Autore: maurizio

  • Fondo ESPERO

     
    NESSUNA “TRAPPOLA” PER ESTORCERE ADESIONI. CAMPATA IN ARIA LA PROPOSTA DI UN RICORSO

    L’adesione al Fondo Espero per “silenzio assenso” è un’eventualità che si realizza solo ed esclusivamente qualora il dipendente, al quale all’atto dell’assunzione vengono illustrate le possibili scelte a sua disposizione (aderire non aderire al Fondo Espero), lasci trascorrere senza dare alcuna risposta il periodo di nove mesi che avrà a disposizione, da quel momento, per maturare la propria decisione. Come stabilito dall’accordo firmato dai sindacati all’ARAN, il neoassunto deve ricevere formale comunicazione dall’Amministrazione sulle scelte possibili, ivi compresa quella di non rispondere nulla: la mancata risposta ha come conseguenza l’adesione per silenzio assenso.  
     
    Lo stesso avverrà per tutto il personale assunto a partire dal 1° gennaio 2019, per il quale si seguirà sostanzialmente la stessa procedura, con la seguente tempistica: 
    • formale comunicazione con l’indicazione delle possibili scelte, che l’Amministrazione è tenuta a inviare al dipendente entro i nove mesi successivi alla sottoscrizione dell’accordo all’ARAN; 

    • nove mesi di tempo, a decorrere dall’avvenuta informazione, per decidere se aderire o meno al Fondo da parte degli interessati, quale che sia il tempo trascorso dall’assunzione in ruolo. 

    • In entrambi i casi, è consentito esercitare il diritto di recesso nei trenta giorni successivi al ricevimento della comunicazione dell’avvenuta adesione “silente”. 

    Ciò detto, è di tutta evidenza che la proposta di attivare ricorsi contro l’adesione per silenzio assenso è ai limiti del paradosso. Si deve infatti supporre che la lavoratrice o il lavoratore non intenzionato a aderire abbia lasciato trascorrere un considerevole lasso di tempo senza comunicare le proprie intenzioni all’Amministrazione, pur essendo stato informato espressamente di tutte le possibili opzioni e avvertito sulle conseguenze di una mancata risposta. Solo trascorso quel periodo, e non avendo dato alcuna risposta all’Amministrazione, si materializzerebbe l’atto da impugnare con un eventuale ricorso (iscrizione al Fondo Espero per silenzio assenso), eventualità che al momento, per ovvie ragioni, non sussiste.  

    Siamo dunque di fronte a un caso che potremmo definire di “procurato allarme”, frutto di una scarsa conoscenza dei contenuti dell’Accordo, ma ancor più del riflesso pavloviano che scatta, per qualcuno, ogni qualvolta si percepisce l’odore di un contenzioso su cui lucrare qualche facile consenso, alimentando ad arte preoccupazioni e paure (che in questo caso non hanno proprio alcun fondamento). È poi inqualificabile che lo si faccia ricorrendo a vere e proprie falsità, come quella dei paventati 1.000 euro di arretrati, calcolati non si sa come, laddove l’accordo stabilisce senza ombra di dubbio che i versamenti al fondo partono dal mese successivo a quello in cui avviene l’iscrizione a Espero. 

    Nulla riescono a dire, i promotori di questo fantomatico ricorso, sul tema che realmente interessa lavoratrici e lavoratori, quello dell’opportunità e della convenienza, per tutti e per ciascuno, di avere strumenti efficaci e di maggior tutela sul piano pensionistico, alla luce della sostenibilità che in prospettiva si può ipotizzare per le prestazioni erogate dal sistema previdenziale pubblico, vista l’incidenza di fattori che sarebbe insensato e autolesionistico ignorare. Ne hanno tenuto conto responsabilmente le organizzazioni sindacali promotrici del Fondo Espero, cercando di rispondere in modo efficace e concreto alla prospettiva di un diminuito rendimento dei trattamenti di pensione. Al quale sarà molto difficile porre rimedio con un ricorso. Chi fa davvero e seriamente sindacato, lo sa.  

