Autore: maurizio

  • Risarcimenti da capogiro ai docenti di religione precari. La FGU/Snadir chiede stabilizzazione al 95%

    Il Tribunale sentenzia un’altra vittoria e conferma risarcimenti milionari. Di fronte a tutto questo, FGU/Snadir torna a chiedere soluzioni definitive per i docenti di religione.

     
    È solo l’ultima in ordine di tempo la sentenza emessa dal Tribunale Civile di Padova, emessa il 1° aprile 2025. L’ennesima che ha riconosciuto il diritto al risarcimento per numerosi docenti di religione a tempo determinato, a causa dell’illegittima reiterazione dei contratti. Il valore complessivo degli indennizzi riconosciuti dalla sentenza di Padova , supera i 500.000 euro, che vanno ad aggiungersi agli oltre 9,2 milioni di euro già riconosciuti da sentenze analoghe emesse in tutta Italia.
    “Questi pronunciamenti confermano la fondatezza della nostra battaglia per la tutela dei diritti dei docenti precari di religione,” ha dichiarato Orazio Ruscica, Segretario nazionale dello Snadir e Presidente della FGU. “Ma ora è il momento di passare da risposte giudiziarie a soluzioni politiche strutturali.”.
     
    Il precariato persiste: servono risposte concrete
     
    Nonostante i pronunciamenti favorevoli dei tribunali, infatti, la questione del precariato resta drammaticamente aperta. “I concorsi straordinari e ordinari oggi in atto rappresentano un passo nella direzione giusta, ma non bastano,” ha spiegato Ruscica. “La soglia del 70% di docenti stabilizzati, prevista dall’art. 2 della legge n. 186/2003, lascia il restante 30% in una condizione di cronica precarietà.”
     
    Verso una stabilizzazione reale: obiettivo 95%
     
    La FGU/Snadir così, rilancia la propria proposta: alzare al 95% la quota dei posti di ruolo nelle varie diocesi. “Solo con una misura di questo tipo potremo finalmente superare una situazione che da anni penalizza una componente fondamentale del personale scolastico,” ha concluso Ruscica.
     
     
     
    Fgu/Snadir – Professione i.r. – 11 aprile 2025 – h.18,30
  • Stipendi più leggeri nel 2025: perché il netto in busta paga è diminuito (per approfondire)

     Le novità fiscali introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 stanno penalizzando molti lavoratori, in particolare i dipendenti pubblici e tra questi il personale scolastico

     
    Dal mese di febbraio 2025, una diffusa e crescente preoccupazione si è diffusa tra lavoratori dipendenti, in particolare tra il personale della scuola e i dipendenti pubblici. Il motivo? L’importo netto degli stipendi, rispetto allo scorso anno, ha subito una contrazione generalizzata. A confermarlo sono i primi cedolini del mese in corso elaborati da NoiPA e le segnalazioni dei tanti iscritti al nostro Sindacato.
    La causa principale di questa riduzione è riconducibile agli effetti della Legge n. 207/2024, ovvero la Legge di Bilancio per l’anno 2025, approvata lo scorso dicembre. Il provvedimento ha introdotto un nuovo assetto di misure fiscali e contributive, con l’obiettivo dichiarato di sostenere i redditi medio-bassi e ridurre il cuneo fiscale. Tuttavia, le modalità di applicazione di queste misure hanno generato effetti contrari alle attese per una larga platea di lavoratori.
     
    Le nuove misure: Somma Integrativa e Ulteriore Detrazione
     
    La Legge di Bilancio 2025 ha previsto due nuovi strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti:
     
    1. Somma Integrativa
     
    Si tratta di un importo accessorio che, pur non concorrendo alla formazione del reddito imponibile, viene riconosciuto in percentuale al reddito annuo presunto per il 2025. Questa premessa permette di capire quanto arduo sia ipotizzare per un docente che oggi lavora con contratto a tempo determinato (con termine al 30 giugno o al 31 agosto) quante ore potrà ricevere e il tipo di contratto che verrà a stipulare all’inizio del prossimo anno scolastico 2025-2026. Tale importo accessorio viene erogato sulla base di fasce di reddito presunte per l’anno fiscale in corso:
     
    Reddito Complessivo Annuo
    Percentuale Somma Integrativa
    fino a 8.500 €
    7,1%
    da 8.500 € a 15.000 €
    5,3%
    a 15.000 € a 20.000 €
    4,8%
     
    Oltre i 20.000 € annui, la somma integrativa non viene riconosciuta. Questo limite ha di fatto escluso la maggioranza dei docenti con orario cattedra, anche quelli privi dei benefici stipendiali incrementati dalla progressione di carriera o dagli scatti biennali.
     
