Categoria: Personale della scuola
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Il 15 marzo 2007 è il termine ultimo per presentare la domanda per il part time
IL 15 MARZO 2007 E’ TERMINE ULTIMO PER PRESENTARE LA DOMANDA PER IL PART-TIME
(dall’art. 7 – comma 2 – della O.M. n.55 del 13.2.1998)
Scade il 15 marzo 2007 il termine per presentare le domande per il part-time per l’anno scolastico 2007/2008, che quest’ anno interessa anche i docenti di religione immessi in ruolo (quelli del 1° e 2°contingente).
L’istanza va presentata, tramite il dirigente scolastico, al CSA della provincia in cui si trova la sede di titolarità.
I rapporti di lavoro part-time possono essere costituiti nel limite del 25% delle rispettive dotazioni organiche provinciali di ciascun ruolo o classe di concorso il reclutamento del personale docente a tempo parziale avviene secondo la normativa vigente in materia per il personale a tempo pieno.
Il rapporto di lavoro a tempo parziale deve risultare da un contratto scritto e deve contenere l’indicazione della durata della prestazione lavorativa e decorre dal primo settembre di ciascun anno successivo all’accoglimento della domanda ( art. 1 del D.lvo del 24.7.2003 e comma 7 art.. 36 e art. 57 del CCNL 24.7.2003)
La prestazione di servizio in regime di part-time non fa venir meno gli obblighi di lavoro relativi alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni, ai rapporti individuali con le famiglie e alla partecipazione alle riunioni del collegio dei docenti, ivi compresa l’attività di programmazione e di verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini intermedi e finali.
Le attività funzionali all’insegnamento e la partecipazione alle attività collegiali sono determinate, di norma, in misura proporzionale all’orario d’insegnamento e di servizio previsto dal rapporto di lavoro a tempo parziale.
Il personale docente con rapporto di lavoro a tempo parziale è escluso dalle attività aggiuntive di insegnamento aventi carattere continuativo, né può fruire di benefici che comunque comportino riduzione dell’orario di lavoro, salvo quelli previsti dalla legge. (.art. 36 comma 8 CCNL 24.7.2003).
Il trattamento economico dei docenti con rapporto di lavoro a tempo parziale è proporzionale alla prestazione lavorativa, sono comunque escluse le attività aggiuntive, salvo eventuali trattamenti accessori stabiliti dalla contrattazione decentrata.
I docenti a tempo parziale orizzontale hanno diritto ad un numero di giorni di ferie pari a quello dei docenti a tempo pieno.
La durata del rapporto a tempo parziale è di due anni trascorsi i quali si può chiedere il ritorno al tempo normale; è riconosciuta la facoltà di svolgere altra attività lavorativa, anche subordinata, ma non presso altra amministrazione pubblica, quando l’orario part-time non superi la metà dell’orario pieno.
Il limite del 50% può essere superato dal personale che non intenda svolgere altra attività lavorativa.
Il docente in part time, che intenda svolgere altra attività lavorativa, è tenuto a comunicare, entro 15 giorni, al dirigente scolastico, l’eventuale successivo inizio o la variazione di altra attività lavorativa. Le prestazioni lavorative possono essere effettuate solo se compatibili con gli obblighi di servizio e non comportino un conflitto d’interesse con le funzioni istituzionali svolte dal docente nella scuola e non siano espressamente escluse per legge.
Il rientro a tempo pieno, dopo il prescritto periodo minimo, scatta solo se esplicitamente richiesto.
Ovviamente rimane la possibilità per i docenti di religione che saranno assunti dal 1° settembre 2007 di richiedere il part time all’atto della nomina in ruolo.
