Categoria: Rassegna stampa & Risposte

  • Avvenire (27 luglio 2003)


    Avvenire – 27 luglio
    2003

    pag. 7

    ***************************

    La Loggia: sarà un agosto
    di lavoro per la Grande Riforma

    In Gazzetta Ufficiale la legge sullo
    status degli insegnanti di religione. «Risolto in
    modo garantista un serio problema»

    Da Roma Pier Luigi Fornari

    L’ottica del ministro per gli Affari Regionali, Enrico
    La Loggia, spazia sulla Grande Riforma in elaborazione nella
    CdL. Ma da parlamentare, non dimentica di prendere atto
    della felice conclusione dell’iter della norma per l’immissione
    in ruolo degli insegnanti di religione, che adesso è
    veramente legge: «È comparsa giovedì
    sulla Gazzetta Ufficiale, è dunque giusto manifestare
    un forte compiacimento». «Sono soddisfatto –
    aggiunge – sia come senatore di questa legislatura, sia
    come capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama nella scorsa».
    Cosa la rende particolarmente contento?
    Aver risolto un problema serio, che si trascinava da diverse
    legislature e al tempo stesso aver tolto da una lunga situzione
    di precariato gli insegnanti di religione cattolica, cosentendo
    loro di essere inseriti, come tutti gli altri docenti, nei
    ruoli statali.
    Un altro aspetto saliente?
    Un dato essenziale è il fatto che è stata
    mantenuta una procedura indispensabile: il pronunciamento
    sull’idoneità all’insegnamento spetta al vescovo
    diocesano.
    Una approvazione di cui si gioverà tutto il sistema
    scolastico?

    È estremamente importante e significativo che con
    questa legge riaffermiamo l’importanza dell’insegnamento
    della religione cattolica come strumento essenziale per
    dare ai giovani valori morali, e sociali così come
    è da sempre nella nostra cultura.
    Una vicenda che risale anche all’altra legisaltura
    Allora tentai in ogni modo di impedire che passasse una
    legge discriminatoria e lesiva dei diritti degli insegnanti
    di religione. Se si fosse compiuto quel quel progetto, la
    situazione dei docenti sarebbe stata gravemente compromessa.
    E adesso invece?
    La legge approvata è di gran lunga più garantista.
    E mi ha fatto molto piacere ricevere una lettera di ringraziamento
    da parte dello Snadir, il Sindacato autonomo degli insegnanti
    di religione.
    Torniamo alla politica politicante. Sarà possibile
    alla CdL far quadrare il discorso delle riforme? E basterà
    il comitato dei saggi?

    Sono abbastanza fiducioso che, fatte le scelte politiche,
    si possa con i dovuti approfondimenti trasformarle in articolati
    compiuti che prendano in considerazione i vari aspetti della
    Grande Riforma. Le "squadre di lavoro" sono già
    formate e, a fine agosto, saremo nella condizione di tirare
    un primo bilancio, per poter arrivare alla presentazione
    delle proposte intorno a metà settembre in Consiglio
    dei ministri.
    I grandi temi?
    Forma di Stato, forma di governo, Corte Costituzionale e
    Bicameralismo.
    Poi si parlerà anche di legge elettorale?
    È ovvio che a quel punto, ma solo a quel punto, si
    dovrà cominciare a definire le procedure elettorali,
    a parte la legge (ordinaria) per le europee che può
    anche camminare separatamente.
    Ma si farà in tempo a cambiarla per la primavera
    2004?

    Stiamo studiando una buona modifica, che possa valere fin
    dalle prossime europee.
    E si potranno contemperare devoluzione e interesse nazionale?
    C’è stato qualche equivoco, ma la soluzione mi pare
    a portata di mano: sul complesso della Grande Riforma c’è
    stata nella CdL una scelta condivisa.
    La Corte Costituzionale "regionalizzata" non
    esaspererà la situazione?

    Penso proprio di no. La presenza di una rappresentanza delle
    Regioni, che potrà avvenire anche attraverso il Senato
    federale, si giustifica con il fatto che la Costituzione
    del ’48 è stata già modificata, e lo sarà
    ulteriormente. È quindi maturo il momento per articolare
    di più la Consulta, in perfetta armonia con i poteri
    del Senato federale.

