Categoria: Leggi, DPR, Decreti legge

  • DPR 15/7/1988, n. 405 – Norme di attuazione dello statuto speciale per la regione Trentino – Alto Ad




    DPR 15/7/1988, n. 405


    Norme di attuazione dello statuto speciale per la regione Trentino – Alto Adige in materia di ordinamento scolastico in provincia di Trento.


    Art. 21


    1. L’applicazione nella provincia di Trento dell’art. 9, comma 2, dell’accordo di modificazioni del Concordato Lateranense, ratificato con legge 25 marzo 1985, n. 121, e dell’intesa stipulata tra il Ministro della pubblica istruzione ed il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, approvata con decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1985, n. 751, non pregiudica, ai sensi del punto 5, lettera c), del protocollo addizionale in data 18 febbraio 1984 al predetto accordo, il regime vigente in detta provincia per l’insegnamento della religione cattolica cosi come previsto nei successivi commi.


    2. Nella provincia di Trento, pertanto, l’insegnamento della religione cattolica, secondo le consolidate tradizioni locali, compreso nella programmazione educativa della scuola definita nel rispetto delle competenze della provincia ed impartito, sia nella scuola elementare che in quella secondaria, da appositi docenti che siano sacerdoti o religiosi, oppure laici riconosciuti idonei dall’ordinario diocesano, nominati dall’autorit scolastica competente, d’intesa con l’ordinario stesso.


    3. L’insegnamento di cui al comma 2 impartito, secondo le norme stabilite dal vigente Concordato, per il numero di ore previsto dall’ordinamento scolastico e comunque per non meno di un’ora settimanale; nella scuola dell’obbligo possono essere stabilite fino a due ore settimanali.


    4. A ciascun docente assegnato un numero di ore non superiore a 18 nella scuola elementare ed a 15 nella scuola secondaria; le predette ore settimanali costituiscono posto orario ai fini dell’intero trattamento economico spettante.


    5. Il ruolo istituito con l’art. 5 del regio decreto 27 agosto 1932, n.1127, integrato dall’art.11 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 16 maggio 1947, n. 555, trasformato in ruolo ad esaurimento. I relativi posti sono soppressi con la cessazione, per qualsiasi causa, dal servizio dei docenti ad essi assegnati alla data di entrata in vigore del presente decreto.


    Art 22


    1. L’art. 53, ultimo comma, della legge 11 luglio 1980, n. 312, si applica anche agli insegnanti di religione nelle scuole elementari della provincia di Trento, in possesso dei requisiti ivi previsti, con riferimento al livello retributivo attribuito al personale docente appartenente a detto ordine di scuole.


    Art. 23


    1. Per lo svolgimento delle funzioni previste dall’art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n.417, relative all’insegnamento religioso cattolico nelle scuole della provincia di Trento, il sovrintendente scolastico conferisce incarichi ispettivi, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 119 dello stesso decreto, ad uno degli insegnanti di religione in servizio nelle predette rispettive scuole, il quale sia ritenuto idoneo dall’ordinario diocesano anche per le suddette funzioni.



  • Legge 417/1988, n. 246 – Misure urgenti per il personale della scuola




    Legge 417/1988, n. 246


    Misure urgenti per il personale della scuola. Conversione in legge del DL 315188, n. 140, sul precariato.


    Art. 15


    1. I docenti nominati in ruolo nell’anno scolastico 1984-85, la cui nomina sia stata revocata a seguito delle disposizioni impartite dalla circolare del Ministro della pubblica istruzione protocollo n. 2094 del 30 luglio 1985, ovvero a seguito di provvedimenti conseguenti ad ordinanze giurisdizionali contrastanti sia con la predetta circolare sia con quella precedente protocollo n. 3597 del 2 agosto 1984, sono immessi in ruolo con la medesima decorrenza degli effetti giuridici che avevano le nomine revocate. Gli effetti economici decorrono dalla data di riassunzione del servizio.


    2. Sono immessi in ruolo, con decorrenza degli effetti giuridici dall’anno scolastico 1985-86 e degli effetti economici dalla data dell’assunzione in servizio, i docenti la cui nomina non sia stata disposta perch esclusi dalla riserva prevista dal comma primo degli articoli 27, 31 e 38 della legge 20 maggio 1982, n. 270, a seguito delle disposizioni impartite dal Ministero della pubblica istruzione con le circolari indicate nel comma 1.


    3. Le immissioni in ruolo sono effettuate secondo le modalit previste dall’articolo 17.



  • DPR 26/2/1988, n. 161 – Norme e avvertenze per la compilazione dei libri di testo per l’Irc nella scuola elementare.




    DPR 26/2/1988, n. 161


    Norme e avvertenze per la compilazione dei libri di testo per l’Irc nella scuola elementare.


    Omissis


    Compilazione


    I libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole elementari devono essere compilati in aderenza agli obiettivi educativi ed ai contenuti tematici stabiliti per le “Specifiche ed autonome attivit d’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche elementari” approvate con decreto del Presidente della Repubblica in data 8 maggio 1987, n. 204.


    I libri si articolano in due distinti volumi, ciascuno con il nome dell’autore o degli autori associati, e titolo unico: il primo volume destinato alle classi prima e seconda, il secondo alle classi terza, quarta e quinta.


    Realizzazione tecnica


    La realizzazione tecnica dei libri (illustrazioni, caratteri e forma di stampa, confezionatura) deve adeguarsi alle avvertenze vigenti per i testi destinati rispettivamente alla prima e seconda classe ed alla terza, quarta e quinta classe.


    Numero delle pagine


    Il numero massimo tassativo delle pagine di ciascun libro (frontespizio, indice, tavole, cartine compresi) il seguente: prima e seconda classe pagine 32, terza, quarta e quinta classe 128.


    Non consentito inserire tra le pagine o aggiungere altro materiale fuori numerazione.



  • DPR 21/7/1987, n. 350 – Programma di insegnamento della religione cattolica nella scuola media




    DPR 21/7/1987, n. 350


    Programma di insegnamento della religione cattolica nella scuola media.


