Categoria: Scuola e Società
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LA POLITICA AL SERVIZIO DELLA DIGNITA’ UMANA. SOLO IL WELFARE PUO’ SALVARE IL CAPITALISMO DAL FALLIMENTO
LA POLITICA AL SERVIZIO DELLA DIGNITA’ UMANASOLO IL WELFARE PUO’ SALVARE IL CAPITALISMO DAL FALLIMENTOIl capitalismo selvaggio, condannato a più riprese nelle encicliche sociali [1] , con le sue strategie speculative sta mettendo in ginocchio i Paesi dell’eurozona. L’ultimo declassamento da parte dell’agenzia di rating “Standard and poor’s” dell’Italia e della Francia fanno capire che nessuna Nazione – neppure la Germania – può ritenersi al sicuro.Il sistema capitalistico di impronta americana che si fonda sulla Borsa, sulle Banche, sui derivati e sul trading (= acquisto e vendita di azioni, obbligazioni, future, titoli di stato), in realtà si traduce nel “depredare” le aziende, in quanto “ogni impresa costituisce un business che si acquista e si vende molto liberamente” [2]. Questo sistema è quello che ha costretto milioni di consumatori a indebitarsi con i mutui subprime, le ipoteche sulla casa, le carte di credito revolving, aggiungendo debito su debito fino a spendere mensilmente più di quanto si riuscisse a guadagnare: un sistema che incentiva a consumare ed a indebitarsi. Ma è chiaro che questo sistema distribuisce non la ricchezza, ma la povertà. E’ un sistema che rende i pochi ricchi sempre più ricchi e amplia in modo esponenziale il numero dei poveri, rendendoli sempre più poveri.E’ necessario dare ordine a questo caos, bisogna reintrodurre un modello “economico che riconosce il ruolo fondamentale e positivo dell’impresa, del mercato, della proprietà privata e della conseguente responsabilità per i mezzi di produzione, della libera creatività umana nel settore dell’economia”[3]. Un sistema economico dove l’impresa sia praticata come una comunità, dove si realizzi l’interazione virtuosa fra mercato e welfare, dove il sistema industriale non licenzi nessuno.Occorre, quindi, proteggere la produzione reale con regole democratiche che favoriscano l’impresa e la libertà di iniziativa economica; come recita la Costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”[4].Bisogna che la politica regoli il mercato, intervenga per mettere al bando i sistemi speculativi che creano soltanto miseria, che renda ogni uomo cittadino e non suddito dell’economia. Occorre raggiungere un nuovo mercato economico, un capitalismo ben regolato, un’ economia temperata dal welfare. In questo giocherà un ruolo fondamentale lo Stato sovrano, che senza cedere nulla ai grandi sistemi bancari ed economici, non sia “soltanto un guardiano notturno, bensì un interventore attento a che non si formino monopoli e posizioni di rendita, e che i diritti individuali non vengano presi d’assalto dalla rapacità del sistema”[5]Orazio Ruscica
[1] “si può forse dire che, dopo il fallimento del comunismo, il sistema sociale vincente sia il capitalismo…? (…) Se con «capitalismo»si intende un sistema in cui la libertà nel settore dell’economia non è inquadrata in un solido contesto giuridico che la metta al servizio della libertà umana integrale e la consideri come una particolare dimensione di questa libertà, il cui centro è etico e religioso, allora la risposta è decisamente negativa” (Centesimus annus)[2] Citazione di Michel Albert tratta da “E. Berselli, L’economia giusta, Giulio Einaudi Editore, 2010, p.53 -
Manovra economica: occorre più equità