  • Il Giorno (6 maggio 2003)

    IL GIORNO

     

    Martedì, 6 Maggio 2003

    PROF
    DI RELIGIONE:
    STATO GIURIDICO E FUTURO IN CATTEDRA

    Il futuro professionale dei docenti di religione
    all’indomani dell’approvazione del disegno di legge sul
    loro stato giuridico è stato al centro del 2°
    Convegno nazionale degli Insegnanti di Religione, che si
    è svolto ieri al Centro Congressi della Provincia.
    Sul tema "Professionalità e identità
    giuridica del docente di religione: garanzie e riconoscimenti"
    sono intervenuti autorità ed esperti del settore.
    A illustrare i problemi professionali e giuridici degli
    insegnanti di religione, ma anche le risposte arrivate con
    l’approvazione del disegno di legge, sono stati monsignor
    Giovanni Giavini, l’assessore provinciale Paola Frassinetti,
    l’onorevole Andrea Di Teodoro, il professor Orazio Ruscica,
    il professor Alberto Borsò, l’onorevole Beniamino
    Brocca e il sottosegretario al Ministero dell’Istruzione,
    onorevole Valentina Aprea. Il Convegno è stato organizzato
    dall’Adr (Associazione docenti di religione) e dallo Snadir
    (Sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione).

  • Il Gazzettino (8 marzo 2003)

     

    IL GAZZETTINO

     

    Sabato, 8 Marzo 2003

     
    VENEZIA I docenti
    di religione chiedono anche l’equiparazione giuridica
     

    “Non siamo
    riconosciuti”

     

    I 22 mila insegnanti
    ritengono di essere lontani da un assetto normativo

    Equiparati come stipendio, non come stato
    giuridico che li integri nel mondo scolastico quali docenti
    di ruolo. Gli insegnanti di religione (22 mila in Italia)
    sono convenuti ieri a congresso a Venezia, nella scuola
    San Giovanni Evangelista; un incontro promosso dalla loro
    associazione nazionale (Adr) e dal sindacato di categoria
    Snadir. Si ancora lontani, infatti, dal riconoscimento
    agli insegnanti di religione di un assetto normativo,
    presente sia nella riforma Berlinguer, che in quella recente
    Moratti, pur previsto dalla revisione del Concordato del
    1985, a firma Bettino Craxi e Mons. Agostino Casaroli.
    Da 18 anni, quindi , questi docenti attendono che si dissolva
    il vecchio dileggio “mandati dalla Chiesa, pagati dallo
    Stato”, perch – rivendicano gli insegnanti – la scuola
    pretende da noi gli stessi doveri dei colleghi, non i
    medesimi diritti. Sinora, infatti, gli insegnati venivano
    segnalati ai Provveditorati dall’ufficio Scuola delle
    Curie. Una sorta di “chiamata” – stato detto – poco
    idonea alla preparazione, al ruolo, all’identit professionale
    dei docenti di religione . Licenziato favorevolmente dalla
    Camera, il disegno di legge ora giace in Senato. “Mi auguro
    divenga presto legge dello Stato – ha detto Cesare Campa,
    componente dell’XI commissione Lavoro – forse a giugno
    ci arriveremo. Per troppo tempo gli insegnanti di religione
    hanno vissuto una situazione di precariato, a fronte di
    una cultura italiana che garantisce questa disciplina
    e la pone al pari delle altre”. “Quello rivendicato da
    Adr e Snadir un diritto legittimo – ha affermato Luigino
    Busatto, presidente della Provincia di Venezia – cos
    come l’insegnamento della religione diviene una formativa
    ricerca di sensi e di significati; il cammino dell’uomo
    verso la sua dignit e libert”. “L’ignoranza religiosa
    – ha aggiunto don Giosu Tosoni – non una mancata conoscenza,
    ma il rinunciare ad aprirsi alle prospettive. In Italia,
    l’insegnamento della religione da facoltativo, cio eventualmente
    sostituito da altre attivit, ora divenuto opzionale,
    con ragazzi che vagano per i corridoi”. In Germania,
    obbligatorio l’insegnamento di una scienza etica, mentre
    anche la Francia, Paese laicista per antonomasia, si sta
    adeguando all’Europa con la proposta di inserimento di
    una materia relativa allo studio dei fatti religiosi.
    “Decodificare duemila anni di storia cristiana in Italia
    – ha concluso Pasquale Troia, direttore del centro studi
    Snadir – materia fondamentale; cos come la religione
    cattolica basilare con i suoi valori e principi immortali:
    punto di riferimento per il futuro nebuloso dei giovani”.
    Il disegno di legge prevede per gli insegnati di religione
    una prova concorsuale per titoli ed esami e la stipula
    di contratti a tempo indeterminato per il 70\% degli idonei.

