Snadir – Professione i.r. – 22 dicembre 2023 – h.18,15
Dopo la pandemia, cala in modo vertiginoso la preparazione degli studenti nel mondo. A dirlo il rapporto Ocse-Pisa, l’ultima indagine del Programme for International Student Assessment (PISA) dell’Ocse, secondo cui il rendimento medio nei Paesi Ocse è sceso di 16 punti in matematica e di 11 punti in lettura. A livello mondiale si è tornati indietro di 10 anni. Il dato più allarmante è che circa il 25% dei quindicenni nei paesi dell’Ocse, che si traduce in circa 16 milioni di studenti, mostri risultati scarsi nelle tre materie fondamentali. Questa percentuale si estende anche agli studenti non inclusi nell’indagine PISA, con difficoltà nel gestire compiti elementari come l’uso di algoritmi di base o l’interpretazione di testi semplici. L’indagine riconosce l’effetto devastante della pandemia COVID-19 sull’istruzione, anche se l’analisi dei trend prima del 2018 rivela che i risultati in lettura e scienze hanno iniziato a diminuire ben prima della pandemia; ciò indica che sono in gioco anche problemi di più lungo periodo.
I risultati di PISA 2022 mostrano, purtroppo, una situazione dell’istruzione mondiale non confortante. Il risultato complessivo vede l’Italia in linea con la media internazionale (471 punti vs 472 punti della media internazionale). Il 70% degli studenti raggiunge o supera il livello base di competenza matematica: nord-ovest e nord-est si attestano sull’82%, mentre il sud si ferma al 54%.
L’andamento italiano è difforme rispetto ai tre ambiti indagati: si assiste a un calo di 15 punti in matematica, mentre vi è un miglioramento di 9 punti in scienze. In lettura, invece, non si registra alcun cambiamento significativo. Va però notato che il calo in matematica, seppur notevole, è comunque inferiore al dato OCSE (che registra un peggioramento di 16 punti rispetto al 2018).
È il gender gap, invece, che in Italia risulta più accentuato: ben 9 punti di distanza tra maschi e femmine, a vantaggio dei primi, in matematica. In lettura, invece, i punteggi maggiori sono registrati in favore delle ragazze, mentre in scienze non si verificano significative differenze di genere.
La variabilità tra gli studenti (57%) è maggiore rispetto a quella tra le scuole (40%) che negli anni è andata via via diminuendo, segno di un maggiore impegno da parte del Ministero e del Governo a uniformare l’offerta formativa su tutto il territorio nazionale. I punteggi superiori alla media riguardano i percorsi liceali, seguiti dagli istituti tecnici e, in coda, da quelli professionali.
Sono purtroppo confermate le marcate differenze tra nord e sud della penisola, sia in riferimento al background socioculturale di provenienza, sia rispetto agli esiti nei tre macroambiti.
Fgu/Snadir – Professione i.r. – 24 ottobre 2023 – h.21,08