    2. Ulteriore Detrazione Fiscale
     
    L’altra forma di sostegno al reddito è una detrazione fiscale, riservata ai redditi compresi tra 20.000 € e 40.000 € annui lordi e consiste in:
     
    • 1.000 € di detrazione fiscale piena per redditi tra 20.000 € e 32.000 €.
    • Una detrazione decrescente fino ad azzerarsi per redditi compresi tra 32.000 € e 40.000 €.
     
    Questi strumenti, in teoria pensati per alleggerire la pressione fiscale, hanno mostrato però effetti controproducenti nella pratica con la quale vengono de facto calcolati gli stipendi dei lavoratori dipendenti.
    Perché gli stipendi sono diminuiti?
     
    La diminuzione degli stipendi è legata a due fattori tecnici principali:
     
    1. Applicazione automatica prudenziale
     
    Il sistema NoiPA applica automaticamente le somme integrative e le detrazioni in acconto mensilmente, sulla base di un reddito annuo stimato. Non conoscendo con certezza il reddito definitivo del docente a fine anno, il MEF adotta un criterio prudenziale, trattenendo importi maggiori per evitare conguagli negativi in fase di saldo. Questo ha comportato una riduzione del netto in busta paga nei mesi di febbraio, marzo e, con tutta probabilità, anche aprile.
     
    2. Fine dell’esonero contributivo 2023
     
    L’altro motivo per cui gli stipendi netti diminuiscono è da imputare ad un’altra voce stipendiale messa a riposo a fine 2024. Dal 2023 era in vigore un esonero contributivo che riduceva la quota di contributi INPS a carico del lavoratore fino al 7% per redditi bassi e medi (fino a 35.000 € annui). Tale misura non è stata prorogata nel 2025, malgrado le reiterate promesse di sapore elettorale, causando un ulteriore aggravio contributivo e una conseguente riduzione del netto percepito.
     
    Quanto si è perso in busta paga?
     
    Secondo una stima diffusa da NoiPA il 7 aprile 2025, il mancato beneficio derivante dalla revisione del cuneo fiscale ha comportato per i dipendenti pubblici una perdita media di circa 333,32 € da inizio anno, pari a 88,33 € medi al mese, ma gli stipendi a fine carriera lamentano diminuzioni che sfiorano anche i 150 € mensili netti.
     
    Quali prospettive per i prossimi mesi?
     
    Il Ministero dell’Economia ha comunicato che gli adeguamenti dei sistemi informatici di NoiPA sono in corso, ma i tempi di applicazione dei nuovi benefici fiscali restano incerti. Le procedure devono infatti rispettare gli aggiornamenti richiesti dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
    Nel frattempo, i dipendenti pubblici vedranno nelle prossime buste paga l’accredito dell’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC), prevista per il triennio 2025-2027, in attesa del rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Gli importi sono stati determinati come segue:
     
    • Aumento dello 0,6% dal 1° aprile al 30 giugno 2025
    • Aumento dell’1% dal 1° luglio 2025
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
    Quali opzioni per i lavoratori?
     
    Per i lavoratori privati esistono alcune possibilità di gestione delle nuove misure fiscali:
     
    • Richiedere l’applicazione dei benefici solo in sede di conguaglio finale.
    • Comunicare al datore di lavoro un reddito annuo presunto realistico.
    • Rinunciare volontariamente ai benefici per evitare problematiche legate a più rapporti di lavoro
    Quindi trovarsi in fase dichiarativa a dover restituire quanto percepito indebitamente da due o più sostituti d’imposta.
     
