Categoria: Rassegna stampa & Risposte

  • 30 GIORNI – ottobre 2000



    30
    GIORNI




    numero
    10 – ottobre 2000 – pagg.36-38




    SCUOLA.
    La nuova legge per equiparare gli insegnanti di religione
    agli altri docenti

    Due
    lauree per una cattedra


    Li
    nomina il vescovo ma li assume lo Stato. La nuova legge
    per regolarizzare lo stato giuridico degli insegnanti di
    religione attualmente in discussione alla Camera. Il testo
    per prevede che l’insegnante, per ottenere una cattedra,
    debba avere una laurea statale, oltre ai titoli rilasciati
    dalle scuole e dalle facolt teologiche. Risultato: solo
    il venti per cento degli attuali insegnanti di religione
    pu partecipare al concorso a cattedre


    di
    Giovanni Ricciardi


    Il
    19 luglio scorso il Senato ha approvato il disegno di legge
    che disciplina lo stato giuridico degli insegnanti di religione.
    Il testo attualmente all’esame della Commissione lavoro
    della Camera.


    Relegati
    nel limbo di un "precariato permanente", con incarichi
    rinnovati di anno in anno, gli insegnanti di religione attendevano
    da anni una normativa che offrisse al loro lavoro una stabilit
    equiparabile a quella degli altri docenti. Ma la soluzione
    offerta dall’aula del Senato, anche se per motivi diversi,
    ha scontentato un po’ tutti: le organizzazioni degli insegnanti,
    la Conferenza episcopale italiana e i sindacati confederali.
    Vediamo il perch.


    Due
    lauree per una cattedra


    Dopo
    la revisione del Concordato, con l’Intesa del 1985 il Ministero
    della Pubblica istruzione e la Conferenza episcopale italiana
    avevano concordato i titoli di studio che consentono l’accesso
    all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole:
    dottorato o licenza in Teologia, magistero in Scienze religiose
    (durata minima quattro anni) per medie e superiori; baccellierato
    in Teologia o diploma in Scienze religiose (minimo tre anni)
    per le elementari. All’epoca non tutti gli insegnanti possedevano
    questi titoli. Furono concessi loro cinque anni per mettersi
    in regola, pena l’esclusione dall’insegnamento.


    La
    proposta di legge giunta in aula del Senato lo scorso luglio
    dalla Commissione istruzione, relatore il senatore Guido
    Brignone (Lega Nord), aveva anzitutto lo scopo di regolamentare
    l’accesso al ruolo (cio al contratto a tempo indeterminato)
    degli insegnanti attualmente in servizio, istituendo il
    primo concorso a cattedre per l’insegnamento della religione
    cattolica nelle scuole. Il testo approvato in Commissione
    prevedeva logicamente che per accedere alla selezione fossero
    sufficienti i titoli accademici a suo tempo stabiliti dall’Intesa.
    Ma all’ultimo momento la legge stata approvata con l’aggiunta
    di un emendamento – presentato a firma dei senatori Folloni
    (Rif ormatori), Manis (Rinnovamento italiano), Poggiolini
    (Democratici), Monticone (Ppi), Napoli (Udeur), Pagano (Ds)
    e Pingera (Svp) – che introduce una modifica sostanziale:
    per partecipare al concorso per le scuole superiori non
    basta pi il titolo specifico, ma occorre anche essere in
    possesso di una qualunque laurea statale valida per insegnare
    altre discipline.


    Il
    problema dell’idoneit


    Il
    motivo di questa modifica sembra essere legato al problema
    dell’idoneit.


    Gli
    insegnanti di religione, per prestare servizio nelle scuole,
    devono essere in possesso di un attestato di idoneit rilasciato
    dal vescovo del luogo, che ha valore per la diocesi di competenza
    e dal 1990 carattere permanente, ma pu essere revocato
    dall’autorit ecclesiastica per motivi canonici. Il possesso
    di una laurea statale (e della relativa abilitazione) che
    dia accesso a un altro tipo di insegnamento permetterebbe
    all’insegnante cui fosse revocata l’idoneit di transitare
    in modo "indolore" a un’altra cattedra. L’articolo
    4 della legge recita infatti:


    "L’insegnante
    di religione cattolica con contratto di lavoro a tempo indeterminato
    al quale sia stata revocata l’idoneit ha titolo a fruire
    della mobilit professionale nel comparto del personale
    della scuola".


    Ma
    la preoccupazione di creare una ‘rete" che salvaguardi
    il lavoratore dalla perdita del posto di lavoro conseguente
    alla eventuale revoca dell’idoneit finisce per ricadere
    pesantemente su tutta la categoria, perch degli attuali
    insegnanti di religione solo una minoranza in possesso
    anche di laurea statale. Senza contare che i casi di revoca
    dell’idoneit in Italia dal 1985 ad oggi rappresentano una
    percentuale minima, che ammonta allo 0,4 per cento sul totale
    degli insegnanti.


