Autore: maurizio

  • Certificazione dell’idoneità fisica all’impiego solo al primo incarico

    Ministero dell’Istruzione dell’Universita’
    e della Ricerca

    Dipartimento per i Servizi nel Territorio
    Direzione generale del personale della scuola e dell’amministrazione
    Ufficio VI

    Nota del 25 settembre 2003 prot. n. 3361
    Assunzioni a tempo determinato personale docente, educativo
    ed Ata Certificazione dell’idoneità fisica all’impiego

    Si fa seguito alla circolare ministeriale n. 65 prot. n.
    DGPSA/U1/840 del 29 luglio 2003 per fornire, anche in relazione
    ai quesiti pervenuti, alcuni chiarimenti sul punto "C)
    Indicazioni di carattere generale", in materia di certificazioni
    di idoneità all’impiego.
    Al riguardo, atteso che, ai sensi dell’art. 49 del D.P.R.
    n. 445/2000, tale attestazione non può essere sostituita
    da documento diverso dal certificato medico, si ritiene
    opportuno precisare che:

    a) il personale incluso nelle graduatorie provinciali permanenti
    produce il certificato medico di idoneità fisica
    all’impiego all’atto della stipula del primo contratto individuale
    di lavoro; la validità di tale certificazione viene
    meno solo per effetto di attribuzione di contratto a tempo
    indeterminato, in occasione del quale la certificazione
    dovrà essere riprodotta;
    b) analogamente, il personale incluso nelle graduatorie
    di circolo e di istituto di seconda e terza fascia produce
    il certificato medico di idoneità fisica all’impiego
    all’atto della stipula del primo contratto individuale di
    lavoro; considerato, tuttavia, che le predette graduatorie
    hanno validità triennale, tali certificazioni andranno
    riprodotte, con il medesimo criterio, in occasione di ogni
    rinnovo delle graduatorie medesime.

    All’atto della stipula di contratti di lavoro successivi
    al primo, l’interessato dovrà, con dichiarazione
    resa ai sensi del D.P.R. n. 445/2000, rendere nota, all’istituzione
    scolastica contraente, la sede scolastica presso la quale
    è stata prodotta la certificazione in parola.
    Le predette disposizioni trovano, ovviamente, applicazione
    anche nei riguardi di coloro che, all’atto delle presenti
    istruzioni, abbiano già prodotto detta certificazione
    in anni scolastici precedenti.
    Resta invariato quanto previsto dagli artt. 43 e 71 del
    D.P.R. n. 445/2000 per quanto riguarda le modalità
    dei controlli nonché dall’art. 76 relativo alle norme
    penali in caso di dichiarazioni mendaci o atti falsi.
    La presente nota, che è diretta ad agevolare l’iter
    dei conferimenti delle supplenze ed a renderne più
    spedita ed economica la procedura anche da parte del personale
    destinatario dei contratti a tempo determinato, è
    accessibile tramite il sito internet nonché tramite
    la rete intranet di questo Ministero.

    IL DIRETTORE GENERALE
    Giuseppe Cosentino

     

  • Magistero in Sc. Religiose riconosciuto ai fini della abbreviazione del Corso di Laurea in Filosofia

    l’isola
    che non c’era nell’arcipelago dei saperi universitari statali

    convenzione snadir – università
    “tor vergata” di roma:

    magistero in scienze religiose
    riconosciuto ai fini della abbreviazione
    del corso di laurea in filosofia