Manovra economica: occorre più equitàLa manovra Monti ( decreto legge n.201/2011) ha una dimensione economica di 20.185 miliardi di euro per il 2012, di 21.310 per il 2013 e di 21.424 per il 2014, per un totale di 62.919 miliardi di euro nel triennio 2012/2014. Se teniamo anche conto dei provvedimenti adottati in questa estate dal Governo Berlusconi, la misura complessiva nel triennio ammonterà a 205.258 miliardi di euro.Come al solito le misure vanno a colpire i dipendenti pubblici, i pensionati fino a 2.000 euro mensili, le famiglie con un reddito inferiore ai 50.000 euro, lasciando inalterati i privilegi, accentuando le differenze tra le classi sociali (operai, dipendenti, insegnanti) e nuovi super benestanti; una sperequazione che richiama alla memoria l’atteggiamento sprezzante di nobili e di re che tartassavano il popolo per mantenere i loro privilegi.L’intervento sull’età pensionabile che innalza il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia dai 66 anni nel 2012 ai 67 e 2 mesi nel 2021, l’innalzamento dell’anzianità contributiva per la pensione anticipata dai 42 anni e 1 mese nel 2012 ai 43 anni e 2 mesi nel 2019, l’abrogazione dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata 1] (è del tutto evidente che tale abolizione porterà le assicurazioni ad “offrire a prezzi modici” ai lavoratori “pacchetti vita” assicurativi che incideranno sul bilancio mensile di ogni singolo lavoratore), mostrano – se ancora qualcuno avesse qualche dubbio – che ci stiamo avviando verso una società che allarga sempre più il solco tra una moltitudine di poveri e uno sparuto gruppo di ricchi. I privilegi di dirigenti d’azienda (con maggiore azionista il Tesoro) e parlamentari che con pochi anni di attività hanno una buonuscita d’oro oppure un vitalizio, che gli operai e i dipendenti pubblici, anche con 43 anni di servizio, non potranno mai ottenere, non fanno altro che accentuare questa disparità.Oltre a ciò, notiamo che ci si ostina ad allungare l’età anagrafica per avere il diritto alla pensione. Niente di più sbagliato. In realtà, il futuro pensionistico si basa esclusivamente sul fatto che ci siano dei lavoratori che versino i contributi; quindi, il sistema previdenziale è strettamente connesso con il lavoro, con la crescita economica.Senza posti di lavoro per i giovani, niente pensione per gli anziani. Quindi tutto si risolve nel creare nuovi posti di lavoro. E se agli insegnanti viene richiesto di rimanere in servizio fino ai 67 anni, oltre ad avere “nonni insegnanti”, ci saranno sempre più giovani insegnanti disoccupati.Stupisce non poco che 42.000 “poveri” che dichiarano fino a 20.000 euro l’anno (altri 26.460 dichiarano dai 20.000 ai 50.000 euro l’anno) posseggano barche di lusso ed aerei, e ciononostante non si chieda loro una robusta patrimoniale. Sarebbe necessario un intervento di “riforma della pressione fiscale, che pesi meno sul lavoro e più sulle rendite”[2]Come fermare lo Spread[3]? Lo Spread è pura speculazione. Il capitalismo selvaggio -come ho già detto[4] -, condannato a più riprese nelle encicliche sociali, con le sue strategie speculative sta mettendo in ginocchio l’Italia e nessuna Nazione, Francia o Germania che sia, può ritenersi al sicuro; questi sistemi di speculazione necessitano di un intervento forte da parte della politica.Riteniamo che occorre proteggere la produzione reale con regole democratiche che favoriscano l’impresa e la libertà di iniziativa economica; come recita la Costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”[5]. Pertanto è evidente che la speculazione, generando ingiustizia sociale, è in contrasto con i dettati Costituzionali.Gli insegnanti hanno già dato. Le economie di cui all’art. 64, comma 9 della legge n.133/2008 dovevano essere utilizzate per il recupero degli aumenti di anzianità (passaggio di fascia stipendiale) del personale della scuola; in particolare l’art. 4 del decreto interministeriale n.3 del 14 gennaio 2011 ha previsto l’utilizzo