Categoria: Personale della scuola

  • Firmato stamattina il CCNL per il comparto scuola. Poche le risorse per gli stipendi, buone le novità per i corsi di recupero

    Firmato stamattina il CCNL per il comparto scuola


     


    Poche le risorse per gli stipendi, buone le novità per i corsi di recupero


     


     


       E’ stato firmato alle 7,30 di stamattina (7 ottobre 2007) il Contratto collettivo Nazionale (CCNL) per il comparto scuola per il quadriennio 2006/2009 e per la sola parte economica per il biennio 2006/2007.


       In pratica, dal 1° gennaio 2008 si va dai 91,98 euro medi mensili lordi per i docenti di scuola dell’infanzia e della primaria ai 104,79 per i docenti di scuola secondaria superiore. A questi va aggiunta una “una-tantum” di euro 51,46 derivante dalla mancata attribuzione delle funzioni tutoriali. Per tutto il 2006 aumenti medi mensili di 19,71 euro lordi per i docenti di scuola primaria/infanzia, mentre per quelli di scuola secondaria aumenti medi mensili di 20,85 euro lordi. Invece per tutto il 2007 aumenti medi mensili lordi di 99,61 per insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, mentre per quelli di scuola superiore 111,90 euro medi mensili lordi. Insomma per i due anni (2006/2007) di vacanza contrattuale i docenti di scuola dell’infanzia/primaria avranno in busta paga soltanto 1.009,79 euro e quelli della secondaria superiore 1.137,28 euro al netto delle ritenute previdenziali/assitenziali e dell’Irpef.


       “Si tratta di aumenti stipendiali striminziti; l’unica novità positiva riguarda i corsi di recupero:” – afferma il prof. Ruscica – “il compenso è definito nella misura di 50 euro per ogni ora e viene introdotto l’obbligo di retribuire le attività aggiuntive fuori dal calendario delle lezioni stabilite dalle Regioni”.


     


    La Redazione


     


     



    Snadir – domenica 7 ottobre 2007

  • RIDUZIONE DELL’ORA DI LEZIONE E OBBLIGO DEL RECUPERO

    RIDUZIONE DELL’ORA DI LEZIONE E OBBLIGO DEL RECUPERO


     


       Ogni anno scolastico, inevitabilmente, negli istituti di istruzione secondaria, ci si ritrova dinanzi a questo dilemma: quando c’è una riduzione nella durata dell’ora di lezione sorge un obbligo, da parte del docente, di recuperare tale frazione oraria?


       Numerosi sono anche i quesiti rivolti, in questi ultimi tre – quattro anni, al MIUR sulla questione e il Ministero ha offerto una serie di chiarimenti, a partire dalla C.M.  n.225 del 5 ottobre 2000 nella quale si precisava, con un esplicito rinvio al Contratto della Scuola, che “le modalità organizzative per l’esercizio della funzione docente e l’articolazione dell’orario di servizio degli insegnanti restano disciplinate dall’art.24 citato – (CCNL-Scuola 26 maggio 1999) – e dall’art.41 del CCNL 4 agosto 1995, nonché dai contratti di interpretazione autentica che negli anni passati sono stati sottoscritti dalle parti con riferimento alla richiamata disciplina contrattuale”.


       Le fonti interpretative cui la C.M. n.225/2000 si riferisce sono:




    • l’accordo di interpretazione autentica del 1° luglio 1997, che rinvia alle CC.MM. n.243 del 22 settembre 1979  e n. 192 del 3 luglio 1980, e


    • accordo relativo alla sequenza contrattuale art. 24, comma 3, CCNL-Scuola 26 maggio 1999, sottoscritto il 18 ottobre 2000, a seguito della certificazione della Corte dei Conti.

       Dalla correlazione delle norme indicate emerge che la riduzione dell’ora di lezione per causa di forza maggiore (es. orario dei mezzi di trasporto pubblici o effettuazione dei doppi turni) non fa sorgere a carico dei docenti l’obbligo di recuperare le frazioni di ora.


       Diverso è il caso della riduzione dell’ora di lezione per motivi didattici (flessibilità oraria o sperimentazioni), in tali casi i docenti sono obbligati a recuperare la frazione di ora non prestata (nel caso delle sperimentazioni con attività comunque a questa connesse).


       E’ evidente che la diversa motivazione addotta per operare la riduzione oraria della lezione è fondamentale per evitare al dirigente scolastico di incorrere in possibili ricorsi da parte di quei docenti che si vedono consegnare un atto formale per il recupero delle frazioni orario.


