Dedalus nel labirinto della cultura laicista
Egr. Dedalus,
i suoi due articoli (pubblicati nel sito ScuolaOggi.org ) ripropongono una diatriba che sa di vecchio e – dalla superficialità con cui l’argomento viene da lei presentato – ci fa pensare che ne parli solo per sfruttare giornalisticamente un tema divenuto ormai “di moda”. Ma andiamo con ordine. Lei è ancora fermo all’idea, e nessuno la smuove, che l’insegnamento della religione a scuola sia catechesi. Deve però ricredersi, che lo voglia o meno, perché tale insegnamento assume ormai le finalità della scuola per offrire agli studenti una “conoscenza oggettiva, sistematica e critica dei contenuti essenziali del cristianesimo e delle espressioni più significative della sua vita, in dialogo con le altre confessioni cristiane e le altre religioni”. Insomma, senza l’insegnamento della religione a scuola i nostri studenti si priverebbero di una alfabetizzazione religiosa culturalmente qualificata. Se abbiamo, quindi, a cuore la formazione alla pace e al dialogo dei nostri studenti, dobbiamo dare loro l’opportunità di “incontrare culturalmente testi, documenti, tradizioni, testimonianze e contenuti che costituiscono l’universo religioso”.
Seconda questione. Lei afferma che tale insegnamento deve essere collocato fuori dall’orario scolastico. Anche qui rivela una atteggiamento statico che peraltro non tiene conto di quanto ha deciso in proposito la Corte Costituzionale: essa ha infatti stabilito inmodo inequivocabile che la richiesta di collocare obbligatoriamente l’insegnamento della religione in prima o ultima ora è priva di rilievo costituzionale (Set. Cort. Cost. N.292/1992).
La sua “idea laica” coincide in realtà con “relativismo”; ma chi ha scelto di vivere in modo veramente “laico” la propria esistenza ha in fondo deciso di offrire a tutti l’opportunità di migliorare la qualità della vita individuale e collettiva.
Distinti saluti
Prof. Orazio Ruscica
Segretario Nazionale SNADIR
Snadir – venerdì 9 novembre 2007