del 30% delle predette economie per il recupero delle posizioni di carriera e stipendiali del personale del comparto scuola negli anni 2011/2012. Questa norma è stata disattesa dal Ministero dell’economia; insomma coloro che nel 2011 (e anche nel 2012) dovevano passare nella fascia stipendiale successiva hanno visto congelata la loro posizione economica con una perdita mensile di circa 250 euro.Tagliare le spese ai Parlamentari del 40% vorrebbe dire un risparmio per gli italiani di circa 54.086.400 euro l’anno; e se a questi si sommassero le economie derivanti dal taglio di tutti gli stipendi dei Consiglieri comunali, provinciali, regionali, dall’eliminazione delle auto blu e dal taglio del 50% dei vitalizi dei Parlamentari (1.500 euro invece che 3.000 euro per i 5 anni di attività parlamentare), si avrebbe quasi il recupero della manovra per l’anno 2012. Tale risparmio diventerebbe strutturale e si consoliderebbe nel tempo.Altri 2,4 miliardi di euro potrebbero essere recuperati attraverso la messa all’asta delle 6 frequenze Mux per l’attivazione di circa 36 canali digitali. Non si capisce perché lo Stato dovrebbe regalarle alle più belle emittenti televisive.Come si comprende benissimo un vero Governo tecnico potrebbe fare scelte utili per il Paese che non incidano soltanto su i dipendenti pubblici, sugli insegnanti, sul personale della scuola che assicura giustamente un gettito fiscale certo e costante allo Stato, ma anche, anzi in primo luogo, su coloro che evadono, eludono, speculano e che hanno una ricchezza che trattiene per sé ciò che invece appartiene ai nuovi e vecchi poveri.Insomma un Governo che potrebbe fare interventi veramente equi. Ma questo Governo non eletto dai cittadini, evidentemente non è nemmeno tecnico.Per queste ragioni la Federazione Gilda-Unams e lo SNADIR sciopereranno il 19 dicembre insieme agli altri sindacati della scuola, invitando il personale del Comparto ad astenersi dal servizio durante l´ultima ora di lezione o di attività educativa[6].Orazio Ruscica
[1] La pensione privilegiata che spetta al dipendente pubblico se dalla infermità o dalla lesione contratta per fatti di servizio deriva l’inabilità assoluta o permanente[3]Il termine in questo periodo è usato per indicare la differenza tra la resa dei titoli di stato italiani e quelli della Germania; cioè se lo Spread si alza, significa che il valore dei titoli di stato italiani BTP (Buoni del Tesoro Poliennali)vanno a picco rispetto al valore dei corrispettivi tedeschi.[6]Modalità di sciopero.Nella giornata di lunedì 19 dicembre 2011 la scuola sciopera con la modalità dello sciopero breve: i docenti si asterranno dal lavoro nell´ultima ora di lezione prevista per la classe. Nel caso in cui l´organizzazione dell´attività didattica si svolga su più turni o le lezioni si protraggano in orario pomeridiano (scuola dell´infanzia, primaria a tempo pieno, media a tempo prolungato) il personale docente in servizio in orario antimeridiano potrà scioperare nella prima ora di lezione della classe/sezione, mentre chi lavora in orario pomeridiano potrà aderire allo sciopero nell´ultima ora di lezione della classe/sezione.Snadir – Professione i.r. – 14 dicembre 2011
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Manovra iniqua, lo Snadir sciopera il 19 dicembre
Manovra iniqua, lo Snadir sciopera il 19 dicembre
La Federazione Gilda Unams e lo SNADIR sciopereranno il 19 dicembre insieme agli altri sindacati della scuola, invitando il personale del Comparto ad astenersi dal servizio durante l´ultima ora di lezione o di attività educativa. La mobilitazione è stata indetta per protestare contro il decreto legge varato dal Governo che colpisce pesantemente il personale del comparto.