       Il compito di individuare eventuali cause di forza maggiore spetta allo stesso dirigente scolastico il quale sottopone la questione al Consiglio d’istituto; questo, se condivide i rilievi esposti dal dirigente scolastico, deve specificare i motivi della riduzione dell’ora di lezione e demandare il tutto al Collegio dei docenti per la relativa delibera.   Il Collegio dei docenti, in particolare, dovrà valutare la compatibilità della riduzione dell’ora di lezione con gli obiettivi formativi del POF.


       La C.M. n.243 del 22 settembre 1979, a cui tutte le norme successive si richiamano, specifica che la riduzione oraria non è applicabile nei giorni in cui si svolgono quattro ore; nei giorni in cui le ore di lezione sono cinque è possibile una riduzione (di non oltre dieci minuti per ora) o alla prima o all’ultima ora di lezione, solo in casi eccezionali può aversi riduzione sia alla prima che all’ultima ora.


       Nei giorni in cui si svolgono sei ore la riduzione è applicabile alla prima ed all’ultima ora, eccezionalmente anche alla penultima ora.


       Nei giorni in cui si svolgono sette ore di lezione la riduzione può riferirsi alle prime due e alle ultime tre ore.


       La circolare esplicitamente dispone, in tali casi, che “non è configurabile alcun obbligo per i docenti di recuperare le frazioni orarie oggetto di riduzione”.


    La stessa circolare insiste sul carattere eccezionale di tali disposizioni che, pertanto, possono in ogni momento essere revocate dal dirigente scolastico, sempre che vengano meno i motivi che le hanno determinate (modifica degli orari dei trasporti pubblici, cessazione dei doppi turni).


    Ernesto Soccavo


    Snadir – lunedì 24 settembre 2007

  • INPDAP: prestazioni creditizie agevolate erogate anche per i dipendenti iscritti ad altre gestioni previdenziali

    INPDAP: prestazioni creditizie agevolate erogate anche per i dipendenti iscritti ad altre gestioni previdenziali


       Il MEF con il decreto n.45 del 7 marzo 2007 (pubblicato G.U. del 10 aprile 2007) ha esteso le prestazioni creditizie agevolate erogate dall’INPDAP:



    • al personale in servizio nelle pubbliche amministrazioni NON iscritti all’INPDAP

    • ai pensionati che percepiscono le pensione dall’INPDAP.

       Per i primi è prevista una trattenuta sulla retribuzione dello 0,35%, mentre per i pensionati è dello 0,15%
       Il decreto stabilisce la norma del silenzio assenso; cioè la trattenuta viene attivata d’ufficio e se entro sei mesi l’interessato NON esprime il proprio volere contrario, sarà effettuato in modo continuo il prelievo della quota da destinare al fondo credito. Il 25 ottobre 2007 scade quindi la possibilità di rifiutare eventualmente l’iscrizione al “Fondo credito” e la conseguente applicazione della trattenuta.
       E’ importante precisare che i dipendenti pubblici in servizio iscritti all’INPDAP (ad esempio tutti i dipendenti della scuola) hanno già la trattenuta dello 0,35% (vedere cedolini degli anni passati voce “Fondo credito”.
       Pertanto è chiaro che il personale della scuola che è già iscritto  alla gestione previdenziale dell’Inpdap NON AVRA’ ALCUNA ULTERIORE TRATTENUTA. Tale precisazione è doverosa per fugare inutili allarmismi tra i dipendenti in servizio sollevate da alcune notizie stampa .


    La Redazione


     



    Snadir – martedì 26 giugno 2007

  • Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie; Organico di fatto personale docente; Organico di fatto personale ATA


    Resoconto dell’incontro MPI – OO.SS. del giorno 6 giugno 2007


     


    Utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. Organico di fatto personale docente. Organico di fatto personale ATA


     


     


    L’incontro di oggi 6 giugno 2007, particolarmente laborioso, si è svolto con il dott. Fiori ed è durato dalle 11 alle 15.


    Per quanto riguarda il primo punto all’ordine del giorno si è convenuto, com’era stato stabilito precedentemente, di non modificare la normativa dello scorso anno, inserendo tuttavia nel testo le quattro note di chiarimento che erano state pubblicate a giugno 2006.


    Si segnala il fatto importante indicato al punto due dell’accordo per cui sarà possibile “riaprire il confronto negoziale… qualora le situazioni……..lo rendano necessario”. Le date di scadenza delle domande sono: per i docenti il 25/6 e per gli ATA il 2/7.


    La Federazione ha siglato l’accordo.