    I – Natura e finalit


    1. L’insegnamento della religione cattolica si inserisce nel quadro delle finalit della scuola media e concorre, in modo originale e specifico, alla formazione dell’uomo e del cittadino, favorendo lo sviluppo della personalit dell’alunno nella dimensione religiosa, secondo i principi enunciati nell’accordo di revisione del Concordato Lateranense (legge n. 121/1985), e nella successiva Intesa tra autorit scolastica e Conferenza Episcopale Italiana (decreto del Presidente della Repubblica n. 751/1985), e nel rispetto delle norme costituzionali e degli ordinamenti della scuola stabiliti dalle leggi dello Stato e in particolare dalle leggi specifiche per la scuola media (legge 31 dicembre 1962, n. 1859 e successivi interventi legislativi e amministrativi).


    2. L’insegnamento della religione cattolica si svolge in conformit alla dottrina della Chiesa e si pone in stretta correlazione con lo sviluppo psicologico, culturale e spirituale dell’alunno, e con il suo contesto storico e ambientale. Esso sollecita nel preadolescente il risveglio degli interrogativi profondi sul senso della vita, sulla concezione del mondo e gli ideali che ispirano l’agire dell’uomo nella storia: nello stesso tempo offre all’alunno i riferimenti religiosi e culturali essenziali, perch a quegli interrogativi egli possa trovare una consapevole risposta personale.


    3. Attraverso la gradualit delle mete educative, l’insegnamento della religione promuove il superamento dei modelli infantili, l’accostamento oggettivo al fatto cristiano, l’apprezzamento dei valori morali e religiosi e la ricerca della verit, in vista di una personale maturazione della propria identit in rapporto a Dio, creatore e padre universale, e in rapporto alle realt culturali e sociali.


    4. L’insegnamento della religione cattolica favorisce gli atteggiamenti che avviano l‘alunno ad affrontare la problematica religiosa: l’attenzione al problema di Dio e ai valori dello spirito, il gusto del vero e del bene, il superamento di ogni forma di intolleranza e di fanatismo, il rispetto per chi professa altre religioni e per i non credenti, la solidariet con tutti e particolarmente con chi fisicamente o socialmente svantaggiato.


    5. La stessa educazione linguistica del preadolescente trae vantaggio dall’insegnamento della religione cattolica, in quanto attraverso l’acquisizione delle forme e delle categorie proprie del linguaggio religioso l’alunno abilitato a comunicare sul piano dei valori fondamentali e ad esprimere la sua realt interiore, anche in dialogo con differenti credenze e culture.


    Il – Obiettivi e contenuti


    1. L’attivit didattica si svolge tenendo sempre presente il nucleo essenziale del cristianesimo: la figura e l’opera di Ges Cristo secondo la testimonianza della Bibbia e l’intelligenza di fede della Chiesa.


    2. Attorno a questo essenziale nucleo unificatore, si presentano con seriet critica le verit e i valori che sono patrimonio della tradizione cristiana: la vita dell’uomo come risposta a una vocazione personale di Dio creatore e padre; la Chiesa segno e strumento della comunione degli uomini con Dio e tra loro; i valori etico – religiosi del messaggio cristiano per una libert dell’uomo che dono di Dio e impegno personale; il compimento della vita umana e della storia “nei cieli nuovi e nella terra nuova”.


    3. Nell’ambito del programma annuale e dell’intero ciclo, l’insegnamento svolge un piano secondo alcune direttrici costanti, che si riferiscono in modo sistematico: alle tappe fondamentali della storia biblica e, in particolare, al Nuovo Testamento; alla storia della diffusione del cristianesimo dalle origini al nostro tempo; ai ‘segni’ che testimoniano oggi la fede e la esprimono nella comunit cristiana e nel mondo; agli orientamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II.


    Tale accostamento alle fonti e alla tradizione cristiana si sviluppa tenendo conto dell’esperienza viva del preadolescente e della sua esigenza di confrontarsi soprattutto con valori vissuti, con persone ed eventi storici.


    III – Indicazioni metodologiche


    1. L’insegnamento della religione cattolica si svolge a partire dall’esperienza vissuta, in risposta ad esigenze fondamentali del preadolescente, come documentazione diretta sulle fonti della tradizione cristiana, come ricerca storica sul cristianesimo nella propria regione, in Italia e in Europa, come confronto aperto e dialogo con altre forme e tradizioni religiose culturalmente rilevanti.


    2. Anche per l’insegnamento della religione cattolica vale la regola didattica generale che considera importante il coinvolgimento personale di ciascun alunno, la sollecitazione a rilevare i problemi, la preoccupazione di sviluppare le capacit conoscitive, l’ascolto, l’intuizione e la contemplazione.


    3. L’insegnamento della religione cattolica si avvale a tal fine delle tecniche e dei sussidi didattici ritenuti pi validi, tenuto conto delle finalit e delle metodologie proprie della scuola.


    IV- Scansione annuale


    1. Le indicazioni programmatiche per i singoli anni hanno valore di orientamento e comportano sempre alcune esigenze, quali: la necessit che la programmazione didattica tenga presenti ogni anno gli obiettivi e la visione globale dell’intero ciclo; che si tenga conto delle fasi della significativa evoluzione fisiopsicologica e spirituale del preadolescente; che vengano valorizzati interessi ed esperienze emergenti dalla vita dell‘alunno, anche in connessione con i programmi delle altre discipline.


    1 anno


    2. Agli alunni del primo anno si propone come nucleo centrale la conoscenza della figura e dell’opera di Ges Cristo.


    3. Tra le risposte che le grandi religioni danno alle domande fondamentali dell’uomo, la testimonianza religiosa documentata nella Bibbia presenta caratteri di assoluta originalit.


    La storia dell’antico popolo di Israele, accostata nelle sue tappe fondamentali, e le speranze di salvezza proprie dell’uomo di ogni tempo trovano in Ges di Nazaret il loro compimento.


