Autore: maurizio

  • Un’occhiata alla questione pensioni. Cessazioni dal servizio. Termine ultimo presentazione domande 10 gennaio 2007

    Un’occhiata alla questione pensioni


    Cessazioni dal servizio. Termine ultimo presentazione domande 10 gennaio 2007


     


    Abbiamo già avuto modo di evidenziare che il tema delle pensioni interessa oramai non solo i “pensionandi”, ma anche tutti gli insegnanti di religione in servizio i quali, con la conseguente disponibilità di cattedre, possono legittimamente attendere uno scorrimento della graduatoria del concorso o, comunque, un completamento della propria cattedra orario.


    Riassumiamo le due principali tipologie di pensionamento:


     


    A – Collocamento a riposo d’ufficio.


    Interessa uomini e donne nati tra il 1 gennaio ed il 31 agosto 1942, ossia che compiranno 65 anni di età (pensione di vecchiaia) entro il 31 agosto 2007.


    La domanda deve essere presentata al Dirigente scolastico entro il 10 genaio 2007 (vedi CM n.68 del 9 novembre 2006; DM n.67 del 6 novembre 2006).


    Coloro che erano in servizio ad ottobre 1992 possono chiedere il trattenimento in servizio per altri due anni (fino a 67 anni di età), qualora non abbiamo già maturato venti anni di servizio (legge 23 ottobre 1992 n.421), in modo da acquisire i requisiti minimi richiesti.    L’Amministrazione scolastica  può concedere una ulteriore proroga di 3 anni, fino al raggiungimento di un massimo di 70 anni di età.  Questi ulteriori tre anni non sono però assoggettati a contribuzione e non incidono, di conseguenza, sull’importo della successiva pensione (Legge 27 luglio 2004 n.186, art. 1 – quater).


    Il termine del 10 gennaio si riferisce anche alle domande di trattenimento in servizio oltre il 65° anno di età.


    Coloro che l’anno scorso hanno chiesto ed ottenuto il trattenimento in servizio, e che intendono rinunciare al secondo anno, possono presentare entro la stessa scadenza la domande di pensione di vecchiaia


     


    B – Collocamento a riposo a domanda.


    Secondo la normativa (che resterà in vigore fino al dicembre 2007), le donne possono chiedere di essere collocate in pensione purché abbiano compiuto almeno 60 ani di età e abbiano prestato 20 anni di servizio.


    A gennaio 2007 possono presentare domanda di pensionamento, se lo ritengono rispondente alle loro esigenze, le donne che entro il 31 dicembre 2007 compiono:


    60 anni (quindi nate nel 1947)


    61 anni (quindi nate nel 1946)


    62 anni (quindi nate nel 1945)


    63 anni (quindi nate nel 1944)


    64 anni (quindi nate nel 1943)


    E’ opportuno sottolineare che a partire dal 1995 l’importo delle retribuzioni aumenta sulla base di gradoni stipendiali, per tale motivo risulta conveniente presentare domanda di pensionamento solo successivamente al passaggio di gradone.


     


    La dispensa per inabilità e per inidoneità.


    Si ha dispensa per inabilità quando il lavoratore viene riconosciuto permanentemente inabile, per motivi di salute non dipendenti da causa di servizio, a svolgere qualsiasi attività lavorativa.  La domanda per l’accertamento della inabilità dev’essere presentata su apposito modello (in allegato alla legge n. 335/1995) cui va aggiunto un apposito modulo predisposto dal proprio medico di famiglia.


    Si ha invece dispensa per inidoneità quando il lavoratore, a seguito di visita medica presso la preposta Commissione medica, viene riconosciuto inidoneo alle sue funzioni per motivi di salute non dipendenti da causa di servizio, ma comunque idoneo a svolgere altri compiti nell’ambito della medesima amministrazione scolastica.


     


    Alcune questioni particolari.


    Numerosi Idr sono entrati in servizio in tarda età e possono quindi ritrovarsi nella condizione di aver raggiunto i 65 anni d’età con un ridotto numero di anni di servizio.   Per loro si pone il problema di sapere quali sono i requisiti minimi.


    La pensione minima si consegue con 20 anni di servizio (19 anni, 11 mesi, 16 giorni).  Esiste però una eccezione (D.L.vo. n.503/1992, art. 2, co.3, lett.C)  che riguarda i docenti di ruolo e gli Idr:  coloro che erano in servizio al 31 dicembre 1992 hanno diritto a pensione di vecchiaia anche se raggiungono solo 15 anni di anzianità contributiva (14 anni, 11 mesi e 16 giorni).   E’ evidente che questi colleghi hanno interesse a richiedere la proroga in servizio fino a due anni (Decreto Legislativo 16/04/1994 n.297, art. 509, comma 5) o per raggiungere i 15 anni di servizio oppure per aggiungere qualche altro anno a quelli comunque svolti.


    Nei prossimi anni è prevedibile una revisione dei meccanismi di pensionamento, tenuto conto del rilevante aumento del numero di docenti che maturano il relativo diritto. Per l’anno scolastico 2006-2007 il numero di docenti con 65 anni di età è stimato in 7.085 unità, nell’anno scolastico 2011-2012 sarà di 26.632  unità, un valore più che triplicato (elaborazione Tuttoscuola su dati Miur).  