    Tullio Cardona

  • Repubblica – Firenze – 5 maggio 2002

    Mille insegnanti
    in Toscana. L’appello:"Metteteci a ruolo"

    I precari dell’ora di religione
    di

    Claudia Riconda

    «Siamo
    gli ultimi precari della scuola. Mettete a ruolo anche noi».
    Insegnanti di religione. Mille in Toscana, oltre duecento
    a Firenze. Per lo più laici, l’ottanta per cento.
    Per lo più donne, due su tre. Pagati dallo Stato,
    ma nominati dal vescovo. A parità di titoli di studio,
    insegna chi ha l’idoneità data dalla Diocesi. Così
    vuole il Concordato tra Stato e Chiesa, confermato dagli
    accordi di revisione siglati nell’85. Mille insegnanti,
    e in Italia sono 22 mila, che vivono sulla gratella, come
    dice Marco Carraresi, consigliere regionale e prof di religione:«Il
    nostro destino è legato al numero degli alunni che
    si avvalgono dell’ora di religione: se la classe non c’è,
    perdimao il posto». La Toscana, alle superiori, è
    una delle regioni che ha la percentuale più alta
    di «non avvalentesi»: 60 per cento. Anche per
    questo i professori, che ieri si sono ritrovati al Palffari
    per il convegno nazionale del sindacato autonomo Snadir
    (aperto con un messaggio dell’arcivescovo Antonelli), combattono
    da anni la battaglia per ottenere lo stato giuridico. «Lo
    prevedeva già la revisione del concordato dell’85:
    sono passati 18 disegni di legge e siamo ancora supplenti»
    dice Sandra Fornai, responsabile toscana del sindacato.
    L’ultimo disegno è del ministro Moratti, in attesa
    di approvazione in Parlamento. «Ma prevede, anche
    per gli insegnanti già in servizio da tempo, un concorso
    ordinario per entrare in ruolo. E’ assurdo». L’alternativa,
    indica il segretario dello Snadir, Orazio Ruscica, sarebbe
    un corso abilitante riservato. Corso o concorso, l’immisione
    in ruolo sta suscitando polemiche fra i laici soprattutto
    riguardo a un punto: la mobilità. L’articolo più
    criticato è quello che prevede che, nel caso venga
    meno l’idoneità da parte del vescovo, il prof di
    religione non perda il posto ma insegni altre materie. «Ma
    solo nel caso che ne abbia i titoli di studio richiesti»
    spiega Loredana Pica, che insegna religione da vent’anni
    a Firenze:« Altrimenti sia ricollocato in qualche
    altro settore della pubblica amministrazione. Ma che non
    finisca sulla strada».

  • Avvenire – 01 dicembre 2001



    AVVENIRE




    01
    dicembre 2001







    Docenti
    di religione: Ora lo stato giuridico



    Milano.
    Erano pi di 800 e provenivano da tutta Italia gli insegnanti
    di religione che ieri si sono riuniti a Napoli in occasione
    del Convir 2001 (Convegno nazionale insegnanti di religione).
    Il convegno, organizzato dallo Snadir (Sindacato nazionale
    autonomo degli insegnanti di religione), stato l’occasione
    per ribadire con forza un diritto che da decenni i docenti
    di vedono negato: il riconoscimento dello stato giuridico.
    Nella relazione introduttiva il professor Pasquale Troa
    ha ricordato che il collocamento giuridico dei docenti
    di religione nella scuola la naturale evoluzione di un
    riconoscimento professionale che si sono conquistati sul
    campo, laddove sono soltanto incaricati annuali. Vane,
    infatti, sono state fino a oggi le richieste di un contratto
    a tempo indeterminato che ne consentisse l’entrata in ruolo,
    nonostante fosse gi previsto negli accordi di revisione
    del Concordato tra Stato e Chiesa del 1985. Da allora si
    sono avvicendati ben 17 disegni di legge, ai quali si
    aggiunto ultimamente quello promosso dal ministro Letizia
    Moratti. Purtroppo anch’esso – dicono i docenti – prevede,
    per insegnanti gi in servizio da tempo, un concorso ordinario
    per entrare in ruolo, il che pare assurdo: molti professionisti
    vantano gi 20/25 anni di servizio. L’alternativa sarebbe
    quella indicata dal segretario nazionale dello Snadir, Orazio
    Ruscica: Un corso abilitante riservato, uno strumento che
    dal settembre 1999 gi stato utilizzato in tre occasioni,
    proprio per risolvere il problema dei precari, ad esclusione
    di quelli di religione. All’assemblea erano presenti senatori
    della Lega Nord, del Ccd-Cdu e dell’Ulivo, oltre a monsignor
    Vittorio Bonati, responsabile del settore insegnamento della
    religione della Cei.