    se la teologia sia una scientia è una domanda antica.
    secundum quid era la premessa ai tentativi di risposta.
    premessa che condizionava e distingueva. per i limiti che
    in alcuni periodi la scienza ha imposto al suo statuto epistemologico.
    per i limiti che la teologia si è imposto racchiudendosi
    nelle sacrestie delle facoltà e limitandosi ad apparire
    una scientia esclusiva, specifica e caratterizzante l’esperienza
    religiosa cristiana, legittimando magisteri e rinunciando
    ad un sapere critico, ad un’ermeneutica dell’esperienza
    religiosa e dell’evento rivelativo.
    analisi da lasciare alle competenze e ai distinguo degli
    storici: professionisti del sapere storico e professionisti
    del sapere della storia della teologia e della scienza.
    certo, una decisione ha posto fine istituzionalmente alla
    possibilità di comporre il sapere accademico delle
    scienze al sapere accademico della teologia: una legge dello
    stato, all’indomani dell’unità d’italia, nel 1873,
    decretava la chiusura delle facoltà statali nelle
    università statali. una vicenda tutta italiana. tutta
    cattolica italiana. ma le discipline teologiche scomparivano
    nell’universitas studiorum italiana.
    tentativi ultimi di istituire corso universitari e masters
    di "scienze religiose" o curricula di studi per
    le cosiddette lauree specialistiche in scienze delle religioni
    partono da intenzioni di recupero ma pervengono a soluzioni
    ancora appendicolari, quasi scolia allo status quaestionis.
    eppure c’è tanta invocazione di sapere teologico
    nelle universitates studiorum quanto ne manca negli scritti
    di molti loro protagonisti. così come nelle università
    pontificie c’è tanta evocazione delle discipline
    delle universitates studiorum quanta ne manca nelle pubblicazioni
    e nella mentalità di molti dei loro protagonisti
    o gestori.
    la vastità, i retaggi e le complicanze (soprattutto
    le reciproche nonvolontà effettive) restringono il
    campo della speranza e inducono a trovare soluzioni quotidiane
    che preparino i riconoscimenti dei vertici: la base può
    aiutare i vertici così come l’ecumenismo dei cristiani
    ha indotto le istituzioni e le gerarchie a riscoprire l’antica
    comune unità fondativi.
    la vita è un’area: senza la base le (loro) altezze
    non potranno che essere bastoncini irrigiditi (non sempre
    perpendicolari) che svettano col rischio che se si soffiano
    forte il naso potranno perdere quell’equilibrio (s)precario
    che li sostiene.
    cercando soluzioni tra gli operatori e partendo dalle loro
    esigenze professionali, lo snadir ha cercato contatti universitari,
    scrivendo a molte facoltà italiane per invitarle
    a cercare soluzioni operative per gli idr in vista di una
    loro ulteriore acquisizione di competenze mediante studi
    pedagogici e filosofici presso università statali.

    l’esigenza di strutturare un aggiornamento garantito da
    un curriculum universitario (e non soltanto dalla saltuarietà
    dei corsi di discutibili e variegate occasioni di aggiornamento
    in alcune diocesi e da parte di alcune agenzie cattoliche)
    era sentito da molti docenti ed espresso da quell’insoddisfazione
    che affiorava sempre più negli incontri e quando
    si tentava di delineare un futuro sostenibile dal punto
    di vista professionale e nella precarietà della discrezionalità
    che spesso rischia di assumere l’irc. per molti, esagerando
    paure e ampliando sospetti, confondendo anziché distinguere:
    ma certamente la paura non si risolve con altre paure. e
    per fare della paura una constatazione di incertezza era
    necessario sostenerla con qualcosa di deliberato, di convinto,
    di aperto ad altre opportunità professionali.
    lo snadir viene contattato dai responsabili del corso di
    laurea in filosofia dell’università degli studi di
    roma "tor vergata". sono valutate positivamente
    le attività ed il progetto di formazione e di aggiornamento
    dei suoi convegni che in questi dieci anni l’associazione
    degli insegnanti di religione dello snadir ed ora del centro
    studi hanno garantito.
    e dopo contatti, reciproche conoscenze e stime, massima
    sensibilità, conoscenza e apprezzamento da parte
    dei responsabili del corso di laurea in filosofia per la
    ratio studiorum di molti istituti di scienze religiose e
    di facoltà teologiche e per l’impegno e il contributo
    che in questo decennio lo snadir ha dimostrato nell’organizzare
    eventi di professionalizzazione, si è pervenuti ad
    alcuni iniziali e significativi risultati.
    risultati di fatto: il consiglio del corso di laurea in
    filosofia dell’università degli studi di roma "tor
    vergata" riconosce agli esami sostenuti nei corsi di
    scienze religiose e di teologia delle università
    pontificie il valore paritario di esami universitari statali,
    prendendo atto dei loro credits e ponendoli in equivalenza
    dinamica con quelli del corso di laurea in filosofia. qui
    non si parla di titoli (che a suo tempo sono stati riconosciuti
    equipollenti e quant’altro, come già veniva faticosamente
    fatto). ma per la prima volta la teologia viene riconosciuta
    come sapere che matura cfu, cioè crediti di formazione
    universitaria statale. non è un fatto, è un
    evento. un riconoscimento atteso, desiderato ed ora reale.