    4. Nel proporre la vita di Ges, si pongono in luce i lineamenti della sua personalit che meglio ne rivelano la perfetta umanit e si d risalto all’interrogativo inquietante: “Chi mai costui?”, che conduce alla scoperta del suo mistero di uomo – Dio.


    5. Documento fondamentale di studio uno dei tre Vangeli sinottici, con opportuni riferimenti agli altri libri del Nuovo Testamento e secondo i criteri di una corretta esegesi.


    6. Si richiamano altres i segni e le testimonianze della fede in Cristo presenti nella Chiesa, con particolare riguardo alla storia e alla tradizione religiosa della propria regione.


    2 anno


    7. Agli alunni del secondo anno si propone, come nucleo centrale, di approfondire il significato, la vita e la missione della Chiesa.


    8. La coscienza che l’alunno ha di se stesso e della propria crescita fisica, culturale e spirituale, si arricchisce nel confronto con la visione cristiana della vita, intesa come vocazione personale e responsabile verso Dio e verso gli uomini.


    9. Mediante la testimonianza documentata della vita delle prime comunit cristiane e della Chiesa oggi, il preadolescente conosce gli elementi essenziali della salvezza cristiana: la parola di Dio, il sacramento, la comunit ecclesiale animata dallo Spirito santo.


    10. Fonte principale di studio il libro degli Atti degli Apostoli, con opportuni riferimenti ai Vangeli e all’Antico Testamento.


    11. L’attivit didattica si arricchisce di riferimenti concreti alle tappe fondamentali della diffusione del Vangelo in Italia, in Europa e nei continenti extraeuropei.


    12. Si offre anche una prima inquadratura storica e una illustrazione del Concilio Vaticano II, con riferimenti ai principali documenti.


    3 anno


    13. Contenuto centrale dell’insegnamento della religione nell’anno conclusivo lo studio dell’agire umano alla luce dell’insegnamento di Cristo e della Chiesa.


    14. Per i cristiani la vita morale adesione libera al comandamento nuovo dell’amore con il quale Cristo ha portato a compimento il Decalogo. Nella prospettiva della legge naturale e rivelata si far emergere anche il significato etico delle legislazioni ecclesiastiche e civili.


    15. Attraverso riferimenti culturali e storici documentati si affrontano, dal punto di vista morale e religioso, alcuni temi che in varia misura gli alunni avvertono, ad esempio l’educazione affettiva e sessuale, la giustizia sociale, i diritti umani, i problemi della edificazione della pace nella libert.


    16. Documento fondamentale di studio il “Discorso della montagna” di Ges secondo Matteo (cfr. capitoli 5-7) nel contesto del Nuovo Testamento. La conoscenza della Bibbia si arricchisce di pi ampi riferimenti all’Antico Testamento, in particolare ai racconti della creazione, al libro dell’Esodo e ad uno dei profeti.


    17. L’indagine storica e la documentazione sulle fonti si completa anche con altri riferimenti al concilio e al restante magistero della Chiesa.



  • DPR 21/7/1987, n. 339 – Programma di insegnamento della religione cattolica nella scuola secondaria superiore




    DPR 21/7/1987, n. 339


    Programma di insegnamento della religione cattolica nella scuola secondaria superiore.


    I – Natura e finalit


    1. L’insegnamento della religione cattolica nella scuola secondaria superiore concorre a promuovere, insieme alle altre discipline, il pieno sviluppo della personalit degli alunni e contribuisce ad un pi alto livello di conoscenze e di capacit critiche, proprio di questo grado di scuola. Tale insegnamento assicurato secondo l’accordo di revisione del Concordato Lateranense fra la Santa Sede e la Repubblica Italiana e i successivi strumenti esecutivi. Nel quadro delle finalit della scuola e in conformit alla dottrina della Chiesa, l’insegnamento della religione cattolica concorre a promuovere l’acquisizione della cultura religiosa per la formazione dell’uomo e del cittadino e la conoscenza dei principi del cattolicesimo che fanno parte del patrimonio storico del nostro Paese.


    2. Con riguardo al particolare momento di vita degli alunni ed in vista del loro inserimento nel mondo professionale e civile, l’insegnamento della religione cattolica offre contenuti e strumenti specifici per una lettura della realt storico – culturale in cui essi vivono; viene incontro ad esigenze di verit e di ricerca sul senso della vita; contribuisce al la formazione del la coscienza morale e offre elementi per scelte consapevoli e responsabili di fronte al problema religioso.


    3. Il presente programma propone l’orientamento unitario per gli itinerari didattici che andranno diversificati a seconda dei vari indirizzi dell’istruzione secondaria superiore e in rapporto alle obiettive esigenze di formazione degli studenti. Esso inoltre si svolge secondo criteri di continuit con l’insegnamento della religione cattolica nella scuola media, in modo da stabilire, negli obiettivi, nei contenuti e nei criteri metodologici, una progressione che corrisponda ai processi di maturazione degli alunni.


    II – Obiettivi e contenuti


    1. Attraverso l’itinerario didattico dell’insegnamento della religione cattolica gli alunni potranno acquisire una conoscenza oggettiva e sistematica dei contenuti essenziali del cattolicesimo, delle grandi linee del suo sviluppo storico, delle espressioni pi significative della sua vita.


    Essi saranno in particolare abilitati ad accostare in maniera corretta ed adeguata la Bibbia e i documenti principali della tradizione cristiana; a conoscere le molteplici forme del linguaggio religioso e specificamente di quello cattolico.


    Saranno avviati a maturare capacit di confronto tra il cattolicesimo, le altre confessioni cristiane, le altre religioni e i vari sistemi di significato; a comprendere e a rispettare le diverse posizioni che le persone assumono in materia etica e religiosa.


    In tal modo gli alunni potranno passare gradualmente dal piano delle conoscenze a quello della consapevolezza e dell’approfondimento dei principi e dei valori del cattolicesimo in ordine alla loro incidenza sulla cultura e sulla vita individuale e sociale. Saranno cos capaci di meglio riconoscere il ruolo del cristianesimo nella crescita civile della societ italiana ed europea.