    Dieci
    anni di studi


    Introducendo
    questo emendamento la legge esige infatti che il candidato
    al ruolo di insegnante di religione sia in possesso di ben
    due lauree. Si tratterebbe di un caso unico nella scuola
    italiana, abituata a sanare situazioni di fatto, a inserire
    nelle cattedre ondate di precari con abilitazioni riservate
    certamente meno selettive dei rarissimi concorsi a cattedre.


    "Si
    richiede al docente di religione un periodo di studio superiore
    a qualsiasi altro tipo di insegnamento. Infatti tra corso
    teologico universitario e corso statale viene a delinearsi
    un periodo di studi di circa dieci anni" ha commentato
    Orazio Ruscica, segretario nazionale dello Snadir, il sindacato
    autonomo degli insegnanti di religione che vanta il 20%
    degli iscritti sul totale della categoria: "Chi mai
    vorr insegnare religione, se per accedere all’insegnamento
    ci vorranno dieci anni di studio, cio due lauree?".


    Sul
    problema intervenuto il cardinale Ruini, nella prolusione
    che ha tenuto al Consiglio permanente della Cei a Torino
    il 18 settembre scorso: "In un campo diverso, ma anch’esso
    moralmente significativo perch riguarda l’educazione e
    la formazione della persona, il Senato ha approvato e trasmesso
    alla Camera dei Deputati il disegno di legge sullo stato
    giuridico dei docenti di religione. Si tratta di una normativa
    molto attesa, che era giunta all’aula del Senato in un testo
    unificato" assai ben congegnato; purtroppo essa stata
    peggiorata dal voto dell’aula, introducendo per il conseguimento
    dello stato giuridico condizioni nuove e non previste, che
    darebbero luogo a ingiuste discriminazioni".


    Anche
    il cardinal Martini era sceso in campo pochi giorni prima,
    il 12settembre, nel corso di un incontro giubilare tenutosi
    a Milano: "Quello giuridico un annoso problema e
    mi pare che sia stato fatto qualche passo in avanti con
    l’iter di un disegno di legge che in parte soddisfa e in
    parte no. Mi sembra soprattutto una sorpresa negativa la
    richiesta agli insegnanti di religione delle scuole secondarie
    di una laurea per partecipare gi al primo concorso".


    La
    sanatoria inesistente


    In
    effetti la legge, esigendo una laurea statale oltre ai titoli
    previsti dall’Intesa del 1985, non prevede neppure la possibilit
    di sanare le situazioni di fatto. La laurea statale infatti
    richiesta anche per accedere al primo concorso, concepito
    appositamente per permettere l’immissione in ruolo di chi
    insegna stabilmente da tempo. Tant’ vero che uno dei requisiti
    indispensabili per la partecipazione l’essere attualmente
    in servizio da almeno quattro anni. Il risultato che,
    per la scuola superiore, poco pi del venti per cento degli
    insegnanti di religione potrebbe oggi partecipare al concorso.
    Tutti gli altri sarebbero costretti a ripiegare sulla selezione
    per la scuola di base, che non prevede il possesso del titolo
    statale, aumentando a dismisura il numero dei partecipanti
    e riducendo di conseguenza le possibilit di accesso al
    ruolo senza tenere conto dell’anzianit di servizio e della
    continuit didattica. Si verificherebbe inevitabilmente
    un valzer di cattedre e di passaggi dalle superiori alla
    scuola di base, creando un vuoto nella secondaria.


    Altri
    problemi


    Ma
    sull’emendamento di maggioranza anche la Uil Scuola, partendo
    da premesse ben diverse, ha espresso perplessit e riserve.
    Secondo la Uil Scuola la Chiesa potrebbe surrettiziamente
    utilizzare la revoca dell’idoneit per "sistemare"
    su cattedre statali non di religione un buon numero di suoi
    insegnanti. Il meccanismo della revoca, a detta della Uil
    Scuola, potrebbe rivelarsi un sistema efficacissimo per
    creare un canale blindato di accesso a cattedre statali
    senza passare per le normali procedure concorsuali: "Si
    potrebbe addirittura delineare una singolare modalit di
    accesso di questi insegnanti nelle materie curricolari della
    scuola statale. In tal modo

    commenta
    Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola in
    un comunicato stampa del 24 luglio

    tali
    insegnanti verrebbero agevolati escludendo altri colleghi
    che avevano maggiori diritti".


