Categoria: Scuola e Società

  • Buona Pasqua di Risurrezione 2024

     

     

     

    Snadir – Professione i.r. – 30 marzo 2024

  • Lo Snadir condanna i fatti di Pisa

    "L’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza, tutelando al contempo la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento".
     
    Le parole pronunciate dal nostro Presidente della Repubblica sono la condanna più forte che si possa fare per l’ignobile giornata di Pisa, dove la violenza e la repressione più assurda e inconcepibile si sono abbattute su ragazzi inermi, togliendo loro il sacrosanto diritto di manifestare il loro pensiero in modo civile e pacifico. Un fatto indegno di uno Stato civile e che si dica tale, che condanniamo senza se e senza ma, che squalifica l’operato delle forze dell’ordine che ne sono state protagoniste, mortifica conquiste e i sacrifici per ottenerle e ci riporta pericolosamente indietro nel tempo a momenti e situazioni che sembravano essere cancellati e che si sono riproposti nella loro essenza e nella loro rappresentazione peggiori.
     
    Condanniamo l’aggressione e la repressione contro gli studenti inermi e accerchiati; condanniamo i manganelli branditi e usati; condanniamo ogni forma di violenza contro la LIBERTÀ.
     
    La parole del Capo dello Stato rivolte al ministro degli Interni, sono ben più che un semplice invito. Sono un monito che nessun Italiano può ignorare. La piazza civile e democratica di Pisa la sera dell’ignobile accaduto, è la risposta della Gente e della Civiltà di fronte ad un episodio che rimarchiamo per la sua indegnità, che nessuno deve cancellare proprio per la sua estrema gravità e che non si deve mai più ripetere. MAI PIÙ!
     
    Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir
     
     
    Snadir – Professione i.r. – 25 febbraio 2024 – h.11,50
  • Un Paese frantumato, ecco l’Italia di Calderoli

     Passa al Senato il disegno di legge sull’autonomia differenziata, bocciato invece il DdL di iniziativa popolare che irrobustiva l’unità della Repubblica

    C’è un sentimento di grande disappunto di fronte all’approvazione in Senato del disegno di legge sull’autonomia differenziata con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 30 astenuti. Il provvedimento passerà ora all’esame della Camera prima della sua malaugurata approvazione definitiva.

    La legge voluta dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, attua quanto previsto dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione che attribuisce alle regioni forme e condizioni particolari di autonomia in 23 materie, tra cui la scuola. Il che significa allargare ancora di più la forbice dell’Istruzione nel Paese fra chi è già avanti e chi arranca indietro. E a poco valgono i LEP se non supportati da una gabbia di garanzia vera di cui attualmente difettano

    Un inno al regionalismo impazzito le cui conseguenze sono già ben visibili nella sanità. Lo stesso avverrà con la scuola: con uno smantellamento della scuola statale a favore delle scuole private, ossia a favore di scuole e istituti riservati. Un altro regalo di cui nessuno (tranne pochi) avvertivano il bisogno, a chi può permettersi rette da migliaia di euro, con ovvie conseguenze sul livello sociale e culturale delle nuove generazioni, a vantaggio di qualcuno, contro tutti gli altri e un colpo di maglio inferto sulla nostra stessa democrazia.

    Fgu/Snadir, sostenendo la raccolta delle oltre 100.000 firme nella petizione promossa dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e che, quantomeno, è riuscita a fare in modo che il parlamento non fosse totalmente esautorato da un momento così importante, ha palesemente mostrato la sua contrarietà ad un’autonomia che differenzia l’Italia tra chi può e chi non potrà. Tale petizione è stata incardinata al Senato nel disegno di legge n.764 di iniziativa popolare. La maggioranza ha bocciato il predetto DdL che assicurava la possibilità di un’autonomia differenziata soggetta a referendum popolare e che impediva di spaccare l’unità del Paese.

    Non vogliamo assolutamente che la regionalizzazione della scuola porti ad uno stravolgimento del sistema scolastico unitario perché a farne le spese sarebbero prima di tutti i ragazzi e le ragazze che hanno il sacrosanto diritto di divenire cittadini consapevoli e dunque liberi e che questo diritto lo vedono calpestato da questa riforma.