    2. Agli obiettivi proposti sono correlati alcuni nuclei tematici:


    a) Il problema religioso


    I grandi interrogativi dell’uomo che suscitano la domanda religiosa: il senso della vita e della morte, dell’amore, della sofferenza, della fatica, del futuro…


    Il fatto religioso, le sue dimensioni, il linguaggio, le fonti, le sue maggiori espressioni storiche, culturali, artistiche.


    Le motivazioni della fede cristiana in rapporto alle esigenze della ragione umana, ai risultati della ricerca scientifica e ai sistemi di significato pi rilevanti.


    b) Dio nella tradizione ebraico – cristiana


    I tratti fondamentali del mistero di Dio nella rivelazione dell’Antico e del Nuovo Testamento: Creatore e Salvatore.


    Il messianismo biblico e le attese e ricerche dell’umanit.


    La testimonianza di Ges Cristo: il suo rapporto singolare e ‘unico’ con Dio Padre.


    c) La figura e l’opera di Ges Cristo


    L’identit storica di Ges nel contesto culturale e religioso del suo tempo.


    La missione messianica: l’annuncio del Regno di Dio, il senso dei miracoli, l’accoglienza e l’amore verso il prossimo ed in particolare verso i piccoli, i poveri, i peccatori.


    La Pasqua di morte e risurrezione nel suo fondamento storico e nel significato di liberazione dal male e dalla morte.


    Il mistero di Ges Cristo uomo – Dio e la rivelazione piena di Dio come Trinit.


    d) Il fatto cristiano nella storia


    Le origini della Chiesa da Cristo e le principali tappe della sua complessa storia.


    I segni della vita della Chiesa (Parola – Sacramenti – Carit) e la sua presenza e ruolo nel mondo (missione).


    La Chiesa come popolo di Dio, istituzione e mistero, animata dallo Spirito santo.


    e) Il problema etico


    I tratti peculiari della morale cristiana in relazione alle problematiche emergenti:


    – una nuova e pi profonda comprensione della coscienza, della libert, della legge, dell’autorit;


    – l’affermazione dell’inalienabile dignit della persona umana, del valore della vita, dei diritti umani fondamentali, del primato della carit;


    – il significato dell’amore umano, del lavoro, del bene comune, dell’impegno per una promozione dell’uomo nella giustizia e nella verit;


    – il futuro dell’uomo e della storia verso i “cieli nuovi e la terra nuova”.


    f) Fonti e linguaggio


    La Bibbia come documento fondamentale della tradizione ebraico – cristiana: le sue coordinate geografiche, storiche e culturali; la identit letteraria; il messaggio religioso.


    Lo specifico linguaggio con cui la religione cattolica si esprime: segni e simboli, preghiera e professione di fede, feste e arte, religiosit popolare.


    III – Indicazioni metodologiche


    1. Agli insegnanti affidato il compito di definire e attuare la programmazione in coerenza con le finalit, gli obiettivi e i contenuti di insegnamento della religione cattolica, in rapporto alle esigenze e alle caratteristiche del processo formativo dell’adolescente e del giovane, e tenendo conto degli approcci diversi e dei contributi offerti dalle altre discipline di insegnamento.


    2. Nel rispetto dell’unitariet del quadro di riferimento (natura, finalit, obiettivi e contenuti dell’insegnamento della religione cattolica) possibile una pluralit di modelli attuativi che tengano conto di prospettive diverse e insieme complementari: la prospettiva biblica, teologico – sistematica, antropologica, storica.


    3. Nel processo didattico saranno avviate molteplici attivit: come il reperimento e la corretta utilizzazione di documenti (biblici, ecclesiali, storico – culturali), la ricerca individuale e di gruppo (a carattere disciplinare, multidisciplinare e interdisciplinare), il confronto e il dialogo con altre confessioni cristiane, con le religioni non cristiane e con sistemi di significato non religiosi.


    4. opportuno che l’esigenza di assicurare riferimenti chiari e fondativi circa i contenuti della religione cattolica e nello stesso tempo di stimolare la partecipazione attiva degli alunni, trovi il giusto equilibrio nell’impostazione didattica, tenendo presenti anche i limiti di tempo a disposizione per lo svolgimento del programma.


    5. Negli istituti e nella scuole magistrali, il presente programma dovr essere svolto tenendo conto dei compiti educativi che anche in materia religiosa potranno essere affidati ai futuri insegnanti della scuola materna ed elementare (cfr. DPR n. 751/1985, punti 2.6 e4.4).


    Pertanto i programmi saranno integrati in modo che gli alunni degli istituti e delle scuole magistrali possano essere in grado di: conoscere in modo approfondito i relativi programmi di religione cattolica della scuola elementare, e gli orientamenti delle specifiche e autonome attivit educative di religione cattolica della scuola pubblica materna; utilizzare metodi e tecniche di programmazione, di insegnamento, di valutazione dell’insegnamento della religione cattolica propri di questi gradi di scuola, con attenzione alle esigenze della disciplina e a quelle specifiche dei bambini e dei fanciulli.


    A tal fine l’insegnamento della religione cattolica sar coordinato con quello delle discipline pedagogiche, psicologiche, sociologiche previste dai programmi e con le attivit di tirocinio.


    IV- Scansione


    1. Tenuto conto della articolazione dei corsi di studio della scuola secondaria superiore opportuno che: nei bienni iniziali si privilegi una esposizione dei contenuti in forma propositiva e globale, con attenzione alle problematiche esistenziali; nelle classi successive ai bienni si privilegi l’analisi e l’interpretazione delle tematiche proposte.


    2. Per i bienni viene proposta la conoscenza dei seguenti argomenti:


    – le pi profonde domande sul senso della vita in prospettiva religiosa;


    – le molteplici e varie manifestazioni dell’esperienza religiosa, gli elementi fondamentali che la qualificano e la rilevanza della religione cattolica nella storia della societ e della cultura italiana;


    – le grandi linee della storia biblica e l’origine della religione cristiana. La conoscenza delle fonti essenziali, particolarmente della Bibbia;


    – la figura di Ges Cristo: la sua vicenda storica, il messaggio e l’opera, il mistero. La sua importanza e significato per la storia dell’umanit e la vita di ciascuno.