     

    Roma, 25 novembre 2023

  • 23 novembre 23: una data che ricorderemo

    Il giorno che attesta le nostre ragioni
    In corso d’opera la predisposizione del DPCM per l’assunzione di 6.428 IdR precari
     
       “Questo 23 novembre, significa tanto per noi dello SNADIR. Significa che l’impegno, la pervicacia, l’ostinazione, se supportate dalla ragione delle idee e delle richieste, possono produrre risultati. Significa che se si lotta insieme, si può vincere insieme”. Così, Orazio Ruscica, segretario nazionale dello SNADIR e presidente nazionale della FGU, stamattina, al termine di una giornata importante. Perché oggi, lo SNADIR ha fatto un altro passo avanti verso il riconoscimento dei diritti rivendicati dagli insegnanti di religione. Più di cento i docenti di molte regioni che si sono dati appuntamento per un sit-in al Ministero dell’Istruzione e del Merito a Roma. A viale Trastevere, presentate le 7.000 firme della petizione online, scaturita dalla recente proroga della pubblicazione del bando della procedura straordinaria e del concorso ordinario per l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione. Bandi che il Ministero ha posticipato al 2024. Lo SNADIR, forte della sua rappresentanza che supera il 34% della categoria, ha fatto sentire la sua voce e una delegazione, guidata dal Segretario Nazionale, Orazio Ruscica, con Stefano Di Pea e Marisa Scivoletto è stata ricevuta dal Dott. Mauro Antonelli, capo della Segreteria Tecnica del MIM e dal Dott. Filippo Serra, direttore generale per il personale.
       
     L’incontro ha chiarito ancora una volta all’Amministrazione le richieste per una procedura semplificata che renda giustizia ai tanti, troppi anni di precariato degli insegnanti di religione, che – da 20 anni – attendono l’indizione di un concorso per l’immissione in ruolo. L’Amministrazione ha garantito che la macchina burocratica interministeriale (Ministero dell’istruzione e del merito, del Ministero dell’economia e finanza, del Ministero della funzione pubblica) per l’indizione dei due bandi concorsuali – da pubblicare tassativamente in simultanea – si è già messa in moto, dichiarandosi disponibile a riconvocare la Fgu/Snadir per gennaio per un “avanzamento lavori” che possa finalmente raggiungere il traguardo della pubblicazione dei bandi non oltre i primi due mesi del 2024, con l’avvio operativo delle procedure concorsuali per la primavera prossima.
     
    “Ma non è finita qui – dice Orazio Ruscica – perché nel primo pomeriggio, ci è arrivata dal Ministro della Funzione pubblica, Zangrillo, la notizia della predisposizione in corso d’opera del DPCM per l’assunzione degli insegnanti religione. E ne siamo davvero felici, perché questa comunicazione significa attestare la bontà delle nostre ragioni e il significato della protesta”. Presentate alcune richieste che devono trovare accoglimento nel bando relativo alla procedura straordinaria: la prova orale didattico-metodologica semplificata che segua in particolare le Indicazioni nazionali per l’irc; le commissioni di esame devono prevedere la presenza dei docenti di religione di ruolo; la traccia della prova orale dovrà essere estratta 24 ore prima della prova del candidato così da permettere in modo professionale la preparazione della lezione simulata; la ripartizione del punteggio in modo tale che al servizio sia assegnata la metà del totale; l’aumento – come assicurato il 5 ottobre scorso – dei posti da assegnare alle due procedure recuperando quelli non assegnati alle immissioni in ruolo del 1° settembre scorso a seguito di scorrimento della GM 2004. 
    I rappresentanti del Ministro, Giuseppe Valditara, si sono riservati di presentargli queste richieste per ulteriori approfondimenti e valutazioni.
               
     “Noi non molliamo di un centimetro per far valere le ragioni degli Insegnanti di Religione Cattolica”, la chiosa del professore Ruscica.
     
     
     
     
    Fgu/Snadir – Professione i.r. – 23 novembre 2023 – h.18,30
  • Lo SNIRC sulla nostra linea. Bene così!

    Prendiamo atto con soddisfazione che la CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, attraverso le parole del suo responsabile del Servizio Nazionale per l’Insegnamento della Religione Cattolica, Ernesto Diaco, contenute in un documento presentato a settembre ai vescovi italiani, sottolinei l’importanza dell’indizione della Procedura straordinaria nel Concorso per gli IRC.
     
    E ne prendiamo atto con soddisfazione maggiore perché i contenuti di questo documento firmato da Ernesto Diaco, certificano l’avvicinamento della CEI sulle nostre posizioni, che Snadir ha più volte espresso e in tempi non sospetti, dicendo in tutti i modi che non poteva e non doveva esserci solo il concorso ma anche la procedura straordinaria per assumere a tempo indeterminato i precari.
     
