Autore: maurizio

  • Mobbing e la scuola

    Il Mobbing
    e la scuola

    Il termine mobbing, secondo la definizione del dott.re
    Harald Ege che ha studiato il fenomeno nei paesi Nordeuropei
    per oltre un decennio, è una forma di terrore psicologico
    che viene esercitato sul posto di lavoro attraverso attacchi
    ripetuti da parte di colleghi o del datore di lavoro.
    Sotto questa forma potremmo chiederci cosa abbia a che fare
    con la scuola, eppure questo termine, da un po’ di tempo
    è sempre più frequente nell’ambiente scolastico.
    Analizziamolo nelle sue linee generali.
    Le forme che può assumere sono molteplici: dalla
    semplice emarginazione alla diffusione di maldicenze, dalla
    continue critiche alla sistematica persecuzione, dall’assegnazione
    di compiti dequalificanti alla compromissione dell’immagine
    sociale.
    La persona del lavoratore viene continuamente umiliata,
    offesa, isolata e ridicolizzata anche per quanto riguarda
    la vita privata, il suo lavoro deprezzato, continuamente
    criticato o addirittura sabotato, il ruolo declassato e
    il suo lavoro svuotato di contenuti e privato degli strumenti,
    le capacità messe in discussione.
    Infine, sono esercitate continue azioni sanzionatorie, spesso
    pretestuose, per esempio mediante uso eccessivo di visite
    fiscali, di contestazioni disciplinari, di rifiuto di permessi
    e/o di ferie. Si distingue un mobbing strategico, o verticale,
    che si sviluppa dall’alto in basso, dal Dirigente al subordinato
    e che corrisponde ad una strategia lucida, deliberata, tesa
    ad ottenere le dimissioni spontanee della persona che ne
    viene colpita e di mobbing emozionale o trasversale quando,
    invece deriva da un’esaltazione dei comuni sentimenti di
    ciascun individuo ( rivalità, gelosia, antipatia,
    diffidenza, paura,….)
    Lo scopo del mobbing è quello di eliminare una persona
    che è, o è divenuta, in qualche modo "
    scomoda", distruggendola psicologicamente e socialmente
    in modo da provocarne il licenziamento o da indurla alle
    dimissioni.
    Il mobbing ha conseguenze di portata enorme: causa problemi
    psicologici alla vittima, che accusa disturbi psicosomatici
    e depressione, ma anche ripercussioni sul resto dell’ambiente
    di lavoro.
    Di particolare rilevanza sono le conseguenze sulla salute
    riscontrate dopo un periodo variabile di esposizione alla
    situazione di mobbing e che si manifestano principalmente
    a carico della sfera neuropsichica con importanti ricadute
    psicosomatiche e fisiche. Precoci sono i segnali di allarme
    psicosomatico ( cefalea, gastroentalgie, dolori osteoarticolari,
    mialgie, disturbi dell’equilibrio), emozionale( ansia, tensione,
    disturbi del sonno,dell’umore,) comportamentale .
    Le conseguenze sociali possono essere devastanti in quanto
    la persistenza dei disturbi psicofisici porta ad assenze
    dal lavoro sempre più prolungate, fino alle dimissioni
    o al licenziamento.
    Il mobbing ha fatto la sua entrata nella giurisprudenza
    italiana del lavoro nel 1999 con una sentenza del Tribunale
    di Torino e successivamente abbiamo avuto un’altra sentenza
    a Como e poi a Forlì nel 2001. In quest’ ultima sentenza
    viene stabilità la responsabilità contrattuale
    ed extracontrattuale del danno esistenziale patito dal lavoratore
    che risulti vittima di un comportamento persecutorio qualificato
    in termini di mobbing…..
    Bisogna però sottolineare, anche, la difficoltà
    e il limite nel recuperare ed offrire al Giudice del Lavoro
    le prove dei comportamenti costituenti il mobbing così
    come stabilisce la Cassazione Civile nel maggio 2000.
    La legislazione italiana, quindi, al momento, è ferma
    al riconoscimento del "danno biologico" derivante
    da forme persecutorie sul posto di lavoro.
    Attualmente sono 5 i progetti di Legge presenti in Parlamento
    sul tema della tutela del lavoratore da violenze morali
    e persecuzioni psicologiche nell’ambito del posto di lavoro
    e ciò fa sperare in una aumentata sensibilità
    da parte delle istituzioni per un fenomeno sempre più
    diffuso che necessita di puntuale definizione legislativa,
    di azioni di prevenzione ed informazione e di adeguate azioni
    di tutela.
    Se ad alcuni tutto ciò può sembrare fuori
    luogo nell’ambito scolastico, altri, invece, si sono perfettamente
    riconosciuti in situazioni che, se non hanno raggiunto il
    limite estremo, ci sono , però, arrivati vicino.
    Purtroppo nella scuola i fenomeni di " persecuzione"
    stanno diventando sempre più frequenti , e, non a
    caso, da quando Autonomia e Dirigenza sono entrati nella
    scuola. Non è infrequente il caso di Dirigenti che
    rendono impossibile la vita a colleghi di cui non condividono
    idee o metodologie didattiche , per cui vengono messi in
    atto forme persecutorie per indurli a chiedere il trasferimento,
    ancora più frequente quando si parla dei docenti
    di Religione verso i quali l’attacco dei Dirigenti è
    ancora più ostinato e ideologicamente predeterminato.
    Per non parlare dei rappresentanti RSU, verso i quali l’atteggiamento
    di disprezzo velato da forme di boicottaggio persistente,
    determina l’impossibilità di svolgere il proprio
    compito di rappresentanza sindacale e ha indotto molti colleghi
    a non ricandidarsi, lasciando il campo a chi si fa guidare
    più docilmente dal Dirigente.