    3. Per le classi successive ai bienni iniziali viene proposta la conoscenza dei seguenti argomenti:


    – il problema di Dio: la ricerca dell’uomo, la ‘via’ delle religioni le questioni del rapporto fede – ragione, fede – scienza, fede – cultura,


    – l’apporto specifico della rivelazione biblico – cristiana con particolare riferimento alla testimonianza di Ges Cristo;


    – la Chiesa come luogo dell’esperienza di salvezza in Cristo: la sua azione nel mondo, i segni della sua vita (Parola – Sacramenti – Carit); i momenti peculiari e significativi della sua storia; i tratti della sua identit di popolo di Dio, istituzione e mistero;


    – il contributo del cristianesimo alla riflessione sui problemi etici pi significativi per la esistenza personale e la convivenza sociale e la sua proposta di soluzione sulla linea dell’autentica crescita dell’uomo e della sua integrale ‘salvezza’.



  • DPR 8/5/1987, n. 204 – Programmi di religione cattolica nella scuola elementare




    DPR 8/5/1987, n. 204


    Programmi di religione cattolica nella scuola elementare.


    I – Natura e finalit


    1. L’insegnamento della religione cattolica si colloca nel quadro delle finalit della scuola elementare in aderenza a quanto stabilito in ordine ai valori religiosi nel Decreto del Presidente della Repubblica 12 febbraio 1985, n. 104.


    Esso viene assicurato secondo le motivazioni e le modalit enunciate nell’accordo di revisione del Concordato Lateranense (Legge 25 marzo 1985, n. 121) e definite nella successiva intesa (Decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1985, n. 751). All’interno del progetto educativo della scuola, l’insegnamento della religione cattolica si realizza con specifiche e autonome attivit di insegnamento – apprendimento che riguardano gli elementi essenziali della religione cattolica in conformit alla dottrina della Chiesa.


    2. L’insegnamento della religione cattolica intende favorire lo sviluppo della personalit degli alunni nella dimensione religiosa. Pertanto promuove la riflessione sul loro patrimonio di esperienze e contribuisce a dare specifica risposta al bisogno di significato di cui essi sono portatori.


    A tal fine l’insegnamento della religione cattolica persegue un primo accostamento, culturalmente fondato, alla storia e ai contenuti della Rivelazione cristiana; introduce alla conoscenza delle fonti, delle espressioni e delle testimonianze storico – culturali del cattolicesimo; propone la comprensione e l’apprezzamento dei valori che il messaggio cristiano porta con s.


    3. L’insegnamento della religione cattolica si realizza in un rapporto di continuit con l’azione educativa delle famiglie, di cui rispetta le scelte e gli orientamenti.


    Esso, inoltre, si svolge secondo criteri di continuit con l’educazione religiosa della scuola materna e l’insegnamento della religione cattolica nella scuola media, in modo da stabilire, negli obiettivi, nei contenuti e nei criteri metodologici, una progressione che corrisponde ai processi di maturazione della personalit degli alunni.


    Il – Obiettivi e contenuti


    1. Nel corso della scuola elementare, l’alunno sar reso capace gradualmente di: – cogliere la dimensione religiosa nell’esistenza e nella storia, in particolare a riguardo dei grandi perch della vita, e conoscere le risposte che offre il cristianesimo; – accostarsi alla natura e alla vita come dono di Dio da accogliere e custodire con rispetto e responsabilit; – maturare atteggiamenti di attenzione, di domanda, di fronte alla realt percepita nel suo significato pi profondo; – conoscere la persona, la vita e il messaggio di Ges Cristo, centro della religione cristiana, testimoniato dalla Scrittura ed annunciato dalla Chiesa; – riconoscere i principali segni della religione cattolica (avvenimenti, luoghi, tempi, manifestazioni, riti) e comprenderne il significato religioso ed umano; – apprezzare la ricchezza dei valori etici cristiani nella vita della persona e della societ; – sapersi avvicinare con un metodo corretto alla Bibbia e in particolare ai Vangeli, fonte privilegiata per la conoscenza del messaggio cristiano; – apprendere gli elementi essenziali del linguaggio religioso mediante il quale la religione cattolica esprime i suoi contenuti; – dimostrare rispetto nei confronti delle persone che vivono scelte religiose diverse, o che non aderiscono ad alcun credo religioso.


    2. Fanno diretto riferimento agli obiettivi proposti alcuni nuclei tematici, qui di seguito indicati. Al centro come contenuto fondamentale e principio di interpretazione, sta la figura e l’opera di Ges Cristo, secondo la testimonianza della Bibbia e l’intelligenza di fede della Chiesa.


    a) Gli interrogativi che anche l’alunno si pone di fronte alla realt del mondo e ai fatti umani pi significativi: la nascita, la morte, l’amore, la sofferenza, il futuro dell’uomo, aprono alla scoperta di Dio e trovano in lui piena risposta.


    Ges Cristo rivela il volto di Dio creatore e padre universale dal quale la vita e ogni cosa traggono origine, senso e speranza. Alla luce di questa rivelazione biblico – cristiana si leggono le grandi tappe del disegno di Dio nella storia: nella creazione, il principio; nella Pasqua di Cristo, la salvezza; nella vita eterna, il compimento.


    b) Di Ges di Nazaret si pongono in risalto gli aspetti fondamentali che lo rivelano nella sua profonda umanit e suscitano, fin dalla sua nascita, l’interrogativo sul mistero della sua persona.


    Uomo tra gli uomini, partecipe della storia e della vita del popolo ebraico, Ges porta a compimento con le sue opere e le sue parole le promesse di Dio a Israele; si manifesta Figlio di Dio e Salvatore, e introduce al mistero trinitario di Dio. Amico dei piccoli e dei poveri, va incontro a chi soffre e a chi ha bisogno di perdono: insegna a tutti ad amare Dio come Padre e il prossimo come se stessi.