    Insomma,
    esiste il rischio che l’emendamento di maggioranza, sia
    pure introdotto per risolvere un problema reale, crei un
    nodo di difficile soluzione.


    Nel
    testo approvato al Senato sono state introdotte anche altre
    modifiche peggiorative rispetto al testo della Commissione.


    La
    prima riguarda i contenuti del concorso. Dato per scontato
    che il candidato non poteva essere interrogato sulle conoscenze
    specifiche della materia da insegnare

    per
    la quale competente l’autorit ecclesiastica

    nel
    testo proposto dalla Commissione il programma d’esame del
    primo concorso doveva essere volto esclusivamente "all’accertamento
    della conoscenza dell’ordinamento scolastico, degli orientamenti
    didattici e pedagogici relativi ai gradi di scuola ai quali
    si riferisce il concorso e degli elementi essenziali della
    legislazione scolastica". Nel testo definitivo, a questi
    elementi stato aggiunto "I accertamento della cultura
    posseduta dal candidato nel campo delle scienze sociali,
    filosofiche e storiche". Dunque, oltre alla doppia
    laurea, anche un esame non meglio determinato di filosofia,
    sociologia e storia.


    La
    seconda modifica riguarda la percentuale dei posti messi
    a concorso. Essa scende nel testo definitivo dal 70 al 60
    per cento del totale delle cattedre disponibili. Il restante
    40 per cento rimarrebbe coperto da docenti con incarico
    annuale e contratto a tempo parziale. E pur vero che anche
    nelle altre discipline non vengono dati al ruolo tutti i
    posti disponibili. Occorre infatti tener conto delle possibili
    contrazioni del numero delle cattedre sul territorio nazionale,
    legate all ‘andamento demografico della popolazione scolastica,
    ma il margine del 40 per cento senza dubbio va ben oltre
    queste prevedibili oscillazioni.


    Agli
    insegnanti, delusi dopo tanta attesa, non resta che sperare
    che la Camera apporti una correzione di rotta alla strada
    intrapresa.

  • Gazzetta di Avellino – 12 settembre 2000



    Gazzetta
    di Avellino




    marted
    12 settembre 2000 – pag.5 





    IL
    MINISTRO DELL’UNIVERSIT E DELLA RICERCA SCIENTIFICA ACCOGLIE
    LE RICHIESTE DEGLI INSEGNATI IRPINI DI RELIGIONE




    GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE DELLA PROVINCIA DI AVELLINO
    HANNO CHIESTO AL MINISTRO ZECCHINO UN INTERVENTO FORTE ED
    AUTOREVOLE ALL’INTERNO DEL SUO PARTITO, AFFINCHE’ IL TESTO
    DI LEGGE VENGA SIGNIFICATIVAMENTE EMENDATO IN ALCUNI PASSAGGI
    PARLAMENTARI. INTANTO, SI PREPARANO ALL’INCONTRO PREVISTO
    PER OGGI POMERIGGIO CON IL SEGRETARIO NAZIONALE DELLO SNADIR,
    IL PROFESSORE ORAZIO RUSCICA. L’INCONTRO SI TERRA’ PRESSO
    IL SALONE DELLA CURIA VESCOVILE DI AVELLINO.

    Una
    delegazione degli insegnanti di religione della provincia
    di Avellino stata ricevuta ieri ad Ariano Irpino dal Ministro
    dell’Universit e della Ricerca Scientifica Ortesio Zecchino.
    Lo scopo dell’incontro stato di presentare al ministro
    le richieste degli insegnanti di religione sullo stato giuridico
    della categoria. Il ministro ha presentato molta attenzione
    al problema e si impegnato a fare pressione sul suo partito
    affinch cambi posizione sulla questione. Gli insegnanti
    hanno sottolineato anche la profonda amarezza e delusione
    per il tradimento dei partiti vicini al mondo al mondo cattolico,
    quali il partito Popolare Italiano, l’Udeur, rinnovamento
    Italiano. Piegatisi all’egemonia dei Democratici di Sinistra.
    Alla fine dell’incontro gli insegnanti hanno consegnato
    al Ministro una lettera con la quale si spiegano dettagliatamente
    le ragioni del malumore e del malessere e si evidenziano
    le richieste per risolvere la questione. Nella lettera si
    evidenzia che nel luglio scorso il Senato ha approvato un
    testo giuridico del personale docente di religione cattolica.
    I provvedimenti principali contenuti nella nuova legge riguardano
    innanzitutto le dotazioni organiche che dovranno essere
    il 60% dei posti disponibili. Inoltre ai requisiti richiesti
    dall’Intesa fra Stato e Chiesa del 1985, si aggiunge anche
    il possesso obbligatorio di un diploma di laurea statale
    valido per l’ammissione ai concorsi a posti di insegnamento;
    tale laurea deve essere posseduta anche dai docenti gi
    in servizio che vogliono partecipare al primo concorso,
    per la scuola media e secondaria superiore, mentre si prescinde
    dall’obbligo di tale titolo, relativamente solo al primo
    concorso, esclusivamente per la scuola materna ed elementare.
    Ancora, per l’immissione in ruolo, previsto un primo concorso,
    non riservato, che richiede oltre ai requisiti della laurea,
    anche la necessit di avere effettuato quattro anni di servizio
    con orario di almeno 12 ore settimanali e di essere in servizio
    nell’anno di entrata in vigore della legge; tale concorso
    aperto anche a quei docenti di altre discipline, in possesso
    di almeno quattro anni di anzianit e in servizio all’entrata
    in vigore della legge. E i rilievi degli Insegnanti di Religione
    continuano a far notare che il programma di esame di tale
    concorso riguarder oltre che la legislazione, gli ordinamenti
    scolastici, gli orientamenti didattici e pedagogici relativi
    alla scuola per cui si concorre, anche materie sociali,
    filosofiche e storiche.