  • Asca – 29 novembre 2001



    ASCA




    29
    novembre 2001





    09:52
    SCUOLA: INSEGNANTI RELIGIONE CHIEDONO STATO GIURIDICO




    Domani Convegno Nazionale a Napoli




    (ASCA) – Roma, 29 nov – Riconoscimemnto dello statao

    giuridico gli insegnanti di religione lo chiederanno

    nuovamente domani a Napoli al convegno nazionale dello

    Snadir- Sindacato autonomo insegnanti religione, previsto
    i

    mattinata al Politeama.

    Lo Snadir e’ il Sindacato Autonomo degli Insegnanti di

    Religione ed anche il tema dato al Convegno Nazionale

    corrisponde effettivamente allo stato dei suoi aderenti.

    Gli insegnanti di religione sono infatti dei professionisti

    in attesa dello stato giuridico dal momento che sono

    soltanto incaricati annuali.

    Da anni lo Snadir chiede con forza il riconoscimento del

    loro stato giuridico tramite la stipula di un contratto
    a

    tempo indeterminato e la conseguente loro entrata in ruolo.

    Un riconoscimento che avrebbe gia’ dovuto avvenire gia’
    dal

    1985 a seguito degli Accordi di revisione del Concordato

    tra Stato e Chiesa.

    Nell’ultimo anno si e’ assistito – grazie all’opera intensa

    dello Snadir – alla presentazione di ben 17 disegni di

    legge di iniziativa parlamentare ai quali si e’ ultimamente

    aggiunto quello promosso dal Ministro Letizia Moratti.

    Su quest’ultimo lo SNADIR si trova sostanzialmente

    d’accordo tranne sul punto che prevede per gli insegnanti

    di religione attualmente in servizio un concorso ordinario

    per entrare di ruolo, cosa che pare assurda se si considera

    che molti  insegnanti hanno maturato un’esperienza
    di 10,

    20 e anche 25 anni nella scuola.

    Sul tema lo SNADIR ha una sua proposta, che verra’

    ufficialmente presentata durante il Convegno di Napoli e

    che prevede la via del ”corso abilitante riservato” e

    ”graduatorie permanenti” strumenti gia’ utilizzato negli

    ultimi due anni per i docenti precari di altre discipline.

  • Agenzia Redattore Sociale – 29 novembre 2001



    AGENZIA
    REDATTORE SOCIALE




    29
    novembre 2001





    SCUOLA
    – ”Professionisti in attesa dello stato giuridico”. Insegnanti
    di religione dello Snadir a convegno




     
    29/11/2001 12.11.18



    NAPOLI
    – "Professionisti in attesa dello stato giuridico"
    il titolo ed il

    tema del convegno nazionale dello Snadir che si terr
    domani a Napoli

    (Teatro Politeama, ore 8.30-13.30).

    Lo Snadir il Sindacato Autonomo degli Insegnanti di
    Religione ed il tema

    del convegno nazionale rappresenta l’aspetto di pi
    impellente attualit.

    Gli insegnanti di religione sono infatti dei professionisti
    in attesa dello

    stato giuridico, dal momento che sono soltanto incaricati
    annuali.

    Da anni il sindacati chiede il riconoscimento del loro
    stato giuridico

    tramite la stipula di un contratto a tempo indeterminato
    e la conseguente

    loro entrata in ruolo. Un riconoscimento che avrebbe
    gi dovuto avvenire gi

    dal 1985, a seguito degli accordi di revisione del Concordato
    tra Stato e

    Chiesa.

    Nell’ultimo anno si assistito alla presentazione di
    ben 17 disegni di

    legge di iniziativa parlamentare ai quali si ultimamente
    aggiunto quello

    promosso dal Ministro Letizia Moratti.

