marri e da altri senatori.


    Non approvato.


    Passiamo alla votazione dell’emendamento
    3.1000/4.


    BERGONZI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    BERGONZI. Signor Presidente, dichiaro,
    ovviamente, il voto favorevole all’emendamento 3.1000/4
    indicandone la ragione.


    Con i commi 2 e 3, di cui ho proposto la
    soppressione, si opera una forzatura rispetto al testo concordatario
    stipulato tra lo Stato italiano e la Santa Sede nella parte
    concernente l’insegnamento della religione. Si prevede,
    infatti, la preclusione – se cos si pu definire – del
    riconoscimento dell’idoneit non tanto per l’insegnamento
    della religione ma per l’ammissione alla partecipazione
    ad un concorso per l’accesso ad un ruolo dello Stato.


    Dal punto di vista giuridico, istituzionale
    e anche costituzionale, condizioni normative come quelle
    proposte rappresentano, a mio giudizio, una forzatura molto
    forte rispetto al Concordato e al modo in cui lo stesso
    attualmente applicato. Per essere chiaro fino in fondo,
    oggi l’autorit ecclesiastica riconosce l’idoneit all’insegnamento
    della religione, e non a partecipare a concorsi per insegnare
    tale materia.


    PRESIDENTE
    . Metto ai voti l’emendamento 3.1000/4, presentato dai senatori
    Bergonzi e Cortiana.


    Non approvato.


    Passiamo alla votazione dell’emendamento
    3.1000, sostitutivo dell’intero articolo.


    ASCIUTTI. Chiediamo la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


    PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
    a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio
    simultaneo, avanzata dal senatore Asciutti, risulta appoggiata
    dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento
    elettronico.


    (La richiesta risulta appoggiata).


    Votazione nominale con scrutinio simultaneo


    PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
    numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
    dell’emendamento 3.1000, presentato dalla senatrice Pagano
    e da altri senatori, sostitutivo dell’intero articolo.


    Indco pertanto la votazione nominale con
    scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


    I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
    contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
    si esprimeranno di conseguenza.


    Dichiaro aperta la votazione.


    (Segue la votazione).


    Il Senato approva. (v. Allegato
    B
    ).


     


    Ripresa della discussione dei disegni
    di legge

    nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


    PRESIDENTE. A seguito di tale votazione,
    risultano preclusi tutti i restanti emendamenti presentati
    sull’articolo 3.


    Passiamo all’esame dell’articolo 4, sul
    quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori
    ad illustrare.


    BERGONZI. Signor Presidente, do per illustrati
    gli emendamenti 4.1 e 4.5.


    RUSSO SPENA. Signor Presidente, do per
    illustrati gli emendamenti 4.2, 4.4 e 4.7.


    BESOSTRI. Signor Presidente, anch’io do
    per illustrato l’emendamento 4.3.


    MARRI. Signor Presidente, do per illustrati
    gli emendamenti 4.1000/1 e 4.1000/3.


    ASCIUTTI
    . Signor Presidente, do per illustrato l’emendamento 4.1000/2.


    Con l’emendamento 4.1000/4 si propone di
    sostituire la previsione di un quinquennio con quella di
    un biennio, in quanto, a mio avviso, due anni sono pi che
    sufficienti per congelare i posti rimasti vacanti a seguito
    di revoca dell’idoneit; prevedere cinque anni mi sembra
    veramente eccessivo.


    Do infine per illustrato l’emendamento
    4.11.


    PAGANO. Signor Presidente, do per illustrato
    l’emendamento 4.1000 (Testo corretto).


    BISCARDI. Signor Presidente, ritiro gli
    emendamenti 4.6 e 4.8.


    MONTICONE. Anch’io, signor Presidente,
    ritiro l’emendamento 4.9.


    MARRI. Signor Presidente, l’emendamento
    4.10 si illustra da s.


    PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante
    del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.


    BRIGNONE
    , relatore . Signor Presidente, certamente la questione
    della mobilit dopo un certo numero di anni comporta valutazioni
    che possono anche essere dicotomiche tra loro, perch siamo
    di fronte a proposte emendative che spaziano da due fino
    a cinque anni. Forse il termine di due anni non garantisce
    una stabilit che andrebbe a vantaggio della disciplina,
    perch la stabilit dell’insegnante garantisce anche una
    maggiore pregnanza e la possibilit di esplicare un’azione
    didattica pi significativa, perch continuata nel tempo.


    anche vero per che quanto proposto dalla
    senatrice Pagano e da altri senatori con l’emendamento 4.1000,
    fissando il termine di cinque anni, pu risultare effettivamente
    alquanto penalizzante.


    Chiedo, quindi, alla senatrice Pagano se
    disposta a ridurre il termine di cinque anni a quattro
    anni di effettivo insegnamento dall’assunzione in ruolo,
    proposta che mi sembra equilibrata.


    In caso contrario, mi rimetto all’Aula.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione.
    Signor Presidente, esprimo parere
    favorevole sull’emendamento 4.1000, mentre il parere su
    tutti gli altri emendamenti contrario.


    PRESIDENTE
    . Metto ai voti l’emendamento 4.1, presentato dal senatore
    Bergonzi e da altri senatori, identico all’emendamento 4.2,
    presentato dal senatore Russo Spena e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 4.4, presentato
    dal senatore Russo Spena e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 4.3, presentato
    dal senatore Besostri.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 4.5, presentato
    dal senatore Bergonzi e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 4.1000/1, presentato
    dal senatore Marri e da altri senatori, identico all’emendamento
    4.1000/2, presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 4.1000/3, presentato
    dal senatore Marri e da altri senatori, identico all’emendamento
    4.1000/4, presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


    Non approvato.


    Senatrice Pagano, il relatore Brignone
    ha chiesto di apportare una modifica all’emendamento 4.1000
    (Testo corretto). E’ d’accordo?


    PAGANO. Signor Presidente, non accolgo
    la richiesta.


    PRESIDENTE. Senatore Brignone, in questo
    caso il suo parere diventa contrario?


    BRIGNONE, relatore. S, signor Presidente,
    il mio parere in tal caso contrario.


    PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento
    4.1000 (Testo corretto).


    TABLADINI. Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    TABLADINI. Signor Presidente, richiedo
    fin da ora la votazione nominale con scrutinio simultaneo
    sull’emendamento in esame.


    PRESIDENTE. Ne prendo atto.


    ASCIUTTI
    . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Su cosa, senatore Asciutti?.


    ASCIUTTI. Per dichiarazione di voto, signor
    Presidente. Non l’abbiamo molto tediata oggi.


    PRESIDENTE. La dichiarazione di voto
    una facolt del senatore e non una mia concessione.


    ASCIUTTI. La ringrazio.


    Non riesco a comprendere il motivo per
    cui i colleghi del Gruppo Democratici di Sinistra vogliono
    essere cos restrittivi su una questione cos semplice e
    chiara.


    Ho chiesto che il termine di cinque anni
    fosse ridotto a due, perch un periodo di cinque anni
    eccessivo. Il relatore aveva proposto semplicemente di ridurre
    tale termine a quattro anni, che non sono poca cosa; chi
    vive il mondo scolastico sa benissimo che si tratta di un
    lungo lasso di tempo. Malgrado ci, da parte di questa maggioranza
    non c’ la minima volont di accettare nemmeno quello che
    sembrerebbe molto semplice per tutti.


    Per questo motivo, voteremo contro l’emendamento
    4.1000 e la ragione di fondo – possiamo anche dirlo – di
    tutti questi emendamenti sostitutivi degli articoli, della
    nuova riscrittura del disegno di legge, consiste in un meccanismo
    che non riesco a comprendere.


    Infatti, questi emendamenti si potevano
    benissimo presentare e discutere in Commissione, ma in quella
    sede c’ stata chiusura netta. Qui in Aula i DS, o parte
    dei DS, si sono ravveduti per mettere i Popolari in condizione
    di seguirli in questo cambiamento. I Popolari erano con
    noi sul disegno di legge originale, quello licenziato dalla
    Commissione, cos come l’UDEUR; ci hanno ripensato e hanno
    accettato questi cambiamenti che sono indubbiamente peggiorativi
    del testo; non mi vengano infatti a dire che sono migliorativi,
    per cui questo nuovo aggiustamento li ha convinti a cambiare
    idea! No: si sono convinti esclusivamente per non rompere
    la maggioranza; esclusivamente per questo.


    Questa denuncia io la faccio in quest’Aula,
    alla Nazione tutta, perch lo si sappia. Non c’ altro dietro
    questi emendamenti. Per tale ragione, signor Presidente,
    noi del Gruppo Forza Italia voteremo contro l’emendamento
    4.1000.