    Tali
    provvedimenti che stravolgono, tra l’altro, anche quanto
    deliberato dalla VII Commissione Pubblica Istruzione del
    Senato, qualora divenissero legge, creerebbero una grave
    discriminazione verso gli insegnanti di religione e provocherebbero
    loro delle conseguenze gravissime, in quanto mentre gli
    altri "precari" della scuola sono stati immessi
    in ruolo dopo un semplice corso abilitante di 110 ore con
    esame fi9nale inerente la legislazione e gli orientamenti
    scolastici, a cui erano ammessi coloro che avevano 360 giorni
    di servizio, per gli insegnanti di religione si richiede
    un vero e proprio concorso cui potranno partecipare solo
    coloro che hanno quattro anni di servizio nonch il servizio
    nell’anno di entrata in vigore della legge e addirittura
    si consente di partecipare a tale concorso anche docenti
    di altre discipline. Inoltre vengono cambiate "in corsa"
    le regole vigenti a tutt’oggi alle quali il personale scolastico
    in questione si attenuto. I requisiti per la scuola secondaria
    di I e II grado tuttora richiesti sono infatti l’idoneit
    rilasciata dall’autorit ecclesiastica; uno dei seguenti
    titoli a scelta: titolo accademico (baccalaureato, licenza
    o dottorato) in teologia o nelle altre discipline, conferito
    da Facolt approvata dalla Santa Sede; attestato di compimento
    di regolare corso di studi teologici in Seminario maggiore;
    diploma accademico di Magistero in Scienze Religiose rilasciato
    da un istituto di scienze religiose approvato dalla Santa
    Sede; diploma di laurea statale unitamente a diploma rilasciato
    da Istituto di scienze religiose riconosciuto dalla CEI.
    Viceversa, il testo approvato dal Senato, se divenisse legge,
    richiederebbe obbligatoriamente il diploma di laurea statale
    per gli aspiranti al posto nelle scuole medie e superiori,
    oltre ai requisiti di cui sopra, per cui l’80% dei docenti
    di religione attualmente in servizio nelle scuole suddette
    (secondo statistiche in nostro possesso) sarebbe escluso
    dalla possibilit di partecipare al relativo concorso, perch
    non in possesso di titolo ed essendo impossibilitato a conseguirlo
    in tempi brevi e comunque in et gi avanzata, dovendosi
    quindi dirottare sul concorso per le materne ed elementari
    con conseguente piazzamento del personale in servizio presso
    queste ultime scuole. In pratica diecimila degli attuali
    ventimila docenti di religione cattolica si troveranno senza
    lavoro o con un lavoro ancora pi precario di quello attuale,
    in quanto (cos recita il testo) gli esclusi coprirebbero
    le residue classi disponibili con incarichi a tempo determinato
    (10 mesi all’anno).


    E
    stiamo parlando di laici, spesso di padri di famiglia, che
    ricavano le proprie risorse da questo lavoro. Si arriver
    al paradosso che, per insegnare materie obbligatorie (ad
    esempio disegno) bastera avere, da parte di molti docenti
    in servizio, il solo diploma di scuola media superiore,
    mentre per insegnare una materia comunque sottoposta alla
    scelta delle famiglie, la religione cattolica appunto, saranno
    necessarie due lauree.