    Nella Pasqua offre la vita, risorge da morte il terzo giorno, dona lo Spirito santo alla sua Chiesa, che Egli ha fondato e mandato nel mondo.


    c) La vita della comunit cristiana e la sua presenza nella storia, nell’ambiente e nel mondo si coglie attraverso i segni dell’annuncio del Vangelo, della celebrazione liturgica e sacramentale, del servizio di carit, e della testimonianza offerta dalle figure dei santi.


    Assume, inoltre, grande importanza la conoscenza del linguaggio con cui i cristiani esprimono i contenuti della loro religione: i simboli di fede, la preghiera, le feste, l’arte, la religiosit popolare, le tradizioni religiose radicate nella cultura locale…


    La Chiesa manifesta cos la sua realt di popolo di Dio, animato dallo Spirito santo, guidato dai pastori, segno e strumento di salvezza, di unit e di pace per tutti gli uomini.


    d) Il Vangelo di Cristo predicato dalla Chiesa rivela il progetto di Dio sull’uomo, di cui promuove i genuini valori.


    In questo ambito si evidenziano i tratti principali della morale cristiana: il comandamento dell’amore, e alla sua luce il decalogo, fondamento del rapporto dell’uomo con Dio e con gli altri; la dignit della persona e il valore della vita, a partire dai piccoli e dai poveri, e quindi il rifiuto di ogni discriminazione; la comune convivenza nella giustizia, nella solidariet e nella pace.


    III – Indicazioni metodologiche


    1. In coerenza con l’organizzazione didattica della scuola elementare anche l’insegnamento della religione cattolica terr conto della scansione in due cicli. Gli obiettivi e i contenuti tematici, sopra indicati, riguardano comunque l’intero corso della scuola elementare e vanno pertanto globalmente considerati sia nel primo che nel secondo ciclo. La particolare accentuazione dell’uno o dell’altro tema seguir i criteri di gradualit pedagogica propria dei ritmi di maturazione e di apprendimento degli alunni e del rapporto con i programmi delle altre discipline.


    2. Alla capacit progettuale degli insegnanti affidato il compito di definire e di attuare la programmazione secondo finalit, obiettivi e contenuti del programma, prevedendo opportuni momenti di verifica degli itinerari percorsi.


    A questo scopo si propongono i seguenti criteri: – valorizzazione dell’esperienza (personale, sociale, culturale, religiosa) dell’alunno, come punto di partenza ed elemento di confronto, da cui far emergere interrogativi, sollecitazioni per un processo di ricerca che, attraverso l’osservazione, la presa di coscienza e la problematizzazione, favorisca l’ampliamento e l’approfondimento dell’esperienza stessa; – uso graduale dei principali documenti della religione cattolica: la Bibbia quale testo fondamentale anche in relazione alla tradizione e alla cultura del nostro paese; i pi importanti documenti ecclesiali, con particolare riferimento al Concilio Vaticano II; – lettura dei segni della vita cristiana presenti nell’ambiente: luoghi ed edifici; espressioni artistiche e letterarie, arti figurative, canto, musica, tradizioni, usi e costumi; ricorrenze e feste legate all’anno liturgico, simboli e segni liturgici; incontro con persone che hanno vissuto o vivono in maniera significativa i valori religiosi: Maria madre di Ges, San Benedetto patrono d’Europa, san Francesco e santa Caterina da Siena patroni d’Italia, altre figure di santi, particolarmente quelle locali, e di testimoni viventi.


    3. L’adozione di questi criteri consente una costante correlazione tra esperienza degli alunni e dato cristiano. Tale correlazione, rivelando appunto la dimensione religiosa dell’esperienza, permette di cogliere la portata umanizzante della proposta cristiana.


    4. Nella programmazione e nell’organizzazione delle attivit didattiche si deve tener conto delle indicazioni contenute nella premessa ai Programmi, concernenti gli alunni in difficolt di apprendimento e portatori di handicap.


    5. L’acquisizione delle conoscenze e dei valori religiosi verr favorita dall’uso di metodologie di lavoro e dalle attivit tipiche della esperienza scolastica (lettura dei testi, conversazione, esplorazione dell’ambiente, drammatizzazione, attivit di ricerca personale e di gruppo, ecc.) e prevede l’uso di diversi tipi di linguaggio (verbale, iconico, musicale, ecc.). Particolare attenzione sar dedicata al linguaggio simbolico per l’importanza che esso assume nell’esplorazione e nell’espressione della dimensione religiosa.


    6. Sia l’insegnante di classe sia quello eventualmente incaricato dell’insegnamento di religione cattolica, nel quadro degli obiettivi educativi e didattici indicati dai nuovi programmi della scuola elementare, procureranno che lo specifico insegnamento di religione cattolica trovi coordinazione formativa con gli altri insegnamenti del curricolo primario.



  • DPR 10/4/1987, n. 209 – Accordo contrattuale del personale della scuola




    DPR 10/4/1987, n. 209


    Accordo contrattuale del personale della scuola.


    Art. 2


    Omissis


    8. Il personale docente di cui all’ultimo comma dell’art. 53 della legge 11 luglio 1980, n. 312, che si trovi nelle condizioni previste dal comma stesso, ha titolo ad un trattamento economico corrispondente, a seconda del tipo di scuola in cui presta servizio, a quello spettante ai docenti laureati della scuola secondaria superiore ovvero ai docenti della scuola materna o elementare.


    9. Ai fini dell’applicazione del comma 8, ferma restando l’obbligatoriet dell’orario complessivo di servizio previsto dall’art. 88 del decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 417 e successive modificazioni, il posto orario d’insegnamento con trattamento economico intero costituito con un numero di 30, 24 e 18 ore settimanali, rispettivamente, nelle scuole materne, elementari e secondarie.