    CASTELLANI
    Pierluigi
    . Domando di parlare per dichiarazione
    di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    CASTELLANI Pierluigi. Signor Presidente,
    intervengo per annunciare il voto favorevole del Gruppo
    del Partito Popolare Italiano all’emendamento 4.1000, ricordandone
    le motivazioni, che in parte sono quelle che ha espresso
    il relatore nel manifestare la propria contrariet agli
    altri emendamenti.


    Innanzitutto, bisogna offrire stabilit
    all’insegnante, alla classe, agli alunni, e quindi i cinque
    anni rappresentano proprio il termine ragionevole che anche
    in altra ipotesi l’ordinamento scolastico prevede: ad esempio,
    per gli insegnanti di sostegno, per il passaggio da un insegnamento
    all’altro.


    Questo quindi il primo motivo: siamo
    nell’ordinamento scolastico, siamo in linea con altre previsioni
    e siamo d’accordo sul fatto che occorre dare stabilit e
    continuit didattica a questo insegnamento.


    L’altra ragione che l’abbassamento eccessivo
    di questo termine farebbe pensare che l’insegnamento della
    religione uno strumento per impartire altri insegnamenti
    e vogliamo evitare che vi sia questa nube che inficia in
    qualche modo tutto il disegno di legge.


    Per questi motivi, i Popolari votano convintamente
    a favore dell’emendamento 4.1000. (Applausi dal Gruppo
    PPI).


    PIREDDA
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    PIREDDA. Signor Presidente, onorevoli colleghi,
    il Gruppo del CCD vota contro l’emendamento in esame, perch
    stranamente quest’ultimo rappresenta un restringimento delle
    varie fattispecie che erano state approvate in Commissione
    con il voto della maggioranza. Non si comprende la ragione
    del peggioramento della norma; di certo, ad esempio, l’introduzione
    del limite dei cinque anni non compariva nel testo approvato
    in Commissione.


    Francamente, ci meravigliamo del fatto
    che per questo tipo di lavoratori, cio gli insegnanti di
    religione cattolica, venga previsto un lasso di tempo cos
    elevato mentre per tante altre categorie di lavoratori soprattutto
    la sinistra non ha mai chiesto un tempo cos lungo di esercizio
    delle funzioni.


    Rileviamo inoltre che per esempio stata
    cassata l’ipotesi, assai pi ampia, contenuta nel comma
    3 del testo della Commissione, secondo cui chi non fruisce
    della mobilit professionale nel comparto del personale
    della scuola "ha titolo a partecipare alle procedure
    di diversa utilizzazione e di mobilit collettiva previste…"
    e via dicendo. Probabilmente ci avvenuto per recuperare
    il consenso di quella parte dell’estrema sinistra che aveva
    dichiarato di essere assolutamente contraria a questo disegno
    di legge. Ci meravigliamo infatti di come, a fronte di tutti
    gli emendamenti totalmente soppressivi dei vari articoli
    presentati dal Gruppo di Rifondazione Comunista, vi sia
    adesso invece il voto favorevole di Rifondazione Comunista
    ad un testo che lontanissimo dalle sue proposte emendative.


    Ribadisco, in conclusione, il nostro voto
    contrario.


    PERUZZOTTI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    PERUZZOTTI. Signor Presidente, a pensare
    male si fa peccato, visto che si sta parlando degli insegnanti
    cattolici, per qualche volta ci si azzecca.


    Io ho la netta impressione, signor Presidente,
    che questo provvedimento debba fare la fine ingloriosa di
    quello sulla procreazione medicalmente assistita: una guerra
    tra bande all’interno della maggioranza lo ha affossato.
    Adesso sta avvenendo la stessa cosa, signor Presidente.


    Noi voteremo contro l’emendamento 4.1000
    e denunciamo pubblicamente, in quest’Aula, che da parte
    del centro-sinistra in atto il tentativo di affossare
    il provvedimento in esame. (Applausi dai Gruppi LFNP,
    FI e CCD. Congratulazioni)
    .


    NAPOLI
    Roberto
    . Domando di parlare per dichiarazione
    di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    NAPOLI Roberto. Signor Presidente, esprimendo
    il voto favorevole a nome del Gruppo UDEUR sull’emendamento
    4.1000, vorrei fare una prima riflessione.


    Non mi pare proprio che il provvedimento
    in esame possa avere lo stesso iter di quello sulla
    fecondazione assistita, a proposito del quale proprio io
    chiesi la sospensione dell’esame. Mi pare che la preoccupazione
    pi forte del Polo e della Lega sia vedere la maggioranza
    oggi unita su un testo di grande equilibrio, che tiene conto
    delle diverse componenti. (Applausi dai Gruppi UDEUR
    e PPI. Commenti dai Gruppi LFNP e FI)
    .


    Capisco che l’obiettivo dell’opposizione
    quello di dividere, ma questa volta non ci siete riusciti
    e di ci, come Capigruppo, noi siamo assolutamente contenti.
    (Commenti dai Gruppi LFNP e FI).


    Per quanto riguarda il merito dell’emendamento
    4.1000, dopo l’approvazione degli altri due emendamenti
    da noi sottoscritti come maggioranza, anche le parti pi
    direttamente interessate ( ovvio che mi riferisco a tutto
    il mondo che si muove nell’area cattolica e non agli insegnanti
    di religione) stanno comprendendo che questo provvedimento,
    dopo 16 anni, fornisce finalmente una risposta ad un problema
    sul quale Governi e Parlamenti precedenti avevano scelto
    la via del rinvio.


    Noi, come Senato, stiamo portando a termine
    l’iter di un disegno di legge che fornisce una risposta
    ai problemi che erano sul tappeto, anche con grande coraggio
    rispetto a chi aveva preferito il rinvio. Abbiamo rifiutato
    qualsiasi logica di tipo trasversale per l’approvazione
    del provvedimento, perch quando alcuni colleghi del Polo
    chiedono il bipolarismo, devo sottolineare che noi in questo
    bipolarismo crediamo anche sui provvedimenti. Probabilmente
    avrebbe fatto comodo che questo disegno di legge. (Vivaci
    commenti dai Gruppi LFNP, FI e AN)
    .


    PRESIDENTE. Per favore, senatore Napoli,
    usi argomenti didattici non di schieramento. (Vivaci
    commenti dai Gruppi LFNP, FI, CCD e AN).


    Senatore Asciutti, consenta al senatore
    Napoli di portare a compimento la sua riflessione.


    PERUZZOTTI. Vergogna!


    NAPOLI Roberto. Signor Presidente, lei
    sa benissimo, dopo sette anni, che possono dire quello che
    vogliono, ma io non mi turbo per alcun motivo. Lo sanno
    benissimo anche loro. (Commenti dai Gruppi LFNP, FI,
    CCD e AN)
    .


    PERUZZOTTI. Vergogna!


    NAPOLI Roberto. Volevo terminare il mio
    intervento esprimendo, a nome del mio Gruppo, il voto favorevole
    sullo specifico tema proposto dall’emendamento 4.1000 che
    noi abbiamo sottoposto all’esame dell’Assemblea, invitando
    anche il collega del CCD che adesso ha parlato a rileggere
    con attenzione il testo di tale emendamento. Cos facendo,
    egli per primo si renderebbe conto che abbiamo dato una
    risposta seria ad un problema che esisteva.


    Per questo motivo, il Gruppo UEDUR voter
    a favore dell’emendamento 4.1000. (Applausi dai Gruppi
    UDEUR, PPI e DS. Congratulazioni).


    MARRI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    MARRI. Signor Presidente, dopo le dichiarazioni
    del senatore Napoli, ci accorgiamo che questo un patto
    fatto all’interno di una maggioranza che si stava sgretolando
    e che adesso riuscita – come sostiene il senatore Napoli
    – a ricompattarsi nel bipolarismo, anche se tutto quanto
    stato detto e fatto in Commissione non conta pi, perch
    qui sono stati raggiunti nuovi accordi e nuovi patti. Ci
    penalizza notevolmente questi lavoratori, questi insegnanti
    tanto difesi dalla sinistra, ma oggi lasciati da una parte,
    lasciati perdere perch alla sinistra fa comodo ricompattarsi
    ancora una volta.


    Ebbene, siamo abituati ormai a tutto ci:
    ascoltiamo persone che ieri sostenevano una cosa e oggi
    ne affermano un’altra e vediamo personaggi eletti da una
    parte politica passare ad un’altra (Applausi dai Gruppi
    AN e FI)
    .


    Non ci stupiamo pi di niente, neppure
    che gli insegnanti di religione siano penalizzati dallo
    stravolgimento del testo in esame, operato mediante i nuovi
    emendamenti ad esso presentati, con la complicit del Partito
    Popolare e dell’UDEUR. (Applausi dai Gruppi AN e FI).


    PRESIDENTE
    . Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
    di votazione con scrutinio simultaneo, precedentemente avanzata
    dal senatore Tabladini, risulta appoggiata dal prescritto
    numero di senatori, mediante procedimento elettronico.


