Attraversare i confini del passato e del presente. Il Giorno della Memoria 2010.

Attraversare i confini del passato e del presente
 Il Giorno della Memoria 2010

Mercoledì 27 gennaio, ricorre il 65° anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz (1945). E’ il Giorno della Memoria, istituito nel 2000 per "ricordare – come si legge nell’articolo 1 della legge che lo ha previsto – la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".
L’opera della memoria è fondamentale non solo per ricordare le ingiustizie compiute, ma soprattutto per tenere presente ciò che non vogliamo più che avvenga. Questo vale ancor di più oggi, un tempo caratterizzato da gravi discriminazioni, da squilibri socio-economici, dalla negazione dei diritti umani.
Il 27 gennaio 2010 il Giorno della Memoria si celebra in Italia per la decima volta. Dieci anni sono passati da quando fu chiesto all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di partecipare all’attuazione delle iniziative, promosse dalle istituzioni dello Stato italiano e in particolare dal Ministero dell’Istruzione, che avrebbero caratterizzato lo svolgimento di questa giornata. Oggi il Giorno della Memoria è diventato un’occasione fondamentale, per le scuole, di formare tanti giovani tramite una importante attività didattica e di ricerca.
Da allora l’ebraismo italiano si è a più riprese interrogato sul modo di proporre una riflessione che non fosse svuotata dei suoi significati più profondi, riducendosi a semplice celebrazione. Al di là delle giuste, necessarie parole su Shoah e Memoria, occorre infatti cercare di perpetuare il senso vero di questo giorno.
Favorendo noi docenti una riflessione vivace nei ragazzi, renderemo forse il servizio migliore a questo Giorno che, per essere vissuto nel modo più autentico, necessita di un pensiero non statico, non nozionistico.
Occorre fornire alle nuove generazione gli strumenti, anche empirici, per riflettere su cosa l’umanità è stata in grado di fare, perché non accada mai più. Questo, forse, è il senso più vero del Giorno della Memoria, ed è un bene prezioso per tutti.
Riconoscere i confini è il compito che ci affida la storia. Talvolta i confini sono invisibili. I confini sono prodotti dalle persone, nascono nella storia e nella storia si modificano, nella storia scompaiono. I confini possono essere attraversati e diventare luogo di incontri, possono essere superati e cancellati. Superare i confini significa abbattere gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di una giustizia che ricostruisca il tessuto delle relazioni. Allargare i confini significa allargare l’orizzonte, significa ampliare la convivenza, significa vivere verso la pace, nella pace.

Emanuela Benvenuti

Snadir – Professione i.r. – 26 gennaio 2010

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