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Modello di domanda (file doc)
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Allegato A (file doc)
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Allegato B (file doc)
Riferimenti normativi:
Artt. 7,8 Legge 29.12.1988, N. 554; artt. 7, 8 Dpcm 17.3.1989, n. 117; artt. 22 Legge
23.12.1994 n. 724; artt. 131, 162, 491 comma 6, 508 e 572 D.Lgs. 16.4.1999 n. 297; artt. 23,40,41,42,46,47,52 CCNL 4.8.1995; art. 1 commi 56-59 e 185-187 Legge 23.12.1996, n. 662 CM Funzione Pubblica 19.19.2.1997 n.3; CM 28.2.1997, n. 128; Legge 28.5.1997, n. 140.; OM. 22.7.1997, n. 446; D.M. Funzione Pubblica 29.7.1997 n. 331; Circ. INPDAP 27.11.1997,n. 61; OM 13.2.1998, n. 55; art. 20, comma 1, lettera f) Legge 23.12.1999, n. 488; CM 17.2.2000, n. 45; art. 9 D.Lgs .25.2.2000, n. 61; CM 18.4.2000, n. 120; D.Lgs. 26.2.2001 n. 100, art. 36 CCNL del 24.7.2003
Snadir – martedì 27 febbraio 2007
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Meno soldi ai buoni insegnanti e più soldi alla “cattiva maestra”
Meno soldi ai buoni insegnanti e più soldi alla “cattiva maestra”
Ma sì, diciamolo pure; abbiamo corso un bel rischio. Sulle nostre prossime serate si era profilata una tristezza inimmaginabile. Come potevamo rinunziare al sempreverde Baudo e alla elvetica Hunziker. La norma infame della Finanziaria 2007 aveva stabilito il limite di 272 mila euro per le retribuzioni dei dirigenti pubblici esterni e dei consulenti di ministeri e società pubbliche non quotate (ad esempio la RAI). Meno male che ci ha pensato l’Unità (19/02/2007) che in prima pagina ha sollevato il problema: non possiamo colpire con una norma iniqua il festival più amato dagli italiani. Certo è anche vero che il Baudo era disposto a condurre il festival anche gratis, ma l’Unità però che difende i lavoratori si è indignata perché qualsiasi lavoro deve essere adeguatamente retribuito; insomma sottopagare un conduttore è una azione infame che rischia di lasciare sul lastrico un indefesso lavoratore.
Giustamente il Ministro Nicolais è subito intervenuto con una circolare ad hoc che stabilisce l’eliminazione del tetto di 272 mila euro per la Rai; quindi il Baudo e la Hunziker saranno retribuiti con una cifra superiore a quella annua del primo presidente della Corte di Cassazione e così sarà assicurato l’italico festival.
Certo saremmo stati più contenti se i Ministri dell’Economia e della Funzione Pubblica avessero sbloccato le risorse economiche contenute nel contratto 2006-2007 per renderli immediatamente disponibili per il rinnovo contrattuale già scaduto da un anno, e se avessero firmato i decreti di assunzione dei 73.077 docenti precari e dei 10.000 Ata, ma come al solito si risparmia sui buoni insegnanti per sperperare invece sulla “cattiva maestra”.
OR
Snadir – domenica 25 febbraio 2007
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Il Concordato: un’occasione per rilanciare il dialogo
Il Concordato: un’occasione per rilanciare il dialogo
La ricorrenza dei Patti Lateranensi ha rappresentato quest’anno anche un’importante occasione per riannodare i fili di un dialogo diventato purtroppo, a volte, difficile, ma pur sempre indispensabile.
I Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929 e la revisione del Concordato del 18 febbraio 1984 sono due tappe fondamentali nella storia dei rapporti tra Repubblica Italiana e Santa Sede ed evidenziano l’attuarsi dell’art. 7 della Costituzione, secondo il quale "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani".
Indipendenza e sovranità non equivalgono a separazione dei due Enti, al contrario essi sono comunemente impegnati per il bene comune e quindi sollecitati ad intervenire nella concretezza delle realtà sociali per realizzarlo. E’ plausibile, quindi, che nel corso dell’incontro tra il Presidente del Consiglio Prodi ed il Segretario di Stato vaticano Bertone uno spazio importante sia stato dato ai temi della famiglia e a quanto il dibattito politico ha prodotto su questo argomento nelle ultime settimane, ma la stampa ci informa che anche il tema dei rapporti con i Paesi esteri ha interessato il colloquio, con una particolare reciproca attenzione alla Cina.
Insomma sembra che, per nello stretto rigore del protocollo, l’incontro abbia sostanzialmente soddisfatto tutti, anche perché l’obiettivo non è stato, né poteva essere, quello di individuare soluzioni alle varie questioni sul tappeto, quanto quello di rinsaldare i legami di reciprocità.
Non è mancata la nota stonata di Sdi e radicali che, in un momento di rinnovo del dialogo, hanno organizzato un presidio per chiedere l’abolizione del Concordato.
Ernesto Soccavo
Snadir – martedì 20 febbraio 2007
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Presentato in Consiglio dei Ministri un decreto che elimina i certificati inutili
Presentato in Consiglio dei Ministri un decreto che elimina i certificati inutili
Durante l’ultimo consiglio dei ministri (19 ottobre 2006) il Governo ha approvato un provvedimento presentato dal Ministro della Salute, Sen. Livia Turco, sulla abolizione dei certificati inutili.
Tra questi sarà eliminato il certificato di idoneità fisica e quello inutile di sana e robusta costituzione.
Il personale della scuola (docenti ed Ata) al momento dell’assunzione in ruolo o supplente non dovrà presentare tra i documenti di rito il certificato di idoneità fisica all’impiego.
Plaudiamo all’azione intrapresa dal Ministro Turco che permetterà ai cittadini di risparmiare tempo e denaro.
Prima di iniziare l’iter parlamentare il provvedimento verrà sottoposto al parere della Conferenza unificata.
Orazio Ruscica
Snadir – 23 ottobre 2006