    (La richiesta risulta appoggiata).


    Votazione nominale con scrutinio simultaneo


    PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
    numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
    dell’emendamento 4.1000 (Testo corretto), presentato dalla
    senatrice Pagano e da altri senatori, sostitutivo dell’intero
    articolo.


    Indco pertanto la votazione nominale con
    scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


    I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
    contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
    si esprimeranno di conseguenza.


    Dichiaro aperta la votazione.


    (Segue la votazione).


    Il Senato approva. (v. Allegato
    B
    ).



    Ripresa della discussione dei disegni
    di legge

    nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


    PRESIDENTE. Risultano pertanto preclusi
    tutti i restanti emendamenti presentati all’articolo 4.


    Passiamo all’esame dell’articolo 5, sul
    quale sono stati presentati emendamenti, che invito i presentatori
    ad illustrare.


    BRIGNONE
    , relatore . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
    l’articolo 5 reca norme transitorie e finali abbastanza
    delicate, che devono essere affrontate con assoluta serenit
    e oggettivit. Inoltre, gli emendamenti pi significativi
    fra quelli presentati mi hanno imposto una ricognizione
    notturna di alcune disposizioni legislative vigenti che,
    se applicate come configurato nel dettato emendativo, potrebbero
    pregiudicare la partecipazione al concorso dei docenti di
    scuola media superiore, i quali sembrerebbero esclusi anche
    da quanto previsto negli emendamenti che ho potuto esaminare
    soltanto in mattinata.


    Desidero infine confrontarmi con i presentatori
    dell’emendamento 5.1000 in merito alle prove concorsuali
    perch, per come sono configurate, sembrerebbero abbastanza
    penalizzanti. Si prevede, infatti, che docenti diplomati,
    magari in possesso di diploma tecnico, siano sottoposti
    ad un accertamento della cultura posseduta "nel campo
    delle scienze sociali, filosofiche e storiche", il
    cui studio, sinceramente, non viene contemplato da nessuna
    norma pattizia.


    Ho intenzione di avanzare delle proposte,
    che chiedo fermamente siano accolte, perch ritengo che
    per gli insegnanti di religione sia necessario verificare
    – come stato previsto per tutto il personale precario
    della scuola – esclusivamente le esperienze acquisite, le
    competenze didattiche e pedagogiche in possesso degli aspiranti
    all’immissione in ruolo e la conoscenza delle riforme in
    atto nel mondo della scuola (vale a dire l’autonomia scolastica,
    i nuovi organi collegiali e le possibilit di interdisciplinariet
    della propria materia in rapporto alle altre), in modo che
    l’insegnante dimostri di essere veramente preparato per
    concorrere alle finalit educative, per quanto di sua competenza,
    in collaborazione con i docenti delle altre discipline.


    Non condivido, invece, la proposta di chiedere
    ad un perito, o ad un geometra, in possesso del previsto
    titolo conseguito negli istituti superiori di scienze religiose,
    che gli fornisce una competenza specifica per l’insegnamento,
    di provare le sue conoscenze nel campo delle scienze filosofiche,
    storiche e sociali, che sono di competenza esclusiva di
    chi laureato in scienze umane e storia.


    Signor Presidente, per tutte le ragioni
    esposte, chiedo una sospensione dei nostri lavori al fine
    di verificare le richieste avanzate e di trovare un accordo.
    (Applausi dai Gruppi LFNP e FI).


    PRESIDENTE. Invito la senatrice Pagano
    a pronunciarsi sulla proposta del relatore.


    PAGANO
    . Signor Presidente, concordo con la proposta di esplicitare
    il richiamo alle disposizioni dell’articolo 53 della legge
    n. 312 del 1980, e successive modificazioni, per evitare
    i pericoli paventati dal relatore.


    Per quanto riguarda l’accertamento della
    cultura posseduta dal candidato nel campo delle scienze
    sociali, filosofiche e storiche, lo stesso relatore ha riconosciuto
    che le scienze religiose ricomprendono tali discipline.


    CASTELLI
    . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    CASTELLI. Signor Presidente, il senatore
    Brignone, se ho ben capito, si sta lamentando di aver potuto
    prendere visione di una nuova bozza del fascicolo degli
    emendamenti soltanto ieri sera. Ci mi stupisce perch esiste
    una prassi (almeno cos sempre stato per gli emendamenti
    che noi volevamo presentare in corso d’opera) nel senso
    che il termine di scadenza fissato con congruo anticipo
    rispetto all’esame dell’Assemblea. In questo caso assistiamo
    invece alla presentazione di emendamenti all’ultimo momento
    non da parte del relatore n del Governo, e il relatore
    incontra difficolt nell’esaminarli.


    Vedo che il dottor Nocilla sta diligentemente
    consultando il Regolamento. E’ vero che ai sensi dell’articolo
    100, comma 4, del Regolamento gli emendamenti, se firmati
    da otto senatori, possono essere presentati anche il giorno
    stesso della discussione, purch la presentazione avvenga
    almeno un’ora prima dell’inizio della seduta. Voglio per
    ricordare che in questa legislatura ci non mai accaduto,
    mentre accaduto spesso che la nostra richiesta di presentare
    emendamenti nel corso della seduta sia stata respinta.


    Vorrei capire esattamente che cosa accaduto
    in questo caso.


    PRESIDENTE
    . Senatore Castelli, alle ore 18,30 di ieri sono stati presentati
    alcuni emendamenti e sono stati fissati i termini per la
    presentazione di subemendamenti. La questione in esame
    la proposta avanzata dal relatore, che la prima presentatrice
    dell’emendamento 5.1000 si dichiarata disponibile ad accogliere.


    Dobbiamo pertanto procedere, invitando
    il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull’emendamento
    in questione e sulla proposta avanzata dal relatore.


    GAMBALE , sottosegretario
    di Stato per la pubblica istruzione
    . Signor Presidente,
    il Governo favorevole all’emendamento 5.1000 e alle proposte
    di esplicitazione dell’articolo 53 della legge n. 312 del
    1980, e successive modificazioni, perch l’attuale dizione
    potrebbe effettivamente dar luogo ad interpretazioni diverse.


    Sulla sospensione non mi pronuncio, rimettendomi
    ad una decisione dell’Assemblea.


    ASCIUTTI
    . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    ASCIUTTI. Signor Presidente, apprezzo la
    correttezza e la seriet del relatore Brignone, il quale
    ha pi di una ragione per dichiarare le sue perplessit.


    In primo luogo, non affatto vero che
    negli istituti superiori di scienze religiose si studino
    scienze sociali, filosofiche e storiche. In secondo luogo,
    il personale che insegna religione cattolica nelle scuole
    in molti casi non proviene dagli istituti superiori di scienze
    religiose, ma di ci l’emendamento 5.1000 non tiene conto.


    Concordo sulla breve sospensione, ma soltanto
    se essa comporter una modifica dell’emendamento 5.1000;
    altrimenti, sarebbe soltanto una perdita di tempo.


    SPECCHIA
    . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    SPECCHIA. Signor Presidente, per quanto
    riguarda la delicata questione sollevata dal senatore Castelli,
    anche a me e ad altri colleghi del mio Gruppo capitato
    di sentirci dire dalla Presidenza e dai collaboratori di
    essa che non potevamo presentare emendamenti una volta scaduto
    il termine stabilito ab initio. Noi, disciplinatamente
    e responsabilmente, ci siamo sempre attenuti a quanto ci
    stato detto e io sono certamente uno dei senatori presente
    da pi tempo in quest’Aula.


    Prendo atto che lei, signor Presidente,
    avvalendosi di un potere discrezionale, ha ritenuto di ammettere
    dopo il termine stabilito la presentazione di alcuni emendamenti
    da parte della maggioranza. Vorrei allora sapere, dal momento
    che siamo tutti senatori e dobbiamo godere di una condizione
    di parit per poter esercitare il nostro mandato, se da
    oggi in poi lei accetter anche gli emendamenti presentati
    dopo il termine, sia pure con otto o pi firme, da parte
    di tutti i Gruppi e di tutti i senatori.


    Se cos non dovesse accadere, mi permetterei
    di non essere assolutamente d’accordo, perch strappi al
    Regolamento non possono essere fatti nemmeno da parte dell’autorevole
    Presidenza. Dobbiamo lavorare con tranquillit, sapendo
    che le regole del gioco valgono per tutti e sono sempre
    quelle che abbiamo scritto o concordato nei fatti. (Applausi
    dal Gruppo AN).


    PRESIDENTE
    . Vorrei fare presente ai colleghi che hanno sollevato riserve
    circa i tempi di presentazione degli emendamenti che personalmente
    – per quanto riguarda la legislatura in corso -, quando
    colleghi appartenenti a pi Gruppi mi hanno chiesto di presentare
    emendamenti anche fuori termine, apprezzate le circostanze,
    ho sempre dato parere favorevole.