    Non solo: la regionalizzazione della scuola comporta concorsi basati sull’autonomia delle regioni, una dirigenza scolastica regionalizzata, contratti regionali, stipendi diversificati in base al territorio, limitazioni alla negoziazione sindacale e altro ancora. Questa è una minaccia al nostro sistema nazionale di istruzione, portando a differenze significative tra regioni in termini di inquadramenti contrattuali, retribuzioni, reclutamento e percorsi educativi.

    Gli articoli 33 e 34 della Costituzione dicono chiaramente che le caratteristiche del nostro sistema scolastico devono essere applicate in modo uniforme in tutto il Paese. Il progetto di regionalizzazione firmato dal ministro Calderoli, mette a rischio principi fondanti della Carta Costituzionale che impongono un adeguato livello di istruzione per tutti, con particolare attenzione alle aree svantaggiate. L’Autonomia differenziata determina un Mezzogiorno schiacciato, un Paese in frantumi, una sperequazione senza precedenti.
     
    L’Autonomia differenziata di Calderoli attuata con il DdL 615 rappresenta una contro riforma della Costituzione perché conferisce alle Regioni benestanti, dotate di considerevoli risorse economiche sul proprio territorio, il potere di svincolarsi dalle Regioni in difficoltà, caratterizzate da scarse risorse economiche. Questo DdL 615, in effetti, trasforma radicalmente il volto e il tessuto della nostra Repubblica.
     
    Fgu/Snadir esprime il suo netto e in equivocabile dissenso. Non sono certo questi i cambiamenti che il mondo della scuola attendeva. Ne avremmo fatto (e ne facciamo) volentieri a meno. Pensiamo invece alle cose necessarie: al salario e il precariato; anche un piano risolutivo di edilizia scolastica, a come ovviare alla riduzione del numero di alunni per classe.
     
    Occorre, dunque, agire con determinazione per diffondere e promuovere le buone idee che amano la nostra Costituzione, che sacralizza e scolpisce il rispetto dei diritti fondamentali delle persone. Ora se ognuno percepisce che tali diritti sono affievoliti, non dobbiamo smantellare la Costituzione, bensì rafforzarla con vigore, affinché ogni cittadina e cittadino  della nostra grande Repubblica siano veramente e indiscutibilmente garanti nei diritti che la Costituzione stessa prevede.
     
    Noi siamo pronti ad agire!
     
    Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir e presidente nazionale Fgu
     
     
    Fgu/Snadir – Professione i.r. – 25 gennaio 2024 – h.11,00
     

     

  • AUDIZIONE AL SENATO SUL DDL N.924 RIGUARDANTE LA VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO

    L’intervento della Federazione Gilda Unams in Commissione Cultura del Senato sul Ddl n.924 inerente la valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti

    Si è svolta questa mattina presso la Commissione 7^ del Senato, Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport, l’audizione sul Ddl n. 924 bis, riguardante la valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti, nella scuola secondaria di I e di II grado.
     
    La Federazione Gilda Unams, nel suo intervento, ha affermato che la scuola, la famiglia e la società collaborino per costruire una cultura di rispetto e di ascolto all’interno del sistema scolastico, che sostenga gli insegnanti nel loro ruolo educativo, proteggendo il loro diritto a lavorare in un ambiente armonioso.  
     
    Ritiene inoltre fondamentale per le scuole, stabilire strategie per coinvolgere le famiglie nel processo educativo, per prevenire e sanzionare, qualora fosse necessario, i comportamenti aggressivi, pratiche che permettono poi allo studente di approcciarsi in modo maturo all’inserimento nella società.  
     
    La Gilda Unams ha sollevato poi alcune perplessità per quanto riguarda l’obbligo di un elaborato da parte degli studenti, sui termini della cittadinanza, ritenendolo un ulteriore impegno per gli insegnanti. Ritiene così auspicabile che il Disegno di legge riveda l’approccio all’elaborato per la valutazione di condotta.

     

    E’ necessario, infine, riattribuire al docente l’autorevolezza adeguata anche per il sovraccarico delle attribuzioni burocratiche.
     
     
     
    Fgu/Snadir – Professione  i.r. – 17 gennaio 2024