    ne è seguita una convenzione tra lo snadir e il corso
    di laurea in filosofia di "tor vergata" di roma.
    accordo di convenzione che permetterà a tutti gli
    iscritti allo snadir di accreditare cfu per il corso di
    laurea in filosofia grazie agli esami sostenuti nei corsi
    per il magistero in scienze religiose, il baccalaureato,
    la licenza nelle diverse discipline teologiche e il dottorato.
    non solo, ma la partecipazione ai corsi-seminari di aggiornamento
    e professionalizzazione promossi e organizzati dallo snadir
    permetterà di maturare alcuni specifici cfu che andranno
    a completare e incrementare quelli necessari per il conseguimento
    dei titoli nel corso di laurea in filosofia. gli iscritti
    allo snadir (iscrizione da certificare da parte dello snadir
    stesso) possono avvalersi di questa opportunità già
    per l’anno accademico 2002-2003. (per ulteriori informazioni
    visitare il sito www.snadir.it).
    "se poi sia questa la formula più adatta per
    assolvere a questo sostanziale dovere di affermazione dell’unità
    e della polimorfia dei saperi, mediante il recupero istituzionale
    delle discipline religiose e teologiche, è tutto
    da vedere. anzi sarebbe proprio interessante avviare ed
    alimentare un pubblico dibattito equidistante da fervori
    confessionali e sospetti pseudo-moderni." (antonio
    autiero).
    ma in questa prospettiva di cooperazione culturale è
    il futuro del sapere, senza più -ismi che separano,
    ma con persone che riscoprono le reciproche diversità
    e condividono progetti futuri. e la scuola non potrà
    che verificare, maturare e beneficare di queste cooperazioni.

    pasquale troìa

     

  • Dal 1° luglio 2003 rivalutati i limiti di reddito


    Dal 1° luglio
    2003
    sono stati rivalutati i limiti di reddito

    L’Inps con Circolare
    n.110 del 24 giugno 2003
    (file in formato
    pdf – Adobe Acrobat
    ) ha stabilito i nuovi limiti
    (v.
    Allegato 3
    – file in formato Excel)
    di reddito familiare (non sono ci sono maggiorazioni degli
    importi) da considerare ai fini della corresponsione dell’assegno
    per nucleo familiare per il periodo 1 luglio 2003 – 30
    giugno 2004. 
    Gli elementi utili per la determinazione dell’assegno sono
    due:
    1) la composizione del nucleo familiare;
    2) il reddito complessivo assoggettabile all’Irpef facente
    capo a tutti i componenti il nucleo familiare.
    Per quanto riguarda il primo punto:
    a) uno stesso nucleo familiare pu usufruire soltanto di
    un assegno;
    b) il nucleo familiare costituito:
    * dai coniugi (con esclusione di quello legalmente ed effettivamente
    separato);
    * dai figli e loro equiparati (ivi compresi quelli avuti
    da precedente matrimonio di et inferiore ai 18 anni (senza
    limite di et qualora si trovino, a causa di infermit o
    difetto fisico o mentale, nell’assoluta e permanente impossibilit
    di dedicarsi ad un proficuo lavoro)
    * fanno parte del nucleo familiare i fratelli, le sorelle
    ed i nipoti del dipendente o pensionato nel caso in cui
    essi siano orfani di entrambi i genitori e non abbiano conseguito
    il diritto alla pensione ai superstiti e semprech si trovino
    ad essere inferiori di 18 anni di et o inabili a proficuo
    lavoro (da comprovare con stato di famiglia o dichiarazione
    ai sensi dell’art.2 legge n.15/1968).
    Per quanto riguarda, invece, il reddito del nucleo familiare
    si deve tener conto dell’ammontare dei redditi complessivi,
    assoggettabili all’Irpef, conseguiti dai suoi componenti
    nell’anno solare precedente il 1 luglio di ciascun anno
    ed ha valore per la corresponsione dell’assegno fino al
    30 giugno dell’anno successivo.
    Pertanto, per la determinazione dell’assegno spettante dal
    1 luglio 2003 si deve fare riferimento alla dichiarazione
    dei redditi relativa all’anno solare 2002.
    E’ importante ricordare che l’assegno non spetta se la somma
    dei redditi da lavoro dipendente, da pensione o da altre
    prestazioni previdenziali derivanti da lavoro dipendente
    inferiore al 70% del reddito complessivo.
    Le variazioni dei componenti il nucleo familiare devono
    essere comunicate entro 30 giorni dal loro verificarsi. 
    Per ottenere il nuovo assegno basta una semplice autoattestazione
    (v.
    modello
    – file in formato doc)
    con firma non autenticata.