    Angela Loritto

  • Supplemento n.1 Professione i.r. 1/2003

    Professione i.r.

    Supplemento n.1
    Gennaio-Febbraio 2003

    Norme sugli insegnanti di religione cattolica degli istituti e delle scuole di ogni ordine e grado
    Approvato in Aula alla Camera il 5 dicembre 2002

    Resoconti delle commissioni
    Testo approvato
    Confronto sinottico tra il testo approvato dalla commissione lavoro e quello predisposto dal Ministro Moratti
    Resoconto delle discussioni in Aula

    Il volume può essere richiesto inviando €.2,48 (in francobolli “posta prioritaria”) presso la sede nazionale (via Sacro Cuore, 87 – 97015 Modica; Tel. 0932 762374 Fax 0932 455328).

  • Musei e scuola: il passato è già futuro

    musei e scuola: il passato è già futuro


    dipende come si insegna. dipende cosa si intende per museo. se si insegna male e se per museo si intende il cimitero del passato, senza alcuna difficoltà, la scuola è un pezzo da museo (nel senso più esclamativo). ma se la scuola e il museo custodiscono il passato perché si faccia memoria per il presente e per il futuro, museo e scuola non potranno che complementarsi.
    alla luce di queste premesse (ovvie per tutti, impraticate da molti) potrebbero insorgere delle opportunità. i musei esistono. molti musei in italia. in questi ultimi anni molte diocesi – finalmente – hanno attivato con molta fatica un inventario dei beni religiosi. alcune di queste diocesi – con ancora molta fatica e soprattutto con grande convinzione da parte di pochi – hanno addirittura creato un museo diocesano. ne esistono già alcuni. e’ nata una associazione musei ecclesiastici italiani (http://www.amei.info/amei%20web/index.html).
    in questa operazione di inventario (e non solo), un ruolo determinante è stato svolto dall’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e in particolare dal suo direttore mons. giancarlo santi, e dai suoi collaboratori. “gli inventari informatizzati dei beni culturali realizzati dalle diocesi italiane a partire dal 1997 d’intesa con il ministero per i beni e le attività culturali (i.c.c.d.) sono oggi disponibili nella banca dati centrale curata dall’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e dal servizio informatico della conferenza episcopale italiana che viene presentata in rete in forma ancora sperimentale. le immagini e le informazioni in rete sono solo un limitatissimo campione delle schede di cui dispongono le singole diocesi. il sito attualmente contiene 42971 schede di beni ecclesiastici che appartengono a 83 diocesi.”
    come si vede, si è cominciato a valorizzare un patrimonio di memorie e di testimonianze da parte di quelle comunità ecclesiali all’interno delle quali e per le quali questi beni religiosi sono stati creati.
    e’ un primo passo per salvaguardare. poi per valorizzare questo patrimonio sono necessari i musei. ma chi potrà andare a visitare un museo se qualcuno non educa i giovani di oggi (gli studenti) a conoscerli già durante la loro formazione culturale a scuola?
    ecco la complementarietà tra scuola e musei.
    i programmi di irc continuamente invitano ad insegnare a saper leggere i segni della memoria cristiana presenti sul territorio. saper vedere equivale spesso a saper valorizzare perché si sa comprendere.
    provate a visitare il sito dell’ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici http://www2.chiesacattolica.it/beweb_new/. sarà per voi una vera rivelazione. la sua fruibilità è molteplice (cfr. box). le note di decodifica delle immagini sono eccellenti. peccato che le immagini sono ancora protette. la loro utilizzazione ne permetterebbe subito una fruibilità didattica.
    ma oltre a queste indicazioni immediatamente sperimentabili e apprezzabili, è necessario pensare ad un progetto di cooperazione tra questi musei ecclesiastici (e non solo) e le esigenze didattiche primarie dei docenti.
    il centro studi dello snadir intende promuovere collaborazioni, convenzioni, cooperazioni tra queste istituzioni che custodiscono beni culturali e le scuole e i docenti di religione (e non solo). per creare strumenti didattici e formazione professionale. progetti e attività che non possono insorgere che dai docenti e da organizzazioni professionali. con la collaborazione di istituzioni ed enti da coinvolgere. alcune iniziative sono già in cantiere, altre proposte si attendono dai colleghi. convinti che se non ti dai da fare, non insegni, se non insegni ti chiedi chi sei e che cosa fai a scuola. anche questa è professionalità. inventata, creata, progettata e gestita.


