Categoria: Riforma della Scuola

  • Lo Snadir aderisce allo sciopero scrutini La mobilitazione prosegue con lo sciopero degli scrutini e altre iniziative di protesta in tutta Italia

    Lo Snadir aderisce allo sciopero scrutini

    La mobilitazione prosegue con lo sciopero degli scrutini e altre iniziative di protesta in tutta Italia
     
     
     
    Lo Snadir aderisce allo sciopero breve di un’ora per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, proclamato dalla nostra Federazione Gilda-Unams, assieme alle altre organizzazioni sindacali. Le date del predetto sciopero sono individuate  in relazione al calendario adottato da ogni singola istituzione scolastica, con esclusione delle classi terminali dei cicli di studio.
    Lo sciopero del personale docente coinvolto nelle operazioni di scrutinio avverrà nel pieno rispetto delle disposizioni di legge e contrattuali.
    Per il personale docente della scuola dell’infanzia, per il personale educativo e il personale ata lo sciopero si effettuerà nella prima ora di servizio (e nell’ultima, in caso di turno pomeridiano) delle giornate programmate per l’espletamento degli scrutini nella la scuola in cui si presta servizio.
    La decisione dello Snadir di aderire allo sciopero breve di un’ora durante gli scrutini è finalizzata a  mostrare al Governo un fronte sindacale compatto nel richiedere il cambiamento del DDL 1934; tiene conto inoltre del pronunciamento degli iscritti pervenutoci attraverso il sondaggio – attivato nel nostro sito dal 22 al 29 maggio – che ha dato sostanzialmente parere  favorevole (72%; in particolare – in riferimento all’intenzione di mettere in atto tale azione di protesta –  32% ottima, 19% buona, 21% discreta).    Inoltre è stata espressa una valutazione decisamente positiva (84%, cioè 65% Sì e 19% abbastanza) allo svolgimento nella giornata di venerdì 5 giugno dell’iniziativa dal titolo “La cultura in piazza”, con fiaccolate che avranno luogo contemporaneamente in tutte le principali città italiane.
    Riportiamo per utilità alcuni documenti
    Snadir – Professione i.r. – 1 giugno 2015

     

  • Invia la tua lettera per sollecitare i Senatori ad inserire nel DDL n.1934, in discussione dal 1° giugno al Senato, norme che risolvano la questione dei precari di religione

    Invia la tua lettera per sollecitare i Senatori ad inserire nel DDL n.1934, in discussione dal 1° giugno al Senato, norme che risolvano la questione dei precari di religione

     
     
    Facciamo sentire ancora la nostra “voce” affinché il Senato, impegnata nei prossimi giorni nella discussione e votazione del Disegno di legge n.1934 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, introduca, nel predetto disegno di legge, , nel predetto disegno di legge, quanto richiesto dalla nostra organizzazione sindacale, in quanto rappresenta una precisa e puntuale soluzione all’annosa situazione del precariato dei docenti di religione e di ciò che gli stessi sentono come fortemente discriminante.
    In particolare chiediamo
    1. che siano prorogate le graduatorie del citato concorso del 2004 al fine di attingere alle stesse, negli aa.ss. 2015/2016  e 2016/2017, per il 50% dei posti attribuibili a ruolo, mentre il rimanente 50% dei posti disponibili andrebbe assegnato alle graduatorie del prossimo nuovo concorso, in attuazione di quanto disposto dall’art. 3, comma 2, della legge n. 186/2003;
    2. che gli ulteriori 2.543 posti vacanti per l’insegnamento della religione, derivanti dai pensionamenti registratisi dal 2008 ad oggi e da quelli che si realizzeranno nei prossimi tre anni siano messi a disposizione di un nuovo concorso;
    3. che l’insegnamento della religione sia inserito nell’organico dell’autonomia;
    4. la inapplicabilità agli incaricati di religione dell’art.  14, comma 1 del ddl sulla scuola, che prevede che i contratti a tempo determinato non potranno superare i 36 mesi,  oppure la sostituzione dello stesso articolo con l’obbligatorietà di riqualificare i contrati a tempo indeterminato al superamento del predetto termine di 36mesi;
    5. la non applicabilità dell’art.10, comma 9 ai docenti di religione con contratto a tempo indeterminato in quanto i docenti di religione di ruolo, ai sensi dell’art.4, comma 1 della legge 186/2003, non possono fruire della mobilità professionale verso altri insegnamenti;
    6. l’introduzione della valutazione periodica e annuale dell’irc secondo la modalità numerica.
     