“Questa manovra– dichiara il vice Coordinatore nazionale della FGU e segretario nazionale Snadir, Orazio Ruscica – inciderà su ogni famiglia 830 euro l’anno, come dichiarato dalla Cgia Mestre; sommando a questa manovra quelle estive nel quadriennio 2011/2014 gli effetti economici su ogni famiglia saranno di 8.266 euro l’anno. Una manovra iniqua che penalizza i dipendenti pubblici e non va a colpire i redditi alti. Inoltre, il mancato adeguamento all’inflazione per le pensioni superiori ai 961 euro: ad esempio una pensione di 1.500 euro mensili subirà un taglio di 312 euro l’anno. Bisognerebbe colpire tutte le pensioni superiori ai 2.000 euro mensili”.Sciopero 19 dicembre 2011 – Volantino unitario
Snadir – Professione i.r. – 09 dicembre 2011
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ANNO SCOLASTICO 2011/2012 AI NASTRI DI PARTENZA TRA AUSPICI, ATTESE E NUOVI IMPEGNI SINDACALI
ANNO SCOLASTICO 2011/2012 AI NASTRI DI PARTENZA TRA AUSPICI, ATTESE E NUOVI IMPEGNI SINDACALIAnno scolastico 2011-2012. Si ricomincia tra auspici, attese, problemi, tagli, speranze. Prof. Ruscica, come vede questa nuova ripresa della scuola italiana?Il quadro non è sicuramente esaltante. La politica scolastica attuale ha un respiro molto corto perché la scuola è stata confinata, nella prospettiva dei nostri governanti, ad un capitolo di bilancio qualsiasi, mentre dovrebbe meritare un’ attenzione particolare: sappiamo tutti che il sapere e la sua diffusione democratica sono di vitale importanza per il futuro di ogni società civile.In questi tre anni la scuola si è vista drasticamente tagliare l’organico di ben 130 mila posti. E’ anche vero che in quest’ anno scolastico ci sono state 30.300 assunzioni del personale della scuola; ma è altrettanto vero che per i docenti di religione non è stata prevista nessuna assunzione in ruolo, benché lo Snadir avesse rappresentato al Miur la necessità di immetterne almeno 2.484. Attualmente i docenti di religione con contratto a tempo indeterminato sono 13.630 circa; essendo disponibili i posti in organico di religione per l’a.s. 2011/2012 nella misura di 16.114 unità, è chiaro che si poteva provvedere con l’assunzione in ruolo di circa 2.500 docenti. Ma evidentemente questo Governo vuole lasciare maggiore disponibilità di posti per le nomine a tempo determinato e non vuole dare una risposta positiva alle legittime richieste degli insegnanti di religione precari.Questo inizio d’anno scolastico vede lo Snadir prepararsi ad una nuova stagione congressuale. Con quali risultati il sindacato da lei guidato arriva a questo nuovo appuntamento?Credo che di risultati positivi ne siano stati raggiunti, apartire dall’immissione in ruolo, dopo l’approvazione della legge 186/2003, che è divenuta realtà per oltre 15.000 docenti di religione. Da qui è stato tutto un crescendo che ci ha visti impegnati nella sollecitazione della Graduatoria ad esaurimento, nella definizione del credito scolastico, nella creazione di nuove segreterie provinciali e coordinamenti regionali, nei contatti in ambito europeo con la firma di un protocollo d’intesa con l’Apprece spagnola, nella difesa dei precari e della loro stabilizzazione, nella equiparazione stipendiale dei docenti della scuola secondaria di I grado con i docenti della secondaria di II grado in quanto appartenenti al medesimo ruolo, nella formazione e aggiornamento costanti dei docenti di religione attraverso l’ADR.Il nostro sindacato si presenta al nuovo congresso con un bagaglio di risultati che fanno di esso un soggetto di servizio e di crescita culturale. E tutto questo nonostante i diversi attacchi, spesso costruiti ad arte e con deliberata volontà di dire il falso, contro i docenti di religione e la loro attività professionale.Come sta andando la preparazione dei congressi e cosa si aspetta dalla base degli iscritti?E’ stato predisposto dalla segreteria nazionale un regolamento-guida per tutti gli adempimenti elettorali: dalle modalità per le elezioni alle assemblee, dalla partecipazione dei delegati al congresso alle candidature, dalla formazione delle liste alle operazioni di scrutinio. La segreteria nazionale e la Commissione elettorale nazionale (CEN) hanno adempiuto agli atti di loro competenza per avviare tempestivamente la procedura elettorale.Crediamo in un sindacato partecipativo e vogliamo che la nostra organizzazione sindacale favorisca l’incontro di tutte le identità; per coinvolgere quindi quanti più docenti possibile. Nel nostro sito www.snadir.it, al link “Elezioni Organi Statutari 2011 ”, ogni iscritto troverà tutti i documenti necessari per le elezioni 2011. Successivamente sarà messo in rete anche un breve manuale per spiegare la procedura elettorale on line. Alla fine di ottobre sarà completata tutta la fase precongressuale, mentre il 23 e il 24 novembre si svolgerà a Palermo il Congresso nazionale.Auspico che ci sia la più ampia partecipazione, perché il nostro sindacato ha ragione di esserci, e per tutelare l’insegnamento della religione nella scuola e i loro docenti, e per concorrere a determinare la crescita culturale dei giovani del nostro tempo. Ogni congresso è sempre un atto di democrazia che consente di confrontarsi e di trovare la strada per fare sempre meglio e crescere. E lo Snadir è un sindacato sempre in crescita perché i colleghi trovano in esso un attento ascolto alle loro esigenze. Lo Snadir è un sindacato “per” e “con” i docenti, non un sindacato “contro qualcuno o qualcosa”. Gli obiettivi che abbiamo finora raggiunto e quelli che ci prefiggiamo di raggiungere si inseriscono in questa logica che è in fondo radicata nella natura identitaria del nostro sindacato e che fino ad oggi ci ha fatto sempre realizzare i nostri sogni e guardare avanti con coraggio e serenità di coscienza.Doriano RupiSnadir – Professione i.r. – 8 settembre 2011 -
REFERENDUM CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA. Due Sì per affermare che l’acqua è un bene comune e un diritto di tutti
REFERENDUM CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA
Due Sì per affermare che l’acqua è un bene comune e un diritto di tuttiL’acqua è fonte di vita. E’ punto di incontro e confine tra diverse popolazioni, segno del dialogo che valorizza la differenza e cancella l’indifferenza.