    Pertanto
    gli insegnanti di religione della provincia di Avellino
    hanno chiesto al Ministro Zecchino un intervento forte ed
    autorevole all’interno del suo partito, affinch il testo
    di legge venga significativamente emendato nei successivi
    passaggi parlamentari. La richiesta nelle intenzioni degli
    insegnanti di religione necessaria per salvaguardare l’insegnamento
    della religione cattolica nelle scuole, la cui valenza culturale
    stata spesso sottolineata dallo stesso Stato italiano
    (art.9.2 del Concordato). Per salvaguardare il diritto di
    questo insegnamento alla pari dignit rispetto alle altre
    discipline. Ancora, perch si possa continuare a garantire
    agli studenti e alle famiglie questo insegnamento che evidentemente
    studenti e famiglie sentono come un contributo importante
    per la formazione etica e culturale nonch come facente
    parte della nostra tradizione, se vero che pur essendo
    facoltativo esso viene scelto tuttora da oltre il 90% delle
    famiglie. Inoltre si chiede che si riconosca il servizio
    che questi insegnanti, con professionalit, danno allo Stato
    da molti anni e perch si possano tutelare i loro posti
    di lavoro. In particolare, pertanto, si auspica che la dotazione
    organica prevista sia del 70% dei posti attivi attualmente;
    che al pari degli altri "precari", l’immissione
    in ruolo avvenga per quei docenti di religione che abbiano
    prestato servizio per 360 giorni e siano in servizio nell’anno
    scolastico in corso all’entrata in vigore della legge, previo
    corso abilitante di 110 ore con colloquio finale su legislazione
    e ordinamento scolastico e sugli orientamenti didattico
    pedagogici alla scuola per la quale si concorre, con riconoscimento
    ai fini della graduatoria finale del servizio prestato come
    insegnante di religione; si chiede il mantenimento, per
    gli insegnanti di cui sopra, aspiranti alla prima immissione
    in ruolo degli stessi requisiti richiesti dall’Intesa, prescindendo
    per questa prima tornata, per tutte le scuole al possesso
    della laurea statale.


    Il
    testo di legge approvato dal Senato stato inviato alla
    Camera dove stato assegnato alla XI Commissione permanente
    (Lavoro Pubblico e Privato).


    Intanto
    gli insegnanti di religione di tutta la provincia si preparano
    all’incontro previsto per oggi pomeriggio alla 15,30 con
    il Segretario nazionale dello Snadir, il professore Orazio
    Ruscica. L’incontro si terr presso il salone della Curia
    vescovile di Avellino.


    Antonio
    Panza

  • Avvenire – 25 maggio 2000



    Avvenire




    gioved
    25 maggio 2000 – pag.20 





    Riconoscete
    i nostri titoli. Protesta davanti al Senato


    Religione,
    il disagio dei docenti



    Roma.
    (L.Liv.) Centinaia di insegnanti di religione
    davanti al Senato per reclamare la calendarizzazione del
    disegno  di legge sul loro status giuridico. La manifestazione
    dello Snadir ieri mattina ha centrato l’obiettivo: il ministro
    per i rapporti col Parlamento Patrizia Toia e il presidente
    del Senato Nicola Mancino si sono impegnati a portare in
    aula il ddl dal 6 al 20 giugno.


    I
    manifestanti del Sindacato nazionale autonomo degli insegnanti
    di religione – oltre 700 secondo gli organizzatori – sono
    arrivati da tutta Italia con cartelli e bandiere per chiedere
    il rispetto delle promesse:Nel calendario del Senato fino
    al 5 giugno non c’ nulla – dice il segretario nazionale
    Orazio Ruscica – mentre ci avevano assicurato che il ddl
    sarebbe andato in aula subito dopo le regionali.


    Ma
    gli insegnanti di religione – oltre 20mila in Italia, 18mila
    dei quali laici – hanno deciso di scendere in piazza anche
    per scongiurare un altro pericolo:Per il senatore Luigi
    Biscardi dei Ds – dice il segretario dello Snadir – lo status
    giuridico dovrebbe essere riservato ai soli insegnanti in
    possesso di laurea. Sarebbe illegittimo: l’intesa tra lo
    Stato e Chiesa indica come titoli validi il magistero in
    scienze religiose, la licenza in teologia o il baccellierato.
    Cos si escluderebbe l’80 per cento dei docenti. Il motivo
    reale di questa proposta affossare l’iter della legge.


    Per
    il sindacato le condizioni per mettere in regola gli insegnanti
    di religione da dopo la revisione del concordato sono due:
    possesso dei titoli richiesti e almeno 360 giorni di insegnamento
    dall’85 ad oggi. Solidariet ai docenti venuta da senatori
    del Ppi, Democratici, Forza Italia, Cdu, Ccd, Lega. Delusione
    per l’assenza dei senatori Ds. Lo Snadir s’ detto soddisfatto
    per l’impegno preso da Mancino e ha sospeso le agitazioni
    nelle scuole, anche per non intralciare gli scrutini.