    Per i dipendenti pubblici del comparto scuola, invece, non è attualmente disponibile alcuna funzione su NoiPA per esercitare queste opzioni.
    La Legge di Bilancio 2025, nata con l’intento di sostenere i redditi medio-bassi e ridurre il cuneo fiscale, sta di fatto generando un effetto opposto per gran parte dei dipendenti pubblici. La contrazione del netto mensile — seppur parzialmente mitigata da IVC e arretrati — è destinata a protrarsi fino a quando i sistemi gestionali non saranno adeguati e i conguagli fiscali non saranno effettuati. Per molti lavoratori della scuola, l’attesa per recuperare quanto perso potrebbe protrarsi fino a fine anno o oltre.
    Snadir ha fatto sentire la sua voce nelle sedi competenti ed è in attesa di ricevere riscontro quanto prima per poter continuare a sostenere con i fatti il lavoro degli insegnanti di religione, già impegnati in questi mesi dalle procedure concorsuali straordinarie per le immissioni in ruolo.
     
     
    Snadir – Professione i.r. – 11 aprile 2025 – h.17,30
  • Stipendi più leggeri nel 2025: perché il netto in busta paga è diminuito

    Le novità fiscali introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 stanno penalizzando il personale scolastico
     
    Dal febbraio 2025 molti lavoratori, in particolare i dipendenti pubblici e il personale scolastico, hanno riscontrato una riduzione del netto in busta paga. La causa principale è l’applicazione della Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024), che ha introdotto nuove misure fiscali e contributive pensate per ridurre il cuneo fiscale e sostenere i redditi medio-bassi. Tuttavia i risultati attesi sono stati di segno opposto per una vasta platea di docenti.
     
    Le novità introdotte
    La Legge di Bilancio 2025 ha previsto due nuovi strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti che in sintesi prevedono un aumento in busta paga basato su 3 fasce di reddito:
     
    1.   Somma Integrativa
     
    Reddito Annuo
    Percentuale di incremento Somma Integrativa
    Fino a 8.500 €
    +7,1%
    8.500-15.000 €
    +5,3%
    15.000-20.000 €
    +4,8%
    Oltre 20.000 €
    Nessun beneficio
              
    Oltre i 20.000 € annui la somma integrativa non viene riconosciuta. Questo limite ha di fatto escluso la maggioranza dei docenti con orario cattedra.
     
    2.   Ulteriore Detrazione Fiscale
    L’altra forma di sostegno al reddito è una detrazione fiscale, riservata ai redditi compresi tra 20.000 € e 40.000 € annui lordi e consiste in:
    • 1.000 € di detrazione fiscale piena per redditi tra 20.000 € e 32.000 €.
    • Una detrazione decrescente fino ad azzerarsi per redditi compresi tra 32.000 € e 40.000 €.
     
    Perché gli stipendi sono scesi?
    La diminuzione degli stipendi è legata a due fattori tecnici principali:
    1. Applicazione prudenziale: NoiPA calcola gli acconti mensili su un reddito presunto, trattenendo somme maggiori per evitare conguagli negativi a fine anno.
    2. Fine dell’esonero contributivo 2023: non prorogato nel 2025, ha comportato un aumento dei contributi INPS a carico dei lavoratori.
     
    Quanto si è perso?
    Secondo NoiPA, la perdita media per i dipendenti pubblici è stata di circa 333 € da inizio anno (circa 88 € al mese), con punte fino a 150 € netti mensili per chi si trova a fine carriera.
     
    Prospettive per i prossimi mesi
    Il MEF sta aggiornando i sistemi NoiPA, ma i tempi restano incerti. Intanto, è previsto un aumento dell’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC):
    • +0,6% da aprile a giugno 2025
    • +1% da luglio 2025
     
    Quali opzioni per i lavoratori?
    I lavoratori privati possono:
    • Richiedere l’applicazione dei benefici fiscali solo a saldo finale.
    • Comunicare un reddito annuo presunto più preciso.
    • Rinunciare ai benefici per evitare conguagli negativi.
    Per i dipendenti pubblici (comparto scuola) queste opzioni non sono ancora disponibili su NoiPA.
     
    La Legge di Bilancio 2025, pur con intenti positivi, ha penalizzato molti lavoratori pubblici, che dovranno attendere l’adeguamento dei sistemi gestionali e i conguagli fiscali per recuperare quanto perso. Snadir ha fatto sentire la sua voce nelle sedi competenti ed è in attesa di ricevere riscontro quanto prima per poter continuare a sostenere con i fatti il lavoro degli insegnanti di religione.
     
     
     
     
    Snadir – Professione i.r. –  11 aprile 2025 – h.17,30