    Redazione

    Snadir 2003

    (allegato)

  • No agli insegnanti di religione ‘usa e getta’

    No agli insegnanti di religione ‘usa e getta’


    Per la seconda volta gli amici colleghi spagnoli della FERC hanno invitato lo Snadir a Barcellona. L’occasione non poteva che essere migliore. Sulla facciata monumentale di una scuola pubblica di Barcellona erano predisposti grandi striscioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema lavorativo






    degli idr e sull’importanza dell’irc. Alcuni colleghi stavano facendo lo sciopero della fame. Perché il ministro (al femminile) dell’istruzione negava un colloquio agli idr davanti ad una situazione di quasi 50 colleghi di religione che nel prossimo anno scolastico avrebbero perso il posto di lavoro. Quasi che un docente fosse un ‘uso e getta’. E che l’autonoma e nobile amministrazione catalana di Barcellona non ci tenesse ai suoi docenti. Solo perché docenti di religione. Solo perché alcuni hanno certe idee sulla religione. Solo perché la religione è ancora vista come ‘oppio di qualche ultima concezione di popolo’. E solo perché tanta storia locale influiva ancora nel considerare la religione cattolica come l’altra faccia del ‘franchismo’.
    Il prof. Ruscica e il prof. Troìa, a nome dello Snadir, nei giorni 27-28 di giugno incontrano questi colleghi in mobilitazione portando ed esprimendo non solo la solidarietà dei colleghi italiani, ma anche quell’esperienza che lo Snadir ha maturato in questi anni di lotta e di comunicazione con le istituzioni e con l’opinione pubblica. Tale condivisione ha rincuorato i nostri colleghi che ci hanno espresso molta gratitudine: e l’incontro è risultato proficuo. Già subito il giorno dopo una manifestazione davanti ad un albergo dove parlava il ministro – ricordiamo bene anche noi quelle manifestazioni davanti alle sedi parlamentari ed altrove! – riscuoteva il successo di


    una promessa di incontro tra gli idr e il ministro. E poi un’esperienza unica: siamo stati invitati ad un’intera ora di trasmissione alla Radio Onda catalana. Con noi c’era il collega Francesc Viger, il Dott. Francesc Solergiber e la Dott.ssa Cristina Mates. Una trasmissione condotta con professionalità dal giornalista Luis Bernabè e con un grande senso del dialogo tra i partecipanti presenti. Una trasmissione ascoltata da persone che poi hanno riferito ai nostri colleghi come interessante e soprattutto che apriva nuove prospettive che andrebbero considerate bene sul piano operativo e professionale per gli idr catalani. Quale reciproca soddisfazione!









    Radio ONA Catalana.
    Da sinistra: Prof. O. Ruscica, Dott. F. Solergibert, Dott.ssa C. Mates, Dott. L. Bernabè, Prof. F. Viger, Prof. P. Troìa


    La grande gioia è soprattutto quella di vedere che questi nostri colleghi catalani, come gli altri europei, che ci piacerebbe conoscere ed incontrare, condividano con noi la stessa arte e professione dell’insegnare religione, e soprattutto sentano la responsabilità di mediare pedagogicamente e didatticamente la cultura religiosa a scuola per non far crescere nell’ignoranza religiosa una generazione di futuri cittadini europei.
    Un prossimo impegno sarà quello di celebrare in Catalogna un convegno europeo che affronti i problemi territoriali (soprattutto catalani, ma anche italiani) alla luce degli standard educativi che l’Unione Europea richiede (Costituzione agnostica a parte) e che le famiglie dei nostri studenti devono esigere come diritto inalienabile alla libertà di educazione e formazione dei propri figli.
    Auguriamo anche a loro, quanto prima, uno stato giuridico come quello che attualmente abbiamo conquistato: consapevoli che uno status simile non avrebbe mandato a casa colleghi che per anni hanno contribuito a nobilitare la Catalogna nella nobile professione del docente nelle scuole pubbliche e statali, ma anche religiose private (le scuole concertate).


