Categoria: Concorsi e Procedure Straordinarie IdR

  • Indire: aperto l’ambiente relativo ai corsi di formazione per docenti neoassunti

    Indire: aperto l’ambiente relativo ai corsi di formazione per docenti neoassunti


     


       Dopo vari rinvii, è stato aperto oggi (9 marzo 2006) nel sito dell’Indire l’ “ambiente” relativo ai corsi di formazione per i neoassunti in ruolo nell’anno 2005-2006; i docenti interessati possono accedervi utilizzando come username il proprio codice fiscale, e come password quella indicata nel foglio di conferma  che è stata “stampata” dopo la registrazione alla piattaforma http://puntoedu.indire.it/ al seguente link http://puntoeduri.indire.it/neoassunti2006/.


       Al momento nell’ “ambiente” non tutto è completamente funzionante. Informazioni dettagliate sul corso on line, su come sarà strutturato e su come utilizzarlo saranno fornite dal tutor proveniente dall’Ufficio Scolastico Regionale nel corso del primo incontro in presenza; durante tale incontro il tutor fornirà personalmente la password a quanti ancora non ce l’hanno e costituirà materialmente la classe.


       Sarà compito delle scuole fornire ai docenti – su indicazione degli uffici scolastici regionali – la data e il luogo del primo incontro, che dovrebbe essere fissato entro marzo.


       Lo Snadir, al fine di agevolare la partecipazione al corso di formazione online, ha predisposto un file in formato PowerPoint contenente delle “Indicazioni operative” (*).


       Buon lavoro!


     


    La Segreteria Nazionale Snadir


     


     


     


     


     (*) Indicazioni operative (file in PowerPointzippato Winrar)

  • Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto di assunzione dei 3.077 docenti di religione

    Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto di assunzione dei 3.077 docenti di religione


     


       Oggi, 9 marzo 2006, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.57 il decreto di assunzione (DPR 17 gennaio 2006) in ruolo del 2° contingente di docenti di religione; il provvedimento, firmato dal Presidente della Repubblica il 17 gennaio scorso, aveva dovuto poi completare il suo iter procedurale con il passaggio attraverso  la Presidenza del Consiglio dei Ministri,  la Funzione Pubblica, la Corte dei Conti e il Ministero di Giustizia.


       Da questo momento, il MIUR potrà avviare la procedura di ripartizione dei 3.077 docenti di religione nelle varie Regioni; successivamente gli Uffici Scolastici Regionali provvederanno alla distribuzione delle cattedre nelle varie diocesi.


       Prosegue così l’attuazione di quanto stabilito dalla legge 186/2003: con il primo settembre 2005 erano infatti entrati in ruolo 9.229 docenti di religione, mentre con il primo settembre 2006 ne saranno assunti 3.077 (con retrodatazione giuridica al primo settembre 2005).


       Lo Snadir ha invitato il Miur ad avviare immediatamente le procedure  di assunzione in ruolo dei restanti  idr  del 3° contingente previsti dalla legge 186/2003.


       Lo Snadir ribadisce nel contempo il proprio impegno perché vengano attuati dal Miur e dal Governo tutti i provvedimenti necessari alla tutela dei docenti che, dopo il concorso, non sono rientrati nella percentuale del 70%.


     


    La Segreteria Nazionale Snadir

  • CHI SI BATTERA’ PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA NELLA SCUOLA ITALIANA ?

    CHI SI BATTERA’ PER L’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA NELLA SCUOLA ITALIANA ?


