Categoria: Rassegna stampa & Risposte

  • Nasce Snadir Tv

    Dal 21 settembre: una Web Tv dedicata alla scuola

     

    Lo Snadir potenzia i suoi canali di comunicazione e inaugura Snadir Tv: un contenitore web di storie e visioni che con sguardo di rottura e indole creativa racconta fenomeni presenti, passati e futuri di ciò che accade nelle varie declinazioni della cultura e del pianeta scuola.

    Dal 21 settembre, tutti i pomeriggi alle 18, sui canali social dello Snadir: Facebook, Instagram e Youtube. Tra informazione e approfondimento,  Snadir Tv porterà il suo pubblico alla scoperta di un nuovo modo di fare formazione con contenuti ad alto tasso di godibilità e di qualità per stimolare il pensiero critico – divergente, creativo, laterale – sul mondo nel quale viviamo.

    In palinsesto tante rubriche: Giroscuola darà voce a realtà didattiche innovative sparse sul territorio nazionale, Fuoriclasse ad alcune delle voci più autorevoli del panorama culturale italiano, #SpazioProf fornirà ai docenti strumenti tematici e contenuti originali da portare in classe. Non mancheranno poi consigli riservati ai docenti e  approfondimenti sugli aspetti più attuali dell’attività sindacale e professionale per aggiornare e informare tutti coloro che popolano a qualsiasi titolo il mondo della scuola.

    Snadir Tv è un progetto nato con l’idea di reinventare gli spazi della promozione culturale sul web, a dimostrazione del fatto che quello della cultura è un terreno fertile con piante robuste, e che il recente periodo di potatura necessaria non ne ha fermato in alcun modo la crescita.

     

     

     

     



     

    Snadir – Professione i.r. – 15 settembre 2020

  • Galli della Loggia contro i sindacati della scuola. Lo Snadir risponde

    Leggiamo con grande rammarico il duro attacco rivolto dal giornalista  Ernesto Galli della Loggia ai sindacati della scuola sulle pagine del Corriere della Sera.
     
    Nelle parole di Galli della Loggia, il vero problema che attanaglia la scuola starebbe nel silenzio cronico degli insegnanti e nel lavoro dequalificante dei sindacati della scuola che hanno spostato il discorso pubblico sull’istruzione da un ambito meramente culturale a uno più pragmatico che riguarda assunzioni e retribuzioni.
     
    La critica più ingenerosa – oltre alle inaccettabili accuse rivolte al segretario del sindacato FlcCgil, cui esprimiamo la nostra più sincera solidarietà – è però quella rivolta alla storica battaglia di tali sindacati contro la piaga insanabile del precariato nella scuola italiana e a favore di tutti quei docenti che da anni aspettano senza certezze di essere immessi in ruolo. Le parole di biasimo del giornalista vanno soprattutto alle misure di semplificazione proposte dai sindacati in seno ai bandi di concorso per il personale docente e a tutti quei precari immessi in ruolo “in condizioni di favore”.
     
    Scrive a tal proposito Galli della Loggia: “Il sindacato scuola italiano è così di fatto il sindacato dei precari e virtualmente tra i maggiori responsabili della dequalificazione della figura dell’insegnante, oltre che della sua assenza dal discorso pubblico.”
     
    Sentendoci chiamati in causa, vorremmo ricordare al loquace giornalista che i sindacati della scuola lavorano instancabilmente, non per deprezzare la figura intoccabile dell’insegnante, ma nell’ottica di incoraggiare la dignità del lavoro e il rispetto dei lavoratori e di correggere le storture di sistema che da anni condanna migliaia di insegnanti a una condizione incresciosa di incertezza. Fermo restando che la scuola è luogo in cui si apprendono i saperi e le dinamiche che portano alla costruzione dei processi che consentono di “fare cultura”, il nostro lavoro è orientato al solo scopo di rendere questo luogo un posto migliore per tutti. 
     
    Nella pratica, proporre un concorso per titoli e servizi non è un tentativo di aggirare l’imparzialità dei metodi di reclutamento tradizionali permettendo di immettere in ruolo personale non competente o comunque non professionalmente formato. Rappresenta invece nei confronti di tali docenti un riconoscimento del servizio svolto e quindi dell’esperienza maturata nelle aule scolastiche, garanzia per una effettiva qualità dell’insegnamento.
     