    Lo Snadir, con il sostegno delle e-mail che saranno inviate, presenterà le legittime richieste dei docenti di religione presso le sedi istituzionali, facendosi promotore di ulteriori nuove iniziative presso il Parlamento e il Miur.
     
     

    Snadir – Professione i.r. – 28 maggio 2015

  • Non si ferma l’azione dello Snadir per gli insegnanti di religione Una delegazione dello Snadir ha incontrato l’On. Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento e Alessandra Moretti, candidata Presiden

     Non si ferma l’azione dello Snadir per gli insegnanti di religione

    Una delegazione dello Snadir ha incontrato l’On. Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento e Alessandra Moretti, candidata Presidente alle elezioni regionali Veneto 2015
     
     
    Si è svolto nella serata di ieri (25 maggio 2015), presso l’Auditorium della Fiera di Verona un incontro informale tra l’On. Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali e per i rapporti con il Parlamento, con la presenza di Alessandra Moretti, candidata Presidente alle elezioni regionali Veneto 2015 e il Professori Orazio Ruscica, Segretario Nazionale Snadir e Domenico Zambito, Segretario regionale Snadir del Veneto, nel corso del quale sono state affrontate le tematiche che riguardano propriamente gli insegnanti di religione cattolica.
    Il Prof. Ruscica ha fatto presente che il piano di assunzione dei docenti, previsto dal ddl 2994 (al Senato è il ddl n. 1934), non include gli insegnanti di religione e che il mancato inserimento dell’insegnamento della religione nell’organico dell’autonomia equivale a ritenere tale insegnamento un fattore soltanto aggiuntivo al funzionamento delle istituzioni scolastiche.
    In particolare, è stata portata all’attenzione del Ministro Boschi la necessità di prorogare la validità della graduatoria dell’unico concorso svolto dagli insegnanti di religione, di definire un piano triennale di assunzione per i precari di tale categoria e di indire un nuovo concorso per l’assunzione dei docenti di religione, contemporaneamente a quello che sarà indetto per le altre discipline.
    Il Ministro Boschi, mostrando particolare attenzione alle problematiche presentate, ha espresso la volontà di portare le istanze della categoria dei docenti di religione all’attenzione del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.
    La candidata alla Presidenza per la Regione Veneto, Alessandra Moretti, che aveva favorito  l’incontro con il Ministro Boschi, da parte sua ha preso l’impegno di portare all’attenzione dei ministri e dei parlamentari le richieste degli insegnanti di religione cattolica, affinché venga riconosciuta loro la legittima collocazione nel quadro di riforma della scuola, al pari degli altri docenti.
     
    La Redazione
     
     
     

    Da sinistra: prof. D. Zambito, Avv. A. Moretti, On. M.E. Boschi, Prof. O. Ruscica 

    Snadir – Professione i.r. – 26 maggio 2015

  • La Buona Scuola per chi? Cronaca di un ddl – approvato oggi alla Camera – che porterà alla privatizzazione della scuola e a stipendi da apprendistato.

    La Buona Scuola per chi?

    Cronaca di un ddl  – approvato oggi alla Camera – che porterà alla privatizzazione della scuola e a stipendi da apprendistato.
     
     
     