    In secondo luogo, nel caso specifico, ci
    troviamo ad esaminare un disegno di legge presentato all’Aula
    per l’approvazione; quindi, ammettere emendamenti, sia pure
    tardivi, finalizzati ad una migliore comprensione del testo
    o all’acquisizione di maggiori convergenze, rientra nei
    poteri discrezionali del Presidente del Senato (Commenti
    dai Gruppi LFNP e AN)
    ed io mi sono avvalso di questo
    potere discrezionale. (Applausi dai Gruppi DS, PPI e
    UDEUR e del senatore Vertone Grimaldi).


    Per quanto riguarda, infine, la richiesta
    avanzata dal relatore, senatore Brignone, constatato che
    sono le ore 12,25, consento una breve sospensione, come
    da lui richiesto.


    Pertanto, sospendo la seduta per dieci
    minuti.


    (La seduta, sospesa alle ore 12,25,
    ripresa alle ore 12,36)
    .


    PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.


    BRIGNONE
    , relatore . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
    l’emendamento 5.1000 necessitava di un approfondimento,
    che stato compiuto, in quanto conteneva un riferimento
    all’articolo 3, commi 6 e 7, del decreto del Presidente
    della Repubblica n. 399 del 1988, il quale sostanzialmente
    contempla le norme necessarie per la progressione economica
    dei docenti e contempla altres una distinzione tra i docenti
    di scuola materna, elementare e media e i docenti di scuola
    media superiore.


    Infatti, mentre gli insegnanti di scuola
    materna ed elementare devono avere quattro anni di anzianit
    di servizio e un monte orario settimanale non inferiore
    a dodici ore, per quanto concerne le scuole secondarie questo
    riferimento non viene citato. Allora, si desumerebbe che
    potrebbero essere considerati solo gli insegnanti che abbiano
    le diciotto ore di insegnamento, a meno che la riduzione
    non sia imposta da ragioni strutturali. In altre parole,
    ci significa che in una scuola vi pu essere disponibilit
    di sedici o diciassette ore ma non di diciotto, e allora
    viene comunque considerato trattamento di cattedra per non
    costringere l’insegnante ad insegnare anche in un’altra
    scuola per un’ora di completamento.


    Per, chiaro che una situazione estremamente
    differente rispetto alle dodici ore considerate negli altri
    ordini e gradi di scuole.


    Da una norma di questo genere, risulterebbero
    fortemente penalizzati gli insegnanti di scuola media superiore,
    perch se nelle grandi citt probabilmente hanno cattedre
    di diciotto ore, nei piccoli e medi centri, generalmente
    non riescono a disporre dell’orario di cattedra. Conseguentemente,
    sarebbero esclusi dalle prove concorsuali.


    In considerazione di ci, ho chiesto ai
    proponenti di sopprimere le parole: "ai quali si applicano
    le disposizioni di cui all’articolo 53, ultimo comma, della
    legge n. 312 del 1980, nonch di cui all’articolo 3, commi
    6 e 7, del decreto del Presidente della Repubblica n. 399
    del 1988" sostituendole con le seguenti: "che
    abbiano prestato servizio nell’insegnamento della religione
    cattolica per almeno 4 anni e per un orario settimanale
    non inferiore a 12 ore esplicato anche in ordini e gradi
    scolastici diversi". Tengo a precisare che questo suggerimento
    ricalca in gran parte un emendamento presentato in precedenza
    dal senatore Biscardi.


    Sulla questione delle norme concorsuali,
    chiaramente occorrer confrontarsi in Aula, per cui ritengo
    opportuno chiedere la votazione per parti separate dell’emendamento
    5.1000.


    PRESIDENTE
    . Chiedo alla senatrice Pagano se accetta la riformulazione
    proposta dal relatore.


    PAGANO. S, signor Presidente.


    PRESIDENTE. Per quanto riguarda la richiesta
    di votazione per parti separate dell’emendamento 5.1000,
    nel testo riformulato, se non si fanno osservazioni cos
    rimane stabilito.


    Metto ai voti l’emendamento 5.1, presentato
    dal senatore Bergonzi e da altri senatori, identico agli
    emendamenti 5.2, presentato dal senatore Russo Spena e da
    altri senatori, e all’emendamento 5.3, presentato dal senatore
    Besostri.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 5.1000/1, presentato
    dal senatore Marri e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 5.1000/2, presentato
    dal senatore Marri e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 5.1000/3, presentato
    dai senatori Bergonzi e Cortiana.


    Non approvato.


    Passiamo alla votazione dell’emendamento
    5.1000/4, identico all’emendamento 5.1000/5.


    ASCIUTTI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    ASCIUTTI. Signor Presidente, la richiesta
    di sopprimere all’emendamento 5.1000 le parole: "nella
    scuola dell’infanzia e nella costituenda scuola di base"
    significa nient’altro che ripristinare ci che dal 1985
    l’Accordo aveva posto.


    Vorrei ricordare – e con questo rispondo
    anche a quanto detto precedentemente – che per l’insegnamento
    della religione cattolica l’articolo 4 del decreto del Presidente
    della Repubblica n. 751 del 1985 richiede il possesso di
    uno dei seguenti titoli di qualificazione professionale:
    titolo accademico in teologia o nelle altre discipline ecclesiastiche;
    attestato di compimento del regolare corso di studi teologici
    in un seminario maggiore; diploma accademico di magistero
    in scienze religiose; diploma di laurea valido nell’ordinamento
    italiano. Quindi, il diploma di laurea fino ad ora era una
    delle casistiche per l’accesso a questo insegnamento.


    Adesso, di colpo, per rimanere nei ruoli
    di insegnamento nella scuola superiore un docente deve essere
    laureato mentre, con l’artifizio che il circolo elementare-medio
    oggi unico, siccome ci sono anche i diplomati, l va bene,
    laddove per il ciclo di studi superiore no. Qualcuno poi
    dimentica che, di fatto, oggi per tutti gli insegnanti
    richiesta la laurea.


    Ora, per questa fattispecie l’Accordo non
    prevedeva esclusivamente la laurea, che era solo una delle
    casistiche. Questi insegnanti hanno dei titoli, anche se
    diversi (sono titoli della Santa Sede), e oggi non li si
    vuole pi riconoscere.


    La soppressione che chiedo significa trattare
    alla stessa stregua gli insegnanti delle medie, delle elementari
    e delle superiori; non lasciare che se, per un colpo di
    fortuna, l’anno scorso un insegnante stato assegnato alla
    scuola media inferiore entri nei ruoli anche se non laureato,
    mentre se ha avuto la sfortuna di essere assegnato alla
    scuola superiore resti al passo.


    E’ una sperequazione che non comprendo
    e che un Governo, una maggioranza, un Parlamento non dovrebbero
    mai accettare. Per questo motivo, chiediamo la votazione
    nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento
    elettronico degli emendamenti in esame.


    PRESIDENTE
    . Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
    di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore
    Asciutti, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori,
    mediante procedimento elettronico.


    (La richiesta risulta appoggiata).


    Votazione nominale con scrutinio simultaneo


    PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
    numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
    dell’emendamento 5.1000/4, presentato dal senatore Marri
    e da altri senatori, identico all’emendamento 5.1000/5,
    presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


    Indco pertanto la votazione nominale con
    scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


    I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
    contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
    si esprimeranno di conseguenza.


    Dichiaro aperta la votazione.


    (Segue la votazione).


    Il Senato non approva. (v. Allegato
    B
    ).



    Ripresa della discussione dei disegni
    di legge

    nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


    PRESIDENTE. Metto ai voti l’emendamento
    5.1000/6, presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 5.1000/7, presentato
    dal senatore Marri e da altri senatori, identico all’emendamento
    5.1000/8, presentato dal senatore Asciutti e da altri senatori.


    Non approvato.


    Metto ai voti l’emendamento 5.1000/9, presentato
    dal senatore Asciutti e da altri senatori.


    Non approvato.


    Passiamo alla votazione del comma 1 dell’emendamento
    5.1000 (Nuovo testo).


    ASCIUTTI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    ASCIUTTI. Signor Presidente, dichiaro il
    voto favorevole del mio Gruppo e ringrazio, nel contempo,
    il relatore per l’opera di mediazione svolta.


    PRESIDENTE
    . Metto ai voti il comma 1 dell’emendamento 5.1000 (Nuovo
    testo), presentato dalla senatrice Pagano e da altri senatori.


    approvato.


    Passiamo alla votazione del comma 2.


    BRIGNONE
    , relatore . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
    non essendomi pronunziato sul comma 2, vorrei esprimere
    il mio parere negativo, pur comprendendo le motivazioni,
    anche serie, che sono alla base della richiesta del requisito
    del possesso del diploma di laurea per l’insegnamento nella
    scuola media superiore. Evidentemente, si ritiene che la
    laurea possa consentire al docente di religione di confrontarsi
    con pari dignit rispetto ai colleghi.