  • il Mattino – 24 maggio 2000



    il
    Mattino




    mercoled
    24 maggio 2000 




    Scioperano
    i docenti di religione


    Vogliamo
    garanzie per il futuro



    Incrociano
    le braccia i docenti di religione cattolica della Diocesi
    di Avellino. Per la prima volta hanno aderito allo sciopero
    nazionale proclamato dallo Snadir, il sindacato nazionale
    autonomo degli insegnanti di religione. L’adesione allo
    sciopero stata data dalla quasi totalit dei docenti irpini
    che si asterranno dal lavoro per l’intera giornata di oggi.
    E una delegazione dei docenti di religione di Avellino prender
    parte alla manifestazione nazionale di protesta che si svolger
    sempre oggi a Roma con un sit-in davanti al Senato della
    Repubblica. La protesta degli insegnanti di religione
    mirata contro il ritardo legislativo riguardo al riconoscimento
    del diritto allo stato giuridico. In pratica in questo periodo
    di importanti riforme per il mondo della scuola gli unici
    ad essere esclusi da qualsiasi attenzione o riferimento
    sono proprio i docenti di religione i quali non riescono
    ad avere risposte n certezze sul proprio futuro e sul futuro
    della loro figura professionale. La protesta di oggi vuole
    quindi spingere affinch il Governo dia risposte concrete,
    lungimiranti e secondo giustizia alle aspettative e al futuro
    non soltanto degli insegnanti di religione, ma anche della
    scuola italiana in generale. Il pericolo che il passaggio
    del disegno di legge di riforma dalla settima commissione,
    nella quale la maggioranza non era concorde, all’aula del
    Senato, rischi di far esplodere risonanze ideologiche a
    tutto discapito di chi nella scuola compie un importante
    lavoro di formazione. Infatti i docenti di religione cattolica
    ribadiscono di essere lavoratori della scuola alla quale
    garantiscono un contributo culturale per l’istruzione, ed
    in prospettiva, per una societ del dialogo e della interculturalit.
    In definitiva i docenti di religione ritengono che sia giunto
    il momento di concretizzare le legittime aspettative del
    personale docente di religione gi in servizio e chiedono
    con forza e con urgenza che venga definito nell’aula del
    Senato il disegno di legge per il loro stato giuridico.
    Di tutto questo si discusso animatamente anche ad Avellino,
    nel corso di una riunione dei docenti di religione tenuta
    all’interno del Palazzo Vescovile. E in molti hanno deciso
    di intervenire personalmente a Roma alla manifestazione
    odierna per far sentire forte anche il disagio che si vive
    in una provincia come quella irpina. La delegazione dei
    docenti di religione della provincia di Avellino sar folta
    ed agguerrita e per la prima volta l’astensione dal lavoro
    sar totale e generale, con il coinvolgimento non soltanto
    degli insegnanti laici di religione, ma anche dei preti
    e delle suore che svolgono questa mansione all’interno della
    scuola


    Antonio
    Caggiano

  • la Nazione – 10 maggio 2000



    La
    Nazione




    mercoled
    10 maggio 2000 – pag.2




    Scuola,
    venerd nuovo sciopero

    E il 24 salta l’ora di religione



    ROMA – Guerra di sigle
    nella scuola: per uno sciopero proclamato ce n’ un altro
    revocato. Sar comunque un venerd difficile, il prossimo:
    se l’organizzazione Sdb ha deciso di sospendere l’agitazione,
    l’Usi Ait scuola e la consorella Enti locali si asterranno
    dal lavoro per l’intera giornata, creando numerosi problemi
    in un settore che nelle prossime settimane potrebbe veder
    nascere altre forme di protesta.

    Intanto, per il 24 maggio, gi annunciata l’agitazione
    degli insegnanti di religione, di ogni ordine e grado, aderenti
    allo Snadir. La protesta stata proclamata per l’intera
    giornata e vi aderiranno la maggior parte dei docenti della
    materia religiosa.

  • Giornale di Sicilia – 20 dicembre 1996



    Giornale di Sicilia




    venerd
    20 dicembre 1996 – pag.12




    Circolare
    del ministero: trecidesima a rate ai docenti di religione


       
    A rate la tredicesima per i circa ventimila insegnanti di
    religione. L’allarme viene laciato dallo Snadir, il sindacato
    nazionale di categoria che ha sede a Modica, dopo che una
    circolare ministeriale del 22 novembre scorso, la numero
    713, ha invitato tutti i capi di istituto ad inviare, dalla
    data di ricezione e fino al 31 gennaio 1997, le comunicazioni
    riguradanti il calcolo della tredicesima mensilit da gennaio
    ad agosto 1996. Da settembre, infatti, tutti gli insegnanti
    di religione sono passati sotto la 4giurisdizione del ministero
    del Tesoro mentre in passato venivani pagati dagli Istituti
    quali figure supplenti. Questa circolare – sottolinea Orazio
    Ruscica, segretario nazionale dello Snadir – sta a significare
    che i Capi di istituto potranno liberamente inviare, senza
    alcuna fretta, le comunicazioni richieste entro il 31 gennaio
    prossimo, fatto che gi si sta verificando. Vuol dire che
    i due terzi saranno liquidati soltanto nei mesi di marzo-aprile
    mentre questo mese, se tutto andr bene, percepiremo solo
    un terzo delle spettanze.