    Il Dott. Renzi ha rotto dunque gli indugi ed è sceso in campo per difendere la sua riforma, segno evidente che il Ministro dell’Istruzione è ritenuto poco adatto a sostenerne le ragioni (ammesso che ce ne siano). I colleghi hanno trovato nella email istituzionale (quella con il dominio @istruzione.it ) una lettera e un video; un tentativo di colpire con un destro e un sinistro i docenti della scuola italiana e tutto il sistema d’istruzione. Colpi che però sono andati a vuoto e hanno rischiato di far perdere al “pugile” l’equilibrio, così da lasciare spazio sufficiente al personale della scuola di mettere al tappeto queste “deliziose” riforme.
    Il video  – che mostra Renzi come un novello maestro Manzi – esibisce un Presidente del Consiglio che non sa distinguere tra aggettivo e sostantivo. Infatti al punto 2 si avventura nella spiegazione della necessità di una cultura umanistica, scrivendo invece “cultura umanista”. Ovvia l’immediata reazione dei social (twitter e facebook), che ne hanno fatto un facile bersaglio.
    Ma oltre agli strafalcioni, il video e la lettera contengono delle inesattezze. L’alternanza scuola-lavoro (art.4) è una riforma pensata soltanto come preparazione al mondo del lavoro; nel ddl  Diventa un apprendistato camuffato che viene condizionato dalle imprese e dai privati disponibili ad accogliere gli studenti. Inoltre, l’alternanza scuola-lavoro, nella misura di 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e di 200 ore per i licei, è possibile svolgerla solo nei periodi di sospensione dell’attività didattica: quindi l’affermazione che “i giorni di vacanza non si toccano” è da imputare ad una mancanza di conoscenza del ddl 2994. In realtà la formulazione dell’art.4 del ddl 2994 così come è stato proposto porta ad una deriva aziendalistica della scuola; noi riteniamo che sarebbe più opportuno implementare il lavoro nei laboratori della scuola con la presenza dei docenti specializzati ed eventualmente con la  compresenza di esperti del settore.
    Secondo Renzi, i Dirigenti scolastici non sono dei “barracuda”, degli “sceriffi”, dei “rambo”. L’art.9 del ddl 2994 dice che i Presidi scelgono i docenti da assumere per incarichi triennali rinnovabili e che i docenti devono essere d’accordo (ringraziamo per aver lasciato la libertà di accettare oppure no): essi possono anche decidere di utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per cui sono abilitati. Quindi, non è più il docente che decide in quale scuola andare (qualora ci sia posto), ma il Preside. Certo non è uno sceriffo, ma certamente assomiglia molto a un padrone. Ma la scuola è una “comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici” (dpr 235/2007): soltanto il rispetto della visione praticata di scuola come comunità scolastica potrà evitarle di cadere nella vuota autonomia. Oggi, essendo l’Autonomia garantita già a livello Costituzionale, una vera riforma scolastica si realizzerebbe attraverso un rilancio della partecipazione degli organismi collegiali della scuola, intesa come comunità educante. Un rilancio dunque della scuola dove ogni componente contribuisce con la propria competenza e nella diversità dei ruoli ad assicurare il successo scolastico degli studenti: in breve, una scuola con una visione diversa da quella aziendalistica e privatistica presente nel progetto di Riforma Renzi..
    L’art.13 del ddl 2994 prevede che il comitato di valutazione, composto dal Dirigente scolastico  e da due docenti nella scuola dell’infanzia e in quella del primo ciclo di istruzione, dal Dirigente, da un docente e da uno studente nel secondo ciclo di istruzione, stabilisce i criteri per la distribuzione di un “bonus” ai docenti meritevoli ed esprime il parere sul superamento del periodo di prova. Risulta evidente la diversità delle competenze e dei ruoli, il che mette a serio rischio una valutazione che spetta esclusivamente ad organi collegiali  appartenenti alla stessa componente.
    Inoltre, è stata decisamente rifiutata (vedi risultati delle indagini sul progetto La Buona scuola nel periodo settembre/novembre 2014) l’attribuzione del bonus al merito,  precisando che era necessario intervenire con il rinnovo contrattuale per assicurare a tutti i docenti non solo il recupero del potere d’acquisto salariale, ma anche un adeguamento agli stipendi europei.
    Dal piano delle 100.000 assunzioni sono esclusi i docenti di religione. Riteniamo tale miope decisione del Governo una palese discriminazione nei confronti di questi lavoratori della scuola, che educano i nostri studenti all’esercizio della libertà in una prospettiva di giustizia e di pace. Non aver accolto la proroga della graduatoria del 2004, non aver dato una risposta alle legittime aspettative dei docenti precari di religione con 36 mesi di servizio, non aver inserito l’indizione del nuovo concorso per l’insegnamento della religione, vuol dire che questo Governo ritiene l’insegnamento della religione un fattore soltanto aggiuntivo al funzionamento delle istituzioni scolastiche. Ostinarsi dunque su questa strada – da parte del Governo –  vuol dire avviare un processo di lenta e graduale marginalizzazione dell’insegnamento della religione.
    Risulta penalizzante per i docenti di religione di ruolo, qualora siano presenti nelle Gae o nelle graduatorie del concorso del 2012 per altri insegnamenti, essere esclusi del piano straordinario delle assunzioni. Riteniamo che tale esclusione sia incostituzionale per i docenti di religione, i quali non possono passare dall’insegnamento della religione a quello di altre discipline. (Ovviamente questi docenti potranno ricorrere con noi per vedere tutelato il loro diritto costituzionale).
    L’art. 14, infine, stravolge la Sentenza della Corte di giustizia europea che ha intimato, al superamento dei 36 mesi di servizio, di riqualificare i contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Tale articolo sancisce, invece, che i contratti di lavoro non potranno superare i 36 mesi. Occorre quindi tutelare i docenti incaricati annuali affinché possano avere certezze per il loro futuro lavorativo.  Non è accettabile, infatti, se vogliamo fare uno dei tanti esempi,  che i colleghi incaricati annuali – non avendo un posto a tempo indeterminato – non possano nemmeno realizzare il sogno di accendere un mutuo per l’acquisto della casa per la propria famiglia.
    Un’ultima considerazione da fare riguarda le deleghe al Governo stabilite all’art.23 comma 2, lettera b) dove si afferma che i docenti – dopo aver vinto un concorso –  non saranno più assunti a tempo indeterminato, ma con un contratto di apprendistato della durata di tre anni. Ciò vuol dire che avranno una retribuzione corrispondente a quella dell’apprendistato, quindi inferiore alla attuale retribuzione iniziale. Al superamento del triennio, se tutto andrà per il verso giusto, saranno assunti a tempo indeterminato: evidentemente il sistema di reclutamento a tutele crescenti è servito anche per i docenti!   A questo punto,  il prossimo passo per il Governo  sarà, come ho già scritto il 5 gennaio scorso, poter licenziare i dipendenti pubblici per motivi economici e tra i dipendenti pubblici – non dimentichiamolo – ci sono i docenti della scuola italiana; insomma la privatizzazione della scuola è realizzata.
    Oggi la Camera dei Deputati, incurante della forte opposizione di tutto il mondo della scuola, ha approvato il ddl di una mostruosa scuola. A tutto ciò non si può rimanere indifferenti. La mobilitazione continua affinché al Senato siano apportate modifiche significative.
     