Oggi, però, è ambita come occasione di profitto; l’acqua, orizzonte di una terra promessa ad un popolo la cui vocazione è la libertà, oggi è chiusa nelle mani di pochi, costretta a diventare negazione della libertà.
Afferma Vandana Shiva “L’acqua è un bene comune in quanto rappresenta la base ecologica di tutta la vita e perché la sua sostenibilità ed equa distribuzione dipendono dalla cooperazione tra i membri della comunità” (Vandana Shiva, Le guerre dell’acqua) . Questo aiuto reciproco non può che affermarsi se non tramite una democrazia ecologica, che rigettando “le soluzioni di mercato che distruggono la terra e aumentano le diseguaglianze”, realizzi invece politiche che comprendono “il diritto ad un’attività industriale pulita, alla sicurezza contro l’esposizione a sostanze tossiche, alla prevenzione, all’informazione, alla partecipazione, alla protezione e ai vincoli, agli indennizzi e agli interventi di pulizia”.
E’ necessaria, quindi, la rinascita di una nuova democrazia; una democrazia che assicuri ad ogni cittadino e a tutti il diritto ad avere l’acqua, ad avere l’acqua pulita.
Tutto ciò lo affermavamo – già nell’ottobre del 2008 al Convegno Nazionale “Acqua fondamento di vita” – e oggi lo ribadiamo a fronte di chi vorrebbe negare il messaggio di gratuità insito nella natura stessa dell’acqua.
I quesiti referendari sull’acqua su cui occorrerà pronunciarsi sono due: il primo Sì impedirà che l’acqua sia affidata ai privati; il secondo Sì cancellerà la norma che “consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio”.
Orazio RuscicaSnadir – Professione i.r. – martedì 31 maggio 2011
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LA CORTE DI STRASBURGO SI PRONUNCIA SUL CROCIFISSO A SCUOLA
LA CORTE DI STRASBURGO SI PRONUNCIA SUL CROCIFISSO A SCUOLA
A Strasburgo la “Grande Chambre” della Corte europea per i diritti dell’uomo ha assolto l’Italia dall’accusa di violazione dei diritti umani per l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche.
Viene ribaltata, quindi, la precedente sentenza del novembre 2009 che aveva invece affermato che la presenza del Crocifisso nelle scuole statali fosse “contraria al diritto dei genitori di educare i propri figli secondo le loro convinzioni e al diritto dei minori alla libertà di religione e di pensiero”.
Il governo italiano si era opposto alla sentenza, ricevendo il sostegno di altri dieci Paesi. E’ seguito, a fine giugno 2010, l’esame degli atti ed oggi si è arrivati alla sentenza, adottata con l’ampia maggioranza di 15 voti favorevoli e due contrari.
La sentenza ha una grande rilevanza non solo per ciò che riguarda l’Italia ma, in considerazione dell’autorità che l’ha pronunciata, avrà dei riflessi anche negli altri Paesi europei per ciò che riguarda l’esposizione di simboli religiosi nei luoghi pubblici.
