Ancora una volta "Repubblica" falsa i dati per mettere l’uno contro l’altro il personale della scuola
L’articolo di Salvo Intravaia pubblicato sul sito di "Repubblica" afferma che in netta controtendenza con "il taglio delle classi e con il lento ma graduale spopolamento delle aule" aumentano i docenti di religione individuati dal Vescovo. Inoltre dichiara che il numero dei docenti di religione "è cresciuto fino ad arrivare alla cifra record di 26.326 unità".
Andiamo con ordine. Ricordiamo a Intravaia che il docente di religione di ruolo è doppiamente qualificato. Infatti gli studenti si ritrovano un docente verificato sia dal Vescovo che dallo Stato italiano, che ha sottoposto ad un concorso ordinario i docenti da immettere in ruolo.
La cifra data dall’articolista, poi, di 26.326 unità non coincide neppure lontanamente con i dati prodotti dal decreto interministeriale che stabilisce per l’anno scolastico 2009/2010 il numero dei posti (di ruolo e non di ruolo) per l’insegnamento della religione nella misura di 23.238 unità.
Inoltre, se andiamo a leggere la fonte da cui trae i dati "La scuola statale – sintesi dei dati, anno scolastico 2009/2010" ci accorgiamo che per l’anno scolastico 2009/2010 il numero dei docenti di religione di ruolo è di 13.880 unità. Quindi rispetto ai 14.332 immessi in ruolo ne mancano 452, derivanti dai pensionamenti. Per essere precisi, allora occorre dire che tutto il personale della scuola – compresi i docenti di religione – ha subito i tagli; i docenti di religione inoltre hanno dovuto subire la mancata immissione in ruolo di personale fino alla copertura dell’organico spettante.
Insomma Intravaia crede e vuole far credere alla favola che gli unici a non essere colpiti dai tagli sono i docenti di religione. Certo ognuno è libero di credere alle leggende, ma chi è ragionevole sa bene che a una diminuzione di classi corrisponde inevitabilmente una diminuzione di cattedre di religione.
Orazio Ruscica
Lascia un commento