    10. Ai fini dell’applicazione dell’art.3, nei confronti del personale di cui al comma 9 i periodi computati ai sensi della normativa concernente l’attribuzione degli aumenti periodici di stipendio sono utili, nei limiti previsti per il personale di ruolo per la determinazione del valore per classi e scatti e relativi ratei che costituiscono la retribuzione individuale di anzianit degli insegnanti di cui all’art. 3. – 11. Il valore per classi e scatti determinato secondo il sistema e sulla base degli stipendi tabellari previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 25 giugno 1983, n. 345.



  • DPR 24/6/1986, n. 539 – Specifiche e autonome attività educative per l’Irc nella scuola materna




    DPR 24/6/1986, n. 539


    Specifiche e autonome attivit educative per l’Irc nella scuola materna.


    1. Gli indirizzi per le specifiche e autonome attivit educative in ordine all’insegnamento della religione cattolica nella scuola materna:


    – si collocano nel quadro delle finalit di detta scuola, che “si propone fini di educazione, di sviluppo della personalit infantile, di assistenza e di preparazione alla frequenza della scuola dell’obbligo, integrando l’opera della famiglia” (L. 18/311968, n. 444, art. 1);


    – assumono, in aderenza agli “Orientamenti dell’attivit educativa nelle scuole materne statali” (DPR 10/9/1969, n.647), gli aspetti universali della religiosit e insieme quelli specifici dei valori cattolici, che fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano;


    – sono offerti alle educatrici e agli educatori, e con essi ai genitori, perch possano presentare con libert e responsabilit nella comunit scolastica il messaggio evangelico dell’amore, della fratellanza, della pace, come risposta religiosa al bisogno di significato dei bambini, nel rispetto delle loro esperienze personali, delle responsabilit educative delle famiglie e della pedagogia della scuola materna.


    2. Le scelte delle attivit educative suggerite con questi indirizzi assumono come base di partenza le esigenze e gli interessi dei bambini e le esperienze che essi vivono in famiglia, nella scuola, nell’ambiente sociale e in riferimento alla comunit cristiana.


    In armonia con le finalit generali della scuola materna, queste attivit concorrono ad aiutare i bambini nella reciproca accoglienza, nel superamento fiducioso delle difficolt, nell’educazione all’esprimersi e al comunicare con le parole e i gesti.


    Specificamente, esse tendono ad educare i bambini a cogliere i segni del la vita cristiana, a intuirne i significati, ad esprimere con le parole e i segni la loro incipiente esperienza religiosa.


    3. Come contenuti di queste attivit educative, si propongono le seguenti indicazioni:


    – i segni e le esperienze della presenza di Dio nella creazione, nella natura e nelle sue stagioni, nella vita e nelle opere degli uomini;


    – i significati cristiani degli avvenimenti fondamentali dell’esistenza umana, quali i bambini possono vivere in famiglia, nell’ambiente e attraverso le immagini della comunicazione sociale;


    – la paternit e la provvidenza di Dio, che pi forte del male e rende gli uomini fratelli e solidali, apre da sempre nuove speranze;


    – l’accostamento graduale a passi della Bibbia, scegliendo tra gli episodi, i personaggi e i brani sapienziali che maggiormente rivelano la paternit di Dio e la fraternit universale degli uomini;


    – in particolare, pagine scelte dei Vangeli che raccontano la vita, l’insegnamento, le opere, le preghiere, la Pasqua e la presenza viva di Ges, e insieme la vita di Maria, sua Madre;


    – la domenica, le feste, le preghiere, i canti, i tempi e i luoghi, gli elementi simbolici, gestuali e figurativi della vita dei cristiani, cosi come i bambini possono gradualmente percepire;


    – episodi della vita di santi, persone e figure significative del messaggio dell’amore nel nostro tempo;


    – la regola dell’amore di Dio e del prossimo, con i primi comportamenti di accoglienza e donazione, di riconciliazione, sincerit e fiducia;


    – le manifestazioni della religiosit popolare, nel loro corretto significato culturale e spirituale;


    – le espressioni della poesia e dell’arte cristiana pi adeguate alla sensibilit dei bambini.


    4. Spetta alle educatrici e agli educatori, insieme con le famiglie e sempre in dialogo con i bambini, provvedere, nel quadro del progetto educativo, a organizzare con opportune scelte queste attivit, con particolare attenzione ai seguenti criteri:


    – si favoriscano l’ascolto e la parola, l’espressione di sentimenti di gratitudine, di gioia, di dialogo e di preghiera;


    – si cerchi di coltivare la spontaneit espressiva dei bambini contemperandola opportunamente con l’uso delle parole offerte dalla tradizione cattolica;


    – si valorizzino sempre, senza alcuna discriminazione, le diverse esperienze dei bambini, nel rispetto di tutte le famiglie;


    – si abbia particolare predilezione per i bambini portatori di handicap presenti nella scuola, aiutandoli perch siano soggetti, con i coetanei, di queste attivit;


    – si curi la necessaria e corretta relazione con tutte le attivit educative della scuola materna, anche quando l’insegnante impegnato nelle attivit educative di religione cattolica non il titolare della sezione.


    5. Per quanto riguarda la scelta delle attivit, tenuto conto che l’acquisizione dei valori religiosi viene favorita dalle capacit che il bambino matura attraverso le varie esperienze e dimensioni educative, si offrono come concrete indicazioni, da applicare gradualmente nelle diverse sezioni in cui si articola la scuola materna, quelle che riguardano: la comunicazione orale (racconti, lettura da parte dell’insegnante di brevi testi religiosi); la musica e il canto (ascolto, esecuzione di canti religiosi tratti anche dalla tradizione popolare); l’uso dell’audiovisivo; il gioco; la drammatizzazione; l’attivit grafico – pittorico – plastica; l’esplorazione dell’ambiente alla ricerca dei segni della comunit cristiana.


    6. L’insegnante abbia cura di far comprendere ai bambini che le specifiche ed autonome attivit educative di religione cattolica concorrono a maturare il rispetto delle diverse posizioni che le persone variamente adottano in ordine alla realt religiosa, cos da porre anche le premesse di una vera convivenza umana.