       Il raggiungimento dello stato giuridico e l’immissione in ruolo degli IDR ha rappresentato e rappresenta un grande e indiscutibile successo pur con le incertezze e le questioni rimaste aperte, ma non è sicuramente il traguardo definitivo e finale che qualcuno si attendeva.
       E’ la nascita di qualche cosa che abbiamo il dovere di alimentare, di difendere e di far crescere, se non vogliamo che tutto muoia.
       Non è sfuggito a nessuno che lo stato giuridico e l’immissione in ruolo degli IDR hanno scatenato la reazione selvaggia e scomposta da parte di grossi sindacati e da parte di frange politiche ideologicamente ben connotate.
       Forse qualcuno pensava che lo stato giuridico e il ruolo avrebbero messo al riparo gli IDR dagli attacchi  di quanti si sono sempre opposti all’insegnamento della religione cattolica nella scuola italiana; ma i fatti degli ultimi mesi sono segnali che non si possono trascurare e ci devono far riflettere sul vero obiettivo di quanti oggi aggrediscono il diritto e la dignità professionale degli IDR, “dimenticando” ancora una volta che stanno danneggiando dei lavoratori della scuola: questione che considerano di nessuna importanza  perché il loro scopo – neppure più tanto nascosto – è quello di eliminare l’insegnamento della religione cattolica in nome di un presunto e pretestuoso laicismo della scuola.
       Già nell’estate del 2005 “la Repubblica” aveva dato fiato alle trombe di questo esercito di laici che trovano ascolto in ambienti politici, sindacali e cattolici insospettabili; adesso anche  socialisti, radicali e qualche altro nuovo campione del laicismo fanno sfacciatamente  campagna elettorale programmando la revisione del concordato e attaccando il Vaticano: è evidente che c’è ormai una guerra dichiarata contro la Chiesa cattolica, una guerra che già coinvolge l’insegnamento della religione cattolica e di conseguenza gli IDR. Non accorgersene significa averla già persa.
       Quanto alle curie, qualcuna si preoccupa soprattutto “di conservare il proprio indiscusso potere” sull’insegnamento della religione cattolica e sugli IDR, e continua a pensare che tutto debba rimanere inalterato, non accorgendosi che la scuola è cambiata, che la società è cambiata, e che il loro potere è un anacronismo che può solo danneggiare l’insegnamento della religione cattolica e la presenza degli IDR nella scuola; purtroppo queste curie sottovalutano l’avversario o preferiscono pensare che “i barbari non avranno mai il coraggio di superare i confini dell’impero” e che quindi non ci sarà nessuno scontro.
       Qualche altra curia è più consapevole del rischio di uno scontro, ma preferisce difendersi con l’ipotesi di un auspicabile e probabile compromesso pur di salvare la pace e i loro interessi: l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica potrebbe essere il prezzo da pagare nella logica di questo compromesso.
       In questo quadro di manifeste ostilità, sorprende l’ingenuità dei colleghi che o non vedono o non vogliono vedere, ma preferiscono pensare che ormai dopo il concorso tutto sia sistemato e niente e nessuno potrà mai più disturbare la loro pace e i risultati acquisiti. Questi colleghi preferiscono pensare a come ottenere una sede più comoda,  qualcuno pensa già di passare ad insegnare altre materie esprimendo la propria insoddisfazione e la propria stanchezza per il servizio di Insegnamento della Religione Cattolica: ma sbagliano se pensano che sia venuto il momento di pensare solo a coltivare il proprio orticello.
       Staremo a vedere chi si batterà veramente  per gli insegnanti e per l’insegnamento della Religione Cattolica nella scuola italiana.


    Alberto Borsò

  • Dopo quelle dei Cobas e della Flc ecco le bugie di Boselli

         Dopo quelle dei Cobas  e della Flc ecco le bugie di Boselli


        


         L’intervento di Enrico Boselli dello SDI alla trasmissione televisiva “Ballarò” del 28 febbraio scorso (*) è l’ennesima prova dei tempi che si prospettano per l’insegnamento della religione cattolica in Italia e per i docenti che vi sono impegnati.


         Se si scorrono le pagine del sito internet di questo partito è evidente l’identità anticlericale e anticattolica che ne costituisce le fondamenta, e lo stesso intervento televisivo sul ruolo dei docenti di religione è stato un susseguirsi di affermazioni del tutto infondate che, volutamente, hanno  ignorato i profondi cambiamenti relativi all’irc che si sono verificati nella scuola italiana dal 1984 (anno del rinnovo concordatario approvato da una maggioranza che comprendeva i socialisti !)  e in particolare negli ultimi tre anni.


         L’immissione in ruolo è costata agli insegnanti di religione un gravoso impegno di studio, accettato con umiltà, nonostante la loro pluridecennale carriera scolastica che ben avrebbe consentito una assunzione attraverso un corso abilitante riservato.


         Boselli sostiene che gli idr sono nella scuola per volontà dei vescovi: evidentemente non è a conoscenza che a seguito della legge 186/2003 l’immissione in ruolo avviene a seguito della partecipazione ad un concorso pubblico bandito dal Ministero dell’Istruzione. 


         Ma è evidente che questo non interessa né a Boselli né ad altri esponenti di partito, secondo i quali gli insegnanti di religione semplicemente non hanno diritto di esistere.  Il fatto che più del 90% degli studenti italiani abbia scelto l’insegnamento della religione è un fatto da ignorare o, peggio, da calpestare. 


         Come è strano il concetto di democrazia di cui si rivestono certi partiti!


         Oggi parlare e contestare l’insegnamento della religione nella scuola è diventato un modo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai veri problemi della scuola italiana.  Allora ribadiamoli i veri problemi: il persistere del precariato, la mancanza di una effettiva valorizzazione professionale del corpo docente, le questioni poste dall’attuazione della riforma e tanti altri.  


         Cosa ne pensa Boselli dei “veri” problemi della scuola?


         Lui si è guardato bene dal parlarne: forse non era nemmeno in grado di farlo.


        


    La Segreteria Nazionale SNADIR


    (*) Il file è visionabile al seguente link PROMESSE ELETTORALI – 28/02 ; dopo ore 1 e minuti 12 di trasmissione potete ascoltare le bugie di Boselli.