    Ciò che non sembra essere chiaro – non solo nelle parole di Galli della Loggia ma in generale in chi si è opposto all’istituzione di misure semplificate per stabilizzare i precari (soprattutto in questa fase di necessità e di emergenza) – è che con i concorsi per titoli e servizi a entrare in ruolo sono docenti che hanno svolto moltissimi anni di servizio in possesso di titoli di qualificazione professionale. Quindi docenti altamente formati e specializzati con esperienza sul campo alle spalle.
    Lo dimostra l’esperienza certamente positiva della provincia autonoma di Trento che da diversi anni immette in ruolo i docenti con un concorso per titoli e servizi.
     
    Approfittiamo di tali infeconde polemiche per ribadire ancora una volta il nostro impegno a favore di una scuola che non sia il risultato di un sistema autoreferenziale e refrattario al cambiamento, ma il frutto di un incontro di idee e di schemi di azione possibili sulla base di un riconoscimento reciproco attorno a valori, interessi e orientamenti condivisi.
     
    Orazio Ruscica, Segretario nazionale Snadir


     
    Snadir – Professione i.r. – 5 giugno 2020 – h.18,30
  • Caro Sallusti, dai nostri insegnanti ha solo da imparare

    Nel giorno in cui il nostro Paese celebrava con rigore l’orgoglio democratico che accomuna il nostro essere cittadini italiani, Alessandro Sallusti firmava sulla prima pagina de “Il Giornale” un editoriale ingiurioso e diffamante per tutta la categoria degli insegnanti.

     
    Etichettati fin dal titolo come “i furbetti in cattedra che meritano la bocciatura”, e additati come colpevoli di essere “reduci da quattro mesi di vacanza”, gli insegnanti italiani vengono accusati dal direttore dell’infame testata di essere dei moderni antieroi con una scarsa predisposizione al lavoro e alla fatica, ma soprattutto con un’innata attitudine all’inerzia incoraggiata da uno stipendio assicurato.
     
    Ora, va bene tutto. Va bene prendersela con un sistema scolastico carente e inadeguato, limitato da forti e intollerabili sproporzioni tra le varie regioni del Paese. Va bene scagliarsi contro l’assenza di risorse, le strutture vecchie e fatiscenti di alcuni edifici scolastici, la burocrazia opprimente, la piaga insanabile del lavoro precario.
    Alla scuola italiana abbiamo tanto da rimproverare, e saremo sempre i primi a individuare le falle di un sistema ancora inadeguato al solo scopo di migliorarlo.
    Ma ciò che non va bene – ciò che non è solo altamente riprovevole, ma soprattutto profondamente irrispettoso – è prendersela con chi in questi mesi ha trascorso anche dodici ore al giorno davanti a un computer, senza curarsi di contratti o dei diritti in merito al telelavoro, solo per assicurare ai nostri studenti il loro inalienabile diritto allo studio e all’apprendimento.
     
    Gli insegnanti italiani hanno lavorato con ogni mezzo e con proprie risorse perché gli studenti non perdessero il contatto con la scuola. Ed è grazie alla professionalità e alla volontà incondizionata di questi infaticabili e appassionati lavoratori, se la didattica a distanza si è potuta sostituire in così breve tempo all’insegnamento tradizionale, colmando il vuoto anche normativo che si era venuto a creare con la chiusura delle scuole.
     
    Allora è chiaro, caro Direttore, che le profonde inesattezze che emergono dalle sue parole dimostrano una sola teoria: lei non solo non conosce il mondo della scuola, ma ignora soprattutto gli attori che lo abitano. Le assicuriamo, noi che di questo mondo siamo abitanti di frontiera, che i nostri insegnanti sono un plotone di schiene dritte e vigorose, la cui competenza indefessa mai aggirerebbe il recinto delle responsabilità che fa di loro lavoratori validi e ben motivati. 
     
    Orazio Ruscica, Segretario nazioanle Snadir
     
     
    Snadir – Professione i.r. – 3 giugno 2020 – h.18,00