    Gli
    insegnanti di religione scendono sul piede di guerra e annunciano
    clamorose rivendicazioni. Oltre alla protesta ufficiale,
    inviata gi al ministero per la Pubblica Istruzione, Luigi
    Berlinguer, stata decisa una rivendicazione economica
    per la tardiva corresponsione della tredicesima e degli
    aumenti economici.


    Presenteremo
    ricorso – aggiunge Ruscica – chiederemo al governo gli interessi
    legali maturati e gli aumenti relativamente al periodo 1
    gennaio – 1 novembre 1996. La circolare – dice Maria Iemmolo,
    preside dell’Istituto commerciale Archimede di Modica –
    si esprime in questi termini. Da parte nostra abbiamo gi
    provveduto a metterci in regola, adesso il ministero che
    deve agire per pagare la tredicesima. Se i ventimila insegnanti
    percepiranno il resto della tredicesima a marzo-aprile,
    allo Stato potrebbe costare circa 320 milioni l’eventuale
    risarcimento.


    Saro
    Cannizzaro

  • Giornale di Sicilia – 7 gennaio 1997



    Giornale di Sicilia




    marted
    7 gennaio 1997 – pag.22




    Insegnanti
    di religione come tutti i docenti?


    C’
    un disegno di legge


       
    Un disegno di legge per equiparare gli insegnanti di rleigione
    agli altri docenti italiani. E’ stato presentato dal senatore
    del CCD, Riccardo Minardo, e gi sottoposto da tutto il
    gruppo del Movimento a palazzo Madama.


       
    Si chiama Nuova disciplina sullo stato giuridico e sul
    reclutamento dei docenti di rleigione cattolica e servir,
    qualora dovesse, come probabile, diventare legge per riconoscere
    un ulteriore diritto alle categorie dei docenti e, in particolare,
    in questo caso, agli insegnanti di religione, e perch i
    professionisti della scuola continuino a lavorare per una
    scuola secondo le finalit della Costituzione, dell’istruzione
    stessa e dei suoi programmi, tra i quali quello dell’insegnamento
    della religione per la formazione dell’uomo e del cittadino.


    C’
    molta attesa, tra circa ventimila insegnanti di categoria
    italiani per l’esito di questo disegno di legge. A modica,
    poi, si attende con parecchio interesse visto che la sede
    dello Snadir, il sindacato nazionale degli insegnanti di
    religione, si trova in via Risorgimento dove il segretario
    Orazio Ruscica da anni si batte per ottenere questo riconoscimento.


    Saro
    Cannizzaro

  • Gazzetta del Sud – 27 aprile 1997



    Gazzetta del Sud




    domenica
    27 aprile 1997 – pag.7




    Modica,
    realt e prospettive per gli insegnanti di religione


       
    Centocinquanta docenti di religione cattolica hanno partecipato
    al convegno a carattere nazionale sul tema:Il dialogo educativo
    e didattico: linguaggi e strategie di comunicazione, la
    tre giorni ha visto impegnati docenti, operatori del settore,
    rappresentanti delle istituzioni.


    Il
    convegno stato organizzato dall’associazione docenti di
    religione di concerto con lo Snadir, il sindacato 
    autonomo della categoria. Il segretario nazionale Orazio
    Ruscica ha aperto i lavori; sono poi seguite le relazioni
    di Domenico Pisana, vicedirettore dell’ufficio catechistico
    di Noto, e di don Ignazio Petriglieri, dell’ufficio scuola.


    Tonino
    Solarino si poi soffermato sulle strategie della comunicazione
    nei diversi ambiti di relazione ed interazione, nonch sull’importanza,
    sulle finalit e sulle strategie del dialogo didattico ed
    educativo nell’ambito della scuola.


    Il
    convegno ha anche visto la trattazione di problematiche
    giuridiche legate allo stato giuridico degli insegnanti
    di religione. Sull’argomento don Vittorio Banati, dell’ufficio
    catechistico nazionale, intervenuto parlando della riforma
    della scuola e delle prospettive dell’insegnamento della
    religione.