    Questi indirizzi di attivit educativa in ordine all’insegnamento della religione cattolica richiedono in ogni modo, da parte di tutti, una mentalit aperta, capace di grande comprensione per le prospettive riguardanti l’unit tra tutti i cristiani, le buone relazioni tra la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane, il dialogo corretto e fecondo con tutti, la promozione dell’uomo e il bene del paese.



  • Legge 18/6/1986, n. 281 – Capacità di scelte scolastiche e di iscrizione nelle scuole secondarie




    Legge 18/6/1986, n. 281


    Capacit di scelte scolastiche e di iscrizione nelle scuole secondarie superiori.


     


    Il Presidente della Repubblica promulga la seguente legge:


    Art. 1


    1. Gli studenti della scuola secondaria superiore esercitano personalmente all’atto dell’iscrizione, a richiesta dell’autorit scolastica, il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica.


    2. Viene altres esercitato personalmente dallo studente il diritto di scelta in materia di insegnamento religioso in relazione a quanto previsto da eventuali intese con altre confessioni.


    3. Le scelte in ordine ad insegnamenti opzionali e ad ogni altra attivit culturale e formativa sono effettuate personalmente dallo studente.


    4. I moduli relativi alle scelte di cui ai precedenti commi devono essere allegati alla domanda di iscrizione.


    5. La domanda di iscrizione a tutte le classi della scuola secondaria superiore di studenti minori di et – contenente la specifica elencazione dei documenti allegati di cui ai commi 1, 2 e 3 – sottoscritta per ogni anno scolastico da uno dei genitori o da chi esercita la potest, nell’adempimento della responsabilit educativa di cui all’articolo 147 del Codice civile.


    6. Sono abrogate le disposizioni in materia di iscrizione nonch ogni altra disposizione in contrasto con la presente legge.


    Art. 2


    1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.


    La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sar inserita nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica Italiana. fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.


     


    Data a Roma, add 18 giugno 1986


     



  • Risoluzione della Camera dei Deputati del 16/1/1986, n. 6-00074 – Emendamenti alla CM 368/85




    Risoluzione della Camera dei Deputati del 16/1/1986, n. 6-00074


    Emendamenti alla CM 368/85 e impegni per il governo in ordine all’applicazione dell’Intesa Cei-Mpi.


    La Camera,


    considerata l’Intesa fra il Ministro della Pubblica Istruzione e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana sottoscritta il 14 dicembre 1985 di cui al DPR 16 dicembre 1985, n.751, in attuazione del punto 5, lettera B, del protocollo addizionale dell’accordo di modificazione del Concordato Lateranense ratificato con Legge 25 marzo 1985, n. 121,


    impegna il Governo:


    1. a fissare natura, indirizzi e modalit di svolgimento e di valutazione delle attivit culturali e formative offerte dalla scuola, nei suoi diversi gradi, a chi intenda non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, al fine di assicurare la scelta tra alternative entrambe note e definite, predisponendo tempestivamente, e in ogni caso entro il 30 aprile, le misure di conseguenza necessarie, anche con eventuali provvedimenti di legge;


    2. a fissare alla data del 10 febbraio, per l’anno scolastico 1986/ 87, il termine per la preiscrizione alla scuola materna, alla prima classe della scuola elementare e alla prima classe della scuola media, necessaria per la successiva iscrizione, e a confermare al 7 luglio la data della iscrizione a tutte le classi e del contestuale esercizio del diritto di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, redigendo opportunamente il modulo anche in relazione alle esigenze di cui al punto 1). Nel caso di non esercizio del diritto di opzione si stabilir quali attivit alternative possano essere praticate;


    3. a presentare immediatamente un apposito provvedimento legislativo atto a consentire che nella scuola media superiore gli studenti possano esercitare personalmente il diritto di avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica;


    4. ad esprimere ai direttori didattici e ai Collegi docenti della scuola elementare ai quali affidata la responsabilit dell’organizzazione e della programmazione didattica, la necessit che sia assicurato tanto lo svolgimento delle attivit di insegnamento della religione cattolica quanto le attivit didattiche per gli allievi che non si avvalgono di detto insegnamento, rappresentando l’esigenza di collocare entrambe le attivit nell’ora iniziale o finale delle lezioni in relazione alla finalit di non dar luogo a nessuna forma di discriminazione;


    5. a definire le “specifiche ed autonome attivit educative” in ordine all’insegnamento della religione cattolica nella scuola materna pubblica, tenendo conto dei criteri che caratterizzano gli orientamenti dell’attivit educativa nella scuola materna pubblica in materia di educazione religiosa e a precisare altres i criteri di utilizzazione del tempo riservato a detto insegnamento, in modo da tener conto delle particolari esigenze del bambino e del rispetto dovuto alla scelta fatta dai genitori o da chi esercita la patria potest, in materia di insegnamento della religione cattolica, al fine di non consentire alcuna forma di discriminazione, anche in relazione a quanto stabilito dalla Legge n. 449 del 1984;


    6. a predisporre apposito modulo, distinto dalla pagella, per la valutazione del profitto sia per quanto attiene all’insegnamento religioso, sia per le attivit alternative, al fine di evitare che le diverse scelte possano rappresentare motivo di discriminazione;


    7. a riferire al Parlamento al termine dell’anno scolastico 1986/ 87 sui risultati del primo anno di applicazione della nuova normativa, al fine di porre rimedio ad eventuali inconvenienti e di mettere a punto eventuali correttivi nell’applicazione dell’Intesa, fermo restando quando previsto al terzultimo e al penultimo capoverso dell’Intesa stessa.


    La Camera impegna altres il Governo


    a sollecitare la conclusione degli accordi con la Tavola Valdese per l’adozione della circolare attuativa della Legge n. 449 del 1984;


    – a concludere le intese con l’Unione delle Comunit Israelitiche e con le altre confessioni religiose che ne abbiano fatto richiesta;


    – a sottoporre preventivamente al Parlamento ogni proposta o ipotesi di accordo concernente materie concordatarie o l’attuazione di principi sanciti dall’accordo concordatario, al fine di consentire alle Camere di esercitare in tempo utile i propri poteri di indirizzo.