In questa settimana di ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia noi italiani abbiamo imparato a rivalutare i simboli: il tricolore e l’inno nazionale in particolare; e i valori che da questi scaturiscono: l’unità, la solidarietà, l’identità nazionale. L’apprendere della sentenza in questo momento forse ci aiuta a capire che i simboli ci rimandano ai “significati”, alla cultura di un popolo, alla sua storia.
Quando sono collocati in un contesto di libertà democratica i simboli rappresentano l’invito quotidiano a riportare alla memoria la propria identità e le proprie radici. In particolare – come ha affermato il Consiglio di Stato (Sent. N.556/2006) – “il crocifisso non è solo un oggetto di culto, ma un simbolo capace di esprimere valori che appartengono alla comunità civile oltre che a quella religiosa, come ad esempio la valorizzazione della persona , la tolleranza , il rispetto reciproco”.Snadir – Professione i.r. – 18 marzo 2011
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Esposizione del Crocifisso nei luoghi pubblici. Questa settimana due importanti sentenze sul tema
Esposizione del Crocifisso nei luoghi pubblici
Questa settimana due importanti sentenze sul tema
Lo scorso anno ha occupato le pagine dei giornali la notizia del contenzioso sollevato da un magistrato che si rifiutava di svolgere il suo lavoro in aule dove fosse esposto il Crocifisso.
La Cassazione ha emesso oggi una sentenza con la quale si è espressa sulla questione dei simboli religiosi da esporre nelle aule dei tribunali ed ha stabilito che "è necessaria una scelta discrezionale del legislatore, che allo stato non sussiste, riguardo la possibilità di esporre simboli religiosi che non siano i crocifissi".
Ma la sentenza più attesa è quella che, venerdì prossimo, pronuncerà la Corte europea dei Diritti dell’uomo. Si tratterà di una sentenza d’appello definitiva circa l’esposizione dei crocifissi nelle scuole italiane.
La prima sentenza fu emessa il 3 novembre 2009 a seguito del ricorso presentato nel 2006 da una cittadina italiana di origine finlandese, che contestava la presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche in Italia. La corte aveva affermato che la presenza del Crocifisso violava l’articolo 2 del protocollo n. 1 (diritto all’Istruzione) e dell’art. 9 (diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione) della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo.
Nel gennaio 2010 il Governo italiano presentò ricorso in appello e l’esame della questione fu affidato alla “Grande Chambre”.
La presidenza della Conferenza episcopale italiana, già nel giugno 2010, alla vigilia della discussione a Strasburgo, auspicava “… che nell’esame di una questione così delicata si tenga conto dei sentimenti religiosi della popolazione e di questi valori, come pure del fatto che in tutti i Paesi europei si è affermato e si va sviluppando sempre più positivamente il diritto di libertà religiosa, di cui l’esposizione dei simboli religiosi rappresenta un’importante espressione”.Snadir – Professione i.r. – 14 marzo 2011
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IL GIORNO DELLA MEMORIA PER NON ASSUEFARCI AL MALE (DEDICATO AI NOSTRI FRATELLI MAGGIORI)
IL GIORNO DELLA MEMORIA PER NON ASSUEFARCI AL MALE
(DEDICATO AI NOSTRI FRATELLI MAGGIORI)Erano i compagni di scuola. Gli amici di una vita. Il commerciante della nostra spesa quotidiana. Il medico di famiglia. Il vigile urbano. Quelli della porta accanto. Il nostro datore di lavoro. L’ insegnante. L’ impiegato dell’ufficio postale. La nostra gente di tutti i giorni.
Spazzati via dall’ebbrezza insana di un’idea disumana che ha trovato posto nella mente sonnolenta di quanti si sono lasciati stordire dal “fascino” del male!
E noi, quando ci voltiamo indietro insieme ai nostri figli, siamo in grado di accogliere, invece, la “banalità” del Bene?
Ricordare gli orrori dei nostri antenati europei è un imperativo morale per poterci liberare da un’eredità pesantissima che sta a noi non tramandare al futuro della storia umana.
Rivivere insieme agli uomini e alle donne di oggi il dolore degli uomini e delle donne di ieri – anche se sono ormai trascorsi più di 70 anni – ci aiuta a recuperare il senso della giustizia e dell’amore che sono indispensabili per costruire una società veramente libera.