    E’
    stata poi affrontata la situazione attuale degli insegnanti
    di religione. Alla tavola rotonda sono interventuti gli
    on. Caruso e Borrometi ed i sen. Scivoletto, Occhipinti
    e Minardo. Lo stato giuridico degli insengnati di religione
    attende una soluzione dal 1984, per cui appare urgente porre
    fine a questa fascia di precariato all’interno della scuola.
    Il sen. Minardo ha presentato un apposito disegno di legge
    ed il sen. Occhipinti il relatore dell’argomento in sede
    di commissione di P.I.


    I
    lavori del convegno si sono conclusi con la relazione di
    Pasquale Troa, che ha parlato della relazioni interpersonali
    nelle diverse forme di comunicazione scolastica.


    d.g.

  • Jesus – febbraio 1999



    Jesus – anno XXI – febbraio 1999 – n.2




    Dossier
    Ora di religione – pag.57




           



        
    Qualificazione, passione e un pizzico di diplomazia.
    C’ una quarta parola che emersa pi volte in questa
    rapida carrellata tra gli insegnanti di religione: status
    giuridico. Al momento siamo equiparati al personale
    a tempo determinato, vale a dire all’ex supplente annuale
    spiega Orazio Ruscica, insegnante presso il liceo "Tommaso
    Campailla" di Modica e segretario dello SNadir,
    il sindacato nazionale degli insegnanti di religione
    nato nel ’93, che oggi conta circa 1.100 iscritti in
    tutt’Italia. Penalizzazioni in caso di maternit (stipendio
    ridotto dell’80%), nessun diritto all’aspettativa, necessit
    della riconferma annuale dell’incarico: sono soltanto
    alcuni problemi con cui docenti che spesso hanno anche
    un’anzianit di servizio di 1z5-20 anni devono fare
    i conti dice Ruscica.



       
    Proprio su questi temi al Senato in discussione un
    disegno di legge, di cui relatore il senatore Occhipinti,
    che ci si augura veda la luce in tempi brevi. Nel
    luglio scorso una petizione con 75 mila firme era stata
    data ai senatori. I firmatari chiedevano l’istituzione
    di concorsi per l’insegnamento della religione nei vari
    ordini e gradi; nuove procedure per il reclutamento
    dei docenti, fatta salva l’idoneit verificata dalla
    diocesi; misure idonee per l’immissione in ruolo dei
    docenti gi in servizio. Insomma, la definizione di
    uno status giuridico, conclude Ruscica, che
    riconosca il servizio che, parimenti con gli altri
    insegnamenti, offriamo agli studenti, alle famiglie
    e alla cultura italiana. Docenti s, e non di "serie
    b".



    Vittoria
    Prisciandaro




     




     

  • la Repubblica – 8 giugno 1999



    la Repubblica




    marted
    8 giugno 1999 – pag.25



    Il
    leader degli insegnanti di religione


    "Il
    nostro voto vale quello degli altri prof"



    Orazio
    Ruscica il segretario del Sindacato nazionale degli insegnanti
    di rleigione, il pi rappresentativo, con 1.700 iscritti
    su circa 18 mila docenti.


    Condivide
    il pensiero del ministro Berlinguer?


    4Su una
    cosa siamo in totale disaccordo: che il voto dell’insegnante
    di religione sia ininfluente in caso di parit tra giudizi
    positivi e negativi, solo una sua personale interpretazione.
    Abbiamo a nostro favore le sentenze dei Tar di Lecce, Catania
    e del Consiglio di Giustizia amministrativa per la regione
    Sicilia, che ha proprio ribadito la validit del voto qualora
    questo sia determinante. L’insegnamento della rleigione
    ha pari dignit con le altre discipline, i docenti fanno
    parte degli organi scolastici con gli stessi diritti e doveri
    dei colleghi. Al ministro non spetta altro che adeguarsi
    a questa decisione.


    E
    sul "caso" Pavia?


    Siamo
    d’accordo che debba essere il consiglio di classe e non
    il collegio dei docenti a decidere il credito scolastico
    di ogni allievo. Condividiamo anche il fatto che l’insegnamento
    della religione cattolica entri a pieno titolo nel credito
    scolastico: perch una disciplina scolastica e un sapere
    culturale. Molto spesso questo viene dimenticato: si pensa
    sempre ad un insegnamento che catechesi, mentre in realt
    non cos. Infatti l’accordo concordatario dell’85 ha riconosciuto
    il valore della cultura religiosa cattolica e ha ribadito
    che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio
    storico del popolo italiano. Quindi questo insegnamento
    permette allo studente d’interpretare la realt storico,
    culturale e religiosa non solo italiana, ma europea, cos
    come si formata durante il corso dei secoli


    Mario
    Reggio