    pasquale troìa
    responsabile centro studi snadir

  • Box Musei e scuola

    Musei e scuola: il passato è già futuro


    Il sito dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici.presenta esemplificazioni e selezioni di alcuni ambiti e tematizzazione dei beni culturali:
    1. nell’ambito liturgico: sono indicati alcuni temi che consentono di relazionare fra loro gli oggetti che hanno diretto riferimento alla liturgia e al culto. Ogni tema (opportunamente definito) viene indicativamente esemplificato (per elenco e per immagini) con alcuni oggetti brevemente spiegati. Temi come: acqua, anno liturgico, benedizione, pietà popolare e devozione, Natale….
    2. nell’ambito biblico: sono inclusi i temi che consentono di relazionare fra loro gli oggetti che fanno riferimento alla tradizione biblica. Con le stesse modalità dell’ambito liturgico sono presentati temi come profeti, Spirito Santo, Antico Testamento, Giudizio universale…
    3. nell’ambito simbolico: sono inclusi i temi che consentono di relazionare fra loro gli oggetti che per forma o contenuto richiamano questioni legate a simboli o altri elementi iconografici. Sono presentati temi come acqua, benedizione, colori, corpo e membra, croce….
    4. nell’ambito teologico: sono inclusi i temi che consentono di relazionare fra loro gli oggetti che tipologicamente o contenutisticamente richiamano più direttamente tematiche teologiche. Temi come: icona, acqua, anno liturgico, grazia, Trinità, …
    Il sito presenta anche una selezione di quattro temi intorno ai quali presenta alcuni beni culturali:
    1. il Natale nell’arte
    2. i colori della liturgia
    3. il cammino verso la croce
    4. i grandi cicli iconografici.
    Per ognuno di questi temi sono presentate immagini di beni culturali, culturalmente, biblicamente e teologicamente ben decodificate. C’è da imparare.
    E perché tutto abbia una sua proprietà di linguaggio ed il lessico sia specifico, ecco che il sito offre un glossario di termini biblici, artistici, teologici, liturgici. Essenziale e sufficiente.
    Sono inoltre possibili ricerche veloci e avanzate di temi, argomenti, oggetti, beni culturali…
    Ed infine, per avvicinare i beni culturali al navigatore internet ecco una mappa geografica che presenta le 83 diocesi italiane con alcuni loro beni culturali e religiosi.
    Tali opportunità che il sito offre possono essere consultate e utilizzate dal docente per progettare un percorso iconografico per tematiche, per ambiti e per specificazioni lessicali. Consultazione privata del docente e/o utilizzazione degli studenti invitandoli a visitare il sito o facendolo insieme in un laboratorio multimediale collegandosi ad internet.

  • Domande di pensione entro il 10 gennaio 2003

    Domande di
    pensione entro il 10 gennaio

    Il Ministero dell’istruzione ha emanato il decreto annuale
    (D.M. n.127 del 2/12/02) che fissa al 10 gennaio i termini
    per la presentazione delle domande di pensione.
    Quest’anno i docenti che intendono andare in pensione (pensione
    di anzianità), da settembre 2003, dovranno avere
    i requisiti dei 56 anni di età e 35 anni di contributi.

    Coloro che hanno oggi 55 anni di età non potranno
    andare in pensione il prossimo anno, perché la legge
    449/1997 dispone per il 2004, i seguenti requisiti: 57 anni
    di età e 35 anni di anzianità contributiva.