Intere Nazioni affogavano nell’indifferenza mentre milioni di vite se ne andavano in fumo: quali valori avevano perso di vista?
Forse la consapevolezza che la libertà è un bene che nessuno ti garantisce se non te la tieni stretta ogni giorno con tutte le forze.
Il coraggio di reagire anche a costo della vita a chi ti obbliga a pensare a senso unico.
Il rispetto della sacralità della vita, di ogni vita anche se non è la tua.
La solidarietà disinteressata che sta alla base della famiglia, della scuola, dell’ambiente di lavoro, del vivere civile.
Quando la forza delle armi e di una propaganda spietata prende il posto della forza della ragione e della cultura si diventa l’ombra di se stessi, come fragili creature di argilla a disposizione del prepotente di turno. Questo accadde allora!
Il 27 gennaio è un’occasione non per cambiare il mondo – ardua impresa! – ma per ostacolare ogni forma di discriminazione e di emarginazione sociale, religiosa, politica, intellettuale e di genere, con tutto l’amore di cui siamo capaci per L’uomo, per ogni popolo, per ogni minoranza del nostro pianeta.
Questo pianeta, che ci ospita e ci nutre da milioni di anni, lo sentiremo tutti più nostro se con il Bene che possiamo fare oggi a 360° riusciremo a risanare le molte ferite ancora aperte del passato!M. Debora Morganti
Snadir – Professione i.r. – 24 gennaio 2011
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Al teatro Quirino di Roma in scena la protesta della scuola. I DANNI DELLA MANOVRA FINANZIARIA ALLA SCUOLA ITALIANA
Al teatro Quirino di Roma in scena la protesta della scuola“I DANNI DELLA MANOVRA FINANZIARIA ALLA SCUOLA ITALIANA”Ne abbiamo parlato con il Prof. Orazio Ruscica, segretario nazionale dello Snadir e vice coordinatore nazionale della Federazione Gilda UnamsCirca mille persone, tra dirigenti sindacali e insegnanti, si sono riuntite al Teatro Quirino di Roma per protestare contro le misure previste dalla manovra correttiva per la scuola. Hanno aderito all’iniziativa Gilda-Unams/Snadir, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals-Confsal.Una nutrita delegazione di docenti di religione guidata dal Prof. Orazio Ruscica, segretario nazionale dello Snadir e vice coordinatore nazionale della Federazione Gilda Unams, è intervenuta alla manifestazione per unirsi al coro di voci che si è alzato in questi giorni dal mondo sindacale per stigmatizzare una manovra finanziaria che penalizza fortemente la scuola. Abbiamo intervistato, durante il sit-in che séi è svolto davanti al Senato, il segretario nazionale dello Snadir.D. Prof. Ruscica, un anno scolastico come quello che si è chiuso non si vedeva da tempo. E’ d’accordo?R. Certamente! L’anno scolastico appena passato ha visto falcidiare la scuola primaria e secondaria di 1° grado; la scure si è abbattuta sui maestri, sui docenti di italiano e sulla 2° lingua comunitaria per un totale di 42.100 posti in meno. Per il prossimo anno si prevedono 25.600 cattedre in meno che andranno a colpire la scuola secondaria di 2° grado. E siccome tutto ciò non bastava, ecco che per il personale della scuola si prevede il blocco del contratto, interruzione del passaggio di fascia stipendiali, riduzione della liquidazione e perdita permanente di circa 100 euro mensili sulla pensione per un totale annuo di 1.100 euro (100 x 13). L’interruzione del passaggio alla fascia stipendiale comporterà un taglio della retribuzione di circa 3.000 euro l’anno; infatti un docente di scuola secondaria che al 1° gennaio 2011 sarebbe passato alla fascia stipendiale 21/27 perderà ogni anno, senza possibilità di recupero, circa 3.300 euro (3.300 x 3= 9.900 euro), mentre un docente di scuola primaria/infanzia dovrà rinunciare a circa 2.000 euro l’anno (2.000 x 3= 6.000 euro). Inoltre il blocco della progressione per anzianità avrà anche effetti sulla buonuscita; difatti un docente di scuola primaria/infanzia con 32 anni di servizio perderà circa 4.212, 24 euro, mentre un docente di scuola secondaria superiore si vedrà