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  • Segnali inquietanti dalla FLC-Cgil e dai Cobas

    Segnali inquietanti


    dalla FLC-Cgil e dai Cobas


       Segnali inquietanti si presentano all’orizzonte dei docenti di religione: attacco allo stato giuridico e collocazione dell’insegnamento della religione cattolica  forzatamente fuori dal portfolio delle competenze.
       I Cobas gridano vittoria, la FlC-Cgil esprime con soddisfazione “noi li avevamo avvisati”. Ma quale soddisfazione e quale vittoria?
       Se andiamo a leggere le tanto sbandierate ordinanze del Tar Lazio nn.741 e 742 del 1 febbraio 2006 troviamo che il giudice ha accolto la sola richiesta di sospensiva, intravedendo, ad una prima sommaria analisi, che il ricorso non è “manifestamente infondato”: in pratica, su sei motivi presentati dai Cobas nel loro ricorso per bloccare la riforma, soltanto per i due sopra indicati il Tar ha ritenuto opportuno sospendere l’efficacia dei provvedimenti di attuazione della riforma Moratti.
       Ma è tutta qui l’opposizione alla riforma Moratti?
       Non erano altre le questioni importanti su cui i sindacati avrebbero dovuto lottare insieme per il bene degli alunni, dei genitori e degli insegnanti?
       Il vero grande problema non era forse quello di evitare una scuola con due diverse velocità? Una scuola di serie A e un’altra di serie B?   Il punto essenziale della questione non era forse quello della separazione dei due percorsi, di quello dei licei e di quello dell’istruzione e formazione professionale?   Non era forse quello di stabilire con precisione il ruolo delle Regioni circa le nuove competenze in materia scolastica?
       Ci si è mobilitati con azioni di sciopero per boicottare la riforma Moratti per poi scoprire che in fondo l’unica cosa che non va è che bisogna predisporre un regolamento per trattare i dati sulla privacy.
       Ed ancora, è giustificata questa opposizione all’immissione in ruolo dei docenti di religione – ed oggi proporre la loro cacciata dalla scuola – proprio nel momento in cui anche loro accedono al ruolo a seguito di un concorso pubblico?   
       E’ evidente da tempo che per alcuni sindacati ci sono lavoratori da difendere e altri da schiacciare.
       Per le altre discipline si avrà presto l’immissione in ruolo di 55.000 insegnanti: sarebbe più utile che i sindacati perseguissero tutti  il medesimo obiettivo di un ulteriore ampliamento del numero delle cattedre da assegnare a ruolo al fine di tutelare il lavoro dei precari e rispondere alle legittime aspettative di studenti e famiglie.
       Ma questa è un’altra storia, che non appartiene più da diverso tempo – forse da mai –  a certi sindacati che, con  vago sapore squadristico, si dedicano più a decidere cosa si debba o non si debba fare a scuola, che debba entrare e chi no, piuttosto che occuparsi di una vera politica del lavoro (leggi: preoccuparsi di fare trovare lavoro in tempi brevi).
       Noi che, partendo dalla difficile esperienza di insegnanti, abbiamo scelto di occuparci di politica del lavoro per salvaguardare la nostra dignità professionale, abbiamo da sempre interpretato questo ruolo nel pieno rispetto di tutti i lavoratori della scuola, senza alcun pregiudizio, né politico, né ideologico. 
       Non è così per gli altri sindacati nei nostri confronti.
       Per tali motivi, oggi più che mai, è importante essere uniti nel sindacato e sostenere con  la nostra adesione l’impegno dello Snadir a difesa della categoria.   Ognuno di noi deve sollecitare i colleghi scettici e indifferenti su questo aspetto: divisi rischiamo di essere emarginati, uniti invece potremo far sentire la nostra voce nel rispetto delle idee di ognuno e aperti al confronto con chi vorrà essere nostro interlocutore.
       Il nostro agire sarà deciso, a tutela di tutti i docenti di religione, immessi in ruolo e non. Lo Snadir si opporrà (costituendosi “in opponendum” alla ordinanza del Tar Lazio) a chi vuole estrometterci dalla scuola e a chi vuole – contro la sentenza della Corte costituzionale – sminuire il valore culturale dell’insegnamento della religione ed agirà con determinazione contro chi raccoglie firme per cacciarci dalla scuola italiana.


    Orazio Ruscica

  • Liquidazione degli arretrati: meglio controllare

    Liquidazione degli arretrati: meglio controllare


     


       I colleghi  Idr  immessi  in  ruolo  con  il  primo  contingente  devono verificare il proprio cedolino dello stipendio (file Excel), per le parti che riguardano:




    • inquadramento retributivo (riquadro in alto a destra)


    • retribuzione professionale docenti (nel riquadro grande centrale)

       Le Direzioni provinciali del Tesoro potrebbero avere collocato i colleghi in cl/fascia stipendiale “00”  e  situato la voce “retribuzione professionale docente” nella “fascia 0-14”; in tal caso anche gli arretrati contrattuali relativi al biennio economico 2004/2005 potrebbero essere stati corrisposti in misura inferiore a quella dovuta.


       Qualora si fossero verificate le variazioni sopra indicate è opportuno compilare il modulo allegato e inviarlo alla Direzione provinciale del Tesoro territorialmente competente.


       Per ogni ulteriore chiarimento potete mettervi in contatto con i responsabili sindacali di zona.


    La Segreteria Nazionale Snadir


     


    Calcolo arretrati IdR (file Excel)