    Lo Snadir, a questo proposito, afferma di trovarsi sostanzialmente
    d’accordo

    sul disegno di legge, tranne sul punto che prevede per
    gli insegnanti di

    religione attualmente in servizio un concorso ordinario
    per entrare di

    ruolo, "cosa che pare assurda se si considera che
    molti insegnanti hanno

    maturato un’esperienza di 10, 20 e anche 25 anni nella
    scuola".

    Sul tema lo Snadir ha una sua proposta, che verr ufficialmente
    presentata

    durante il Convegno di Napoli e che prevede la via del
    "corso abilitante

    riservato" e "graduatorie permanenti"
    strumenti gi utilizzato negli ultimi

    due anni per i docenti precari di altre discipline.

    Il programma del convegno prevede alle ore 9.00 la relazione
    del professor

    Pasquale Troa ("Professionalit degli Insegnanti
    di religione: identit,

    garanzie, qualificazioni per una scuola di qualit")
    e, alle 10, Tavola

    Rotonda coordinata dal Prof. Orazio Rustica, segretario
    nazionale Snadir,

    con rappresentanti delle Istituzioni sul tema: "Quattordici
    disegni di

    legge: sono sufficienti per uno stato giuridico atteso
    da anni?".



  • Famiglia Cristiana – n.3 del 21 gennaio 2001



    Famiglia
    Cristiana




    numero
    3 – del 21 gennaio 2001 – pag.47




    Finalmente
    insegnanti di ruolo? S, no, forse, chiss


     


    Finalmente
    di ruolo, professori uguali agli altri: stabili, non licenziabili.
    Appena la legge, gi passata al Senato, sar approvata anche
    alla Camera, gli insegnati di religione non saranno pi
    docenti di serie B: Saranno pi sereni, potranno svolgere
    meglio il loro compito. Non dovranno temere ogni anno la
    perdita del posto. Ci sar una ricaduta positiva a livello
    culturale dice Orazio Ruscica, segretario dello Snadir,
    il sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione.


    Intanto,
    per, cresce lo scontento dei professori oggi in servizio
    che, per conquistare il ruolo, dovranno superare un concorso
    che richiede, oltre al magistero di Scienze religiose (quattro
    anni, post diploma, con tesi finale, unico requisito finora
    richiesto insieme con l’idoneit rilasciata dalla diocesi),
    anche la laurea. Praticamente due lauree, nota il sindacalista.


    La
    motivazione di questo provvedimento sembra si legata alla
    mobilit professionale: il docente cui viene revocata l’idoneit
    da parte dell’autorit ecclesiastica, avr diritto alla
    conservazione del posto nel comparto della scuola. Ma Ruscica
    replica:Pochissimi hanno la revoca dell’idoneit, lo 0.4
    per cento degli insegnanti. I motivi sono uguali a quelli
    per cui l’idoneit viene concessa, cio competenza culturale,
    pedagogico-didattica, vita cristiana. Ma in questo caso
    si potrebbe comunque trovare una collocazione corrispondente
    al titolo posseduto, per esempio in segreteria.


    Per
    partecipare al concorso occorre avere anche esperienza professionale.
    Infatti, sono ammessi al primo concorso gli insegnanti
    di religione cattolica che abbiano prestato servizio per
    almeno quattro anni, con un orario settimanale non inferiore
    alle 12 ore, e che siano in servizio quando entra in vigore
    la legge (articolo 5 della legge in discussione). Su questo
    punto, i precari lamentano una limitata considerazione del
    loro lavoro, perch alle prove sono ammessi anche i docenti
    che hanno insegnato altre discipline nelle scuole statali,
    per un tempo equivalente.


    Con
    il ruolo si apre anche la possibilit per i docenti di religione
    di partecipare alla vita sindacale. Cade infatti il principale
    motivo di esclusione, cio la breve durata del loro incarico.


    E
    per i giovani che vogliono intraprendere questa strada,
    ci sono o no opportunit di inserimento? No, il personale
    attualmente in servizio ha in genere soltanto 10/15 anni
    di anzianit. N si pu prevedere una crescita dell’utenza: 
    oggi, escluse le grandi citt, la percentuale di chi non
    si avvale dell’insegnamento della religione cattolica
    gi molto bassa, del 2-3 per cento, conclude Orazio Ruscica.


    Rosanna
    Precchia