    Ai senatori presentatori dell’emendamento
    devo per sottolineare che la norma in esame, non essendo
    assolutamente prevista dal Concordato e dall’Intesa, rappresenta
    una forzatura che si introduce in questa sede.


    Per questo motivo, pur rimettendomi all’Assemblea
    per il giudizio definitivo, essendo molto perplesso mi dichiaro
    contrario sul comma 2 dell’emendamento in discussione.


    ASCIUTTI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    ASCIUTTI. Signor Presidente, mi auguro
    che il Governo esprima il suo pensiero sul comma 2, che
    fondamentale, per vedere se veramente gli italiani sono
    uguali o, viceversa, diversi di fronte alla legge e a questo
    Parlamento. Non aggiungo altro, perch quanto ho precedentemente
    espresso sull’emendamento 5.1000/5, tendente proprio alla
    modifica di tale comma, vale anche in questo caso.


    Pertanto, voteremo contro il comma 2, che
    chiediamo sia posto in votazione mediante procedimento elettronico.


    CASTELLI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    CASTELLI. Signor Presidente, colleghi,
    approfitto di questa dichiarazione di voto per fare la seguente
    osservazione. Mi sembra che questa mattina in Aula si stia
    svolgendo una discussione che, sebbene sia del tutto corretta
    dal punto di vista formale, quanto meno irrituale.


    Ancorch in 7a Commissione si
    sia svolto un lavoro molto approfondito, ci si trova oggi
    a discutere su emendamenti presentati all’ultimo momento
    dalla maggioranza, in riferimento ai quali lo stesso relatore
    ha pi volte espresso la propria difficolt, avendone affrontato
    il merito addirittura questa notte.


    Anche dalle proposte e dalle controproposte
    che vengono avanzate, mi sembra che in questa sede stia
    operando una sorta di megacomitato ristretto che, francamente,
    non riesco a capire n a seguire.


    La maggioranza dovrebbe assumersi le proprie
    responsabilit: se il testo licenziato dalla Commissione
    non era adeguato, visto che ne ha tutto il diritto e la
    facolt doveva cambiarlo allora e non all’ultimo momento,
    in questo modo, che per certi versi mi sembra assolutamente
    surrettizio.


    Vorrei cogliere il dato politico della
    presenza in quest’Aula di alcune forze politiche, come i
    Popolari o l’UDEUR, che si dicono cattoliche e portatrici
    di valori relativi alla religione cattolica ma che in realt
    poi sono sempre al seguito e dietro il carro della sinistra,
    che anche oggi sta denunciando chiaramente quali sono le
    sue vere inclinazioni.


    Credo che questo sia il dato politico che
    deve scaturire dalla discussione di stamattina e invito
    il relatore a prenderne atto e a dirci se gli emendamenti
    che si stanno approvando e che stanno cambiando radicalmente
    il testo del provvedimento in esame sono tali da salvare
    la sostanza o da stravolgerla. In questo secondo caso, infatti,
    ritengo che passeremmo da un dato tecnico ad uno prettamente
    politico e tutti quanti dovremmo quantomeno trarne le dovute
    conclusioni.


    BOSI
    . Domando di parlare per dichiarazione di voto.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    BOSI. Signor Presidente, l’intervento del
    senatore Castelli pone un problema serio e reale, anche
    nei confronti del ruolo del relatore.


    Capisco che l’organicit di un testo che
    viene sostenuto e illustrato dal relatore al termine di
    un percorso di lavoro e di approfondimento lungo, come quello
    che stato svolto in Commissione, oggi rischia di saltare
    interamente con la presentazione di emendamenti – in merito
    ai quali, peraltro, vi poco spazio, tempo e modo di approfondimento
    – che rischiano di cambiare l’intero volto del disegno di
    legge.


    Allora, questa forzatura – cos l’ha definita
    il relatore – in merito alla questione della laurea davvero
    rappresenta un passaggio critico, delicato e di grande importanza.


    Non dimentichiamo che questo al nostro
    esame un provvedimento che mira principalmente a sanare
    una situazione che si perpetua da anni e che richiede comunque,
    per un atto di realismo, la ricerca di una composizione
    ragionevole e seria.


    Siamo radicalmente contrari all’emendamento
    in esame e sottolineiamo l’esigenza di un ulteriore pronunciamento
    e di una nuova riflessione, altrimenti il senso complessivo
    del provvedimento destinato a cambiare gravemente.


    Per questo, ripeto, dichiaro il voto contrario
    del mio Gruppo, sollevando una questione di coerenza fra
    il testo licenziato dalla Commissione e illustrato in Aula
    e quello che poi, infine, noi rischiamo di votare determinando
    gravi ripercussioni.


    BRIGNONE
    , relatore . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    BRIGNONE, relatore. Signor Presidente,
    la questione presenta degli aspetti tecnici molto pi approfonditi
    di quanto forse alcuni colleghi dell’Aula hanno colto.


    Si tratta di verificare quanti sono i docenti
    di religione cattolica laureati che attualmente operano
    nelle scuole superiori, quanti sono i laureati negli altri
    ordini di scuola e, alla luce di quell’emendamento che abbiamo
    approvato in ordine al 60 per cento dei posti disponibili
    da mettere a disposizione per l’immissione in ruolo, verificare
    se questi posti possono essere effettivamente ricoperti
    dal personale in possesso del diploma di laurea. Questa
    la prima questione.


    Da una mia sommaria e notturna ricognizione,
    parrebbe che non ci arriviamo esattamente. Occorre per
    anche dire che questo non significa il licenziamento degli
    insegnanti che non sono in possesso di diploma di laurea,
    ma la loro collocazione in altri gradi inferiori di scuola,
    oppure la possibilit di optare per il mantenimento di una
    posizione non di ruolo, comunque compresa nella progressione
    stipendiale.


    Questi sono i termini esatti del problema.
    Mi sono espresso in senso contrario, perch effettivamente
    si tratta di una norma che stata introdotta improvvisamente
    e non era contemplata in alcuna delle proposte di legge
    dalle quali poi scaturito questo testo unificato. In secondo
    luogo, essa non prevista esplicitamente dalle norme pattizie.


    Riconosco per che vi sono istanze non
    di coloritura politica, ma di dignit della professione
    e di collocazione di insegnanti che abbiano un titolo, che
    comunque a regime dovranno possedere, in un ordine di scuola
    che ovviamente si trova collocato molto in alto e d luogo
    anche al passaggio agli studi universitari. Credo che queste
    siano giuste preoccupazioni e che il problema vada considerato
    alla luce oggettiva di tali riflessioni.


    Per questo motivo, ovvio che l’Aula si
    dovr esprimere lasciando da parte ogni altra pregiudiziale.


    PRESIDENTE. Sul comma 2 il Governo d’accordo?


    GAMBALE , sottosegretario
    di Stato per la pubblica istruzione
    . Signor Presidente,
    ho gi espresso parere favorevole sull’intero emendamento.
    Tengo per a precisare che le ultime considerazioni fatte
    dal relatore confermano il parere favorevole e vanno anzi
    giustificate, per quello che mi riguarda.


    Infatti, dai conti che faceva il senatore
    Brignone, che sono gli stessi che abbiamo fatto anche noi,
    risulta che questi insegnanti – vorrei tranquillizzare l’Assemblea,
    anche perch ho capito che c’ un po’ di fibrillazione su
    questo punto da parte di chi non ha seguto tecnicamente
    tutto il provvedimento – certamente non perdono il posto,
    possono andare nei ruoli di altri ordini di scuole e non
    solo, ma possono optare anche per il tempo determinato.


    In relazione anche a quanto ha affermato
    il senatore Asciutti, tengo a precisare che, proprio per
    una questione di pari dignit e di pari diritti per tutti
    i docenti, non solo per quelli di religione ma per tutti,
    il requisito della laurea per l’insegnamento nelle scuole
    superiori ci sembra una questione di eguaglianza, in un
    momento in cui andiamo verso il riordino dei cicli scolastici
    e anche di tutta la materia concorsuale che non pu non
    riguardare anche questa problematica.


    Confermo quindi il mio parere favorevole
    e mi auguro che l’emendamento possa essere approvato.


    PRESIDENTE
    . Quindi, il relatore si rimesso all’Aula, anche se la
    remissione dovuta pi ad una contrariet rispetto al testo
    che non ad una predisposizione a favore, mentre il rappresentante
    del Governo favorevole.


    Procediamo dunque alla votazione del comma.


    ASCIUTTI. Ribadiamo la richiesta di votazione
    nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento
    elettronico.


    PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
    a verificare se la richiesta di votazione con scrutinio
    simultaneo, avanzata dal senatore Asciutti, risulta appoggiata
    dal prescritto numero di senatori, mediante procedimento
    elettronico. (Commenti).