    Orazio Ruscica


     
     
    Snadir – Professione i.r. – 20 maggio 2015

     

  • La lettera di Renzi ai docenti della scuola italiana ha bisogno di una risposta forte: ti sei dimenticato dei docenti di religione precari!!!

    La lettera di Renzi ai docenti della scuola italiana ha bisogno di una risposta forte: ti sei dimenticato dei docenti di religione precari!!!
     
     
    In questi giorni tutti i docenti della scuola italiana hanno ricevuto nella loro posta elettronica istituzionale, cioè quella nome.cognome@istruzione.it una deliziosa spiegazione dei pregi della riforma della scuola (ddl 2994) da parte del Presidente Renzi, a cui ci sembra opportuno rispondere con nostre brevi considerazioni.
    A tal proposito, non vogliamo ripetere quanto abbiamo più volte sottolineato, assieme alla nostra Federazione (FGU) e alle altre organizzazioni sindacali riguardo alla necessità di: rinnovare il contratto di lavoro, adeguando gli stipendi a quelli europei; realizzare l’autonomia secondo una visione della scuola intesa come comunità educante e non aziendalistica con al vertice il Dirigente padrone; non delegare al Governo 13 temi di competenza del Parlamento.
    Vogliamo, invece, proporre ad ogni docente di religione di sottolineare alcune questioni che riteniamo più importanti per il futuro dell’insegnamento della religione e dei suoi insegnanti, chiedendo al Dott. Renzi che vengano inserito nel ddl 2994 quanto segue:
    1. si proceda a reintegrare l’organico dei posti di ruolo previsto della legge 186/2003 per l’insegnamento della religione, tramite la riqualificazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato dei 2.778 docenti precari di religione presenti nella graduatoria del concorso svoltosi nel 2004;
    2. gli ulteriori 2.543 posti vacanti per l’insegnamento della religione, derivanti dai pensionamenti registratisi dal 2008 ad oggi e da quelli che si realizzeranno nei prossimi tre anni siano messi a disposizione di un nuovo concorso;
    3. siano prorogate le graduatorie del citato concorso del 2004 al fine di attingere alle stesse, negli aa.ss. 2015/2016  e 2016/2017, per il 50% dei posti attribuibili a ruolo, mentre il rimanente 50% dei posti disponibili andrebbe assegnato alle graduatorie del prossimo nuovo concorso, in attuazione di quanto disposto dall’art. 3, comma 2, della legge n. 186/2003;
    4. sia definito un piano triennale di assunzioni per i precari di religione e tutti i i precari della scuola che consenta di stabilizzare tutti con più di 36 mesi di servizio nella scuola statale.
     
    Invitiamo tutti i docenti di religione a compilare il presente FORM ed inviare tramite e-mail la lettera predisposta, in automatico dal sistema, nella quale sono espresse le legittime richieste dei precari di religione.
     
     
    Snadir – Professione i.r. – 14 maggio 2015