    I docenti che hanno 37 anni di servizio, potranno invece
    andare in pensione dal 2003 senza il vincolo del requisito
    dell’età. Nel 2004 per essere collocati in pensione
    prescindendo dal vincolo dell’età anagrafica sarà
    necessario avere 38 anni di servizio.
    Il termine del 10 gennaio si riferisce anche alle domande
    di trattenimento in servizio oltre il 65° anno di età.

    Coloro che l’anno scorso hanno chiesto ed ottenuto il trattenimento
    in servizio, e che intendono rinunciare al secondo anno,
    possono presentare entro la stessa scadenza la domande di
    pensione di vecchiaia
    Entro il 10 gennaio possono infine essere revocate le domande
    presentate precedentemente.

    Redazione

  • Determinati per Crescere

    SNADIR: DETERMINATI PER CRESCERE

    I colleghi di religione sono sempre disponibili a lavorare, ad approfondire, a confrontarsi per migliorare la qualità professionale dell’insegnamento della religione cattolica, non si tirano indietro se c’è da lavorare per i ragazzi e per la scuola, con molta passione e professionalità hanno scelto di insegnare religione cattolica e vogliono continuare ad insegnare religione. Però molto spesso vengono discriminati. Frasi del tipo "Siamo in una situazione assurda", "E’ l’ora di stabilire se c’è una volontà politica di inserirci in un ruolo", "Non se ne può più di vivere in questo disagio ingiusto, illogico", "Il preside minaccia di farmi trasferire perché l’ho invitato a rispettare la normativa", "Scelgo il 2° collaboratore (eletto con 10 voti in meno) al suo posto come vicario perché Lei non può accedere alla dirigenza", "Quali assenze o permessi posso fruire? Lei non può perché è un Idr", …… sono soltanto alcune delle tante espressioni che evidenziavano il malessere della categoria.
    La dignità viene negata giorno dopo giorno. I sogni vengono tolti. E’ necessario ridare fiducia e speranza ad una categoria di lavoratori della scuola. E’ necessario incominciare a sognare.
    Bisogna incominciare a lottare quotidianamente per affermare con decisione la propria dignità umana e professionale.
    E’ necessario far emergere una nuova coscienza negli insegnanti di religione: non più mendicanti, non più sempre perdenti, non più discriminati, ma costruttori di una nuova realtà. Consapevoli che l’azione di lotta per la conquista di ogni diritto è azione politica illuminata dalla fede. Una azione che incarna la fede e che rende sempre più presente la Città di Dio.
    Uno l’obiettivo unificante: lo stato giuridico; ed assieme a questo tanti altri obiettivi immediati quotidiani e non (assenze e voto in sede di scrutinio finale).
    Tutto ciò era possibile soltanto attraverso una esperienza sindacale autonoma, capace di dialogare con tutti e di valorizzare ciò che è giusto; capace di ricordare a tutti valori e doveri. Un sindacato in dialogo con il potere ma non in vendita. Un sindacato in funzione del servizio e del benessere di tutti ed in particolare dei colleghi prima di tutto.
    Si, è il tentativo di fare un sindacato che riparte dalle origini, che riscopre il servizio, non bada a grandezze e reimpara l’entusiasmo. Un sindacato che ha la stessa sollecitudine per tutti i problemi, perché il problema, anche più piccolo è grande per chi lo soffre. Lo SNADIR E’ TUTTO QUESTO. 
    Lo Snadir esiste per far brillare nella società la scintilla che nasce dall’incontro di giustizia e solidarietà, per iniziare il tempo in cui il docente di religione sia una risorsa libera e una forza solidale.
    Lo Snadir esce quotidianamente con la sua fionda e la solita fresca semplicità, per incontrare un gigante e un esercito. 
    Ci piace segnalare alcuni risultati e iniziative che lo Snadir ha ottenuto e intrapreso.

    Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia respinge il ricorso del M.P.I.: il voto dei docenti di religione in sede di scrutino finale vale! Confermato in quest’ultimo periodo dal Tar – Toscana.
    Abbiamo contribuito alla stesura di numerosi progetti di legge e dato un notevole impulso per l’avvio dell’esame dei disegni di legge sullo stato giuridico degli Idr (R&S n.4/1997 pag.55).
    Audizione in VII Commissione istruzione del Senato (5 maggio 1998).
    d) La petizione popolare a favore dei disegni di legge sullo stato giuridico degli Idr (55.000 firme raccolte soltanto dallo Snadir).
    Interventi presso il Ministero della P.I. e del Tesoro (ad es. la questione dei documenti di rito dove sia il Tesoro che la P.I. hanno puntualizzato la non ripresentazione ogni anno).
    Concorsi ordinari: ricorso contro "l’abilitazione ridotta" per gli Idr in possesso dei titoli accademici in teologia.
    Intervento ad opponendum per resistere al ricorso sul credito scolastico.
    Emendamenti al testo Occhipinti (tutti presentati)
    In estate non siamo andati in vacanza, come il ministro sperava, ed alle sue estive esternazioni abbiamo risposto punto per punto. Come risposta il Ministro ha minacciato una ispezione sull’Irc. Anche qui abbiamo chiaramente detto che "eravamo contenti che il Ministro avesse deciso di vedere la scuola dal di dentro, da ciò che avviene in classe e in che modo si fa lezione. E perché questa sua conoscenza non diventasse una indagine penalizzante una disciplina e quindi una ispezione era giusto che avvenisse per tutte le materie, per tutti gli insegnanti" (v. Professione i.r. 6/99). 
    Abilitazione riservata: ricorso contro l’art.2, comma 4 dell’O.M. n.153/1999. (Cisl e Snals dopo aver affermato l’inutilità del ricorso si sono affrettati a consigliarne la presentazione).
    Continuo contatto con tutti i componenti della VII Commissione istruzione del Senato, anche coloro che ci hanno ostacolato. Lo Snadir incontra tutti, perché NON ha un nemico da combattere ma problemi da risolvere.

     

    Lo Snadir dopo tre anni di attività e di vittorie si è reso conto della necessità di ottenere la rappresentatività sindacale. Per fare ciò occorreva siglare un patto con un sindacato rappresentativo. La scelta fu fatta a favore dell’UNAMS. Unione Nazionale Artisti Musica e Spettacolo. Il motivo della scelta è abbastanza semplice: l’accordo doveva lasciarci completa autonomia amministrativa e politica. L’unico che poteva offrirci questo è stata proprio l’Unams.
    L’accordo siglato a Novembre ’97 si è rivelato vincente. A fine ’98 lo Snadir è cresciuto del 118%. A fine ’99 è cresciuto del 135%. In due anni è cresciuto del 500% (v. grafico).
    Come mai lo Snadir è riuscito a raggiungere risultati che altri sindacati non sono riusciti o non hanno nemmeno tentato di raggiungere?
    Ai quattro Confederali (NON ho sbagliato nell’affermare che sono quattro i confederali, infatti anche l’ultimo barlume di sindacalismo autonomo si è affrettato a diventare cinghia di trasmissione dei partiti) gli Idr NON interessano, se non per le deleghe.
    Chi difende giorno dopo giorno i colleghi, chi riesce a dare risposte precise, vere e sincere ai colleghi. Solo lo Snadir.
    Lo sapete che bastano 14.000 deleghe (cioè 140 iscritti in ogni provincia) per fare un sindacato maggiormente rappresentativo e abilitato a partecipare alle trattative contrattuali nazionali e decentrate. In grado di offrire in modo capillare su tutto il territorio nazionale un servizio più preciso e puntuale a favore dei colleghi di religione e non solo.
    Perché continuare a delegare gli altri per i nostri problemi, perché non provare a mettere assieme i docenti di religione. Dispersi in diversi sindacati non contiamo nulla. Uniti in un solo sindacato siamo una forza determinante capace di dare concretezza finalmente a ciò che abbiamo aspettato, abbiamo sognato e per cui abbiamo lavorato: lo Stato giuridico. 
    Lo Snadir c’è perché all’inizio del nuovo millennio il nostro sogno trovi una realizzazione. 


    Orazio Ruscica

  • Video

    LA7 –
    Trasmissione "PORTAMONETE"

    Intervista
    al Segretario Nazionale dello Snadir, Orazio Ruscica
     

    22
    settembre 2004

    Video
    formato avi

    Video
    formato realplayer

    ***

     


    Convir 2002

    Professionalità
    e stato giuridico dei docenti di religione

    Cagliari
    – 2 marzo 2002 – Hotel Mediterraneo

    Video
    (formato avi)

    Video
    (formato realplayer)

     


    Convir 2000

    "Per
    una professionalità da riconoscere"

    Napoli,
    30 ottobre 2000 – Hotel Terminus

    Interviste
    al segretario dello Snadir, Orazio Ruscica,
    e
    al Sottosegretario alla P.I., Giuseppe Gambale

    Video

  • Motivazione di una scelta

    S n a d i r

    Sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione

    documento del consiglio nazionale 1/2 luglio 1994

    determinati per crescere

     

     

    Snadir – Professione i.r.