    Guardate che comunque, per quanto si possa
    tentare, arriver fino alla conclusione dell’esame dell’articolato,
    poi sospenderemo i lavori per le dichiarazioni di voto e
    la votazione finale. (Commenti del senatore Lauro).
    Dopo le parole del senatore Peruzzotti, come Presidente,
    nella mia imparzialit, non posso che convenire con le sue
    osservazioni.


    (La richiesta risulta appoggiata).


     Votazione nominale con scrutinio
    simultaneo


    PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto
    numero di senatori stata chiesta la votazione nominale
    con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico,
    del comma 2 dell’emendamento 5.1000 (Nuovo testo), presentato
    dalla senatrice Pagano e da altri senatori.


    Indco pertanto la votazione nominale con
    scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.


    I senatori favorevoli voteranno s; i senatori
    contrari voteranno no; i senatori che intendono astenersi
    si esprimeranno di conseguenza.


    Dichiaro aperta la votazione.


    (Segue la votazione).


    Il Senato approva. (v. Allegato
    B
    ).



    Ripresa della discussione dei disegni
    di legge

    nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


    PRESIDENTE. Metto ai voti il comma 3 dell’emendamento
    5.1000 (Nuovo testo), presentato dalla senatrice Pagano
    e da altri senatori.


    approvato.


    Metto ai voti il comma 4 dell’emendamento
    5.1000 (Nuovo testo), presentato dalla senatrice Pagano
    e da altri senatori.


    approvato.


    Passiamo alla votazione dell’emendamento
    5.1000 (Nuovo testo), nel suo complesso.


    NOVI
    . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Senatore Novi, siamo nel corso
    di una votazione, mi faccia la cortesia.


    NOVI. Signor Presidente, i funzionari possono
    confermare che avevo alzato la mano in tempo per chiedere
    la verifica del numero legale.


    PRESIDENTE. Ma quale numero legale, senatore
    Novi! Abbia la cortesia.


    NOVI. Presidente, me lo conceda.


    PRESIDENTE. Si comporti da maggiorenne
    qualche volta! (Applausi dai Gruppi PPI, DS, UDEUR e
    Misto-Com)
    .


    NOVI. Presidente, sono maggiorenne da tanto
    tempo. Lei sa che per difendere la democrazia siamo costretti
    anche a ricorrere a queste verifiche. mio dovere farlo,
    Presidente, lei lo sa.


    PRESIDENTE. Per, se lo ricordi qualche
    volta. Io non posso respingere la richiesta.


    NOVI. Pu darsi che fra un anno i colleghi
    che ora l’hanno applaudita saranno costretti a fare il lavoro
    che sto facendo io; anzi certamente lo faranno. (Applausi
    dal Gruppo LFNP)
    .


    PRESIDENTE
    . Lei se lo augura e gli altri fanno gli scongiuri! (Ilarit).


    Verifica del numero legale


    PRESIDENTE. Invito il senatore segretario
    a verificare se la richiesta, test avanzata dal senatore
    Novi, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori,
    mediante procedimento elettronico.


    (La richiesta risulta appoggiata).


    Invito pertanto i senatori a far constatare
    la loro presenza mediante procedimento elettronico.


    (Segue la verifica del numero legale).


    Il Senato in numero legale.


    Ripresa della discussione dei disegni
    di legge

    nn. 662, 703, 1411, 1376 e 2965 e della petizione n. 447


    PRESIDENTE. Metto ai voti, nel suo complesso,
    l’emendamento 5.1000 (Nuovo testo), presentato dalla senatrice
    Pagano e da altri senatori, interamente sostitutivo dell’articolo
    5.


    approvato.


    Risultano pertanto preclusi i restanti
    emendamenti presentati all’articolo 5.


    GAMBALE , sottosegretario
    di Stato per la pubblica istruzione
    . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Signor Presidente, ho dimenticato
    di fare una precisazione nel corso del mio intervento.


    A proposito dell’emendamento 5.1000 (Nuovo
    testo), vi un problema di coordinamento formale che andrebbe
    segnalato, affinch rimanga agli atti. Nel comma 3, la dizione
    "conoscenza della legislazione e dell’ordinamento scolastico"
    andrebbe intesa nel senso di "scolastici", perch
    anche la legislazione riferita soltanto alla parte scolastica.


    PRESIDENTE
    . In effetti si tratta di una correzione lessicale.


    Passiamo all’esame dell’ordine del giorno
    n. 100 (Testo corretto), sul quale invito il relatore ed
    il rappresentante del Governo a pronunziarsi.


    BRIGNONE
    , relatore . Signor Presidente, la questione dell’insegnamento
    della religione cattolica nelle cosiddette "regioni
    di confine" giuridicamente di estrema complessit
    e ho ritenuto di illustrarla nel paragrafo conclusivo della
    mia relazione sull’affare assegnato, anche perch vi potrebbero
    essere. (Diffuso bruso in Aula. Molti senatori si allontanano
    dall’Aula)
    .


    PRESIDENTE. Senatori, dobbiamo ancora esaminare
    l’ordine del giorno; rimanete in Aula, per favore.


    BRIGNONE, relatore. Vi potrebbero
    essere dubbi interpretativi sulla dizione "regioni
    di confine". Quale confine? Nell’interpretazione che
    stata data soprattutto in uno dei cinque trattati successivi
    alla prima guerra mondiale, ossia quello di Saint-Germain-en-Laye,
    si intende la regione Trentino-Alto Adige. Per, le norme
    non sono eguali nella provincia di Trento e in quella di
    Bolzano.


    Quindi, pi che di regioni, bisognerebbe
    parlare di province di confine. I motivi per cui le norme
    che sono in vigore e che privilegiano l’insegnamento e gli
    insegnanti di religione cattolica nella provincia di Bolzano
    non siano state estese nel tempo anche alla provincia di
    Trento sono piuttosto complessi e giustamente sono stati
    evidenziati dal senatore Gubert. chiaro che si tratta
    di una questione che interessa specificamente chi risiede
    in quelle zone; per, credo possa interessare anche altri
    colleghi sapere che nel territorio italiano vi sono aree
    in cui l’insegnamento costituito da due ore settimanali
    invece che una e dove gli insegnanti sono gi in una posizione
    di ruolo. vero che tutte le norme che emaniamo salvaguardano
    le regioni a statuto speciale, anche in questo caso; per,
    a questo punto, per le argomentazioni addotte dal senatore
    Gubert, che ritengo fondate, esprimo parere favorevole sull’ordine
    del giorno n. 100 (Testo corretto).


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Signor Presidente, il Governo
    accoglie l’ordine del giorno in esame.


    ANDREOLLI. Signor Presidente, vorrei aggiungere
    la mia firma all’ordine del giorno n. 100 (Testo corretto),
    che condivido appieno.


    ASCIUTTI. Anch’io desidero aggiungere la
    mia firma.


    BOSI. Signor Presidente, aggiungo la mia
    firma all’ordine del giorno in esame.


    PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo,
    l’ordine del giorno n. 100 (Testo corretto) non verr posto
    in votazione.


    Passiamo all’esame degli emendamenti volti
    ad inserire articoli aggiuntivi dopo l’articolo 5, che si
    danno per illustrati.


    PAGANO
    . Domando di parlare.


    PRESIDENTE. Ne ha facolt.


    PAGANO. Signor Presidente, ritiriamo l’emendamento
    5.0.1000.


    PRESIDENTE. Invito il rappresentante del
    Governo a pronunziarsi sull’emendamento 5.0.1 (Nuovo testo).


    GAMBALE, sottosegretario di Stato per
    la pubblica istruzione
    . Signor Presidente, il parere
    del Governo favorevole.


    PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento
    5.0.1 (Nuovo testo).


    Verifica del numero legale


    ASCIUTTI
    . Signor Presidente, in considerazione del fatto che sono
    maggiorenne, chiedo la verifica del numero legale.


    PRESIDENTE
    . Invito il senatore segretario a verificare se la richiesta
    risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante
    procedimento elettronico.


    (La richiesta risulta appoggiata).


    Invito pertanto i senatori a far constatare
    la loro presenza mediante procedimento elettronico.


    (Segue la verifica del numero legale).


    Il Senato non in numero legale.


    Onorevoli colleghi, in questo modo, per,
    si fanno solo bei regali!


    Data l’ora, rinvio il seguito della discussione
    dei disegni di legge e della petizione in titolo ad altra
    seduta.


    Per lo svolgimento di un’interrogazione


    Omissis


    La seduta tolta (ore 13,07)

  • 9_01_2001_XI_Commissione_lavoro.htm

    CAMERA
    DEI DEPUTATI – XIII LEGISLATURA

    Resoconto della XI Commissione permanente

    (Lavoro pubblico e privato)


    SEDE
    CONSULTIVA


    Marted
    9 gennaio 2001. – Presidenza del Presidente Renzo INNOCENTI.