    Orazio Ruscica
    Pasquale Troìa

  • Lo Snadir invitato a “Samarkanda”programma di Radio Onda Catalana



    Lo Snadir invitato a “Samarkanda”
    programma di Radio Onda Catalana

    Cliccare sull’icona “ONA” per ascoltare la trasmissione (file in formato RealPlayer) in onda il 29 giugno 2003


    Da sinistra: Prof. Or. Ruscica, Dott. F. Solergibert, Dott.ssa C. Mates, Dott. L. Bernabè, Prof. F. Viger, Prof. P. Troìa

  • Solidali con la FERC-CAT

    Solidali con la FERC-CAT

    Nell’Europa delle nazioni, quell’Europa che ricerca ed intende garantire la qualità della vita e il riconoscimento della dignità e del diritto di ogni cittadino europeo a professare il suo lavoro, esistono regioni come nella nobile Catalogna in cui si verificano situazioni come quelle denunciate dai nostri colleghi di religione nella loro protesta e nel loro manifesto di Sant Medir. In un’Europa che crede e comincia ad investire ‘sempre di più’ nell’educazione e nella formazione completa ed integrale dei suoi cittadini esistono gestori di istituzioni che rifiutano il diritto che ogni cittadino ha di dialogare con i suoi legittimi rappresentanti politici e amministrativi. Queste istituzioni non sono rappresentative di una nazione Europea. E se tutto questo viene specificato con il fatto che colleghi di religione perderanno il loro posto di lavoro, la domanda è ovvia: può una comunità nazionale ed europea discriminare la professionalità di un docente secondo la disciplina che insegna? Solo perché anche i nostri colleghi catalani insegnano religione il loro diritto al lavoro ed il contributo che hanno offerto e sanno offrire alla scuola catalana ed europea non avrà una garanzia? Questa è discriminazione. E’ razzismo ideologico. Contrario alle nobili battaglie politiche e civili della Catalogna e dell’Europa. E ci auguriamo che la Chiesa catalana dimostri la sua solidarietà ai nostri colleghi che come noi continuano a garantire l’insegnamento e la conoscenza del patrimonio cristiano nazionale ed europeo nelle scuole.
    Lo Snadir ritiene gravemente penalizzante la decisione del ministro dell’insegnamento Carme Laura-Gil; condivide e sostiene la protesta degli insegnanti di religione catalani. Ed auspica un immediato confronto del Governo Catalano con la FERC, gli unici e soli legittimi rappresentanti degli insegnanti di religione.
    Lo Snadir testimonierà personalmente questa solidarietà nel prossimo incontro che il prof. Ruscica, segretario nazionale dello Snadir e il prof. Troìa, direttore del Centro Studi avranno a Barcellona con i colleghi catalani per progettare insieme un futuro professionale e qualificare sempre più il nostro contributo culturale alla scuola e ai nostri studenti.


    La Segreteria Nazionale

  • MANIFESTO DI SANT MEDIR. APPROVATO ALL’UNANIMITÀ DURANTE LO SCIOPERO DELLA FAME

    MANIFESTO DI SANT MEDIR
    APPROVATO ALL’UNANIMITÀ DURANTE L’ISOLAMENTO E LO SCIOPERO DELLA FAME DEI MAESTRI E INSEGNANTI DI RELIGIONE DELLA CATALOGNA
    IL GOVERNO AUTONOMO CI TOGLIE IL PANE
    13 E 14 GIUGNO 2003 NELLA PARROCCHIA di SANT MEDIR
    DI BARCELLONA