     


    Ernesto Soccavo


    Modello di domanda per le dimissioni dal servizio (pensione) (file in formato doc)


    Snadir – 15 novembre 2006

  • RSU: i nostri diritti nelle nostre mani

    RSU: i nostri diritti nelle nostre mani


       Dopo anni di incertezze, essere in prima linea, poter finalmente essere parte attiva o, per meglio dire, soggetto attivo di un obiettivo, è, finalmente, arrivato lo stato giuridico! Grande vittoria. Finalmente si può dire “Oggi sono di ruolo”. Questa non è, sicuramente, una tale frase da testimoniarne il vero significato per l’uomo della strada, per chi legge, ma per chi per anni ha dovuto “lottare per cose che altri ottenevano semplicemente”. Ha, invece, il sapore dell’aria che riempie i polmoni e ti fa vivere.


       Ora, invece, c’è la possibilità di essere votati “proprio come tutti gli altri”, di avere voce per il rinnovo delle RSU. E’ l’occasione che ci è data per dire la nostra sulla scuola laddove ogni giorno ci scontriamo con la continuità didattica, con un orario fatto apposta per farci stancare già a metà dell’anno scolastico, con i progetti megalattici, con la non chiarezza del fondo d’istituto. 


       La nostra candidatura e il nostro voto, adesso, acquistano un grande valore. A livello locale, con la nostra presenza attiva, e a livello nazionale per dare più voce al nostro sindacato. Molti “altri” tra sindacati, dirigenti, personale di segreteria, faranno di tutto per farci votare i loro amici e gli amici degli amici, magari con i piccoli ricattucci che tutti conosciamo. Nei corridoi delle nostre scuole sentiamo tutti le classiche affermazioni dal carattere intimidatorio “per non aver problemi” e rischiamo di votare proprio chi negli altri anni voleva cacciarci da scuola. Non commettiamo l’errore di far parlare gli altri al posto nostro. Candidiamoci, quindi, e votiamo le liste GILDA UNAMS, che annoverano anche la nostra sigla, SNADIR. Laddove non c’e la lista GILDA UNAMS non voteremo.


       I nostri diritti questa volta solo nelle nostre stesse mani. Buon voto a tutti. Mai come stavolta “l’unione fa la forza”, fu frase coniata ad hoc. Noi, insieme, unitariamente, possiamo avere quella voce che non abbiamo finora avuto in un imminente futuro dove potremo avere nuove possibilità di crescita professionale.


    Marisa Scivoletto


     


     


    Snadir – 7 novembre 2006

  • E’ l’ora dell’attacco ai “precari”. Entra in campo editorialista del Corriere della sera, il Dott. Angelo Panebianco

    e’ l’ora dell’attacco ai “precari”

       continuano a presentarsi numerosi i candidati al premio “attila” (vedi “la scuola italiana vittima di un gioco al massacro: è ora di smetterla!” ).  questa volta entra in campo un importante editorialista del corriere della sera, il dott. angelo panebianco.
       il 30 ottobre scorso l’editorialista – criticando la finanziaria nella parte riguardante l’assunzione in ruolo di 150.000 docenti – sentenzia che  con questa decisione innanzitutto si nega l’ esigenza di “ridurre la spesa pubblica e assumere insegnanti bravi anziché «collocare» precari”. inoltre più avanti l’editorialista afferma che l’assunzione dei precari “rende inutile ciò che è stato fatto in questi anni dalle università, con le scuole di specializzazione, al fine di formare insegnanti di qualità”.
       e’ chiaro il concetto di panebianco: secondo lui occorre assumere le nuove leve, anziché i precari, perché le università con le s.s.i.s. (scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario) hanno formato personale altamente qualificato; quindi, non assumiamo 150.000 docenti precari ma 150.000 docenti provenienti dalle ssis. e ci mancherebbe altro, visto che  le università richiedono ad ogni iscritto la bellezza di circa 2.000 euro! ma a parte questa venale questione economica che assicura alle università importanti introiti, è bene riflettere su un altro fatto.
       fino  adesso la scuola ha assicurato il servizio di istruzione e formazione agli studenti utilizzando i cosiddetti “precari”; la loro esperienza più che decennale rappresenta un patrimonio importante! panebianco dovrebbe tenere presente che i  “precari” non sono la categoria degli insegnanti “legittimati” frutto della legge casati: l’attuale personale precario, infatti,  costituito da docenti più che preparati (provengono dalle stesse università che poi attivano le ssis, hanno conseguito l’abilitazione a seguito del superamento di concorsi ordinari o tramite frequenza delle predette ssis) con una esperienza sul campo di diversi anni di attività didattica, risulta più preparato a svolgere la propria funzione di insegnante di chi semplicemente può aggiungere alla laurea una ulteriore  formazione universitaria.
       dopo vari attacchi – peraltro miseramente falliti – alla categoria dei docenti, ora si vuole far ricadere la colpa del  dissesto scolastico sui “precari”, considerandoli personale docente poco preparato.
       assicuriamo a panebianco che i “precari” sono davvero “bravi”, e sarebbe davvero grave per il sistema scolastico e per la società italiana, se dopo averli usati  si desse loro  il benservito escludendoli per sempre dal circuito dell’istruzione.

    orazio ruscica

    segretario nazionale snadir