    Per quanto riguarda gli altri due punti all’ordine del giorno, tutte le OO. SS. hanno osservato il fatto che la nuova bozza proposta, per quanto più sfumata nei toni, conserva immutate le stesse preoccupanti disposizioni relative agli organici di fatto sia del personale docente, sia del personale ATA.


    La delegazione della federazione, composta da Alessio Alba, Franco Capacchione, Manola Branchinelli e Orazio Ruscica, ha ribadito le obiezioni già precedentemente formalizzate.


    Precisamente ha eccepito circa la incongruenza tra le disposizioni della finanziaria n. 296/06 e l’art. 5 del D.M. 26/08/92 (norme sulla sicurezza e prevenzione), il sovraffollamento delle classi che ostacolerà il regolare andamento delle attività didattiche, la dequalificazione provocata dalla utilizzazione indiscriminata dei docenti specializzati di lingua inglese, nella scuola primaria, l’obbligo per i dirigenti di comunicare le disponibilità di cattedre e spezzoni dopo aver completato solo l’orario d’obbligo di tutto il personale in servizio.


    Per quanto riguarda il personale ATA si sottolineata la necessità di tener conto dei delicati problemi di sicurezza legati al sovraffollamento dei laboratori.


    La Delegazione ha, inoltre, denunciato la totale assenza di parametri chiari ed omogenei sull’intero territorio nazionale per determinare la costituzione, gli sdoppiamenti e gli accorpamenti di classi. Ha invitato, infine, l’amministrazione, contrariamente a quanto aveva fatto in organico di diritto, in cui vigeva il tetto imposto dalla finanziaria, a costituire tutte le cattedre possibili in base alle tabelle di associabilità previste dalla normativa vigente.


    Unica nota positiva: ai docenti di religione, su richiesta dello Snadir è stata estesa la possibilità, già prevista per gli altri docenti, di completare l’orario nella scuola di titolarità in presenza di ore disponibili, al fine di ridurre il numero delle scuole di servizio.


    Saranno disponibili nei prossimi giorni gli approfondimenti e la modulistica per i docenti di religione.


     


    La delegazione Gilda-Unams-Snadir


     



     


    Snadir – mercoledì 6 giugno 2007


     

  • Prime reazioni alla firma dell’Accordo per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego. Tutti soddisfatti! Vittoria, quale vittoria e di chi ?

    Prime reazioni alla firma dell’Accordo per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego


     


    Tutti soddisfatti! Vittoria, quale vittoria e di chi ?


     


     


       Quando ho appreso la notizia della firma del Contratto del Pubblico impiego lì per lì non ho realizzato l’evento, solo dopo ho capito il perché: la mia mente si rifiutava di pensare che alla nostra categoria fosse stato fatto un simile affronto. Mi sono sentita indignata e offesa, sia per la firma sia per l’alone glorioso che alla notizia è stato dato. Una grande vittoria sindacale si è detto, tutti soddisfatti!Vittoria, quale vittoria e di chi ?


       Soddisfatti chi?


       A mio avviso è un giorno di lutto e per il sindacalismo è un’autentica débacle.


       Che i Confederali siano conniventi con questo Governo è ovvio, hanno la stessa matrice ideologica, ma almeno salvare la faccia, dire che non era stato possibile per motivi di spesa pubblica ottenere aumenti più congrui, non so una scusa qualsiasi , di facciata, ma credibile, ma addirittura dichiarare soddisfazione per la firma del contratto è scandaloso!!!!


       Il Contratto d’ora in poi avrà validità triennale, il 2006 sparisce dal recupero contrattuale ( poi ci saranno i soliti poveri illusi che faranno i ricorsi  sulla vacanza contrattuale attirati dalle lusinghe degli stessi sindacati che hanno firmato il contratto) e gli arretrati partiranno dal febbraio 2007, cioè 13 mesi di vuoto ( il contratto era scaduto il 31 gennaio 2005).


       Dite voi se c’è da cantare vittoria!


       Quando ho sentito i miei colleghi lamentarsi oggi in sala professori ho risposto che la categoria ha quello che si merita, perché se , nonostante tutto, ci sono migliaia di persone che rimangono iscritte a tali Sindacati, vuol dire che poi agli iscritti va bene; infatti, se la loro indignazione fosse autentica strapperebbero in massa le tessere per far pesare il loro dissenso.


       Il Sindacato dei lavoratori della conoscenza, una volta CGIL scuola, tutela tutti tranne i lavoratori della conoscenza o per lo meno non ritiene questa categoria degna di un contratto adeguato e ha atteggiamenti autenticamente antidemocratici contro coloro che non firmano il contratto perché  a livello locale esclude i non firmatari dalle trattative di Istituto e trova mille cavilli perché vuole restare l’unica e incontrastata voce dei lavoratori, “ alla faccia del tanto sbandierato pluralismo democratico sindacale”.