    Ancora una volta la fine dell’anno scolastico è un cattivo momento per gli insegnanti ed i professori di religione cattolica delle scuole pubbliche della Catalogna.
    Mentre nel resto delle comunità educative l’anno scolastico finisce e ci si prepara per le meritate vacanze, noi patiamo per la totale e assoluta precarietà della nostra situazione professionale.
    Nel prossimo anno scolastico a molti di noi verrà imposta una riduzione di giornata ingiustificata che avrà delle gravi ripercussioni sulla nostra vita professionale. A molte famiglie verrà ridotto il reddito della metà. Non è una novità, nel corso degli ultimi anni molti già si sono trovati in questa situazione (con serie conseguenze sulla qualità della vita personale e familiare). Ancora peggio, ci saranno persone che verranno escluse dal lavoro; con questo sistema durante il passato anno scolastico sono state licenziate 11 persone. Durante questo prossimo anno scolastico circa 244 persone si troveranno senza lavoro perché non potranno giustificare 48 mesi “di anzianità lavorativa”. Il responsabile di questa situazione è il governo autonomo della Catalogna.
    Denunciamo la mancanza di volontà politica da parte di Convergencia i Unio (CiU) nel risolvere la nostra precaria condizione professionale. Il consigliere dell’istruzione non ha rispettato i nostri diritti sindacali quando ha negato il diritto alla trattativa collettiva della Federazione degli Insegnanti di Religione della Catalogna (FERC), prima forza sindacale del personale docente di ruolo nelle passate elezioni del 19 febbraio 2003.
    Per noi una condizione lavorativa dignitosa è molto più che una rivendicazione del sindacato, è una chiamata a favore della dignità professionale e personale dei maestri e degli insegnanti di religione e, anche, delle nostre famiglie.


    CHIEDIAMO:


    GIORNATE A TEMPO COMPLETO IN UN UNICO CENTRO PER TUTTO IL CORPO INSEGNANTE E I MAESTRI DI RELIGIONE;
    CONTRATTO DI LAVORO FISSO PER TUTTO IL CORPO INSEGNANTE E I MAESTRI DI RELIGIONE DELLA CATALOGNA CON LA PERCEZIONE DEI TRIENNI E DI TUTTI I BENEFICI LEGALI CHE NE DERIVANO IN QUANTO LAVORATORI.


    Testo in Spagnolo

  • Il PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo) chiede il ritiro del decreto che regola l’insegnamento

    Il PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo) chiede il ritiro del decreto che regola l’insegnamento della religione, in quanto incostituzionale.

    Pilar del Castillo ha annunciato stamani alcuni dei cambiamenti che il suo Ministero ha introdotto nella Legge della Qualità dell’Insegnamento. Tra i cambiamenti annunciati dalla titolare dell’Istruzione, ce n’era uno che prometteva di suscitare polemiche e così è stato. Si tratta dell’equiparazione dell’insegnamento della religione al resto delle materie, in maniera che sia valutabile e computabile tanto nella sua forma confessionale quanto in quella laica dalla scuola elementare fino al baccellierato. I socialisti sostengono che questo decreto viola la Costituzione e si oppone alla giurisprudenza del Tribunale Supremo.


    Il portavoce dell’Istruzione del PSOE, Carmen Chacón, ha chiesto al Ministero dell’Istruzione di ritirare il decreto che regola la Legge della Qualità dell’Insegnamento, secondo la quale l’insegnamento della religione, tanto nella sua forma confessionale quanto in quella laica, sarà valutabile e computabile dalla scuola elementare fino al baccellierato.


    Secondo i socialisti, il fatto che la religione sia equiparata al resto delle materie nel momento in cui viene calcolato il voto medio, è incompatibile con i precetti costituzionali e con la giurisprudenza del tribunale Supremo relativi a questa materia. Inoltre, il PSOE sostiene che viene infranto il patto esistente tra le forze politiche, risalente alla fase di transizione e che finora era stato rispettato.


    “Come si valuta la fede?”, si è chiesto Carmen Chacón per esprimere la posizione del suo partito, che, contrariamente a quanto affermato da Pilar del Castillo, sostiene che il decreto che regola l’insegnamento della religione e l’insegnamento alternativo, comporta dei cambiamenti rispetto alla situazione attuale. La portavoce socialista dell’Istruzione ha sottolineato che la fede non è valutabile.


    Secondo il PSOE, i cambiamenti annunciati oggi da Pilar del Castillo non contengono alcuna misura che possa prevenire l’insuccesso scolastico o migliorare la qualità dell’insegnamento. Secondo i socialisti, questi cambiamenti rispondono alla filosofia generale della Legge della Qualità, che, a loro parere, implica soltanto una maggiore segregazione degli alunni con problemi, nessuna inversione di tendenza nel campo dell’insegnamento e un rafforzamento dell’insegnamento privato.


    Carmen Chacón ha invocato il diritto alla libertà religiosa garantita dalla Costituzione e ha ricordato che la Spagna è aconfessionale e che, pertanto, lo deve essere anche la sua istruzione.


    Fonte: http://www.tvcatalunya.com (19 giugno 2003)