    Era il 2020, l’anno in cui la CEI siglava una prima intesa tra il suo allora presidente, cardinale Gualtiero Bassetti e la ministra dell’epoca, Lucia Azzolina solo per l’indizione del concorso (testo successivamente reso inadeguato dall’approvazione del DL 36/2022 che ha istituito la procedura straordinaria).
     
    Siamo lieti che, nel volgere di 3 anni, le chiavi di lettura della CEI sostengano le nostre posizioni, sino a sovrapporsi. Al punto da ribadire per iscritto, la nostra tesi di modificare la legge 159/2019, “al fine di assegnare al concorso straordinario il 70% dei posti – leggiamo testualmente – mantenendo tale percentuale anche nello scorrimento della graduatoria, cosi da garantire un significativo assorbimento delle professionalità dei docenti attualmente incaricati, alcuni dei quali insegnano da circa 20 anni", come deciso lo scorso 15 giugno dal Consiglio dei Ministri in un decreto poi convertito in legge dalla Camera il 31 luglio.
     
    Ecco, è questo che chiediamo da tempo ed avere la condivisione della CEI/SNIRC, è per noi motivo di grande soddisfazione e viatico importante verso il traguardo di ottenere in tempi brevi, il giusto riconoscimento per gli insegnanti di religione.
     
     
     
    Fgu/Snadir – Profesisone i.r. – 22 novembre 2023 – h.15,30
  • Sit-in degli insegnanti di religione al Ministero dell’Istruzione

    SIT-IN

    a
    ROMA
    presso il Ministero dell’Istruzione
    Viale Trastevere, 76

    La Fgu/Snadir ha indetto una manifestazione di protesta davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito il giorno 23 novembre dalle ore 10 alle ore 13.30 a sostegno dei diritti degli insegnanti di religione precari.

    Motivo della manifestazione è l’ingiusto, ostinato e illogico rinvio al 31 dicembre 2024 – a seguito dell’approvazione dell’emendamento governativo 10.100 all’art. 10 del Decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, che modifica il d.l. n. 126/2019 – del termine entro il quale il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca è autorizzato a bandire, previa intesa con il Presidente della Conferenza episcopale italiana, un concorso ordinario per i docenti di religione incaricati annuali e una procedura straordinaria riservata ai precari con più di 36 mesi di servizio.

    Per questi motivi, il 23 novembre prossimo centinaia docenti di religione scenderanno in piazza per protestare contro questa ennesima e ingiustificata proroga, che invalida le richieste legittime dei docenti di religione precari di avere dopo vent’anni le sue procedure di assunzione.

    L’hashtag che guiderà la giornata di protesta sarà #Snadirforrights. Un grido simbolico in linea con le battaglie che lo Snadir porta avanti da anni, a favore di tutti gli insegnanti di religione.

     

  • Sit-in degli insegnanti di religione al Ministero dell’Istruzione

    SIT-IN

    a
    ROMA
    presso il Ministero dell’Istruzione
    Viale Trastevere, 76

    La Fgu/Snadir ha indetto una manifestazione di protesta davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito il giorno 23 novembre dalle ore 10 alle ore 13.30 a sostegno dei diritti degli insegnanti di religione precari.

    Motivo della manifestazione è l’ingiusto, ostinato e illogico rinvio al 31 dicembre 2024 – a seguito dell’approvazione dell’emendamento governativo 10.100 all’art. 10 del Decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, che modifica il d.l. n. 126/2019 – del termine entro il quale il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca è autorizzato a bandire, previa intesa con il Presidente della Conferenza episcopale italiana, un concorso ordinario per i docenti di religione incaricati annuali e una procedura straordinaria riservata ai precari con più di 36 mesi di servizio.

    Per questi motivi, il 23 novembre prossimo centinaia docenti di religione scenderanno in piazza per protestare contro questa ennesima e ingiustificata proroga, che invalida le richieste legittime dei docenti di religione precari di avere dopo vent’anni le sue procedure di assunzione.

    L’hashtag che guiderà la giornata di protesta sarà #Snadirforrights. Un grido simbolico in linea con le battaglie che lo Snadir porta avanti da anni, a favore di tutti gli insegnanti di religione.

     Si lotta insieme, si vince insieme! Compila il FORM per confermare la tua presenza!