       Ormai è passato da un pezzo il tempo in cui la scuola era considerata un lavoro part time. L’impegno scolastico è talmente oneroso che richiede una presenza costante; inoltre è indispensabile un continuo aggiornamento – soprattutto per ciò che riguarda le nuove tecnologie – per rendere la didattica più adeguata ai tempi e alle esigenze del mondo del lavoro.


       Infine, ai docenti vengono ormai richieste notevoli competenze pedagogiche e psicologiche per riuscire ad interloquire con i giovani di oggi, pieni di problemi sia personali sia per riflesso della società.


       Ai grossi Sindacati tutto questo è sfuggito? Oppure non mettono piede nella scuola da troppo tempo e hanno perso il senso della Scuola Reale?


       E’ ovvio che allora è lecita la reazione di chi a richiesta di impegno risponde:” Ma a me chi me lo fa fare?”; perché un docente dovrebbe fare più del necessario se tanto non gli viene riconosciuto nulla, fra un po’ nemmeno quella miseria del Fondo di Istituto visto che anche lì hanno tagliato i fondi?


       Il guaio è che noi docenti facciamo già più del dovuto e la scuola dell’Autonomia ne è l’esempio vivente. I POF sono tutti ricchi di attività, malamente retribuite, che richiedono tempo e professionalità che i lavoratori hanno acquisito a proprie spese perché nessuno ha mai riconosciuto il tempo dedicato all’autoaggiornamento e all’autoformazione.


       Ora, che qualcuno mi risponda:” Dov’è la vittoria?”


     Angela Loritto










  • Snadir – lsabato 2 giugno 2007

  • Contratto: accordo al ribasso firmato da CGIL, CISL E UIL

    CONTRATTO: ACCORDO AL RIBASSO FIRMATO DA CGIL, CISL E UIL


     


       Si sono concluse nella nottata tra il 28 e 29 maggio 2007 le trattative (Accordo Durata CNL; Accordo Benefici Economici) a palazzo Chigi tra il Governo e le OO.SS. Cgil-Cisl-Uil , assenti 9 Confederazioni rappresentative del pubblico impiego.


       Ecco in sintesi il risultato dell’accordo: 


     ü   101 euro dal 1° febbraio 2007 (saranno effettivamente liquidate in un primo tempo soltanto 93 euro mensili);


     ü   Passaggio dai contratti biennali ai contratti triennali, in via sperimentale;


     ü   Revisione entro dicembre dell’accordo di luglio 1993;


     ü   Definiti nell’accordo in dettaglio tutti i passaggi relativi agli incrementi retributivi.


    o    Intero Aumento soltanto a partire dal 1° gennaio 2008;


    o    Indennità di vacanza contrattuale per tutto il 2006 di circa 170 euro;


    o    Lasciato al Governo l’aumento del mese di gennaio 2007 di circa 101 euro;


     


     


       Il risultato degli incontri non ha lasciato soddisfatto nessuno, tranne forse i sindacati confederali che hanno firmato gli accordi. Infatti, non si può non essere preoccupati di fronte alla decisione di immettere nelle buste paga dei docenti una somma poco superiore ai 101 euro (per la scuola si aggiungeranno altri 10-15 euro) a regime dal 1° febbraio 2008, di lasciare al Governo un contributo di circa 101 euro e di dimenticare che il contratto è scaduto a dicembre 2005.


       E’ certo che tale aumento non consentirà agli insegnanti italiani di mettersi allo stesso livello retributivo dei colleghi europei, né di conseguenza permetterà alla scuola italiana di intraprendere un serio progetto di rivalutazione.


       La preoccupazione persiste di fronte alla intesa raggiunta tra Governo e sindacati confederali per la futura triennalizzazione dei contratti: non è un segreto per nessuno che il governo ha sempre stentato nel rispettare le scadenze contrattuali, per cui è evidente che codificare  un allungamento dei tempi contrattuali (da 2 a 3 anni) non fa altro che avallare certe omissioni della parte pubblica nei confronti della scuola  e mettere in conto ulteriori rischi per i docenti di vedere messe a repentaglio le proprie posizioni stipendiali. Con buona pace dei sindacati firmatari dell’accordo, che certamente si daranno da fare per firmare il contratto in un periodo vacanziero.


     


    Benito Ferrini


     



     


    Snadir – martedì 29 maggio 2007