    La seduta
    comincia alle 12.45.


    (omissis)


    Insegnanti
    di religione cattolica.

    C. 7238, approvato dal Senato, C. 666, Sbarbati, C. 1008,
    Napoli, C. 1119 Landolfi, C. 1382 Teresio Delfino, C. 1463
    Guidi, 1468 Napoli, C. 3597, Caruso, C. 3929 Lumia, C. 6917
    Saonara.

    (Seguito dell’esame e rinvio).


    La Commissione
    prosegue l’esame rinviato il 14 dicembre 2000.


    Alfredo STRAMBI
    (comunista) premette di essere favorevole alla questione
    affrontata dal provvedimento, in particolare l’eliminazione
    del precariato per gli insegnanti di religione cattolica.
    Tuttavia, ritiene che il testo approvato dal Senato non
    sia condivisibile per quanto riguarda le scelte di merito
    adottate.

    un controsenso istituire il ruolo provinciale degli insegnanti
    di religione cattolica e quindi prevederne l’assunzione
    a tempo indeterminato e, contestualmente, conservare la
    necessit del riconoscimento dell’idoneit all’insegnamento
    religioso da parte dell’autorit ecclesiastica, cui di fatto
    vengono affidate le chiavi per l’ammissione ai concorsi
    per l’accesso al ruolo e per il trasferimento obbligatorio
    ad altri insegnamenti. In pratica, un’autorit non statale
    potrebbe interferire sostanzialmente in decisioni attinenti
    all’organizzazione della pubblica istruzione. Inoltre, ravvisa
    una violazione dell’articolo 3 della Costituzione per irragionevole
    disparit di trattamento rispetto agli altri docenti.

    Al contrario, bisognerebbe uniformare effettivamente le
    modalit di reclutamento e lo status degli insegnanti
    di religione cattolica a quello degli altri docenti.

    Esprime quindi un giudizio contrario all’approvazione del
    provvedimento.


    Angela NAPOLI
    (AN) osserva che il gruppo di alleanza nazionale stato
    sempre sensibile al problema dell’eliminazione dello stato
    di precariato degli insegnanti di religione cattolica.

    Tuttavia, esprime notevoli perplessit sul testo approvato
    dal Senato, ritenendolo ambiguo, discriminante e iniquo.
    Inopinatamente, il testo uscito dalla Commissione istruzione
    pubblica del Senato stato stravolto dall’approvazione
    di un maxi-emendamento presentato in Assemblea da esponenti
    della maggioranza.

    Ricorda, infatti, che al Senato il testo approvato non ha
    riscosso diffusi consensi, essendosi astenuti i gruppi della
    Casa delle libert e avendo espresso voto contrario Rifondazione
    comunista.

    Lo scarso pregio del testo dimostrato dalla presentazione
    da parte dello SNADIR di una richiesta, supportata da circa
    500 mila firme, di modifica del provvedimento, volta ad
    innalzare la percentuale del 60 per cento dei posti di cui
    all’articolo 2, all’eliminazione della necessit del doppio
    titolo abilitante di cui all’articolo 3 e, per quanto riguarda
    la normativa transitoria di cui all’articolo 5, all’eliminazione
    del requisito delle 12 ore per accedere al concorso riservato
    per titolo ed esami da bandirsi dopo l’entrata in vigore
    della legge.

    Anche autorevoli esponenti dell’episcopato toscano hanno
    espresso sostanziali perplessit sul testo del Senato. Difatti,
    esso potrebbe condurre ad un’ulteriore marginalizzazione
    dell’insegnamento di religione cattolica.

    Il provvedimento irragionevolmente pretermette il servizio
    pregresso degli insegnanti di religione, trascurando di
    valorizzare l’esperienza da essi maturata, se non per quanto
    riguarda la normativa transitoria.

    Preannuncia la presentazione di emendamenti da parte del
    gruppo di alleanza nazionale non connotati da intenti ostruzionistici,
    bens dalla finalit di affrontare finalmente in maniera
    esaustiva e risolutiva la problematica dello stato giuridico
    e del reclutamento degli insegnanti di religione cattolica.


    Antonio LODDO
    (D-U) ricorda che un inquadramento stabile degli insegnanti
    di religione richiesto dalla giurisprudenza costituzionale.
    Se si partisse da questa base obiettiva, verrebbe sdrammatizzata
    la tensione che anima il dibattito relativo ai progetti
    di legge in esame. Partendo infatti dalla disciplina vigente,
    ricorda che la normativa concordataria affida la titolarit
    del rilascio del titolo attestante l’idoneit all’insegnamento
    della religione all’ordinario diocesano. peraltro vero
    che la disciplina concordataria non disciplina la revoca
    di tale idoneit. Peraltro, anche in questo caso ritiene
    opportuno attenersi ad una valutazione realistica del fenomeno,
    che ha una incidenza statistica praticamente irrilevante.
    Si sono infatti verificati solo pochissimi casi di revoca
    dell’idoneit negli ultimi quindici anni. La carenza dell’idoneit
    all’insegnamento religioso, oltretutto, va logicamente ricondotta
    alla carenza del titolo di studio richiesto per l’insegnamento
    delle altre materie. In altri termini, si tratta di un vero
    e proprio requisito professionale, che deve persistere per
    tutta la durata dell’attivit docente.

    Per quanto riguarda alcuni aspetti specifici del testo approvato
    dal Senato, ritiene iniqua la previsione di un diploma di
    laurea valido per la missione ai concorsi a posti di insegnamento.
    Questa previsione contraddice le esigenze che sottostanno
    alla approvazione di una nuova legge, che interviene su
    un settore in cui gi prestano servizio migliaia di lavoratori,
    in base ai titoli professionali fin qui richiesti. A ci
    si deve aggiungere che solo il 20 per cento degli insegnanti
    attualmente in servizio sono in possesso di un diploma di
    laurea. Inoltre, ricorda che per diverse categorie di insegnanti
    non richiesto il possesso della laurea, come ad esempio
    per gli insegnanti di educazione tecnica, artistica e musicale.

    Un altro punto da rimeditare il concorso pubblico previsto
    dall’articolo 3. Rispetto alle esigenze cui intende fornire
    risposte il provvedimento, appare pi opportuno un concorso
    riservato.

    Anche la disciplina transitoria prevista dall’articolo 5
    sembra iniqua, sia laddove consente l’accesso al primo concorso
    solo ad insegnanti con almeno quattro anni di insegnamento
    con orario non inferiore a dodici ore settimanali, sia quando
    consente la partecipazione al concorso anche degli insegnanti
    di altre materie.

    Infine, ritiene non condivisibile la norma che stabilisce
    la dotazione organica degli insegnanti di religione, che
    non possono essere superiori al 60 per cento dei posti corrispondenti
    alle classi funzionanti in ciascuna diocesi. Ricorda, infatti,
    che il testo approvato dalla Commissione istruzione del
    Senato prevedeva una soglia del 70 per cento, successivamente
    modificata dall’Assemblea.

    In conclusione, sottolinea la centralit della modifica
    del testo nella parte in cui richiede un titolo di studio
    ulteriore rispetto a quelli di natura religiosa, ossia il
    diploma di laurea valido per l’ammissione al concorso per
    l’insegnamento.


    Ercolino DUILIO
    (PD-U) sottolinea in primo luogo la rilevanza del provvedimento,
    che interviene in una materia molto delicata. Ci ha provocato
    delle reazioni esagerate, come quando si fatto riferimento
    ad un presunto assalto del confessionalismo cattolico nel
    settore scolastico. In realt, gi il Concordato riconosce
    la natura formativa dell’insegnamento religioso.

    In relazione all’intervento del deputato Strambi, sottolinea
    che se i docenti di religione fossero nominati dallo Stato,
    si correrebbe addirittura il rischio della formazione di
    una vera e propria religione di Stato.

    Le paure che accompagnano l’esame del progetto di legge
    non tengono conto del fatto che ormai da anni migliaia di
    persone hanno insegnato all’interno della scuola pubblica.
    Queste migliaia di insegnanti stanno operando in una situazione
    di sostanziale precariato e si dovrebbe pertanto primariamente
    procedere ad una stabilizzazione del rapporto di lavoro.
    Il testo approvato dal Senato viene solo parzialmente incontro
    a questa esigenza, mentre in passato in casi analoghi si
    fatto ricorso a selezioni che prevedevano prove di bassa
    difficolt, sanando le situazioni in essere.

    Ritiene che sia condivisibile, a regime, la necessit del
    possesso della laurea da parte degli insegnanti di religione,
    anche se bisognerebbe ricorrere a misure graduali, in modo
    da tener presente la situazione dei docenti gi in servizio.