decurta la buonuscita di circa 6.280,59 euro.D. Non c’erano altre strade, secondo lei, anziché colpire il settore della scuola e della formazione, che è quello nel quale bisogna invece investire?Si, c’erano altre vie da poter percorrere! Si potevano eliminare i consigli circoscrizionali, che non si riesce a capire a cosa servano (6.949 consiglieri circa); forse ad ascoltare “chi si lamenta del lampione rotto, chi della buca, chi del sindaco che non si fa mai trovare”. E poi, invece di eliminare le inutili province ( la loro soppressione varrebbe un risparmio di 14 miliardi di euro, cioè la metà dell’importo dell’intera manovra finanziaria), invece di eliminare le pensioni dei Parlamentari e il loro vitalizio ( che si cumula con qualsiasi altra pensione e che varia dai 3.108 euro mensili – da chi può vantare soltanto cinque anni di attività parlamentare – ai 9.947 euro mensili liquidati a coloro che hanno svolto l’attività per 30 anni), si va a colpire il personale della scuola con una stangata dai 1.000 ai 3.000 euro senza alcuna possibilità di recupero. E’ un furto!D. Eppure il Governo aveva detto che non avrebbe messo le mani in tasca agli italiani.R. Sì, hanno detto questo, ma nei fatti ci tolgono quello che ci spetta da contratto. Come bisogna chiamarla questa operazione….sottrazione…furto! Sapevo bene che gli insegnanti non sono proprio ricchi. Insomma, dati alla mano. Basta guardare il cedolino stipendiale per rendersi conto che 26.000 euro l’anno difficilmente ci permetteranno di avere un appartamento con vista sul Colosseo. Quando si è paventata l’idea che la crisi economica avrebbe comportato dei sacrifici, mi sono detto: va bene, un piccolo contributo di 100 euro dovrò darlo, ma di certo chi guadagna di più dovrà dare un contributo maggiore! Avevo in mente l’art. 53 della Costituzione che recita “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Come si capisce benissimo dalla lettura del testo, tutti siamo tenuti a concorre alle spese pubbliche. Ed è ovvio che tali spese devono essere ripartite tra tutti, in proporzione al proprio reddito. Ma mi sbagliavo.D. Da quello che lei dice è insomma una manovra fortemente sperequativa!R. Sicuramente! Un esempio? I manager di Stato che percepiscono 100.000 euro l’anno pagheranno solo 500 euro, mentre chi percepisce 26.000 euro pagherà 3.000 euro! E’ una norma incostituzionale! Vogliamo EQUITA’. La manovra finanziaria del Governo si è rivelata una vera e propria stangata che colpisce ancora una volta lavoratori della scuola. Ovviamente, la classe politica e il ceto più alto della società ne usciranno indenni; infatti, l’irrisoria riduzione degli stipendi dei parlamentari, è stati una goccia nel mare. E Inoltre, vogliamo parlare delle auto blu? Le 607.918 auto blu che circolano nel nostro Paese ci costano dai 12 ai 14 miliardi di euro l’anno: un’enormità se pensiamo che negli Stati Uniti le auto blu sono 73 mila, in Francia sono 65 mila, in Gran Bretagna 55 mila, in Germania 54 mila, in Spagna 44 mila, in Giappone 35 mila, in Grecia 34 mila, in Portogallo 23 mila. La stangata nei confronti della scuola è uno sciacallaggio che allargherà sempre più il divario economico tra i pochi ricchi e i moltissimi al limite della povertà.D. Come, per concludere, si dovrebbe riequilibrare il carico fiscale per evitare di penalizzare la scuola?R. E’ necessario agire con decisione contro queste ingiustizie. Occorre intervenire con provvedimenti che incentivino la lotta all’evasione fiscale e alla corruzione, “riequilibrare” il carico fiscale, diminuendo quello sui lavoratori dipendenti e aumentandolo sui dividendi e “capital gains”, nonché applicare un bel taglio del 45% sull’intera retribuzione dei politici: passare dagli attuali 15.000/17.000 euro mensili a 8.250/9.350 euro mensili; sarebbero circa 8.000.000,00 di euro al mese di risparmi. Sono altri quelli a cui bisogna chiedere 3.000 e più euro l’anno, non al personale della scuola.Doriano RupiSnadir – Professione i.r. – 16 giugno 2010