    Un altro punto controverso costituito dalla nomina da
    parte dell’ordinario diocesano. In realt, il vero problema
    costituito dalla revoca dell’idoneit all’insegnamento,
    ma in questo caso il testo gi prevede che il lavoratore
    manterrebbe un incarico di docenza seppure in una altra
    materia, nell’ambito delle procedure di mobilit del personale
    scolastico.

    quindi importante lo spirito con cui viene affrontato
    l’esame di questi progetti di legge, che deve essere ispirato
    ad un criterio di sana laicit e dovrebbe tener conto che
    in caso di esito positivo dell’iter legislativo si
    sarebbe risolto un problema di dimensioni storiche.


    Lapo PISTELLI
    (PD-U) si richiama innanzitutto agli interventi dei deputati
    Loddo e Duilio. Le modalit di esame del provvedimento debbono
    innanzitutto tener conto della necessit di giungere in
    circa 10 settimane alla approvazione definitiva della legge.
    Il testo completa una serie di interventi di riforma che
    il centro-sinistra ha posto in essere nel settore scolastico.
    Per un esame obiettivo dei progetti di legge occorre preliminarmente
    sgombrare il campo dal sospetto che i 24 mila docenti di
    religione costituiscano una lobby capace di influenzare
    l’attivit parlamentare. In realt, la maggioranza e la
    Commissione sono invece chiamate a trovare una soluzione
    equa ad un problema irrisolto ormai da anni.

    Il provvedimento contiene notevoli innovazioni rispetto
    alla normativa vigente, tanto vero che l’attenzione pubblica
    si incentrata sull’articolo 5, contrariamente alla normativa
    transitoria.

    I punti da riconsiderare riguardano in primo luogo la dotazione
    organica del personale docente di religione, portato dall’Assemblea
    del Senato al 60 per cento rispetto all’originario 70 per
    cento dei posti disponibili in ciascuna diocesi. In secondo
    luogo, va rivista la disciplina che prevede un diploma universitario
    per l’accesso ai concorsi per l’insegnamento religioso.
    Infine, vanno riconsiderate le modalit di accesso al primo
    concorso, dove con una sola norma si prodotto un danno,
    non prendendo in considerazione la posizione dei lavoratori
    gi in servizio, a cui si aggiunge una beffa, consentendo
    la partecipazione al concorso per l’insegnamento della religione
    anche a docenti di altre materie.

    In conclusione, ritiene che sia necessario completare con
    questo provvedimento un processo di innovazione della disciplina
    del settore scolastico, smentendo l’assunto, spesso ripetuto
    dai rappresentanti del Polo, secondo il quale ormai questo
    Parlamento non potrebbe pi procedere alla approvazione
    di nessuna legge, in attesa delle elezioni.


    Renzo INNOCENTI,
    presidente, rinvia il seguito dell’esame ad altra
    seduta.


    La seduta
    termina alle 14.


     

  • Abruzzo_dati_perc.htm

    Regione
    Abruzzo- Concorso IdR
    Scuola Primaria e dell’Infanzia

    • Candidati
      presenti alla prova scritta n. 263
    • Candidati
      ammessi alla prova orale n. 257
    • Candidati NON
      ammessi alla prova orale n. 6 (2,28%)

    Regione
    Abruzzo – Concorso IdR
    Scuola Secondaria

    • Candidati
      presenti alla prova scritta n. 263
    • Candidati
      ammessi alla prova orale n. 250
    • Candidati NON
      ammessi alla prova orale n. 13 (4,94%)

  • adierre_editrice.htm

    Adierre
    editrice – Modica


    I
    seguenti volumi possono essere richiesti inviando il
    modulo
    per fax (0932455328) o per posta alla Associazione
    Docenti di Religione – Adierre editrice – via Sacro Cuore,
    87  – 97015 Modica (RG)







    Titolo
    del volume


    Aspetti
    della comunicazione educativa e didattica dell’insegnamento
    della religione cattolica



    Autori



    F. Bongiorno, N. Dell’Agli, G. Furnari Luvar, M.R.
    Poggio, O. Ruscica, G. Ruta, P.Troa



    Curatore



    Pasquale Troa



    Caratteristiche



    Atti del Convegno Nazionale Insegnanti di Religione
    ’95.

    Non si pu insegnare senza "fare, divenire ed essere
    in comune" con gli studenti, senza comunicare con
    loro. Perch insegnare non equivale ad informare ma
    contribuire a formare negli studenti capacit di interrogare
    e di comunicare con i testimoni e le forme della cultura
    che abbiamo ereditato e che abitiamo nella contemporaneit.

    Il Convir intende sollecitare competenze e promuovere
    orizzonti di comunicazioni efficaci e valoriali da saper
    gestire durante le lezioni per contribuire alla formazione
    del’uomo e del cittadino, finalit primaria di ogni
    interazione scolastica. Le relazioni di questo Convir
    e le tematiche operative dei laboratori didattici intendono
    contribuire a qualificare sempre pi la professionalit
    dei docenti e dei docenti di religione.



    Edizioni



    Adierre Editrice (via Sacro Cuore, 87 – 97015 Modica;
    Tel. 0932/762374 – Fax 0932/455328) .7,75. 
     



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    di sconto sul prezzo di copertina.



     







    Titolo
    del volume


    Dai
    programmi alla progettazione didattica nell’insegnamento
    della Religione Cattolica



    Autore


    Giuseppe
    Morante



    Caratteristiche


    All’insegnante
    non basta conoscere solo formalmente il programma e
    disporre del "testo di religione" che gli
    offre un insieme di mediazioni didattiche sia pure organiche,
    ma pur sempre precostituite. Tra programma e testo didattico
    si inserisce quell’anello di competenze professionali
    che dovrebbe abilitare, da una parte, ad esplicitare
    quello che il programma lascia abbondantemente implicito,
    e, dall’altra, a superare un mero uso meccanico ed in
    definitiva mortificante del libro di testo. 


    Questo
    sussidio facilita la realizzazione della programmazione
    didattica che la legislazione scolastica assegna alla
    responsabilit personale degli insegnanti che sono i
    suoi destinatari: tutti gli insegnanti dei diversi ordini
    di scuola, dalle Materne alle Elementari, dalle Media
    inferiori alle Superiori.


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    ad ogni categoria di allievo le finalit, gli obiettivi,
    i contenuti e il metodo del nuovo Irc.



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    sul proprio computer il file contenente il volume
    oppure se vogliono riceverlo per posta avranno diritto
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    Titolo
    del volume


    La
    voce del vento



    Autore


    Antonio
    Ferrara



    Caratteristiche


    La
    poesia dono. libert che trascende qualunque definizione
    di mestiere, consapevolezza di una dimensione profonda,
    dove le cose reali assumono risonanze analogiche, avvertite
    piuttosto che comprese razionalmente. Nella poesia prendono
    corpo le angosce esistenziali, i vissuti interiorizzati
    che plasmano e maturano l’uomo.La poesia dono d’amore.E
    Antonio Ferrara ne possiede la chiave, ne sa usare i
    codici in maniera spontanea, con la forza espressionistica
    di chi svolge i racconti dell’anima senza imbrigliare
    le emozioni.



    Edizioni



    Adierre Editrice (via Sacro Cuore, 87 – 97015 Modica;
    Tel. 0932/762374 – Fax 0932/455328) .8,26.
     


  • al_presidente_Nicola_Mancino.htm

    Al
    Presidente del Senato


    Sen.
    Nicola Mancino


    Senato
    della Repubblica


    Palazzo
    Madama


    ROMA


     


    prot.492


     


    Oggetto:
    ddl n.662 e connessi – insegnanti di religione


     


     


       
    Gentilissimo Sen. Nicola Mancino,


    mi
    permetta prima di tutto di ringraziarLa della Sua disponibilit
    – presentataci dal sen. Alberto Monticone durante la nostra
    manifestazione del 24 maggio 2000 davanti Palazzo Madama
    – a calendarizzare la discussione al Senato del ddl n.662
    e connessi sullo stato giuridico degli insegnanti di religione,
    prevista dal giorno 6 all’8 c.m.


       
    oggi, dopo due giorni di attesa, pur comprendendo l’importanza
    della discussione ancora in corso, a nome degli insegnanti
    di religione e del loro sindacato (Snadir) vorrei esprimerLe
    un nostro timore: non vorremmo che la discussione sul ddl
    subisca un ulteriore ritardo e venga demandato alle calende
    greche. Comprenda la nostra preoccupazione: stiamo attendendo
    da anni lo stato giuridico e per noi stato un motivo di
    soddisfazione la sua calendarizzazione al Senato.


       
    Le saremmo molto grati se con l’autorevolezza della sua
    persona – nel rispetto dei tempi e delle modalit delle
    procedure – valutandone l’opportunit, potesse recuperare
    la possibilit e i tempi di discussione.


       
    Con gratitudine


     


       
    Modica, 08 giugno 2000


    Il
    Segretario Nazionale


    prof.
    Orazio Ruscica